Prova a rubare un iPhone, ma viene bloccato dal commesso e arrestato. Intorno alle 10.30, gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Civitanova Marche, sono intervenuti in pieno centro nel negozio “Vodafone”, dove era stato appena consumato un furto di un telefono cellulare di ingente valore.Gli agenti giunti immediatamente sul posto, hanno subito sentito i due commessi uno dei quali aveva appena fermato un giovane il quale, dopo il furto, aveva cercato di allontanarsi dal negozio. Quest'ultimo, un cittadino di origini rumene J.T.M. di 22 anni, residente in Puglia e attualmente domiciliato a Civitanova, era stato notato in negozio da uno dei due commessi quando, dopo essersi avvicinato ad un espositore della "Apple", aveva forzato il sistema di sicurezza con cui uno dei telefoni era assicurato impossessandosi di un telefono del valore di circa 800 euro e allontanandosi subito dopo.Il commesso era riuscito però a fermare il soggetto il quale, nel tentativo di dileguarsi, aveva gettato a terra l'apparecchio che rimaneva danneggiato in piu' parti.L'immediato arrivo degli agenti, ha impedito ogni tentativo di fuga al giovane il quale è stato tratto in arresto per il reato di furto aggravato e, dopo gli atti di rito, associato al carcere di Camerino a disposizione dell'A.G. in attesa dell'udienza di convalida dell'arresto.A seguito di successivi accertamenti è emerso che il giovane non era nuovo ad episodi del genere tant'e' che risultava destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica di Modena per reati contro il patrimonio commessi altrove, con la quale veniva disposto l'accompagnamento in carcere del soggetto in caso di rintraccio. Il provvedimento è stato notificato all'arrestato.
“Mia nonna ha rinunciato, con scrittura privata, all’usufrutto per l’abitazione in cui vivo insieme a mio marito per numerosi debiti nei miei confronti”. Questa la risposta della nipote della signora 93enne di Civitanova Marche, Maria De Luca, che da due anni vive nella casa di riposo Alfonso Maria Fusco di via Regina Elena. Ieri, accompagnata dal suo legale, avvocato Roberta Pizzarulli, e da una pattuglia dei Carabinieri, la nonnina civitanovese ha bussato alla porta di casa in via Cesare Battisti per potervi rientrare a vivere, “così come suo diritto in quanto legittima usufruttuaria”, come ha evidenziato il legale della 93enne dopo averne avuto conferma dagli uffici preposti (leggi qui).Ma non sarebbe questa la verità secondo quanto racconta l’avvocato della nipote della signora Maria de Luca, Bruno Pettinari. “Nella mia qualità di legale della nipote faccio presente che la De Luca non ha mai abitato presso la suddetta casa sin dal lontano 1986 e che da tempo ha rinunciato all’usufrutto con scrittura privata. Tale rinuncia è stata fatta anche a fronte dei numerosi crediti vantati dalla mia cliente nei confronti della De Luca”. Per queste ragioni, “la mia assistita non ha violato alcun diritto”, evidenzia Pettinari. “La mia cliente – conclude il legale - si riserva le più opportune azioni nei confronti di tutti coloro che hanno rilasciato commenti assolutamente inqualificabili sui social networks collegati al giornale pubblicato in rete”.
Reagisce ai poliziotti dopo un controllo e per fermarlo servono due volanti. Tutto questo, mentre il gestore del locale in cui si trovava lo incitava a ribellarsi. E' successo ieri sera intorno alle 21, quando la Volante della Questura è intervenuta in via Morbiducci, dopo che, recentemente, c'era stata l'ennesima segnalazione dei residenti per schiamazzi e rumori molesti in genere, anche se negli ultimi tempi queste sono diminuite, grazie anche alle continue verifiche effettuate dalla Questura: da inizio anno, infatti, sono stati fatti numerosi controlli proprio in quella zona.Non appena i poliziotti diretti dal Commissario Capo Tommasi sono intervenuti, c'è stato un fuggi fuggi generale, che però non ha impedito di rilevare alcune violazioni dell'ordinanza "antidegrado" emessa dal sindaco di Macerata Romano Carancini a fine maggio. Infatti, all'interno di un esercizio commerciale, è stato sorpreso un gruppetto di cittadini africani seduti intorno a un tavolo a bere birra. Non appena è stata contestata loro la violazione dell'art 650 del codice penale, prevista nell'ordinanza sindacale, hanno dato visibilmente in escandescenza: non si esclude che, vista la reazione decisamente sproporzionata, il loro comportamento sia stato "amplificato" dai fumi dell'alcol, probabilmente ingerito in quantità, viste le diverse bottiglie vuote di birra presenti sopra il tavolino dove si erano radunati. Uno dei clienti, forse anche a causa della sua condizione di clandestinità, ha cominciato a divincolarsi, sbracciando e spintonando gli agenti, tanto che è dovuta intervenire in ausilio una seconda "volante" per riuscire ad accompagnarlo in Questura, dove è stato trattenuto per gli accertamenti amministrativi del caso e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Il gestore, invece, che nell'occasione non si è dimostrato per nulla collaborativo, incitando anzi i suoi clienti a reagire, è stato denunciato per interruzione di pubblico servizio, visto che, con la propria condotta, ha rallentato e turbato non poco l'operato dei poliziotti.
Trova un portafogli con dentro 150 euro e documenti importanti, lo riporta in Comune e poi rifiuta la ricompensa, affermando che aveva semplicemente fatto il suo dovere.E' successo lunedì a Serravalle di Chienti, quando un 18enne romeno ha casualmente rinvenuto per terra un portafogli ed è andato in Comune dove lo ha consegnato a una dipendente. In breve, è stato rintracciato il proprietario che, con un sospiro di sollievo, è andato a riprendere il portafogli e voleva lasciare una ricompensa di 20 euro per il 18enne che, però, ha cortesemente declinato, affermando di aver solo fatto quello che doveva. Il 18enne si trova da qualche tempo a Serravalle, in quando la mamma fa da badante a una signora di Roma che si trova in vacanza nel paesino dell'entroterra maceratese.
Si è spento a soli 55 anni Italo Lazzarini, storico tifoso della Civitanovese che da qualche tempo lottava contro una terribile malattia. Lazzarini è morto questa mattina all'ospedale di Civitanova.La Civitanovese ha espresso il proprio cordoglio alla famiglia Lazzarini sulla propria pagina Facebook "per la prematura scomparsa del proprio caro Italo. Colonna del tifo rossoblu sia negli anni di gloria, che in quella più difficili della rinascita Italo resterà sempre nei cuori dire tutto il mondo rossoblu. Il presidente, il direttore generale e la società tutta si stringono intorno ai suoi familiari, in questo giorno triste".Anche il gruppo "Pesciaroli RossoBlù" si è stretto intorno alla famiglia del tifoso scomparso "Ci ha lasciato un grandissimo tifoso, ma soprattutto una bravissima persona! Siamo sicuri che da lassù continuerai a incitare i colori rossoblù e la Civitanovese come hai sempre fatto e come hai sempre difeso! Purtroppo la vita porta via le persone e sicuramente in cielo brillerà un'altra stella rossoblù! Ciao amico! Ciao ITALO! R.I.P".I funerali si svolgeranno domani alle 16.30 nella chiesa del Cristo Re.
Solare, piena di passioni, innovativa e creativa. Ma anche innamorata del suo Mirko e con tanta voglia di trascorrere tempo con gli amici di una vita. Sono queste le frasi che meglio identificano Lucia Salvatori, 26enne di Macerata, che una terribile malattia ha portata via questa notte, intorno alla mezzanotte, all’affetto di tutti coloro che hanno avuto il piacere e l’onore di conoscerla. Il decesso è avvenuto all’ospedale regionale Torrette di Ancona.Sul mondo dei social la notizia della sua scomparsa si è rapidamente diffusa e sono stati tanti coloro che, immediatamente, hanno postato ricordi, foto e frasi, per celebrare il loro rapporto con Lucia. I familiari della ragazza che viveva a Macerata, nel quartiere Pace, si sono stretti nel loro dolore, confortati da amici e parenti. La 26enne, dopo essersi diplomata all’istituto d’Arte Cantalamessa, aveva continuato a coltivare la sua grande passione per la moda e per la nail art. Non trascurando di trascorrere il tempo libero con gli amici di sempre all’insegna dell’allegria e dello stare bene insieme. Molto provato da questa scomparsa, il fidanzato Mirko Migliozzi, che ha condiviso con Lucia tanti bei momenti. La camera ardente è stata allestita nei locali dell’obitorio dell’ospedale di Macerata, dove il feretro è giunto questa mattina dal presidio ospedaliero del capoluogo dorico. Domani, alle 16, si svolgerà il funerale nella chiesa di Santa Maria della Pace.
La nipote le impedisce l’ingresso nell’abitazione di cui è legittima usufruttuaria. Neppure la presenza dei carabinieri ha consentito a Maria De Luca, 93enne civitanovese, di poter godere del suo diritto. I legali della donna sono pronti ad avviare l'iter giudiziario.Un ennesimo caso di abbandono di una persona molto avanti con gli anni all’interno di una casa di cura per anziani. È da due anni, infatti, che la signora Maria, vive nell’istituto "Alfonso Maria Fusco" di via Regina Elena a Civitanova. Stanca di questa situazione, la 93enne si è rivolta allo studio legale Santoro-Pizzarulli al fine di far valere i propri diritti di usufruttuaria e poter, quindi, rientrare nell’abitazione di via Cesare Battisti, dove attualmente risiedono la nipote - nuda proprietaria - e suo marito.Questa mattina, accompagnata dai legali Roberta Pizzarulli e Simone Santoro e dalla dottoressa Giada Micucci, Maria De Luca si è vista negare dalla nipote l’accesso all’abitazione e questo nonostante l’intervento della forza pubblica. Ai legali dell’usufruttuaria non resta, dunque, che adire l’Autorità giudiziaria affinché le possa essere consentito di godere appieno del proprio diritto e poter trascorrere il resto della sua vita tra le mura domestiche.
Doppio furto nottetempo ai danni di altrettanti mezzi in sosta in via dell'Acquedotto a Villa Potenza di Macerata.Nel mirino dei malviventi sono entrati due furgoni. In uno, i ladri hanno portato via un paio di computer portatili di proprietà di un'azienda di elettricisti. All'interno del furgone c'erano anche degli attrezzi da lavoro, anche di valore, che però evidentemente non erano facilmente rivendibili e quindi sono stati lasciati sul posto.Nel secondo furgone, invece, di proprietà di una ditta di distributori automatici di bevande, i ladri hanno rubato l'incasso della giornata pari a circa 1000 euro in contanti.Entrambi gli episodi sono stati denunciati alle autorità competenti.
Nell’ambito di servizi mirati volti al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti attuati nell’ultimo weekend a Civitanova dalla polizia, sono state identificate una quindicina di persone, tra cui diversi cittadini extracomunitari, nella zona ex Ente Fiera, stazione ferroviaria, zona San Marone e lungomare, luoghi solitamente frequentati da soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti e da tossicodipendenti. Nel corso di questi servizi, sono stati recuperati e sequestrati circa quindici grammi di eroina confezionata in trenta singole dosi pronte per lo spaccio. La droga era detenuta da due cittadini tunisini privi di documenti e da un italiano residente in provincia di Ancona già conosciuto alle forze dell’ordine per precedenti specifici. Le tre persone sono state denunciate all’autorità Giudiziaria per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I due tunisini sono C.A. di 29 anni e L.B. di 24 anni, entrambi senza fissa dimora, mentre l’italiano è C.O. di 22 anni. I servizi continueranno ad essere attuati per tutto il periodo estivo e saranno estesi anche ai luoghi di divertimento maggiormente frequentati.
Incendio in un garage in contrada Morichella a San Ginesio, a due passi da Pian di Pieca. Per cause ancora in corso di accertamento, le fiamme si sono sprigionate all'interno della struttura attigua a una abitazione, avvolgendo le due auto che si trovavano nella rimessa. Entrambi i mezzi sono andati praticamente distrutti, malgrado il tempestivo intervento dei vigili del fuoco.I pompieri sono intervenuti con una squadra del distaccamento di Tolentino e l'autobotte del Comando provinciale di Macerata. Alla fine, le fiamme sono state domate e i vigili del fuoco hanno lavorato ancora per diverso tempo per mettere in sicurezza l'area.
Rabbia, emozione, voglia di averlo ancora tra tutti noi. Sono questi i sentimenti che hanno segnato i volti della Sportware, venerdì scorso, durante la conferenza stampa tenutasi agli impianti Vescovara ad Osimo, centro sportivo che Lorenzo Manuali – il 43enne di Campocavallo di Osimo che si è gettato dal ponte autostradale Salinello, nel Teramano, alto circa cento metri, nel giugno scorso (qui) - con altri amici tenne a battesimo quasi vent’anni fa. Moderatore dell’incontro Emanuele Trementozzi, collaboratore da un anno del sodalizio osimano, in rappresentanza della Trementozzi Eventi Comunicazione.“Vogliamo fare chiarezza una volta per tutte sulla prematura scomparsa di Lorenzo”, le parole della famiglia e dalla stessa Sportware, davanti ad oltre cento tra amici e parenti del 43enne che hanno partecipato all’appuntamento per ricordare un uomo di valori e uno sportivo con la “S” maiuscola. Sulle tribune affollate del centro osimano, anche la moglie Barbara, che visibilmente commossa, ha ricevuto il caloroso abbraccio di chi ha conosciuto suo marito: una persona solare, disponibile e guidato da quei valori che solo lo sport sa donare come rispetto, passione e determinazione. Seduti al tavolo degli oratori Luca Brachini, membro del consiglio direttivo Sportware, Fabrizio Farinelli, socio dal 2003, e la dottoressa Orietta Zagaglia dello Studio associato Franquelli di Diego Zagaglia, che ha raccontato la “verità” sul contenzioso in corso con l’Agenzia delle Entrate, smentendo categoricamente come Lorenzo, all’atto della sua morte, “abbia lasciato dietro di sé debiti e debitori in capo alla Sportware e alla sua stessa famiglia”. Parole che la moglie Barbara ha rafforzato con le sue dichiarazioni. “Vivere nello sport, una frase in cui riconosco il mio Lorenzo, il nostro Lorenzo: sì perché lui è un po’ di tutti, lo è sempre stato. La modalità con cui è stato condotto l'accertamento tributario, negando addirittura la sportività a chi ha fatto di quel valore la propria vita, è a mio parere di una ingiustificata violenza, in particolare lo è stato per un uomo di principi come Lorenzo. Naturalmente nessuno deve sentirsi responsabile per questa morte, ma penso anche che nessuno debba sentirsi non coinvolto in questa vicenda. Vorrei che la morte di Lorenzo non fosse stata vana e che venisse scritta la parola fine alle incertezze normative, ai controlli capestro alle associazioni sportive, per permettere una volta per tutte alle realtà sane e propositive come Sportware di portare avanti con coraggio e passione la promozione dello sport in tutte le sue forme. Ciò che è accaduto spero che sia lo spunto, lo dico a me innanzitutto, per fermarsi un momento a pensare che non possiamo cambiare l'ordine delle cose, certo, ma possiamo contribuire ognuno a modo nostro, ognuno per il ruolo che riveste nella vita privata e in quella professionale, a riconoscere nell'altro sé stessi rispettandolo nei suoi principi, passioni e ideali e, soprattutto, seguendo, nell'occasione del confronto, il rispetto di quelle regole di onestà e di correttezza che non sono scritte da nessuna parte, ma che sono certa siano dentro ognuno di noi”.Un incontro dunque esaustivo, ricco di significati, teso a ricordare lo sforzo profuso da Lorenzo negli anni, proiettando l’organizzazione sportiva osimana verso un futuro solido e ricco di novità. “Perché Lorenzo ci ha lasciato un’enorme eredità e noi non possiamo tradirlo” ha rimarcato Fabrizio Farinelli. “Il gusto della competizione, il rispetto per l'avversario e anche l'accettazione della sconfitta: questi elementi lo hanno sempre contraddistinto sia nel campo di gioco che in quello della vita”. Due ore di passione che hanno smentito ogni illazione e rilanciato l’attività della Sportware, oggi più che mai. Perché, come hanno concluso gli oratori, “ci salutiamo nella profonda consapevolezza che la Sportware c’è stata, c’è, ma, soprattutto, ci sarà nel nome e in memoria di Lorenzo Manuali”.E la storia non finisce di certo qui, come sottolineato dalla dottoressa Zagaglia: “Il nostro studio segue la Sportware da molti anni e, insieme, abbiamo deciso di avviare un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate, nella convinzione che quanto verbalizzato non corrisponda al vero. La Sportware ha sempre promosso i valori di amicizia e rispetto delle regole, non possiamo accettare che venga disconosciuto lo status di sportività a questa associazione. Ci sono troppe regole incerte e di dubbia interpretazione, norme che hanno colpito nell’animo una persona sensibile come Lorenzo e che noi combatteremo davanti ad un giudice. Di certo, questo lo gridiamo con fierezza, Lorenzo Manuali non ha lasciato debiti a nessuno, tanto meno la Sportware è debitore di qualcuno. E questo, amici, è un dato di fatto incontrovertibile”.
Fernando Mandò di Macerata, detto “Nonno Nando” si è spento ieri notte all’età di 95 anni.Nel 2014 il Comune di Colmurano gli aveva conferito la cittadinanza onoraria per aver accompagnato la storia di “Magicabula”, la nota iniziativa colmuranese dedicata all’ infanzia.Nonno Nando con professionalità, passione e cura ha proposto laboratori di vera arte creativa utilizzando materiali della quotidianità, riciclando e contribuendo in maniera determinante alla crescita e allo sviluppo della oramai ventennale manifestazione.La sua arte del creare, dell’ imparare “a fare le cose”, lungi dal vivere frenetico ed in completa gratuità, hanno orientato ogni edizione rendendo i bambini veri protagonisti del fare. L’ impegno, la dedizione e la sua costante ed attiva presenza hanno formato il mondo degli adulti troppo spesso tendenti a sostituirsi ai bambini e quello dei piccoli che lui ha amato tanto da averne dedicato tutta la sua vita lavorativa come insegnante e poi come “Nonno Nando di Magicabula”.Quando per motivi di salute non ha potuto più partecipare direttamente alla manifestazione, ha accolto presso la sua abitazione un gruppo di animatori di Magicabula per insegnare loro l’ arte del creare, questo a riprova del forte legame affettivo che lo univa alla Comunità di Colmurano.Nonostante la tristezza che lascerà la sua assenza, la gioia e l’attenzione verso i bambini rimarranno lo spirito guida di Magicabula.
"È stata la sinistra con questo sporco razzismo al contrario, a soffiare sulla fiamma dell'odio e dell'intolleranza. Sono loro ad aver seminato il seme del razzismo dove prima non c'era": parole e musica di Paolo Diop, il 29enne senegalese da tempo residente a Macerata, iscritto a Casapound, dopo i fatti di Fermo. Paolo il "negro", perchè non vuole essere chiamato "di colore" ci è andato giù pesante, contro ogni schema del politicamente corretto.Un post, il suo, che ha scatenato più di una polemica, e, oltre ad attirargli addosso insulti e minacce di ogni tipo (provenienti, come confermano gli screenshot che pubblica sul suo profilo Facebook soprattutto da connazionali e da stranieri che si sentono traditi dal suo comportamento), lo ha portato alla ribalta nazionale. E oggi è uscita una sua lunga intervista sulle pagine de Il Giornale. E le sue dichiarazioni sono come vento che soffia su un fuoco ancora acceso."Con le politiche migratorie che portano gli italiani ad essere in seconda posizione nelle politiche sociali dello Stato, la sinistra non fa che alimentare le tensioni sociali che sfociano in questi fatti. Gli italiani sono stanchi di essere vittime a casa loro" dice Paolo Diop, aggiungendo che Emmanuel non è vittima del razzismo ma della sinistra e dei buonisti: "Sono loro ad averlo "ucciso", tra virgolette, con questa politica migratoria che alimenta la guerra tra poveri. Che alimenta l'odio. È la sinistra italiana ad aver creato il razzismo. Quello italiano è un popolo che viene condotto al razzismo. È esausto e non ce la fa più".Sulla proposta di offrire la cittadinanza alla vedova di Emmanuel, Diop dice che "Se è davvero fuggita da Boko Haram, allora è giusto. Ma se è solo per pietà e pena, per quello che è successo, allora no. Sarebbe una discriminazione verso gli altri richiedenti asilo. Non dobbiamo cedere ai pietismi: qui bisogna solo punire chi ha commesso il reato, non bisogna dar premi alla moglie". E, infine, nello specifico sui fatti di Fermo dice: "Se Mancini ha pronunciato quelle parole, sono da condannare. Ma prima di esprimere un giudizio bisogna sapere esattamente come sono andate le cose. Bisogna capire se il nigeriano ha aggredito per primo oppure no. Comunque, se io cammino per strada e ricevo un insulto razziale, volto le spalle e continuo per la mia strada. Non ho bisogno di mettermi a dare calci e pugni".E non torna certo indietro. Anzi. Proprio stasera ha scritto ancora un post: "Dopo la mia intervista la Kyenge ha commentato così: "È solo un bianco abbronzato"! Daltonica!".La polemica è servita.
Tre persone sono rimaste ferite a seguito di un tamponamento che si è verificato intorno alle 17 lungo la strada dei Rotelli, fra Passo di Treia e Macerata.Due i veicoli coinvolti, una Renault Clio e una Fiat Punto: la dinamica è al vaglio dei carabinieri intervenuti sul posto insieme ai vigili del fuoco.I feriti sono stati assistiti da due ambulanze del 118: le loro condizioni non dovrebbero essere gravi.
Ancora una tragedia, ancora un imprenditore che si toglie la vita.A Porto Sant'Elpidio, Roberto Moretti, 38 anni, si è ucciso impiccandosi in un'abitazione in via Trentino. Era il titolare con la famiglia di una storica azienda di accessori per calzature. Per lui, malgrado i soccorsi tempestivi, non c'e' stato niente da fare. Lascia una figlia di quattro anni avuta dalla sua compagna. Moretti per qualche tempo aveva lavorato presso una pizzeria, ma poi aveva deciso di rientrare nell'azienda di famiglia. Un ragazzo d'oro, generoso e gentile come lo definiscono tutti gli amici. Ancora da chiarire i motivi che hanno portato il 38enne a prendere la tragica decisione, ma non si esclude che la crisi economica possa aver avuto un peso determinante.
E' terminata l'udienza di convalida per Amedeo Mancini, il 39enne fermato per omicidio preterintenzionale con l'aggravante dell'odio razziale per la morte del migrante nigeriano Emmanuel Chidi Nnamdi, che aveva reagito agli insulti razzisti rivolti alla sua compagna. Mancini, difeso dall'avvocato Francesco De Minicis, è stato fatto uscire da un ingresso secondario del Tribunale di Fermo e riaccompagnato, a bordo di un cellulare della Polizia penitenziaria, nel carcere di Marino del Tronto. Il gip Marcello Caporale si è riservato qualche ora per decidere se scarcerare Mancini.Amedeo Mancini "riconosce di avere una responsabilità morale ma non giuridica" nella morte del migrante nigeriano Emmanuel Chidi Nnamdi, per questo "mette a disposizione tutto quello che ha, un terzo di casa colonica e un pezzettino di terra lasciatagli dal padre, a disposizione della vedova". Lo ha detto il difensore dell'ultrà, in stato di fermo per omicidio preterintenzionale con aggravante razzista, l'avvocato Francesco De Minicis, che non ha formalizzato la richiesta di arresti domiciliari, e si è rimesso alle valutazioni del giudice.Mancini ha confermato la sua versione dei fatti. Lo ha riferito il suo legale, avvocato Francesco De Minicis, parlando con i giornalisti che gli chiedevano i motivi della brevità dell'udienza di convalida, durata meno di due ore. Secondo De Minicis, Mancini ha ammesso di aver insultato la compagna di Emmanuel, Chinyere, chiamandola "scimmia africana", e di essersi difeso con un pugno quando il giovane nigeriano lo ha aggredito. "Ha anche ribadito di non avere nessuna intenzione di uccidere - ha concluso l'avvocato" (Ansa)
Una mietitrebbia si è ribaltata oggi intorno alle 13 in un terreno in contrada Sodere a Belforte del Chienti. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito.Per recuperare e rimettere in marcia il veicolo agricolo, però, si è reso necessario l'intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Tolentino, arrivati sul posto con cinque unità, un'autopompa e un fuoristrada.
"Era venuto per vivere in pace, ha trovato la morte. Che dal cielo ci liberi dalle cattiverie umane". E' la scritta sul manifesto funebre di Emmanuel Chidi Nnamdi, affisso all'ingresso della camera mortuaria, dove si trova la bara del giovane migrante in attesa di essere portata al duomo di Fermo per il funerale che si svolgerà alle 18, prevista la presenza del presidente della Camera Laura Boldrini, del ministro Maria Elena Boschi e del vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli.Il manifesto fa anche chiarezza su come va scritto il nome del 36enne, morto dopo una colluttazione con un ultrà di destra. "Lo ricordano con infinito amore - si legge ancora - la moglie Chinyere, gli amici del seminario, la Fondazione Caritas in veritate, le Piccole Sorelle Jesu Caritas, la comunità di Capodarco e quanti gli hanno voluto bene". Sulla bara di legno chiaro, oltre una foto sorridente di Emmanuel, una rosa bianca, una rosa rossa circondata di spighe ed un'orchidea, fiori portati dalle tante persone che sono venute a visitare la camera mortuaria."Black lives matter' è la scritta fatta con il gessetto sul luogo della colluttazione costata la vita a Emmanuel Chidi Namdi da qualcuno che collega così idealmente la morte del 36/enne migrante nigeriano colpito dall'ultrà di destra Amedeo Mancini all'hashtag di protesta per l'uccisione degli afroamericani da parte degli agenti di polizia. La scritta è comparsa stamattina sul luogo della colluttazione, diventato un piccolo memoriale a cielo aperto con mazzi di fiori, cartelli di solidarietà, piccoli oggetti. "Finché il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi ci sarà sempre guerra", recita un'altra scritta a gessetto. "Liberi di essere, liberi di vivere ora e ovunque", dice un'altra ancora. Ma c'è anche un cartello contro lo "strapotere della televisione" con una frase di Pasolini. (Ansa)
Appena nominata amministratrice unica di Aerdorica, Federica Massei affermava di aver letto che il gruppo Soriano non aveva ritenuto del tutto chiuso il suo interessamento all’aeroporto Raffaello Sanzio, come in verità avevano precedentemente dichiarato, attraverso le pagine di un quotidiano.Questa notizia, in realtà, l’ha data solo questo giornale che in esclusiva aveva intervistato Marco Soriano, amministratore delegato della Soriano Group (leggi qui).Giovedì 7 luglio infatti, il direttore commerciale della Soriano Group era a colloquio con la Massei per riprendere il filo di quei colloqui bruscamente interrotti un po' di giorni fa.Io, molto diligentemente mi sono letto l’intervista rilasciata dalla Massei, quindi ho cominciato a messaggiare Marco Soriano su Whatsapp, per sapere il suo punto di vista. Gentile, come al solito, ha risposto ai miei messaggi e poi alle mie domande.Marco Antonio Soriano è un giovane che è a capo di un impero economico che fa paura. Le sue società hanno sedi in tutto il mondo. Lavora al 41esimo piano di un grattacielo di New York e nonostante tutto ogni volta risponde ai miei sms e alle mie telefonate. Ho provato più volte a visualizzare il suo profilo di Linkedin, ma ogni volta mi perdo tra i suoi affari ed interessi. Nel luglio del 2015 Marco Soriano scrive assieme a Paul Parisi, Junior Investment Banking Analyst della Soriano, una nota che provocatoriamente titolano: è narcisista credere nelle principali ragioni per cui il business aereo è ancora considerata una attività imprenditoriale? Da imprenditore visionario quale è e si definisce, teorizza un e-viaggio e un e-turismo. Intere pagine del suo sito si dedicano a studi e ricerche sul business del volo e dei viaggi aerei. I suoi punti di forza sono il sorriso e l’estrema naturalezza con cui porta avanti le sue teorie. Aprendo per la prima volta il sito internet della Soriano Group, si capiscono subito due cose: la prima è che dietro ci sono persone in carne ed ossa e che quindi non si tratta di una scatola cinese; poi che ciascuno, con il proprio ruolo, ci mette la faccia. Da vecchio arnese comunista come ormai, ignobilmente mi qualifico, avendolo ascoltato più volte, potrei definirlo un “portatore sano di new economy”. Poi ad uno come lui che ha un debole per il Rosso Conero e il mistrà Varnelli si può perdonare tutto.Il punto tuttavia decisivo è che Marco Soriano è l’unico interessato ad acquistare quote di un aeroporto che giorno dopo giorno si sta trasformando in un pericoloso carrozzone. Tra i tanti misteriosi, potenziali acquirenti è il solo che ci ha messo la faccia ed ha parlato chiaro. Eppure, nell’ultima assemblea dei soci c’è mancato poco che tutto andasse all’aria. La Massei ha liquidato il tutto come informazioni poco chiare. Da ieri hanno ripreso a tessere la tela. Vediamo come va a finire…Che impressione ti ha fatto la nuova amministratrice unica di Aerdorica?La Massei mi è sembrata una persona molto motivata e positiva. È anche possibilista sul fatto che noi possiamo ancora partecipare all’acquisto dell’aeroporto. Dobbiamo analizzare ancora in profondità la documentazione che io ho richiesto. Quindi da quel momento in poi vedere qual è la situazione vera dell’aeroporto. Poi aspettare che sia approvato il bilancio.Anche dalle pagine dei giornali la Massei si è mostrata possibilista. Dice pure che le informazioni non risultavano abbastanza chiare. Tu puoi confermare? Sì è vero. Personalmente non ho ancora parlato con Pieralisi per chiarire definitivamente l’equivoco. Mi riprometto di farlo al più presto, così da analizzare meglio la questione. Per ora è impossibile stabilire qualcosa con qualcuno che non conosco. So chi è Pieralisi, ma non lo conosco personalmente.Di Del Vecchio che mi dici?Che è fuori e che non c’è niente che io possa fare con lui. Gli unici miei interlocutori sono la Massei e il presidente Ceriscioli. Se poi Pieralisi volesse fare qualcosa con me potrei pure valutarlo, ma questo non te lo posso confermare finché prima non parlo con lui.Credi che sia stato Del Vecchio a creare qualche diffidenza in Pieralisi dopo la vicenda Novaport?Sembrerebbe di sì, ma non essendo stato presente non so che dire di preciso. Siamo nel campo delle indiscrezioni. Così come ho sentito dire che ci sono i cinesi e poi gli arabi che sarebbero interessati.Sei ancor interessato a realizzare nella Marche i progetti che avevi in mente? Intanto le occasioni nascono quando uno è inserito bene dentro un territorio. Per questo confido nella disponibilità delle persone di cui ti dicevo prima. Però per me l’aeroporto è strategico. È il punto di partenza per altre importanti realizzazioni.Senza aeroporto nessuna struttura? Esatto. Se non entriamo con un aeroporto non potrei fare più niente. Il nostro interesse non è solo nelle Marche o nelle regioni dell’Italia centrale, ma in tutta Europa. E per realizzare questi progetti è indispensabile l’aeroporto.Hai intenzione di tornare presto nelle Marche?Sono stato 4 volte nelle Marche. Avrei intenzione di ritornarci, però adesso sto aspettando delle informazioni. Io sono per la politica dello step by step. Vediamo prima il prossimo gradino…(ha collaborato Eleonora Santoni)
Dopo aver lottato coraggiosamente e strenuamente contro una tremenda malattia, si è spento la notte scorsa ad appena 48 anni, Andrea Ramaccini.Conosciutissimo a San Severino, era nato il 19 luglio del 1968. Andrea lascia la mamma Maria, la sorella Maura e tantissimi amici. I funerali verranno celebrati domani (lunedì 11 luglio) alle ore 16 nella chiesa di San Domenico