"Emmanuel vittima delle tensioni sociali volute dalla politica": l'affondo del "negro" Paolo Diop
"È stata la sinistra con questo sporco razzismo al contrario, a soffiare sulla fiamma dell'odio e dell'intolleranza. Sono loro ad aver seminato il seme del razzismo dove prima non c'era": parole e musica di Paolo Diop, il 29enne senegalese da tempo residente a Macerata, iscritto a Casapound, dopo i fatti di Fermo. Paolo il "negro", perchè non vuole essere chiamato "di colore" ci è andato giù pesante, contro ogni schema del politicamente corretto.
Un post, il suo, che ha scatenato più di una polemica, e, oltre ad attirargli addosso insulti e minacce di ogni tipo (provenienti, come confermano gli screenshot che pubblica sul suo profilo Facebook soprattutto da connazionali e da stranieri che si sentono traditi dal suo comportamento), lo ha portato alla ribalta nazionale. E oggi è uscita una sua lunga intervista sulle pagine de Il Giornale. E le sue dichiarazioni sono come vento che soffia su un fuoco ancora acceso.
"Con le politiche migratorie che portano gli italiani ad essere in seconda posizione nelle politiche sociali dello Stato, la sinistra non fa che alimentare le tensioni sociali che sfociano in questi fatti. Gli italiani sono stanchi di essere vittime a casa loro" dice Paolo Diop, aggiungendo che Emmanuel non è vittima del razzismo ma della sinistra e dei buonisti: "Sono loro ad averlo "ucciso", tra virgolette, con questa politica migratoria che alimenta la guerra tra poveri. Che alimenta l'odio. È la sinistra italiana ad aver creato il razzismo. Quello italiano è un popolo che viene condotto al razzismo. È esausto e non ce la fa più".
Sulla proposta di offrire la cittadinanza alla vedova di Emmanuel, Diop dice che "Se è davvero fuggita da Boko Haram, allora è giusto. Ma se è solo per pietà e pena, per quello che è successo, allora no. Sarebbe una discriminazione verso gli altri richiedenti asilo. Non dobbiamo cedere ai pietismi: qui bisogna solo punire chi ha commesso il reato, non bisogna dar premi alla moglie". E, infine, nello specifico sui fatti di Fermo dice: "Se Mancini ha pronunciato quelle parole, sono da condannare. Ma prima di esprimere un giudizio bisogna sapere esattamente come sono andate le cose. Bisogna capire se il nigeriano ha aggredito per primo oppure no. Comunque, se io cammino per strada e ricevo un insulto razziale, volto le spalle e continuo per la mia strada. Non ho bisogno di mettermi a dare calci e pugni".
E non torna certo indietro. Anzi. Proprio stasera ha scritto ancora un post: "Dopo la mia intervista la Kyenge ha commentato così: "È solo un bianco abbronzato"! Daltonica!".
La polemica è servita.
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