Massacrano la sorella con un'ascia. Il Gip sui due fratelli gemelli: "Nessun rispetto della vita umana"
Un’ altra storia di gravissima violenza minorile. Siamo in provincia di Brescia. Nella notte tra venerdi 18 e sabato 19 febbraio Nadia, una ragazza di 22 anni era nel suo letto, stava dormendo nella casa in cui viveva con i suoi due fratelli e con i genitori.
Intorno alle 3 si è risvegliata tra i colpi d’ascia e di coltello sferrati proprio dai suoi due fratelli.I due 17enni avrebbero fatto irruzione nella sua camera da letto per poi massacrarla senza fermarsi neppure di fronte alle sue urla di disperazione. Sarebbero infine fuggiti rubando 200 euro dal portafoglio del padre.
La ragazza, immediatamente sottoposta a due interventi chirurgici è fuori pericolo, se la caverà. I suoi fratelli, intercettati dai Carabinieri poco dopo, sono stati arrestati.
Il GIP del Tribunale dei minori di Brescia ha convalidato l’arresto per il concreto rischio di reiterazione del reato. La misura cautelare in carcere è stata disposta con il riconoscimento delle aggravanti formulate dalla Procura: l’accusa è di tentato omicidio aggravato dai futili motivi, dalla minorata difesa della vittima, dal vincolo di parentela e dalla premeditazione.
Il GIP nell’ordinanza scrive che dalla loro personalità emerge “alcun rispetto della vita, anche in presenza di relazioni parentali significative”.
Queste parole trasudano una drammaticià estrema: una famiglia da tutti considerata per bene è stata stravolta da un crimine violento. Un tentato omicidio. I gemelli vengono descritti come “due ragazzini normali, senza evidenti problemi”, dal parroco del paese di cui frequentavano l’oratorio.
“Spesso venivano a fare due tiri fuori dagli orari di allenamento - prosegue il sacerdote in un’ intervista rilasciata ad un giornale locale -. Li incrociavo frequentemente e non mi hanno mai mancato di rispetto. Certo sono più vivaci ed esuberanti dei coetanei ed è capitato che durante le partite si arrabbiassero: magari dicevano qualche parolaccia in più, ma non sono mai stati protagonisti di episodi di violenza. Nessuno poteva immaginare che arrivassero a tanto, nemmeno i compagni di calcio che li conoscevano bene e non si danno pace per quanto accaduto”.
Educati e rispettosi. Eppure un gip del Tribunale dei Minori dichiara che i due ragazzini hanno una personalità che non ha alcun rispetto per la vita umana. Delle due una: rispettosi o non rispettosi della vita umana? Dai fatti, sembrerebbe di dover dar ragione al Gip ed alla Procura.
Ed allora come accade che due 17enni “per bene e rispettosi” premeditino l’omicidio della sorella per futili motivi? È possibile prevenire?
Spesso ci troviamo di fronte a disturbi del comportamento non diagnosticati o non trattati efficacemente, altre volte il comportamento aggressivo viene addirittura “rinforzato” dalle famiglie, o con metodi educativi troppo violenti o al contrario con una totale e perdurante assenza.
Certamente la violenza è sempre manifestazione di un’incapacità di gestire emozioni o traumi verificatisi mentre la personalità del giovane si stava strutturando.
In tal senso gli esperti sono concordi nel ritenere che la comunicazione in famiglia sia elemento imprescindibile per tenere sotto controllo eventuali segnali di criticità del comportamento.
Quando la violenza viene esercitata contro le persone, accade che l’adolescente “deumanizza” la sua vittima, la “oggettivizza” per poter giustificare anche a se stesso le proprie azioni disimpegnandosi moralmente dall’atto compiuto. Questo il significato delle parole del GIP quando parla di “non rispetto della vita umana”.
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