Italo Biondini, di Montecassiano, fu ucciso dai nazisti per aver difeso una giovane ragazza, che grazie al suo gesto di coraggio riuscì a salvarsi. Un sacrificio che oggi viene finalmente riconosciuto e onorato. Mattinata di grande emozione e profondo significato storico quella che si è svolta oggi a Carbognano, in provincia di Viterbo, dove è stato inaugurato il cippo commemorativo dedicato a Italo Biondini, martire della Resistenza, originario di Montecassiano. Alla cerimonia hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni dei due comuni, uniti nel ricordo di un eroe rimasto troppo a lungo nell’ombra.
«In un mondo in cui dilagano violenza e indifferenza verso i più deboli, dove il potere vuole reprimere il dissenso politico e limitare le libertà di manifestazione pacifica — ha detto il sindaco di Montecassiano, Leonardo Catena, durante il suo intervento — è emozionante ricordare coloro che con coraggio sacrificarono la loro vita per combattere ingiustizie, soprusi e consegnarci un mondo migliore. La nostra democrazia, la nostra Repubblica sono nate da gesti eroici come quello di Italo Biondini, di coloro che diedero la vita per riconquistare la libertà che i fascisti e i nazisti ci avevano tolto».
La cerimonia si è svolta nelle vicinanze del ponte della ferrovia, in località Morciano di Carbognano. Accanto al sindaco Catena sono intervenuti Agostino Gasbarri, sindaco di Carbognano, il ricercatore storico Arnaldo Ricci e il docente Andrea Trubbiani, che con le sue ricerche ha ricostruito la vicenda storica di Biondini e curato i contatti tra i due Comuni per la realizzazione del cippo commemorativo.
«Voglio ringraziare il professor Andrea Trubbiani per le sue ricerche storiche e per aver contribuito a tenere i contatti con il sindaco di Carbognano Agostino Gasbarri — ha aggiunto Catena —. Un ringraziamento va inoltre all’Anpi di Montecassiano e al circolo Scaramuccia per l’importante lavoro di memoria e sensibilizzazione svolto in questi anni».
MACERATA - È stato approvato il progetto esecutivo in linea tecnica relativo al miglioramento sismico dell’edificio comunale di Borgo Peranzoni 51-53-55 a Villa Potenza, attualmente inagibile e sede, in passato, delle associazioni cittadine. L’intervento, finanziato per 2 milioni di euro con il Programma Unitario Rigenerazione Urbana, prevede la manutenzione, il restauro e il risanamento conservativo dell’edificio finalizzati al mantenimento e al recupero delle originarie caratteristiche dello stabile, costruito alla fine dell’Ottocento.
L’immobile, a seguito degli eventi sismici del 2016, presenta attualmente diverse lesioni e fenomeni di erosione sui quali si interverrà per eseguire una totale rigenerazione; saranno eseguiti interventi strutturali sulle finiture interne ed esterne, sulle cornici, sugli apparati decorativi, sui muri perimetrali, sulla copertura e sugli infissi. Tutti gli interventi sono finalizzati a garantire un restauro conservativo dell’immobile di Borgo Peranzoni che, negli anni, è stato interessato da diverse fasi edilizie.
“Un finanziamento importante i cui lavori, terminate le dovute verifiche e una volta espletata la gara di appalto, potrebbero partire già alla fine dell’anno – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli -. L’intervento riguarderà un edificio simbolo per Villa Potenza sia dal punto di vista storico e strutturale che sociale”.
“Portiamo avanti l’impegno di restituire alla frazione di Villa Potenza un immobile strategico per le attività associative e sociali – ha aggiunto l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Marchiori -. Con questa rigenerazione il patrimonio edilizio comunale si arricchisce ancora con l’obiettivo di programma di favorire in ogni quartiere e frazione l’attività delle associazioni in ambienti confortevoli e sicuri”.
Il Potenza Picena piazza un colpo di assoluto valore per il reparto arretrato. La società giallorossa ha annunciato ufficialmente l’ingaggio del difensore centrale classe 1986 Andrea Romagnoli, giocatore dalla grande esperienza e dalla lunga militanza nel calcio dilettantistico marchigiano, che si è diviso fra Corridonia e Aurora Treia nella stagione appena conclusa.
Romagnoli porta in dote un curriculum importante, costruito tra le fila di squadre storiche come Maceratese, con cui ha collezionato numerose presenze in Serie D, e altri club blasonati del panorama regionale come Sangiustese 1957 A.S.D., Montesangiusto Calcio A.S.D., Casette Verdini A.S.D., Elpidiense Cascinare A.S.D. e Fulgor Maceratese S.r.l., dove ha militato tra Promozione ed Eccellenza.
Con questa operazione, il Potenza Picena si assicura un profilo di grande affidabilità, dotato di leadership, solidità difensiva e una profonda conoscenza del campionato. Un innesto che va a rafforzare in modo deciso l’organico a disposizione dello staff tecnico, in vista di una stagione ambiziosa.
«Un innesto di grande affidabilità e solidità difensiva, che va a rafforzare l’organico giallorosso con la sua comprovata leadership, maturità tattica e profonda conoscenza del calcio dilettantistico marchigiano. Con entusiasmo e determinazione, diamo il benvenuto nella famiglia giallorossa ad Andrea, certi che il suo contributo sarà fondamentale per gli ambiziosi obiettivi stagionali» – queste le parole con cui la società ha accolto il nuovo arrivato.
Con Romagnoli, il Potenza Picena alza l’asticella e manda un segnale chiaro al campionato: la squadra è pronta a lottare per traguardi importanti.
In un’epoca in cui si urla sempre più forte per essere ascoltati, Jamie – all’anagrafe Aziz Gazzella, artista marchigiano classe 2002 – sceglie un altro modo: quello di sussurrare parole vere, crude, difficili. “Emotivamente Instabile”, il suo nuovo brano, è una ballad pop dalle tinte emo che diventa rifugio per chi non riesce più a fingere, per chi sente troppo, per chi vive con il cuore in disordine.
Dopo aver aperto i live di Rose Villain e Medy e collaborato con nomi della scena come La Sad, xDiemondx, Venz ed Ethos, Jamie pubblica oggi quello che definisce il suo brano “più viscerale e necessario”. Un brano nato da dentro, e dentro il tempo che stiamo vivendo: il 2025, un anno ancora segnato da guerre, femminicidi e normalizzazione della violenza.
Solo a fine maggio, Jamie è salito su un palco teatrale per uno spettacolo sulla parità di genere. Pochi giorni dopo, un altro femminicidio ha colpito Tolentino, a pochi chilometri da casa sua. Sebbene Emotivamente Instabile non parli esplicitamente di questi eventi, ne è intriso nello spirito: nasce in un contesto che soffoca l’empatia, e vuole diventare voce per chi quel dolore lo vive ogni giorno senza riuscire a spiegarlo.
Prodotta da Moka, Emotivamente Instabile è un brano che suona come una confessione. La musica è minimale ma incisiva, lo spazio sonoro lascia emergere i testi, che colpiscono come pugni nello stomaco.
“Prendo gocce di Xanax, così il mondo è meno finto”“Siamo tutti da soli, siamo soltanto anime in pena”“Vivo dentro le tenebre, scendono lacrime che marcano il mio corpo proprio come facevi te”
Queste parole non offrono soluzioni, ma accoglienza. Perché chi ascolta, spesso, non ha bisogno di essere salvato: ha bisogno di sapere di non essere solo. Jamie lo sa bene. Ha iniziato a scrivere dopo la perdita di sua sorella, quando parlare non bastava più. Le canzoni sono diventate la sua terapia, e ora il suo messaggio.
Jamie non si nasconde dietro estetiche patinate o storytelling costruiti. La sua forza è nella fragilità. In un panorama urban che spesso esalta l’invulnerabilità, lui si presenta nudo, instabile, vero. Non è una posa: è una necessità. E forse proprio per questo riesce a parlare davvero a una generazione che vive tra ansia e iperconnessione, solitudine cronica e like effimeri, desiderio di appartenenza e paura di mostrarsi per ciò che è.
Con influenze che spaziano dall’emo-rap al sad trap fino al pop punk – in una linea ideale che unisce Lil Peep, Yungblud, MGK e XXXTentacion – Jamie costruisce un’identità sonora personale e riconoscibile. Ogni brano è un pezzo del suo diario emotivo. Ogni frase è una cicatrice che si fa arte.
Emotivamente Instabile non è solo una canzone: è uno specchio. Un brano che riflette i pensieri di chi spesso si sente sbagliato, fuori posto, rotto. Ma non lo è. È solo umano. Il ritornello resta addosso, la voce si incrina e poi si rialza. La produzione di Moka accompagna, senza invadere. Il silenzio tra le parole è tanto potente quanto le parole stesse.
Disponibile da oggi su Spotify, YouTube e tutte le piattaforme digitali, Emotivamente Instabile è il brano che mancava: non per riempire classifiche, ma per riempire un vuoto.
La Società Dilettantistica Ruggero Mancini di Pioraco ha piazzato due colpi, uno in attacco ed uno a centrocampo. Si tratta del centrocampista Elvis Tachi, classe 2005, e del bomber Gabriele Pataracchia, anch’egli classe 2005. Entrambi provengono dal Fabriano Cerreto, squadra che milita in Eccellenza. Dopo aver valutato diverse offerte anche provenienti da categorie superiori, sono pronti a mettersi in gioco in una squadra dove possono raggiungere ottimi risultati.
Una Ruggero Mancini dunque sempre più incentrata sui giovani del territorio. Grande soddisfazione quella espressa da parte del direttore tecnico Enrico Bonifazi: "I ragazzi sposano in pieno il nuovo progetto intrapreso dalla società, sono giovani di talento e con tanto entusiasmo, nonché due persone molto serie, indispensabili per uno spogliatoio sano e unito come il nostro".
Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore sportivo Emanuele Baiocco: "I profili giusti per la nostra squadra! Thaci è un centrocampista molto valido tecnicamente con caratteristiche ideali per un campo come il nostro. Pataracchia è invece un giovane attaccante che, forte delle sue 24 reti segnate nell’ultima stagione con la Juniores del Fabrianese, ha indubbiamente un grande feeling con il gol. Sono quindi due calciatori già pronti per confrontarsi in un campionato duro come quello del Girone F di Seconda Categoria poiché oltre alle doti calcistiche, completa il loro profilo una mentalità matura e professionale, qualità quindi tutt’altro che scontate".
Dieci anni di lavoro condiviso, idee, relazioni e progetti meritavano un segno visibile e duraturo. Per celebrare il decimo anniversario di attività, Navitas Coworking ha scelto di realizzare un murale sulla parete esterna della propria sede, nel cuore della zona industriale A di Civitanova Marche.
L’opera è firmata dall'urban artist e architetto Giulio Vesprini e si intitola "Share" – G0089, come omaggio allo spirito collaborativo che ha sempre animato la community di Navitas.
"È la prima opera di street art che arriva nella zona industriale di Civitanova - dice l'urban artist Giulio Vesprini -. Una sfida che ho accolto con entusiasmo: portare arte in un contesto dove la cultura fatica a crescere è come piantare un seme tra il cemento, ed è un po’ la missione che si sono dati I ragazzi di Navitas quando hanno portato un coworking in una zona industriale.
"È una grande opera di mecenatismo, che porta l’arte urbana in un’area prettamente lavorativa e produttiva per vocazione. La palette nasce dalla campionatura dei colori dell’ambiente circostante, e richiama la natura che si riappropria dello spazio. Qui la bellezza non è solo estetica, ma sta nella visione: rendere vivo e creativo un luogo che non è nato per esserlo. Questa è la vera sfida e anche la sua forza", conclude Vesprini.
"Per noi di Navitas questa non è solo un’opera d’arte: è un gesto simbolico, un invito alla bellezza, un messaggio di rigenerazione urbana. La zona industriale è un luogo centrale per l’economia cittadina, e anche quello dove tutti noi civitanovesi trascorriamo la maggior parte delle nostre giornate, ma spesso viene percepita come grigia e anonima. Con questo murale, vogliamo restituirle colore, vitalità e significato, contribuendo a renderla più accogliente, umana e piacevole da vivere".
Nato nel 2015, Navitas Coworking ha dato vita a una comunità attiva e trasversale composta oggi da circa 50 professionisti, tra freelance, imprenditori, creativi e smart worker. Oltre alle postazioni fisse e flessibili, la struttura offre sale riunioni, spazi per eventi e una sala conferenze molto utilizzata.
Al Bonifazi-Corridoni di Civitanova la campanella suona, ma questa volta per un saluto speciale. Con la conclusione dell'anno scolastico, l’Istituto si è fermato un momento per celebrare e salutare i colleghi che da oggi potranno godersi il meritato riposo della pensione.
Ad Anna Laura Palombini, Giovanna Coppini, Alberta Martinelli, Francesco Marchei, Giorgio Fava, Antonio Bernabei e Paolo Micozzi sono andati i ringraziamenti più sinceri per l'impegno e la passione messi in questi anni tra i banchi di scuola.
Per molto tempo, questi docenti sono stati considerati veri e propri pilastri, trasmettendo non solo nozioni e conoscenze formative ma anche la loro esperienza e la loro umanità a generazioni di studenti. Nel tempo, la loro dedizione ha saputo intrecciarsi con la storia della scuola, contribuendo a renderla il luogo riconosciuto e apprezzato che è oggi.
Accanto al saluto per chi conclude il proprio percorso, l’Istituto ha accolto anche nuovi insegnanti di ruolo: Ivano Cozzoli, per le discipline di Multimediale, Fotografia e Cinema, e Barbara Sampaolo per Fashion Design. Anche loro hanno partecipato alla festa di pensionamento, ricevendo i migliori auguri da parte di tutti i colleghi per un percorso ricco di soddisfazioni e nuove sfide.
L'addio all'anno scolastico porta con sé anche la fine dell'incarico per la dirigente scolastica, Annamaria Marcantonelli, alla quale è stato dedicato uno speciale ringraziamento. Proprio in questo momento di passaggio, la Dirigente ha voluto lasciare un messaggio per i colleghi che vanno in pensione:
"È una fine ma anche un inizio importante. L’augurio che faccio sempre ai colleghi che vanno in pensione è quello di non poter più mettere la sveglia e di cercare di recuperare il tempo per le cose che fanno stare bene, dal leggere un buon libro a viaggiare; il tempo è una cosa preziosa che noi non abbiamo mai. Vi auguro di trovare la stessa serenità, la stessa passione con cui avete vissuto la scuola e di portarla avanti nella vita che vi aspetta".
Com’era ampiamente prevedibile, il referendum indetto dalle sinistre padronali è naufragato miseramente. Vince indubbiamente la destra neoliberale, che da subito aveva "tifato" per l'astensione. Ma vince egualmente anche la sinistra neoliberale, la quale non ha alcun interesse reale per il tema del lavoro e ha indetto questo referendum soltanto per guadagnare consensi, senza impegnarsi realmente: d'altro canto, quando era al governo e poteva realmente tutelare il lavoro non solo non l'ha fatto, ma ha spietatamente colpito lavoratori e diritti sociali, superando per certi versi in questo anche la destra stessa (jobs act, abolizione dell’articolo 18, precarizzazione, ecc.).
Semplicemente, il referendum è stato indotto dalla sinistra per provare maldestramente a far vacillare il giullaresco governo della destra (un governo vergognosamente allineato a Washington, Israele, Bruxelles e al sistema bancario, non dimentichiamolo). Si sono mobilitate le argomentazioni più disparate e a volte anche più disperate per rendere conto dell'esito peraltro prevedibile del referendum, che non ha appunto raggiunto il quorum.
Vi è stato chi ha parlato della naturale apoliticità degli italiani, ma è un argomento che non convince, considerato il fatto che in altre occasioni gli italiani si sono mobilitati in massa, come ad esempio per il referendum del 2016 sulla nefanda proposta di modifica della nostra costituzione. Vi è, poi, chi ha mobilitato la categoria dell'egemonia politica esercitata dal giullaresco governo della destra bluette neoliberale di Giorgia Meloni. Ma anche questo argomento non risulta persuasivo fino in fondo.
La verità, almeno a mio giudizio, sta altrove: il fallimento su tutta la linea di questo referendum si spiega in ragione del fatto che chi lo ha proposto è stato in passato responsabile delle più infauste riforme del lavoro e delle più radicali aggressioni al mondo dei lavoratori. Non è un mistero: gli stessi che hanno abolito l'articolo 18 e introdotto l'infame Jobs Act, celebrando quell'Unione Europea che rappresenta di fatto un massacro di classe sotto ogni profilo, sono gli stessi che ora hanno indetto il referendum in difesa del lavoro!
E che oltretutto hanno inserito nei quesiti anche il "cavallo di Troia" della cittadinanza. Perché, se tengono tanto al lavoro, lo difendono ora che concretamente non possono fare nulla e lo distruggono quando sono al governo e possono fare? Diciamolo apertamente, azzardando un'ipotesi che non ci pare affatto remota: se anche si fosse raggiunto il quorum e avesse prevalso il sì su tutta la linea, nulla si sarebbe poi fatto in difesa del lavoro, come peraltro nulla si fece in difesa dell’acqua pubblica quando, nel 2011, vinse il sì al referendum contro le privatizzazioni.
Il capitale si sarebbe naturalmente opposto. Sarebbe invece sicuramente passato il piano dell'allargamento della cittadinanza, questo sì graditissimo al capitale, che non vede l'ora di estendere il più possibile la cittadinanza fino a farla saltare, diluendo ancora più i già risicati diritti sociali superstiti, secondo la logica del todos caballeros.
Il referendum, dunque, è fallito. Non dimenticatelo però: non appena la sinistrash andrà a governare, prendendo il posto della destrash, sicuramente porrà in essere un pacchetto formidabile di riforme in difesa del lavoro, eliminando il jobs act e ripristinando l'articolo 18: è certo, come è certo che il triangolo è quadrato.
Si è conclusa l’edizione 2025 del Trofeo Bruno Tiezzi, uno degli appuntamenti più attesi nel panorama del pattinaggio giovanile. Due giorni di gare intense ma anche di sorrisi e gioco, in un evento che riesce sempre a coniugare spirito agonistico e divertimento. Oltre 600 piccoli atleti si sono dati battaglia, testimoniando la crescente popolarità di questa disciplina.
Tra i protagonisti assoluti della manifestazione anche il Civitanova Skating Team, che ha portato in pista una squadra affiatata e in costante crescita. I giovani atleti civitanovesi, tra cui Francesca Alba Mancaniello, Alessio Donati, Bianca Vagnarelli, Giada Rosettani, Marta Tiberi, Matilde Biondi e Maria Sole Lattanzi, hanno superato ogni aspettativa, dimostrando grinta, preparazione e talento.
Il lavoro di squadra, l’impegno e la passione sono stati evidenti in ogni prova. A sottolinearlo anche la soddisfazione degli allenatori Moreno e Debora Monti, che seguono da vicino la crescita tecnica e personale dei giovani pattinatori, nonostante le difficoltà logistiche: il team, infatti, è costretto ad allenarsi in impianti sportivi situati nei comuni limitrofi, vista la mancanza di una struttura adeguata a Civitanova.
Il Civitanova Skating Team esce così da questo Trofeo Tiezzi con rinnovato entusiasmo e la consapevolezza che il lavoro costante, anche in condizioni non sempre ideali, può portare a risultati eccellenti. Una bella storia di sport, passione e sacrificio che continua a scrivere pagine importanti nel pattinaggio giovanile italiano.
Un’umanità allegra, piena di volti, storie, intenzioni. C’erano zaini carichi, bastoncini da nordic walking, seggiolini, cuscini e anche cartoni per sedersi. Sono arrivati da tutta Italia - da Pisa a Reggio Emilia, da Roma a Termoli - e persino dall’estero: Svizzera, Colombia, Madrid. In decine di migliaia, si sono dati appuntamento ieri pomeriggio al Centro Fiere di Villa Potenza per prendere parte al 47° Pellegrinaggio Macerata-Loreto, intitolato quest’anno "Dove abiti? La casa della Speranza".
Alle 18.30 si sono aperti i cancelli: in diecimila si sono radunati per la Messa iniziale, in un clima di grande raccoglimento. Prima della celebrazione, tanti si sono avvicinati a un tavolo ornato di fiori per lasciare le proprie intenzioni di preghiera, da bruciare poi a Loreto.
Molti hanno fotografato i Qr code per fare un’offerta o scaricare il libretto dei canti. La Messa, celebrata nei padiglioni aperti della fiera, è stata introdotta dalla lettura del messaggio di Papa Leone XIV, inviato tramite il cardinale Pietro Parolin: "Il Santo Padre desidera rivolgere il suo beneaugurante saluto, assicurando spirituale vicinanza a quanti vi prenderanno parte", ha detto Parolin, esortando tutti a "imparare lo stile umile e silenzioso della Vergine" e a diventare "testimoni gioiosi e autentici del Vangelo".
Alla celebrazione erano presenti numerose autorità civili e religiose: il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, l’onorevole Lucia Albano, il viceprefetto Emanuele D’Amico, il rettore John McCourt, consiglieri regionali, rappresentanti delle forze dell’ordine e i sindaci del territorio.
Commovente l’intervento del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, che ha ricordato il dramma del femminicidio avvenuto poche ore prima a Tolentino (leggi qui): "Preghiamo per tutte le vittime - ha detto - perché la guerra non è solo una cosa lontana, ma entra anche nelle nostre case. Serve rispetto per la vita".
Alla fiaccolata hanno partecipato anche venti podisti accompagnati da un tedoforo che ha portato la fiaccola della pace, benedetta da Papa Leone mercoledì scorso.
All’alba di oggi, 70.000 pellegrini sono arrivati a Loreto, accolti dal cardinale Marcello Semeraro, dall’arcivescovo Mons. Fabio Dalcin, dal sindaco della città mariana e da migliaia di cittadini in festa. A guidare il cammino, come ogni anno, Mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito e fondatore del Pellegrinaggio nel 1978, insieme a Mons. Marconi.
Il sindaco Parcaroli ha invitato tutti "a superare scoraggiamento e apatia per continuare a camminare nella pace, nel perdono, nella misericordia", mentre don Luigi Traini ha esortato a "tenere lo sguardo fisso sull’Incarnazione, che ha cambiato la storia in tempi ben peggiori dei nostri".
Una notte di fede, di speranza e di testimonianza, che continua a scrivere una storia iniziata 47 anni fa. In un mondo sempre più disorientato, questo cammino vuole ricordare che la casa della Speranza non è un’utopia: è un luogo da cercare, da abitare e da custodire insieme.
Una domenica all’insegna del rispetto per l’ambiente e dell’impegno civico. Si è svolta oggi, domenica 15 giugno, la terza edizione della giornata ecologica "Paladini del territorio", promossa dalla sezione locale della Federcaccia di Civitanova Marche in collaborazione con la Fondazione Una.
Teatro dell’iniziativa è stata una zona di aperta campagna a San Savino, nei pressi dell’ex Speedway Park, immersa tra le suggestive colline della città Alta. Qui, un gruppo di volontari cacciatori si è rimboccato le maniche per ripulire l’area da rifiuti abbandonati abusivamente: tra i materiali raccolti figurano pneumatici, rottami d’auto, un materasso e numerosi sacchi di indifferenziata varia.
Un gesto concreto e visibile, che testimonia come l’impegno dei cacciatori per la tutela dell’ambiente vada ben oltre la stagione venatoria. A supportare l’iniziativa anche le istituzioni locali: il consigliere comunale Roberto Tiberi ha partecipato in prima linea, guanti alla mano, contribuendo all’organizzazione e alla raccolta. Il vicesindaco Giuseppe Cognigni, invece, ha prontamente attivato il servizio di raccolta rifiuti tramite il Cosmari.
La giornata si è conclusa con un momento conviviale offerto dal direttivo di Federcaccia, guidato da Massimiliano Nociaro, che ha voluto ringraziare i partecipanti con una ricca colazione all’aria aperta.
Ho sempre creduto che la spontaneità fosse un valore nelle relazioni, sono cresciuta con questa convinzione. Da ragazzini, quando uscivamo ed incontravamo qualcuno che potesse destare un nostro interesse, dopo una timidezza iniziale, ci si avvicinava per conoscersi.
C’erano due persone che si guardavano negli occhi e che si studiavano con pudore, osservando i minimi gesti. Tra di loro non si interponeva alcun mezzo, attraverso cui rielaborare pensieri ed emozioni. Allora non esisteva lo smartphone!
Il tutto avveniva in maniera abbastanza coerente: un corteggiamento iniziale, passi incerti dovuti alla scarsa confidenza, che poi nel tempo avrebbero potuto evolversi in un’amicizia, in un fidanzamento o in una semplice conoscenza.
Non mancava, di certo, il gioco della seduzione, che si sviluppava in maniera armoniosa e con un'evoluzione più o meno immediata. Si assisteva ad una sorta di congruenza tra parole e comportamento. Oggi trovare la stessa spontaneità sembra faticoso.
Il vecchio detto "vince chi fugge" è diventato un comportamento estremizzato e a volte manipolatorio. Molto si gioca sulla tempistica e sulla gestione dei messaggi scambiati su WhatsApp.
Chi si manifesta genuino e diretto rischia di scoraggiare l’altro, che perde il piacere della conquista. Il meccanismo si basa su un equilibrio di forze nel riuscire a rispondere più tardi possibile ad un messaggio o addirittura nel non visualizzarlo.
Tanto più siamo nel nostro e ci facciamo rincorrere tanto più ci sentiamo potenti. È una dinamica in cui predomina l’ego mentre la vera essenza della persona sembra avere poco valore.
L’individuo schietto patisce questo gioco che alla fine non può che rivelarsi controproducente, perché avrà come unico risultato aumentare la distanza emotiva tra le persone.
L’approvazione dell’altro si misura sui like ricevuti, si pubblicano storie per far vedere che non si è soli e che si conduce una vita sociale attiva. Pure questo è un bluff.
L’unico fine è comunicare alla persona che ci interessa: "Guarda come sono figo anche senza di te", quando in verità vorremmo soltanto dirle: "Vorrei stare con te".
Così corriamo il rischio di vivere una realtà che non ci appartiene o che non desideriamo veramente, per il timore di parlare apertamente e di dichiararci con i nostri sentimenti più autentici.
Spendiamo una vita virtuale, dove ci perdiamo dietro a giochi psicologici inconsci. Abbiamo timore di comunicare le nostre emozioni e pensieri, per non risultare banali o ancora peggio sottomessi. Nessuno è disposto a lasciare il proprio scettro di apparente perfezione in nome di una sana e spontanea fragilità.
Sabato 14 giugno è iniziato ufficialmente il Gran Premio Città di Treia, manifestazione interamente dedicata al mondo delle bocce femminili. Un evento che impreziosisce il già folto calendario dell'estate treiese.
Nella prima giornata è stato assegnato il Trofeo Reical in una gara regionale a coppie (Lei - Lei) senza vincolo di società, Categorie condizionate A-CD e B-CD. Quaranta coppie di atlete provenienti da tutta Italia hanno preso parte agli incontri che si sono rivelati avvincenti e combattuti.
Per il secondo anno consecutivo è la Bocciofila Metaurense (PU) a piazzarsi sul gradino più alto del podio. Successo per Ginevra Cannuli e Lavinia Sciamanna che si sono imposte 12-7 contro Cristina Bara e Fernanda Ricciuti (Bocciofila Sambucheto - MC e ASD La Torre Vinchiaturo - CB).
Terza posizione per Chiara Morano e Carmen Sanasi (Osteria Grande Bologna). Quarta piazza per Beatrice Cesoroni e Coppari Cardina (Bocciofila Tolentino ASD - MC e Bocciofila Jesina).
La fase finale degli incontri si è tenuta presso il Bocciodromo di Passo di Treia presieduto dal presidente Gianmario Balloriani. Alla premiazione erano presenti Laura Erbaccio, Alessia Valenti e Graziano Gattari in rappresentanza della FIB.
A premiare le atlete sul podio anche il vicesindaco di Treia Davide Buschittari e l'assessore al turismo Sabrina Virgili. Gli incontri proseguiranno domenica 15 giugno con le gare di livello individuale.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, "Chiedilo all'avvocato". Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica riguardante i rapporti condominiali e l’utilizzo dei propri spazi.
Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana, alla domanda posta da un lettore di Civitanova Marche che chiede: "Possono essere installate in un condominio le tende parasole e/o pergotende retrattili sui balconi?".
Tale circostanza ci offre la possibilità di far chiarezza riguardo ad una fattispecie che anima spesso i rapporti tra condomini, ed a tal proposito, il Tribunale di Pesaro recentemente ha avuto modo di pronunciarsi in una vicenda che ha visto contrapposti proprietari di unità immobiliari ricomprese in un edificio condominiale.
Un condomino conveniva in giudizio il proprietario dell'alloggio sovrastante deducendo che aveva chiuso il balcone al primo piano mediante pannello con profilo di metallo e al piano secondo installato una tenda parasole con prolungamento della ringhiera del balcone sporgente rispetto al profilo dell'edificio, sostenendo che si trattava di opere illegittime dal punto di vista urbanistico perché realizzate senza permesso di costruire e tali da alterare il decoro architettonico del fabbricato, oltre ad essere causa di riduzione d’aria e luce, tanto da chiedere all'adìto Tribunale il ripristino mediante demolizione delle opere oltre al risarcimento del danno.
Uno dei punti centrali della decisione riguarda l'invocata mancanza del titolo edilizio per l'installazione delle tende parasole; a tal proposito il giudicante ha forgiato la propria linea motiva richiamando un consolidato orientamento nomofilattico (da ultimo, per tutte, Cass. n. 29166/2021), secondo cui «la presenza o l'assenza di permesso di costruire rileva solo nei rapporti tra il privato e la Pubblica Amministrazione, non nei rapporti tra privati».
Quale conseguenza? Anche se un'opera edilizia è priva di titolo abilitativo, non può automaticamente fondare una pretesa di rimozione tra vicini, a meno che non violi disposizioni codicistiche (come, ad esempio, immissioni, distanze, luci e vedute, etc.).
Riguardo invece all’invocata lesione del decoro architettonico ex art. 1120 c.c., è stata fatta corretta applicazione dei princìpi elaborati dalla giurisprudenza; difatti, il decoro va valutato concretamente, tenendo conto dell'aspetto complessivo della facciata al momento dell'accertamento (Cass. n. 4679/2009).
L'opera contestata (tende retrattili di colore bianco con supporti metallici leggeri e poco visibili) se non altera la linea architettonica dell'edificio e non turba l'armonia delle strutture esistenti, nulla può essere contestato, il tutto a prescindere se l'edificio abbia o meno valore storico o artistico; infatti, anche l'estetica di un fabbricato comune può essere tutelata, ma solo in presenza di effettiva alterazione percepibile.
Infine, il condomino lamentava la riduzione d’aria e luce causate dalle tende solari, tuttavia, tale interferenza per essere lesiva deve essere presente in modo rilevante e costantemente circostanza non possibile se i manufatti sono rimovibili e non chiudono ermeticamente.
Pertanto, in linea con la più recente giurisprudenza di legittimità e in risposta alla domanda del nostro lettore, si può affermare che: "Non costituiscono opere illegittime le tende parasole e le pergotende retrattili installate sui balconi di proprietà esclusiva quando siano realizzate con struttura leggere e rimovibili, conformi per colore e forma alla facciata dell’edificio e non determinino un’alterazione apprezzabile del decoro architettonico, né una lesione concreta dei diritti degli altri condomini all’aria, alla luce o all’integrità della proprietà" (Tribunale di Pesaro, sentenza 12.05.2025 n. 300).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Aveva fretta di venire al mondo e non ha atteso l’arrivo in ospedale: un bimbo è nato questa mattina in auto, lungo la strada tra Sforzacosta e Macerata, mentre i genitori cercavano di raggiungere il reparto di ostetricia. Una corsa contro il tempo che ha incrociato un imprevisto non da poco: il padre, in preda all’ansia, ha imboccato il tratto chiuso per lavori, rimanendo bloccato a pochi minuti dall’ospedale.
La donna, in travaglio avanzato, si trovava in auto con il compagno quando le doglie si sono intensificate. L’uomo, deciso a fare il più in fretta possibile, ha scelto la strada che solitamente collega direttamente Sforzacosta con il centro cittadino, ma si è trovato di fronte al tratto chiuso a causa degli interventi per il ripristino della frana in via Mattei (leggi qui). A quel punto, con il parto ormai imminente, ha chiamato il 118.
Quando i sanitari sono arrivati sul posto, però, il piccolo era già nato nell’abitacolo dell’auto. Mamma e neonato sono stati assistiti immediatamente e accompagnati in ambulanza al reparto di Ostetricia dell’ospedale di Macerata, dove le loro condizioni sono state giudicate ottime. Un finale felice che ha portato un sorriso anche agli operatori del soccorso.
Un lieto evento che, pur mettendo in luce le criticità della viabilità cittadina in questa fase, ha anche dimostrato l’efficacia e la prontezza degli operatori sanitari. E una volta arrivati in ospedale, per mamma e neonato è finalmente iniziato il momento di pace e gioia.
Omicidio in pieno centro cittadino nella serata di sabato. Una donna di 45 anni, Gentiana Hudhra, di origine albanese e madre di due figli, è stata accoltellata a morte dall’ex marito, Nikollaq Hudhra, 55 anni, anche lui albanese. Il delitto si è consumato intorno alle ore 20 in viale Benadduci, sotto gli occhi attoniti di numerosi passanti.
Secondo quanto riferito dai carabinieri, l’uomo ha aggredito la donna mentre si recava al lavoro per il turno notturno. Dopo averla colpita con un coltello più volte, si sarebbe anche accanito sul corpo con calci. I tentativi di soccorso si sono rivelati vani: all’arrivo del personale del 118 la donna era già deceduta a causa delle gravi ferite riportate.
Dopo l’aggressione, l’uomo si è seduto su una panchina in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine. "Io ho fatto, sono a posto. Aspetto", avrebbe detto ai presenti. Fermato dai carabinieri senza opporre resistenza, Hudhra è stato condotto in caserma, dove ha confessato l’omicidio davanti ai magistrati. "L’ho fatto per salvare i miei figli", avrebbe dichiarato nel corso di un interrogatorio in cui è apparso confuso.
Il 55enne, residente a Passignano sul Trasimeno in provincia di Perugia, è stato trasferito nella notte al carcere di Montacuto in attesa di ulteriori provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria. L’omicidio si è consumato in una zona centrale e frequentata, tra locali, bar e giardini pubblici. Numerose persone, tra cui anche minorenni, hanno assistito alla scena.
Alcuni clienti dei bar vicini e passanti hanno tentato di intervenire e hanno immediatamente allertato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, coordinati dal comandante provinciale Raffaele Ruocco, e la polizia locale, che ha chiuso la strada per consentire i rilievi.
Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, non risulterebbero denunce pregresse da parte della vittima nei confronti dell’ex marito. La coppia era separata dal 2021 ed in passato aveva risieduto anche a Belforte del Chienti per poi trasferirsi a Tolentino. L'uomo non risulterebbe in cura per problemi mentali. Gentiana Hudhra era conosciuta per il suo impegno lavorativo e la dedizione ai figli, due ragazzi di 20 e 23 anni. Per loro è stato attivato un percorso di supporto psicologico attraverso l’Azienda Sanitaria Territoriale e i servizi sociali.
Le indagini, coordinate dalla Procura, proseguono per ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’accaduto e verificare eventuali segnali pregressi di disagio o minacce. L’arma del delitto è stata recuperata sul luogo dell’aggressione.
L’intera comunità di Tolentino è sotto shock per l’accaduto. Il sindaco Mauro Sclavi e l’amministrazione comunale hanno deciso in segno di rispetto e di cordoglio di proclamare il lutto cittadino nella giornata in cui verranno celebrate le esequie. È stato, inoltre, convenuto di rinviare la Festa dello Sport che era programmata per il pomeriggio di oggi.
AGGIORNAMENTO
Il P.M. di turno, intervenuto sul posto, ha interrogato l’uomo, che ha fornito completa confessione dell’omicidio riferendo di ritenere l’ex-coniuge un pericolo per sé e per i suoi figli. Il P.M. ha contestato all’omicida le aggravanti del vincolo del coniugio, della premeditazione e della crudeltà.
L’uomo ha chiesto, inoltre, di parlare con i figli, ma per lo stato d’animo si è preferito rimandare l’incontro ad altra occasione. Il P.M. ha disposto la traduzione dell’arrestato presso la casa circondariale Montacuto di Ancona in attesa della convalida dell’arresto e dell’interrogatorio di garanzia davanti al G.I.P. Disposto l’esame autoptico del cadavere della donna che sarà effettuato nella giornata di domani.
Fine settimana di intensi controlli sulle strade da parte dei carabinieri delle Compagnie di Macerata e Tolentino. Tre automobilisti sono stati denunciati per gravi violazioni al codice della strada legate alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Il primo episodio è avvenuto nel territorio di Tolentino, dove i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile sono intervenuti per un incidente autonomo. Un uomo di 43 anni, di origine indiana e residente nella cittadina, ha perso il controllo della sua Alfa Romeo 147 ed è finito fuori strada.
Soccorso e trasportato al pronto soccorso di Macerata, è risultato positivo agli oppiacei e con un tasso alcolemico pari a 1,35 g/l. Per lui è scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza e sotto l’influenza di stupefacenti, oltre al ritiro immediato della patente. L’uomo è stato anche segnalato all’autorità amministrativa per l’assunzione di droghe.
Sempre a Tolentino, i militari sono intervenuti in un secondo incidente: un 59enne del posto ha abbattuto un palo della luce con la propria Fiat Panda, dopo averne perso il controllo in maniera autonoma. Invitato a sottoporsi all’alcoltest, l’uomo si è rifiutato.
Il suo comportamento gli è costato una denuncia per rifiuto dell'accertamento dello stato di ebbrezza, reato che prevede pene severe, tra cui un’ammenda da 1.500 a 6.000 euro e l’arresto da sei mesi a un anno. Anche in questo caso, patente ritirata e veicolo sequestrato ai fini della confisca.
Infine, a Macerata, i carabinieri della Sezione Radiomobile hanno denunciato un cittadino inglese di 50 anni. L’uomo è stato fermato dopo un incidente stradale senza feriti, ma con danni materiali. Sottoposto all'etilometro, è risultato positivo con un tasso alcolemico di 1,70 g/l. Anche per lui è scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza e il ritiro immediato della patente. Il veicolo, una vettura a noleggio, è stato restituito alla ditta proprietaria.
Una donna di 45 anni, Gentiana Hudhra, madre di due figli, è stata uccisa questa sera a Tolentino dal suo ex marito. L’aggressione è avvenuta poco prima delle 20 in viale Benadduci, a pochi passi dal bar Chinatown, davanti a numerosi testimoni.
Secondo la ricostruzione dei fatti, la donna - di origine albanese e impiegata come badante - stava andando al lavoro quando sarebbe stata raggiunta dall’uomo, arrivato sul posto a bordo di un monopattino (l'uomo ha confessato l'omicidio, leggi qui). Dopo un breve avvicinamento, avrebbe estratto un coltello e le avrebbe inferto diversi colpi mortali. La donna è caduta a terra, priva di sensi, ma l’aggressore avrebbe continuato a infierire con calci sul corpo esanime.
Alcuni passanti hanno assistito impotenti alla scena. È stato immediatamente dato l’allarme: sul posto sono intervenuti i carabinieri e i sanitari del 118, ma per la vittima non c’era più nulla da fare: il cuore aveva già cessato di battere.
L’omicida, un uomo di 55 anni, anch’egli di origine albanese, era ancora seduto su una panchina nei pressi del corpo al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine. Non ha opposto resistenza all’arresto ed è stato condotto in caserma. Da quanto emerso nelle ore successive, l’uomo soffrirebbe di disturbi psichiatrici.
La coppia era separata da anni e aveva due figli di 21 e 23 anni. Il femminicidio ha scosso profondamente la comunità tolentinate. Sul luogo della tragedia sono giunti anche il sostituto procuratore Enrico Riccioni e il sindaco, oltre agli operatori dell’AST, che hanno offerto supporto psicologico ai familiari della vittima.
La via in cui si è consumato il delitto è stata transennata per consentire lo svolgimento delle indagini. I carabinieri di Tolentino e quelli di Macerata, presente il colonnello Raffaele Ruocco (comandante provinciale dell’Arma), provvederanno ad ascoltare anche i numerosi testimoni dell'accaduto.
Non tardano ad arrivare le prime impressioni di Beppe Cormio, dg della Cucine Lube Civitanova, sulle prove dei sei giocatori biancorossi alle prese con la VNL 2025. Il dirigente del Club marchigiano ha apprezzato l’impatto dei suoi tesserati in questa prima settimana di gioco.
Beppe Cormio (dg A.S. Volley Lube):
“L’avvio della manifestazione ci ha dato la conferma della validità dell'insieme dei nostri ragazzi, con alcuni di loro che si sono subito distinti. Penso a Giovanni Gargiulo con la Nazionale Italiana. Il nostro centrale va verso conferme di partita in partita e si sta aprendo la strada verso una chance concreta di convocazione in chiave Mondiale. Si tratta di un ragazzo in crescita che sta facendo vedere le sue qualità. Così come lo schiacciatore Mattia Bottolo, che ha dimostrato i suoi numeri anche se è mancato un po' di continuità dopo il periodo in cui è stato fermo, cosa che non gli era capitata in SuperLega.
Il palleggiatore Mattia Boninfante continua il percorso di crescita e mi sembra che abbia saputo tenere in mano la squadra distribuendo il gioco adeguatamente, seppur in campo in una fase complicata. Bene con l’Iran lo schiacciatore Poriya Hossein Khanzadeh, che ha bisogno di giocare, ma quando gli viene data l'opportunità è molto interessante, non solo al servizio e in attacco. Decisamente bene anche lo schiacciatore Alex Nikolov, sempre il migliore della Bulgaria e in grado di realizzare tantissimi punti mettendosi in gioco sui palloni impossibili, che a lui piacciono e che sa chiudere al meglio.
La crescita è evidente in queste prime partite in coppia con il fratello Simeon. Ci tengo a menzionare anche il debutto internazionale per il giovanissimo Noa Duflos-Rossi, che abbiamo appena acquistato e che non conosciamo ancora bene. Le prime conferme sono arrivate in ricezione, al servizio e nei movimenti di attacco nello stralcio di partita contro l’Italia. Per i suoi 17 anni mi sembra molto precoce, bravo e maturo, di sicuro saprà portare alla nostra Lube un grande contributo!”.
Paura nel primo pomeriggio di oggi sulla strada Settempedana, all’altezza di Selvalagli di Gagliole. Intorno alle 17, una Fiat Panda alimentata a benzina ha preso fuoco mentre era in marcia. A lanciare l’allarme sono stati gli stessi occupanti del veicolo, che si sono accorti della presenza di fumo e hanno accostato immediatamente per mettersi in salvo.
Nel giro di pochi minuti le fiamme hanno avvolto completamente l’auto, riducendola in cenere. Sul posto sono tempestivamente intervenuti i vigili del fuoco di Camerino, che hanno provveduto a domare l’incendio e mettere in sicurezza l’area.
Nonostante l’intervento rapido, per la vettura non c’è stato nulla da fare: i danni sono stati gravi e irreparabili. Presenti anche i carabinieri, che hanno effettuato i rilievi di rito. Fortunatamente, nessuna persona è rimasta ferita.