"Rotary in festa", festa d'estate del Rotary Tolentino, all’insegna della solidarietà, della musica e dell’amicizia. L’evento si è tenuto qualche sera fa a Villa Berta di San Severino Marche. Nel corso della serata c’è stata una raccolta fondi. Protagonisti sono stati, infatti, i capi d’abbigliamento con logo Rotary, t-shirt, felpe, cappelli, presentati con una simpatica sfilata che ha visto protagonisti alcuni soci del club e che è stata condotta da Matteo Pasquali.
Il ricavato della vendita sarà devoluto in parte al Comitato di Tolentino della Croce rossa italiana, che collabora con il Rotary nel progetto "Tirotary", dedicato agli screening gratuiti della tiroide per gli studenti. Il Comitato di Tolentino della Croce rossa italiana aveva anche partecipato lo scorso maggio al Campus Marche, garantendo gratuitamente assistenza con due volontari.
Un’altra parte dei fondi sarà destinata al Rotary Center di Tolentino, il centro diurno per giovani con disabilità intellettive o relazionali, che ha l’obiettivo di favorire l’integrazione sociale e lavorativa dei ragazzi attraverso attività formative, creative, ludiche e relazionali.
Durante il suo intervento, il presidente del Rotary Club Tolentino, Iole Rosini, ha sottolineato il valore dell’incontro: «È sempre un momento speciale ritrovarsi insieme, soprattutto per rinnovare quello spirito di amicizia e collaborazione che contraddistingue la nostra appartenenza al Rotary».
L’amicizia è la forza motrice del Rotary, citando un celebre passaggio del fondatore Paul Harris, tratto dal suo discorso alla convention Rotary di Edimburgo del 1921. La serata è stata, inoltre, impreziosita dall’ingresso di due nuovi soci nel club: Claudio Alessandrini, imprenditore di Montegiorgio e Tobia Oresti, architetto di Macerata.
L'evento è stato allietato dalla musica dal vivo di Diego Guardati. Era presente anche il governatore del Distretto 2090 anno 2026-2027, Stefano Gobbi del club. Una serata di festa, condivisione e impegno civile, che ha saputo unire in maniera armoniosa i valori rotariani con la voglia di stare insieme e fare del bene alla comunità.
Una nuova perturbazione estiva ha colpito oggi gran parte delle Marche, portando con sé piogge intense, vento forte e grandinate localizzate. Anche la provincia di Macerata è stata coinvolta, con numerosi disagi soprattutto nei comuni di Recanati, Porto Recanati e Cingoli.
A Recanati, due alberi sono caduti in zone diverse della città – uno nei pressi della località Acquara, l’altro nei pressi della chiesa Guazzaroni – rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco e l’attivazione del Centro operativo comunale. Stessa situazione anche a Porto Recanati, dove una pianta è crollata in viale Gramsci.
Sempre tra Porto Recanati e Villa Musone, il tetto di un capannone industriale è stato scoperchiato dalle raffiche di vento, richiedendo l’intervento urgente dei vigili del fuoco di Macerata. A Cingoli, in località Tavignano, un albero è precipitato su una strada provinciale, fortunatamente senza conseguenze per persone o veicoli in transito.
I fenomeni più violenti si sono verificati lungo la fascia costiera dell’anconetano, con Marcelli di Numana e Osimo particolarmente colpite: strade allagate, scantinati invasi dall’acqua e stabilimenti balneari danneggiati da una violenta grandinata che ha letteralmente imbiancato la spiaggia, creando disagi a bagnanti e operatori turistici. Solo nel territorio di Ancona, i vigili del fuoco hanno gestito oltre 100 richieste di intervento, con rinforzi giunti anche dal Comando di Pesaro.
Problemi anche nel sud delle Marche, tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, dove le forti piogge hanno causato nuovi allagamenti e alberi abbattuti dal vento, con situazioni critiche segnalate anche nei comuni di Offida, Monteprandone e Ripatransone.
La protezione civile regionale continua a monitorare la situazione. Intanto, nei centri colpiti del maceratese, si lavora per rimuovere i detriti e ripristinare la normale viabilità.
L'avventura cinese di Fabio Balaso, Mattia Bottolo e Giovanni Gargiulo alle Finals della Volleyball Nations League 2025 si chiude con l'argento. Fatale per i tre tesserati della Cucine Lube Civitanova in forza alla Nazionale Italiana lo stop in tre set (22-25, 19-25, 14-25) con la Polonia nella Finalissima delle 13 al Beilun Sport and Arts Centre di Ningbo.
Gli azzurri del CT Ferdinando De Giorgi hanno trovato sul loro cammino una rivale ostica e decisamente in giornata positiva. La medaglia è stata conquistata dopo un cammino fatto di 12 vittorie complessive ed è arrivata al termine di un torneo in cui tutti gli azzurri coinvolti, compreso Mattia Boninfante nella prima Week, hanno dato il loro determinante contributo a un risultato che mancava all’Italia maschile dal 2004 (allora la manifestazione si chiamava World League).
Nonostante la battuta d'arresto dell'Italia, una nota di merito va a Balaso per una lunga sfilza di difese da applausi. Esclusi dal 6+1 iniziale, quando ne hanno avuto la possibilità Bottolo e Gargiulo hanno dato una mano con i loro colpi a gara in corso, contribuendo a una parziale reazione che però non è bastata a invertire il verdetto del campo. Mattia Bottolo: “Dispiace perché volevamo giocare in maniera diversa, in realtà nel primo set siamo rimasti in partita, avevamo un buon atteggiamento, eravamo pronti per giocarcela a viso aperto. Poi però le cose si sono complicate e con il passare dei minuti è stato sempre più difficile reagire. Nel complesso però credo che il bilancio debba considerarsi positivo perché abbiamo disputato una buona Volleyball Nations League conquistando un secondo posto che finora non era mai arrivato; in questo mese e mezzo siamo cresciuti e molti di noi sono stati coinvolti; credo che si tratti di una buona tappa intermedia del nostro cammino verso il Mondiale che rappresenta la competizione più importante dell’estate”.
Sabato 2 agosto la spiaggia si è trasformata in una vera e propria palestra a cielo aperto grazie all’evento organizzato dalla palestra Trifit Potenza Picena, in collaborazione con il centro Get Your Balance di Camerino, entrambe affiliate al metodo Trifit.
In un clima di entusiasmo e partecipazione, l’allenamento sulla sabbia si è rivelato un grande successo. Un evento unico che ha saputo unire movimento, divertimento e condivisione, coinvolgendo non solo i membri delle due palestre, ma anche numerosi partecipanti esterni provenienti da Civitanova e turisti di passaggio.
L’obiettivo degli organizzatori era chiaro: dimostrare che l’allenamento può essere anche divertente, e che la forza del gruppo è capace di unire persone di tutte le età, provenienti da realtà diverse. Il metodo Trifit ha mostrato ancora una volta la sua efficacia nel rendere l’attività fisica accessibile e personalizzabile, con esercizi adattabili a ogni livello di preparazione.
Fiore all’occhiello dell’evento è stato il Trifit Truck, un furgone attrezzato che funge da palestra su ruote, permettendo di portare ovunque attrezzatura professionale per allenamenti completi all’aria aperta. Un vero simbolo di movimento, versatilità e innovazione.
L’iniziativa ha lasciato il segno e, secondo molti partecipanti, merita di essere ripetuta: per il benessere, per la socialità, e per continuare a promuovere uno stile di vita sano in contesti nuovi e stimolanti.
Ermal Meta ha incantato il grande pubblico di Lunaria nella serata finale della celebre rassegna estiva di Musicultura organizzata con il Comune di Recanati.
L’artista, amatissimo dal pubblico, con una kefiah palestinese legata al microfono, si è donato per oltre due ore nell’ unica data prevista nelle Marche, in un concerto intimo, carico di una forte energia positiva.
Nella suggestiva cornice di piazza Giacomo Leopardi migliaia di persone si sono unite ad Ermal Meta in un coro di emozioni, trasformando la serata in un’esperienza indimenticabile, una nuova pagina leggendaria da ricordare negli annali di Lunaria
“Questo concerto nasce dalla voglia di offrire qualcosa di diverso che si può scoprire solo man mano che si sviluppa sul palco ..” ha detto Ermal Meta accompagnato dall’ironia del pianista e co-autore dello spettacolo Davide Antonio Pio e da un raffinato terzetto d’archi formato da Alessandro Cosentino al violino, Tiziano Guerzoni al violoncello e Ghyneska Padrino al violino.
L’artista ha saputo sorprendere e incantare con una selezione di successi che ha abbracciato la sua carriera e dove ha incluso anche brani inediti in un’atmosfera di continua sperimentazione sonora. Ogni canzone ha raccontato una narrazione unica, che ha permesso ad Ermal di condividere con il pubblico le sue esperienze più intime e le riflessioni personali che animano la sua arte.
Sin dalla prima nota, il pubblico è stato catturato dalla potenza emotiva di brani come “Buio e luce” e “Ragazza Paradiso”, cantati dalle migliaia di fan che si sono uniti all’artista in un coro collettivo di voci. La magia si è intensificata con “Piccola anima” e “Stelle delle notti lunghe” nata da un canto partigiano albanese, “Mediterraneo” e con l’inedita e bellissima “Genova dal mare”.
In scaletta anche l’originale interpretazione della malinconica ed intensa “Exit Music (For a Film)” dei Radiohead che ha ancora una volta confermato la grande versatilità di Ermal Meta.
Una intensa cavalcata di autentiche e profonde sensazioni che è proseguita con i brani “A parte te”,“Dall’alba al tramonto” e poi ancora “Voce del verbo”, “Il campione”, “Un milione di cose da dirti” e si è conclusa, tra le palpabili vibranti emozioni dei presenti, con “Mi salvi chi può”.
Nei bis l’artista ha regalato altri momenti di grande intensità con un omaggio a Mia Martini “una delle artiste migliori che l’Italia abbia mai avuto” ha detto Ermal Meta sulle note di “Almeno tu nell’universo”, seguita da “Non è facile morire” e “9 primavere”. Ha chiuso la sua memorabile esibizione con “Ironica” che ha fatto infiammare il pubblico in un’esplosione di balli e canti in un tripudio di entusiasmo e di applausi finali.
“Dopo Filippo Graziani e Petra Magoni non potevamo chiudere meglio questa grande edizione di Lunaria 2025 – ha commentato il sindaco di Recanati Emanuele Pepa alla fine del concerto - Ermal Meta ci ha regalato un indimenticabile live dove ogni canzone si è rivelata un capitolo di un racconto più ampio, un viaggio straordinario che ha coinvolto tutti noi in un abbraccio di poesia e di sonorità calde e avvolgenti. Ringrazio Ezio Nannipieri di Musicultura e tutto il personale del Comune che ha collaborato al grande successo delle serate nei luoghi più suggestivi della nostra bella città”.
Debutta la quarta edizione di Maskamarke, il festival teatrale itinerante dedicato alla commedia dell'arte, organizzato dalla Compagnia Fabiano Valenti con il sostegno dell'Unione Montana Potenza Esino Musone, il contributo dei Comuni coinvolti, della Uilt Unione Italiana Libero Teatro e dell'azienda settempedana Artigianvetro, con l’opera "Terra e polvere" del Teatro strappato (Murcia – Spagna), a Pioraco, nel chiostro di San Francesco, alle ore 21.30.
Note di regia:
Questo spettacolo è una riflessione coniugata al femminile sui drammi dei nostri giorni, gli ennesimi ed eterni drammi di chi è costretto ad abbandonare la propria terra… ennesimi ed eterni viaggi verso l’ignoto fatti di dolore e sopraffazione.Una riflessione sul mistero della forza creatrice della vita e sull’insensatezza dell’odio che distrugge… Per chiederci ancora una volta chi siamo e perché.Tutto si svolge nella finzione totale e dichiarata: una sola attrice, molti volti, corpi, personaggi…Tanti colori, odori, suoni… tutta immaginazione.Una tazza di caffè… infiniti granelli di polvere che parlano.Milioni di storie vere in una storia di fantasia.
“Il Festival Maskamarke è incentrato sulla riscoperta e sulla diffusione della commedia dell'arte, un genere che spesso viene lasciato in secondo piano - sottolinea Denis Cingolani, presidente dell'Unione Montana Potenza Esino Musone, che aggiunge - Si tratta di un festival itinerante che unirà diverse realtà del nostro territorio, come voluto dall'Unione che per la prima volta ha realizzato un cartellone unico di appuntamenti per tutta l'estate; inizieremo a Pioraco per terminare, sabato sera, a Castelraimondo”.
ùQuesto il programma degli spettacoli: martedì 5 agosto, ore 21:30 chiostro San Francesco a Pioraco: "Terra e Polvere" del Teatro Strappato (Murcia – Spagna), mercoledì 6 agosto, ore 21:30 Torre Varano a Sefro: "Pulcinellata Sciama" dell'APS Tuttinsieme, giovedì 7 agosto, ore 18 piazza della Vittoria a Fiuminata: "Quel diavolo di un Arlecchino" della Compagnia Bambabambin, venerdì 8 agosto, ore 21:30 piazzale Luigi Cipolloni a Cingoli: "Il Mascheraio" di Zorba Officine Creative, sabato 9 agosto, ore 18 piazza Giacomo Leopardi a Esanatoglia: "Testacce di legno" di Burattini a Bologna, e alle ore 21:30 in piazza della Repubblica a Castelraimondo: "Venezia Millenaria" della Compagnia Pantakin.
Altro gradito ritorno in casa Kappabi Futsal Potenza Picena. La società potentina riabbraccia Carlo Giaconi che, dopo due stagioni a Montegranaro, è pronto a riprendere la sua avventura in maglia giallorossa. Dopo esser cresciuto con il sodalizio del presidente Luciano de Luca, facendo la trafila dalle giovanili fino alla prima squadra, per “Carletto” si tratta del più classico dei ritorni a casa, dove potrà misurarsi con la serie A2.
“Tornare ad indossare questa maglia è sempre un orgoglio – afferma Carlo – considerando che sono cresciuto e vivo in questa città. Sono un potentino “doc” che dal settore giovanile è riuscito ad arrivare in prima squadra e questo è sicuramente un bell’aspetto. Sono molto carico ed ho voglia di fare bene per questa nuova avventura. Ho sposato il progetto della società di voler puntare sui giovani e voglio dare il mio apporto”.
Un'atmosfera magica e suggestiva ha avvolto ieri sera, 2 agosto, l'Anfiteatro Romano di Urbisaglia, trasformato in un palcoscenico a cielo aperto per l'indimenticabile concerto di Dardust. Il celebre pianista, compositore e produttore ha incantato il pubblico con la sua musica eterea e potente, creando un'esperienza sensoriale unica che ha fuso sapientemente antico e moderno, il tutto nell'ambito del suo "Urban Impressionism Tour 2025".
Fin dalle prime note, Dardust, al secolo Dario Faini, ha saputo catturare l'attenzione dei presenti. Il repertorio proposto ha spaziato tra le sue composizioni, dai brani che mescolano il minimalismo classico con l'elettronica contemporanea, fino alle suggestioni più intime e riflessive. Ogni pezzo è stato un viaggio sonoro, arricchito da un sapiente gioco di luci che ha valorizzato la maestosità dell'anfiteatro, creando giochi d'ombra e proiezioni che danzavano sulle antiche pietre. A impreziosire ulteriormente la performance, la presenza delle arpe dei fratelli Cavalazzi, le cui melodie cristalline hanno aggiunto un tocco di etereo fascino all'esecuzione.
Il concetto di "Urban Impressionism", che dà il titolo al tour, si è percepito in ogni nota. Dardust non dipinge con i colori, ma con i suoni, evocando impressioni e sensazioni che richiamano la complessità e la bellezza delle metropoli moderne, filtrandole attraverso la lente della sensibilità artistica. Non si tratta solo di rappresentare la città, ma di farne emergere l'anima più profonda, quella che spesso sfugge alla frenesia quotidiana.
Il pubblico, numerosissimo e proveniente anche dalle città limitrofe, ha dimostrato un entusiasmo contagioso, tributando applausi scroscianti e partecipando con profondo coinvolgimento a ogni momento dello spettacolo. L'acustica naturale dell'Anfiteatro Romano si è rivelata perfetta per esaltare le sfumature delle melodie di Dardust, dalle delicate armonie del pianoforte ai crescendo elettronici più avvolgenti.
Un Dono Prezioso per Urbisaglia - L'evento, fortemente voluto dall'Amministrazione Comunale di Urbisaglia, si inserisce perfettamente nel programma di valorizzazione del patrimonio culturale e artistico del territorio. Come ha sottolineato il Sindaco di Urbisaglia, Riccardo Natalini, presente tra il pubblico con visibile orgoglio: "Questo concerto è stato più di un semplice evento musicale; è stato un dono prezioso che Dardust lascia alla nostra comunità e per tutti coloro che amano l'arte e la storia. Le parole di Dardust, sul senso di libertà e contatto profondo che la sua musica ricerca, risuonano perfettamente con lo spirito che vogliamo infondere a Urbisaglia: un luogo dove la bellezza del passato si fonde con l'energia del presente, creando opportunità uniche. Siamo immensamente grati a Dardust e a tutti coloro che hanno reso possibile questa serata magica, un vero e proprio abbraccio tra cultura, bellezza e condivisione. Questo è il tipo di esperienza che vogliamo offrire, momenti che nutrono l'anima e arricchiscono il nostro territorio".
La serata si è conclusa con un lungo e meritato standing ovation, segno tangibile del successo di un concerto che rimarrà a lungo nei ricordi di chi ha avuto la fortuna di partecipare. Dardust ha lasciato Urbisaglia non solo con la sua musica, ma con la certezza di aver creato un ponte ideale tra passato e futuro, dimostrando come l'arte possa abitare e rivitalizzare i luoghi della memoria, regalando nuove emozioni sotto le stelle.
Si sono conclusi ieri a Monte San Martino i Giochi tra Contrade, una manifestazione che ha unito il paese in cinque giorni di gare, risate e spirito di appartenenza. A trionfare, per la prima volta nella storia dell’evento, è stata la contrada San Venanzo, che ha conquistato il pubblico e il trofeo con grinta, determinazione e grande affiatamento. A guidarla i capitani Anna Facen e Lorenzo Ercoli, che al momento della premiazione hanno alzato al cielo il trofeo tra gli applausi e il tifo di tutta la comunità.
Dietro San Venanzo si è classificata la contrada Barchetta, con anche il sindaco Matteo Pompei a scendere in campo nel gioco del Dogeball. Terzo posto per Molino e quarto, sorprendentemente, per Paese, vincitore uscente e contrada da sempre temuta, il cui scivolone ha scatenato un vero boato di stupore e sfottò al momento dell'annuncio della classifica.
Ma al di là del risultato sportivo, i Giochi si sono rivelati un autentico successo grazie all’impeccabile organizzazione curata da un gruppo di giovani monsammartinesi, che hanno saputo orchestrare ogni dettaglio con passione e precisione: dalla logistica alla comunicazione, fino alla scelta dei giochi, tutti ispirati alle tradizioni locali ma reinterpretati in chiave moderna e spettacolare.
Il programma ha spaziato dalle classiche staffette di corsa alla creativa corsa col mattone, dal tiro alla fune alla divertentissima Zzecca la parola, ispirata ai quiz televisivi. Tra le prove più apprezzate, la gara di briscola trasmessa in diretta streaming, con il pubblico che seguiva le mani dei giocatori su un maxi-schermo, esultando ad ogni “carico” e tenendo il punteggio a memoria come nei migliori circoli di paese.
Molto apprezzata anche la staffetta delle vergare, dove anziane e giovani massaie si sono sfidate nella preparazione della pannella, nel fare la passata di pomodoro e nella montatura dell’albume: un omaggio affettuoso alla tradizione culinaria del paese. Il valzer a tre zampe, invece, ha coinvolto coppie di ogni età in una danza improbabile e scatenata, mentre la corsa delle bici, visibile dal belvedere – punto più alto del paese – ha offerto uno spettacolo unico.
Tutti i giochi hanno valorizzato gli scorci e i luoghi più suggestivi di Monte San Martino: dal campo polivalente dedicato a Rossano Aliberti alle vie principali del centro storico, fino alla circonvallazione attorno alle antiche mura, ogni spazio è stato scelto con cura per esaltare la bellezza del paese e coinvolgere il pubblico in un’esperienza immersiva e autentica.
Ottima la risposta e la partecipazione del pubblico, che ogni sera ha animato le strade del paese trasformandole in una vera e propria arena sportiva. Un entusiasmo alimentato anche dal sito ufficiale dei Giochi, aggiornato quotidianamente con cronache, video-tutorial, classifiche, dirette e interviste post gara agli atleti, curate con ironia e professionalità dalla voce ufficiale dei Giochi Mauro Virgili. A rendere ancora più ricca la narrazione visiva dell’edizione 2025, le foto suggestive scattate dalla fotografa professionista anglo-monsammartinese Luise, che hanno arricchito il sito e i canali social della manifestazione, restituendo con sensibilità ed eleganza l’energia, l’emozione e la bellezza dei luoghi e dei protagonisti. I suoi scatti hanno già il sapore della memoria collettiva.
La vera vittoria di questa edizione, però, non sta solo nel nome inciso sul trofeo, ma nello straordinario spirito comunitario che ha attraversato l’intero evento. Tutte le generazioni sono state coinvolte: dai bambini ai nonni, dai residenti ai figli degli emigrati tornati per l’occasione. Fidanzati, amici e turisti hanno preso parte attivamente o fatto il tifo, contribuendo a creare un’atmosfera calda e partecipata, simbolo di una comunità viva e unita.
La serata finale si è conclusa in festa, con tutte e quattro le contrade riunite sotto le stesse bandiere, a celebrare non solo una vittoria sportiva, ma soprattutto il senso di appartenenza che solo un piccolo paese sa rinnovare così profondamente.Monte San Martino, ancora una volta, ha dimostrato che quando c’è passione, spirito di iniziativa e condivisione, un paese intero può correre, giocare, sorridere… e riconoscersi.
Un’operazione ad alto impatto condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Macerata ha portato all’arresto in flagranza di reato di nove persone, colte mentre trasportavano circa 5 tonnellate di cavi in rame rubati da un impianto fotovoltaico a Pollenza.
Negli ultimi mesi, il territorio provinciale è stato bersaglio di numerosi furti e tentativi di furto ai danni di impianti fotovoltaici. Oltre ai danni materiali per la sottrazione di componenti come cavi in rame e inverter, i gestori hanno subito anche interruzioni della produzione di energia elettrica, con pesanti conseguenze economiche.
Il fenomeno, praticamente assente nello stesso periodo del 2024, ha attirato l’attenzione del Reparto Operativo dei Carabinieri di Macerata, che ha avviato un monitoraggio sistematico, mappando i furti e analizzando le modalità operative delle bande criminali.
Grazie a un’attenta attività investigativa, i militari hanno individuato una vettura sospetta proveniente dalla provincia di Foggia, già segnalata in zona. Quando, nella serata di ieri, l’auto è stata rilevata nella frazione Villa Potenza di Macerata, sono subito scattati i controlli nei comuni limitrofi – Montecassiano, Pollenza e Treia – già colpiti in passato da episodi analoghi.
All’alba di oggi, è scattato il blitz: il Nucleo Investigativo di Macerata, supportato dal Nucleo Operativo e Radiomobile e dalle Stazioni di Montecassiano, Pollenza e Appignano, ha intercettato l’auto segnalata, seguita da due furgoni. Il controllo immediato ha permesso di accertare che i veicoli contenevano diverse tonnellate di cavi elettrici, oltre a arnesi da scasso e taglio.
A bordo dei mezzi sono stati fermati nove uomini, tutti stranieri e residenti nel Foggiano, di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Gli accertamenti hanno confermato che il gruppo, in trasferta nel Maceratese, aveva appena messo a segno il furto in un impianto fotovoltaico situato a Pollenza, di proprietà di una nota società del settore energetico.
I due furgoni utilizzati per il trasporto della refurtiva erano anch’essi rubati: uno sottratto ad un mobilificio di Appignano, l’altro ad un privato cittadino di Macerata, entrambi nella notte stessa del colpo. La banda ha agito accedendo ai pozzetti di ispezione dell’impianto, tranciando i cavi elettrici che collegano la string box agli inverter.
Il bottino ammontava a 4,6 chilometri di cavi di rame (diametro 70 mm), per un peso complessivo di circa 5 tonnellate e un valore stimato intorno ai 90.000 euro. Il danno totale all’impianto, considerando anche le spese di ripristino e messa in sicurezza, supera i 150.000 euro.
Il materiale rubato è stato restituito ai legittimi proprietari, così come i furgoni. L’autovettura utilizzata dalla banda è stata sequestrata e messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Dopo le operazioni di identificazione e fotosegnalamento, i nove arrestati – otto di nazionalità marocchina e uno del Burkina Faso – sono stati trasferiti presso le Case Circondariali di Ancona, Ascoli Piceno e Pesaro, in attesa delle decisioni della magistratura.
Nonostante la pioggia abbia ritardato l’inizio del concerto, la serata di ieri al Cus di Camerino ha visto protagonista un Franco 126 in grande forma, capace di scaldare il pubblico con un live coinvolgente, intimo e pieno ironia.
Tra i brani più amati del passato, come "Brioschi" e "Stanza Singola", e i pezzi del nuovo album Futuri Possibili, "Franchino" ha regalato ai presenti un viaggio musicale che ha attraversato i sentimenti più profondi: storie d'amore finite, ricordi malinconici, ma anche speranze e nuovi inizi.
Non sono mancati momenti inediti, con l’artista romano che ha portato sul palco anche brani nati da collaborazioni importanti: "Senza di me" (scritta con Gemitaiz e Venerus),"Blue Jeans" con Calcutta e "Nottetempo" con Giorgio Poi. In questi momenti, Franco ha cantato anche parti non sue, sorprendendo il pubblico con versioni riarrangiate e cariche di emozione.
Divertente anche la presenza sullo schermo di Zotta 126, un genio della lampada che ci accompagnava in questo viaggio, suggerendo brani all'artista romano, che non mancava di prendere in giro.
A metà serata, una frase ha acceso gli animi degli spettatori: "Un saluto anche a Carl Brave", ha detto sorridendo dal palco. Una battuta semplice, ma sufficiente a far sperare in un possibile ritorno del duo.
Ironico, autentico e nostalgico, Franco 126 ha saputo unire passato e presente in un concerto che è stato molto più di una scaletta: un racconto sincero tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere, in uno de vari futuri possibili.
Invidiometro a mille in casa PD. Adesso le sparate ad alzo zero danno un po' di tregua ad Acquaroli e s’indirizzano verso il Commissario Guido Castelli, ritenuto, dal duo inedito del PD Manzi-Curti, troppo comunicativo e poco concentrato sulla ricostruzione post sisma.
Battaglia di numeri a parte valga solo una considerazione “tecnica”. La ricostruzione va sicuramente fatta, e solo i malpensanti possono dire che, salvo alcune eccezioni, non proceda a gonfie vele.
Ma, soprattutto, va comunicata.
La ricostruzione di case, edifici pubblici, luoghi di culto e infrastrutture, non può essere relegata ad un dibattito tra "addetti ai lavori". A questo ci hanno pensato i predecessori di Castelli, alcuni dei quali si sono distinti per il Festival delle Ordinanze incomprensibili o, nel caso della indimenticabile Commissaria in quota PD De Micheli, per bizzarre inaugurazioni, come quella del plesso scolastico di San Ginesio subito stoppata dalla Soprintendenza.
Tradurre il linguaggio tecnico in una comunicazione comprensibile a tutti i soggetti coinvolti - cittadini, imprese e amministrazioni locali - è la migliore arma di difesa per la cattiva burocrazia, quel cancro autoreferenziale che frena le opere pubbliche e mina alla trasparenza delle procedure amministrative.
Comunicare è anche un obbligo istituzionale, è fondamentale per trasferire informazioni alle popolazioni colpite dal sisma, sull’andamento delle opere, sulle politiche finalizzate al rilancio di aree ad elevato rischio di spopolamento.
Una corretta comunicazione ci preserva anche dal proliferare di informazioni non corrette che nascono sulla scia di strumentalizzazioni politiche.
Il saper fare le opere, quindi, va di pari passo con il saperle correttamente comunicare, saperne comunicare soprattutto i benefici nel medio-lungo periodo. Ma anche nell’immediato. Considerato che già i cantieri, con i loro movimenti di tecnici e operai, offrono un’accelerazione nei consumi in termini di accoglienza, servizi di ristorazione, affitti e così via.
Fare e comunicare vanno di pari passo, sono elementi indivisibili alla base dell’agire politico di chi è chiamato a gestire una piccola o una grande e complessa opera, come quella della ricostruzione, che interessa più regioni del Centro Italia.
Investire in comunicazione meno dello 0,1% delle risorse disponibili, come in questo caso specifico, non solo è lecito, ma è addirittura va considerato una miseria per qualsiasi esperto di settore.
Ogni polemica profuma d’invidia e manifesta tutta la debolezza della grande ammucchiata a sinistra, quella che, sulle spese pubbliche, viaggia a geometria variabile a seconda dei territori e delle appartenenze politiche, nella vana speranza che "ci sia un Giudice a Berlino".
Anche se i veri giudici saranno i marchigiani il 28 e 29 settembre prossimi.
Daniele D’Onofrio, portacolori delle Fiamme Oro Padova, ha vinto in solitaria la 47a edizione della Marcia dei quattro ponti-Memorial Decio Beni, organizzata dall’associazione omonima con i comuni di Fiuminata, Pioraco, Sefro, la sezione locale dell’associazione nazionale carabinieri, l’Unicam, l’Avis intercomunale Fiuminata-Pioraco-Sefro, il Consorzio turistico Alta valle Potenza e Scarzito.
D’Onofrio si è aggiudicato il 45° Trofeo Alfredo Beni, in palio per il primo delle Forze Armate, e il 24° Trofeo Giovanni Grelloni per il primo in assoluto. E ha recitato un ruolo da protagonista, imponendo subito alla corsa, disputata da 213 concorrenti sulla distanza di 12,5 km e in condizioni meteo ottimali, il ritmo a lui congeniale.
A D’Onofrio si è opposto solo Vittore Simone Borromini del Centro sportivo Carabinieri che in gara avrebbe avuto Michela Cesarò: ma l’atleta, durante la fase preliminare, ha subìto uno stiramento alla coscia destra ed è stata costretta a ritirarsi subito dopo la partenza effettuata per onor di firma. Quindi non è stato assegnato il 14° Trofeo Alfredo Costantini in palio per la prima classificata appartenente alle Forze Armate.
D’Onofrio e Borromini erano quasi appaiati dopo l’avvio, ma al terzo chilometro D’Onofrio conduceva con 30 metri di vantaggio, divenuti 150 all’inizio della salita in cui ha spiccato il volo. Borromini ha preferito non forzare, mantenendo la posizione d’onore, visto che gli inseguitori non lo insidiavano, essendo abbastanza distaccati e scaglionati lungo l’itinerario.
L’andatura imposta da D’Onofrio ha provocato una graduale selezione, quindi l’alfiere delle Fiamme Oro è giunto indisturbato al traguardo. "Sino molto soddisfatto – ha dichiarato dopo l’arrivo – per essermi aggiudicato questo successo: molto duro il percorso, ma veramente bello. Ho potuto effettuare un buon test in vista degli impegni stagionali".
E Borromini: "Ho cercato di resistere, però ho preferito non forzare, mantenendo un’andatura regolare, adeguata alle caratteristiche del tracciato". Numerosa la partecipazione femminile: giunta settima assoluta, prima si è classificata Denise Tappatà (Stamura Ancona) in 52’51”, decima e seconda Elisa Mezzelani (idem) in 56’11".
LA CLASSIFICA: 1. D’Onofrio Daniele (Fiamme Oro Padova) km 12,5 in 40’03”; 2. Borromini Vittore Simone (Centro sportivo carabinieri) in 40’41”; 3. Lampa Giorgio (Space running) in 42’30”; 4. Antonelli Luca (CUS Camerino) in 42’57”, 5. Ricci Marco (idem) in 43’31”; 6. Cecchetti Marco (Avis Sarnano) in 43’35”; 7. Pavoni Daniele (Ellemme atletic team) in 45’45”; 8. Fioretti Mirco (Space Running) in 45’55”; 9, Palmieri Luca (idem) in 46’02”; 10. Raco Giorgio (Trecastelli polisportiva) in 46’11”.
Un porto più sicuro e protetto, all’altezza delle esigenze di pescatori, diportisti e operatori. È questo l’obiettivo del presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, che ieri mattina, insieme al sindaco Fabrizio Ciarapica, hanno incontrato Piergiorgio Balboni, presidente del Madiere al porto di Civitanova Marche.
Al centro dell’incontro, il progetto di messa in sicurezza del bacino portuale, un intervento molto atteso dalla comunità marittima locale, in una fase concreta e avanzata di progettazione.
L’intervento prevede il prolungamento del molo est, ma, come spiegato dallo stesso Balboni, sono emerse alcune perplessità circa l’effettiva efficacia del solo prolungamento, senza la realizzazione di una barriera frangiflutti a protezione dello specchio d’acqua interno da ondazioni provenienti dai settori di nord ovest. Prolungamento che porrebbe in alcuni casi aumentare l’intensità delle onde all’interno del porto.
Su questo punto il presidente Acquaroli ha preso un impegno chiaro: "Siamo in fase di progettazione e qualora il tecnico incaricato ravvisasse l’esigenza di aggiungere anche una barriera frangiflutto, come richiesto da molti diportisti, sono disponibile a farla e a realizzarla entro tre anni. L’obiettivo è garantire una vera messa in sicurezza del porto, ascoltando le esigenze di chi il porto lo vive ogni giorno", ha dichiarato.
Il sindaco Ciarapica ha espresso soddisfazione per la disponibilità della Regione ad ascoltare le necessità del porto civitanovese: "La presenza del presidente Acquaroli conferma l’attenzione concreta verso Civitanova. Il porto è una risorsa strategica per la città e per tutto il territorio: stiamo lavorando per un intervento strutturale che risolva in modo definitivo il problema delle mareggiate e metta in sicurezza i natanti, i pescherecci e le attività economiche legate al mare", ha commentato.
San Ginesio - Saranno Davide Enia e Mariangela Granelli a ricevere il Premio San Ginesio all’Arte dell’Attore 2025, prestigioso riconoscimento assegnato ogni anno nella cittadina marchigiana a personalità che si distinguono nel panorama teatrale nazionale.
A decretare la loro vittoria è stata una giuria composta da Remo Girone, Rodolfo di Giammarco, Lucia Mascino, Francesca Merloni e Giampiero Solari, che ha sottolineato come entrambi rappresentino "due figure centrali della scena contemporanea, per il rigore, il coraggio e la potenza espressiva con cui da anni attraversano i linguaggi del teatro".
La cerimonia di premiazione si terrà lunedì 25 agosto alle ore 20:30, presso il suggestivo Chiostro Sant’Agostino, durante la serata conclusiva della sesta edizione del Ginesio Fest, il festival diretto da Leonardo Lidi, in programma a San Ginesio dal 20 al 25 agosto.
L’edizione 2025 del festival sarà costruita attorno al tema “Furore” e proporrà un ricco cartellone. Si partirà con lo spettacolo “Pinocchio” del Teatro del Carretto, in apertura il 20 agosto. Seguiranno due debutti nazionali ispirati all’opera di Rainer Werner Fassbinder, diretti da Leonardo Lidi, e lo spettacolo “Wonder Woman”, firmato da Antonio Latella in collaborazione con TPE – Teatro Piemonte Europa. Nei giorni conclusivi, dal 23 al 25 agosto, è in programma anche un nuovo Focus Piemonte, realizzato grazie alla collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo.
Il Premio San Ginesio, conferito ogni anno il 25 agosto in occasione della festa del Santo Patrono della città - San Ginesio, protettore della gente di teatro - è stato assegnato, nelle edizioni passate, a interpreti del calibro di Vanessa Scalera, Giuseppe Battiston, Lino Musella, Lino Guanciale, Massimo Popolizio, Federica Fracassi e molti altri.
Il Ginesio Fest è promosso dal Comune di San Ginesio in collaborazione con l’Associazione Culturale Ginesio Fest e la Fondazione Piemonte dal Vivo, con il patrocinio e il sostegno del MiC – Ministero della Cultura, della Regione Marche e della Struttura Commissariale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre al contributo di numerosi partner culturali e istituzionali.
Macerata - Ancora tensione in una casa del centro, dove una lite familiare ha portato alla scoperta di ben altro. Nel pomeriggio di ieri, i carabinieri della stazione di Macerata, supportati dalla sezione radiomobile, sono intervenuti presso l’abitazione di una coppia di anziani, allertati da una segnalazione per un acceso diverbio.
Protagonista dell’episodio il figlio 52enne dei due coniugi, già residente in città, che - secondo quanto riferito dai militari - avrebbe avuto l’ennesima discussione dai toni particolarmente accesi con i genitori. Una volta riportata la calma, l’uomo ha continuato però a mostrarsi agitato e nervoso senza apparente motivo, insospettendo i carabinieri.
È così che, a seguito di controlli più approfonditi, i militari hanno rinvenuto nella sua disponibilità circa 80 grammi di hashish, immediatamente sequestrati.
Il 52enne è stato denunciato all’autorità giudiziaria sia per maltrattamenti in famiglia, sia per la detenzione ai fini di uso non personale di sostanza stupefacente. L’hashish è stato posto sotto sequestro penale in attesa del versamento all’Ufficio corpi di reato.
Era ampiamente prevedibile che dovesse accadere, non c'è dubbio. È esplosa repentina e virulenta in Italia un'ondata di indignazione per il fatto che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato inserito dal Cremlino nella lista dei russofobi. Nella lista, a dire il vero, non compare soltanto lui, ma troviamo anche i nomi di altri esponenti della politica italiana.
Personalmente non ho alcuna simpatia per le liste di proscrizione, di ogni ordine e grado: alla proscrizione preferisco la confutazione socratica. Anziché mettere la x su chi sostiene posizioni diverse dalle nostre ritengo più utile confutarlo socraticamente mediante la forza docile delle idee.
In ogni caso, mi siano consentite soltanto due considerazioni telegrafiche e a volo d'angelo. La prima: che ipocrisia da parte dell'Italia! Se, come è stato fatto, si definisce la Russia di Putin l'analogo del terzo Reich di Hitler, perché stupirsi se la Russia risponde in maniera ugualmente ostile? Dovrebbe essere noto universalmente: a ogni gesto offensivo ne può corrispondere uno uguale e contrario.
O forse si vuole ammettere che l'Italia può offendere a suo piacimento la Russia e che quest'ultima, per parte sua, non ha diritto di replicare alle offese ricevute? Sarebbe buona cosa essere consapevoli del peso delle parole che si usano per essere sempre pronti alle conseguenze che ne derivano, anziché agitarsi scompostamente quando l'insultato risponde alle offese ricevute.
La seconda considerazione che intendo svolgere si riassume in una domanda: quelli che adesso, Giorgia Meloni in primis, tanto si indignano per le liste di proscrizione ai danni dei russofobi dov'erano quando, sulle prime pagine dei quotidiani nazionali italiani, comparivano le liste di proscrizione con i nomi dei fantomatici putiniani d'Italia?
Forse quelle liste di proscrizione andavano bene ed erano degne di essere accettate, magari anche con entusiasmo? La verità è che l'apocrisia regna sovrana in Italia ed è anzi forse l'unica realtà oggi sovrana nel nostro Paese. Possiamo dirlo senza tema di smentita, una volta di più: la Russia continua a essere provocata in ogni modo dall'Europa, la quale poi si indigna se la Russia osa reagire alle provocazioni. Di più, la Russia viene provocata e poi accusata di essere belligerante rispetto all'Europa, nel culmine dell'ipocrisia e della tartuferia.
Molte persone adulte, giunte alla fine di una relazione di coppia durata anni, si trovano ad interrogarsi se saranno ancora in grado di costruire un nuovo legame in cui credere ed investire le proprie energie.
Con tanta vita alle spalle si sono attraversate esperienze intense: la convivenza, la crescita dei figli, la costruzione di una casa, simbolo di una sicurezza reale o, a volte, solo apparente.
Poi ad un certo punto tutto cambia, si abbandona una routine condivisa per ritrovarsi soli a fare i conti con un'inedita versione di sé. Una versione al momento più fragile ma potenzialmente più consapevole.
Ci si ricostruisce un pezzo alla volta: una nuova casa, nuove abitudini, nuove amicizie. Si cresce dentro una forma di solitudine, più silenziosa e profonda. Impariamo ad amarci in modo nuovo, a prenderci cura di noi stessi con la stessa attenzione che per anni abbiamo rivolto all’altro.
Il conforto, il sostegno e l’ascolto che inconsciamente aspettavamo di ricevere dalla relazione ora sappiamo donarceli da soli. Le amicizie diventano allora più che mai un punto di riferimento importante.
Alimentiamo un fiuto infallibile nel riconoscere negli occhi degli altri le nostre stesse ferite che ci donano una senso di appartenenza. Poi succede che, poco a poco, dentro di noi comincia a farsi spazio una nuova sensazione, una fiducia inconscia che qualcosa di diverso potrebbe accadere, così timidamente ci chiediamo se mai potremmo essere pronti a vivere una relazione sana.
Più o meno traumatizzati dalle possibili dinamiche tossiche che abbiamo già sperimentato all’interno della coppia, ci affacciamo a questa possibilità con molta cautela. Poi, come persone ormai consapevoli della propria forza e fragilità, decidiamo di rischiare.
Ci mostriamo per ciò che siamo, senza più chiederci se siamo abbastanza o cercare conferma nell’altro. Sappiamo che potrebbe andar male, ma scegliamo comunque di aprirci, perché comprendiamo che la crescita passa attraverso le nostre esperienze con gli altri.
Viviamo una relazione sana quando ci sentiamo a casa, al sicuro, accettati, non giudicati o sminuiti. Non dobbiamo guadagnarci l’amore, viviamo nella naturalezza e nel flusso. L’altro ci calma, ci regala centratura e rafforza la nostra identità, aiutandoci a valorizzare i nostri talenti.
C’è sostegno reciproco e comunicazione leale, non per attaccare ma per ascoltare con il cuore. Ci si può allontanare sapendo di ritrovarsi, vivere insieme senza perdersi nell’altro. Il valore di ognuno viene riconosciuto senza dimostrazioni continue.
I giorni difficili vengono accolti e attraversati insieme, con coraggio, per un progetto comune che unisce e sostiene. Amare di nuovo in maniera libera ed adulta, dopo aver attraversato il dolore, è un atto di coraggio, frutto di un lungo cammino che ha visto cadute e ricostruzione.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall'avv. Oberdan Pantana, "Chiedilo all'avvocato". In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato tematiche riferibili alla condotta di chi utilizza l’identità digitale di un altro soggetto, sostituendosi a questo per la generalità degli utenti in connessione, nel porre in essere le più disparate attività.
Di seguito la risposta dell’avvocato Oberdan Pantana alla domanda posta da una lettrice di Civitanova Marche, che chiede: "a quali responsabilità si va incontro qualora venga creato un account con le generalità di una persona terza, per il compimento di acquisti online?"
Il caso di specie ci offre la possibilità di fare chiarezza riguardo ad una tematica estremamente attuale sulla quale si è espressa la Corte di Cassazione con la sentenza n. 42572/2018, affermando la responsabilità penale del soggetto ai sensi dell’art. 494 c.p., la cui norma sancisce espressamente: "Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino ad un anno".
Difatti, la Suprema Corte adita ha statuito quanto segue: "Integra il reato di sostituzione di persona, ex art. 494 c.p. , la condotta di colui che crei ed utilizzi un account ed una casella di posta elettronica nonché proceda all’iscrizione su un sito e-commerce, servendosi dei dati anagrafici di un soggetto diverso ed inconsapevole, con il fine di far ricadere su quest'ultimo l'inadempimento delle obbligazioni conseguente all'avvenuto acquisto di beni mediante la partecipazione ad aste in rete o ad altri strumenti contrattuali. Tanto in quanto porre in essere una condotta con siffatta modalità è prova che l’agente abbia volontariamente sostituito, per la generalità degli utenti in connessione, alla propria identità quella di altri, a prescindere dalla propalazione all'esterno delle diverse generalità utilizzate" (Cass. Pen., Sez. V, n. 42572/2018, dep. il 27/09/2018).
Pertanto, nell’analizzare le ripercussioni giuridiche che tali condotte possono avere, è necessario considerare che in una realtà come quella contemporanea, nella quale si fa un uso sempre maggiore dei sistemi telematici per il compimento di una varietà in crescendo di attività, le credenziali adoperate per l’utilizzo delle varie piattaforme, rappresentano il soggetto agente tanto da costituire un vero e proprio surrogato della persona fisica; dunque, la tutela offerta dal legislatore, è intesa a garantire la pubblica fede ed evitare che l’utilizzo di raggiri e artifizi, nel contesto di una società in continua evoluzione, possano trarre in inganno quanti operano in tali settori.
Alla luce di tali considerazioni, ed in risposta alla nostra lettrice, risulta corretto affermare che: "Chiunque in modo volontario e al fine specifico di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, utilizzi l’identità digitale di un soggetto terzo ignaro e inconsapevole, è punito ai sensi dell’art. 494 c.p. con la reclusione fino ad un anno" (Cass. Pen., Sez. V, n. 42572/2018).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
La Maceratese ha disputato la sua prima sgambata interna della stagione 2025/26 sul campo di Belforte del Chienti, di fronte a una nutrita rappresentanza di tifosi e appassionati. La squadra ha dato vita a una bella partitella suddivisa in due tempi da 25 minuti ciascuno, terminata con un pareggio per 1-1.
Ad aprire le marcature è stato Marsilii, che ha siglato il gol per la squadra bianca nei primi minuti di gioco. Nella ripresa è arrivata la risposta della squadra nera con Osorio.
Il ritmo è stato subito positivo e, soprattutto nel secondo tempo si sono viste molte trame interessanti. Da sottolineare la buona intesa già mostrata tra Neglia e Osorio, oltre al grande spirito combattivo dimostrato dai più giovani del gruppo. I portieri Gagliardini e Prugni si sono alternati in porta, giocando un tempo per squadra.
Queste le formazioni scese in campo:
Maceratese squadra nera: Ciattaglia, Sciarra, Lucero, Vanzan; De Angelis, Sabattini; Viscillo, Neglia, Papa; Osorio.
Maceratese squadra bianca: Perini, Morganti, Marchgiani, Mastrippolito; Donzelli, Ruani; Marras, Cirulli, Gironella; Marsili.
A disposizione Lorenzi, Romitelli, Borgiani e Pazzaglia, subentrati nel corso della ripresa.
Lavoro differenziato per Guideri, Nasic, Cilla, Kone e Sileoni.
Il team di mister Possanzini continua così la preparazione, lavorando con entusiasmo in vista della nuova stagione.
Le parole di Mister Possanzini: «È stato un buon test per chiudere questi primi dieci giorni di lavoro. Di fatto abbiamo giocato solo un tempo, ma pian piano alzeremo il minutaggio per fare in modo che intorno al 20 di agosto tutti abbiano già disputato una partita completa. I giocatori più esperti stanno aiutando i nuovi ad ambientarsi, visto che devono ancora sciogliersi un po'. È un processo normale, fa parte del percorso di crescita e non bisogna avere fretta. Nel complesso posso dirmi soddisfatto».