Nella notte appena trascorsa ignoti hanno tentato di scardinare la colonnina “bancomat” della stazione di servizio “Esso” a Monte San Giusto.
Non riuscendo nell’intento, i malfattori si sono “accontentati” di forzare la porta del bar e di prelevare il contenuto della macchinetta cambiamonete, per un valore di circa 200 euro, di due slot machine e di rubare due macchinette da caffè esposte per la vendita.
Sul posto per gli accertamenti i militari del n.o.r.m. e della locale stazione.
Sul luogo nessun sistema di sicurezza passiva presente.
I carabinieri della compagnia di Macerata nella serata di ieri hanno svolto uno straordinario controllo del territorio per arginare i furti in abitazione.
Le aree sottoposte a controllo sono state quelle dei comuni di Treia, Appignano, Corridonia, Mogliano e Monte san Giusto.
Oltre alla particolare vigilanza, i militari hanno messo in campo un dispositivo di controllo in punti ritenuti particolarmente sensibili, procedendo all’identificazione di circa 60 persone, elevando anche contravvenzioni al codice della strada e sequestrando due veicoli.
Erano 15 i militari impegnati in un’operazione che sarà ripetuta anche nei prossimi giorni.
Daniele Piatti, geologo, ex sindaco del comune di Loro Piceno, il 7 marzo scorso è stato nominato Presidente di Tennacola spa, eletto con l’unanimità.
Gli altri membri del consiglio di amministrazione sono: l’ing. Renato Vallesi, Giuseppe Mochi, ex sindaco del comune di Montappone, la sarnanese Simona Tidei, dott.ssa in economia e commercio, e Francesca Testella, consulente ambientale, prof. a contratto di diritto dell’ambiente presso Unicam e una delle" penne" di Picchio News.
Il Presidente ha garantito a nome di tutto il Cda il massimo impegno nella continuità della qualità del servizio per tutto l’Ato 4 “per i cittadini e con i cittadini” di tutti i 27 comuni in un’ottica solidale e di compartecipazione.
Questa mattina il comune di Monte San Giusto ha ricevuto la visita del Prefetto di Macerata dott.ssa Roberta Preziotti.
Un incontro programmato dopo il vertice urgente dello scorso 27 febbraio, nel quale l'amministrazione comunale era riuscita ad ottenere un potenziamento della caserma dei carabinieri con gli arrivi di un carabiniere provvisorio ed uno definitivo.
Il Prefetto ha voluto conoscere da vicino la realtà sangiustese ed ha concordato con il sindaco Andrea Gentili alcune iniziative da avviare sul territorio di Monte San Giusto coinvolgendo tutta la cittadinanza. Nelle prossime settimane, dunque, si terrà un incontro per la presentazione del protocollo di sicurezza, firmato da tutti i Sindaci della Provincia di Macerata lo scorso luglio e che a causa del terremoto non è ancora stato attuato, e del progetto "Controllo del vicinato". Data e orario dell'evento saranno comunicate in seguito.
"Ho apprezzato molto la visita del Prefetto, che ha dimostrato grande attenzione e sensibilità nei confronti del nostro territorio e della nostra comunità. In queste settimane, inoltre, proseguiranno i contatti con Prefettura e Carabinieri per pianificare insieme le prossime iniziative in tema di sicurezza".
Queste le parole di soddisfazione del primo cittadino sangiustese.
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindaco di Monte San Giusto Andrea Gentili in risposta al consigliere Salvatori.
"L’iperattivismo del consigliere di minoranza degli ultimi mesi è sicuramente un fatto positivo per il nostro paese, vista l’importanza che hanno i consiglieri nel ruolo che ricoprono, ma non condivido la sua folle corsa alla visibilità per problemi molto importanti come la sicurezza oggi e il terremoto ieri. Le elezioni sono previste nel 2019 ed è ancora presto per la campagna elettorale.
Devo fare alcune precisazioni soprattutto per i cittadini che leggono. Il ruolo del consigliere comunale, e soprattutto di minoranza, come Andrea Salvatori è ben chiaro dal testo unico enti locali e da altre leggi, ed ha funzioni molto importanti come il controllo dell’attività amministrativa della giunta comunale e di proposta per il bene del comune, ma non può sostituire le funzioni che la legge affida al Sindaco in materia di pubblica sicurezza e ordine pubblico.
Su questo, caro Salvatori, ti chiedo pubbliche scuse e il rispetto per la figura che ricopro. Anche se siamo coetanei e ci conosciamo da anni, tu non puoi sostituire il Sindaco in queste settimane, quando ti verrà riconosciuto un ruolo diverso dai cittadini (prossime elezioni) magari farai meglio di chi ti ha preceduto, ma oggi il tuo ruolo è ben definito e diverso dalle tue aspirazioni personali anche legittime.
Apprezzo la tua proposta in materia del controllo del vicinato e che porteremo avanti. Va ricordato, però, che è nata nel 2013 e che la nostra amministrazione aveva preso già contatti con l’associazione e che l’evento del terremoto ha portato la nostra attenzione ed impegno a gestire prima l’emergenza e dopo la programmazione per la ricostruzione.
Il nostri atti per la sicurezza:
1) Incontro pubblico promosso con i carabinieri “nessuno tocchi l’anziano” contro le truffe alle persone sole (dicembre 2015)
2) Potenziamento dell’ impianto di videosorveglianza esistente con aggiunta di altre 9 telecamere di ultima generazione (2016)
3) Adesione protocollo della Prefettura “lavoriamo per la sicurezza” nel luglio 2016 e iniziative da portare avanti nelle prossime settimane
4) Prevista, già prima degli ultimi fatti di cronaca, l’installazione di 7 nuove telecamere nei quartieri
5) Incontro urgente con il Prefetto (27 febbraio 2017) per parlare dei problemi del nostro territorio e siamo riusciti ad ottenere un potenziamento della caserma dei carabinieri (1 carabiniere provvisorio e 1 definitivo) .
Non siamo mai stati con le mani in tasca, sicuramente avremo fatto degli errori, ma in tema di sicurezza non consento strumentalizzazioni a nessuno e voglio assicurare ai cittadini la massima disponibilità ad ascoltare tutti. Certamente non mancherà, anche per i prossimi 2 anni, la nostra energia e la determinazione nel lavoro quotidiano a servizio di tutta la comunità.
"Aiuto, non trovo più mia figlia". E’ questo più o meno il grido d’allarme che una donna straniera, ma da tempo in italia, e residente a Monte San Giusto, ha rivolto ai carabinieri del comando locale. La sua piccina, di 4 anni, si trovava nel cortile di casa e lei ad un certo punto l’aveva persa di vista.
Immediate le ricerche dei militari che hanno allertato anche il personale della polizia locale e volontari reperiti nell’immediatezza.
Le attività hanno riguardato anche il monitoraggio delle amicizie e perentele. Questa è stata la mossa vincente perché in poco tempo i militari, proprio in un’abitazione di un parente, poco distante, hanno rintracciato la minore che, da sola, come accertato, aveva raggiunto la casa del parente.
Per la mamma solo un grande spavento.
Riceviamo e pubblichiamo una nota del consigliere di opposizione del Comune di Monte San Giusto Andrea Salvatori.
"Nonostante quello che è accaduto quel venerdì, dove il giovane albanese ci ha lasciato la vita ancora non si placano i furti dentro le case. È ora di dire basta e partire con azioni concrete. La gente attende risposte. Da mercoledì 1 marzo dopo essere stati convocati dal sindaco ancora nessuna parola da lui nonostante si era detto disponibile a collaborare nell'iniziativa che gli avevo proposto il "controllo del vicinato". Questo serviva una volta per tutte a superare i campanilismi perché vedeva maggioranza e opposizione lavorare per un unico obiettivo: La sicurezza. Mi sarei aspettato una telefonata per incontrarci e ragionare sul da farsi e invece il nulla. Non si può più aspettare, non possiamo più subire e rimanere immobili davanti a questi continui attacchi.
Se il sindaco rimarrà ancora nel suo silenzio mi vedrò costretto a chiedere all' Associazione Nazionale Il Controllo del Vicinato e alle forze dell'ordine di unirsi per sensibilizzare la cittadinanza affinché diano vita ad una coesione sociale che guardi alla sicurezza del nostro paese. La gente è stanca e deve essere protetta, deve poter vivere con la serenità che il nostro piccolo paese aveva".
"Solidarietà al carabiniere e alle forze dell'ordine. Comunque vada a finire, siamo dalla parte di chi stava in divisa, cioè quello che stava dalla parte giusta". Così un gruppo di manifestanti della Lega Nord, un centinaio circa, che hanno protestato davanti alla caserma dei carabinieri di Monte San Giusto come gesto di vicinanza all'appuntato che ha colpito, uccidendolo, un ladro, l'albanese Klodjan Hysa, che tentava di investirlo a bordo di un'auto durante una fuga.
"Il primo blocco mentale da superare - ha detto il segretario della Ln Marche Luca Rodolfo Paolini - è non dare per scontato che il cittadino è sovrano. E poi, in fatti come questo, bisogna partire subito dal presupposto di legittimità dell'azione del carabiniere. E basta dire che il ladro morto era un bravo ragazzo!". Era presente anche la consigliera regionale Marzia Malaigia. Tanti anche i residenti, esasperati, scesi in piazza. Era presente anche il sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini. Era attesa la telefonata del leader nazionale del Carroccio Matteo Salvini, che però non è arrivata.
"Sono qui in seguito al grave, drammatico episodio accaduto venerdì. L'Arma è vicina ai suoi uomini, che sono come figli, non li lasciamo mai soli. Pagheremo l'assistenza legale per l'appuntato". Così il generale Salvatore Favarolo, comandante dei carabinieri delle Marche, in visita a Monte San Giusto. Qui il 24 febbraio un ladro albanese, Klodjan Hysa, 35 anni, è stato ferito mortalmente da un colpo di pistola partito forse accidentalmente dall'arma di ordinanza di un militare, mentre tentava di scappare a bordo di un'auto rubata e di investire i Cc di pattuglia.
''Ho incontrato l'appuntato - ha detto Favarolo -, è sereno, come chi sa di avere la coscienza a posto e di aver fatto il proprio dovere. La sua è stata una reazione a un'azione. Non può sentirsi in colpa per quanto accaduto. Ho sentito parlare di encomi, ma questo non è tempo di medaglie, non è il momento di fare valutazioni. Pensiamo a gestire il presente. Riponiamo piena fiducia nella magistratura''. (Ansa)
È morto Klodjan Hysa, il 35enne albanese ferito da un colpo di pistola alla testa sparato da un carabiniere che gli aveva intimato l'alt a Monte San Giusto e che l'uomo aveva tentato di investire, fuggendo a bordo di un'auto rubata. Il decesso è avvenuto nell'ospedale di Macerata alle 9:30, orario dichiarato dalla commissione medica, che con un controllo di sei ore e mezzo ha verificato la totale assenza di segni vitali e di attività cerebrale.
Alle 16 Hysa, che era stato ufficialmente riconosciuto dal padre, giunto appositamente dall'Albania, è stato staccato dai macchinari. Ora il corpo è a disposizione della Procura. Cambia l'ipotesi di reato per il carabiniere, da lesioni colpose gravissime per eccesso di legittima difesa a omicidio colposo per eccesso di legittima difesa. Le condizioni del 35enne, che faceva parte di una banda dedita a furti in appartamento, erano apparse subito disperate.Sono ancora ricercati due complici, con cui aveva messo a segno alcuni colpi a Monte San Giusto (ANSA).
Carabiniere di 45 anni, padre di due figli, muore a Monte San Giusto, travolto dall'auto in fuga di un malvivente. Quali sarebbero state le reazioni? Quali sarebbero stati i titoli dei nostri giornali? Di cosa staremmo parlando oggi?
Invece no. E' successo che il carabiniere di 45 anni, padre di due figli, carriera immacolata, mai un colpo sparato in servizio dall'arma di ordinanza, ha sparato prima di essere investito, centrando alla testa il malvivente in fuga. E sui social si scatena la guerra fra colpevolisti, innocentisti, ha fatto bene, ha fatto male, ha fatto e basta.
E dal piano etico si è immediatamente scivolati sul piano politico: chi difende l'operato del carabiniere viene bollato come "fascista", chi ritiene che il militare abbia esagerato premendo il grilletto è invece il "buonista" di turno. E in tutto questo ecco intervenire la politica, in primis il leader della Lega Matteo Salvini che preannuncia la sua presenza sabato a Monte San Giusto e chiede un encomio per l'appuntato che ha sparato.
Siamo sicuri di voler lasciare in mano alla Lega e a Salvini la difesa del carabiniere? Francamente no. Non ne siamo sicuri per niente. Se la dinamica dei fatti sarà confermata dalle indagini, sarebbe ignobile lasciare che sia Salvini a ergersi a salvatore della Patria e difensore delle istituzioni. D'altronde, come si fa a chiedere l'encomio per chi, eventualmente, non ha fatto altro che il proprio dovere (merce estremamente rara di questi tempi...)?
Eppure, al di là di quelle dei singoli cittadini (Monte San Giusto si è espressa chiaramente all'unisono...), non si sono levate voci da parte di nessuno, oltre la Lega, a difesa dell'istituzione Arma dei Carabinieri nelle vesti dell'appuntato coinvolto in questa tragedia. Se fosse accaduto il contrario, se a lasciarci le penne fosse stato il militare, già saremmo stati subissati di comunicati di cordoglio, vicinanza, affetto, e coccodrilli di ogni tipo. Con tanto di funerali di Stato. Dov'è quello Stato adesso?Intanto l'appuntato è stato indagato. Un cosiddetto atto dovuto. E ci mancherebbe altro che non fosse stato indagato: ha ammazzato una persona bisogna fare chiarezza su come sono andate le cose...
E' giusto, quindi, che il carabiniere subisca un'investigazione, come succede sempre in questi casi.Non è giusto pero' che venga condannato, se l'investigazione confermerà le dinamiche dell'accaduto descritte nell'immediatezza dei fatti.
Una precisazione dobbiamo comunque farla: il carabiniere è indagato e non imputato e c'è una grossa differenza. L'indagato è solo una persona sottoposta ad indagini preliminari, all'esito delle quali eventualmente il P.M. potrà anche chidere l'archiviazione degli atti. L'imputato è una persona che è sottoposta in tutto e per tutto ad un processo penale. Quindi non stiamo parlando di una condanna per omicidio (colposo legato ad eccesso di legittima difesa, ndr), ma di una procedura standard per verificare l'effettiva dinamica di quanto accaduto.
Purtroppo, quella che era nata come una norma a tutela dell'indagato è diventata una sorta di gogna mediatica, basandosi sul vecchio principio popolare secondo cui "se qui tuona, da qualche parte sta piovendo".
Detto questo, è chiaro che la vita delle persone oneste, quelle che non si sognerebbero mai di andare a mettere in pericolo volutamente la vita degli altri, debba essere tutelata in maniera prioritaria rispetto a quella di uno che per sua libera scelta ha deciso di dedicarsi al crimine. E che nel far ciò non si preoccupa minimamente di spedire all'altro mondo chiunque rappresenti un ostacolo al suo modo di vivere o a ciò che egli intenda realizzare. Ma proprio per questo non si può lasciare in mano a Salvini la difesa dell'ovvio.
La vicenda emotivamente sta coinvolgendo molto e da più parti si richiama all'equilibrio. Ma non vogliamo che col termine "equilibrio" si tenti di far passare quello che ormai è divenuto consuetudine, ossia dover subire (in nome di un concetto di "civiltà" tanto caro al politically correct) tutti i soprusi, perchè "nessuno tocchi Caino" (mentre Abele se la può prendere anche in saccoccia, no?), il Beccaria e via di slogan che appaiono talmente scollati dalla realtà da far pena solo a nominarli.
La realtà è che la gente è esausta, non ne può più di vivere nella paura, nell'incubo che qualcuno entri nella sua casa e non solo porti via oggetti e ricordi, ma metta a repentaglio la vita sua e dei suoi figli. Questa non è civiltà.
Se qualcuno ha sbagliato paghi. Ma non in nome di una "civiltà" che oggi viene calpestata e violentata da chi ha perso anche quella che un tempo era una sorta di "deontologia del crimine". Seminando il terrore fra la gente.
E' stato riconosciuto dal padre, nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale di Macerata dove versa in condizioni disperate, Klodjan Hysa, 35 anni da compiere, albanese, ferito da un colpo di pistola sparato da un carabiniere che gli aveva intimato l'alt a Monte San Giusto.
Il 35enne aveva tentato di investire il militare e un suo collega, la sera del 24 febbraio durante la fuga a bordo di una Fiat Bravo rubata a Terni. Il genitore del 35enne, arrivato dall'Albania insieme a un altro familiare, si è recato in ospedale con l'avv. Maurizio Cacaci, che ha già depositato la nomina come legale di parte offesa. Stando ad una prima ricostruzione, Hysa sarebbe stato colpito nella parte occipitale del capo dal proiettile sparato dalla pistola d'ordinanza dell'appuntato, una Beretta cal. 9. Il carabiniere è indagato per lesioni gravissime colpose da eccesso di legittima difesa: sostiene che non voleva sparare. (Ansa)
La Lega Nord annuncia per sabato 4 marzo un presidio davanti alla stazione dei carabinieri di Monte San Giusto. E potrebbe partecipare anche il leader del partito Matteo Salvini, che ieri ha proposto un encomio per il carabiniere a cui è partito un colpo, due giorni fa in via Don Minzoni, che ha colpito alla testa un ladro in fuga. L'uomo, ora in coma, non aveva rispettato l'alt dei militari, e, anzi, avrebbe tentato di investirli con un'auto rubata. Il carabiniere, la cui arma è stata sottoposta a sequestro penale per questioni probatorie, è indagato per lesioni colpose gravissime legate a eccesso di legittima difesa.
Atteso in settimana l'esito dell'esame balistico. Il ladro è stato centrato in pieno alla testa dal proiettile, che prima è andato a rimbalzare sul montante sinistro della Fiat Bravo rubata. Klodjan Hisa, questo uno dei tanti alias del ferito, che a questo punto figura nelle carte dell'inchiesta, si trova nel reparto di Rianimazione, attaccato a macchinari.
Tutta Monte San Giusto (poco più di 8.000 abitanti) sta dalla parte del carabiniere dalla cui pistola è partito un colpo che ha raggiunto alla testa un ladro in fuga a bordo di una Fiat Bravo, risultata rubata a Terni. L'uomo, ora clinicamente morto, stava tentando di investire il militare e un suo collega che gli avevano intimato l'alt, venerdì poco prima delle 19, in via Don Minzoni. Il carabinieri è indagato per lesioni colpose gravissime per eccesso di difesa.
Ma lui "lui "ha fatto solo il suo dovere - dicono all'unisono gli abitanti del paese -, e cioè quello di proteggere i cittadini. Cos'altro avrebbe dovuto fare? Stiamo dando vita a un comitato di difesa per lui e presto sarà pronto un conto corrente a sostegno di lui e dei suoi famigliari. Ci sono carabinieri di mezza Italia che si sono dichiarati disponibili a versare soldi su quel conto". Intanto è caccia ai suoi due complici, che erano stati visti pomeriggio aggirarsi nei pressi delle case di via Don Minzoni. (Ansa)
E' stato identificato il giovane ferito in maniera irreversibile da un colpo di pistola sparato da un carabiniere a Monte San Giusto. Si tratta di Klodjan Hysa, 35 anni, albanese.
Per lui, ricoverato nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Macerata, i medici hanno dichiarato la morte clinica: non c'è nessuna possibilità che possa riprendersi.
Nel frattempo, ieri mattina l'appuntato di 45 anni originario di Bari indagato per lesioni gravissime colpose da eccesso di legittima difesa, è stato ascoltato in tribunale a Macerata. Accompagnato dal suo legale, il militare avrebbe confermato la versione fornita subito agli inquirenti: "Abbiamo intimato l’alt a quel ragazzo, lui è salito in auto e ha cercato di investirmi. Avevo la pistola in mano ed è partito un colpo. Non volevo sparare, non volevo sparare". L'appuntato ha anche confermato che è stata la prima volta in cui ha premuto in vita sua il grilletto dell'arma di ordinanza.
Inevitabili, tante e molteplici le reazioni ai tragici fatti di venerdì sera a Monte San Giusto. Ma il sentimento più comune, specialmente fra i cittadini sangiustesi, è quello di vicinanza all'Arma e all'appuntato 45enne che da oggi è ufficialmente indagato per lesioni gravissime legate ad eccesso di legittima difesa. E così, è subito partita una macchina della solidarietà per aiutare il militare a sostenere le inevitabili spese legali che si troverà a sostenere.
A lanciare l'appello è il dottor Giuseppe Sardini che chiede anche all'amministrazione comunale di Monte San Giusto di intervenire concretamente.
"La macchina della "giustizia" si è messa in moto. Arma sequestrata al Carabiniere. Indagine in corso. Sicuro "atto dovuto" con avviso di garanzia per un reato odioso a tutto il Popolo come "l'eccesso di legittima difesa". Sono cose lunghe e penose per i militari che ci passano per aver fatto il proprio dovere e per le loro famiglie. Probabile sospensione dal servizio e - peggio ancora - dello stipendio. E' di un paio di giorni fa la notizia che un poveruomo si è visto condannare anche al risarcimento del delinquente cui aveva sparato.Speriamo non capiti al nostro amico, ma cominciamo subito a difendere concretamente il nostro Carabiniere.
Chiediamo" dice Sardini "all'Amministrazione Comunale due cose veloci:1) conferma che si costituirà parte civile contro i delinquenti nel caso di rinvio a processo del Carabiniere di Monte San Giusto.2) apertura immediata di un conto corrente bancario per le spese legali di difesa e di mantenimento della famiglia, qualora gli venisse sospeso lo stipendio. Comunicazione mensile pubblica delle entrate su tale conto corrente.Se non lo fa l'Amministrazione Comunale, lo faccio personalmente io.Quanto alla Costituzione di Parte Civile in un eventuale e probabile processo, se l'Amministrazione Comunale non intendesse o non potesse procedere a difesa degli interessi della sua cittadinanza, costituiremo un Comitato Cittadino di Difesa cui dovranno aderire tutte le famiglie sangiustesi che non ne possono più.Le chiacchiere stanno a zero. Facciamo per una volta un passo concreto nei confronti di chi rischia la vita per cercare di proteggerci.Dobbiamo sentirci tutti uniti in questa vicenda che non riguarda solo qualcuno di noi, ma l'intera comunità sangiustese".
E' ufficialmente indagato per lesioni gravissime collegate a eccesso di legittima difesa l'appuntato dei carabinieri di Monte San Giusto che venerdì sera ha sparato a un ladro, centrandolo alla testa. Il giovane, apparentemente sui trent'anni e senza documenti ma probabilmente di origine albanese, deve ancora essere identificato ed è praticamente tenuto in vita solo dai macchinari nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Macerata. Non c'è alcuna speranza che possa sopravvivere.
Al carabiniere, 45 anni, originario di Bari, sposato con due figli, è stata anche ritirata la pistola di ordinanza. Sul fronte delle indagini, l’avvocato Sandro Evangelisti ha ricevuto dal pm Enrico Riccioni l’incarico di svolgere la perizia balistica.
La ricostruzione dei fatti: i carabinieri in borghese intorno alle 19 di venerdì stavano svolgendo un servizio in borghese mirato alla repressione dei furti. Ricevono la segnalazione di alcuni cittadini in merito a una Fiat Bravo grigia sospetta. I militari si mettono alla ricerca dell'auto e riescono a rintracciarla, ma la persona al volante riesce a scappare. Poco più tardi ritrovano l'auto posteggiata in via Don Minzoni e si mettono ad aspettare che qualcuno torni a prenderla. Infatti, nel giro di pochi minuti vedono un giovane correre verso l'auto. I carabinieri gli gridano di fermarsi, ma il ragazzo riesce a salire in macchina e a mettere in moto. Davanti a lui i militari. E' a questo punto che parte il colpo fatale. Nell’auto sono stati trovati un piede di porco e un cacciavite, mentre il ladro aveva addosso alcuni gioielli.
È clinicamente morto il giovane raggiunto alla testa da un colpo di pistola partito dall'arma di ordinanza di un carabiniere ieri sera a Monte San Giusto (Macerata), mentre, alla guida di un'auto rubata stava tentando di investire due militari in borghese, impegnati nei controlli per alcuni furti in appartamento. Il giovane, dell'apparente età di 30 anni, non è stato ancora identificato: in tasca aveva un certificato albanese, ma nessun documento.
Potrebbe tra l'altro avere molti alias, ma le condizioni del volto rendono difficile una comparazione fotografica. Per un riconoscimento formale si dovrà probabilmente ricorrere alle impronte digitali. Il caso è seguito dal pm di Macerata Enrico Riccioni, che ha disposto una perizia balistica. In base alle prime informazioni, sembra che il proiettile abbia colpito il montante sinistro dello sportello di guida dell'auto finendo nella testa della vittima, senza fuoriuscirne. (Ansa)
Il terremoto ha purtroppo lasciato il segno ovunque.
Ciò è avvenuto anche per la sede dell’Avis di Monte San Giusto, dichiarata inagibile dallo scorso novembre.
Ad oggi si brancola nel buio e non si sa quale debba essere la sua sorte.
Data l’importanza del servizio di donazione che l’Avis presta da 35 anni nel nostro territorio, in veste di consiglieri di opposizione abbiamo presentato un’interrogazione consiliare al Sindaco Gentili per conoscere quale sia l’attuale situazione e se vi siano possibilità di una prossima ripresa dell’attività dell’associazione nella propria sede.
Abbiamo dato la nostra disponibilità per trovare insieme agli attuali amministratori una soluzione alla problematica, anche nella eventuale ricerca di altro immobile nel nostro Comune ove l’associazione possa temporaneamente svolgere il proprio servizio.
Vero è che l’AVIS al fine di garantire la continuità del servizio di donazione, sta operando con l’ausilio del centro trasfusionale di Civitanova Marche, ove i donatori possono recarsi previo appuntamento telefonico. Altrettanto vero è che tale situazione ingenera inevitabili disagi ed oggettive difficoltà per tutti coloro che da anni rendono questo nobile servizio alla cittadinanza, con il rischio di una graduale diminuzione dei soci donatori per il protrarsi di tale situazione di difficoltà operativa.
Le ferite lasciate nel nostro territorio dai drammatici eventi sismici che lo hanno colpito sono grandi e difficili da rimarginare.
Riteniamo che laddove si possa intervenire per ripristinare quanto prima la normalità, abbiamo l’obbligo di fare tutto quanto possibile perché ciò avvenga.
A maggior ragione ciò vale se si tratta di tutelare la difesa di importanti servizi sociali resi alla cittadinanza, come quello offerto da anni dall’associazione Avis di Monte San Giusto.
Tale il senso della nostra azione che ci auguriamo possa trovare condivisione ed unità d’intenti con gli attuali amministratori.
Dinamiche ancora tutte da accertare in merito alla sparatoria che si è verificata ieri sera a Monte San Giusto, a seguito della quale un uomo si trova ricoverato in condizioni disperate all'ospedale di Macerata dopo essere stato colpito da un proiettile alla testa.
A sparare è stato un carabiniere che avrebbe colto l'uomo mentre stava mettendo a segno un furto. I fatti si sono verificati fra via Don Minzoni e via Valle. Secondo una prima, ancora molto sommaria ricostruzione, il carabiniere avrebbe estratto la pistola di ordinanza da cui è partito il colpo che ha centrato il ladro alla testa. Pare che il militare abbia dichiarato di aver voluto evitare l'auto a bordo della quale l'uomo stava cercando di scappare e che stava per investirlo. Dalla sua arma sarebbe partito accidentalmente il colpo di pistola. La macchina a bordo della quale si trovava il ferito, che era da solo e non aveva con sè i documenti, è risultata essere stata rubata a Terni. Dai tratti somatici sembrerebbe trattarsi di una persona dell'est Europa. Addosso aveva oggetti molto probabilmente provento di furti. Ora si trova ricoverato in rianimazione ma le sue condizioni sono estremamente critiche. Sui fatti ha aperto un fascicolo la Procura della Repubblica di Macerata.
Il militare coinvolto è un appuntato originario di Bari, da diversi anni in servizio a Monte San Giusto. Per lui si prospetta inevitabilmente un avviso di garanzia.