é giunta all’ultima settimana la missione di scavo archeologico che l’Università di Macerata conduce nei siti di Pollentia-Urbs Salvia e di Villamagna, nel territorio di Urbisaglia (MC). I risultati saranno presentati in occasione di un evento pubblico giovedì 27 giugno alle 17,30 al teatro comunale di Urbisaglia. Saranno presenti il direttore della missione prof. Roberto Perna, l’archeologo Stefano Finocchi e il prof. Gianfranco Paci che ribadisce come si tratti di “un’occasione importante per rafforzare quel legame fra comunità e territorio alla base di ogni processo di tutela e valorizzazione”.
Un’équipe del Dipartimento di Studi Umanistici, diretta da Roberto Perna e formata da tecnici e collaboratori dell’Ateneo maceratese, tra i quali Marzia Giuliodori, David Sforzini, Riccardo Carmenati e Yuri Marano, ha coordinato per un mese studenti italiani e stranieri nelle attività di ricerca.
Gli scavi sono stati riavviati per il venticinquesimo anno, riprendendo le indagini interrotte nell’estate del 2018, grazie a due concessioni del Ministero dei beni culturali coordinate dalla Soprintendente all’archeologia belle arti e paesaggio Marta Mazza e dall’archeologo Stefano Finocchi. Hanno collaborato il Comune di Urbisaglia e della Fondazione Giustiniani Bandini, proprietaria dell’area di Villamagna.
Nell’area urbana di Pollentia-Urbs Salvia il lavoro si è concentrato sul lato nord del foro, dove, sotto le strutture visibili in superficie, è stato possibile indagare un portico di età augustea del quale ancora si conservano parti delle colonne e, sotto di esso, i livelli di distruzione del più antico insediamento che risale ad età romana repubblicana. “Si tratta di una scoperta di grande rilievo – afferma Perna -. Le nostre conoscenze sull’antica Pollentia, così si chiamava il centro urbano, ci consentono di fare luce su dinamiche insediative poco note nel nostro territorio e sulla storia delle città prima che assumesse l’aspetto che oggi conosciamo”.
Sempre in area urbana, diciannove studenti del Liceo classico Leopardi di Macerata, coordinati dalle insegnanti Barbara Menicucci e Raffaella Lattanzi, hanno partecipato agli scavi sul cantiere del Saggio 5, dove imponenti muri e lacerti di pavimentazione testimoniano la presenza di un edificio di grande importanza e prestigio, forse le terme.
“Le indagini di natura archeologica, come in questo caso, coinvolgendo discipline e linguaggi eterogenei che vanno dalle tecnologie informatiche all’archeobotanica, al restauro, guidati e resi coerenti da un approccio storico-archeologico, sono un significativo esempio di quell’ibridazione dei saperi, di quella cross fertilizazion che è alla base di ogni ricerca scientifica moderna”, sottolinea il rettore Francesco Adornato.
Nel sito di Villamagna, un esempio unico a livello nazionale di villa rustica romana al centro di un grande latifondo, gli scavi sono proseguiti per il terzo anno, dopo la loro ripresa nel 2017. “Quest’anno - dichiara Finocchi - le ricerche sono proseguite nella pars rustica della villa, cioè in quella parte dedicata all’attività lavorativa e di trasformazione dei prodotti. Sono venute alla luce vasche in laterizio per la lavorazione dell’olio o del vino, grandi vasi (dolia) utilizzati per contenere derrate alimentari e vasche in terracotta”. Si tratta delle tracce di una intensa attività agricola, che le indagini archeobotaniche in corso, in collaborazione con l’Università di Lecce, sembrano connettere alla viticultura, alla produzione di graminacee e alberi da frutto.
“Le ricerche condotte nel centro urbano e nel territorio di Urbisaglia ed Villamagna - specifica Perna – permettono di acquisire strumenti fondamentali per la tutela e la valorizzazione dei due siti”, che, come ricorda anche il sindaco di Urbisaglia Paolo Francesco Giubileo, che da anni sostiene l’attività di Unimc “possono essere parte integrante di un articolato progetto di valorizzazione territoriale”
“Si tratta solo di un esempio - specifica il direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Carlo Pongetti - dei risultati che l’attività di ricerca condotta dal nostro Dipartimento può portare al territorio, contribuendo alla sua crescita e offrendo un significativo contributo alla vita sociale e produttiva”.
Durante gli scavi l’Ateneo ha avviato il primo “Laboratorio internazionale di metodologie per l’archeologia globale dei paesaggi”, un percorso di approfondimento scientifico al quale hanno partecipato, oltre agli italiani, studenti provenienti da Università ed Enti di ricerca degli Stati Uniti, Gran Bretagna Danimarca Albania e Canada. Come ricorda anche Giuseppe Sposetti, presidente della Fondazione Giustiniani Bandini, che ha fortemente voluto la ripresa degli scavi a Villamagna, “un territorio, proprio a partire dalla valorizzazione dei beni culturali, può trovare un’occasione di rinascita e di crescita economica”.
Non poteva sfuggire all'occhio del paparazzo Guido Picchio ciò che è accaduto ieri sera sul palco dell'Arena Sferisterio a Macerata, durante la serata finale della trentesima edizione di Musicultura. Il noto reporter ha infatti "pizzicato" più di una volta la presentatrice Natasha Stefanenko spostarsi il vestito per mettere in evidenza il profondo e audace spacco.
La Stefanenko, come documentato dalle immagini fotografiche, con lo spostamento continuo dell'abito ha messo in mostra la sua indubbia bellezza, compiacendo la platea.
La presentatrice forse voleva semplicemente pubblicizzare il vestito che indossava visto che lo stesso abito rosso appare nelle immagini all'interno di uno degli articoli del suo blog personale Natasha's Way.
Quando l'Arena dello Sferisterio si è vuotata, Natasha Stefanenko si è messa a dialogare con il compagno Luca Sabbioni che le ha chiesto "Ora cosa facciamo?". Lei, con il microfono del palco aperto, ha risposto "Amore fai il bravo che tra mezz'ora sono a casa".
La Junior Jesina si è presa il Velox. E’ stata scoppiettante, combattuta, ricca di gol e soprattutto infinita la finale della 42° edizione dello storico trofeo per la categoria Allievi disputata ieri sera allo Stadio della Vittoria di Macerata. Sono serviti i calci di rigore per decretare i vincitori del torneo curato dalla Junior Macerata (in collaborazione con la HR Maceratese) e i baby leoncelli l’hanno spuntata, ad oltranza, sui pari età della Fermana. Fatale l’errore dal dischetto nella settima serie, l’unico penalty sbagliato peraltro, calciato alto addirittura dal portiere gialloblu.
Davanti a 700 spettatori, una cornice di pubblico enorme, una marea di allenatori, direttori sportivi e pure Silvio Pagliari (procuratore di svariati big di A), la Junior Jesina dunque è riuscita a spodestare la Fermana che, da campione in carica, sognava la doppietta- dinastia. Il club di Lega Pro comunque si consola con il trionfo una settimana fa nel 31° Velox Giovanissimi.
La sfida, condita da enorme tensione sulle panchine, era stata sbloccata dai ragazzi di mister Favi grazie a Piermattei. La Fermana però era stata in grado di ri-equilibrare e pure ribaltare il match con la doppietta del’interessante Cardinali. All’intervallo si andava di nuovo in parità grazie al talentuoso Onourah. Alla ripresa ecco che Marini trovava il pertugio del 3-2, a quel punto la Fermana aveva anche due palle-gol in sequenza per chiudere i giochi, ma i baby di mister Scoponi le sciupavano. E puntuale arrivava il 3-3 siglato da Italia.
Ospite della cerimonia di premiazione è stato l’arbitro di serie A Gianluca Sacchi, sono intervenuti tra gli altri il presidente della Figc Macerata Guido Andrenelli, il presidente dell’Aia Macerata Andrea Fugante, il consigliere regionale dell’Avis Paolo Gobbi e naturalmente i presidenti di Junior Macerata e HR Maceratese Marcello Temperi e Alberto Crocioni.
Queste le formazioni:
Fermana: Fatone, Diouane, Pezzoni, Lorenzoni, Tarulli, Germani, Marini, Ouardi, Cardinali, Grassi, Vitali. A disposizione: Bonifazi, Alessandrini, Ogievba, Confaloni, Liberati, Mammalucco, Del Rosso, Polini, Bianchini. All. Scoponi
Junior Jesina: Agostinelli, Zokou, Balducci, Molinari, Maccaroni, Rossetti, Onourah, Balardinelli, Piermattei, Rango, Korchi. A disposizione: Latini, Sanfilippo, Fratoni, Marasca, Asta, Italia. All. Favi
Arbitro: Leonardo Salvatori di Macerata
Arena Sferisterio gremita per la serata finale di Musicultura 2019. A far ballare il pubblico maceratese, prima della proclamazione del vincitore dell'edizione di quest'anno, ci ha pensato Angelique Kidjo proponendo l'intramontabile "Pata Pata" della cantante sudafricana Miriam Makeba. Gli oltre 2500 spettatori dell'Arena non hanno resistito al ritmo trascinante della canzone e si sono alzati in piedi per scatenarsi nelle danze.
Quella dell'artista beninese è stata l'ultima esibizione prima dell'incoronazione di Federico Lettieri come vincitore del Festival, così come annunciato da Enrico Ruggieri. Il cantautore napoletano, visibilmente commosso, ha ricevuto il premio di 20 mila euro offerto da Ubi Banca sul palco dello Sferisterio.
In precedenza il pubblico era stato incantato da Daniele Silvestri e dal rapper Rancore: guarda qui
Ecco il video della performance di Angelique Kidjo allo Sferisterio di Macerata:
Il fatto è avvenuto in via Telesforo Carradori a Macerata.
Erano le 11:45 circa di questa mattina quando una Mini Cooper, probabilmente alimentata a metano, ha incominciato a prendere fuoco.
Ad accorgersi della colonna di fumo è stato un abitante della zona, il quale ha subito allertato i Vigili del Fuoco.
I pompieri giunti sul posto hanno immediatamente spento il principio di incendio e messo in sicurezzza l'area.
Il proprietario della vettura non risulta al momento reperibile.
È Francesco Lettieri il vincitore della trentesima edizione di Musicultura: a lui vanno i 20mila euro offerti come premio dalla Ubi Banca.
Ad aprire la serata finale della trentesima edizione di Musicultura Enrico Ruggeri con una emozionante interpretazione di "Quello che le donne non dicono".
"Io c'ero 30 anni fa alla prima di Musicultura e sono contento di esserci ancora oggi perché questa è una cosa importante per la musica italiana" ha esordito Ruggeri, un conduttore che ha sempre saputo tenere alta l'attenzione della platea dello Sferisterio, gremito in ogni ordine di posti, accompagnato da Natasha Stefanenko.
Il primo a salire sul palco è stato proprio il vincitore della finale Francesco Lettieri con "La mia nuova età", poi Lavinia Mancusi con "Ninù". L'attrice Carlotta Natoli ha poi interpretato il monologo "Guerra" di Achille Campanile del 1933. Un saluto, dalle prime file dello Sferisterio, anche da Mirkoeilcane, vincitore della 28esima edizione di Musicultura. "Mi è venuta la pelle d'oca stando qui - il commento del cantautore romano -. Ho sentito le prime due canzoni e sono bellissime: complimenti ragazzi e beati voi che state li, vorrei esserci io".
A salire sul palco è stato poi Francesco Sbreccia con "Tocca a me" e infine Gerardo Pozzi con "Badabum".
È stata poi la volta di Daniele Silvestri. Il cantante, con i suoi oltre 25 anni di carriera, di impegno e di coraggio ha portato sul palco di Musicultura "Le navi" e "La mia casa". "Parliamo di vite affidate al male e alla disperazione in questi testi - ha esordito -. La prima canzone l'ho scritta anni fa, quando parlare di migranti non era un atto politico ma umano. Dobbiamo sentire il mondo come un'unica casa, non costruiamo muri."
Silvestri ha infine salutato il pubblico dello Sferisterio con il suo nuovo brano "Prima che".
"La musica deve essere aperta e deve sapersi reinventare: dobbiamo rompere le regole e creare sempre qualcosa di nuovo" così Rancore ha salutato l'arena maceratese dopo aver cantato due suoi brani e "Argento vivo", il pezzo che si è aggiudicato ben tre premi nell'ultima edizione del Festival di Sanremo, con Daniele Silvestri.
È stata l'artista Angelique Kidjo a scaldare il palco e la platea dello Sferisterio, che non ha affatto declinato l'invito a danzare, con le sue hit. La cantante stata poi premiata dal Rettore Unicam, Claudio Pettinari e da Pamela Lattanzi dell'Unimc perché "una cosa è declamare in astratto i valori universali della musica, un'altra cosa è condividerli. Angelique rappresenta l'Africa che invita alla condivisione dei sentimenti e dei destini". Kidjo ha ringraziato per il riconoscimento spiegando che "le nostre differenze sono le nostre ricchezze."
È stato Enrico Ruggeri a decretare il vincitore, premiato dalla platea dello Sferisterio, della trentesima edizione di Musicultura. Francesco Lettieri, con il brano "La mia nuova età", si è aggiudicato il premio di 20mila euro messi in palio della Uno Banca.
A Enzo Savastano, con il suo brano "Le mogli dei cantanti famosi" è andato il premio della critica. Il primo cittadino di Macerata, Romani Carancini, ha annunciato, nel corso della serata, che le prossime audizioni di Musicultura si svolgeranno al Lauro Rossi.
Una grande festa quella che si è svolta ieri sera presso la villa a Macerata, in via dei Velini, di Paolo Nardi, patron della Moto Nardi di Piediripa. 70 anni di attività: questa l'occasione che ha unito istituzioni, amici e dipendenti.
Una grande soddisfazione quella di Paolo e della sua famiglia. Insieme alla moglie Eliane, alle figlie Veruschka e Natascia, al genero Vincenzo e ai nipoti, il titolare della Moto Nardi ha tagliato ieri il traguardo dei 70 anni di attività, un'esperienza iniziata nel 1949 dal padre Luigi e che Paolo è riuscito a portare avanti con dedizione, impegno e sacrificio. In questi anni, il titolare della Moto Nardi ha fatto crescere la sua realtà anno dopo anno fino a diventare concessionario Piaggio della Provincia.
Presenti ieri sera il Presidente della Provincia Antonio Pettinari, il primo cittadino Romano Carancini, che ha omaggiato Paolo Nardi con un riconoscimento, il primo Dirigente della Polizia di Stato e Dirigente della Divisione Anticrimine di Macerata Andrea Innocenzi e i tanti amici e dipendenti dell'Azienda. Ospite anche la Miss Marche Taryn Piccinini, reduce dal giro d'Italia come ombrellina. A condurre la serata Marco Moscatelli.
Oltre all'ottimo cibo del catering del Parco Hotel di Giuseppe Giustozzi, ad allietare la serata, trascorsa in totale allegria e divertimento, anche la musica e la proiezione delle immagini sulla parete della villa di Paolo Nardi che hanno permesso di ripercorrere insieme ai presenti, la storia dell'Azienda.
A stupire i presenti anche la scultura in ghiaccio, realizzata dall'artista Graziano Re, della classica Vespa, da sempre sinonimo delle due ruote. Un amore per i motocicli, quello di Paolo e della sua famiglia, che speriamo continui ancora a lungo e collezioni altrettanti successi!
Quattro generazioni, una produzione di 300 sassofoni l’anno, l’80% destinata a tutti e cinque i continenti. Collaborazioni con artisti mondiali come Joe Lovano, Jimmy Greene, Bob Berg, Michael Brecker, Gerry Mulligan, Pietro Tonolo e Stefano “Cocco” Cantini: questa la storia dei (quasi) 150 anni della Borgani di Macerata, raccontata dal titolare Orfeo, amante della musica classica, di quella degli anni ’70 e ’80 e, ovviamente, del jazz.
L’Azienda nasce nel 1872 dal fondatore Augusto, bisnonno di Orfeo, a Loro Piceno. “Lui ha da sempre avuto una grande passione per la musica e decise di intraprendere la strada della costruzione di strumenti musicali – ci spiega Orfeo, oggi Dirigente dell’Azienda -. Ciò che stupisce, in merito alla sua storia, è che la spinta imprenditoriale del mio bisnonno arriva a metà dell’Ottocento da un piccolo paese delle Marche che, certamente, non era una delle Regioni più evolute. Egli decise di istruire i suoi quattro figli per seguire una visione imprenditoriale a lungo termine e gettare quindi le basi per un’azienda con una mentalità moderna.”
“Qualche anno dopo l’Azienda si sposta poi a Macerata, principalmente perché qui c’è la ferrovia – ha proseguito Orfeo -. Il nostro vero cambiamento avviene negli anni ’80. Dopo il boom economico dei vent’anni precedenti, nel ’68, iniziano le prime lotte sindacali: prima si lavorava per prezzo e non per qualità. Se non si era seguita questa linea negli anni si veniva buttati fuori dal mercato. Molte aziende non hanno capito che i tempi stavano cambiando e, per molte di loro, è arrivata la crisi. Noi siamo riusciti a farlo e abbiamo dato ai nostri clienti un servizio di qualità che non si ferma alla vendita dello strumento ma inizia molto prima e prosegue soprattutto dopo: è in questo che dobbiamo essere competitivi. Soprattutto dato che i nostri concorrenti (quattro in tutto il mondo) sono delle multinazionali: tra questi anche la Yamaha.”
“Nell’ultimo periodo abbiamo puntato molto a incrementare nei giovani l’insegnamento della musica, una cosa che in Italia non è mai avvenuta – ha osservato Orfeo -. La musica non è una materia curricolare e, in questo modo, sono gli stessi ragazzi a sottovalutarla. Anche il fatto che un capoluogo di provincia come Macerata non sia dotato di un Conservatorio o di un Liceo Musicale, penso sia un fatto negativo.”
“Da circa un anno, abbiamo dato vita all’Associazione Accentum e, tramite un progetto pilota, abbiamo pensato di poter divulgare la musica suonata nell’età prescolare ed elementare, proponendo anche un saggio finale per i ragazzi. Il bello degli strumenti a fiato è anche quello: suonare tutti insieme e socializzare. Quello dell’insegnamento e dell’informazione è però un problema italiano che dovrebbe essere risolto. A tal proposito, sempre in collaborazione con l’Associazione Accentum e l’Anbima Marche, abbiamo ideato e realizzato il primo corso di formazione in Italia per l’avvio alla pratica strumentale. Tale corso suddiviso in 3 moduli, svoltosi da gennaio ad aprile, per un week end al mese, con 3 Insegnanti tra i più qualificati in Italia, è stato una delle prime importanti iniziative ideate proprio per aiutare la diffusione della musica.”
Quando Orfeo parla però delle sue creazioni, gli occhi si riempiono di orgoglio e soddisfazione. “I nostri sassofoni sono prodotti altamente artigianale e personalizzati. Lavoriamo infatti con il singolo Artista e lo strumento, il più giovane di quelli a fiato, viene realizzato su misura in base alle sue esigenze artistiche e musicali – ha spiegato nel dettaglio il patron della Borgani mentre il noto sassofonista Stefano Bedetti stava provando il suo strumento nell’altra stanza –. È un lavoro di grandissima precisione, che richiede delle capacità specifiche e che non tutti sono in grado di fare. Lavoriamo con alcuni specialisti e riparatori che sono tra i migliori a livello mondiale. Il tempo che ci vuole? Bè è un lavoro che non può essere quantificato perché lo stesso artista viene qui, prova lo strumento, torna a casa, ascolta le registrazioni e poi decide. Da lì inizia la produzione del sassofono che può essere modificata in itinere. Le modifiche più importanti sullo strumento sono avvenute negli anni ‘60 ma le ultime innovazioni sul Sassofono sono le nostre, realizzate tra gli anni ’90 e 2000: per noi questo è un motivo di grande orgoglio. Costruiamo infatti lo strumento in sette leghe sonore diverse che danno altrettanti suoni diversi”.
Quando gli chiediamo se il territorio ha penalizzato o meno l’Azienda, Orfeo ci risponde raccontandoci un aneddoto di qualche anno fa. “Mi colpì ciò che notò un nostro amico musicista arrivato dal Brasile che, giunto a Macerata mi disse ‘ho impiegato più tempo per arrivare da Bologna a Macerata che dal Brasile all’Italia’. La penalizzazione quindi c’è ed è notevole perché spesso è sinonimo anche di rinunce, ma la nostra volontà è quella di rimanere sul territorio, un territorio che spesso sembra non apprezzare la nostra professionalità.”
Un rapporto, quello con gli artisti internazionali con i quali la Borgani collabora, che va oltre al semplice momento lavorativo. “Mulligan quando veniva in Italia per suonare, lasciava sempre due posti riservati per mio padre: questo per far intendere il rapporto di amicizia e umano che c’era. Gli stessi artisti di livello internazionale hanno permesso alla nostra azienda di compiere negli anni una vera e propria crescita: interfacciarsi con i massimi esperti del settore ci ha portato a produrre solo il top di gamma.”
Quella di Orfeo Borgani è una visione imprenditoriale di qualità e a lungo termine che però, non sembra trovare riscontro nell'attuale situazione economia italiana. “Penso che, nel nostro Paese, si sia distrutto l’artigianato a favore della grande azienda che fa massa – ci ha spiegato -. Il dramma della nostra economia è che è difficile trovare manodopera perché il mondo stesso è cambiato. Io stesso sono stato invitato all’Università di Verona per tenere una lezione sulla mia Azienda con il professor Sergio Noto: sono soddisfazioni certamente ma sono cose che succedono fuori da casa nostra perché qui non mi è stato mai chiesto nemmeno un parere in merito a contesti relativi al mio ambito professionale. Credo sia nostro dovere investire sulla formazione e sull’informazione e creare un circuito affinché la gente venga a Macerata.”
Sabato 22 giugno l'Istituto San Giuseppe di Macerata ha festeggiato la chiusura dell’anno scolastico e presentato il lavoro conclusivo del Progetto WE ARE DROPS.
WE ARE DROPS - presentato durante la festa dello scorso anno - è un progetto a cui artisti e scienziati da tutte le parti del mondo hanno lavorato insieme ai bambini di altre città per generare amore, stupore e consapevolezza in gocce piccole e grandi, per preservare e proteggere l'elemento Acqua nella sua bellezza e salubrità.
Ora anche a Macerata, grazie alla collaborazione con l’artista Giuseppe La Spada, come tante piccole gocce, tutti insieme, grandi e piccoli, all'Istituto San Giuseppe si è iniziata una profonda “immersione” che portato alla scrittura e illustrazione di una storia e alla produzione di un video: “THE FIVE SAVIOURS OF THE SEA” .
Un prodoto realizzato grazie alla collaborazione dell’artista Giuseppe La Spada e dell’ illustratrice Cecilia Gordigiani insieme ai loro insegnanti coordinati da Samuela Giustozzi, Federica Cerquetella e Barbara Paoletti.
Una storia semplice, di denuncia e speranza, di impegno e collaborazione tra uomo e natura per un futuro non più nero e triste ma pieno di speranza e colori.
Tutti i bambini hanno partecipato alla realizzazione del video e della storia, dai piccoli dell’Infanzia ai grandi delle medie, ogni docente ha lavorato al fianco degli esperti per contribuire con le proprie competenze perché tutti avessero la possibilità di approfondire, capire, prendere coscienza del problema dell’inquinamento dei nostri mari ed impegnarsi, loro per primi, per cambiare le cose.
Un tema affrontato in ogni materia, in ogni progetto o laboratorio svolto, capace di coinvolgere più aspetti del sapere e della conoscenza dalle arti figurative alla musica, passando per scienze ed italiano.
La presenza alla festa del Presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche l’Avv Claudio Netti e del Prof. Luca Bracchetti dell’Università di Camerino è stata importante per far capire ai giovani presenti che la situazione del nostro mare e dei nostri fiumi e laghi è sotto controllo, che ci sono dei problemi ma se tutti cambiamo atteggiamento ed avremo una maggiore consapevolezza forse riusciremo a salvare non solo le nostre acque ma anche il nostro pianeta.
Un lavoro svolto in team, collaborando ed unendo competenze e professionalità diverse ma unite dallo stesso amore per la nostra Terra e dall’amore per un futuro meno triste ma denso di speranza ed ottimismo.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato maggiormente il tema della tutela degli animali e nello specifico il caso in cui gli amici a quattro zampe vengano abbandonati dai propri padroni, orrenda circostanza questa spesso posta in essere proprio a ridosso delle ferie estive. Il caso in parola ci offre la possibilità di esaminare giuridicamente tale deplorevole condotta penalmente rilevante. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana alla domanda posta da un lettore di Tolentino che chiede: “Il proprietario di un cane abbandona l’animale ai bordi di una strada proprio prima di partire per le proprie ferie estive senza essere visto da alcuna persona che potrebbe denunciare immediatamente tale fatto alla Polizia Giudiziaria. L’animale viene poi salvato da un passante che denuncia tale ritrovamento all’Autorità Pubblica: quali le responsabilità in capo al proprietario dell’animale?
Il caso di specie ci porta ad analizzare il reato di “Abbandono di Animali”, previsto e disciplinato dall’art. 727 del codice penale, secondo il quale: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”. A tal proposito, il concetto di abbandono va ricondotto alla trascuratezza o al disinteresse verso l’animale e non invece all’incrudelimento nei suoi confronti o all’inflizione di sofferenze gratuite, atteggiamenti questi rientranti, di fatto, nel reato di “Maltrattamento di animali” previsto e punito dall’art. 544- ter del codice penale.
L’abbandono, in ogni caso, non va individuato nella sola precisa volontà di abbandonare l’animale, ma nell’intento più generale di non prendersene più cura nella consapevolezza dell’incapacità dell’animale di provvedere autonomamente a se stesso. Pertanto, nel caso che ci occupa, risulta evidente l’applicazione dell’art. 727 c.p. nei confronti del proprietario del cane abbandonato, il quale, pur non essendo stato visto da alcuna persona, non ha tenuto conto della presenza del microchip addosso all’animale; per tali ragioni, è stato agevole per il Servizio Veterinario, poter risalire al proprietario del cane abbandonato poi denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di abbandono di animali. Il proprietario dell’animale abbandonato, sia in primo grado, sia in Appello, ha tentato di difendersi adducendo il fatto di aver smarrito il cane durante un’uscita, senza però aver presentato alcuna denuncia o comunque aver posto in essere alcun tentativo effettivo di ritrovamento. Per tali ragioni, la Corte di Cassazione, non ha potuto che rigettare il ricorso e confermare la sentenza di condanna, in quanto il comportamento tenuto dal proprietario dell’animale, è rinvenibile nella nozione di abbandono enunciata dal primo comma dell'art. 727 c.p. , la quale postula una condotta ad ampio faggio che include anche la colpa intesa come indifferenza o inerzia nella ricerca immediata dell'animale.
La Suprema Corte quindi specifica che la nozione di abbandono di animali è da intendersi non solo come precisa volontà di abbandonare definitivamente l'animale ma anche come il non prendersene più cura, "ben consapevoli dell'incapacità dell'animale di non poter più provvedere a sé stesso come quando era affidato alle cure del proprio padrone". I Giudici di legittimità concludono, avallando ancor di più la decisione del Tribunale, affermando che il "concetto di abbandono, come delineato dall'art. 727 c.p., implica semplicemente quella trascuratezza o disinteresse che rappresentano una delle variabili possibili in aggiunta al distacco volontario vero e proprio (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 18892/11)."
Nel consigliare a tutti di denunciare prontamente tali spregevoli e pericolosi comportamenti penalmente rilevanti, come sempre rimango in attesa delle vostre richieste via mail dandovi appuntamento alla prossima settimana.
La Menghi Shoes si assicura le prestazioni dell'esperto centrale messinese, incrociato nello scorso campionato durante i Play-Off contro la Elios Messaggerie Catania. Classe 87', Filippo Porcello è un centrale di quasi 200 cm nato e cresciuto sportivamente a Messina, vanta un lungo curriculum maturato soprattutto in serie B. Ha vestito le maglie di squadre importanti come Grosseto, Corigliano, Portomaggiore e Latina, con la quale ha conquistato la finale Play-Off per la promozione in A2.
Il salto di categoria è arrivato nella passata stagione con la Elios Messaggerie Catania, dove ha disputato il campionato di A2 girone blu, diventando un punto fermo della squadra siciliana. Centrale di carattere ed esperienza, Porcello è pronto a vivere con entusiasmo questa nuova avventura in A3 garantendo alla Menghi Shoes centimetri a muro e punti in attacco.
Sarà riaperto, dopo anni di abbandono, il parco di Villa Lauri in viale Indipendenza a Macerata. Martedì 25 giugno, alle ore 17.30, ci sarà una cerimonia e una festa con tutta la cittadinanza, che potrà fruire di questo antico e straordinario polmone di verde all’ingresso della città, nel quartiere Santa Croce.
L’apertura del parco è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra l’Unimc, proprietaria dell’area e che sta ristrutturando la villa all’interno del parco come sede dell’Istituto Confucio, e il Comune che ha realizzato le opere per rendere fruibile un complesso ambientale e storico che risale alla seconda metà dell’800, dimora della famiglia Lauri e successivamente il sanatorio della città.
Le opere realizzate dal Comune, assessorato all’Ambiente, hanno consentito la sistemazione del vialetto d’ingresso al parco e il ripristino della fruibilità e funzionalità di alcune aree verdi mediante potature e messa in sicurezza, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche.
Sono stati inoltre sistemati gli arredi, le panchine già presenti e posizionate di nuove, realizzata l’illuminazione e la segnaletica, compresi anche dei totem informativi sulla storia del parco. La struttura sarà anche dotata di due aule verdi a disposizione della cittadinanza e delle scuole in particolare, in cui - con la stessa logica che anima il progetto QUIsSI CRESCE!, sostenuto dall’impresa sociale con i bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile - si svolgeranno attività e laboratori aperti a bambini e famiglie sulla progettazione partecipata e condivisa, sui materiali naturali e l’ambiente, sull'abitare e il ri-abitare gli spazi esterni e naturali.
Il parco è stato inoltre dotato di un secondo ingresso, non esistente, per l’accesso dalla zona di Colleverde dietro alla palestra. Costo complessivo dell’intervento è di 148mila euro finanziati dalla Regione Marche con i fondi POR FESR 2014/2020, cui si aggiungono 50mila euro dello stesso finanziamento a disposizione dell’Università per realizzare la recisione trasparente in ferro, in sostituzione del muro attuale, togliendo quindi i confini tra il parco e la via pubblica. Per ora nel parco sarà fruibile un percorso di circa 1.500 metri, essendo rimaste naturali e intatte le zone boscate, ma quando sarà completato il restauro della villa si potrà fruire di un percorso più ampio ad anello.
Il parco sarà gestito dal Comune, cui è stato concesso dall’Università in comodato d’uso per 10 anni, che si occuperà della manutenzione, gestione e apertura del parco che al momento sarà dalle ore 8 alle 20.30.
(In foto la firma dell'accordo tra Unimc e Comune)
Da lunedì 24 giugno al 6 luglio via Mattei, nel tratto tra via Tucci e via Roma a Macerata, sarà chiusa al traffico per consentire i lavori di manutenzione delle travi in cemento armato dell’arteria. Il provvedimento riguarda l’arco temporale che va dalle 8:30 alle 19:00. Di seguito le disposizioni che saranno indicate in zona con la segnaletica:
Via Mattei: divieto di transito, con sbarramento alla rotatoria di via Roma, sulla semicarreggiata in direzione via Pancalducci, nel tratto compreso tra via Roma e la rotatoria di Via Tucci; deviazione della direttrice di marcia verso via Roma sulla semicarreggiata opposta (quando i lavori interesseranno la semicarreggiata in direzione via Roma);
Contrada Fontescodella: direzione obbligatoria “a sinistra”, per i veicoli che provengono dal tratto di strada chiusa dell’omonima via diretti verso via Mattei;
Piazzale Velardi: divieto di sosta con rimozione coatta 0/24, dove segnalato.
(Immagine di repertorio)
Nella tarda mattinata di ieri, una volante della Polizia è intervenuta in zona Cairoli per una violenta lite in strada tra un ragazzo di origini ghanesi di 28 anni e una ragazza di 22 anni, residente in città, legati sentimentalmente.
Grazie ad un passante che aveva avvisato il 113 di quanto stava accadendo, gli agenti sono giunti immediatamente sul posto quando ancora il ragazzo stava colpendo la giovane con calci e pugni.
L’uomo è stato subito bloccato ed accompagnato in ufficio. Da una prima ricostruzione effettuata dagli agenti, è stato appurato che la lite era scoppiata per futili motivi e nel corso della stessa, il ragazzo aveva colpito più volte la giovane con calci e pugni rapinandola inoltre della somma dei pochi euro che la stessa aveva con sé. Nella circostanza, la ragazza era costretta a ricorrere alle cure dei sanitari e del pronto soccorso dove era stata accompagnata dai poliziotti.
L’uomo , conosciuto dalle Forze dell’ordine come elemento violento e gravato da numerosi precedenti di Polizia per porto di strumenti atti ad offendere, lesioni, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e rapina, nonché già sottoposto alle misure restrittive dell’obbligo di firma e di dimora, è stato tratto in arresto per il reato di rapina ed accompagnato al carcere di Ancona-Montacuto a disposizione dell’ Autorità Giudiziaria. Grazie al provvidenziale intervento degli agenti si è scongiurato il pericolo concreto che la ragazza, colpita con pugni violenti e calci, potesse subire ferite più gravi.
Sono in corso accertamenti e indagini da parte dell’ufficio immigrazione per verificare se vi siano i presupposti per il rimpatrio del soggetto verso il suo paese di origine, il Ghana.
Domani, domenica 23 giugno, a casa Artusi in quel di Forlimpopoli, il giornalista Carlo Cambi, toscano di nascita ma maceratese di adozione, riceverà il Premio Marietta ad honorem, uno dei riconoscimenti più importanti in ambito di cultura gastronomica in Italia.
A duecento anni dalla nascita di Pellegrino Artusi, tra gli eventi della celebrazione della Festa Artusiana, la Casa-museo del noto scrittore gastronomo e critico apre le porte per omaggiare il vincitore del premio alla carriera come miglior ambasciatore della cultura e dell’identità gastronomica italiana.
Carlo Cambi ha meritato questo premio “per la rilevante opera di divulgazione della cultura italiana - così si è espressa la commissione -, con particolare riferimento alle eccellenze turistiche ed enogastronomiche di ogni territorio e alla buona cucina domestica, svolta coerentemente quale autore, giornalista, docente”.
Per chi si stesse chiedendo chi è la Marietta, lei era la domestica di Pellegrino Artusi, lei era la cuoca che realizzò le ricette poi trascritte nel famoso “La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar bene”. Ecco perché Casa Artusi ha scelto di intitolare il premio a questa donna e cuoca. Perché le cuoche sono custodi della tradizione, perché le donne sono depositarie del nutrimento e della cultura di un territorio e sono loro a far diventare questa cultura patrimonio familiare e tramandarlo.
Ecco perche il premio Marietta alla carriera è considerato l’Oscar della cultura gastronomica.
Inoltre saranno tantissimi gli appuntamenti della Festa Artusiana fino al 30 giugno a Forlimpopoli: convegni, concerti, spettacoli, discussioni colte sul mangiar bene, degustazioni, sfida di sfogline e cuochi dilettanti, la consegna del premio Artusi – riservato a cuochi e ristoratori professionali – a Lidia Bastianich.
I militari della Stazione dei Carabinieri Forestali di Serravalle di Chienti (MC), coordinati dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) di Macerata, nell’ambito di una lunga e complessa attività d’indagine in materia di sicurezza agroalimentare, hanno scoperto una maxi frode di prodotti alimentari aromatizzati al tartufo (oli, condimenti, salumi, salse, ecc.) posti in vendita attraverso il web da numerose aziende operanti in tutto il territorio italiano.
L’indagine, durata circa sei mesi, ha interessato circa 50 Aziende dedite sia alla produzione che alla commercializzazione di prodotti aromatizzati al tartufo. Le irregolarità penali e amministrative sono state rilevate a carico di aziende ricadenti in gran parte delle regioni italiane: Toscana, Molise, Liguria, Umbria, Campania, Calabria, Abruzzo, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia. Nelle Marche è risultata coinvolta una sola azienda operante nel fermano per violazioni di carattere amministrativo.
A conclusione della complessa indagine, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria ben 11 proprietari e/o rappresentanti legali di ditte che commercializzano “condimenti al tartufo”, meglio conosciuti come “oli tartufati”, tra cui una nota multinazionale dell’agroalimentare italiano, in quanto le etichette di tali prodotti presentavano nella parte frontale immagini accattivanti di tartufi in bella vista, mentre il tartufo all’interno dei “condimenti” risultava totalmente assente, in quanto sostituito da una sostanza aromatizzante di origine sintetica il “bismetiltiometano” che conferisce un aroma penetrante e volatile agli alimenti nei quali viene impiegato, imitando grossolanamente le fragranze naturali dei tartufi pregiati.
È quindi evidente che le etichette sono risultate ingannevoli e fuorvianti per i potenziali acquirenti, evocando il tartufo naturale attraverso foto e false descrizioni, non essendo il contenuto di tali prodotti conforme a quanto riportato in etichetta. Va comunque precisato che l’utilizzo della sostanza aromatizzante di sintesi “bismetiltiometano”, se correttamente dichiarato, è legale e non pregiudizievole per la salute dei consumatori.
Nell’ambito della stessa indagine condotta dai carabinieri, sono state inoltre accertate 20 violazioni di carattere amministrativo, contestate ad altrettante ditte, per un importo totale pari a Euro 65.000,00 (sessantacinquemila).
Le fattispecie contestate a livello amministrativo hanno riguardato sia l’etichettatura dei prodotti, sia la loro pubblicità attraverso i rispettivi siti web, in violazione alle normative nazionali e comunitarie in materia, in quanto le preparazioni alimentari contenenti tartufo, seppure presenti in quantità minima rispetto agli altri ingredienti, devono riportare in etichetta l’esatta percentuale e la denominazione di tale ingrediente caratterizzante.
Altri prodotti invece, pur formalmente ineccepibili dal punto di vista della loro etichettatura, venivano decantati e reclamizzati sui rispettivi siti web, attraverso l’utilizzo di frasi ad effetto che spesso millantavano un legame di fatto inesistente, tra l’ordinario alimento aromatizzato al tartufo ed i pregiati e rari tartufi tipici di alcuni territori italiani che vanno assolutamente tutela.
Da Battiato a Fedez, passando per De Andrè e le vicende mediatiche che lo hanno visto protagonista nell'ultimo periodo. Morgan è salito sul palco della Controra, in Piazza Cesare Battisti di Macerata, ieri pomeriggio, qualche minuto prima delle 19:00, "stregando" adulti e bambini con il suo one man show.
In una lunga intervista con Roberto Manfredi, l'eclettico artista non ha risparmiato parole non proprio al miele per alcune vicende che lo vedono coinvolto. "Io sono l'unico che non segue la tv ma è la televisione che segue me" ha esordito Morgan non nascondendo il riferimento allo sfratto dalla Villa di Monza e parlando di "piccoli cassieri e mercenari" con un chiaro rimando ad alcuni protagonisti del mondo televisivo e musicale.
Morgan ha però lasciato poco spazio a vicende che non hanno nulla a che vedere con la sua figura poliedrica di artista che è in grado di scrivere un libro sulla storia della musica italiana e di osservare con gli occhi di uno specialista la cornice di quella odierna. "Musicultura penso sia una parola che dovrebbe stare nel dizionario" ha commentato. "Se io dovessi difendermi parlerei di musica e se dovessi spiegare chi sono canterei una canzone: se Morgan poi non ti piace, non parlare di lui, fai altro."
Marco Castoldi ha poi ricordato la potenza e l'influenza di artisti come Fabrizio De Andrè e Franco Battiato. Dopo aver eseguito "Un giudice" al pianoforte Morgan ha continuato: "Queste canzoni sono dense di significato, trattano temi importanti, proprio come quelle di Fedez - ha ironizzato -. Io fortunatamente sono nato nel '72, quando c'erano i Pink Floyd. I giovani oggi devono anche essere capaci di cercarle le canzoni: bisogna dare ai ragazzi la capacità di ragionare. Non perdete le occasioni facendovi dei selfie perché è in questo modo che si butta via un'occasione per poter interagire invece con qualcuno."
Morgan ha infine tenuto un'ironica "lectio magistralis" su "Cerco un centro di gravità permanente" di Franco Battiato.
FOTO DI LUCIA MONTECCHIARI
Continuano i servizi della task force voluta dal Questore Pignataro per il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Sia nella serata del 20 giugno che nel pomeriggio di ieri, gli uomini dell’Ufficio Prevenzione generale e Soccorso Pubblico diretti dal Dott. Lorenzo Commodo , con l’ausilio delle unità cinofile antidroga e degli uomini del Reparto Prevenzione Crimine, hanno effettuato nella città di Macerata servizi mirati con l’impiego di più pattuglie.
Nei due giorni di controlli, sono state battute metro per metro ancora una volta dagli agenti tutte le zone maggiormente frequentate dai giovani e da soggetti orbitanti nel mondo della droga: il terminal bus, la stazione ferroviaria e tutte le zone a rischio sotto il profilo dei reati connessi allo spaccio di stupefacenti, fenomeno nei confronti del quale, come fortemente voluto dal Questore, la Polizia di Stato sta conducendo da mesi una lotta senza quartiere con un notevole sforzo in termini di impiego di uomini e mezzi.
Particolare attenzione, è stata dedicata a tutti quei locali in cui è maggiore la presenza di giovani e nei quali di conseguenza, è più facile rintracciare soggetti dediti allo spaccio di sostanza stupefacenti.
Durante un attento controllo e la perlustrazione di un bar sito proprio al centro storico della città, in quel momento affollato e frequentato anche da cittadini albanesi, l’unità cinofila antidroga, ha rinvenuto a terra alcune dosi di marijuana, sicuramente gettata da qualche avventore che si era accorto dell’imminente controllo da parte della Polizia.
Al termine dei servizi sono stati identificate dalla Polizia: 84 persone e sottoposti a controllo 62 veicoli. Tre le patenti ritirate per altrettante violazioni al codice della strada.
Si è conclusa ieri sera la seconda serata di Musicultura all'Arena Sferisterio di Macerata. Una serata durante la quale artisti nazionali e internazionali si sono esibiti sul palco del teatro del capoluogo e nel corso della quale sono stati anche scelti i quattro finalisti di questa 30esima edizione: tra loro ci sarà il vincitore che domani, domenica 23, riceverà il premio di 20mila euro messo in palio di Ubi Banca.
Ad aprire la serata l'esibizione di Enrico Ruggeri con la sua "Peter Pan". Dopo gli onori di casa del cantante e di Natasha Stefanenko, l'artista che ha inaugurato la seconda serata è stato Francesco Sbraccia con il brano "Tocca a me": un brano in grado di "sconfiggere" il mondo musicale mainstream perché diverso. A seguire è salita sul palco Lavinia Mancusi con Ninù. Una voce esplosiva, contrabbasso, cimbalo e clarinetto per una perfetta esibizione gitana e classica insieme. Enzo Savastano con "Le mogli dei cantanti famosi" ha portato in Arena la voglia di divertirsi ironizzando sugli stereotipi odierni. Quarto in gara è Gerardo Pozzi con la sua Badabum, un cantautore minimalista coraggioso e intenso.
La serata è proseguita con il primo degli ospiti: il giornalista Andrea Purgatori che, accompagnato dalle note di "Changing oh the guard", ha intratenuto la folta platea dello Sferisterio con una riflessione sul cambiamento e sull'importanza della "musica che è arte e che è in grado di volare oltre i confini senza avere paura nemmeno della Brexit".
La serata è proseguita con le restanti quattro esibizioni. Sono saliti sul palco Luca Bocchetti con "Furius": cantautore romano innamorato della sua band, quella che lui definisce "una famiglia". Un rapporto intenso che sono riusciti a trasmettere anche sul palco dello Sferisterio. Paolantonio ha portato poi sul palco dello Sferisterio la storia di Giulio Regeni con il brano "Questa assurda storia": partito dal rap, Paolantonio ha spiegato come questo genere musicale sia stato fondamentale per la sua crescita professionale. Francesco Lettieri con "La mia nuova età" ha messo in musica un dialogo interiore sulla paura di perdere i propri cari e Lo Straniero con "Quartiere Italiano" ha regalato ai presenti una canzone con un testo in stile cinematografico e molto orecchiabile.
È toccato poi a uno degli artisti tanto attesi del Festival. Ruggeri l'ha definito "uno degli ultimi avamposti della musica di qualità ma anche un animale". "Che bello, veramente" sono state le prime parole di Marco Castoldi, in arte Morgan, non appena salito sul palco dello Sferisterio di Macerata. Morgan ha incantato il pubblico con i suoi brani "Per sempre" e con "Altrove". "Il cantautorato è l'incontro tra la musica e la poesia: quando queste due si incontrano c'è anche la filosofia. Se si ascoltano Gaber e De Andrè lì ci sono delle opinioni: hanno un ruolo socialmente importante perché parlano con la gente in modo attivto, molto più di tanti politici e insegnanti" le parole di Morgan che poi si è rivolto a Ruggeri "Non hai voglia di cantare una canzone di Gaber con me?". I due artisti hanno quindi intonato alcuni passi di "Non arrossire".
Dopo l'eclettico Morgan, a salire un palco, un altro big della musica. Sananda Maitreya ha stregato la platea con alcuni dei suoi brani più celebri e con la sua voce tanto graffiante quando profonda.
Con l'eisbizione del celebre successo di Achille Lauro "Rolls Royce" è toccato poi al quarto ospite della seconda serata di Musicultura : Andrè, il giovane artista fenomeno del web ha reinterpretato con la voce del grandissimo Faber alcuni brani della musica trap.
Tra i finalisti in gara, è stato "Lo straniero", unico gruppo in competizione, ad aggiudicarsi il premio “Musicultura in Tour”. La motivazione? “Un progetto sonoro originale con tutte le carte in regola per stare sul palco e viverlo da protagonista”.
A chiudere le esibizioni della serata sono stai i Beat Box e Philarmonic Orchestra e il loro tributo ai Beatles: da Sgt Pepper’s ad All you need is love passando per A day in the life e concludendo con Hey Jude hanno fatto rivivere tutte le emozioni degli anni '60 e '70 e del gruppo britannico che, con il suo beat, rock e pop, ha cambiato la storia della musica.
La serata si è conclusa con la proclamazione dei quattro artisti che domani si contenderanno il premio di 20.000 euro messo in palio: Francesco Sbraccia, Francesco Lettieri, Lavinia Mancusi e Gerardo Pozzi.
Non resta dunque che aspettare domenica per scoprire chi sarà il vincitore della trentesima edizione di Musicultura.
FOTO DI LUCIA MONTECCHIARI
“Trentesima edizione di Musicultura, io c’ero nella prima edizione il 5 aprile del 1990, come ospite. Ora sono in veste di conduttore, ma non sarò da solo, con me c'è Natasha Stefanenko”. Così Enrico Ruggeri ha dato il via alla nuova edizione di Musicultura. Il 'nuovo padrone di casa' ha cantato, emozionato e si è mosso con disinvoltura sul palco dello Sferisterio, accompagnato da una raggiante Natasha Stefanenko.
Insieme hanno raccontato gli ingredienti del Festival della canzone popolare d’autore, diretto da Piero Cesanelli, proposto in diretta su Rai Radio1 attraverso le voci di Duccio Pasqua, Marcella Sullo e John Vignola e continuerà ad esser proposto da Rainews24 e la Tgr prima della messa in onda, a luglio, su Rai3.
Enrico Ruggeri, con la sua celebre canzone, scritta durante una vacanza a Marotta, 'Il mare d’inverno' ha dato il via alla prima delle tre serate finali del Festival che vedranno l’elezione del vincitore assoluto tra gli otto finalisti selezionati su oltre 700 iscritti dal prestigioso Comitato di Garanzia del concorso, formato dal gotha della musica e della letteratura italiana.
A sfidarsi a suon di note, nel suggestivo palcoscenico dell’Arena Sferisterio di Macerata per l’ambito titolo, sono stati gli otto giovani artisti finalisti: Luca Bocchetti (Roma) con Furius; Francesco Lettieri (Giugliano, NA) con La mia nuova età; Lo Straniero (Asti) con Quartiere italiano; Lavinia Mancusi (Roma), con Ninù; Paolantonio (Catania) con Questa assurda storia; Gerardo Pozzi (VittorioVeneto,TV) con Badabum; Enzo Savastano (Benevento) con Le mogli dei cantanti famosi; Francesco Sbraccia (Teramo) con Tocca a me.
Intanto Luca Bocchetti, con Furius, si è aggiudicato il Premio per il miglior testo (2.000 €) assegnato in collaborazione con le Università di Macerata e Camerino e a Francesco Lettieri è andato il Premio AFI (3.000 €) consegnato dal Presidente Sergio Cerruti.
I quatto artisti più votati dal pubblico della prima serata - e che provvisoriamente entrano nella finalissima di domenica - sono: Francesco Sbraccia, Lavinia Mancusi, Gerardo Pozzie Francesco Lettieri.
Una grande serata di musica live che ha visto infiammare gli oltre 2.500 presenti nella storica location neoclassica dell’Arena Sferisterio, famosa nel mondo per la sua formidabile acustica, sulle note della leggendaria Premiata Forneria Marconi capitanata da Franz Di Cioccio, che ha aperto la sua esibizione con ‘Il Regno’ e ha poi offerto un omaggio a Fabrizio De Andrè, primo firmatario insieme a Giorgio Caproni della edizione numero 1 del Festival Musicultura del 1990, con i brani ‘Volta la carta’ e ‘Il Pescatore’ accompagnati dai canti e dagli scroscianti applausi del pubblico. Hanno chiuso la loro memorabile performance nel trionfo dei presenti con ‘Celebration’ seguita da ‘Impressione di settembre’.
A portare al Festival un tocco di grande classe internazionale il Quinteto Astor Piazzolla che ha fatto vibrare di passione i cuori dei presenti con la perfetta esecuzione degli indimenticabili capolavori del celebre Maestro Astor Piazzolla. Tra i pezzi eseguiti sul palco dagli attuali più grandi musicisti argentini, Lautaro Greco (bandoneón), Sebastian Prusak (violino), German Martìnez (chitarra), Sergio Rivas (contrabbaso) e Cristian Zarate (piano): ‘Vayamos al diablo’, ‘Adios Nonino’ e ‘Libertango’.
Ospiti della prima serata anche i Coma Cose, uno tra i gruppi più freschi ed originali della scena musicale italiana di oggi, che si alimenta con il caos che circonda la società e lo racconta con testi moderni e spiazzanti. Il duo indie pop-rap italiano formato da Fausto Lama (Fausto Zanardelli) e California (Francesca Mesiano), nella loro performance applauditissima dai molti giovani presenti tra il pubblico, ha eseguito ‘Post-Concerto’ e ‘Mancarsi’.
Spazio anche per Giordano Bruno Guerri: sulle note di 'Volare' ha raccontato la storia di Domenico Modugno e della sua celebre canzone, il brano più eseguito dal 1958 ad oggi e più conosciuto nel mondo. In platea anche Fabio Frizzi, fratello di Fabrizio al quale è andato un emozionante omaggio dello Sferisterio.