Il primo passo per la ricostruzione post terremoto è sempre ed ancora la tanto agognata scheda Aedes.
L’ Ocdpc n. 422 del 16 dicembre 2016 all’articolo 1 infatti stabilisce che
“In ragione dell'elevato numero di edifici da sottoporre a verifica a seguito dell'aggravamento della situazione di danneggiamento conseguente agli eventi sismici della fine di ottobre” a decorrere dalla data di pubblicazione della stessa ordinanza lo svolgimento delle verifiche di agibilità post-sismica degli edifici e delle strutture interessate dagli eventi sismici in premessa attraverso la compilazione della scheda AeDES, di cui all'art. 10 del DPCM 8 luglio 2014, disciplinato dall'art. 3 dell'ordinanza n. 392/2016, è sospeso, fatto salvo quanto previsto dai successivi commi".
E di seguito chiarisce che allo svolgimento delle verifiche di agibilità post-sismica degli edifici e delle strutture interessate di proprietà privata attraverso la compilazione della scheda AeDES per l'intera unità strutturale, solo a seguito dell'esito di "non utilizzabilità" secondo la scheda FAST, provvedono i tecnici professionisti iscritti agli ordini e collegi professionali abilitati all'esercizio della professione relativamente a competenze di tipo tecnico e strutturale nell'ambito dell'edilizia, su diretto incarico del proprietario o avente diritto, in ragione del fatto che tale procedimento è previsto quale condizione abilitante per l'ottenimento dei contributi per la ricostruzione privata ai sensi di quanto previsto dall'art. 6 del decreto-legge n. 189/2016.
In parole povere: per ottenere il contributo per la ricostruzione in seguito a danni lievi occorrono o la scheda Aedes con una valutazione “B”, quindi di inagibilità temporanea, o una scheda Fast che attesti la “non utilizzabilità” dell’edificio e che viene redatta, per esigenze di celerità, dal proprio tecnico di fiducia.
L’ Articolo 6 dell’ordinanza n. 8 sull’ “Avvio dei lavori e concessione del contributo” indica la procedura da seguire per ottenere il contributo:
1. il tutto si avvia con la comunicazione di inizio lavori che costituisce comunicazione di inizio lavori asseverata. In particolare, con la perizia ivi allegata si assevera che i lavori sono conformi agli strumenti urbanistici, al regolamento edilizio, alle normativa sull’efficientamento energetico e che gli stessi interessano alcune strutture dell’edifico per la loro riparazione e per il rafforzamento locale.
2. La comunicazione di inizio lavori e tutte le istanze inerenti e conseguenti sono inviate all’Ufficio speciale a mezzo PEC. L’Ufficio speciale, utilizzando la procedura informatica, trasmette immediatamente al comune la comunicazione di inizio lavori per i provvedimenti di competenza.
Nel termine di sessanta giorni dalla pubblicazione della stessa ordinanza, quindi entro il 12 febbraio, il soggetto interessato deposita all’Ufficio speciale territorialmente competente la domanda di contributo corredata dalla documentazione necessaria ed entro il medesimo termine, possono altresì presentare domanda di contributo, con le medesime modalità, anche i soggetti che non abbiano già comunicato l’avvio dei lavori.
Da quanto sopra, se calcoliamo i termini, in pratica restano soltanto due settimane di tempo per richiedere il contributo.
Ma a quanto pare, molti cittadini non sono in possesso ancora di scheda Aedes con una valutazione “B”, quindi di inagibilità temporanea, o di una scheda Fast che attesti la “non utilizzabilità” dell’edificio.
Il problema dei tempi rapidi per velocizzare il rientro nelle abitazioni lievemente danneggiate, ma concretamente inutili in quanto non rapportati alle attività concrete da svolgere, si è già verificato per le domande di delocalizzazione delle attività produttive, tanto che nell'art. 5 dell'Ordinanza 9 è stato slittato il termine per la presentazione della domanda di delocalizzazione dai 15 giorni inizialmente previsti a 50 giorni dalla pubblicazione dell’ordinanza .
Urge pertanto anche in questo caso una circolare del Commissario che chiarisca che il termine non è perentorio o che lo posticipi.
“Caro Presidente abbiamo bisogno della sua presenza fra la nostra gente. Torni a farci visita, venga a San Severino Marche. Solo così avremo modo di rappresentarle la situazione e la condizione di tantissime famiglie che, da mesi ormai, vivono tra mille difficoltà”.
Con queste parole, contenute in una lettera consegnata direttamente nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto alla cerimonia di inaugurazione del 681esimo anno accademico dell’Università degli Studi di Camerino, il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha invitato il Capo dello Stato “in quello che è uno dei Comuni maggiormente colpiti dal sisma - ha spiegato la Piermattei rappresentando, subito dopo, la situazione - Sono ben 5.000 gli edifici lesionati e tantissime persone hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni e trovare una sistemazione alternativa presso centri di accoglienza, alberghi, camper e roulotte, appartamenti sfitti. Abbiamo ricevuto più di 7.000 richieste di sopralluogo, continuiamo a dare assistenza a oltre 1.400 famiglie per un totale di 5.000 cittadini. Difficile, anzi difficilissima, è la situazione delle nostre scuole, dei luoghi di socializzazione ma anche delle nostre aziende, del nostro turismo e della nostra cultura. Abbiamo bisogno di tante cose ma quel che ci richiede prima di tutto la gente è di essere ascoltata. Questo, signor Presidente mi spinge a scriverle queste poche righe con cui vorrei avanzarle, discretamente, la mia richiesta di tornare a fare visita alle nostre zone e alla nostra città”.
Ha riscosso grandissimo successo l'immagine postata su un gruppo cittadino che ritrae il neo presidente degli Stati Uniti con in mano un documento che recita testuale: Costruiremo un muro tra Citanò e Macerata e lo pagheranno li pistacoppi.Il riferimento non troppo velato è al decreto firmato da Trump qualche giorno fa che sblocca fondi federali per la costruzione di un nuovo muro al confine con il Messico. Documento che sta facendo discutere mezzo mondo che in salsa civitanovese mette tutti d'accordo e in poche ore raccoglie una valanga di "like".
Nei giorni scorsi presso la Casa di Ospitalità di Castelraimondo ha compiuto cento anni la signora Jolanda Rossi Venturi, di Camerino.
La nonnina è stata festeggiata dalla sua famiglia e dagli ospiti e il personale della struttura, alla presenza del sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui, e del vicesindaco di Castelraimondo, Esperia Gregori, che le hanno portato gli auguri delle comunità per questo importante traguardo. Nata nel 1917, Jolanda Rossi Venturi dopo una vita come artigiana si era trasferita a Camerino assieme alla sua famiglia.
La Croce Verde di Macerata in collaborazione con il Centro Commerciale Val di Chienti avvia un nuovo servizio gratuito per la cittadinanza: all’interno del progetto Casa della Salute, si è organizzata una consulenza psicologica post sisma.
Tutti coloro che ne avessero bisogno o che pensano di poter ricevere sostegno psicologico in questa difficile fase, possono beneficiare della consulenza gratuita di psicologi professionisti che, presso il Val di Chienti saranno a disposizione nelle seguenti date:
lunedì 6 febbraio dalle 18 alle 20
venerdì 10 febbraio dalle 18 alle 20
venerdì 17 febbraio dalle 18 alle 20
martedì 21 febbraio dalle 17 alle 20
giovedì 23 febbraio dalle 18 alle 20
È necessario prenotare telefonando al numero 340.9335232
Uniti dal gioco del Pallone col bracciale ma anche e soprattutto da un’amicizia profonda: è questo il legame che unisce Treia con la Città toscana di Monte San Savino e, in particolare, con la Venerabile Confraternita di Misericordia di Monte San Savino.
Grazie al gioco del Pallone col Bracciale, che vede le due Città avversarie sul terreno di gioco nelle massime competizioni nazionali (Coppa Italia, Serie B e Serie A), è nato un rapporto stretto tra Treia e Monte San Savino.
Altro legame è quello con la Pallapugno leggera, disciplina “trasportata” dalla Toscana alle scuole elementari dell’Istituto Comprensivo Egisto Paladini di Treia dagli atleti di Monte San Savino; già l’anno scorso Treia ha partecipato, attraverso una società sportiva locale, al Trofeo Coni in Sardegna, proprio con la Pallapugno e quest’anno ci sarà il bis a settembre nella Città di Senigallia.
Infine il legame culturale con la figura del prof. Leone Cungi che nei suoi numerosi testi sul gioco del Bracciale ha, da sempre, dimostrato grande amore per la Città di Carlo Didimi.
Da questo solido legame è scaturito il desiderio della Venerabile Confraternita della Misericordia di Monte San Savino di donare la somma di denaro raccolta con l’Iniziativa, “Un aiuto Concreto”, alla Città di Treia destinandola al Santuario del SS. Crocifisso, una delle strutture che ha subìto il maggior numero di danni dal sisma.
L’iniziativa ha visto l’apertura e la pubblicizzazione, da parte della Confraternita, di un conto corrente dedicato alla raccolta di fondi da donare, in seguito alla valutazione di progetti concreti, alle popolazioni colpite dal sisma nella zona del centro Italia. La partecipazione di cittadini, associazioni e gruppi sportivi è stata fondamentale per la riuscita del progetto, gli stessi sono stati ringraziati dalla Confraternita ricevendo un feed back su ciò che il loro generoso gesto avrebbe contribuito a recuperare.
Nello specifico, su invito della Confraternita, la somma verrà utilizzata per il restauro del Crocifisso ligneo, emblema del Santuario, in quanto icona del dolore umano, immagine che invita alla pietà e alla misericordia dell’uomo verso l’uomo. A ciò si aggiunga una stretta comunanza di venerazione al Gesù crocifisso per la presenza in Monte San Savino di un Crocifisso ligneo dipinto, della 2^ metà del sec. XIII, conservato presso la chiesa omonima e di un altro Crocifisso ligneo policromo, risalente al sec. XVI-XVII, posto nell’antica chiesa della Pieve o della Misericordia, oggetti di particolare devozione da parte dei savinesi.
Il Sindaco Franco Capponi e l’Amministrazione Comunale di Treia esprimono un caloroso ringraziamento alla Confraternita della Misericordia, al Governatore Luciano Falchi, al Magistrato della Misericordia e all’amico prof. Leone Cungi.
Treia attende gli amici della Confraternita di Monte San Savino e tutti coloro che hanno preso parte all’iniziativa, nei luoghi colpiti dal terremoto per ringraziarli personalmente della donazione effettuata e consacrare questo rapporto di amicizia con una cerimonia ufficiale prevista in occasione delle festività in onore del Patrono San Patrizio.
Ospite d'eccezione per il pranzo domenicale al Ristorante Miramare di Civitanova Marche. Alcune coomensali ci fanno sapere della presenza di Mariano Di Vaio, fashion blogger di fama internazionale e idolo delle donne.Mariano Di Vaio a soli 27 anni è il fashion blogger italiano più famoso nel mondo. Fisico statuario, occhi neri, capelli impeccabili e 1,85 d’altezza, Mariano non è solo modello e fashion influencer, ma anche imprenditore, aspirante attore e mentore del programma di Italia Uno "Selfie - Le cose cambiano", presentato da Simona Ventura.Mariano Di Vaio non è un personaggio televisivo dei reality show né un tronista di Uomini e Donne. Mariano Di Vaio è il primo fashion blogger di moda maschile al mondo, premiato a Berlino come il “re degli influencer” nel settore man. Il suo blog, MDV Style, ha vinto il premio come Best men’s fashion blog ed è uno dei centri di gravità per i ragazzi che seguono la moda e i trend internazionali. Al suo attivo vanta la bellezza di più di 5 milioni di follower su Instagram e guadagni da capogiro come blogger e modello.
Prosegue con successo Giocare per Ricostruire, il progetto pensato e realizzato da Arci Macerata per il sostegno ludico e psicologico ai bambini residenti nelle zone dell’entroterra marchigiano colpite dal terremoto, che si unisce all’ampia sfera dei progetti attivi e in previsione dell’Associazione, per i quali il Comitato Direttivo e il gruppo di progettazione attivo al suo interno stanno lavorando assiduamente da mesi.
A partire da Dicembre 2016, con il sostegno dell’associazione francese Secours Populaire (https://www.facebook.com/secourspopulaire/?fref=ts , una delle più grandi realtà di intervento sociale attive in Francia), Arci Macerata ha programmato e realizzato una serie di incontri a San Ginesio, Camerino, Tolentino e San Benedetto, pensati e costruiti per riempire gli spazi e i tempi della quotidianità precaria dei bambini spezzati dal sisma. L’iniziativa è partita, letteralmente, con il lungo viaggio del Bibliobus dell’Arci proveniente da L’Aquila: un viaggio, reale e simbolico, che ha portato insieme ai libri che dal Bibliobus vengono distribuiti gratuitamente ai bambini e alle famiglie, anche il senso della ricostruzione post-sisma che viene dal basso e che si dispiega a partire dalle popolazioni locali colpite. La ricostruzione pensata dall’Arci non si limita solo agli aspetti urbani e abitativi, ma è sociale, culturale, partecipativa. Si sono elaborate, quindi, una serie di iniziative strutturate sui temi del riciclo, del riuso, degli orti urbani, del teatro, del cinema, dell’interazione ludica; attività condotte dai volontari del comitato provinciale con l’aiuto di registi, attori, musicisti, giocolieri. Iniziative come la costruzione in gruppo di case di cartone pensate e progettate dai bambini si stanno unendo ai laboratori teatrali pensati ad hoc dal Teatro Rebis e a incontri di teatralità attivi con l’attrice Francesca Rossi Brunori. Giocare per ricostruire prosegue le sue attività anche nel mese di febbraio: per rimanere aggiornati sul programma specifico è possibile visitare la pagina Facebook (https://www.facebook.com/arciprovincialemacerata/?fref=ts).
«C’è molta soddisfazione per le attività fin qui svolte», afferma Massimiliano Bianchini, Presidente di Arci Macerata. «Partendo dai bambini, l’Arci vuole ricreare il senso della comunità nei territori colpiti. La seconda parte del progetto, che sta iniziando proprio in questi giorni, vedrà protagonisti anche gli adulti sul tema della comunità e della vita sociale. C’è bisogno di porre il problema della ricostruzione tenendo presenti anche realtà ed associazioni che tengano unito il territorio con le loro attività quotidiane. Questo è un tema su cui ci stiamo confrontando con la Regione Marche, che ci vedrà impegnati in progetti comuni con le Università di Macerata e Camerino, e sul quale stiamo lavorando assieme a Secours Populaire».
Proprio una delegazione dell’associazione francese, che ha voluto spontaneamente donare il suo enorme contributo a queste attività e che sta mettendo a disposizione nuovi fondi derivanti da ulteriori donazioni, in settimana sarà protagonista di una serie di incontri a Perugia, con i Gal Sibilla e con le Comunità Montane. Un rapporto, quello tra Arci e Secours Populaire, che va quindi rafforzandosi oltre le tematiche della ricostruzione post-sisma, ma che investirà anche le tematiche dell’ambiente, del turismo e dell’alimentazione.
Il successo di Giocare per ricostruire conferma la centralità di Arci Macerata nei progetti per la ricostruzione e per lo sviluppo del territorio. In questo senso vanno sia le collaborazioni con Arci Umbria, Arci Lazio ed Arci Abruzzo, sia l’incontro che si terrà sabato 11 febbraio con la Commissione Nazionale Arci “Stili di vita e beni comuni”, per la quale interverranno il Presidente Filippo Sestico ed il Vicepresidente Lino Salvatorelli. Il Direttivo Provinciale Arci, inoltre, accoglie tre nuovi membri che si occuperanno proprio di progettazione: Milenia Zucconi, Valentina Stefàno e Giulia Messere.
La montagna continua a vivere, grazie alle tante iniziative che vengono organizzate.
In particolare, il Camoscio dei Sibillini Escursioni e Trekking, guidato dal biologo Simone Gatto, continua a proporre di settimana in settimana eventi che raccolgono una grande ed entusiasta partecipazione.
Lo scorso fine settimana, Il Camoscio dei Sibillini, con la collaborazione della Cooperativa Forestalp, ha riportato un gruppo di oltre 50 turisti a ciaspolare sul territorio comunale di Ussita, nello splendido altopiano di Macereto completamente innevato, con paesaggi mozzafiato dallo spirito Tibetano grazie alla dolomitica parete del Monte Bove Nord.
La giornata è stata calda e con uno splendido sole, e al termine della ciaspolata gli oltre 50 turisti sono andati a comprare i prodotti nell'Azienda Agricola Scolastici, in grossa difficoltà attualmente a causa del sisma e della grande nevicata.
Un modo semplice, divertente e sicuro per far tornate a vivere Ussita, i Sibillini e le aziende agricole di questo meraviglioso territorio.
Il Commissario per la Ricostruzione Vasco Errani ha di recente emanato la quindicesima ordinanza del suo mandato per la fase post sisma nel centro Italia.
Ricordiamo anche, ai fini di un discorso unitario e senza buchi, che dopo l’Epifania, come i Re Magi, in data 9 gennaio 2017 erano arrivano tre nuove ordinanze del Commissario per la Ricostruzione: le n. 11 – 12 e 13.
Riguardavano i seguenti argomenti: l’istituzione del Comitato Tecnico Scientifico, l’ elenco dei professionisti e i contributi per la riparazione degli immobili ad uso produttivo.
La n. 14 del 17/01/2017, già commentata, riguardava l’ “Approvazione del programma straordinario per la riapertura delle scuole per l’anno scolastico 2017-2018”.
Il nuovo provvedimento datato 27 gennaio 2017, disciplina l’ “Organizzazione della struttura centrale del Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016”.
L’ordinanza cioè disciplina l’articolazione interna e l’organizzazione della struttura centrale posta alle dipendenze del Commissario e sono uffici di staff: a) la segreteria tecnica del Commissario straordinario; b) l’ufficio del consigliere giuridico; c) l’ufficio stampa; d) l’ufficio monitoraggio e stato di attuazione dei programmi. Il trattamento economico di tali ultimi soggetti è stabilito con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze su proposta del Commissario straordinario, nel limite massimo di quarantottomila euro annui, comprese le spese.
Interessante appare la previsione secondo cui Il Commissario straordinario può altresì conferire incarichi di studio e/o consulenza a soggetti dei quali siano previamente valutate le spiccate e preminenti competenze nelle materie tecnico-scientifiche attinenti alle attività e ai compiti da svolgere e che pertanto possano assicurare un rilevante supporto alla struttura commissariale.
Questo ci permette di ricollegarci all’ordinanza n. 11 relativa all’istituzione del Comitato Tecnico Scientifico della Struttura del Commissario straordinario.
La prima ordinanza (n. 11 - Istituzione e funzionamento del Comitato Tecnico Scientifico della Struttura del Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori dei Comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria interessati dall’evento sismico del 24 agosto 2016) prevede l’istituzione del Comitato Tecnico Scientifico di cui all’articolo 50 comma 5 del Decreto189/2016 e di cui il Commissario straordinario si avvale “per la definizione dei criteri di indirizzo, vincolanti per tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nel processo di ricostruzione, per la pianificazione, la progettazione e la realizzazione degli interventi di ricostruzione con adeguamento sismico degli edifici distrutti e di ripristino con miglioramento sismico degli edifici danneggiati, in modo da rendere compatibili gli interventi strutturali con la tutela degli aspetti architettonici, storici e ambientali, anche mediante specifiche indicazioni dirette ad assicurare una architettura ecosostenibile e l'efficientamento energetico”.
I componenti del Comitato Tecnico – Scientifico durano in carica fino al 31 dicembre 2018 in ovvia concomitanza con la scadenza della gestione commissariale.
Per la partecipazione al Comitato tecnico - scientifico non è prevista la corresponsione di gettoni di presenza, compensi o altri emolumenti comunque denominati. Sono previsti invece dei rimborsi delle spese documentate di trasferta entro il limite massimo annuo complessivo di € 30.000,00 riferito all’intero Comitato tecnico – scientifico.
Come già precendentemente da noi evidenziato, stupisce la circostanza che l’Università di Camerino, l’unica terremotata, abbia nel Comitato un solo rappresentante, nella persona del Prof. Massimo Sargolini, Professore Ordinario di Urbanistica. Il Commissario straordinario può però, con apposita ordinanza nominare componenti del Comitato Tecnico – Scientifico ulteriori e diversi da già quelli individuati.
La previsione di cui alla nuova ordinanza secondo cui il Commissario straordinario può altresì “conferire incarichi di studio e/o consulenza a soggetti dei quali siano previamente valutate le spiccate e preminenti competenze nelle materie tecnico-scientifiche attinenti alle attività e ai compiti da svolgere e che pertanto possano assicurare un rilevante supporto alla struttura commissariale” non fa che rafforzare il nostro stupore per l’esclusione dei docenti di Unicam, l’Ateneo maggiormente dotato di competenze scientifiche e tecniche per la ricostruzione, oltre che l’unico direttamente e fortemente colpito dal sisma.
Si auspica pertanto un ripensamento nel senso della valutazione in particolare della nomina del Prof. Emanuele Tondi, il cui ruolo in termini di divulgazione nella fase precedente ai sismi e nel periodo attuale dell’emergenza è di indubbio valore sociale oltre che scientifico.
Inoltre fa riflettere la circostanza che solo a fine gennaio, a ben 5 mesi dal primo sisma, sia stata istituita la struttura centrale della quale il Commissario deve avvalersi per la ricostruzione.
Troppi ritardi, tanta lentezza e burocrazia. Inoltre il mancato coinvolgimento dei protagonisti locali sia amministratori che studiosi: coloro che soli sono in grado di dare un’impronta pratica e veloce alla ricostruzione perché lo fanno con il cuore e con il sudore di vivere sulla propria pelle un’emergenza senza fine.
E qui non ci si esime infine dall’evidenziare tutte le responsabilità del Presidente della Regione: una parte significativa della terra che rappresenta sta morendo e viene umiliata da una gestione esterna che esclude i suoi esponenti locali. Non si può non chiedersi dove sia finito l’orgoglio marchigiano del nostro Presidente nonchè Vice Commissario per la ricostruzione.
Il progetto nasce dalla volontà di mettere a sistema competenze, idee ed iniziative innovative volte alla valorizzazione del territorio. Il contesto territoriale da cui si sviluppa l’idea progettuale è quello dell’entroterra della Provincia di Macerata, che vede sommarsi alle problematiche legate al terremoto e allo spopolamento del territorio (soprattutto da parte delle giovani generazioni), le difficoltà causate dal prolungarsi della crisi economica e sociale generale. La ricchezza degli aspetti di natura ambientale, paesaggistica, storico-culturale, architettonica, artigianale, e la loro diffusione capillare sul territorio rendono le aree interne della nostra regione un paradosso turistico, se confrontato con i flussi e le affluenze di altre regioni italiane.
Il progetto è volto al rilancio del territorio locale, che trova fondamento e linfa proprio nell’opera delle nuove generazioni. In collaborazione con “IL CAMOSCIO DEI SIBILLINI” di Simone Gatto (http://www.camosciosibillini.it/) già realtà turistica-escursionistica attiva nel nostro territorio e con realtà ricettive locali come l’azienda agrituristica “Il respiro nel bosco” di Luca e Matilde (http://www.respironelbosco.it/), l’Amministrazione comunale intende continuare e valorizzare l’esperienza del Progetto “L.U.M.A.C.A.” ideato e coordinato dall’Unione Montana dei Monti Azzurri e dal Presidente Giampiero Feliciotti. Proposte turistiche concrete che prevedano escursioni volte alla conoscenza delle numerose eccellenze ambientali e storico-culturali presenti nel territorio, così come esperienze da vivere nelle aziende agro-zootecniche della zona (Vendemmia, molitura delle olive etc.) rappresenteranno l’obiettivo concreto di tale progetto. La possibilità di usufruire di realtà come il “Centro di Ricerca e Formazione dell’Ambiente e del Territorio” che vedono protagonisti l’Università di Camerino e il Comune di Camporotondo di Fiastrone e la “Mediateca” rappresentano sicuramente un valore aggiunto in grado di supportare tale iniziativa.
Dopo il Dott. Carlo Meletti (INGV) , intervistato da noi nei giorni scorsi in merito al suo progetto di aggiornamento della carta di pericolosità sismica, ed il Prof. Emanuele Tondi (UNICAM), che più volte ha affidato a Picchio News le sue importanti conoscenze scientifiche, un'altra personalità di rilievo nel settore scientifico ci fornisce importanti informazioni sul tema del terremoto e della prevenzione sismica.
“L’Italia dispone di un’ottima mappa di pericolosità sismica, che ci dice dove dobbiamo aspettarci futuri terremoti, e di quale entità. È una carta, anzi un insieme di carte che ci dicono in particolare con che probabilità nei prossimi anni avremo un certo scuotimento del terreno in ogni zona del Paese”.
Così il Dott. Alessandro Amato, anch’egli come il collega Meletti in forza all’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, interviene in merito alla discussione circa la necessità di aggiornare la carta che indica le zone a maggiore rischio terremoti.
Considerato che l’Italia è un paese prevalentemente sismico e che i terremoti non si possono prevedere dal punto di vista temporale “Queste carte devono servire come riferimento per le nuove costruzioni e per l’adeguamento di quelle costruite prima delle norme sismiche, che purtroppo sono la maggior parte. Il rischio sismico, ricordiamolo, è il prodotto della pericolosità, che non si può ridurre in alcun modo, per la vulnerabilità e l’esposizione”.
E quanto al tema della prevenzione dei danni generabili dai terremoti afferma senza mezzi termini che
“L’unica arma che abbiamo per fronteggiare il rischio è di agire sulla vulnerabilità, riducendola. Un’impresa che va pianificata su una scala temporale di molti anni, forse decenni. Da qui bisogna partire, non solo nelle zone colpite dagli ultimi terremoti ma in tutte le zone sismiche d’Italia, per far sì che il prossimo terremoto, quando verrà, non farà i danni e le vittime che abbiamo visto lo scorso agosto ad Amatrice e negli altri paesi del centro Italia”.
Scendendo invece nel concreto dell' attuale situazione del centro Italia, conferma l’affermazione del presidente dell’Ingv Doglioni circa il fatto che "Non sappiamo quanta possa essere l'energia ancora da liberare, ma è più che legittimo dire che non è da escludere un evento più importante, ma non è possibile dire quando".
Così tra l’altro come affermato anche dal geologo Tondi, esperto della sismicità del territorio del centro Italia.
“Non sorprenderebbe se accadesse nei prossimi mesi, ma non ci avrebbe sorpreso neanche se fosse avvenuto dopo il terremoto dell’Aquila nel 2009, e neanche se fosse avvenuto prima anocora, nei mesi o negli anni precedenti. I tempi di ritorno di uno di questi terremoti su una delle faglie attive dell’Appennino sono tipicamente di molti secoli, spesso di oltre mille anni (ce lo dicono gli studi paleosismologici), ma la regolarità di questi fenomeni è molto bassa, sia nei tempi di ritorno che nella magnitudo. Inoltre, ogni terremoto che interessa una specifica faglia altera le condizioni delle faglie circostanti, e questo complica ulteriormente il quadro. Da questo deriva sostanzialmente la imprevedibilità dei terremoti”.
Quanto sopra quindi ci porta sul tema del tanto temuto fenomeno del “contagio” delle faglie: se cioè, ed in particolare nel caso specifico dei recenti eventi, possa ipotizzarsi la sussistenza di un nesso causale tra le scosse di Amatrice e quella successiva di Campotosto.
“Come accennato sopra, sappiamo che il movimento di una faglia durante un terremoto perturba l’equilibrio delle faglie vicine. Questa perturbazione può essere sia un aumento che una diminuzione della probabilità che una determinata faglia si attivi. Questo dipende dalla posizione e dalle caratteristiche di ognuna di queste faglie rispetto a quella che si è mossa in precedenza. Generalmente, le faglie che sono allineate con quella che si è attivata sono “favorite”, ovverosia un terremoto su una di queste faglie potrebbe arrivare prima di quanto non sarebbe accaduto in assenza del terremoto vicino. In questo senso, quindi, è probabile che ci sia un collegamento tra le varie faglie che si sono attivate da agosto a oggi in tutto il sistema di faglie dell'Italia centrale”.
Un collegamento dunque tra le faglie che si sono risvegliate da questa estate ad oggi esiste con ampia probabilità.
“Quello che non conosciamo con sufficiente precisione è quanta energia abbia immagazzinato nei secoli ciascuna faglia, quale sia la sua resistenza alle spinte geologiche, e a quanto ammonta il contributo del terremoto avvenuto nella faglia accanto”.
* Alessandro Amato è laureato in Scienze Geologiche, Dottore di Ricerca in Geofisica. Ricercatore presso ING 1988-1999 e INGV dal 1999, dove dal 2000 e' Dirigente di Ricerca. Ha diretto il Centro Nazionale Terremoti dell'INGV dal 2001 al 2007. E' stato membro della Commissione Nazionale Grandi Rischi dal 2000 al 2004. Ha diretto numerosi progetti italiani ed europei. E' autore di numerose pubblicazione su riviste internazionali sui principali terremoti italiani e del Mediterraneo, sulla struttura delle zone di faglia e dei vulcani.
“Abbiamo provveduto alla liquidazione dei Cas, i contributi per l’autonoma sistemazione, del mese di novembre. Nei prossimi giorni sistemeremo anche dicembre”.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, rassicura le famiglie settempedane alle prese con l’emergenza terremoto e che, la maggior parte dopo le scosse di fine ottobre, sono state costrette a trasferire la propria dimora a causa dei danni riportati dagli edifici.
I numeri sono in continua crescita: fra novembre e dicembre sono state registrate quasi 300 richieste in più. L’ufficio Servizi alla Persona, che ha informatizzato e gestisce le pratiche, a novembre ha liquidato, complessivamente, un importo totale di 388mila euro a fronte di 476 richieste presentate da altrettanti nuclei familiari. Con riferimento al mese di dicembre, però, la cifra da liquidare è salita a oltre 700mila euro perché le domande di contributo sono arrivate a 747.
“Prima di procedere alla liquidazione dobbiamo effettuare tutte le necessarie verifiche visto che abbiamo riscontrato anche richieste doppie per lo stesso nucleo familiare. Questo ha rallentato un po’ i tempi ma ormai stiamo procedendo speditamente. Va però detto che nelle ultime settimane le domande di accesso al contributo per l’autonoma sistemazione sono cresciute esponenzialmente. Gli esiti dei sopralluoghi tecnici ci fanno purtroppo già preannunciare che il numero complessivo continuerà comunque a crescere anche nelle prossime settimane”.
“Saremo lì anche quando la terra avrà smesso di tremare”.
E’ questo lo slogan del Corso di Primo Soccorso, organizzato dalla Croce Rossa di Cingoli, che inizierà Giovedì 2 Febbraio 2017. La frase richiama proprio i recenti eventi sismici che hanno colpito il nostro territorio. Il modo migliore per aiutare chi è in difficoltà è proprio diventare un volontario della Associazione fondata da Dunant. Il corso è rivolto a tutta la cittadinanza e l’età minima richiesta è di 14 anni compiuti.
Le lezioni si svolgeranno ogni lunedì e ogni giovedì alle ore 21.00 nella Sede cingolana della CRI, in Viale della Carità 6. Le prime lezioni saranno dedicate alla Storia della Croce Rossa Italiana e Internazionale. Poi inizieranno le lezioni dedicate al Primo soccorso, che si incentreranno sulle manovre da effettuare in caso di emergenza.
Si terranno alcune lezioni sul Diritto Internazionale Umanitario. In coda alla parte teorica del corso,ci saranno delle lezioni sul comportamento da tenere in caso di ferite, fratture o traumi. Verranno effettuate esercitazioni pratiche e test di valutazione. La seconda parte, facoltativa, è parzialmente pratica e riguarda il “tirocinio” vero e proprio del futuro volontario CRI, in quanto verrà mostrato come comportarsi con l’attrezzatura medica a disposizione del Comitato.
A conclusione del corso, appunto, si diventa Volontari della Croce Rossa Italiana. La grande famiglia dei rossocrociati, colori, tra l’altro, dello stemma comunale di Cingoli, aspetta a braccia aperte tutti coloro che vogliono entrarne a far parte. Per ulteriori informazioni, gli operatori del centralino della Sede CRI al numero 0733-604330 saranno disponibili a ogni ulteriore chiarimento. In alternativa, è possibile mandare un messaggio WhatsApp al numero 392-4406002 (Alessandro).
Una manifestazione a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto ed estesa a tutti i cittadini italiani che vorranno manifestare la loro solidarietà, si terrà a Roma, in Piazza Montecitorio, il prossimo due febbraio alle ore 10. All'alba partiranno dalle Marche dei pullman che raggiungeranno la capitale. I manifestanti, armati di striscioni e slogan, intendono far presenti con un sit-in pacifico i gravissimi problemi e le grandi difficoltà che vivono ogni giorno, a cui chiedono una risposta straordinaria e decisa da parte dello Stato.
“La nostra sarà una manifestazione per chiedere alle autorità di fare presto, per far rientrare prima possibile la gente nelle loro zone di residenza,chiediamo di togliere gli eccessivi passaggi burocratici che ci sono nella certificazione del danno, tra schede Fast, Aedes e poi di nuovo la certificazione del tecnico. Sui monti muoiono gli animali, non per loro volontà, sono loro la testimonianza più forte dell'inefficienza nella gestione dell'emergenza. Chiediamo che non accada più, che si dia un'accelerazione a tutte le procedure, togliendo compiti alla grande struttura centralizzata che ha generato immobilismo e stasi nelle nostre zone”.
Vanno “restituite ai sindaci ed alle autorità locali alcune competenze in materia di ricostruzione e gestione operativa, perchè sono i primi a conoscere le necessità del territorio, ripristinando al più presto la viabilità, a partire dalla Valnerina. Bisogna inoltre far presto con le casette in legno, mettendo all'opera un numero maggiore di aziende”. Dalle Marche si ricorda il modello della ricostruzione del terremoto del 1997. “Il modello della ricostruzione del 1997 è stato un esempio per altri terremoti, ripartiamo da lì. A Serravalle epicentro del sisma del 26 settembre 1997, il 23 dicembre successivo tutti erano già nei container , qui è a rischio l'economia di questi territori, se non ci sarà lavoro, non ci sarà più motivo di risiedere qui, il territorio perderà valore ed attrattività turistica. Allora forse, non avrà più senso ricostruire le case, ma “ci vorranno loculi mortuari”, come ha detto nel suo ultimo video Antonio Lo Cascio, che ha scelto di appoggiare la protesta pacifica della gente del suo stesso territorio. Chiediamo ai sindaci di farsi portavoce dei disagi della propria gente, perchè chi tace acconsente e rischia di divenire complice di ciò che accade. Chiediamo a tutti i cittadini, di qualunque parte d'Italia, di appoggiarci in questa nostra volontà di manifestare per chiedere che sia tutelato il nostro diritto ad avere ancora un futuro ed una normalità possibile”. Per informazioni si rimanda alla gruppo Facebook “Manifestazione terremotati a Roma” ed al numero 3701391595.
Rispetto a quanto apparso in un quotidiano locale, il Direttore dell’Area Vasta 3, unitamente al Direttore medico ospedaliero, al Direttore f.f. dell’Unità Operativa di Radiologia di Civitanova Marche, al Dirigente Professioni sanitarie e al Direttore delle Risorse Umane, comunica quanto segue.
Tenuto conto della modifiche in essere da anni nella Struttura di Recanati, della ridefinizione dei livelli di assistenza da Ospedalieri a residenziali-territoriali, del rispetto degli accordi strategici condivisi con l’amministrazione comunale, del rispetto delle normative e dei massimi livelli di sicurezza nonché dei fabbisogni di salute della popolazione locale, si evidenzia quanto segue:
1) le attività radiologiche di Recanati sono tutte presenti sia in orario ordinario che in Pronta Disponibilità, e quindi nulla è stato sospeso, modificato o soppresso;
2 ) i volumi attuali delle attività confermano le liste per le attività per le esigenze dei pazienti esterni alla struttura ospedaliera;
3) le risposte ai degenti presenti nei reparti ospedalieri vengono tempestivamente e correttamente evase (pur essendosi modificate per tipologia e numerosità in relazione ai pazienti trattati);
4) la risposta in tempo reale alle emergenze/urgenze, considerato che i codici maggiori (gialli e rossi) vengono da anni inviati da Recanti ai presidi competenti (Civitanova Marche, Macerata, Ospedali Riuniti) viene garantita direttamente con il "sistema 118";
5) per i cittadini che direttamente si recano al presidio di Recanati vengono tuttora garantite le stabilizzazioni e le eventuali centralizzazioni, non potendosi prevedere ulteriori trattamenti anche radiologici.
Tutto ciò premesso è vero invece che i programmi dell’Area Vasta 3, rispetto alla radiologia di Recanati, prevedono un potenziamento quantitativo e qualitativo a seguito dell’attivazione di un nuovo mammografo e della TAC trasferita da una struttura inagibile a causa dei noti eventi sismici. Attualmente le indagini mammografiche, anche volte alla diagnosi precoce, sono garantite con le attrezzature di Civitanova Marche.
Nel distretto Civitanova-Recanati, la riorganizzazione delle attività radiologiche nel diurno e nelle 24 ore, supera le precedenti organizzazioni e potenzia la risposta in tempo reale, in primis per i Pronti Soccorsi, per i pazienti in emergenza tempo-dipendenti e per gli acuti in generale.
Da quasi due anni l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sta lavorando ad un progetto di aggiornamento della carta di pericolosità sismica, ossia la mappa (http://zonesismiche.mi.ingv.it) che fornisce un quadro delle aree sismicamente più pericolose in Italia e che quindi ci tocca ben da vicino considerati i recenti eventi sismici nel centro Italia.
Abbiamo parlato di questo argomento con il prof. Carlo Meletti, responsabile presso l'INGV del progetto di aggiornamento della carta e che ha avviato questo percorso nel 2015 attraverso una “call” rivolta a tutti gli esperti italiani del settore che intendessero fornire il proprio contributo scientifico.
L'esperto racconta che "La risposta è arrivata da ben 24 gruppi di Università ed è stata istituita una task force di più di 150 persone coinvolte nel progetto. L’attività, che si sarebbe dovuta da programma concludere nel 2016, è tuttavia ancora nella fase preliminare, a causa sia della gran mole di materiale confluito grazie al contributo della comunità scientifica che ha risposto alla chiamata, sia a causa sia dei recenti eventi sismici che hanno costretto a rivedere i risultati dei lavori e dei 10 modelli di sismicità elaborati".
Nel sito dell’INGV si definisce la pericolosità sismica come lo scuotimento del suolo atteso in un sito a causa di un terremoto. La mappa della pericolosità sismica (http://zonesismiche.mi.ingv.it) è stata pubblicata nel 2004: essa è espressa in termini di accelerazione orizzontale del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli rigidi . Attraverso l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519/2006 tale mappa è stata resa uno strumento ufficiale di riferimento per il territorio nazionale.
Successivamente, nel 2008, si è proceduto ad aggiornare le Norme Tecniche per le Costruzioni: “per ogni luogo del territorio nazionale l’azione sismica da considerare nella progettazione si basa su questa stima di pericolosità opportunamente corretta per tenere conto delle effettive caratteristiche del suolo a livello locale”.
Meletti ci ribadisce al riguardo che "la finalità della carta una volta aggiornata resta dunque quella di costituire un valido riferimento per le norme tecniche sulle costruzioni degli edifici e che dovrà comunque essere sottoposta al vaglio della Commissione Grandi Rischi".
Manca pertanto, da quanto è dato comprendere, un riscontro dinamico della mappa che si svincoli dal profilo temporale per cui ad esempio la faglia di Norcia che si è recentemente attivata risulta attualmente sullo stesso piano in termini di pericolosità sismica della faglia di Sulmona, che invece non si attiva da ben 300 anni.
La carta rappresenta dunque uno strumento fondamentale, ma statico sotto il profilo preventivo, laddove non venga ordinata temporalmente la scaletta di scadenza del tempo di ritorno stimato dei terremoti, in quanto avere 300 anni a disposizione (vedi ormai Norcia) per la messa in sicurezza è ben diverso dall’ averne uno o dieci laddove il tempo di ritorno è ormai in scadenza (vedi Sulmona).
Al riguardo la comunità scientifica dovrebbe sollecitare un intervento di ampliamento del progetto o presentarne uno specifico che permetta di lavorare esclusivamente sulla messa in sicurezza pre sisma delle zone che in ordine temporale progressivo sono a scadenza e dunque a imminente rischio terremoto.
Questa mattina si è riunito nella sede della regione Marche il Consiglio Direttivo di Anci Marche ed i
sindaci membri della Commissione Sisma, che ha annunciato il cambio
di pertinenza con il vice commissario alla Ricostruzione Luca Ceriscioli.
Dalla riunione è partito un appello di presidente della Regione e dei sindaci verso tutti i tecnici
ingegneri, architetti e geometri della regione.
"Da lunedì 30 gennaio - spiega Ceriscioli - parte il sistema regionale di gestione nella
compilazione delle scheda Fast per l'agibilità degli edifici che non sarà più in carico al Dicomac,
quindi alla protezione civile nazionale – ha aggiunto – e chiedo all'Anci Marche di farsi
portavoce di un progetto evidentemente ambizioso nel quale tutti i tecnici che hanno
davvero a cuore il presente ed il futuro del proprio territorio e della propria città, potranno dare
un contributo concreto".
Tutti i tecnici che si renderanno
disponibili presso il proprio comune per effettuare i sopralluoghi e
compilare le schede
si metteranno da lunedì a disposizione
del proprio Sindaco fornendo la disponibilità così da essere
organizzati in squadre
che opereranno immediatamente. "Non
c'è tempo da perdere, ecco perchè la mobilitazione ed il
passaparola è fondamentale".
"Il confronto con il presidente e
vice commissario – ha detto il presidente di Anci Marche Maurizio
Mangialardi
introducendo la riunione - si è reso
indispensabile alla luce delle numerose criticità in capo agli
eventi calamitosi
riconducibili sia al sisma che
all'emergenza neve". "Tra l'altro – ha puntualizzato –
in queste ore, nelle zone montane,
la neve si sta cominciando finalmente
in parte a sciogliere ed il timore concreto è che emergano nuovi
ulteriori
crepe alle strutture pubbliche e
private che la neve ha finora nascosto".
Sul tavolo anche la questione relativa
alla costruzione delle nuove scuole per la quale è stato approvato
la prima
fase per 38 milioni di euro e la
regione sta già lavorando alla seconda fase, l'acquisto del
patrimonio edilizio invenduto
da destinare a chi attende una
sistemazione, i benefici di finanza pubblica da estendere a tutto il
2017, il ripristino delle
sedi stradali danneggiate dalla
neve e dal passaggio dei mezzi pesanti, le stalle provvisorie per il
comparto dell'allevamento.
Inoltre l'Anci Marche ha chiesto al
vice commissario Ceriscioli di farsi portavoce di una decisa
centralità del ruolo dei
sindaci nella ricostruzione, convinti
che l'accentramento che va paventandosi, non faccia che rallentare il
percorso.
"Infine – ha concluso
Mangialardi – spiace constatare che il dramma vissuto dalle Marche
in questi mesi sia passato
in secondo piano. Prima il terremoto
del 24 agosto definito il terremoto di Amatrice, poi quello del 30
ottobre come
quello di Norcia, ora l'emergenza neve
ascritta all'Abruzzo, mentre sono proprio le Marche ed i marchigiani
a
pagare il prezzo più alto".
Oggi, 27 gennaio 2017, ricorre l’anniversario della scoperta del campo di concentramento di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche, il mondo in pochissimo tempo venne a conoscenza delle atrocità e di quella che poi Anna Harent, giustamente definì “la banalità del male”. Milioni di persone furono uccise o morirono di fame e maltrattamenti: ebrei, omosessuali, comunisti, zingari e prigionieri di guerra.
L’Italia fascista, firmando le leggi razziali nel 1938, condannò alla morte nei campi di concentramento molte persone. Partivano ammassati nei treni e poi venivano deportati i questi luoghi di morte, alcuni dei quali presenti anche in Italia e uno persino a Sforza Costa di Macerata.
Con la fine della guerra i campi di concentramento o di internamento furono liberati e gli italiani stremati dalla fame e senza forze, i “salvati” tornarono a casa segnati per sempre, sia fisicamente con un numero nel braccio, sia nell’anima da un’esperienza disumana che nessuno dovrebbe ami vivere.
Questa mattina nella sala consiliare della Provincia la Prefettura ha onorare con la medaglia d’onore i cittadini internati e destinati al lavoro coatto: undici uomini, di cui solo uno in vita, di cui non si vuol dimenticare la tragedia. Ecco i nomi dei premiati: Astuti Leonello, Ferretti Guerriero, Melatini Elio, Moriconi Giuseppe, Onofri Mario, Osimani Egiziano, Pesaresi Luigi, Tasso Luigi, Somma Giuseppe, Sopranzi Giuseppe, Di Pietro Bileggi Delio. A ritirare la medaglia parenti e autorità dei paesi di appartenenza oltre alle istituzioni che hanno voluto onorare la memoria di questi uomini.
Purtroppo il centro di Macerata non riesce ad invertire la rotta della fuga dei negozianti che non riescono a portare avanti la loro attività commerciale.
Molti negozi, soprattutto quelli in franchising, ma anche negozi storici, hanno abbassato la saracinesca e appeso il cartello affittasi. Alcuni si sono trasferiti nei centri commerciali della periferia, creando così quel circolo vizioso che impoverisce quello che un tempo era il cuore pulsante della città.
Alcuni chiedono spiegazioni al sindaco di Macerata e il consigliere comunale di Forza Italia Riccardo Sacchi ha lanciato l'allarme con un'ampia documentazione fotografica che testimonia la gravità della situazione. "Passeggiata nella 'galleria degli orrori' delle attività commerciali cessate! Sindaco e assessore alla cultura, oltre a conferenze stampa, convegni culturali e vernissage vari, sarà ora di dedicarsi ai veri problemi della città?" dice Sacchi.
Far rivivere questo spazio così importante deve essere una priorità dell'amministrazione, altrimenti continueremo a vedere sempre più luci spente e sempre meno persone che passeggiano e fanno shopping per le vie del centro storico. Sembra di essere catapultati nel romanzo di Buzzati: "Il deserto dei Tartari", commercianti ad aspettare clienti che non arriveranno mai. Il passeggiare di persone, la fiumana di gente che invade le vie è solo un ricordo, o meglio, episodi spot che però non bastano a dar linfa economica stabile a chi investe in questa città.
Se è pur vero che questa tendenza sembra colpire molte città, ve ne sono altrettante che hanno vinto sui centri commerciali e forse si potrebbe prendere spunto da chi ha vinto. Bisogna ricordare che sicuramente, la città, dopo il sisma sta vivendo un momento difficile che non aiuta sicuramente la comunità, ma è pur vero che è necessario reagire e fare qualcosa. Aspettare che qualcuno arrivi all'orizzonte non basta più.