ESCLUSIVO - Parla il professor Meletti (Ingv): "Urgente aggiornare la carta di pericolosità sismica"
Da quasi due anni l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sta lavorando ad un progetto di aggiornamento della carta di pericolosità sismica, ossia la mappa (http://zonesismiche.mi.ingv.it) che fornisce un quadro delle aree sismicamente più pericolose in Italia e che quindi ci tocca ben da vicino considerati i recenti eventi sismici nel centro Italia.
Abbiamo parlato di questo argomento con il prof. Carlo Meletti, responsabile presso l'INGV del progetto di aggiornamento della carta e che ha avviato questo percorso nel 2015 attraverso una “call” rivolta a tutti gli esperti italiani del settore che intendessero fornire il proprio contributo scientifico.
L'esperto racconta che "La risposta è arrivata da ben 24 gruppi di Università ed è stata istituita una task force di più di 150 persone coinvolte nel progetto. L’attività, che si sarebbe dovuta da programma concludere nel 2016, è tuttavia ancora nella fase preliminare, a causa sia della gran mole di materiale confluito grazie al contributo della comunità scientifica che ha risposto alla chiamata, sia a causa sia dei recenti eventi sismici che hanno costretto a rivedere i risultati dei lavori e dei 10 modelli di sismicità elaborati".
Nel sito dell’INGV si definisce la pericolosità sismica come lo scuotimento del suolo atteso in un sito a causa di un terremoto. La mappa della pericolosità sismica (http://zonesismiche.mi.ingv.it) è stata pubblicata nel 2004: essa è espressa in termini di accelerazione orizzontale del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli rigidi . Attraverso l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519/2006 tale mappa è stata resa uno strumento ufficiale di riferimento per il territorio nazionale.
Successivamente, nel 2008, si è proceduto ad aggiornare le Norme Tecniche per le Costruzioni: “per ogni luogo del territorio nazionale l’azione sismica da considerare nella progettazione si basa su questa stima di pericolosità opportunamente corretta per tenere conto delle effettive caratteristiche del suolo a livello locale”.
Meletti ci ribadisce al riguardo che "la finalità della carta una volta aggiornata resta dunque quella di costituire un valido riferimento per le norme tecniche sulle costruzioni degli edifici e che dovrà comunque essere sottoposta al vaglio della Commissione Grandi Rischi".
Manca pertanto, da quanto è dato comprendere, un riscontro dinamico della mappa che si svincoli dal profilo temporale per cui ad esempio la faglia di Norcia che si è recentemente attivata risulta attualmente sullo stesso piano in termini di pericolosità sismica della faglia di Sulmona, che invece non si attiva da ben 300 anni.
La carta rappresenta dunque uno strumento fondamentale, ma statico sotto il profilo preventivo, laddove non venga ordinata temporalmente la scaletta di scadenza del tempo di ritorno stimato dei terremoti, in quanto avere 300 anni a disposizione (vedi ormai Norcia) per la messa in sicurezza è ben diverso dall’ averne uno o dieci laddove il tempo di ritorno è ormai in scadenza (vedi Sulmona).
Al riguardo la comunità scientifica dovrebbe sollecitare un intervento di ampliamento del progetto o presentarne uno specifico che permetta di lavorare esclusivamente sulla messa in sicurezza pre sisma delle zone che in ordine temporale progressivo sono a scadenza e dunque a imminente rischio terremoto.
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