Torna l'appuntamento con la rubrica "La Strada delle Vittime", nella quale si affronta l'analisi della casistica criminale con approccio vittimologico. Di seguito proponiamo il caso di questa puntata.
Benno è il 32enne reo confesso di aver ucciso i suoi genitori Laura Perselli e Peter Neumair nella loro casa di Bolzano, disfandosi dei loro cadaveri e gettandoli nel fiume Adige, nel gennaio del 2021. Abbiamo seguito la storia della famglia sin da quando ancora si cercavano i coniugi scomparsi, poiché in un primo momento era stato proprio il figlio a denunciarne la scomparsa.
Abbiamo già conosciuto, attraverso le interviste, la lucida razionalità di Benno, abile a deviare gli inquirenti con una controllata freddezza, che però viste le circostanze, è stata il primo di una serie di indizi investigativi a carico del giovane, a far sospettare di lui.
Martedì, in aula nel Tribunale di Trento dove si sta celebrando il processo che lo vede imputato per il duplice omicidio, Benno è però parso diverso dalle prime volte in cui compariva in udienza con un atteggiamento remissivo, a spalle basse: ieri molto aggressivo, ha alzato più volte la voce tanto da essere ripreso dal giudice.
Un aspetto della sua personalità che, come dichiarato dalla sorella Madè in un'intervista al Corriere del Veneto, in famiglia conoscevano purtroppo molto bene. Il profilo di Benno è stato indicato come quello di un ragazzo con tratti narcisistici di personalità, borderline; ciò non significa che la sua capacità di intendere e di volere al momento della commissione del reato fosse necessariamente compromessa.
Questo è un equivoco in cui spesso si cade: i disturbi della personalità non coincidono automaticamente con l’incapacità di intendere e di volere, e quindi con la non imputabilità. Nel caso concreto, gli psichiatri consulenti della difesa sostengono la totale incapacità di Benno.
Il consulente di parte civile lo ha considerato al contrario pienamente capace di intendere e di volere nonostante un disturbo narcisistico di personalità; mentre per i periti nominati dal gip in incidente probatorio, Benno era seminfermo mentre uccideva il padre, per poi divenire perfettamente lucido durante l'uccisione della madre.
Difficile pensare ad una "sanita' mentale" intermittente che va e viene in un arco di tempo così ristretto. A tal proposito, in un processo che si giocherà tutto sul campo delle perizie, anche lo psichiatra Crepet nutre dei dubbi su questo "meccanismo psicologico che io non conosco e che temo non esista". In un' intervista rilasciata quest'estate al Corriere del Veneto rifletteva sul fatto che la patologia mentale "non è un fiume carsico, che appare e scompare".
Secondo il professore: "Questo ragazzo ha ucciso i genitori, a mio avviso in maniera premeditata, ed è quindi un assassino che di conseguenza verrà condannato. Mi sembra che ci siano poi molte valutazioni psico-criminologiche di scarso rilievo".
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