Muore in casa ma se ne accorgono dopo due anni: la solitudine di una donna "dimenticata"
Torna l'appuntamento con la rubrica settimanale "La Strada delle Vittime", nella quale si affronta l'analisi della casistica criminale con approccio vittimologico. Di seguito proponiamo il caso di questa puntata.
"E' morta senza nessuno accanto, almeno nel momento del suo funerale andiamo tutti a tenerle compagnia", questo è stato l' appello del sindaco di Como, Mario Landriscina, lanciato ai suoi concittadini dopo il ritrovamento della signora Marinella Beretta: il suo corpo in avanzato stato di decomposizione ha fatto datare il decesso al 2019.
Marinella aveva 70 anni, originaria di Erba, pensionata, è stata ritrovata su una sedia della sua cucina: un malore gli sarebbe stato fatale. “Deve essere un momento di riflessione su un esempio di solitudine che deve indurci davvero a migliorare e a cambiare certe dinamiche” ha commentato il sindaco.
Già, dinamiche, come quella di cui Marinella è stata vittima, in cui nessuno, amici, parenti, vicini, conoscenti, si è accorto della sua scomparsa. E’ stato un signore svizzero, a cui la donna aveva venduto la villetta mantenendo per sè il diritto di usufrutto a vita, ad allertare i Vigili del Fuoco che hanno fatto la triste scoperta.
I vicini di casa lo avevano contattato per segnalare delle piante pericolanti per il vento. L’ uomo non avendo avuto risposta alle telefonate inoltrate alla signora si è rivolto alle forze dell’ordine. Sembrerebbe siano stati ritrovati dei parenti della donna nelle ultime ore, che vivrebbero alla periferia di Como.
In tempi in cui la comunità è “social”, tanta è l’abitudine diffusa ad essere “online” con gli smartphone sempre in mano, sembreranno oramai parole retoriche, ma ci stiamo scordando di essere tutti parte di una comunità reale: grande o piccola che sia la città in cui viviamo, un fatto di cronaca come questo non può non suscitare vergogna e deve scuotere le coscienze.
Ciò che è accaduto a Marinella non è certo un caso isolato; pensiamo che pochi mesi fa un fatto analogo è accaduto anche nella nostra Macerata (https://picchionews.it/attualita/la-solitudine-dei-numeri-primi-si-muore-soli-per-riservatezza-il-caso-della-famiglia-canullo)
Non diamo la colpa al lockdown. Queste storie di morte “violentemente silenziose” sono da imputare piuttosto ad una lenta “involuzione sociale”; risalgono a quando il distanziamento sociale era già procurato dall’indifferenza, prima che dal covid: queste morti avvengono in case indipendenti così come nei condomini.
Con l’unica differenza che, quando la morte solitaria si consuma in un appartamento condominiale, le forze dell’ordine vengono allertate dai vicini dopo mesi a causa di un “odore insopportabile” proveniente dall’abitazione del morto e non per un albero pericolante.
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