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Minori vittime di preti pedofili: 298 i procedimenti aperti in Italia, in 144 accertata la colpevolezza

Minori vittime di preti pedofili: 298 i procedimenti aperti in Italia, in 144 accertata la colpevolezza

Manca un mese per l’inizio dei lavori del Sinodo dei Vescovi, voluto da Papa Francesco, ed è  uscito il documento preparatorio della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

Si legge nel testo del documento: “Non possiamo nasconderci che la Chiesa stessa deve affrontare la mancanza di fede e la corruzione anche al suo interno. In particolare non possiamo dimenticare la sofferenza vissuta da minori e persone vulnerabili a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza commessi da un numero notevole di chierici e persone consacrate”.

Nel 2002, grazie al quotidiano “The Boston Globe”,è emerso lo scandalo che ha travolto l’arcidiocesi di Boston, città simbolo del cattolicesimo americano, con l’accusa di pedofilia nei confronti di 78 preti, oltre al Cardinale Bernard Law che li ha protetti. Il caso è diventato un film nel 2015 “Il caso Spotlight”. Meritatamente il Globe conquistò il Premio Pulizer di pubblico servizio nel 2003 e aprì a numerose indagini sui casi di pedofilia all’interno della Chiesa cattolica.

In Italia negli ultimi quindici anni tra condanne passate in giudicato e procedimenti ancora aperti il numero è 298. Di questi 144 sono quelli che hanno già confessato o sono stati già giudicati colpevoli nei tribunali.

A denunciarlo è Francesco Zanardi, fondatore e presidente della Rete Abuso che, attraverso un blog seguitissimo, denuncia gli abusi compiuti dai sacerdoti.

Su oltre 50.000 prelati italiani, il numero dei pedofili varierebbe tra i 1000 ai 4000.

Spesso i reati subiti dai minori, vengono denunciati a grande distanza di tempo dalla loro consumazione, e per questo, secondo la legge Italiana, cadono in prescrizione.

Ciò significa che i Tribunali possono riconoscere colpevoli i preti pedofili; le violenze possono essere provate in sede processuale, così come possono essere provati i danni psichici causati dai continui abusi.

Tuttavia i rei non sconteranno nemmeno un giorno della loro pena, proprio per l’istituto della prescrizione che estingue il reato: in pratica l’illecito non può più essere punito perchè è trascorso un certo periodo di tempo, previsto dalla legge, per cui lo Stato esaurisce la propria pretesa a perseguirlo.

Uno su tutti il caso messo in luce da Fanpage nel 2017, sugli abusi cui sono stati sottoposti alcuni bambini sordi ex allievi dell’Istituto Provolo di Verona, una struttura religiosa per sordomuti. 

Nel 2009 tutti gli abusati, ormai adulti, hanno sporto denuncia  per violenze e molestie sessuali perpetrate dai preti quando erano bambini. 

La magistratura italiana ha considerato tutti i reati come prescritti e non ha mai aperto un’inchiesta, mentre oggi, oramai adulti, “quei bambini” raccontano delle brutali violenze cui venivano sottoposti all’età di 6 anni, quando la loro disabilità impediva anche di raccontare. “Non ho mai urlato” dice un ragazzo, “essendo sordo non riuscivo neanche a parlare” . E’ grazie ad apparecchi acustici di ultima generazione che oggi possono raccontare.

Ingestibile lo sgomento che si prova ascoltando la confessione di uno degli autori delle brutali molestie, che intervistato ammette: “abusavamo dei bambini sordi, eravamo almeno in dieci”.

E’ ormai risaputo, scientificamente accertato che un bambino abusato  dovrà affrontare conseguenze devastanti, uno shock psicologico tremendo tanto più perchè incapace di comprendere ciò che sta accadendo. Dall’altra parte, nelle confessioni del carnefice, non un minimo di  rammarico, di ravvedimento, di assunzione di responsabilità per le atrocità commesse.

E’ questo uno di quei casi in cui viene spontaneo chiedersi... esiste davvero la giustizia?

 

 

 

 

 

 

 

 

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