E' di oltre 4000 euro il bottino complessivo di tre furti messi a segno in altrettante abitazioni nella prima serata di ieri fra Camerino e Matelica. I ladri hanno agito prima a Camerino, in località Vallicelle, dove è stata notata un'Audi A6 scura scappare con quattro persone a bordo; poco dopo è stato denunciato il furto di circa 1500 euro in oggetti di valore. I ladri sono entrati forzando una finestra e l'auto segnalata ai Carabinieri è risultata rubata lo scorso ottobre ad Arezzo, ma per ora ha fatto perdere le tracce. A Matelica, in due abitazioni i ladri sono entrati in azione fra le 19 e le 20, entrando sempre attraverso una finestra. In uno dei due appartamenti non hanno trovato nessuno e, liberi di agire con tutta calma, hanno prelevato denaro e gioielli per un valore complessivo di circa 2000 euro. Nell'altra abitazione, in cui in quel momento la famiglia era riunita per la cena, i ladri sono saliti fino al primo piano dall'esterno ed hanno portato via catenine, collane e altri preziosi, per un valore di 1000 euro. In entrambi i casi l'allarme è scattato nella tarda serata, e non sono state notate vetture o persone sospette. Sono in corso indagini da parte dei Carabinieri di Camerino e Matelica, che cercheranno di stabilire anche se i tre episodi siano collegati fra loro.
Grande attesa per il vernissage della mostra d’arte internazionale "My country", che avrà luogo sabato 21 novembre alle ore 17.00 nello Spazio Multimediale San Francesco di Civitanova Marche Alta in provincia di Macerata, e resterà aperta fino al 28 febbraio 2016. Un evento esclusivo in Italia, promosso dal TUJU Art Group di Singapore per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’indipendenza dalla dominazione inglese della Repubblica di Singapore (1965-2015), città-stato del sudest asiatico all’estremità della penisola malese. Il TUJU Art Group, che a partire dall’inizio dell’anno ha stretto gemellaggi artistici nei Paesi più importanti del mondo, in Italia ha scelto Civitanova Marche come sede per presentare i talenti e le opere d’arte singaporesi, e offrire allo spettatore uno sguardo privilegiato sulla sua evoluzione da umile villaggio di pescatori a nazione ricca e potente. L’appuntamento italiano è particolarmente significativo in quanto rappresenta anche l’evento di chiusura dei festeggiamenti del Golden Jubilee organizzati nel corso del 2015 in tutto il pianeta. Undici artisti italiani, tutti marchigiani, e undici artisti stranieri, di cui cinque del TUJU Art Group di Singapore e sei Guest provenienti dal medio ed estremo Oriente, sono i protagonisti di un allestimento che conta 66 lavori fra dipinti, disegni, sculture, installazioni, video e fotografie, in una felice contaminazione di mondi e visioni. Il progetto della mostra, curata da Paola Ballesi, Enrica Bruni e Abu Jalal Sarimon, vuole rappresentare nelle intenzioni degli organizzatori il felice e promettente avvio di una lunga relazione culturale ed economica tra Italia e Singapore. L’interazione fra Oriente e Occidente, che si compie attraverso il linguaggio eterogeneo dell’arte contemporanea, diventa un colloquio serrato fra opere, un racconto multiculturale che mette in luce stili, tecniche, creazioni e personalità originali, espresse da artisti esperti al fianco di giovani promesse. Un processo osmotico ed evocativo fatto di scambi e influenze attraverso il tempo e lo spazio, relazioni tangibili e intangibili che danno forma a infinite combinazioni di simboli, materiali e connessioni sensoriali. Così, tradizioni radicate nel passato attraversano un presente inafferrabile e si proiettano verso il futuro, fra il reale e l’immaginario. Ma, pur con provenienze e formazioni così diverse, i linguaggi dell’arte non esprimono più tendenze nettamente distinte, e l’unica grande contrapposizione resta fra astratto e figurato, spesso mescolati e dialoganti, mentre il dato trasversale forte è la evidente trasformazione del modo di concepire la funzione dell’arte. Se nei Paesi di lunga tradizione democratica si è fatta simulazione del reale, terreno di incontro, scontro e condivisione, negli artisti stranieri è evidente la vocazione etnica, con la propensione al colore puro, all’eliminazione delle ombre, alla purezza del gesto calibrato sulla meditazione e sull’attesa, ma anche la propensione ad acquisire stilemi prettamente occidentali (cosa che sembra non accadere per gli italiani). L’arte, in Oriente quanto in Occidente, si è fatta portatrice naturale di un modo di pensare che definisce usi, abitudini e stili di vita, ma anche attitudine al superamento dei confini e dei conflitti.
Ancora un podio per i nostri campioni italiani 2015: Perna Edoardo e Alice Zanconi, Nicola Marchionni e Ludovica Nivella, Manuel e Chiara Chiaraluce, con il loro Caribbean Show Dance "The Doors" hanno ottenuto un prestigioso terzo posto al campionato del mondo IDO (International Dance Organization) di danza sportiva tenutosi a Torino dal 5 all'8 novembre 2015, nel Palasport of Turin del Parco Ruffini. Questi risultati sono stati ottenuti non solo per la passione e l'impegno che mettono questi ragazzi nel ballo, ma soprattutto per l’ottima preparazione e la professionalità dei loro maestri Riccardo Ciminari, Silvia Fontana, Gianni Crucianelli e Manola Fontana del Club Fashion GiaMan Dance di Morrovalle.
Prosegue Macerata partecipa, il progetto del Comune di Macerata con cui è stato avviato un percorso di democrazia partecipativa che ha l’obiettivo di coinvolgere attivamente i cittadini e rispondere così al "diritto alla buona amministrazione" della comunità. L'Amministrazione comunale, dopo gli incontri della Giunta itinerante duranti i quali ha incontrato e coinvolto i cittadini dei vari quartieri, vuole continuare a rafforzare il patto di fiducia e trasparenza con loro chiamandoli a partecipare ai processi decisionali. E’ in questo contesto che, anche in seguito al superamento delle ex circoscrizioni, si inserisce l'istituzione dei Centri civici del territorio comunale presentati questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla presenza dell’assessore alla Partecipazione, Federica Curzi “I Centri civici - ha affermato l’assessore Curzi - sono luoghi istituzionali a tutti gli effetti dove i cittadini possono rivolgersi per ottenere informazioni, fare segnalazioni, partecipare ad iniziative e sono gestiti, attraverso un’apposita convenzione, da componenti delle associazioni iscritte all’albo comunale. I centri civici non sono frutto di improvvisazione, ma alla base della loro istituzione c’è uno studio e sono dotati di regolamento. Per le segnalazioni è stata studiata una scheda apposita che una volta compilata, verrà tradotta in codici dai quali dipenderà la tempistica di intervento”. I Centri civici attivi sono 6: Rione Marche, I colli, Tre Vie, Villa Potenza, Piediripa e Centro storico e offrono informazioni di pubblica utilità, la possibilità di inoltrare segnalazioni su problematiche del quartiere e raccolgono proposte e suggerimenti da indirizzare all'Amministrazione comunale. Questi i recapiti:Centro Civico di Rione Marche (Santa Lucia, Rione Marche) INDIRIZZO Via Marche, 84 ORARI DI APERTURA Mercoledì 16,30 - 18,00 Sabato 16,00 - 17,30 TELEFONO 331.3895128 E-MAIL rionemarche.centrocivico@comune.macerata.it Centro Civico "I Colli" (Collevario, Colleverde, Santa Croce) INDIRIZZO Via Ungaretti, 82 ORARI DI APERTURA Martedì 15,00 - 18,00 TELEFONO 340.5739387 E-MAIL icolli.centrocivico@comune.macerata.it Centro Civico "Tre Vie" (via Panfilo, Via dei Velini, via Due Fonti) INDIRIZZO Via Panfilo, 19 ORARI DI APERTURA Giovedì 9.00 - 12,00 TELEFONO 0733.231079 E-MAIL trevie.centrocivico@comune.macerata.it Centro Civico "Villapotenza" INDIRIZZO Via Teatro Romano, 21 ORARI DI APERTURA Martedì 11.00 - 14.00 Venerdì 15.00 - 18.00 TELEFONO 339.2574642 - 348.3236327 E-MAIL villapotenza.centrocivico@comune.macerata.it Centro Civico "Piediripa" INDIRIZZO Piazzale Salvo D'Acquisto, 14 ORARI DI APERTURA Lunedì 16.00 - 19.00 TELEFONO 338.5691493 E-MAIL: piediripa.centrocivico@comune.macerata.it Centro Civico "Centro Storico" (Centro storico, Corso Cairoli, via Pace) INDIRIZZO Vicolo Costa, 10 ORARI DI APERTURA Martedì 17.30 - 19.00 Giovedì 17.30 - 19.00 TELEFONO 338.1082617 E-MAIL centrostorico.centrocivico@comune.macerata.it Per garantire un’adeguata gestione dei Centri civici e nell’ottica di partecipazione che contraddistingue il progetto, il Comune di Macerata organizza per il prossimo 12 novembre, alle ore 18, nella sala Castiglioni delle Biblioteca Mozzi Borgetti (piazza Vittorio Veneto, 2), un incontro formativo rivolto ai referenti dei Centri, alle associazioni che vogliono collaborare con questi organismi e ai dipendenti comunali impegnati nei servizi che più spesso sono oggetto di richieste di intervento, come ad esempio l’ufficio tecnico, il verde, i vigili urbani e così via.(FOTO SI.SA.)
Si chiama Intimacy 2.0 l’ultimo outfit di moda futuristico, curioso ed anche costoso.Lo stilista olandese Daan Roosegaarde dopo una ricerca attenta di materiali crea un abito di alta moda fatto di pelle e smart e-foils: fogli elettronici opachi e recettivi che diventano trasparenti con l’incremento dei battiti del cuore della persona che lo indossa. Sembra infatti che nel momento dell’eccitamento, quando il cuore batte forte, l’abito diventa trasparente. Esigente ed ancora più tecnologica, una ricca ereditiera di Los Angeles ne ha ordinato uno dall’aspetto normale ma che riconosce la voce del suo amante. Quando lui pronuncia una sequenza di parole intime, l’abito diventa trasparente. Non è sicuramente il primo esperimento di fusione fra moda e tecnologia perché un’azienda giapponese Ravijour ha realizzato un reggiseno in grado di aprirsi solo quando è il cuore a permetterlo. A quanto pare sono molto apprezzate le trasparenze che reagiscono alle emozioni e agli eccitamenti.
Quando d’improvviso venne giù i mortai tacquero e cominciarono ad abbaiare i cani. L’orologio segnava le 10,13 in punto. La verde Neretva, sotto, smise per un istante di scorrere, poi inghiottì le sue pietre e si colorò di giallo. L’arco di pietra bianca, la tenelija, svanì e restarono solo le due torri: l’Helebija e la Tara. Stava lì dal 1566, da quando l’architetto Hayruddin Mimar lo costruì. Il generale croato, Slobodan Pralijac, che per due giorni ininterrotti lo bombardò con i cannoni non se ne curò. Disse che lo avrebbe ricostruito lui stesso, più bello e più antico di prima… Non aveva un ruolo particolarmente strategico. Non era un obbiettivo militare. Il ponte di Mostar esisteva semplicemente. Univa due sponde. Al centro, nel suo arco di volta, si congiungevano nostalgia e speranza. Da quel punto vedevi scorrere il fiume, ma il tempo si fermava. L’arco di pietra ha dentro se una forza invisibile. La sua linea ricalca il ponte celeste che – secondo i musulmani – solo i puri di cuore possono varcare per raggiungere l’aldilà. Era il nove novembre del 1993. Quattro anni prima, in quella medesima data – la storia a volte sa essere crudele - crollava il muro a Berlino. Nel ’91 lo attraversai per raggiungere Mostar est. Mi fermai a parlare con il vecchio Selim che aveva un bazar proprio lì. Gli regalai un sigaro toscano, bevemmo il suo caffè. Lui sentiva già da lontano l’artiglieria che da lì a breve avrebbe ridotto la città in macerie. Non detti molta importanza alle sue parole, ma lui aveva già intuito tutto. Ogni volta che passavo per Mostar mi fermavo da Selim per il caffè e donargli un sigaro. Il ponte non c’era più. Al posto della volta di pietre c’erano tavole e cavi d’acciaio. I giovani del posto fecero mettere un traliccio in orizzontale per potersi tuffare, come facevano da quando fu costruito. D’estate, dal ristorantino, di sotto, sulla parte ovest, li guardavo lanciarsi nel vuoto, infilarsi in acqua e riemergere dopo pochi secondi che mi sembravano lunghissimi. Guardavo nel vuoto e ricordavo a memoria le parole di Ivo Andric a proposito del suo ponte sulla Drina: “Così, ovunque nel mondo, in qualsiasi posto, il mio pensiero vada e si arresti, trova fedeli ed operosi ponti. Come eterno e mai soddisfatto desiderio dell'uomo di collegare, pacificare e unire insieme tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi. Perché non vi siano divisioni, contrasti, distacchi… Così anche nei sogni e nel libero gioco della fantasia, ascoltando la musica più bella e più amara che abbia mai sentito, mi appare all'improvviso davanti il ponte di pietra tagliato a metà. Mentre le parti spezzate dell'arco interrotto dolorosamente si protendono l'una verso l'altra e con un ultimo sforzo fanno vedere l'unica linea possibile dell'arcata scomparsa. E' la fedeltà e l'estrema ostinazione della bellezza, che permette accanto a se un'unica possibilità: la non esistenza. E infine, tutto ciò che questa nostra vita esprime - pensieri, sforzi, sguardi, sorrisi, parole, baci, sospiri - tutto tende verso l'altra sponda. Come verso ad una meta, e solo con questa acquista il suo vero senso. Tutto ci porta a superare qualcosa, ad oltrepassare: il disordine, la morte o l'assurdo. Poiché tutto è un passaggio, un ponte le cui estremità si perdono nell'infinito e al cui confronto tutti i ponti di questa terra sono giocattoli da bambini. Pallidi simboli. Mentre la nostra speranza è su quell'altra sponda.” Nell’altra sponda, appunto, su di una pietra bianca c’era un incisione con della vernice nera: “don’t forget ’93” c’era scritto, in stampatello. Allora il segreto della speranza è la memoria, pensavo io. Quel giorno, quel nove novembre del ’93 la storia si è fermata ed è tornata indietro. Abbiamo festeggiato per l’abbattimento del muro di Berlino, ma non abbiamo pianto abbastanza per il crollo del ponte di Mostar. Perché ogni ponte che cade è un confine in più e una possibilità di riconciliazione in meno. Un ponte che cade è come una bestia che si piega sulle ginocchia dopo il colpo alla nuca. Manda un segnale cosmico che spezza qualcosa nell’universo. E se la costruzione di un ponte è la più sublime delle ingegnerie, il suo abbattimento è la più impressionante delle distruzioni. Quel gorgo che inghiottì le pietre ed ingiallì la Neretva, a più di venti anni di distanza è ancora lì, nel cuore del vecchio continente. I disperati che il Mediterraneo caccia dalle proprie guerre, fanno rotta per il grande fiume d’Europa. Lo percorrono, coperti da pochi stracci addosso, controcorrente, scansando recinti e fili spinati che uomini di poca memoria – quindi senza speranza – innalzano a loro difesa. L’incontro dei due mondi è ancora lontano.
Nove giorni per arrivare al tragico punto di partenza. Il 31 ottobre l’airbus A321 russo appena decollato da Sharm el Sheick fu distrutto con un ordigno da un gruppo legato all’Isis. Insomma, per nove giorni abbiamo assistito a un pasticcio di silenzi, bugie e rinvii nell’ammettere clamorose evidenze. E non solo da parte dell’Egitto, impegnato a difendere la propria gallina dalle uova d’oro del turismo sul Mar Rosso, ma da quasi tutti i paesi in causa. Come dimostrano le tensioni diplomatiche fino allo scontro aperto tra Londra e Mosca, quando al quinto giorno, mentre gli egiziani si ostinavano ancora a smentire possibili falle nella sicurezza, e quindi l’attentato, il governo britannico ha annunciato il blocco dei voli da Sharm spiegando che la decisione era dovuta a "nuove informazioni venute alla luce" secondo le quali l'aereo russo "potrebbe essere stato colpito da un dispositivo esplosivo".La notizia che ha fatto insorgere Mosca: Londra, dunque, dispone di elementi che non mette a disposizione degli altri paesi –ha protestato ufficialmente il Cremlino- e, in particolare, della Russia, la vera parte offesa che nel disastro ha perso 224 cittadini e un aereo. Come giustificare un silenzio di questo tipo quando le informazioni in questione avvalorano l’ipotesi di una ritorsione del Califfato contro la Russia per i bombardamenti in Siria.Oggi finalmente abbiamo appreso dalla stampa britannica cosa gli 007 di sua maestà avevano riferito al primo ministro Cameron, che reagì con il blocco precauzionale dei voli, e fu poi costretto a rivelare ai russi, che a loro volta corsero ai ripari. L’Mi6, i servizi segreti di Londra, aveva intercettato le conversazioni di diversi jihadisti che ridevano e commentavano il disastro aereo. E, in particolare, di colui che è indicato come l'organizzatore dell'attentato, l’egiziano Abu Osama al-Masri, il leader dei miliziani che da anni infestano il Sinai, Ansar al Beyt al Maqdis, formazione che lo scorso anno si è legata ad Isis, facendo il rituale atto di sottomissione al sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi. Gli agenti britannici avrebbero riconosciuto la sua voce come quella del primo a rivendicare l'attentato sul web. Proprio un uomo di al-Masri, ritengono gli 007, avrebbe approfittato di un complice tra i dipendenti dell'aeroporto di Sharm el Sheick per far imbarcare un bagaglio con dentro un ordigno.Tutto tornerebbe: il licenziamento in tronco del capo della sicurezza dell’aeroporto, la ricerca dei complici fra i dipendenti, la procedura di far volare su aerei diversi i turisti e i loro bagagli, nell’impossibilità di stabilire un clima di reale sicurezza nello scalo assediato da migliaia di persone a termine vacanza e migliaia che continuano comunque ad arrivare: Telecamere rotte o che nessuno sorveglia, controlli sommari e pochissimi metal detector in funzione. E in più, l’immancabile piaga della corruzione, rivelata da dirigenti della sorveglianza che puntano il dito contro agenti di polizia addetti al controllo dei bagagli ai raggi x. “Non posso dire quante volte ho scoperto una borsa piena di droga o di armi lasciata passare per pochi euro”, ha raccontato uno di loro.Sta di fatto che alla fine, di fronte a questa situazione della sicurezza, identificata la minaccia in al-Masri e nello stesso Califfato che lo appoggia, funzionari del governo britannico hanno stretto un patto con russi ed egiziani per eliminare il leader dei jihadisti nel Sinai. Presto le teste di cuoio del Sas, lo Special Air Service britannico, entreranno in azione in un inedito intreccio con corpi speciali russi ed egiziani. Nella speranza di ridare la serenità perduta al paradiso della vacanza a basso costo sul Mar Rosso.
Il Moto Club Settempedano ospita domani dalle ore 9, la “Giornata sociale” del sodalizio aprendo le strutture del campo cross di San Pacifico per gli allenamenti ma anche per una grande festa con le famiglie nel corso della quale, come da tradizione, verranno premiati i piloti distintisi nel 2015. Dalle 13,30, nei locali del Moto Club, pranzo per soci e simpatizzanti a base di cinghiale.
Il Comune di Macerata ha pubblicato un avviso per la vendita, tramite asta pubblica, di tre appartamenti e relative pertinenze che si trovano in via Costituzione. L’asta pubblica, che si terrà con il metodo delle offerte in aumento rispetto al prezzo a base di gara, si terrà il prossimo 3 dicembre alle ore 10.Gli immobili in questione sono distinti in tre lotti: il primo si riferisce a un’abitazione posta a piano terra con garage nel seminterrato e corte di pertinenza con prezzo posto a base d’asta di 184.840,00 euro, il secondo riguarda un’abitazione a piano terra e primo piano, con garage nel seminterrato e corte di pertinenza con prezzo posto a base d’asta di 211.810,00 euro, mentre il terzo è relativo ad un’abitazione al piano primo, anche in questo caso con garage nel seminterrato e corte di pertinenza con prezzo posto a base d’asta di 211.810,00 euro.Gli interessati in possesso dei requisiti indicati nell’avviso e nel modello di domanda, dovranno far pervenire al Comune di Macerata – Ufficio Protocollo, viale Trieste, 24, entro le ore 12 del prossimo 2 dicembre un plico sigillato con l’indicazione all’esterno delle generalità del concorrente e la dicitura “Asta pubblica del 3.12.2015 relativa alla vendita di tre appartamenti e relative pertinenze di proprietà comunale. Offerta di acquisto lotto n….”.
Si chiama Barbara e nasce nel 1959 la figlia di Ruth Handler e del cofondatore Mattel, ma il mondo la conosce col nome di Barbie. Da quasi sessanta anni la bambola più famosa della storia è sempre sulla cresta dell’onda.Tantissimi sono i collezionisti, ma il più impensabile fra tutti è l’attore Johnny Deep. Sembra infatti,che tra quelle che possiede, le più divertenti sono quelle che raffigurano le sue amiche attrici. Icona intramontabile, come l’hanno definita, riesce ad approdare come una modella nel mondo della moda con un successo clamoroso tanto che i grandi stilisti come Balenciaga e Yves Saint Laurent la vogliono vestire fino a partecipare alle quattro ”fashion week” del mondo: New York, Londra, Milano e Parigi.Bambola tascabile,con un fisico da pin up, entra nelle borse e diventa una vera tendenza portarla con sé. Metropolitana a tutti gli effetti,impazza tra le vetrine di Londra e New York indossando la mini Peekaboo di Fendi, la Bag fumetto di Sophia Webster e la Lock Glam di Valentino. In esclusiva dal 9 Novembre su Net-A-Porter vestita interamente dalla maison Moschino sarà in vendita con 8 capi pensati dal designer Jeremy Scott. Questa icona globale che è riuscita ad abbattere ogni frontiera sia linguistica, culturale, sociale che antropologica, avrà una mostra tutta sua in grande stile al Mudec di Milano fino al 13 marzo 2016. Volete tornare bambina? Compratevi la Barbie che avete sempre sognato.
Gli inquilini morosi incolpevoli che a causa di sopravvenute gravi impossibilità, come la perdita del lavoro o una malattia o la diminuzione del reddito per decesso o infortunio di un componente del nucleo familiare, non riescono a provvedere al regolare pagamento del canone di locazione possono fare richiesta di contributo al Comune di Macerata. E’ stato infatti pubblicato l’avviso relativo al fondo, finanziato dalla Regione Marche, destinato alle morosità incolpevoli di quei nuclei familiari che hanno subìto per cause gravi non imputabili a loro, una consistente riduzione della capacità reddituale tale da impedire il pagamento mensile dell’affitto. L’accertamento della morosità incolpevole è effettuata dal Comune attraverso la verifica del nesso tra il mancato pagamento del canone e le cause che lo hanno determinato. Tra i requisiti soggettivi per poter presentare domanda di contributo, il possesso di un reddito Isee non superiore a 35mila euro e di un atto di intimazione di sfratto per morosità incolpevole con citazione per la convalida. Le richieste devono essere compilate su apposita modulistica reperibile negli uffici del servizio Servizi alla persona (Programmazione, progettazione sociale e politiche abitative) in viale Trieste 24, nei giorni di lunedì-mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13. I moduli, insieme al bando completo nel quale sono dettagliatamente specificati i requisiti per accedere ai contributi e tutte le informazioni necessarie, sono anche scaricabili dal sito www.comune.macerata.it. La scadenza del termine di presentazione delle domande è fissata per il prossimo 2 dicembre
Da giovane cuoca a carbonaia per recuperare la tradizione di famiglia: è la storia di Federica Coccettini, 29enne imprenditrice di San Severino della Coldiretti Macerata che ha deciso di abbandonare il cappello da chef per imbracciare legna e carbone. Una storia che ha catturato anche l’interesse del Tg1 Rai, che le ha dedicato un servizio dell’inviata Valentina Bisti. Dopo il diploma all’Istituto Alberghiero di Cingoli, appena19enne Federica inizia a Roma la sua avventura come cuoca, un’avventura che per circa dieci anni la porterà a lavorare tra Nord e Centro Italia, inframezzati dall’apertura di una piccola gastronomia. All'improvviso arriva però la decisione di tornare alle origini, nell'azienda di famiglia: una sessantina di ettari sparsi tra le montagne di San Severino Marche, di cui la metà a bosco. La famiglia Coccettini coltiva infatti ulivi, cereali e foraggi, ma la vera vocazione è quella dei carbonai, attività tramandata di generazione in generazione. Federica, come racconta la Coldiretti Macerata, decide dunque di lasciar da parte il mestiere di cuoca e, sotto la guida di papà Angelo e della nonna impara a fare il carbone secondo l’usanza tradizionale: lavoro non facile che richiede tempo, cura e dedizione, tanto che a volte, quando la carbonaia è accesa, a Federica capita di dover vegliare tutta la notte per evitare il rischio che si sprigionino le fiamme. Il carbone prodotto viene poi venduto direttamente ai consumatori, anche nei Mercati di Campagna Amica nel territorio maceratese. Un esempio di un trend che negli ultimi anni, secondo Coldiretti, ha visto la nascita di esperienze di filiera corta aziendale per la vendita diretta ai cittadini o a ristoranti, spesso spinte proprio dal ritorno di giovani che hanno deciso di recuperare il mestiere di genitori, nonni e bisnonni. Secondo una stima Coldiretti su dati Fao, nelle foreste italiane se ne producono all’anno circa 10 milioni di chili, un terzo rispetto a vent’anni fa. Un’opportunità occupazionale per chi vive nelle zone interne, anche per frenare il rischio dello spopolamento. Negli ultimi venti anni sono molte le aziende agricole delle aree montane e svantaggiate costrette, infatti, a chiudere i battenti per la mancanza di concrete opportunità economiche e sociali, facendo venir meno la costante attività di custodia, di valorizzazione, di protezione e di sorveglianza del bosco. "Per i giovani carbonai tricolori resta però forte la concorrenza del carbone straniero”, denunciano il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili, e il direttore Giordano Nasini, “spesso di minor qualità e venduto per questo a prezzi più bassi".
Lo scienziato Antonio Giordano mette ordine dopo le polemiche sui dati dell'Organizzazione mondiale sanità in merito a carne e insaccati: "l'aumento del fattore di rischio è certamente da tenere presente, ma il dato non va considerato in maniera assoluta. L'insorgenza della malattia varia da persona a persona e, molti altri, sono i fattori da considerare".La salsiccia cancerogena e il salame killer. Tra allarmismi e bufale, i dati Oms elaborati nel rapporto dell'Iarc, redatto sulla base di oltre 800 studi precedenti sul legame tra una dieta che comprenda le proteine animali e il cancro, conferma dunque le attuali raccomandazioni "a limitare il consumo di carne.Tra la consueta ironia sui social e la ricerca di verità oggettive sui rischi per la salute, ecco alcune domande a Antonio Giordano, direttore e fondatore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia e professore ordinario di Anatomia ed Istologia Patologica dell' Università degli Studi di Siena, autore di diversi libri sul rapporto tra salute e inquinamento ambientale.Allora professore, siamo alla carne killer?Il fatto che un elevato consumo di carne rossa e di carne lavorata sia compatibile con l'insorgenza di tumori intestinali o allo stomaco non è una novità dal momento che, da anni, gli studiosi ne raccomandano un utilizzo moderato. La novità invece, e' che l'annuncio di questi giorni proviene dall'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell'Organizzazione Mondiale della Sanitaè, che si è basata sull'analisi di circa 800 casi.Può spiegare quali sono i rischi reali?Chiariamo allora che per carne rossa non intendiamo solo quella di colore rosso come il manzo o l'agnello, ma anche la carne di maiale, mentre per carni lavorate intendiamo quelle carni sottoposte a processi di lavorazione e, cioè di affumicamento, di salatura come avviene nel caso della pancetta, del prosciutto, dei salami, degli hot dog. L'aumento del fattore di rischio è certamente da tenere presente, ma il dato non va considerato in maniera assoluta. L'insorgenza della malattia varia da persona a persona e, molti altri, sono i fattori da considerare.Quindi quali sono le vere precauzioni da prendere?Senza creare allarmismi segnaliamo che altri studi saranno ancora necessari per confermare la notizia. In generale, la carne va inserita nella dieta alimentare circa due volte a settimana. Sono da preferire metodi di cottura alternativi alle grigliate, ai barbecue o alle fritture dal momento chela carne cucinata ad alte temperature sembrerebbe sviluppare sostanze chimiche pericolose per la salute. Le alte temperature, infatti, genererebbero dei composti chimici in grado di contribuire alla cancerogenesi. Allo stesso modo è sconsigliabile ingerire carne cruda per la maggiore possibilità di contrarre infezioni alimentari per la presenza di batteri. Una notizia importante quella dell'Iarc, ma che non va enfatizzata.La preoccupa più il consumo di carne o vivere in territori inquinati da rifiuti tossici?Dovrebbe maggiormente farci riflettere la situazione che vivono quotidianamente gli abitanti della terra dei fuochi e dei veleni e, più in generale di alcune regioni italiane e Paesi del mondo che, - diversamente da quanti possono scegliere se evitare lo smodato utilizzo delle carni – sono costretti a vivere in un ambiente altamente tossico e nocivo per la salute umana.Per approfondimentihttp://www.nelpaese.it/index.php/archivio-salute-e-ambiente/2865-rischio-carne-rossa-giordano-no-allarmismi-si-pensi-ai-territori-tossici-e-nocivi
Dal 2006 opera a Tolentino la Smaltire srl, un’azienda specializzata nella lavorazione dei pneumatici usati. Questa impresa aveva accumulato sul piazzale sia al di fuori del capannone che all’interno del capannone stesso grandi quantità di pneumatici usati e di materiali lavorati solo in parte (ciavattato, polverino in granuli, tessuti, filo di ferro ecc.). Questa particolare situazione aveva già creato allarme in quanto il gran mucchio di pneumatici costituiva un potenziale pericolo sia per il rischio incendio sia perchè le acque stagnanti accumulate sui pneumatici che costituivano incubatori per il proliferare di zanzare ed altri insetti. Il Sindaco con diverse ordinanze aveva intimato all’azienda di smaltire i pneumatici e i materiali semilavorati. Nel frattempo la Smaltite è stata posta in liquidazione e i curatori avevano comunicato al Comune che la curatela non aveva né competenze né le somme necessarie per eseguire lo smaltimento dei pneumatici e del materiale semilavorato presenti sul piazzale e quindi non era in grado di dare seguito al contenuto delle ordinanze emesse. In questi mesi si sono tenute alcune riunioni per verificare quale potesse essere la soluzione per addivenire al completo smaltimento dei pneumatici e dei materiali ancora giacenti sul sito (stimati appunto in 400/500 tonnellate) e nel frattempo sono stati contattati vari smaltitori e Consorzi che si occupano di questa particolare problematica. In questo contesto è stato individuato il Consorzio Ecotyre s.c. a r.l. – società consortile a responsabilità limitata - di Vinovo (TO) che è uno dei Consorzi italiani istituiti proprio per lo smaltimento dei pneumatici usati il quale, lavorando in zona su altri siti, ha dato la disponibilità a smaltire quanto esistente nell’azienda di Tolentino senza costi né per il Comune né per gli altri obbligati a tale operazione atteso che il Consorzio beneficia delle somme che pagano costruttori ed importatori di pneumatici nel momento in cui li immettono nuovi sul mercato. Questa soluzione è stata ritenuta ottimale per tutti i soggetti coinvolti in questa complicata e difficile situazione e pertanto la Giunta municipale guidata dal Sindaco Pezzanesi ha disposto di eseguire in danno agli obbligati di legge lo smaltimento di tutto il materiale presente sul sito costituito da pneumatici usati e semilavorati e di affidare alla Ecotyre s.c. a r.l., di Vinovo l'incarico di smaltimento di tutto il deposito di pneumatici e materiali semilavorati ubicato in Tolentino in via G. Falcone, nella zona industriale Le Grazie.
Tempo due mesi, non un giorno di più, ed alla fine sapremo il vero destino di Banca Marche. La notizia dell’intervento del fondo interbancario che molti politici avevano salutato con soddisfazione, si è rivelata per quello che era: una non notizia. Bastava fare il conto della serva per capire la realtà vera e con essa tutta la gravità della situazione. Banca Marche ha un portafoglio di 500 mila correntisti. Ammettiamo che 20 mila di essi (sono il 4%) detengano almeno 100 mila euro di deposito, fanno due miliardi tondi tondi. Tanto avrebbe dovuto liquidare, a norma di legge ed a risarcimento, il fondo interbancario di tutela dei depositi, in caso di fallimento dell’istituto. Non solo: questi due miliardi garantiti dal fondo interbancario non coprono solo le criticità di Banca Marche, ma anche di altri tre istituto di credito che navigano in pessime acque. La somma totale dei fondi garantiti (cioè quelli fino a 100 mila euro) fa la bellezza di dodici miliardi. Una cifra astronomica. Tanto è vero che il presidente del fondo si è affrettato a dichiarare le seguenti parole: “questi miliardi non li abbiamo e non li avremo mai.” Questo è quanto, al netto di ulteriori, verosimili inciampi che da qui a due mesi potrebbero concretizzarsi. Credo tuttavia che la vicenda di Banca Marche, sino a qui raccontata, sia stata presa solo per un verso, cioè quello della responsabilità degli amministratori. A scanso di equivoci dico subito che fosse stato per me, a costoro non avrei fatto amministrare nemmeno un pianerottolo dell’Hotel House. Però, ora che sono caduti in disgrazia, non trovo nemmeno giusto infierire, a senso unico, contro di loro. Ad onor del vero bisognerà pure ricordare a noi stessi la pressoché unanime deferenza nei loro riguardi. E già, perché dalla squadra di pallavolo fino alla sagra della castagna lessa, un po’ tutti hanno bussato a quattrini al portone di Banca Marche, traendone vantaggi. Il punto che vorrei invece venisse analizzato e sviluppato meglio è quello del ruolo della Banca d’Italia in questa vicenda. Tutte le inchieste giornalistiche, viceversa, danno per scontato la bontà del suo operato. Ora, in Italia, si può scrivere e parlar male di tutti; si può pure affermare che il papa ha un tumore al cervello, ma guai a mettere in dubbio l’operato di Bankitalia. Si scatena un fuoco di sbarramento e manca poco che ti mandino gli infermieri a casa a portarti via con la camicia di forza, come succedeva con gli oppositori in Unione Sovietica. Bankitalia è più che una torre d’avorio di cui non si conoscono i meccanismi e le pratiche, con trasparenza zero. Basti pensare che solo nel 2005, grazie ad un lavoro immane e certosino di pochi appassionati, è stata resa nota la lista e le partecipazioni degli azionisti. La questione che pongo è la seguente: è possibile che in circa quattro anni di crisi appurata e conclamata di un istituto bancario di media grandezza non vi sia stata alcuna possibilità di soluzione alternativa? Il Monte dei Paschi di Siena, per esempio è stato salvato in due giorni con decreto governativo (i così detti Moti bond). Oppure si è voluto con scienza e coscienza ed attraverso uno stillicidio, arrivare alla soluzione finale che – per combinazione – fa comodo a tanti altri istituti di credito concorrenti? I quali istituti di credito, attraverso il fondo interbancario, sono entrati nel capitale di Banca Marche. E, sempre per pura coincidenza, gli stessi istituti di credito sono i maggiori azionisti della Banca d’Italia. Tanto per capirci: Unicredit ed Intesa San Paolo sono i maggiori azionisti di Bankitalia, la quale forte del potere di vigilanza commissaria Banca Marche. La crisi di Banca Marche si prolunga, oltremodo nel tempo, fino a quando il Fondo interbancario a tutela dei depositi (di cui sono maggiori azionisti Unicredit e Intesa San Paolo) senza sborsare – di fatto – un euro entra nel capitale di Banca Marche. A questo punto basta allargare lo sguardo oltre i confini regionali e moltiplicare per tre, cinque o sette medesime situazioni, per realizzare che si sta ridisegnando radicalmente e repentinamente la politica del credito a livello nazionale. Nel frattempo Bankitalia continuerà ad affermare che formalmente ha messo in atto ogni strumento di vigilanza consentito. Ma nei fatti più che di vigilanza i suoi sono strumenti unilaterali di indirizzo. Sarebbe ora che qualche giornalista osasse di più e piuttosto che al dito guardasse alla luna…
“Ora è nella notte il momento delle streghe, quando i cimiteri sbadigliano e l’inferno stesso alita il contagio su questo mondo”. William Shakespeare. Benvenuto Halloween! Per qualcuno la festa è già iniziata a Los Angeles a casa di Kate Hudson, la più originale era Katy Perry vestita da “patatina piccante” mentre Linsday Lohan ha preferito una catwoman sexy di pizzo.Meno originale a Ibiza invece Nicole Minetti,ha indossato una divisa da crocerossina sexy e mostruosa. La notte con la luna piena,gli ululati di sottofondo,le zucche, cimiteri con un’atmosfera da brividi sono i protagonisti delle feste di Halloween di tutto il mondo. Anche il mondo della moda si è preparato per questo evento, creando collezioni interamente ispirate alla notte dei pipistrelli, fatte di teschi e zucche a volontà. I gioielli presentati da Raspini, Dodo e Alexander McQueen sono volutamente dark per la notte più temuta di tutte. Piacciono così tanto le famose zucche usate come lanterne il cui significato è quello di illuminare il cammino dei morti. Non tutti sanno di questa antica leggenda irlandese: JACK-O’-LANTERN. Narra la leggenda che Jack, un fabbro irlandese furbo e ubriacone, incontrò il diavolo al bar. Il diavolo voleva la sua anima, ma Jack lo convinse a trasformarsi in una moneta in cambio di un’ultima bevuta. Passati dieci anni il diavolo si ripresentò e i due fecero un patto: libertà per il diavolo e niente dannazione eterna per Jack. Alla morte l’uomo non fu accolto né in paradiso né all’inferno. Il diavolo gli lanciò un tizzone ardente che finì in una rapa come lanterna. Prima delle zucche si intagliavano le rape come lanterne che simboleggiavano le anime del purgatorio. Ma allora la famosa zucca? Quando gli irlandesi sbarcarono negli Stati Uniti, non avendo molte rape a disposizione, cambiarono la tradizione con le zucche.
Il Comune di Civitanova ha pubblicato un nuovo bando per la vendita di un'area di mq. 2028 circa (salvo più esatta individuazione in sede di frazionamento) individuata al NCT al Foglio n. 12 Sez. 1 P.lle n. 685 e 1006 del Comune di Civitanova Marche località Stadio in zona denominata “ex Micheletti” Via Zavatti, il prezzo a base d'asta è di 392.000 Euro. Per partecipare all'asta i concorrenti dovranno inviare un plico sigillato e controfirmato con le modalità riportate nel bando reperibile all'Albo Pretorio comunale. Il plico dovrà pervenire all'ufficio protocollo generale presso la Sede Comunale in Piazza XX Settembre di questo Comune per raccomandata A.R. o consegnata a mano, entro e non oltre le ore 13:00 del giorno 23/11/2015. La Commissione, presieduta dal Dirigente del Servizio Gestione amministrativa del patrimonio immobiliare, si riunirà il giorno successivo alle ore 10,00 nella Sala dell’Amicizia al secondo piano di Palazzo Sforza.
Oggi, alcuni lettori, ci hanno segnalato attraverso varie foto la presenza di rifiuti nel porticato di un appartamento in via Acquedotto a Villa Potenza. Come si può notare dalle immagini, le quali mostrano solo una parte del pianerottolo, è evidente un pannolino sporco davanti all'ingresso della porta principale del palazzo, una macchina rotta e sporca ferma all'angolo dell'entrata, utilizzata quasi a mò di magazzino. I residenti chiedono a chi di dovere di prendere provvedimenti.
Enorme scalpore e particolare interesse, ha suscitato la vicenda del pensionato sessantacinquenne di Vaprio D’Adda che ha sparato ed ucciso un ladruncolo il quale, nottetempo ed in compagnia di due compari, tentava di derubarlo in casa propria. Immediata l’italica reazione e la conseguente divisione per fazioni, tra i sostenitori del pensionato e quelli che viceversa hanno ritenuto riprovevole questa condotta. Non so se quantitativamente prevalgano i primi o i secondi, ma di sicuro i “pistoleri” hanno avuto maggior successo mediatico. Un numero considerevole di essi si è recato fin sotto casa del pensionato e non se ne sono andati finché egli non si affacciato al balcone – con a latere tutta la famiglia – per salutarli, manco fosse Papa Francesco. Mi guardo bene dall’esprimere un giudizio sulla vicenda, ma in un tempo in cui sono state resuscitate le giornate obbligatorie di ottocentesca memoria e addirittura la pratica del baratto, non trovo affatto bizzarro che pure la giustizia-faidate faccia il suo corso. Lungimiranti ed acutissimi leader politici, nei dibattiti in TV, hanno spiegato come e qualmente sia non solo giusto, ma anche doveroso che un cittadino si armi e, alla bisogna, scarichi un intero caricatore calibro nove su qualunque malintenzionato che voglia inopinatamente introdursi nelle altrui magioni. Il più efficace, tra questi è stato senza dubbio Gianluca Buonanno, europarlamentare della Lega Nord. In un intervista si è presentato armato di una automatica calibro 38 ed ha pure proposto sgravi fiscali per chi dovesse acquistare un arma da difesa: il bonus pistola. Ora detto in milanese si presta anche a doppi sensi che da quelle parti pistola significa coglione. Io lo avrei chiamato bonus revolver, ma a parte questo scivolone lessicale, il senso era chiaro. Il punto che invece mi interessa più di tutti è la mutazione antropologica del concetto di eroe che si sta producendo nella società. Fin dall’antichità, ma invero fino a pochi anni fa, la figura di eroe era caratterizzata dalla giovinezza e dalla prestanza fisica. Da Achille, fino all’ispettore Callaghan, passando per l’agente 007, i parametri di giovinezza e prestanza sono sempre stati rispettati. In questo caso l’eroe degno di tutta la nostra venerazione è un pensionato sessantacinquenne. Anche un po’ pingue e con capelli e pizzetto - tipici del maresciallo della sussistenza - incanutiti. Per giunta pure miope (o presbite?), poiché indossa sempre il laccetto con gli inseparabili ed indispensabili occhiali da vista. Mica i Ray Ban a specchio del pilota top-gun… Ecco, incontrare al bar giovanotti palestrati che si davano di gomito ed ammiccavano, con malcelata ammirazione, al vecchietto, mi ha fatto riflettere. Credo sia un fenomeno da studiare con attenzione e ritengo pure che si aprano interminati spazi pure per il cinema, la letteratura ed i fumetti. Basta con i venticinquenni dai bicipiti lucidi e carnosi. Basta pure con gli inseguimenti in moto a duecento all’ora sulle colline toscane. Il nuovo eroe degli italiani, oggi è un attempato signore della terza età.
Si chiama “Highest-paid celebrity couples list” ed è la nuova classifica stilata da “Forbes” la rivista più seguita in America. La famosa gold list delle coppie famose più ricche del pianeta si apre con Jay-Z e Beyoncé che si aggiudicano il primo posto in classifica con incassi di circa 78 milioni di dollari in un solo anno. Guadagnano il secondo posto invece la top model Gisele Bundchen e il campione Tom Brady con appena 72 milioni di guadagno annui mentre Victoria e David Beckham al terzo posto della classifica, se la cavano con 54 milioni di dollari. Solo quarti di questa lista Brad Pitt e Angelina Jolie, la coppia più famosa di Hollywood, con guadagni pari a 45 milioni di dollari annuali ma saliranno ancora, grazie alle campagne pubblicitarie della Luis Vitton. Ultimi della classifica Will Smith e Jada Pinkett che, con i successi dei suoi film, i guadagni arriveranno alle stelle. Più anonimi, meno presenzialisti e non fanno parte dello star system, sono Marzia Bisognin e Felix Arvid Ulf Kjellberg, famosissimi nel mondo del web, sono infatti i primi in classifica dei più ricchi baciati dalla fortuna: Marzia ha solo 22 anni ed è la youtuber italiana più famosa al mondo, in arte è CutiePieMarzia e il suo canale è tra i primi cento per numero di iscritti con quasi 4,5 milioni di fan. Numero da record se si pensa che Lady Gaga nel portale musicale di YouTube conta 5,3 milioni di followers. Bisognin, fa la cantante pop, ma racconta in video le sue storie e le sue idee di moda. I suoi racconti di vita, le sue ricette culinarie con i tutorial per truccarsi e i brevi clip animati, solo in lingua inglese, segnalano 16 milioni di clic al mese. Dai SocialBlade risulta che ha un guadagno fino a 790mila dollari pari a 630mila euro l’anno e afferma che ”essere una Yuotuber è una vera e propria professione”. Fa coppia fissa con lo svedese Felix Arvid Ulf Kjellberg che è il volto noto del canale con più iscritti al mondo: Pewdiepie così si fa chiamare, è il Re Mida del web e conta 31,9 milioni di followers. A 25 anni guadagna la bellezza di 4 milioni di dollari l’anno davanti ad una webcam commentando videogiochi tra smorfie e battute sarcastiche. In realtà spiegare cosa faccia è difficile perché non fa nulla ma quello che fa, lo sa fare bene, il New York Times gli ha dedicato anche una pagina intera. E' appassionato di videogiochi di horror e d’azione, è noto per salutare i suoi 'bros' alla fine di ogni video con un "brofist” cioè un pugno teso verso la telecamera. Felix ha studiato ingegneria industriale presso la Chalmers University of Technology di Göteborg ma, invece di proseguire gli studi ha pensato bene di intraprendere la professione del video blogger e quando qualcuno ha provato a dirgli che la fortuna era dietro l’angolo, ha risposto con un piccolo sorriso.