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"Un tempo piccolo" di Franco Califano: la confessione musicale di un’anima inquieta

"Un tempo piccolo" di Franco Califano: la confessione musicale di un’anima inquieta

Franco Califano, Alberto Laurenti ed Antonio Gaudino sono gli autori di una poesia in musica che con parole delicate e profonde ci rivela quel momento fugace in cui qualcosa dentro di noi cambia per sempre.

E’ l’istante n cui si svela una nuova consapevolezza. Una confessione struggente che cattura un frammento di esistenza spesa fuori dagli schemi, ma pienamente autentica.

Nei versi il rimpianto, quasi amico, di chi ha vissuto tutto con intensità e che ora guarda al passato con la sincerità di chi sa che ogni errore ha avuto il suo senso.

Il testo cita:
"Diventai grande in un tempo piccolo
Mi buttai dal letto per sentirmi libero
Mi truccai il viso come un pagliaccio
E bevvi vodka con tanto ghiaccio
Scesi nella strada, mi mischiai nel traffico
Rotolai in salita come fossi magico
E toccai la terra rimanendo in bilico
Mi feci albero per oscillare
Trasformai lo sguardo per mirare altrove
E provai a sbagliare per sentirmi errore
Dipinsi l’anima su tela anonima
E mescolai la vodka con acqua tonica
E pranzai tardi all’ora della cena
E mi rivolsi al libro, come ad una persona
Guarda le tele con aria ironica
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo un passato folle
In un tempo piccolo
Ingannai il dolore con del vino rosso
E multai il mio cuore per qualunque eccesso
Mi addormentai con un vecchio disco
Raccontai una vita che non riferisco
Raccolsi il mondo in un pasto misto
Dipinsi l’anima su tela anonima
E mescolai la vodka con acqua tonica
E pranzai tardi all’ora della cena
Mi rivolsi al libro come ad una persona
Guardai le tele con aria ironica
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi, di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo, un passato folle
In un tempo piccolo
E mi giocai i ricordi provando il rischio
Poi di rinascere sotto le stelle
Dimenticai di colpo, un passato folle
In un tempo piccolo"

Con toccante malinconia Califano ci conduce in un momento di intima rivelazione. E’ quel tempo sospeso, che si consuma spesso nel silenzio delle nostre stanze. Una ricerca di senso a ciò che siamo stati, alle scelte forse avventate, vissute con libertà e poca misura. Riemergono, così, frammenti di esperienze vissute non sempre felici ma autentiche.

Quando l’autore scrive “ diventai grande in un tempo piccolo”, sembra suggerire una crescita improvvisa dovuta ad un’esperienza profonda e trasformante. Nelle sue parole “Mi truccai il viso come un pagliaccio…pranzai tardi all’ora della cena…mescolai la vodka con acqua tonica” ci evoca immagini disordinate che raccontano una quotidianità vissuta al limite tra ironia e abbandono.

C’è un’urgenza di libertà al limite dell’autolesionismo. Una ribellione ad ogni schema, come se solo nel disordine fosse possibile esprimere la propria verità.

Dietro un’apparente leggerezza e sottile ironia si cela il dolore di un profondo sentire umano. Un viaggio interiore alla ricerca di un senso nella realtà vissuta.

Nella frase “provai a sbagliare per sentirmi errore…” c’è l’identificarsi con la caduta come atto coraggioso di autoanalisi per giungere ad una nuova consapevolezza della propria anima “dipinsi l’anima su tela anonima”. La ricerca di conforto e di risposte nel “mi rivolsi al libro come ad una persona...”

Una sensibilità che aspira ad elevarsi da tutto ciò che è terreno con le sue tentazioni, per accogliere la vita con nuova leggerezza. Un’anima che ora sa guardare oltre sospinta da quella magia sottile che abita nei versi “rotolai in salita come fossi magico e toccai la terra rimanendo in bilico, mi feci albero per oscillare, trasformai lo sguardo per mirare altrove”.

L’amarezza per gli errori commessi si posa sulle parole “multai il mio cuore per qualunque eccesso “ ma è vivo anche il desiderio di accettare ciò che è stato e decidere di perdonarsi per rinascere sotto nuove stelle.

La solitudine, compagna silenziosa della crescita si insinua tra le righe “ingannai il dolore con del vino rosso”. Questa canzone rappresenta una testimonianza umana e vera di chi non ha più niente da perdere o da dimostrare.

Una persona che si svela per ciò che è con le proprie fragilità, errori e rimpianti, ma anche con accettazione lucida di un passato folle e con il desiderio di rinascere sotto nuove stelle.

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