La fine dell’estate è un periodo di malinconia; chi ha goduto di ferie e vacanze torna alla solita routine con un po’ di tristezza per il bel tempo ormai passato, chi ha lavorato durante i mesi estivi prospetta magari un periodo di riposo ma senza poter vivere a pieno lo splendore del mare e dei monti.
Tutti ci prepariamo all’imminente arrivo dell’autunno, preannunciato dal clima e i suoi fenomeni con un sensibile calo della temperatura –e questo può andar bene dopo le settimane di grande afa- ma anche con precipitazioni imprevedibili, molto violente in certe zone. Con la pioggia, ormai sempre copiosa, in pochissimo tempo fiumi, torrenti e perfino ruscelli possono passare da una secca evidente alla rottura degli argini, con danni ingenti per campi, strade e, a volte, abitazioni. Una descrizione apocalittica ma reale, che si presenta continuamente ad ogni perturbazione e non più come fenomeno eccezionale ed isolato, circoscritto in poco tempo.
Il riscaldamento climatico, l’accumulo di grande energia negli strati atmosferici sono alla base dell’insofferenza del nostro pianeta, dell’incertezza a cui tutti dobbiamo sottostare, dei pericoli per cose e persone che all’improvviso bisogna fronteggiare.
È ancora poco osservato e studiato, ma il legame tra la nostra salute e la violenza della natura quando si intersecano forze dirompenti deve ormai richiamare la nostra attenzione. Occorre stilare protocolli di prevenzione intervenendo anzitutto sulle cause dei cambiamenti climatici e tenendo conto dei possibili effetti. Case distrutte da ondate di fango, alberi sradicati, strade allagate, “chicchi” di grandine grandi come palline da tennis e duri come sassi, sono tutti elementi che feriscono e possono uccidere. Davanti ad una panoramica di questo tipo la gran parte di noi tende a rimanere inerte, quasi fatalista, confidando in un destino favorevole. Ma ci sono anche persone che vivono questa situazione con grande disagio, spesso associato a veri e propri attacchi di panico, sviluppando nuove forme di disturbi psicologici riconducibili alla cosiddetta “ecoansia”.
È ora (o forse è già tardi) di individuare precisamente ciò che nuoce alla nostra Terra fino ad indurla a farci del male. Se siamo ormai organizzati per combattere virus e batteri, dovremmo essere anche pronti a fronteggiare l’inquinamento da CO₂ ,nella convinzione che esso può provocare enormi danni alla nostra salute. Se qualcuno si impegna e dedica la vita alla ricerca e allo studio va ascoltato, ognuno di noi, nel suo piccolo, ha l’obbligo di seguirne i consigli e, soprattutto, occorre investire perché la ricerca di fonti energetiche alternative sia più idonea e veloce.
Il principio è sempre quello: la salute è il bene più grande, forse l’unico che abbiamo; una lunga vita di buona qualità l’obiettivo per tutti. Ne parliamo con il Professor Marco Materazzi professore associato alla Scuola di Scienze e Tecnologie (Sezione di Geologia) dell’Università di Camerino. Docente di Geomorfologia applicata e Idrogeologia.
Professor Materazzi esiste una relazione fra cambiamenti climatici e salute?
Sicuramente sì. I cambiamenti climatici incidono su alcuni “indicatori” importanti come temperatura, umidità tipologia ed intensità delle precipitazioni e velocità del vento. Ognuno di noi sa, per esperienza personale, che per risolvere problemi di salute più o meno gravi viene ad esempio richiesto di trascorrere periodi in luoghi con clima più “asciutto” piuttosto che in altri caratterizzati da ridotte escursioni termiche diurne o stagionali. Pertanto è evidente che il trend climatico che stiamo osservando in questi ultimi decenni, fortemente orientato all’estremizzazione di queste condizioni (incremento delle temperature medie, marcate escursioni termiche diurne e stagionali, temporali di forte intensità spesso associati a intense raffiche di vento, aumento dell’umidità in relazione alla sempre più frequente presenza di masse d’aria di origine tropicale…), costituisce un fattore di rischio per la salute umana.
Quali sono i rischi per la salute umana legati ai cambiamenti climatici?
In realtà esistono rischi diretti e indiretti. I rischi diretti sono quelli legati agli eventi atmosferici. Colpi di calore o condizioni di afa, sono ricorrenti quando associati a masse d’aria di origine tropicale mentre il fenomeno della grandine, sempre più frequente, mette a rischio l’incolumità delle persone sia che si muovano a piedi o anche in auto. Anche il vento diventa un fattore di alto rischio. Le forti raffiche possono provocare incidenti ai pedoni o agli automobilisti ma possono provocare anche pericolose cadute di alberi; inoltre, quando associato a lunghi periodi di siccità, il forte vento può alimentare gli incendi boschivi che, spesso originati anche per cause (dolo o mancanza di attenzione) legate all’uomo, mettono a rischio la salute umana anche solamente per il peggioramento della qualità dell’aria. Su più ampia scala, fra l’altro, il fenomeno delle tempeste di vento (wind storms) sta diventando sempre più frequente; tutti ricordiamo il ciclone Vaia che nel 2018 colpì i territori del Veneto, Trentino, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, coinvolgendo oltre 40,000 ha di territorio con la caduta di moltissimi alberi, ed è solo di qualche giorno fa la notizia di un fenomeno, simile, però su scala ridotta, in Liguria.
Poi ci sono le conseguenze indirette dei fenomeni atmosferici. Le piogge intense e/o prolungate possono innescare fenomeni franosi, come le colate di detrito che, essendo processi veloci e che si attivano senza evidenza alcuna, possono essere estremamente pericolosi; tali fenomeni fra l’altro si attivano spesso in aree precedentemente degradate proprio dagli incendi che distruggono la vegetazione di copertura. Eventi pluviometrici estremi come i “temporali autorigeneranti”, anch’essi sempre più frequenti provocano fenomeni alluvionali con corsi d’acqua che, anche per una gestione non corretta, non sono in grado di “sopportare” le enormi masse d’acqua prodotte; l’alluvione di Senigallia del 2022 e gli ultimi eventi che hanno coinvolto l’Emilia Romagna, che hanno causato vittime e disagi anche di carattere psicologico e sociale (quindi comunque legati alla salute della persona) sono solamente gli ultimi di una lunga serie.
Quali azioni possono essere messe in campo per mitigare questi effetti sulla salute umana?
Anche in questo caso bisogna parlare di azioni specifiche per le persone e di azioni dirette a mitigare gli impatti. Per quanto riguarda gli effetti diretti sulle persone, sta al personale medico suggerire comportamenti e rimedi volti a mitigare questo rischio, come organizzare le attività quotidiane per tener conto di condizioni climatiche sfavorevoli e tutelare le persone più fragili. Per quanto riguarda le conseguenze indirette si parla da anni di prevenzione per ridurre il rischio idrogeologico, con interventi sia strutturali (opere di difesa idrauliche o di sistemazione dei versanti) sia non strutturali (cambiamento delle tecniche agricole, manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi d’acqua, corretta pianificazione territoriale (ridurre la presenza stabile nelle aree a rischio elevato). Si parla però anche di “adattamento” ai cambiamenti climatici; una corretta informazione sui rischi e sulle norme comportamentali da osservare in caso di eventi catastrofici (al pari di quanto si fa per il rischio sismico) sarebbe sicuramente da prevedere ed incentivare.
Grande festa all’ASP “Porcelli” di Tolentino per celebrare il pensionamento della dipendente Cecilia Ceschini. Infatti lo scorso 27 agosto è stato festeggiato il pensionamento della signora Cecilia che lascia il suo posto di lavoro dopo ben 37 anni di attività come operatrice socio sanitaria alla ASP Porcelli.
“In tutti questi anni è sempre stata a disposizione degli ospiti e ha dimostrato professionalità, abnegazione a attaccamento al lavoro”, si legge in una nota del Comune.
Alla festa, oltre ai colleghi e colleghe, è anche intervenuto anche il sindaco Mauro Sclavi che ha ringraziato Cecilia Ceschini per tutto il suo impegno
Francesco Ricci, coordinatore infermieristico del 118 di Macerata, va in pensione dal primo settembre dopo quarantuno anni di servizio, di cui ben ventisette nell’emergenza territoriale 118, dal 1996.
Una brillante carriera la sua, iniziata all’ospedale maceratese nel lontano 1982 dapprima nel reparto di Geriatria e poi, dal 1983 al 1996, nel reparto Anestesia e Rianimazione fino ad approdare nell’unità operativa dell’emergenza territoriale dove è rimasto fino ad oggi.
Il 2 giugno del 2021 è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana per la gestione dell’emergenza territoriale e della centrale operativa 118 durante la pandemia da Covid-19.
“Uno dei primi infermieri che nel 1997 ha lasciato la rianimazione di Macerata per seguire il direttore Giuseppe Ariani nel costituendo servizio di emergenza territoriale 118 "Macerata Soccorso", dove si è distinto per la professionalità, l'esperienza e la capacità di "fare squadra", impegnato sia in centrale operativa, che nei mezzi di soccorso.- ha commentato il dottor Ermanno Zamponi, direttore del 118- finché nel 2007 è stato nominato coordinatore del SET 118 provinciale e anche in questo ruolo ha dimostrato tutte le doti umane che lo caratterizzano”.
“Sempre presente, ha partecipato anche ad interventi di maxi-emergenza nazionali (terremoto Valnerina'97, L'Aquila 2009 e Arquata del Tronto 2016). Ha sostenuto anche la formazione aziendale in qualità di istruttore BLSD”.
“Come direttore – spiega - ho condiviso con Francesco Ricci gli ultimi 15 anni di lavoro, lo ricordo sempre presente e disponibile, pronto a condividere i successi, ma anche i momenti difficili. È stato più un amico che un collega, in questo mi reputo fortunato”.
Francesco Ricci ha festeggiato il pensionamento con la direzione medica, i colleghi coordinatori, le professioni sanitarie e il personale del 118 presso la sala biblioteca del nosocomio maceratese.
“Oggi non è un giorno di festa per la nostra Azienda sanitaria- ha dichiarato la direttrice generale Daniela Corsi- perché perdiamo una colonna portante del Servizio territoriale 118, un professionista serio e stimato che ha sempre dimostrato impegno e dedizione al lavoro. I nostri migliori auguri per un meritato collocamento a riposo”.
O.A. è una bimba nata ad ottobre 2022 al Salesi di Ancona con un’atresia dell’esofago di primo tipo, cioè una rara malformazione congenita caratterizzata dalla mancata formazione di una parte dell’esofago ed una eccessiva distanza tra i due monconi esofagei.
In tale condizione non è purtroppo fattibile la ricostruzione esofagea in epoca neonatale, possibile in circa l’85% dei pazienti. La piccola paziente, pertanto, nella prima giornata di vita è stata sottoposta ad un primo intervento di posizionamento di una gastrostomia per consentirne l’alimentazione.
All’età di 2 mesi i chirurghi del Salesi hanno eseguito l’intervento di ricostruzione dell’esofago in due tempi, a distanza di una settimana l’uno dall’altro, utilizzando una tecnica innovativa in quanto eseguita con approccio interamente mininvasivo, toracoscopico.
Attraverso tre piccole incisioni toraciche di 3 e 5 mm i due monconi esofagei sono stati prima avvicinati l’uno all’altro con punti di trazione mentre nel corso del secondo intervento, sempre con tecnica mininvasiva, i due tratti di esofago avvicinati sono stati posti definitivamente in collegamento attraverso un intervento di anastomosi esofagea toracoscopica.
Dopo questo secondo intervento l’alimentazione per bocca della piccola è stata finalmente resa possibile. Nel giugno scorso infine, all’età di 8 mesi, la bimba ha subito un ulteriore intervento mininvasivo con il quale è stata ottenuta la correzione dell’importante reflusso gastro esofageo conseguenza della trazione del moncone esofageo inferiore effettuata nel corso dell’intervento ricostruttivo.
Il professor Giovanni Cobellis, direttore di Chirurgia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, che ha effettuato gli interventi con la sua equipe, esprime grande soddisfazione per il risultato ottenuto: ”Abbiamo cominciato il trattamento toracoscopico dell’atresia esofagea nel 2016, dopo un periodo di apprendimento all’ospedale pediatrico SickKids di Toronto in Canada, tra i primi centri di Chirurgia Pediatrica in Italia ad applicare questo approccio mininvasivo per la correzione dell’atresia esofagea.
“Il trattamento dell’atresia esofagea con gap lungo tra i due monconi effettuato con tecnica mininvasiva toracoscopica rappresenta un importante passo in avanti nella correzione di questa rara malformazione congenita, in quanto consente di evitare l’intervento di sostituzione esofagea con stomaco o intestino utilizzando tecniche mininvasive, quindi meno traumatiche per il paziente”.
“Il sospetto che la bimba avesse un’atresia dell’esofago era stato già posto con le indagini diagnostiche prenatali, ma la diagnosi definitiva è stata fatta alla nascita. Si tratta di un importante risultato ottenuto grazie ad un grosso lavoro multidisciplinare che ha coinvolto oltre alla Chirurgia Pediatrica, l’Ostetricia, la Neonatologia e l’ Anestesia e Rianimazione Pediatrica, a dimostrazione della grande valenza che il Salesi ha nell’assistenza pediatrica e più in generale materno-infantile ”. A undici mesi di vita la bambina sta bene, si alimenta e cresce normalmente. Qualche giorno fa la mamma ha scritto ai medici che l’hanno operata: “ Ci siamo dimenticati della gastrostomia, ci richiede proprio da mangiare non sembra lei”.
“Si tratta di una procedura chirurgica che ha valenza nazionale in quanto effettuata solo in alcuni ospedali italiani in cui è presente la Chirurgia Pediatrica“ - commenta con orgoglio il dottor Armando Marco Gozzini - direttore generale AOUM – e prosegue : “Dopo l’intervento chirurgico , grazie al lavoro multidisciplinare dei professionisti dell’area materno - infantile, i bambini operati effettuano controlli periodici e mirati utili a monitorare e mantenere una qualità di vita normale.
Il direttore generale conclude : “il presidio materno – infantile rappresenta un’eccellenza nel panorama regionale e nazionale; la realizzazione del nuovo Salesi è quindi il felice compimento di un lungo e faticoso lavoro di tutti gli operatori sanitari”.
L’Ast di Macerata fa fronte alle carenze di psichiatri con nuove recenti assunzioni, nel rispetto della programmazione triennale del fabbisogno di personale 2023-2025, come previsto dal relativo PIAO, e nel limite del tetto di spesa indicato dalla normativa vigente. Otto posti in organico per otto dirigenti psichiatri, di cui tre specialisti e cinque specializzandi.
A tempo indeterminato sono stati assunti gli specialisti Massimo Claudio Bachetti, Agata Di Buò e Bruna Fiordalisi, nonchè la specializzanda dottoressa Anna Lisa Carloni, che conseguirà a breve la relativa specializzazione, mediante utilizzo della graduatoria del concorso pubblico, a suo tempo approvata con determina n.940 del 21agosto scorso.
“Poichè la graduatoria di concorso non consente la copertura di tutti i posti banditi con i medici già specializzati - spiega il direttore generale Daniela Corsi - e considerata la necessità di garantire l’erogazione delle attività che fanno capo al Servizio Salute Mentale della nostra Azienda sanitaria territoriale, si assumono a tempo determinato e con orario ridotto i dottori Angelica Cicolini, Brodinela Marpepa, Leonardo Ricci e Ilaria Cerasoli, tutti medici specializzandi".
"Per questi ultimi è riservato fin da subito un posto di ruolo che verrà assegnato, come previsto dalla normativa vigente, al conseguimento del titolo di specializzazione”.
E’ stata disposta, inoltre, l’assunzione a tempo determinato e pieno di un’altra specializzanda, questa volta si tratta di una Pediatra ed è la dottoressa Giulia Marozzi.
Il sindaco di Recanati Antonio Bravi ha evidenziato i continui ritardi degli interventi della sanità regionale previsti sull’ospedale Santa Lucia in un incontro con la dottoressa Daniela Corsi, direttrice dell’Azienda sanitaria territoriale Macerata.
"Da diversi mesi abbiamo richiesto un incontro anche con l'assessore regionale Filippo Saltamartini senza alcun esito - ha dichiarato il sindaco Antonio Bravi -. È vero che grazie ai fondi del Pnrr presto ristruttureremo un’ intera ala dell’Ospedale di Comunità Santa Lucia da destinare a Casa della Salute, ma nel frattempo devono essere ancora risolti i problemi urgenti relativi all’erogazione stessa dei servizi per cui non stanno arrivando soluzioni dai responsabili della sanità della regione Marche".
"I rappresentanti regionali si sono dimostrati sempre pronti al colloquio ma sono passati anni e non si è risolto quasi niente – ha affermato la consigliera con delega alla Sanità, Antonella Mariani -,intanto i cittadini soffrono con liste d’attesa che ci avevano promesso sarebbero state azzerate e invece sono inaccessibili, spingendo sempre più i pazienti, che se lo possono permettere, nel privato".
In merito alle ripetute richieste del Sindaco Bravi di avere urgentemente una nuova Tac in quanto quella ad oggi presente non funziona, la dottoressa Corsi ha evidenziato la mancanza di fondi, ma ha assicurato che "l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini sta cercando le risorse da dedicare al nuovo macchinario".
In questo ultimo incontro è stata riconfermata la volontà rafforzare le cure intermedie e portarle ad ospitare fino a 20-30 posti letto ma è stato messo in rilievo il problema di "trovare medici e personale nonostante i diversi avvisi di assunzione pubblicati dall’ Azienda Sanitaria stessa".
"Vista la richiesta dei medici di base del territorio di aggregarsi in un’unica struttura, una soluzione proposta è quella di offrire spazi adeguati all’Ospedale Santa Lucia e di chiedere loro di presidiare a turno il Punto di Primo Intervento nei giorni feriali, il sabato sarebbe presidiato dal 118 e la domenica dalla guardia medica" ha proposto il primo cittadino recanatese. A supporto dei medici di base l'ast metterebbe a disposizione un servizio di Telemedicina.
Il Sindaco Bravi ha inoltre evidenziato i problemi emersi in alcuni casi sui lunghi tempi di attesa del servizio del 118, citando i gravi episodi verificatisi di recente. Il problema scaturisce principalmente dalla mancanza di mezzi ed equipaggi in particolare di medici del 118, tra le possibili soluzioni quella di far specializzare gli infermieri a questo servizio.
L'Azienda Sanitaria Territoriale di Macerata porta avanti il processo di implementazione della propria dotazione organica e di completamento del piano occupazionale. Con gli ultimi atti si è provveduto a colmare alcune carenze sul fronte del reclutamento del personale sanitario, a cominciare dal Servizio di Igiene Epidemiologia e Sanità Pubblica dove sono stati assunti due dirigenti medici, la dottoressa Cecilia Acuti Martellucci a tempo indeterminato, mentre il dottor Mosè Martellucci, in quanto medico specializzando, a tempo determinato e con orario ridotto.
Per quanto riguarda le professioni sanitarie, sono stati assunti a tempo determinato e a titolo straordinario, con durata fino al 31 dicembre, eventualmente prorogabili, dieci infermieri mediante utilizzo della graduatoria dell’avviso pubblico, per esame, indetto in forma consorziata tra Ast Fermo, Macerata e Ascoli Piceno.
Il ricorso al reclutamento di tale personale consentirà di gestire in modo flessibile le esigenze emergenti di copertura dei turni presso le strutture carenti di personale per assenze dovute a malattia e aspettative.
Per sostituire il personale cessato a vario titolo dal servizio, a ripristino del turn-over, sono stati assunti a tempo indeterminato otto operatori socio sanitari, mediante utilizzo della graduatoria di concorso esistente nell'Ast di Pesaro Urbino.
Al fine di non disperdere le professionalità acquisite, nelle more del completamento della procedura di stabilizzazione (bando in scadenza il 23 p.v.) sono stati prorogati fino al 31 dicembre i contratti di lavoro a tempo determinato di tre assistenti amministrativi assunti a titolo interino, che erano in scadenza al 30 agosto.
"Diamo risposta alla crescente richiesta di personale - afferma il direttore generale dell'Ast di Macerata Daniela Corsi - assumendo all’interno della nostra azienda le figure professionali necessarie per garantire l’erogazione dei Lea e le esigenze delle varie Unità Operative. Lo facciamo nel rispetto della programmazione economica del fabbisogno triennale di personale 2023-2025 e nei limiti imposti dal tetto di spesa ivi previsto".
Nell’ambito del Dipartimento dei Servizi, infine, è stato attribuito al dottor Roberto Evangelisti, attualmente sostituto del titolare Maurizio Lucarelli collocato a riposo, l’incarico di durata quinquennale di responsabile dell’Uosd "Diagnostica" di Camerino e San Severino Marche.
L'Azienda sanitaria territoriale di Macerata ha prorogato per un periodo massimo di 12 mesi i contratti per nove professionisti del ruolo sanitario, tecnico, amministrativo e professionale che erano in scadenza nei mesi di agosto e settembre.
Si tratta, nello specifico, di quattro figure del ruolo sanitario: due psicologi, un ortottista e un educatore professionale delle Professioni sanitarie della Riabilitazione, tre operatori tecnici dell’Area del personale di supporto, un coadiutore amministrativo e un ingegnere clinico.
"I provvedimenti sono stati adottati per la necessità di garantire la continuità nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie richieste, e la valorizzazione delle professionalità acquisite nell’Ast di Macerata", afferma il direttore amministrativo Milco Coacci.
I servizi legati ai livelli essenziali di assistenza, in un'ottica di potenziamento degli stessi come recentemente previsto nel Piano socio sanitario regionale, impongono all’Azienda territoriale di assicurare non solo il regolare svolgimento dei turni di lavoro, ma anche la valorizzazione del personale assunto. Le proroghe rientrano nella programmazione economica del fabbisogno triennale di personale 2023-2025, e nel tetto di spesa previsto.
Continua anche nel mese di agosto, inclusa la giornata di Ferragosto, il supporto che la Casa della Carità di Civitanova offre alle persone più fragili e vulnerabili, grazie anche al sostegno dei fondi dell’8xmille e il contributo del Comune di Civitanova.
In un periodo tradizionalmente dedicato allo svago e al riposo, i volontari e gli operatori dell’organismo diocesano manterranno attivi i servizi del Centro di Ascolto, della mensa, del dormitorio: ci saranno solo con alcune modifiche nelle modalità di servizio, ma tutte le attività rimangono operative.
La mensa eroga circa 35 pasti ogni giorno, con alcune punte di 40 pasti erogati nei mesi di giugno e luglio; sono 13 le persone ospitate nel dormitorio.
Continua anche l'attività di recupero di alimenti da supermercati e negozi della città: per fortuna, anche alcuni ristoranti ed aziende agricole donano alimenti, assicurando un supporto importante. Il recupero di alimenti vicini alle scadenza, frutta, verdura e pane è molto importante anche per la sua valenza ambientale: infatti, il recupero e il suo riutilizzo permette di evitare che diventi rifiuto e gettato nella discarica. Questa attività è un esempio positivo di economia solidale.
Nel contesto attuale rimane alto il numero delle famiglie aiutate mensilmente: i pacchi viveri erogati sono oltre 350. Continuano anche le attività dello sportello sanitario, che offre ascolto, orientamento ed informazioni e distribuisce farmaci, grazie al coinvolgimento di medici, farmacisti ed operatori sanitari.
Ed è proprio solo grazie il coinvolgimento di tanti volontari che la Casa della Carità può continuare ad offrire un sostegno concreto alle persone e famiglie in difficoltà del territorio.
E' l'impegno di tanti volontari che permette essere vicini alle persone e creare una società più solidale. Un impegno collettivo, un lavoro di squadra che testimonia come si può investire il proprio tempo e i propri talenti gratuitamente per contribuire al bene comune.
Due giorni fa l’approvazione del Piano socio sanitario. Oggi l’apertura del Punto salute Inrca ad Appignano. Si tratta di un nuovo ambulatorio che grazie alle nuove tecnologie, compresa la telemedicina, porterà servizi, professionisti e strutture ospedaliere ai residenti delle aree interne.
Un approccio reale e innovativo – voluto dal presidente Acquaroli e dall’assessore Saltamartini- che si concretizza con l’apertura del nuovo Punto Salute.
Il taglio del nastro si è tenuto oggi, venerdì 11 agosto alle 17.30 in via Giovanni Falcone, alla presenza del vice presidente e assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, del vice presidente della Provincia Luca Buldorini, dei consiglieri regionali Monica Acciarri, Pierpaolo Borrioni, Lindita Elezi, Renzo Marinelli, Anna Menghi, Luca Santarelli, del direttore generale Inrca, Maria Capalbo e del rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori.
Il comune è stato scelto, perché ha un presidio sede ad Appignano, ma soprattutto perché esalta la missione dell’Inrca, Istituto di ricerca geriatrica e lo stesso Appignano ha il 26% dei suoi circa 4mila abitanti con più di 65 anni.
“Oltre a offrire un servizio di prossimità alla popolazione ne beneficerà anche il resto della regione e della Provincia – commenta la dssa Capalbo – -. La semplificazione degli accessi alle prestazioni sanitarie che avremo grazie a questi Punti Salute, che anticipano le Case della salute – ha detto il vice presidente Saltamartini- contribuirà a ridurre il numero di accessi impropri in pronto soccorso, alleggerendo la domanda sul sistema ospedaliero e favorendo l’abbattimento delle liste di attesa di specialistica ambulatoriale”.
L’assessore Saltamartini ricorda che la Regione Marche ha stanziato 9 milioni del suo bilancio per un reale rafforzamento dei servizi territoriali attraverso l’acquisto di nuove tecnologie a ciò predisposte. Il vice Presidente della Provincia Luca Buldorini sottolinea che per l’Inrca, quello di Appignano è il secondo Punto Salute regionale dopo l’apertura, lo scorso giugno, di un altro analogo presidio Inrca ad Acquasanta Terme (Ascoli), valorizzando la sua presenza sui servizi di ricerca e di prossimità alle persone.
Il Punto Salute Inrca di Appignano permetterà agli utenti, attraverso la presenza di personale sanitario, di avere accesso garantito a prestazioni come l’elettrocardiogramma, holter cardiaco e pressorio, spirometria, visite dermatologiche, esami del sangue, delle urine.
L’accesso è ammesso per chiunque, con la prescrizione del medico di medicina generale prenotando preventivamente l’appuntamento in loco o al numero 339.8768067 negli orari di apertura: lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 8 alle 14 e mercoledì dalle 13 alle 19. L’ambulatorio è rivolto all’erogazione di prestazioni con carattere di elezione, mentre sono escluse quelle di emergenza/urgenza.
“Il Punto Salute Inrca di oggi, ma ne attiveremo molti altri – aggiunge Saltamartini – anticipa la missione del rafforzamento dei servizi di prevenzione e territoriali del Pnrr che esplicherà i suoi effetti dopo il 2026".
"Nelle Marche anticipiamo anche per sopperire alla forte carenza di medici dovuta alla mancata programmazione dei Governi precedenti e rappresenta un approccio veramente innovativo perché coniuga nuovi modelli assistenziali, il miglioramento della prevenzione e della gestione delle problematiche di salute degli anziani con telemedicina e colma una parte di digital divide”.
I professionisti e i ricercatori dell’Inrca che scendono “digitalmente” sui territori garantiranno un’assistenza specialistica e multidisciplinare”. Il Punto Salute di Appignano sarà anche ambulatorio di medicina fisica e riabilitazione per pazienti anziani che presentano patologie croniche degli apparati muscolo scheletrico, neurologico (morbo di parkinson, post ictus, ecc), cardio/respiratorio.
All’interno del Punto Salute Inrca di Appignano è prevista inoltre la collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria industriale e scienze matematiche dell’Università Politecnica delle Marche per le attività sperimentali Smart Village, attraverso il quale Inrca potrà analizzare le caratteristiche della persona dal punto di vista clinico, cognitivo e sociale, identificando strumenti e servizi più idonei e prevenire stati di vulnerabilità (ad es. aumento di rischio di cadute, emarginazione sociale, ecc.). Un progetto che ha l’obiettivo di prevenire eventi acuti e di migliorare la qualità della vita dei pazienti anziani.
“È da un nuovo modo di pensare all'assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti che nasce il Progetto Smart Village – afferma il rettore Gregori - che monitora e assiste le persone anziane nei piccoli borghi dell’entroterra, grazie alla collaborazione tra istituzioni e medici di medicina generale. Si tratta di un monitoraggio costante per capire necessità sociali e sanitarie, con l’obiettivo di favorire l’autonomia delle persone anziane sole, che sono sempre di più nelle Marche, oltre che un modello per sviluppare una strategia sanitaria più ampia”.
Regione, Università e Inrca, fanno semplicemente partire i programmi delineati nel recentissimo Piano socio sanitario regionale appena deliberato dal Consiglio Regionale conclude Saltamartini
Nel nuovo polo diagnostico di Fisiomed, situato a Sforzacosta, si è tenuta questa mattina una conferenza stampa per presentare la partnership fra il Gruppo Medico Fisiomed e Civita Nova Energia. Le due realtà, unite dalla voglia di rappresentare un punto di riferimento per tutta la cittadinanza, terranno un Open Day Dermatologico il 26 agosto presso il Civita NovaEnergia Store di Civitanova Marche.
Aperta alla stampa la sala conferenze del nuovo polo diagnostico di Sforzacosta, uno spazio fortemente voluto dal Gruppo Fisiomed, che in futuro si augura di ospitarvi sempre più eventi ad opera di specialisti dedicati ad argomenti di interesse pubblico. Quest'oggi si è voluta presentare la nuova collaborazione fra il centro medico specializzato e Civita NovaEnergia, azienda produttrice di energia appartenente alla holding Marche Energia.
Alla conferenza, presentata da Fabrizio Scoccia, giornalista medico scientifico, hanno partecipato il Ceo di Civita NovaEnergia Luca Guglielmi, il direttore sanitario del Gruppo Medico Fisiomed Gianfranco Bonfili e lo specialista in dermatologia Massimo Ciccolini.
Dopo aver presentato la sua azienda, Guglielmi, ha spiegato come la partnership sia nata dal momento in cui le due realtà operano nello stesso territorio e condividono una visione simile del rapporto con il cliente.
In più, l'a.d. di Civita NovaEnergia è paziente Fisiomed da dieci anni. "Ho testato personalmente i servizi e la professionalità degli operatori. La partnership nasce innanzitutto da un'amicizia e sono sicuro che si svilupperà in diverse forme. Il primo evento che terremo insieme sarà a Civitanova Marche, dove cercheremo di far avvicinare i nostri clienti a quelle che sono le attività del rinomato Gruppo Medico. Anche se operiamo in due settori completamente diversi, alla fine entrambi abbiamo l'obiettivo di far prevenzione."
Ha preso poi la parola il dottor Gianfranco Bonfili, direttore sanitario del Gruppo Medico Fisiomed, entusiasta della nuova struttura di Sforzacosta e dei numerosi progetti portati avanti. "Fisiomed ha sempre ricercato una continua espansione. Siamo cresciuti parecchio, ma non vogliamo essere concorrenziali alla struttura pubblica, bensì essere per loro un supporto, sempre in funzione della salute dei cittadini. Ad oggi possiamo contare su circa 300 specialisti, con strutture tecnologiche all'avanguardia. Attraverso questa nuova collaborazione con Civita NovaEnergia vogliamo offrire al cittadino oltre che la sanità dal punto di vista strutturale e terapeutico, anche un supporto energetico. Una joint venture che porta una marcia in più alla Fisiomed".
In programma dunque il 26 agosto alle 9:30 il primo degli eventi organizzati in sinergia fra le due realtà, che si terrà presso il Civita NovaEnergia Store di Civitanova Marche, in piazza XX Settembre. La cittadinanza potrà rivolgere richieste e dubbi in materia di dermatologia allo specialista Fisiomed Massimo Cioccolini. Le sue parole: "Sarà un appuntamento importante, anche perchè si terrà in piena estate, per parlare in particolar modo del rapporto fra la nostra pelle e il sole. Un rapporto che è cambiato nel tempo. Se in passato è stata pagata un po' di sconsideratezza, oggi siamo riusciti a educare la popolazione ad avere un'esposizione al sole intelligente. Sarò dunque a disposizione dei cittadini per esaudire le loro richieste e per promuovere la collaborazione con Civita NovaEnergia. Chi produce energia deve avere la responsabilità di produrla in maniera consona al momento storico che stiamo vivendo e farlo in maniera pulita e meno dannosa possibile".
"In questa due giorni di Consiglio per l’approvazione del Piano Socio Sanitario 2023-2025 abbiamo assistito dal Partito democratico al festival della demagogia, nessun apporto da parte loro manifestato dalla mancanza di emendamenti, ordini del giorno e qualsiasi altro atto di indirizzo, nonostante l’apertura massima dimostrata in Commissione e in Aula, di cui hanno approfittato ordini professionali, associazioni dei malati, sindacati di categoria e società scientifiche". Queste le dichiarazioni del consigliere del gruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale delle Marche, Simone Livi, a seguito dell’approvazione del Piano Socio Sanitario 2023-2025.
"È un segno preoccupante per un’opposizione che non ha idee, non è in grado di produrre progetti in favore dei marchigiani, rimanendo ancorati alla ricetta, nefasta, della Giunta Ceriscioli che è stata giudicata severamente non solo da noi - aggiunge -. Ma, oggettivamente, da due fattori oggettivi: la pandemia e la democrazia. La prima ha messo in luce come il perno della loro contro-riforma sanitaria caratterizzato da un accentramento dei servizi nei soli ospedali dei capoluoghi, sguarnendo la maggior parte dei territori regionali, in particolar modo le aree interne. La democrazia, invece, si espressa chiaramente con il voto popolare".
"L’aver deciso di abbandonare l’aula è stato l’ultimo tassello che ha offeso non certo noi, ma quei pochi elettori che li hanno votati per agire, non certo per andare sull'Aventino - sottolinea Livi -. Tutti i marchigiani hanno potuto vedere chiaramente come i loro rappresentanti siano stati pagati dai contribuenti per essere dei semplici spettatori. Il nostro è un Piano perfettibile, a differenza della Sinistra noi sappiamo bene che nessuno possiede la verità in tasca, che va in direzione diversa dai fallimenti delle precedenti amministrazioni".
"È un documento che ha una propria sostenibilità economica, che recepisce le falle messe in luce dalla pandemia, che favorisce e implementa una sanità diffusa e capillare, avvicinando i servizi a tutti i marchigiani a prescindere dal luogo di residenza - spiega Livi -. Un Piano che contribuirà ad elevare la specializzazione del personale e delle strutture, decongestionando i Pronto soccorso. Anche attraverso le borse di specializzazioni, con fondi regionali, in un numero mai visto prima. E i 9 milioni di euro per i centri di aggregazione medici/case di comunità per una vera capillarità".
"La sanità privata, che è stata dilatata all’incredibile nella scorsa legislatura, è nella necessità di essere rivisitata ben sapendo che è utile, ma all’interesse generale e non facendo concorrenza al pubblico nell’assunzione del personale - prosegue il consigliere di Fratelli d'Italia -. Si punta sulla Telemedicina e l’informatizzazione, settori non sviluppati in tutti questi anni, asset sui quali puntiamo in particolar modo. Si affronta il nodo delle Liste d’attesa, altra problematica ereditata dal passato ed acuita con la pandemia e la cronica carenza di personale sanitario assumibile, costringendo l’utenza a rivolgersi al privato".
"Si affronta lo sbilanciamento dovuto al buco nero della mobilità passiva, anche questo gravosa eredità delle Giunte di sinistra, 160 milioni di euro in uscita con 60 milioni di squilibrio rispetto alla mobilità attiva, soldi con cui invece si potrebbe assumere personale sanitario e investire su nuove tecnologie, aspetto questo a cui stiamo cercando di porre un freno concreto e veloce. Servirà del tempo per ottenere risultati, non per nulla l’arco temporale è di tre anni, ma siamo certi - conclude Livi - che la nostra visione di sanità riuscirà a centrare gli obiettivi prefissati. E per tutti questi motivi non posso che essere soddisfatto per il lavoro svolto, non solo come consigliere regionale, ma soprattutto come cittadino marchigiano”.
Il Consiglio regionale delle Marche ha approvato, con 21 voti favorevoli, il nuovo Piano sociosanitario 2023-2025. All'ultima parte della discussione in aula e alla votazione non hanno partecipato per protesta i Gruppi del Pd e del M5s (posizione seguita poi da Simona Lupini del Gruppo Misto), secondo cui il Piano "non dà risposte, illude i marchigiani e così come realizzato non era emendabile".
Soddisfazione è stata espressa in aula, nel corso dell'intervento conclusivo, anche dal presidente della Regione Francesco Acquaroli.
La votazione finale è stata preceduta dall'approvazione di 7 emendamenti presentati dalla maggioranza (erano 29 quelli proposti di cui 22 ritirati) e di un ordine del giorno firmato dai capigruppo di Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Udc, Civici Marche e Rinasci Marche che impegna la giunta, nel primo di vari punti, a "proseguire le interlocuzioni con gli organi centrali di governo affinché siano messe a disposizione le risorse finanziarie necessarie per il potenziamento del sistema sanitario nazionale ed inserire i criteri maggiormente flessibili di calcolo per i tetti di spesa del personale nonché - si legge nell'ordine del giorno approvato - delle dotazioni idonee dei posti letto nelle strutture ospedaliere e sociosanitarie".
Nel secondo punto, articolato in 12 capitoli, pone la necessità di "valutare, prevedere e realizzare nel solco delle linee guida del Piano" alcune questioni che non erano previste nel testo, tra cui la "valorizzazione a livello nazionale dell'Inrca quale riferimento delle strutture geriatriche e gerontologiche".
In un punto dell'ordine del giorno, si impegna a "confermare i servizi tutti, nessuno escluso, oggi svolti da strutture di Comunità o simili esistenti e a trasformarle in Casa (Ospedale), di Comunità, una volta stabilito il definitivo numero di realizzabili nelle Marche"; ciò "valorizzando appieno, nell'ambito delle Ast, strutture sanitarie già esistenti a corollario di quelli previsti in rete per completare l'offerta sanitaria del territorio, così contribuendo a contrastare la mobilità passiva forte nelle zone, e a razionalizzare il servizio di Medicina Trasfusionale in relazione alla nuova organizzazione territoriale di Ast 5 in luogo.
La Giunta regionale ha assegnato 1,5 milioni di euro, del triennio 2023-2025, alle Aziende sanitarie territoriali (Ast) per la fornitura gratuita di farmaci non rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale e dispositivi medici a favore delle persone affette da malattie rare. La ripartizione tra le Ast di Pesaro Urbino, Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno (500 mila euro per annualità) avverrà, annualmente, sulla base della spesa sostenuta nell’anno precedente.
Nel 2022 i pazienti marchigiani che hanno necessitato di questa assistenza, non solo farmacologica, sono stati 490. “Sono classificate come malattie rare – ricorda il vicepresidente Filippo Saltamartini, assessore alla Sanità – quelle a bassa prevalenza nella popolazione, che colpiscono non più di un abitante su duemila. I malati hanno bisogno di piani terapeutici personalizzati, approvati dal Centro regionale malattie rare".
"Pur non rientrando nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), queste prestazioni, talvolta, possono rappresentare le uniche opzioni terapeutiche per trattare una malattia rara, le sue complicanze e le sue manifestazioni sintomatologiche".
"Sono prestazioni salvavita ed essenziali, che la Regione si impegna a riconoscere, comunque, gratuitamente”. Le forniture garantire dalla Regione riguardano, essenzialmente, farmaci di fascia C, dispositivi medici, alimenti speciali, integratori e, in alcuni casi, cosmetici indispensabili per le persone affette da malattie rare".
Esiste una patologia subdola, spesso silente ma che, stando ai dati dell'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), colpisce più di 422 milioni di persone nel mondo, determinando in maniera più o meno diretta circa 1,5 milioni di decessi. Stiamo parlando del diabete, condizione in crescente aumento anche nel nostro paese, dove si stima che i diabetici arriveranno ad essere 5 milioni entro il 2030.
Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia, ovvero da livelli troppo alti di zucchero (glucosio) nel sangue. Essa può essere dovuta innanzitutto all’incapacità da parte del pancreas di produrre insulina, cioè l’ormone deputato al trasporto del glucosio nelle cellule dove viene utilizzato come fonte energetica: è questo il caso del diabete di tipo 1, malattia autoimmune (poiché è lo stesso sistema immunitario a distruggere le cellule pancreatiche adibite alla produzione di insulina) che, nella maggior parte dei casi, fa il suo esordio in età infantile o adolescenziale.
Ma nel 90% dei casi, la malattia diabetica si presenta come diabete di tipo 2, determinato da una ridotta secrezione di insulina da parte del pancreas e/o dall’incapacità dell’organismo di utilizzarla correttamente.
Tale condizione emerge spesso in età adulta in soggetti predisposti per familiarità o stili di vita scorretti e, se non si agisce adeguatamente per riportare l’iperglicemia sotto i livelli di guardia, nel lungo termine può creare serie complicanze a tutti gli organi.
È per questo che nelle Marche i principali enti pubblici, in collaborazione con gli istituti di ricerca, hanno lavorato per allestire una rete diabetologica integrata, con 15 centri di diabetologia diffusi sul territorio regionale che fanno capo ad unico database clinico.
Sono 80.000 i marchigiani affetti, un numero in crescente aumento che quest’anno ha spinto la Regione ad aderire al progetto internazionale Cities Changing Diabetes, con l’obiettivo di valutare l’incidenza della patologia nelle diverse aree del territorio e definire un piano preciso allo scopo di salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire la malattia.
Obiettivo, quest’ultimo, che, nel nostro piccolo, anche noi intendiamo perseguire con la collaborazione del dottor Gabriele Maolo, endocrinologo consulente Associati Fisiomed, già direttore del reparto di Diabetologia dell'ospedale di Macerata.
Dott. Maolo, quali sono i principali sintomi del diabete?
"Esistono una serie di sintomi che possono considerarsi dei campanelli d’allarme: calo ponderale, dolore agli arti inferiori, astenia, fame e sete intense e frequenti, urine molto abbondanti, gengiviti, alterazioni della vista, difficile cicatrizzazione delle ferite e frequenti infiammazioni associate a prurito, soprattutto degli organi genitali.
Spesso i pazienti si presentano da specialisti come l’oculista o il dentista lamentando dei fastidi e sono loro stessi a sospettare la presenza della malattia diabetica, altre volte è in unità coronarica che si scopre di essere diabetici. Tutti dovrebbero essere più attenti ed ascoltare i segnali del proprio corpo, così che la diagnosi possa essere effettuata prima che insorgano complicanze croniche, soprattutto a carico di apparato cardiovascolare, reni, occhi, nervi e del piede".
Come avviene la diagnosi?
"Attraverso un prelievo del sangue. I valori di riferimento sono glicemia in qualsiasi momento > 200 mg/dl, glicemia a digiuno >= 126 mg/dl, glicemia dopo 2 ore dal carico orale di glucosio (OGTT) >= 200 mg/dl ed emoglobina glicosilata >= 6,5%".
Come curare il diabete?
"Innanzitutto occorre che la persona diabetica sia consapevole di dover affrontare una modifica radicale del suo stile di vita e seguire scrupolosamente la terapia farmacologica. I cardini della cura sono infatti la dieta, l’attività fisica ed i farmaci. Per quel che riguarda la dieta, non occorre eliminare intere categorie di alimenti, anzi, dovrebbe includere cibi che contengono carboidrati e non esistono evidenze che l’abituale apporto di proteine debba essere modificato se la funzione renale è normale.
I grassi saturi dovrebbero costituire meno del 10% dell’apporto energetico totale e la quantità di colesterolo dovrebbe essere < 300mg/die. A queste abitudini alimentari vanno associati l’assunzione regolare dei medicinali che lo specialista riterrà opportuno prescrivere e - fondamentale - una costante attività fisica. Questa dovrebbe essere aerobica, di intensità adeguata al singolo paziente, da praticarsi almeno tre volte alla settimana per minimo 30 minuti per seduta".
Immagino che i consigli relativi alla dieta e all’attività fisica siano validi anche parlando di prevenzione...
"Certamente. Prevenire una malattia significa innanzitutto conoscerla. I soggetti geneticamente predisposti devono sapere che la sedentarietà e un’alimentazione eccessiva, troppo ricca in zuccheri semplici, bevande dolci e alcooliche, grassi saturi crea una condizione di sovrappeso o di obesità che favorisce lo sviluppo del diabete mellito. Passa sempre tutto attraverso l’adozione di corretti stili di vita, anche nella prevenzione e cura di un particolare tipo di diabete come quello gestazionale".
Nuovo concorso per infermieri nelle Marche. Lo annuncia l'assessorato alla Sanità della Regione Marche: "Nei prossimi giorni verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale dei concorsi e Bur delle Marche il bando per l'assunzione dei primi 47 infermieri, secondo le possibilità di assunzione delle singole Aziende (piano triennale e annuale del fabbisogno del personale), tenendo conto che c'è un limite di spesa pubblica fissato nella spesa relativa al numero dei dipendenti del 2004 meno 1,4% con qualche elasticità".
I posti saranno così suddivisi: 4 posti nell'Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche; un posto all'Irccs-Inrca struttura Regione Marche; 3 posti per l'Azienda Sanitaria Territoriale Ancona: 5 posti per l'Azienda Sanitaria Territoriale Ascoli Piceno; 4 posti per l'Azienda Sanitaria Territoriale Fermo; 18 posti per l'Azienda Sanitaria Territoriale Macerata; 12 posti per l'Azienda Sanitaria Territoriale Pesaro Urbino ("il concorso è stato affidato all'Ast di Pesaro per ragioni di efficienza ed economicità"). L'assessorato parla di una "vera rivoluzione di trasparenza e di certezza del posto per ogni azienda".
La bellezza e la salute sono sicuramente i due elementi della nostra vita a cui aspiriamo di più. Insieme sono diventati anche uno slogan pubblicitario molto efficace, a volte rappresentano la denominazione stessa di centri estetici, centri benessere e persino poliambulatori. Tra le due categorie ci sono sicuramente connessioni, parlarne ci può anche aiutare nella nostra particolare ricerca per essere "più sani e più belli”.
Ma cos'è la bellezza? È sicuramente una percezione sensitiva in cui la vista la fa da padrone, il tatto può portare il suo contributo, l’olfatto in certe situazioni ne può esaltare i particolari, il gusto mi pare non abbia alcun ruolo.
I canoni di bellezza, storicamente, sono cambiati ed evoluti rispecchiando quelle che sono le tendenze sociologiche e culturali racchiuse in quel termine abbastanza generico che è la "moda".
Quando si parla di bellezza la storia ci ha consegnato maggior attenzione verso le donne piuttosto che verso gli uomini, tutto perché magari la donna ha subìto nel tempo un’emarginazione sociale, relegata alla procreazione con quindi una maggior propensione a dover rappresentare anzitutto con la sua bellezza un’attrazione sessuale, fondamentale per la conservazione della specie.
L’uomo ha avuto sempre più opportunità per far valere, attraverso il lavoro ed il ruolo sociale, la propria identità. Per capire meglio quanto gli impulsi sociali condizionino i canoni di bellezza basta ricordare che fino a non molti decenni fa, quando ancora alimentarsi a sufficienza non era così scontato, la donna prosperosa e rubiconda e l’uomo in carne erano considerati belli, perché rappresentavano una buona locazione economica e quindi sociale.
Veniamo ai nostri giorni. I canoni di bellezza sono stati completamente sconvolti dal benessere diffuso ed anche la bellezza fisica dell’uomo ha acquisito una valenza che prima non aveva. Ciò è avvenuto certamente per l’emancipazione della donna, più indipendente, più inserita nel contesto generale e quindi con la possibilità di essere più attenta agli input dei propri sensi verso l’altro sesso.
Quello che però non è cambiato, e penso valga ancora di più oggi, è la necessità di una valutazione globale dei canoni di bellezza. I lineamenti del viso, i capelli, lo sguardo, il colore degli occhi, l’altezza, l’armonia del corpo, con qualche differenziazione tra donna e uomo, sono sicuramente gli attributi a cui fa riferimento il concetto di bellezza fisica.
La vita e tanti episodi che caratterizzano il suo svolgimento ci dà sempre l’occasione di constatare che questi attributi non possono essere i soli per definire bella una persona. Quali sono allora i valori che integrano la bellezza, che l’arricchiscono, che la conservano, che addirittura la possano creare quando nella percezione sensitiva non c’è?
L’intelligenza, la cultura, il buon senso, la simpatia intesa come attenzione, solidarietà e bontà verso gli altri, sono capaci di incastonare la bellezza in un involucro nuovo e indistruttibile che possiamo chiamare carattere, classe, personalità, fascino.
Sono questi i punti di arrivo davvero essenziali sia per la donna che per l’uomo e nel tempo è molto più facile riconoscere l’importanza per la propria bellezza degli elementi spirituali più che di quelli fisici. Quante donne, se non supportate da un bagaglio di forza interiore, crollano davanti ai segni del tempo che tendono a ledere la loro bellezza fisica?
Quante donne si chiudono in loro stesse perché si sentono brutte? Alcune donne, invece, pur non essendo belle ed anche non più giovani, riescono a proporre in maniera prepotente la loro personalità. Quante donne hanno dovuto subire l’umiliazione di constatare che i loro soli connotati fisici, anche se notevoli, non bastavano più?
E l’uomo? Negli ultimi anni l’estetica maschile ha avuto un boom inverosimile, ma mi pare ancora più umiliante che per le donne dover ad un certo punto percepire, se non c’è una personalità di spessore alle spalle, di essere un oggetto da guardare al massimo per un utilizzo temporaneo.
E la salute? La salute non è solo assenza di malattia, è anche ricerca di benessere e convivere in maniera soddisfacente con il proprio corpo non può essere che utile. La ricerca di bellezza però, se non passa attraverso il filtro dei nostri valori interiori, può rivelarsi deleteria anche per la salute.
Nell’era del "magro è bello", l’anoressia e la bulimia che ne è una conseguenza, sono diventate delle piaghe sociali, che compromettono la salute di adolescenti e non solo.
Una corretta alimentazione e soprattutto una costante attività fisica coniugano in maniera a virtuosa la bellezza del nostro corpo e la sua salute. L’utilità di certi interventi di chirurgia plastica va ricercata nella psicologia degli individui interessati, ma certo fa un po’ impressione vedere cambiare i connotati delle persone.
Vorrei chiudere questa piccola riflessione con degli esempi di bellezza che sono riusciti a prescindere da canoni, mode e tendenze. Il fascino è l’espressione giusta, l’amalgama positivo che una persona riesce a trasmettere agli altri, è la sublimazione della bellezza e può fare anche a meno dell’aspetto fisico: Madre Teresa di Calcutta, Rita Levi-Montalcini, Margherita Hack, semplicemente affascinanti.
Anna Magnani, Barbara Streisand, Meryl Streep, donne non belle, ma "bellissime" perché sopraffatti dal loro fascino. Bisogna avere la forza di creare questo fascino, di ricercarlo in noi stessi e di stimolarlo negli altri, soprattutto nelle donne che pensano di aver raggiunto la vetta con la bellezza che si vede.
Salgono a 155 le borse di studio per i medici di medicina generale che risulteranno ammessi al corso triennale di formazione 2023-2026. Cento verranno finanziate direttamente dalla Regione Marche, con 3,7 milioni di euro del proprio bilancio.
Saranno invece 34 quelle sovvenzionate dal Fondo sanitario nazionale, destinate alla formazione specifica in medicina generale, e 21 quelle sostenute con le risorse del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).
Lo scorso anno le borse erano state portate a 111, di cui 40 a carico della Regione. All’insediamento della Giunta Acquaroli, nel 2021, le borse sono state aumentare da 29 a 82, con un incremento progressivo garantito, negli anni, per rispondere alle esigenze di salute che provengono dal territorio.
“Per il terzo anno andiamo a invertire una tendenza che vedeva un numero di medici prossimi alla pensione molto più elevato rispetto ai medici in ingresso nel nostro circuito di medicina territoriale – evidenzia il presidente della Regione Francesco Acquaroli -. Questo investimento, ancora più significativo rispetto a quello dello scorso anno, ci consentirà di dare l'opportunità a tanti giovani laureati di potersi formare ed entrare nel sistema sanitario regionale. La mancanza di medici è un problema atavico che grava su tutto il sistema nazionale; in questo modo investiamo sui giovani e sul futuro anche in termini di nuovo personale per dare risposte ai cittadini”.
“Abbiamo operato un’inversione di tendenza totale nel campo della formazione dei medici di medicina generale – afferma il vicepresidente Filippo Saltamartini, assessore alla Sanità - Il piano attuato garantisce che la nostra regione, nei prossimi anni, sarà in grado di superare le criticità che abbiamo trovato a seguito della scarsa programmazione passata. Dobbiamo affrontare ancora la scarsità di medici di famiglia e pediatri e l’affollamento dei Pronto soccorso, ma mettiamo a bando un numero di borse davvero rilevante".
"Sul fronte della medicina d’urgenza sfrutteremo le opportunità offerte dal DL 34 che prevede prestazioni aggiuntive, la cui tariffa oraria può aumentare fino a 100 euro lordi nei servizi di emergenza-urgenza”.
La pubblicazione del Bando in Gazzetta Ufficiale, preliminare alla presentazione delle domande, avverrà nei primi giorni di settembre. Le domande di ammissione alle borse di studio dovranno essere inviate con la procedura informatica sviluppata dalla Regione, come verrà precisato nel bando.
Con DM del 29 ottobre 2021 è stato inoltre eliminato il limite minimo di 60 risposte esatte per il superamento della prova. Il corso inizierà entro il mese di febbraio 2024 e comporterà un impegno dei partecipanti a tempo pieno.
I medici si formeranno nei cinque poli istituiti presso le Aziende Sanitarie Territoriali di Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. Per il conseguimento del diploma di formazione i candidati dovranno sostenere un esame che si svolgerà presso la Regione Marche, di norma in due sessioni: una ordinaria e una straordinaria, al termine dei trentasei mesi di formazione.
È Marco Meconi il presidente neo eletto di Federfarma Marche per il triennio 2023-2026: l’investitura si è avuta nella riunione regionale delle cinque associazioni provinciali dei titolari di farmacia.
Meconi, 45 anni, contitolare della farmacia Lunerti di Marina di Altidona, è dirigente del sistema Federfarma di lunga esperienza nonostante l’età. È stato infatti consigliere per molti anni con il compianto presidente Pasquale D’Avella e, nell’ultimo triennio, vice presidente di Andrea Avitabile, ma anche componente del consiglio di amministrazione di Farmacentro e responsabile della società di servizi del sistema Federfarma Marche.
Prende il posto di Avitabile – di Senigallia - che ha guidato l’organizzazione rappresentativa dei titolari delle farmacie delle Marche in un triennio di grandi difficoltà per la pandemia e soprattutto per le fondamentali modificazioni. Avitabile lo ha sottolineato “il tema della salute e della tenuta del servizio sanitario regionale ha rappresentato per noi farmacisti un argomento scottante visto che la pandemia ci ha messo a dura prova, imponendo un nuovo modello di farmacia da testare e far accettare dalla politica, dalla popolazione ed anche dai colleghi”.
Con soddisfazione ricorda che “gli ultimi anni hanno attribuito ai titolari di farmacia una maggiore autorevolezza anche come professionisti proiettati a dare risposte al cittadino “. Meconi come presidente sarà affiancato dal predecessore come vice, da Ida Kaczmarek di Macerata come segretaria e da Patrizia Righetti di Ascoli Piceno come tesoriere.
Esprime “un sentito ringraziamento a coloro che lo hanno preceduto nell’impegno associativo , che rappresentano un esempio da replicare “, conferma anche la soddisfazione personale per avere “avviato la sperimentazione della farmacia dei servizi che ha imposto la nostra regione prima in Italia, coinvolgendo più di 290 farmacie in un percorso che potrà assicurare nuove risposte nei servizi alla salute anche per i cittadini delle aree interne, distanti dai poli ospedalieri dove le farmacie rurali svolgono un ruolo basilare”.
Un Consiglio Direttivo che ha idee chiare sul futuro percorso “le farmacie non sono più negozi del farmaco, ma hanno acquisito una evoluzione basilare nella professionalità, nel rapporto di fiducia con il cittadino, nella considerazione della politica verso le nostre attività che, nelle Marche, vogliono sperimentare un modello di farmacia che si attiva per la presa in carico del paziente, creando le condizioni per alleggerire le liste di attesa e frenare la mobilità passiva “.
L’AST di Macerata anche quest’anno accoglierà i turisti in trattamento dialitico, residenti fuori Regione e che trascorreranno un periodo di vacanza in provincia, nei centri Dialisi di Civitanova Marche, Recanati, Macerata e Camerino.
“La direzione Generale di Macerata ha recepito con propria determina il progetto di implementazione della dialisi turistica che la Regione ha voluto potenziare con Delibera di Giunta n. 544 del 2021” spiega l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – vanno rimarcate quindi la professionalità e l’impegno del personale sanitario che si è reso disponibile”.
Il progetto prevede nei mesi estivi un turno serale il lunedì, mercoledì e venerdì nel Centro Dialisi dell’ospedale di Civitanova, mentre presso la struttura ospedaliera di Camerino si svolgerà un turno diurno nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì.
“Nei mesi di luglio e agosto- precisano i dottori Franco Sopranzi e Angelo Santoferrara, rispettivamente direttori delle Unità Operative Complesse di Nefrologia e Dialisi di Macerata e Civitanova - saranno accolti 27 turisti e verranno erogati 200 trattamenti emodialitici.
La dialisi turistica prevede, però, l’accoglienza dei pazienti fuori Regione anche nei restanti mesi dell’anno attraverso prestazioni dialitiche che saranno garantite negli ordinari turni diurni, compatibilmente con la disponibilità dei posti letto nelle strutture della nostra azienda sanitaria”. “È un progetto molto apprezzato – afferma il direttore generale Daniela Corsi – perché offre ai pazienti dializzati la possibilità di poter organizzare le proprie vacanze nelle Marche, senza rinunciare ai trattamenti sanitari indispensabili per la propria salute”.