Il direttore del distretto sanitario di Civitanova Marche, Gianni Turchetti, va in pensione giovedì primo giugno, dopo oltre trenta anni di servizio presso l'azienda sanitaria maceratese. Turchetti ha preso servizio nel luglio del 1989 come medico dei servizi territoriali della città costiera, divenendo direttore del distretto nel 2007.
"Nel corso del tempo il distretto si è ingrandito - dichiara il dottore - erogando sempre più prestazioni e servizi, i primi tempi in cui lavoravo era un semplice poliambulatorio, ora è un'organizzazione complessa a cui afferiscono tutte le attività sanitarie extraospedaliere".
Il distretto civitanovese, infatti, comprende nove comuni per un bacino d'utenza di circa 130mila persone ed è composto da cinque poliambulatori, un ospedale di comunità e una Rsa a gestione diretta a Recanati e altre due Rsa in convenzione, Montecosaro-Santa Maria in Chienti e Villa Margherita di Civitanova.
Vi sono inoltre sette residenze protette per un totale di 230 posti letto e, su queste strutture, il distretto - attraverso le proprie equipe multidisciplinari di professionisti - esercita tutte le valutazioni relative agli ingressi e alle dimissioni dei pazienti.
“Il Covid ha messo in evidenza l'importanza della Medicina territoriale - sottolinea il direttore Turchetti – capace di dare adeguate e immediate risposte alle richieste di salute che provengono dai cittadini. Non a caso, infatti, molti fondi del Pnrr sono destinati al territorio. Nel nostro distretto è prevista la realizzazione di due case della Comunità, una a Civitanova e l’altra a Recanati, e una Centrale Operativa Territoriale (C.O.T.) all’interno del Poliambulatorio di Civitanova".
"Con il collocamento a riposo del dottor Turchetti se ne va un altro pilastro importante della nostra sanità - commenta il neo direttore generale dell’Ast Daniela Corsi – per tutti è stato un professionista competente, generoso e capace di dare risposte e soluzioni ai problemi del suo territorio di riferimento".
Non sono mancati i commenti positivi sul suo operato anche da parte del sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica: "Debbo riconoscere al dottor Turchetti un grande pregio oltre alla sua nota competenza professionale, quello di essere stato sempre efficiente e molto collaborativo verso il comune di Civitanova. Lo conosco da quando ero assessore ai Servizi Sociali e alle Scuole, è stato un direttore di distretto che non si è mai risparmiato e che si è sempre adoperato per risolvere i problemi e le criticità del territorio, venendo incontro alle esigenze dei cittadini. Credo che non sarà facile per chi prenderà il suo posto raccogliere un'eredità così importante".
La giunta regionale delle Marche ha provveduto martedì pomeriggio alla nomina dei direttori generali delle 5 Aziende Sanitarie Territoriali.
All'Ast Pesaro e Urbino: Nadia Storti; Ast Ancona: Giovanni Stroppa; Ast Macerata: Daniela Corsi; Ast Fermo: Gilberto Gentili; Ast Ascoli Piceno: Nicoletta Natalini.
I direttori generali, informa una nota della Regione, sono stati scelti da una lista di 30 idonei, selezionati da una Commissione che ha valutato i titoli e gli esiti di colloqui con circa 90 candidati. Attualmente i direttori Stroppa e Natalini sono incaricati fuori regione e dunque assumeranno l'incarico dal 17 luglio al fine di consentire il completamento delle dovute procedure
Per questo la Giunta ha contestualmente nominato Nadia Storti commissario straordinario dell'Ast Ancona e Maria Capalbo commissario straordinario dell'Ast Ascoli Piceno, a decorrere dal primo giugno fino al 16 luglio.
Dal1 giugno va in pensione la dottoressa a Clelia Perfetti, direttrice del dipartimento dei Servizi dell’Ast maceratese e dei laboratori analisi degli ospedali di Civitanova, Macerata e Camerino-San Severino.
“Dopo oltre 40 anni di onorato servizio si colloca a riposo una professionista competente e brillante, che ha rappresentato un punto di riferimento importante per tutta la sanità maceratese”, si legge in una nota dell’Ast.
Proveniente dall’ospedale Salesi di Ancona, Perfetti ha iniziato la sua carriera nel lontano 8 giugno 1981 come assistente medico del laboratorio analisi dell’ospedale di Civitanova per diventarne direttrice nel 2000, mentre nel 2012 ha diretto anche i laboratori di Macerata e di Camerino-San Severino, per essere poi nominata nel 2018 direttrice del Dipartimento dei Servizi.
“Sono commossa dall’affetto ricevuto da tutti coloro con cui ho condiviso un lungo percorso professionale e umano- ci racconta emozionata la dottoressa Perfetti – i laboratori Analisi dell’Ast di Macerata hanno rappresentato da sempre il mio mondo, e conservo nel cuore ricordi bellissimi”.
Presente alla festa di saluto nel nosocomio civitanovese anche la dottoressa Daniela Corsi, subcommissario straordinario dell’Ast di Macerata, che ha espresso il suo apprezzamento "per la serietà professionale della dottoressa Perfetti, in particolare per la sua capacità di aver saputo gestire il reparto creando un’equipe di medici competente e affiatata".
Un successo strepitoso per l’iniziativa “Carotidi in piazza” di sabato 27 maggio in Piazza della Libertà a Macerata, organizzata dalla U.o.c. di Medicina Interna dell’Ospedale in collaborazione con Unimc.
“Abbiamo esaminato ben 444 persone – commenta il Roberto Catalini, Direttore della Medicina Interna - iniziando un po’ prima dell’orario previsto e finendo quasi alle 19, proprio per venire incontro alle numerose richieste della popolazione. Un riscontro di partecipazione che è andato al di là di ogni nostra più rosea aspettativa. Allo screening hanno partecipato anche il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, il vicesindaco Francesca D'Alessandro e numerosi assessori della Giunta. Grazie a questa iniziativa sono stati individuati moltissimi casi di aterosclerosi della carotide e sono state date indicazioni su come fare prevenzione. Alcune persone con patologie più avanzate saranno poi richiamate dalla nostra Unità Operativa per approfondimenti presso il reparto”.
Negli accoglienti spazi dell’Infopoint del Comune di Macerata i medici della Medicina del locale nosocomio insieme a giovani sanitari, formatisi nel reparto maceratese, hanno effettuato gli esamiecodoppler grazie ad ecografi di ultima generazione forniti dalla Samsung, supportati dal personale infermieristico. Preziosa è stata la collaborazione dei volontari del CISOM (Corpo Italiano Soccorso Ordine di Malta) che hanno garantito il regolare svolgimento dell’iniziativa, accogliendo e gestendo le persone che si sono sottoposte all’esame.
“Iniziative di screening gratuiti come questa – ha sottolineato Daniela Corsi, Sub-Commissario Sanitario dell’Ast di Macerata- ci dimostrano quanto sia fondamentale fare prevenzione per la salute dei cittadini. Ringrazio il Dott. Catalini per la bella iniziativa, il cui successo dimostra l’importanza del progetto e l’apprezzamento della popolazione. Vorrei mettere in risalto come la sanità pubblica, nonostante le difficoltà in cui versa, è sempre in prima linea per il bene dei pazienti”.
“La parola d’ordine è prevenzione” – ha affermato l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – “gli screening nelle piazze sono il modo migliore per raggiungere il numero maggiore di persone possibile. Per quasi due anni la pandemia ci ha imposto di rallentare, ma siamo ripartiti a pieno ritmo. Il mio ringraziamento va al personale sanitario che si è messo a disposizione per replicare questa bella iniziativa dopo il successo dello scorso anno a Civitanova”.
Gambe stanche e pesanti, formicolii, piedi e caviglie gonfi: sono disturbi che accomunano molte persone, soprattutto donne, principalmente durante l’estate.
Ciò è dovuto a un malfunzionamento più o meno serio dell’apparato circolatorio, la rete di vasi sanguigni entro cui il sangue fluisce per raccogliere l’ossigeno immesso attraverso la respirazione e trasportarlo a tutte le cellule del nostro corpo.
Nello specifico, questo compito è assolto dalle arterie, che, partendo dal cuore, portano sangue carico di ossigeno e nutrimento alle periferie del corpo. Da qui, il sangue deossigenato ritorna al cuore attraverso le vene.
Se le arterie possono contare sull’azione del cuore, che pompa il sangue al loro interno, le vene si affidano ad un proprio “impianto idraulico” per ricondurre il sangue dalle zone periferiche del corpo a quelle centrali.
Va da sé che, soprattutto a livello degli arti inferiori, la risalita del sangue può risultare difficoltosa a causa della forza di gravità. In molti casi ciò dà luogo a fastidi transitori, magari legati a una postura eretta protratta per troppo tempo, a calzature scomode o alle alte temperature che, dilatando le vene, ne ostacolano ulteriormente il lavoro.
Problemi seri sorgono invece quando si innescano delle vere e proprie flebopatie, come insufficienza venosa, flebite e tromboflebite profonda. La prima è una patologia cronica abbastanza frequente che ha luogo proprio nel momento in cui una vena importante (ad esempio la vena grande safena) diviene incontinente, cioè incapace di far risalire il sangue verso il cuore, determinandone il ristagno o la circolazione inversa.
La vena in questione assume inoltre un antiestetico aspetto rigonfio e contorto, dando origine ad una varice, o vena varicosa. Chi presenta questa problematica rischia inoltre la formazione di trombi; essi possono originarsi in una vena superficiale, dando luogo ad una flebite, o nelle vene profonde.
In quest’ultimo caso si parla di tromboflebite profonda, una condizione estremamente pericolosa dal momento che il trombo potrebbe staccarsi e, seguendo il ritorno venoso, giungere ai polmoni formando un embolo potenzialmente mortale.
Ad occuparsi di queste dinamiche è il medico flebologo, perciò abbiamo chiesto delucidazioni al dottor Daniele Travaglini, medico flebologo di lunga esperienza e rappresentante SIF (Società Italiana di Flebologia) nella regione Marche.
Dott. Travaglini, quali sono i fattori di rischio per lo sviluppo di flebopatie?
"I fattori di rischio dovuti essenzialmente a stili di vita sono l’obesità, la sedentarietà, il fumo e l’uso eccessivo di sale. Altro fattore di rischio importante è connesso alla genetica; la familiarità nelle flebopatie è da tenere in gran conto essendoci un riscontro molto frequente.
È da considerare per osservazioni obiettive e studi epidemiologici che le donne hanno una predisposizione maggiore per questo tipo di patologie. Si calcola che il rapporto donna/uomo sia di 3 a 1. Particolarmente frequenti soprattutto nelle donne in gravidanza e in quelle che fanno uso di contracettivi orali".
Come prevenire l’insorgenza di una flebopatia?
"Esaminando i fattori di rischio, possono essere facilmente individuati gli elementi della prevenzione: una corretta alimentazione con uso moderato del sale, un’attività fisica misurata e costante, non fumare ed esaminare la casistica specifica nell’ambito familiare per sentirsi pronti ad ogni piccolo indizio sintomatico. L’eccessiva esposizione al sole nei mesi estivi con alta temperatura può essere un altro elemento aggravante".
Come curare queste patologie e quali sono i rischi se vengono trascurate?
"L’esame da effettuare per analizzare lo stato delle nostre vene e controllare l’evoluzione di eventuali stati della patologia e i risultati della terapia e l’ecocolordoppler. Il rischio maggiore è la formazione di trombi che avviene soprattutto nelle flebopatie profonde.
Quando è riscontrata una flebopatia è compito del medico flebologo ridurre sia il rischio suddetto ,sia il peggioramento dello stato iniziale che può riservare disagi funzionali ed anche estetici. La terapia per eliminare il trombo della vena è prevalentemente farmacologica, per mezzo di farmaci anticoagulanti.
È inoltre indispensabile usare dei tutori (calze) elastici, che velocizzano il flusso sanguigno, supplendo all'ostruzione del vaso e ripristinando una corretta circolazione. Il farmaco di prima linea per combattere la Trombosi Venosa Profonda è l'eparina, con i suoi derivati di base e di uso comune.
La moderna medicina ha sviluppato già da anni farmaci anticoagulanti comodamente assumibili per via orale da prendersi però sotto stretto controllo medico.
In ambito chirurgico per le varici ci sono trattamenti endovascolari, che mirano a chiudere i vasi senza eliminarli fisicamente. Essi si dividono in trattamento con radiofrequenza e trattamento laser.
Entrambe le tecniche, termoablative, sono mirate all’occlusione del tronco safenico. Sono procedure mini-invasive, cioè non prevedono ferite chirurgiche. Possono essere eseguite in anestesia locale con/senza tumescenza, praticata dallo stesso operatore che esegue la termoablazione, risultando molto adatte a un trattamento realmente ambulatoriale”.
Quali sono le nuove frontiere della riabilitazione vascolare?
"Una delle pratiche riabilitative vascolari e soprattutto flebologiche era ed è ancora la passeggiata lungo la riva del mare con acqua salata ed ondulata che arriva fino al bacino. Da sempre anche la terapia termale ha avuto attenzione al trattamento vascolare con camminamenti in acqua minerale.
I principi riabilitativi sono gli stessi della passeggiata in riva al mare, ma in questo caso è tutto più mirato ed organizzato e l’acqua può offrire l’azione di più minerali.
Negli ultimi anni un bel percorso di studio e ricerca è stato fatto tra la SIF (Società Italiana di Flebologia) e Federterme per arrivare a degli ulteriori protocolli sperimentali. Qui nelle Marche vi sono stati il primo confronto di collaborazione e la prima applicazione dei principi della ricerca".
La terza sezione del Consiglio di Stato, presieduta dal giudice Stefania Santoleri, ha definitivamente respinto, dopo averli riuniti e aver compensato le spese di lite, i ricorsi presentati dal Comune di San Severino Marche e dal Comitato per la difesa e la tutela dell’ospedale “Bartolomeo Eustachio” contro la chiusura del Punto nascite del nosocomio cittadino.
A rappresentare in aula l’ente pubblico è stato l’avvocato Marco Massei, per il Comitato è intervenuto invece l’avvocato Stefano Filippetti. La sentenza, pubblicata in data 25 maggio, è stata pronunciata dai giudici dopo la riunione del 18 maggio scorso che ha visto davanti ai magistrati amministrativi, come controparti, l’Asur Marche, rappresentata dagli avvocati Marisa Barattini e Massimo Colarizi, e la Regione Marche, rappresentata dall’avvocato Laura Simoncini.
Tra le controparti chiamate in causa dal Comune anche il Ministero della Salute. Come riportato nella sentenza a supporto della domanda di annullamento le parti ricorrenti hanno posto questioni in merito all’eccezione di incompetenza dell’Asur all’adozione dei provvedimenti di chiusura del Punto nascite, hanno osservato che la chiusura della struttura non è stata bilanciata dall’attivazione dei sistemi di trasporto neonatale e di trasporto materno, così come non sia stata prevista l’istituzione di una guardia medica ginecologica e pediatrica.
Le parti hanno, inoltre, denunciato la violazione della disciplina statutaria in merito alla competenza del Consiglio Regionale ad adottare piani e programmi di settore, la violazione delle norme costituzionali a tutela del diritto alla salute, l’eccesso di potere per carenza di motivazione e di istruttoria, la mancata tutela dei territori di montagna, la mancata partecipazione delle collettività di riferimento, la violazione della legge regionale 22/1998 in materia di tutela della donna gestante, l’illogicità della scelta in riferimento ai dati statistici considerati (numero di parti), alla collocazione geografica della struttura soppressa (sita in zona montana e molto distante dal più vicino ospedale di Macerata), alle condizioni viarie poste a suo servizio (il collegamento capoluogo frazioni è costituito da strade impervie di montagna). Elementi di cui i giudici non hanno tenuto conto respingendo i due distinti ricorsi.
Con sentenza n. 330 del 2022 anche il Tar, il Tribunale Amministrativo Regionale delle Marche, aveva respinto altri due ricorsi presentati da Comune e Comitato. L’appello al Consiglio di Stato ha segnato l’ultimo grado di giurisdizione sulla vicenda.
“Auspicavamo una decisione completamente diversa – commenta la sindaca di San Severino Marche Rosa Piermattei – . Si tratta di una sconfitta di tutti perché questa pronuncia dei giudici mina un diritto fondamentale che viene riconosciuto dalla nostra Costituzione: il diritto alla salute".
"Il rammarico è che una decisione di un organo di legittimità come il Consiglio di Stato, peraltro intervenuta dopo sette anni, si sia basata essenzialmente su una constatazione, a posteriori, da cui risulta che tutto sommato la organizzazione ha retto e non è accaduto nulla di grave anche durante il Covid. Il Consiglio di Stato, invece, avrebbe dovuto decidere sulla illegittimità dell’atto di allora, del 2016, e non verificare la situazione attuale che, dopo sette anni, ha modificato i vizi originari ”.
"Abbiamo acquistato un nuovo mammografo che è già stato installato nella radiologia di Recanati". Lo comunica il vice presidente e assessore alla sanità Filippo Saltamartini che, puntualizza, "il collaudo avverrà il 31 maggio, il primo giugno verranno effettuate le prime 4 mammografie di screening e dal 6 giugno l’apparecchio sarà in piena operatività. Ringrazio l'Ast di Macerata e il dottor Carlo Santurbano, responsabile dell'Uosd Diagnostica per la velocità con cui è stato sostituito il mammografo che aveva avuto un guasto".
Il sub commissario sanitario Daniela Corsi aveva, infatti, immediatamente comunicato che la direzione monitora costantemente lo stato delle apparecchiature attraverso l’ingegneria clinica e che il nuovo macchinario sarebbe tornato entro breve tempo nella disponibilità dell’ospedale di comunità di Recanati. Intanto, per non interrompere il servizio, gli esami già prenotati a Recanati in questi giorni sono stati riprogrammati e svolti nella radiologia di Civitanova Marche.
Conseguire "un reale cambiamento per la riduzione delle disuguaglianze e il miglioramento delle condizioni di vita e dello stato di salute della popolazione" attraverso l'integrazione tra sanità e sociale, il potenziamento dell'assistenza ospedaliera e territoriale, lo sviluppo di ospedali di alta specializzazione e strutture minori diffuse su tutto il territorio, "l'abbattimento delle liste di attesa", la "drastica riduzione di mobilità passiva", l'"integrazione tra servizi pubblici e privati", la lotta agli sprechi, l'"ottimale utilizzo delle risorse regionali, nazionali (Fondo sanitario) ed europee (Recovery Fund)".
Sono questi i principali obiettivi descritti nelle 200 pagine del nuovo Piano Socio-sanitario Salute, sicurezza e innovazione per i cittadini marchigiani approvato questo pomeriggio dalla giunta regionale delle Marche.
"Oggi è un giorno importante per la nostra comunità regionale. Abbiamo approvato in giunta uno degli atti più significativi della legislatura - così il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli -. Il nuovo Piano Sanitario definisce la strategia e la visione che vogliamo imprimere alla sanità regionale e introduce molteplici aspetti innovativi: una sanità che torna a mettere al centro il cittadino, che valorizza il territorio per frenare la mobilità passiva, punta ad una sanità diffusa e distribuita per riequilibrare l'offerta socio-sanitaria e i servizi su tutto il territorio regionale".
"Per la prima volta .- sottolinea Acquaroli - il piano sanitario parte da una analisi dei fabbisogni effettuata in maniera scientifica, che ci ha restituito la reale domanda sanitaria della popolazione. Da una visione esclusivamente ospedalo-centrica si passa a una sanità che vede nel territorio e nella medicina territoriale elementi strategici del nostro sistema sanitario per dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini".
Acquaroli sottolinea anche "la priorità alla digitalizzazione del sistema sanitario con la telemedicina. L'altro aspetto di cui siamo molto orgogliosi è che questo testo arriva dopo un lungo percorso di confronto con i territori, i sindaci, le categorie sociali che ora può proseguire in Consiglio regionale per la sua approvazione definitiva".
Giornata dedicata allo screening gratuito delle carotidi, sabato 27 maggio dalle 9 alle 18 presso l’Infopoint dell’Università di Macerata in piazza della Libertà.
L’iniziativa, organizzata dalla Medicina Interna dell’ospedale maceratese insieme a Unimc, vuole sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione dell’aterosclerosi, che rimane ancora oggi, purtroppo, la prima causa di malattia e mortalità nel mondo occidentale.
“Il riconoscimento precoce e la cura tempestiva possono permettere di prevenire malattie gravi, come l’ictus e l’infarto - sottolinea il direttore della U.O.C. di Medicina Interna Roberto Catalini-. Medici e infermieri saranno a disposizione dei cittadini per l’intera giornata per effettuare gratuitamente l’eco-colordoppler delle carotidi, rilasciando al termine un documento con i risultati degli accertamenti effettuati. Qualora poi si rendesse necessario sarà consigliato un ulteriore approfondimento”.
“Le Marche sono sempre in prima linea per la prevenzione” – ha affermato l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – “gli screening sono il modo migliore per raggiungere il numero maggiore di persone possibile. Per mesi la pandemia ci ha imposto di rallentare, ma siamo ripartiti a pieno ritmo. L’aterosclerosi resta asintomatica spesso per decenni, e quando si manifesta è troppo tardi: gli effetti sono gravissimi. Ringrazio quindi il personale sanitario che scenderà in piazza il 26 e il 27 maggio”.
Si svolgeranno, inoltre, tre eventi correlati all’iniziativa “Carotidi in piazza”: il primo è un seminario di studi dal titolo “Hai l’età delle tue arterie”, previsto per venerdì 26 maggio alle ore 17 presso la Biblioteca Mozzi Borgetti con la partecipazione del rettore di Unimc John Mc Court, della prorettrice vicaria Catia Giaconi, della prorettrice del welfare Natascia Mattucci e del subcommissario sanitario dell’Ast di Macerata Daniela Corsi.
In qualità di relatori ci saranno il direttore dell’U.O.C. di Medicina Interna dell’ospedale Roberto Catalini, la professoressa Paola Nicolini e il dottor Marcello Arcangeli.
La seconda iniziativa è un laboratorio di esplorazioni sensoriali per bambini e bambine, dai 5 ai 10 anni di età, intitolato “conoscere il cibo giocando” e realizzato a cura di Paola Nicolini, Marta Di Massimo e Giulia Messere presso il Crea Hub di Via Gramsci 29, a Macerata.
Il laboratorio per bambini si svolgerà il 26 maggio dalle ore 17:30 e il 27 maggio dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. Sempre nell’ambito della manifestazione, in piazza della Libertà sabato 27 maggio con ritrovo alle ore 9:30, l’associazione italiana ambiente, Cultura ed Emergenze (A.I.A.C.E) e il Green Nordic Walking organizzano la prima Passeggiata della salute. È prevista la possibilità per i partecipanti, alla fine della camminata, di potersi rifocillare con frutta fresca gentilmente offerta da Il Contadino Gourmet.
Quando rivolgiamo i nostri pensieri alla possibilità, un giorno, di dover affrontare malattie, ricoveri o interventi chirurgici, paura e preoccupazione prendono il sopravvento, per la propria incolumità e per le conseguenze economiche e familiari che questi eventi potrebbero comportare.
In questi casi, è sempre bene tenere a mente che esistono diversi modi per preservare il benessere psicofisico e far fronte agli imprevisti della vita. Se per ciò che riguarda l’aspetto finanziario ci si può informare sui benefici derivanti dalla sottoscrizione di un’assicurazione sanitaria, per tutti gli altri ambiti si possono mettere in atto delle strategie che fungano, in via preventiva, come preparazione per ciò che sarà.
Per chi, per esempio, si trovasse ad affrontare un intervento chirurgico di qualsivoglia natura, ecco una serie di consigli per vivere i giorni pre-operatori con serenità ed arrivare pronti ed informati al giorno dell’operazione.
1 . Fare sempre domande
Spesso la vita frenetica all’interno degli ospedali ci frena dal fare domande più approfondite rispetto alla natura degli interventi da affrontare, per la paura di “rubare” del tempo a medici e infermieri impegnati in quella o quell’altra emergenza. Questo è avvenuto soprattutto dopo il Covid, un periodo in cui personale sanitario e volontari erano stremati dal carico lavorativo a causa della pandemia.
Il consiglio, in ogni caso, è quello di prepararsi le domande da porre al proprio medico prima della visita pre-operatoria, in modo da tornare a casa con tutte le informazioni necessarie.
2 . Informare il personale sanitario
Se, da un lato, è necessario ricevere delle risposte esaustive riguardo il proprio stato di salute, d’altra parte anche il personale sanitario deve essere informato sulla storia clinica del paziente. Non dimenticare nulla: porta con te referti di visite mediche precedenti, così come analisi del sangue e tutto ciò che, seppur a tuo avviso non importante, può servire al tuo medico.
3 . Prepara la mente
Preparati psicologicamente all’operazione prendendoti cura della tua salute mentale. Medita ogni giorno, concentrati sulla respirazione, prenditi del tempo per te e per ciò che ti fa stare bene per promuovere il rilassamento.
4 . Prepara il corpo
Come la mente, così anche il corpo va preparato a ciò che dovrai affrontare. Se sei un fumatore, valuta la possibilità di smettere di fumare, se non in maniera permanente e definitiva, almeno nelle 48 ore che precedono l’intervento o per i giorni successivi. In questo modo aiuterai il sistema immunitario a rimanere saldo nel pre e post operatorio.
5 . Attento ai peli
Sebbene si possa pensare che rimuovere i peli possa facilitare il personale sanitario che troverebbe così “pulita” la parte del corpo su cui intervenire, operare con il rasoio potrebbe rendere più sensibile la pelle all’insorgere di infezioni.
6 . Regalati un bagno caldo
Non serve solo a promuovere il rilassamento, ma ti aiuterà anche a pulire bene il corpo in vista dell’operazione. Chiedi al tuo medico se può essere necessario intervenire anche con un sapone neutro ma antisettico.
7 . Mantieni una temperatura corporea mite
Secondo il National Institute for health and care excellence (NICE), i pazienti che si mantengono al caldo prima e dopo gli interventi chirurgici vanno incontro ad un minor rischio di contrarre infezioni rispetto a chi non segue questo accorgimento.
8 . Sii gentile con te stesso e con gli altri
Un’operazione può essere fonte di preoccupazione e stress. Sii sempre gentile con te stesso e non pretendere troppo né da te né dagli altri, anch’essi investiti di una grande responsabilità. Se necessario, rivolgiti ad un terapeuta per trovare il modo migliore di affrontare le tue preoccupazioni.
La buona salute è il bene più grande, il suo valore aggiunto può essere il benessere la cui espressione trasfigurata è la felicità. Il tema della felicità è vecchio come il mondo, uno di quei concetti impossibili da catalogare e incastonare in schemi precisi e razionali. Tanti sostengono che la felicità non esiste e che è un’illusione irraggiungibile legata ai nostri sogni o alle nostre aspirazioni impossibili.
Il paradosso - dicono - è che se talvolta si avvera qualche nostro sogno o qualche nostra aspirazione, non c’è neppure il tempo per essere soddisfatti e felici perché magari altri sogni ed altre aspirazioni appaiono all’orizzonte.
Altre linee di pensiero traducono il concetto di felicità nella possibilità di poter fare tutto quello che ci piace, frutto di un percorso fatto di speculazione intellettiva ed esperienza pratica fino ad arrivare ad uno stato di pace e serenità da godere in pieno, senza condizionamenti.
Una volta mi è capitato anche di vedere uno “Speciale TG1” dedicato proprio alla felicità che tentava di dimostrare, attraverso degli esempi, che la felicità esiste, che va ricercata in noi stessi e tradotta in comportamenti coraggiosi e definitivi.
Uno degli esempi era Padre Pietro, mancato qualche anno fa, ma in tantissimi lo ricordano. Era il frate eremita che sopra le Gole dell’Infernaccio, sui Monti Sibillini aveva costruito una chiesa con l’aiuto di amici dove viveva da solo in contemplazione della splendida natura e più “vicino a Dio” come lui diceva. Padre Pietro era felice e trasmetteva questo suo stato d’animo a chi andava a trovarlo.
Altro esempio elencato da quel reportage televisivo era il guardiano del Duomo di Milano, felice dall’alto delle guglie sopra la città di accudire e sorvegliare uno straordinario patrimonio artistico oltre che simbolo spirituale. E poi anche un manager di successo che ancora giovane ha abbandonato tutto, carriera e denaro, per andare per mare e scrivere libri.
Naturalmente queste storie appassionano, sono molto suggestive, subito viene in mente di seguirne l’esempio, trovare la strada della felicità e percorrerla velocemente. Non c’è motivo di dubitarne: Padre Pietro era felice, il guardiano del Duomo di Milano e il manager pentito sono felici, ma quanti possono permettersi il loro percorso o meglio quanti hanno la capacità e la possibilità di intravedere quella via della felicità ed intraprenderla? Vuol dire che milioni e milioni di persone non possono essere mai felici?
Vivere felici significa sapersi isolare dal mondo, dalle sue dinamiche, dalle sue fatiche, dalle sue miserie e ritrovarsi in uno spazio incontaminato costruito dentro di noi ed avulso da tutto quello che ci circonda? La sofferenza, il dolore, la delusione non sono affatto contemplati nel carnet dell’uomo e della donna che possono essere felici?
La forza, l’impegno per superare le difficoltà non sono il presupposto essenziale per sentirsi bene una volta che l’operazione è riuscita? Esiste la felicità senza il dolore? La felicità esiste come status raggiunto e perenne o è il modo di vivere che deve essere felice?
Le domande rimarranno senza risposta certa, ma se ognuno di noi cerca di perseguire i suoi ideali, la sua vocazione con onestà, tolleranza e solidarietà verso gli altri, rispetto verso sé stessi e verso tutti compresa la natura che ci circonda molto suscettibile ai nostri comportamenti, come dimostrano i tristi fatti di questi giorni, forse si imbatterà in sofferenze fisiche e psicologiche di se stesso e di quelli che vivono accanto a lui, ma avrà vissuto una vita vera e degna…felice.
Questo deve valere per tutti, per chi si isola in contemplazione sopra un monte, ma anche per la grandissima moltitudine di uomini e donne che ogni giorno lavorano, accudiscono i loro figli e faticano con coraggio e volontà per dare un senso compiuto alla loro vita.
Il sindaco Sandro Parcaroli, insieme all’assessore Riccardo Sacchi, ha incontrato ieri pomeriggio il dottore Matteo Tallè, urologo maceratese 36enne che ha ricevuto negli Stati Uniti, a Chicago, dall’American Urological Association, un premio internazionale.
Tallè, residente a Macerata, lavora da tre anni a Villa Igea, ad Ancona, dove ha realizzato un lavoro scientifico relativo a una tecnica mininvasiva per la cura dell’ipertrofia della prostata.
“Abbiamo deciso di conferire un riconoscimento al dottor Tallè per l’alto contributo scientifico donato con generosità e grande spirito di servizio alla ricerca in campo medico-scientifico innalzando e dando lustro alla città di Macerata” , ha commentato il sindaco Sandro Parcaroli.
“Sono molto onorato e grato al sindaco Parcaroli e all’assessore Sacchi per questo generoso riconoscimento – ha detto Tallè -. Per me, da maceratese, è un piacere e un privilegio poter rappresentare la città che amo, dove sono nato e cresciuto”.
Sabato 20 maggio in piazza della Libertà a Macerata, dalle 8:30 alle 13, l’Associazione italiana pazienti anticoagulati (A.i.p.a) tramite il suo presidente Giovanni Di Geronimo organizza una giornata dedicata allo screening gratuito per la prevenzione della fibrillazione atriale, in collaborazione con l’Unità Operativa Complessa di Cardiologia dell'ospedale maceratese, con il centro Tao e la Croce Rossa Italiana, comitato locale.
L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione dopo le prime due svoltesi con successo prima del Covid, offre liopportunità ai cittadini di effettuare la visita medica con controllo dell’E.C.G. e con misurazione della pressione all’interno degli allestimenti curati dalla Croce Rossa Italiana. Per conoscere meglio la patologia, abbiamo intervistato il direttore dell’U.O.C. di Cardiologia del nosocomio maceratese Mario Luzi.
1) Dottore, cos'è la fibrillazione atriale?
"La fibrillazione atriale è l'aritmia di più frequente riscontro clinico, caratterizzata da ritmo cardiaco irregolare e spesso con frequenza cardiaca elevata. Le manifestazioni cliniche sono caratterizzate da assenza di sintomi fino a quadri conclamati di scompenso cardiaco; inoltre, a parte il quadro clinico iniziale, la fibrillazione atriale comporta un aumentato rischio di fenomeni tromboembolici soprattutto nei pazienti con età superiore a 65 anni, pazienti affetti da ipertensione arteriosa, diabete mellito o con storia di scompenso cardiaco oppure con già precedenti eventi ischemici tromboembolici".
2) Quali i fattori di rischio?
"Tra i fattori di rischio principali si annovera la presenza di patologie quali l’ipertensione arteriosa, il diabete, l’obesità, le apnee notturne. Da non sottovalutare poi il ruolo che assume l’età, il fumo e la sedentarietà".
3) Quanto è importante la prevenzione in questi casi?
"Intercettare la fibrillazione, in particolare le forme asintomatiche, consente di instaurare una adeguata terapia anticoagulante orale in grado di prevenire la complicanza più temibile, ovvero l'ictus. La campagna di screening si rivolge alle persone con più di 65 anni che non sanno di avere la fibrillazione atriale, poichè l'età di per sé è già un fattore di rischio per questa aritmia.
La giornata di sabato è importante perché attraverso lo screening si ricevono informazioni che possono essere utilizzate per ridurre il rischio di ictus di un individuo, aiutandolo così a vivere più a lungo con una buona qualità della vita".
Ogni anno è la stessa storia; se l’arrivo della primavera è generalmente accolto con favore, per una categoria di persone la bella stagione è foriera di disagi più o meno gravi.
Parliamo di chi soffre di allergie stagionali, anche dette impropriamente "febbre da fieno". Difatti le graminacee - il fieno, appunto - sono solo una categoria di piante in grado di sensibilizzare una buona fetta di popolazione: si stima infatti che gli italiani coinvolti da questo problema siano circa 10 milioni.
Altri allergeni sono nocciolo, betulla, artemisia, ambrosia, ontano, pioppo, cipresso, olivo e parietaria, solo per citare i più conosciuti. La loro impollinazione non è affidata al lavoro degli insetti, come nel caso delle piante da fiore, ma alle correnti d’aria che trasportano i pollini anche a molti chilometri di distanza.
Va da sé che l’incidenza delle allergie varii notevolmente in base alla zona e al periodo, come evidenziano i calendari pollinici, dove viene riportata la concentrazione dell’allergene nelle diverse aree climatiche (in Italia se ne contano sette) in ogni mese dell’anno.
Il calendario pollinico è uno strumento utile a chi soffre di rinite allergica, a cui si affiancano dei veri e propri bollettini meteo-pollini stilati quotidianamente dall’apposito centro di monitoraggio. à
Ma evitare totalmente il contatto con l’allergene è decisamente difficile, se non impossibile…e allora che fare? Abbiamo affrontato l’argomento con la dottoressa Simonetta Calamita, otorinolaringoiatra e medico esperto in malattie allergiche e disturbi respiratori del sonno, consulente a Macerata del centro medico "Associati Fisiomed".
Come e perché si manifestano le allergie stagionali?
"L’allergia è un’eccessiva risposta del nostro sistema immunitario verso alcune sostanze chiamate allergeni. Esiste una predisposizione familiare che, insieme alla frequente esposizione a sostanze allergizzanti, nel corso della vita può portare a sviluppare un’allergia. Tra le cause principali troviamo i pollini, ma in questo periodo possono acuirsi i fastidi anche delle persone allergiche agli acari della polvere o ai peli di animali domestici.
L’esposizione può avvenire per via inalatoria, per via iniettiva, per ingestione o per contatto. I sintomi tipici di un’allergia sono riniti ricorrenti, tosse, difficoltà respiratoria, congiuntivite, prurito diffuso o localizzato al cavo orale, edemi ed eritemi, ma, nei casi più gravi, si può arrivare allo shock anafilattico".
Come si identifica precisamente l’allergene incriminato?
"Si può ricorrere a test cutanei. I Prick test, in particolare, consentono di testare in un’unica seduta i principali allergeni, specialmente gli inalanti e gli alimenti. Si può anche procede a un test allergene-specifico con dosaggio delle immunoglobuline (IgE), per il quale va prelevato un campione di sangue del paziente".
Una volta individuato l’allergene, come si procede?
"Ovviamente bisogna evitare il più possibile l’esposizione alla sostanza allergizzante e, qualora ciò non fosse pienamente realizzabile, intraprendere una terapia specifica per alleviare i sintomi. Risultano generalmente efficaci spray nasali a base di corticosteroidi, a cui possono associarsi (o essere utilizzati come alternativa) farmaci antistaminici e decongestionanti.
È necessaria la prescrizione medica. In casi particolarmente delicati, si può ricorrere all’immunoterapia specifica, con l’obiettivo di ridurre la reattività del soggetto verso l’allergene. Inizialmente viene somministrata al paziente una dose di allergene talmente minima da non provocare reazioni, poi si prosegue aumentando leggermente le dosi, in modo che il sistema immunitario possa gradualmente abituarsi all’allergene.
L’immunoterapia per le allergie stagionali prevede la somministrazione dell’allergene nella formulazione sublinguale o attraverso iniezioni. Va però sottolineato che, nel caso specifico della rinite allergica, l’immunoterapia va fatta dopo questo periodo dell’anno, così che possa essere efficace l’anno successivo".
Fino al 15 maggio sono aperti degli spazi utili alla prevenzione e alla diagnosi della salute femminile. Si tratta di una iniziativa promossa da Fondazione Onda e il partner Amica delle donne di Prodeco Pharma.
L’iniziativa ha avuto origine il 15 aprile e si conclude il prossimo 15 maggio. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la cura del sé attraverso una ricerca di benessere a 360 gradi, nonché a una maggiore attenzione dell’ambiente in ordine di sostenibilità sociale.
Ma soprattutto coinvolgere l’universo femminile a fare presa con maggiore consapevolezza nei confronti delle tematiche istituzionali, sanitarie e assistenziali, sociali e scientifiche-accademiche.
Un obiettivo audace che mira a elargire dei Bollini Rosa ai nosocomi che si distinguono per il loro virtuosismo in ottica della salute al femminile. Sebbene,questo sia solo un punto di inizio a cui seguiranno altre iniziative.
In che cosa consiste l’iniziativa e perché va seguita
L’iniziativa non è solo di ordine didattico e informativo, bensì mira a coinvolgere le donne attraverso un piano ben strutturato di servizi gratuiti di tipo clinico e diagnostici.
All’interno vengono conteggiati esami e visite nei sopracitati ospedali che vantano i Bollini Rosa. Si tratta perlopiù di esami strumentali, di visite specialistiche e altri servizi gratuiti, i quali vengono sostenuti da un'offerta più generalizzata.
Inparticolare, attività quali farmacie, parafarmacie ed erboristerie Amica delle Donne, sempre in collaborazione con Prodeco Pharma, offrono delle promozioni mirate. In tal senso le utenti potranno richiedere esami, indagini cliniche, consulenze alimentari e altre attività diagnostiche.
nfine, non manca un programma di scontistica riservata all’iniziativa. Difatti, presso i vari punti vendita dislocati sul territorio si può godere di molteplici promozioni, nonché di uno sconto pari al 20% per quanto riguarda l’acquisto di un protocollo di prevenzione.
Prevenzione e la diagnosi: un impegno lungo una vita
Oltre all’iniziativa valida fino al 15 maggio, nei prossimi mesi sono già fissati altri appuntamenti degni di nota. Per esempio, durante i mesi di giugno e di luglio, avrà luogo la campagna informativa “Serena d’Estate”.
La finalità è quella di sensibilizzare le donne nei confronti di quelle problematiche stagionali che si manifestano all’insorgere del periodo estivo. Con l’occasione verranno forniti degli utili suggerimenti e verranno fatte delle promozioni speciali per acquistare dei prodotti sostenibili ed efficaci.
Invece a novembre, sempre in collaborazione con la Fondazione Onda si terrà un altro H-Open Week incentrato sulla Giornata contro la violenza sulle donne. Prodeco Pharma si dispone come sempre al fronte, manifestando i suoi intenti sul network di Amica delle donne.
Anche in questa occasione si avrà la possibilità di discutere e di fare dibattito intorno a un problema di ordine sociale, che pare essere sempre più diffuso. Proprio per questo motivo è necessario ampliare l’attenzione nei confronti dell’argomento.
Fondazione Onda, Prodeco Pharma e il network Amica delle donne contribuiscono a formare una rete di interazioni nel mondo femminile, al fine di promuovere convegni, info point e luoghi di riferimento in cui le donne possano essere ascoltate e soprattutto essere sostenute. Un mondo ideale in cui tutti vorremmo farne parte, non solo alcune volte all’anno, bensì lungo tutta la nostra esistenza.
"Una giornata importante per Camerino e tutto il suo territorio, per l’area montana e per la sanità delle Marche che vuole rispondere alle esigenze di salute dei cittadini". È il commento condiviso dai presenti, oggi a Camerino, per la cerimonia di inaugurazione del nuovo reparto dialisi al primo piano dell’ospedale Santa Maria della Pietà.
Al taglio del nastro, in presenza delle autorità civili, militari e religiose e personale sanitario, sono intervenuti il vicepresidente e assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, insieme a Gianluca Pasqui, vice presidente del Consiglio regionale e membro della Quarta Commissione e il sindaco di Camerino, Roberto Lucarelli, il capo dipartimento Salute, Antonio Draisci; Daniela Corsi, sub commissario sanitario e Franco Sopranzi, direttore U.o.c Nefrologia e Dialisi.
"L’ospedale di Tolentino - ha spiegato l’assessore Saltamartini - dopo il sisma va demolito e ricostruito. Una parte dei pazienti viene seguita da Macerata e l’altra parte ora verrà accolta in questi nuovi spazi appositamente predisposti per garantire tutti gli standard di sicurezza imprescindibili. Otteniamo così il duplice obiettivo di valorizzare ulteriormente l’ospedale e portare servizi in una zona interna ferita dal sisma del 2016 che va preservata dallo spopolamento. Non bisogna dimenticare che molti pazienti di Camerino erano costretti a spostarsi a Tolentino, cosa che ora non sarà più necessaria".
"Consideriamo che la malattia renale rappresenta una vera e propria emergenza sociale - ha dichiarato Armando Marco Gozzini, commissario straordinario AST Macerata che non ha potuto presenziare all’inaugurazione per sopraggiunti impegni istituzionali - ne soffre circa il 7/8% della popolazione italiana, e si parla di una patologia quasi completamente asintomatica, se non negli stadi più gravi".
"Fatta questa premessa, vorrei sottolineare l’importanza per i pazienti dializzati della zona montana di avere un reparto dialisi vicino, all’interno dell’ospedale di Camerino, dove riceveranno le cure di cui hanno bisogno da personale altamente qualificato, sia medico che infermieristico, in un reparto nuovo e funzionale".
Per Daniela Corsi: "È un grande traguardo quello di oggi, perché contrariamente alle paure di ridimensionamento dei servizi nelle zone montane, l’apertura della dialisi è la prova di come la nostra Azienda sanitaria sia vicina ai bisogni della popolazione".
"Abbiamo, infatti, potenziato un’attività che coinvolge i cittadini dell’area montana con la finalità di evitare loro il disagio di doversi spostare lontano dal luogo di residenza per effettuare la dialisi. La giornata di oggi ha un duplice impatto: sociale e sanitario".
Per l’allestimento del Centro Dialisi ad Assistenza Limitata (C.a.l.) sono stai eseguiti lavori di riorganizzazione degli ambulatori del Piano terra dell’ospedale di Camerino e realizzate opere strutturali ed impiantistiche di una certa rilevanza, che hanno comportato la demolizione e il rifacimento di pareti e pavimenti, l’adeguamento degli impianti elettrici, l’ampliamento dell’impianto di gas medicali e l’installazione di attrezzature per la dialisi.
La nuova C.a.l. prevede 6 postazioni, più una dedicata esclusivamente ai pazienti critici, con annessi locali di supporto (centrale di osmosi, locale monitor, magazzini) e quelli a servizio del personale.
È stato ufficializzato il nuovo Cda che dirigerà le Terme di Sarnano per i prossimi tre anni. Dopo l'ottimo lavoro svolto, resta in carica il presidente Marco Nacciarriti che sarà affiancato da due vicepresidenti: Alessandro Rocchetti, già presente nella compagine uscente, e la novità Enrico Brizioli.
Vice Presidente del gruppo Kos, Brizioli è stato amministratore delegato di Kos Care e del gruppo Santo Stefano dal 2002 al 2022. In precedenza, ha diretto il laboratorio di Programmazione e Organizzazione Sanitaria dell’Inrca ed è stato direttore sanitario di diverse aziende pubbliche e membro della Commissione Lea del Ministero della Salute.
Ha svolto lunga attività di ricerca sui sistemi sanitari ed è consulente esperto di Agenas. È professore a contratto di programmazione sanitaria all’Università di Ancona e docente al MBA & Executive Education della Luiss Business School.
"La sanità pubblica del sistema nazionale italiano è in grado di offrire un servizio di livello altissimo (nel mio caso salvavita), ancora gratuito e per tutti, ultimo baluardo di un servizio democratico a disposizioni di cittadini e non".
Luigi Zingaretti ha affidato ad una lettera aperta inviata alla nostra redazione la sua gratitudine per il personale sanitario dell'ospedale di Macerata, grazie al quale è stata salvata la vita al padre Angelo, portato al pronto soccorso nel mezzo di un'ischemia neurologica. Un messaggio colmo di gratitudine per chi, ogni giorno, si impegna per trattare professionalmente ed umanamente ogni utente. Di seguito il testo integrale:
"Questa non vuole solo essere la solita lettera di ringraziamento alla Sanità Pubblica, ma vorrebbe essere anche uno spunto di riflessione per tutti noi cittadini. Nella mattinata dello scorso 4 maggio, mio padre 80enne e in perfetta salute ha improvvisamente manifestato alcuni dei sintomi tipici di un attacco ischemico neurologico (ictus cerebrale), non riuscendo a coordinare gli arti della parte sinistra. Arrivati al pronto soccorso di Macerata, siamo stati subito accolti con la professionalità e la rapidità che il caso (codice rosso) richiedeva.
Nel giro di un'ora mio padre, dopo un esame Tac di diagnostica, è stato sottoposto al protocollo terapeutico previsto per questi delicati casi (fibrinolisi). Questo trattamento è realmente da applicare in urgenza (lo si può fare solo entro le 4 ore circa dall’insorgenza dei sintomi), altrimenti tutte gli sforzi sono inutili e si resta menomati a vita dalle disabilità manifestate.
Durante lo stesso trattamento tutti i principali sintomi manifestati da mio padre due ore prima, si erano già dileguati in larga parte. A distanza di 24 ore dalla sua insorgenza, l'ictus che lo aveva colpito era quasi completamente rientrato.
Tutto ciò apre alle seguenti riflessioni:
Un grande ringraziamento di cuore a tutto il personale (Medici, infermieri e O.S.S.) del 118 Emergenza Territoriale, Pronto Soccorso, della Medicina di Urgenza, della Radiologia d’Urgenza e della Neurologia dell’Ospedale di Macerata, che si è prodigato sia professionalmente che umanamente ad assistere mio padre.
La Sanità Pubblica del sistema nazionale italiano è in grado di offrire un servizio di livello altissimo (nel mio caso salvavita), ancora gratuito e per tutti, ultimo baluardo di un servizio democratico a disposizioni dei cittadini e non. Bisogna fare tesoro di questo Servizio Gratuito, aumentando i fondi disponibili da parte della Regione Marche, ma anche evitando gli sprechi!
Molte volte gli "sprechi" sono dovuti a noi cittadini che abusiamo dei servizi del pronto soccorso, accedendo con patologie e situazioni di malessere che potrebbero essere gestite benissimo dal nostro Medico di Medicina di Base, esami preventivi oppure non essere trascurate per giorni o mesi, prima di “correre” al Pronto Soccorso. Questi comportamenti poco “civici” inducono ad intasare il Pronto Soccorso e le sue risorse (personale, ambulatori emergenza, Tac, analisi) con richieste non appropriate per tempi e modalità, creando inevitabili attese snervanti per tutti, anche per chi ne avrebbe realmente necessità.
In ultimo, una riflessione per un maggior rispetto verso l’infermiere, il medico o l'operatore di turno, i quali si impegnano ogni giorno a trattare in modo "personalizzato" sia tecnicamente che umanamente ogni utente, compatibilmente con le reali necessità e priorità medico-sanitarie sue e di tutti gli altri pazienti contemporanei. Urlare, insultare, mugugnare, chiedere costantemente tutto a tutti non aiuta di certo il personale presente a snellire le varie procedure, che le maggior parte delle volte richiedono tempi tecnici non immaginabili a chi non è del settore.
E ancora una volta ribadisco che in questi reparti si salvano (quando si può) realmente vite umane in pochi minuti-ore facendo la differenza tra la vita e la morte o migliorando la qualità della vita a seguire. Concludo ancora con un grazie, a nome di mio padre e del sottoscritto, sia al personale sanitario e sia a quanti cittadini-utenti, faranno tesoro delle mie riflessioni".
“La buona sanità la fanno i medici che con competenza e passione esercitano la loro professione, anche in quegli ospedali cosiddetti minori che spesso raggiungono gli onori della cronaca per il rischio di tagli e di chiusure”. Lo scrive, in una lettera inviata alla nostra redazione, Nella Svampa, cittadina di San Severino Marche.
Operata nei giorni all’ospedale di Camerino, la signora desidera ringraziare il dottor Alessandro Paoloni e tutto lo staff medico e paramedico dell’Unità operativa del reparto di Chirurgia dello stesso nosocomio.
"L'intervento tempestivo del dottor Paoloni è stato provvidenziale per la mia salute" - scrive - e tutto il personale in servizio, con professionalità e umanità, ha alleviato la mia sofferenza durante i giorni di permanenza in reparto".
Questa primavera ballerina finora non ci ha regalato grandi soddisfazioni dal punto di vista meteorologico ma, nelle poche occasioni in cui il sole maggiolino si è palesato in tutto il suo splendore, ci ha fatto ben capire che l’estate è all’orizzonte.
C’è chi sta molto all’aria aperta per lavoro, chi lo fa per praticare sport, chi ama passeggiare nella natura, chi si dedica alla cura di orti e giardini e poi ci sono loro, gli appassionati della tintarella, che già non perdono tempo per infilare il costume e godere della tranquillità della spiaggia fuori stagione.
Qualunque sia il vostro modo di rapportarvi a lui, è sempre bene ricordare che il sole può essere un grande alleato della salute, purché si mettano in pratica già da ora tutte le regole valide per una corretta esposizione solare. Regole ormai note, certo, ma vale la pena di ricordarle per evitare pericolose scottature.
È infatti il caso di ribadire che le ustioni solari non provocano solo un semplice fastidio passeggero: la pelle ha buona memoria e prima o poi presenta il conto con antiestetiche rughe o macchie (nella migliore delle ipotesi) o sviluppando patologie ben più serie.
Cosa fare quindi? Innanzitutto possiamo iniziare dalla tavola a predisporre la cute alla stagione estiva, idratandola e fornendole le sostanze necessarie per difendersi dalle aggressioni dei raggi UV. È dunque importante bere molta acqua e consumare quotidianamente alimenti ricchi di vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti.
Tra questi spiccano sicuramente gli ortaggi, in particolare quelli ricchi di betacarotene, che stimola la formazione della melanina: carote, zucca, pesche, albicocche, melone e, in generale, frutta e verdura di colore giallo o arancio.
Ma anche il rosso e il verde devono andare di moda nei nostri piatti: consumiamo gli ultimi broccoli, kiwi e agrumi per il loro contenuto di vitamina C e facciamo il pieno di rucola, pomodori, peperoni, fragole, ciliegie e anguria.
Infine, è sempre bene assumere la giusta quantità di grassi "buoni" dalle spiccate proprietà antiossidanti, mangiando regolarmente pesce azzurro, frutta secca e privilegiando come condimento olio extravergine di oliva di qualità.
Qualora non sia possibile introdurre regolarmente queste sostanze attraverso l’alimentazione, il medico potrà consigliarci uno specifico integratore (ne esistono molti in commercio) da iniziare ad assumere almeno un paio di mesi prima dell'esposizione solare.
Seguire i suddetti consigli alimentari non è però sufficiente a preservare l’integrità della pelle quando l’azione dei raggi UV è particolarmente intensa. Ce lo conferma il dottor Massimo Cioccolini specialista in dermatologia, consulente a Macerata del gruppo medico "Associati Fisiomed".
Dott. Cioccolini, come e perché proteggere la pelle dal sole?
"I raggi ultravioletti provocano dei danni quali disidratazione, invecchiamento precoce, eritemi, ustioni e, soprattutto, possono essere causa di fenomeni degenerativi che producono lesioni precancerose e tumori cutanei veri e propri.
È pertanto molto importante adottare delle misure di protezione se ci si vuole esporre al sole in maniera adeguata; è bene esporsi nelle prime ore del mattino o del tardo pomeriggio, evitando le ore centrali della giornata in cui i raggi UV sono più aggressivi. Un ulteriore accorgimento è la protezione attraverso filtri solari di adeguata gradazione tenendo conto del proprio fototipo (colore di pelle, occhi e capelli).
Per legge vengono considerati prodotti solari tutti quelli in grado di fornire una protezione dai raggi UVB e UVA superiori a 6, ma in estate anche chi ha la pelle tendenzialmente scura dovrebbe adottare un fattore di protezione tra 20 e 30, mentre per gli incarnati chiari l’SPF più adeguato non si colloca sotto 50.
Va inoltre ricordato che la protezione solare va applicata generosamente dopo ogni bagno o doccia e anche in caso di cielo lievemente coperto o se si staziona prevalentemente all’ombra, poiché tali condizioni non annullano totalmente l’azione dei raggi solari".
Ci parli dei nei. Quando va eseguito il controllo?
"Per i nei va fatto un discorso a parte. Sono lesioni estremamente delicate in quanto la radiazione solare può innescare importanti fenomeni degenerativi ed essere una delle cause della trasformazione dei nei in tumori estremamente aggressivi: i melanomi.
È pertanto consigliabile una visita dermatologica di controllo dei nei in cui lo specialista li prende in esame singolarmente con il dermoscopio, uno strumento in grado di valutare con una buona precisione caratteristiche ed eventuale pericolosità di ciascun neo.
Sarà poi il dermatologo a stabilire la periodicità dei successivi controlli; in genere una volta l’anno o più frequentemente, ogni 3/6 mesi, se il paziente presenta nei a rischio di degenerazione".