Il dottor Nicolò Schicchi, responsabile della Sos di diagnostica radiologica cardiovascolare, ha reso disponibile una nuova metodica diagnostica radiologica nello studio e nel follow-up della cardiopatia ischemica: la tc cardiaca da stress.
La metodica prevede di riprendere il cuore con metodica tac durante stress farmacologico e inoltre permette di avere un esame diagnostico veloce, completo, non invasivo e affidabile che valuta nello stesso momento l'anatomia coronarica e l'eventuale sofferenza ischemia miocardica indotta sotto stress.
Questa procedura rappresenta lo stato dell'arte nella cardioradiologia moderna e si localizza all'interno di un percorso di presa in carico del paziente e di valutazione cardio-radiologica intraospedaliera.
La dose radiante erogata ai pazienti risulta ridotta grazie all'utilizzo della moderna Dual Source tc disponibile all'ospedale Torrette di Ancona. Questa nuova metodica radiologica si è potuta realizzare grazie alla stretta collaborazione tra radiologi e cardiologi.
Ad oggi sono stati già studiati con tale metodica 70 pazienti senza complicanze maggiori intraprocedurali e con un iter diagnostico-terapeutico velocizzato. Si tratta di una particolare attività che pone la Sos di Diagnostica Radiologica Cardiovascolare e l'azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche tra i primi centri italiani per questa specifica metodica di Imaging Cardiovascolare.
L'equipe multidisciplinare di lavoro è composta dai seguenti medici e dirigenti: Nicolò Schicchi, Paolo Esposto Pirani, Marco Fogante, Fatjon Cela radiologi afferenti alla SOS di Diagnostica Radiologica Cardiovascolare; Giampiero Perna e E. Paolini, rispettivamente direttore Sod Cardiologia e Utic e Dirigente Medico della stessa; Giulio Argalia - Direttore della SOD Radiologia materno-infantile, Senologica, cardiologica ed ecografica ambulatoriale - e Liliana Balardi Dirigente delle Professioni Sanitarie Area Tecnica Diagnostica.
Un Open Day non è stato sufficiente. Così il Gruppo Medico Associati Fisiomed ha deciso di fare il bis e questo venerdì riproporrà la mattinata di screening gratuiti per l'adesione a "Make sense campaign", la campagna europea di prevenzione e sensibilizzazione alla diagnosi precoce dei tumori del distretto testa-collo.
Si tratta, come detto, di un bis a distanza di una settimana. Venerdì scorso l'Open Day curato dai dottori Simonetta Calamita e Paolo Vitali è stato un successo, tanto che molti non hanno potuto prendervi parte in quanto le prenotazioni avevano già raggiunto la soglia limite.
Pertanto verrà riproposto venerdì 29 settembre, sempre presso la sede del gruppo situata a Corridonia in viale Trento, con orario 8:30-12:30. Fisiomed si conferma così azienda sanitaria vicina al territorio e una realtà con una forte impronta sociale.
Si parla di tumori magari poco conosciuti ma ugualmente insidiosi e pericolosi per la salute, anzi si tratta del settimo cancro più comune in Europa. Solo nel 2020, in Italia, sono state 9.900 le persone a cui è stato diagnosticato un tumore cervico-cefalico e 4.100 quelle decedute per questa malattia (fonte "I numeri del cancro 2021", Aiom).
Per i pazienti diagnosticati nelle prime fasi della malattia il tasso di sopravvivenza è dell'80-90% (se non è presente interessamento linfonodale, che determina una netta riduzione della sopravvivenza). Questo significa che la diagnosi tempestiva è fondamentale per massimizzare possibilità di guarigione e qualità di vita delle persone colpite, pertanto Fisiomed invita ad approfittare della sua offerta di screening gratuito.
L’espressione tumore cervico-cefalico o tumore del testa-collo indica qualsiasi tumore che si origina nell'area della testa o del collo a eccezione di occhi, cervello, orecchie ed esofago. Per prenotare la visita, telefonare allo 0733/433816.
Somiglia ad una grossa noce racchiusa nella nostra testa che ci permette di elaborare pensieri ed idee, comprendere concetti, decodificare messaggi e stimoli esterni: si tratta del sistema più complesso esistente in natura e non solo, una macchina perfetta chiamata cervello.
Per la scienza, l’intero apparato cerebrale prende il nome di encefalo, di cui il cervello costituisce la parte più pesante e voluminosa, responsabile del pensiero, del linguaggio e, contrariamente a quanto si crede, anche delle emozioni.
L’encefalo comprende anche il tronco encefalico (che controlla funzioni vitali come la respirazione e la pressione sanguigna) e il cervelletto. Quest’ultimo si occupa del mantenimento della posizione nello spazio, dell’equilibrio e della coordinazione del movimento…non a caso è l’organo che, a breve termine, risente maggiormente dell’abuso di alcool!
Organo principale del sistema nervoso centrale, il cervello si suddivide in due emisferi (sinistro, che controlla le facoltà logiche e verbali, e destro, sede delle attività creative) e si presenta come una sorta di centralina formata da neuroni, cellule nervose collegate tra loro, e da fibre disposte in fasci, simili a cavi elettrici.
Se fino agli anni Novanta si è creduto che il numero massimo di neuroni posseduto da ogni neonato fosse destinato a diminuire con l’avanzare degli anni, recentemente si è invece evidenziato che nel cervello umano adulto nascono ogni giorno circa 1400 nuovi neuroni.
Una scoperta, questa, che ha aperto nuove strade nella cura delle malattie neurodegenerative. Ci riferiamo in particolar modo alle demenze senili, vera e propria piaga sociale in una popolazione che invecchia sempre più: si stima infatti che nel 2050 saranno almeno 114 milioni le persone nel mondo che presenteranno un deterioramento delle funzioni cognitive.
La forma più comune di demenza senile è il morbo di Alzheimer, descritto per la prima volta nel 1906 dall’omonimo psichiatra e neuropatologo tedesco. Il 21 settembre si è celebrata la Giornata Mondiale dedicata a questa patologia, ad oggi responsabile del 60-70% dei casi di demenza.
Come è noto, l’esordio del morbo di Alzheimer avviene in età presenile (solitamente –ma non sempre- oltre i 65 anni) manifestandosi con la difficoltà nel ricordare eventi recenti.
Per approfondire l’argomento, abbiamo interpellato il dottor Aldo Paggi, medico consulente neurologo e psichiatra presso il centro medico "Associati Fisiomed" e già specialista presso gli Ospedali Riuniti di Torrette-Ancona.
Dott. Paggi, quali sono le cause dell’insorgenza del morbo di Alzheimer?
"L'Istituto Superiore di Sanità riporta che in Italia i malati di demenza sono circa 1 milione e che, di questi, circa 600 mila sono affetti da Alzheimer.
È la più comune forma di demenza, è primitiva e di origini ancora sconosciute, ma non è l’unica, perché c’è anche la malattia di Pick (o demenza fronto-temporale) più rara della prima forma ma altrettanto seria. Poi c’è la demenza vascolare o arteriosclerotica che è una conseguenza di una scarsa circolazione sanguigna a livello cerebrale.
Sono sindromi neurodegenerative tutte caratterizzate da una graduale e irreversibile perdita di neuroni e dei loro collegamenti interneuronali e con conseguente riduzione delle funzioni mnesiche (la memoria), cognitive e comportamentali.
Il morbo di Alzheimer è una malattia tipica dell'età avanzata: la maggior parte dei pazienti, infatti, ha più di 65 anni. Altri importanti cofattori sono la familiarità, la predisposizione genetica, il sesso, lo stile di vita e molti altri.
Benché non sia ancora del tutto nota la causa primaria che dà inizio al morbo di Alzheimer, è stato evidenziato che l'accumulo a livello cerebrale di particolari proteine anomale e, più precisamente, la proteina beta-amiloide (β-amiloide beta e Tau) gioca un importante ruolo nella comparsa della malattia e nella neurodegenerazione che la caratterizza".
Cosa fare qualora un nostro caro manifestasse i sintomi tipici della malattia? Una diagnosi precoce può fare la differenza?
"Per l'individuo di età avanzata, manifestare qualche amnesia di troppo, riscontrare delle insolite difficoltà di calcolo e avere problemi di linguaggio e comprensione di nuovi concetti deve rappresentare un campanello d'allarme, tale da indurre a consultare un medico per capire se si tratti effettivamente di Alzheimer agli esordi o di un'altra condizione.
È consuetudine suddividere l'evoluzione dei sintomi connessi al morbo di Alzheimer in tre fasi (o stadi). La fase iniziale del morbo di Alzheimer è il momento della malattia in cui compaiono i primi sintomi.
Le manifestazioni di esordio dell'Alzheimer consistono tipicamente in:
- Piccoli problemi di memoria a breve termine (amnesia anterograda);
- Aprassia, cioè incapacità di compiere azioni comuni come fischiettare;
- Sporadici cambiamenti di personalità;
- Occasionale mancanza di giudizio;
- Ripetere più volte la stessa domanda;
- Lievi difficoltà di linguaggio (principio di afasia), di calcolo (principio di acalculia), di ragionamento e comprensione di nuovi concetti;
- Tendenza alla passività e alla mancanza d'iniziativa,
Il paziente dimentica eventi o conversazioni recenti a cui ha partecipato; smarrisce oggetti; non ricorda i nomi dei luoghi e delle cose (anomia); fatica a riconoscere oggetti e cose che prima erano note (agnosia); comincia a perdere le facoltà di scrittura e lettura.
La fase intermedia dell'Alzheimer si caratterizza per la comparsa di nuovi disturbi.
Tra questi figurano:
- Problemi di memoria a lungo termine;
- Instabilità emotiva, sbalzi d'umore, depressione, ansia e/o agitazione;
- Comportamenti ossessivi, ripetitivi e/o impulsivi;
- Episodi di delirio e comportamento paranoico (senza alcun motivo, il paziente è sospettoso delle persone che lo circondano, fino a dimostrarsi, talvolta, aggressivo);
- Confusione (o disorientamento) spazio-temporale, con il paziente che fatica a realizzare dove si trova, a dire con certezza il giorno della settimana ecc;
- Allucinazione uditive;
- Sonno disturbato.
A questo stadio dell'Alzheimer, è molto frequente che il paziente cominci ad aver bisogno del supporto di altre persone che lo aiutino nella vita quotidiana; per esempio, potrebbe aver bisogno di sostegno nel lavarsi, nel vestirsi o nell'utilizzare il bagno.
La fase finale dell'Alzheimer è il momento della malattia in cui il quadro sintomatologico ormai completo peggiora ulteriormente e diviene incompatibile con una vita normale. Le capacità cognitive sono ormai del tutto compromesse: lo dimostra il grado di severità estremo raggiunto dai deficit di memoria e dalle difficoltà di linguaggio.
Gli episodi di delirio e paranoia sono sempre più comuni, così come gli sbalzi d'umore. Inoltre, compaiono nuove problematiche, tra cui:
- Difficoltà di deglutizione;
- Perdita di controllo della funzione intestinale e vescicale (incontinenza);
- Perdita del controllo motorio, con il paziente che si muove sempre meno;
- Perdita di peso.
A questo stadio della malattia, il soggetto con Alzheimer diviene completamente incapace di occuparsi di sé stesso, pertanto ha bisogno quotidianamente di qualcuno che lo aiuti nel mangiare, nel lavarsi, nel muoversi ecc.
Ci sono test ed esami specifici per una diagnosi precoce?
"In genere, la diagnosi di Alzheimer si fonda sulle informazioni provenienti da:
Anamnesi;
Esame obiettivo;
Esame neurologico;
Test cognitivo e neuropsicologico;
Esami di laboratorio;
Esami di diagnostica per immagini, riferiti al cervello.
Di questi esami è di estrema importanza il Bilancio Cognitivo, un esame semplice, non invasivo, non doloroso ma che è fonte di tantissime informazioni sullo stato mentale reale del soggetto. È un’indagine ancora poco praticata ma ricca di preziose informazioni utili anche per valutazioni comparative successive.
Si tratta del Mini-Mental Test, o Test di Folstein. È un questionario composto da 30 domande, che permettono di analizzare le capacità di calcolo, memoria, ragionamento, linguaggio, attenzione ecc. della persona".
Come procede il lavoro della ricerca in ambito terapeutico? Ci sono novità rilevanti?
"I farmaci attualmente disponibili per il morbo di Alzheimer sono piuttosto limitati e il loro impiego non è in grado di risolvere la malattia o bloccare la neuro-degenerazione, ma si limita ad alleviare alcuni dei sintomi manifestati dal paziente.
Per queste ragioni, la ricerca in questo campo continua ad andare avanti allo scopo di individuare nuovi principi attivi per tentare di contrastare l'avanzamento della patologia.
Purtroppo la ricerca scientifica, molto costosa e complessa, è ancora distante dal traguardo risolutivo per questa malattia per cui molte case farmaceutiche stanno rallentando il loro impegno economico nella ricerca. Certo è che chi arriverà, prima o poi, al traguardo finale di un farmaco veramente efficace avrà apportato un beneficio immenso a tutta l’umanità".
Ci ricordi qualche regola valida per prevenire questa e altre forme di demenza senile.
"Far lavorare il corpo, evitare le cattive abitudini, prendersi cura del proprio cuore, seguire una dieta equilibrata, con speciale riferimento alla dieta mediterranea, stimolare la mente, mantenere rapporti sociali. Inoltre cessazione del fumo, il trattamento del diabete, dell'ipertensione e dell'ipercolesterolemia".
Stamattina all'Auditorium della Biblioteca Mozzi Borgetti è stata celebrata la XXX Giornata Mondiale dell'Alzheimer. È stato un incontro importante per affrontare questa delicata patologia. Dopo i saluti dell’assessore alle Politiche Sociali e vicesindaco, Francesca D’Alessandro, e del presidente IRCR Macerata, Amedeo Gravina, gli interventi di medici ed esperti della patologia hanno offerto ai partecipanti spunti interessanti per convivere al meglio con la malattia.
Medici ed esperti che sono centrali nel progetto del "Caffè Alzheimer", costituito da nove incontri mensili, a partire da ottobre, che offriranno un'opportunità preziosa di condivisione e sostegno, coinvolgendo non solo i pazienti, ma anche le loro famiglie e gli operatori sanitari.
"Ogni incontro vedrà un momento iniziale piacevole e conviviale, un'occasione per rafforzare i legami e creare una rete di sostegno reciproco, afferma il presidente IRCR Gravina. A seguire, ci saranno sessioni informative dedicate ai caregiver, che copriranno una vasta gamma di tematiche: dall'aspetto sanitario a quello nutrizionale, dalla salute mentale a questioni legali e sociali. Tutto ciò per garantire un supporto completo e prezioso per coloro che si prendono cura di chi è affetto dalla Malattia di Alzheimer".
Gli incontri si terranno al Centro Diurno “La Sorgente”, situato nell’edificio di Villa Cozza e – guidati dal dottor Paolo Rapanelli, dalla dottoressa Giuli Lattanzi e dalla dottoressa Letizia Coluccini - saranno tenuti da assistenti sociali, biologi nutrizionisti, psicologhe, neurologi, fisioterapisti, medici esperti in cure palliative.
“Le Marche sono una regione molto sensibile alla donazione di sangue: negli ultimi anni non solo è stata sempre garantita l’autosufficienza, ma siamo anche riusciti ad aiutare regioni in difficoltà”. Lo sottolinea l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. Ed effettivamente la regione è ben al di sopra della soglia di raccolta per garantire l’autosufficienza: raggiunte le 50,8 unità per 1000 abitanti nel 2022 (nel 2021, 51 unità/1000 abitanti) quando la soglia è individuata in 40 unità per 1000 abitanti".
Marche anche al secondo posto in Italia per la quantità di plasma inviato per la trasformazione in farmaci plasmaderivati: "Ci manteniamo tra le Regioni Benchmark che hanno registrato i più elevati indici di produzione di globuli rossi e di conferimento plasma", spiega Saltamartini.
“E questo nonostante si sia dovuta affrontare, come nel resto d’Italia, la carenza del personale sanitario, soprattutto medico, operante nei Servizi Trasfusionali e ancora di più nelle Unità di Raccolta gestite dall'Associazione di volontariato del sangue, che ha costretto a rivedere l'organizzazione e la programmazione della raccolta”, continua l'assessore regionale.
“Il sistema trasfusionale della Regione Marche è una vera e propria rete, con modello hub and spoke e aree territoriali che hanno permesso di realizzare l'autosufficienza, la sicurezza dei donatori e dei pazienti, ed equità del trattamento. C’è inoltre una sinergia totale e unica tra la componente sanitaria e quella associativa dell’Avis, che raccoglie la quasi totalità delle donazioni, oltre che con la Fratresi”.
“È stato organizzato un monitoraggio periodico e sistematico della raccolta e dei consumi e sono stati adottati metodi e strumenti innovativi e più efficaci per garantire l'appropriatezza della gestione della risorsa sangue, come ribadito da Giovanna Salvoni, responsabile del Centro Regionale Sangue”.
“Inoltre, secondo la direttrice Giuseppina Siracusa, il Dirmt (Dipartimento Interaziendale Regionale di Medicina Trasfusionale) ha istituito tavoli tecnici nei quali sono state implementate linee di indirizzo aggiornate per l'utilizzo appropriato di sangue, plasma e piastrine, e per ottenere un miglioramento qualitativo delle prestazioni erogate, riducendo effetti avversi, durata della degenza e costi ad essa associati”.
"Queste scelte unite alla generosità dei donatori hanno permesso non solo di mantenere l’autosufficienza, ma anche di inviare 2 mila sacche di sangue (delle oltre 60 mila raccolte ad oggi quest’anno) alle regioni in difficoltà in questi primi 9 mesi del 2023".
La campagna vaccinale inizia il 12 ottobre: anche quest’anno sarà possibile la co-somministrazione di vaccino anti-influenzale e anticovid. I vaccini mRNA Pfizer, aggiornati alle nuove varianti, arriveranno a partire dal 25 settembre”. Lo riferisce l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.
“Le categorie per le quali le due vaccinazioni sono raccomandate sono quasi sovrapponibili: le persone di età pari o superiore a 60 anni, i soggetti fragili e i loro familiari o contatti stretti, ospiti delle strutture per anziani e lungodegenza, donne in gravidanza e post partum, operatori sanitari e socio-sanitari; per l’anti-influenzale sono previste anche alcune categorie di lavoratori come forze dell’ordine, vigili del fuoco, allevatori e donatori di sangue – prosegue l’assessore – È sempre bene consultare il medico curante, che conosce la storia clinica del paziente”.
La vaccinazione è somministrata da medici di famiglia o pediatri di libera scelta, presso ambulatori e strutture vaccinali dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica dei Dipartimenti di Prevenzione delle AST con prenotazione presso i CUP, nelle farmacie che aderiscono alla campagna vaccinale. I Distretti sanitari organizzano, con la collaborazione dei Medici di Medicina Generale, le vaccinazioni per ospiti e operatori nelle strutture residenziali per anziani. Le direzioni mediche di presidio ospedaliero si occupano invece dei propri operatori sanitari nei punti vaccinali ospedalieri (PVO), ma anche di pazienti fragili, ospedalizzati o presi in carico dalle strutture sanitarie per condizioni particolari (ad esempio diabetici o nefropatici).
Il vaccino anti-influenzale è somministrato in una sola dose, due a distanza di un mese per i bambini al di sotto dei 9 anni che non siano mai stati vaccinati, con una iniezione intramuscolo sul braccio, ma per i più piccoli è disponibile anche lo spay nasale. La campagna anti-covid prevede la somministrazione di vaccini aggiornati alle ultime varianti anche per le nuove vaccinazioni. Il richiamo prevede una dose di vaccino con valenza 12 mesi.
Per le persone con marcata compromissione del sistema immunitario o con gravissime fragilità, potrebbe essere necessaria, dopo valutazione medica, un’ulteriore dose di richiamo o una anticipazione dell’intervallo dall’ultima dose. In fase di avvio verranno privilegiati over 80, ospiti e personale delle lungodegenze, e soggetti con elevate fragilità. La somministrazione, attraverso iniezione, potrà avvenire a distanza di almeno 3 mesi dall'ultimo evento (ultima dose o ultima infezione diagnosticata).
Per il secondo anno consecutivo il Gruppo Medico Associati Fisiomed aderisce a "Make sense campaign", la campagna europea di prevenzione e sensibilizzazione alla diagnosi precoce dei tumori del distretto testa-collo.
Venerdì 22 settembre verrà proposto l'Open Day, una intera mattinata di controlli gratuiti presso la sede Fisiomed di Corridonia, sita in viale Trento. Previa prenotazione chiunque potrà usufruire di un fondamentale screening ed avvalersi della bravura dei dottori Simonetta Calamita e Paolo Vitali.
Si tratta di tumori magari poco conosciuti ma ugualmente insidiosi e pericolosi per la salute, anzi si tratta del settimo cancro più comune in Europa. Solo nel 2020 in Italia sono state 9.900 le persone a cui è stato diagnosticato un tumore cervico-cefalico e 4.100 quelle decedute per questa malattia (fonte “I numeri del cancro 2021”, AIOM).
L’espressione tumore cervico-cefalico o tumore del testa-collo indica qualsiasi tumore che si origina nell’area della testa o del collo a eccezione di occhi, cervello, orecchie ed esofago. Tende a colpire maggiormente gli uomini (incidenza da due a tre volte maggiore rispetto alle donne) e le persone di età superiore ai 40 anni, ma le diagnosi fra le donne e gli under40 sono in aumento.
Nonostante la sua gravità e la crescente diffusione all’interno della società, c’è poca consapevolezza del cancro della testa e del collo: un'indagine condotta dalla European Head & Neck Society (EHNS), la società europea che si occupa del tumore cervico-cefalico, ha mostrato come quasi tre quarti degli intervistati non fosse a conoscenza dei sintomi più rilevanti, e il 38% non avesse addirittura mai sentito parlare di tumori testa-collo.
I principali fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori della testa e del collo (in particolare per quelli del cavo orale, dell’orofaringe, dell’ipofaringe e della laringe) sono alcol e tabacco, che si stima siano responsabili del 75% delle incidenze della malattia; il rischio è esponenzialmente più alto per le persone che fanno uso di entrambi. Un altro fattore di rischio da non sottovalutare è il Papilloma Virus Umano (HPV), responsabile di alcuni tipi di tumori cervico-cefalici.
Va specificato che per i pazienti diagnosticati nelle prime fasi della malattia il tasso di sopravvivenza è dell’80-90% (se non è presente interessamento linfonodale, che determina una netta riduzione della sopravvivenza). Questo significa che la diagnosi tempestiva è fondamentale per massimizzare possibilità di guarigione e qualità di vita delle persone colpite, pertanto Fisiomed invita ad approfittare della sua offerta di screening gratuito. Per prenotare la visita, telefonare allo 0733 433816
Due posti di dirigente medico di Nefrologia, uno per la Medicina trasfusionale, uno di Otorinolaringoiatria, due posti di dirigente medico di direzione medica di presidio ospedaliero, due per dirigente medico di Psichiatria, uno di dirigente medico di Malattie dell’apparato respiratorio: per un totale di 9 nuovi medici per la Ast di Ascoli Piceno, e poi un dirigente medico di Oncologia per la Ast di Macerata. Il Sistema Sanitario Regionale si prepara ad assumere per superare le carenze e intervenire sulle liste di attesa, soprattutto nell’Ast di Ascoli Pieceno.
"Dopo l’approvazione del Piano Socio Sanitario vogliamo colmare le carenze - sottolinea il vice presidente e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini - sfruttando tutto lo spazio finanziario del tetto di spesa. A breve verranno espletati ben 7 concorsi: le domande di ammissione sono arrivate, e in Giunta abbiamo approvato le nomine del componente regionale e relativo supplente per ogni commissione, sorteggiati con apposita procedura. Le selezioni verranno espletate velocemente in modo da avere non solo i nomi dei vincitori ma anche le graduatorie a cui attingere per ulteriori assunzioni laddove necessarie".
"Il nostro sforzo è quello di ottimizzare l’utilizzo delle tecnologie, comprese quelle di ultima generazione che stanno arrivando anche grazie ai fondi del Pnrr, rendere efficienti i servizi e aumentare le prestazioni per abbattere le liste di attesa - conclude Saltamartini - dobbiamo fare i conti col tetto di spesa per il personale, è vero, ma abbiamo la volontà di assumere laddove è possibile".
L’assistenza sociale rappresenta di certo uno degli elementi di intervento e sostegno a disposizione dei cittadini, caratterizza e misura il grado di civiltà, di umanità e di progresso sostenibile, la rete politico-istituzionale di un Paese.
La salute è certamente il primo bene da proteggere e mantenere ove presente, da ripristinare quando viene a mancare. In una visione allargata della problematica, è evidente che la scienza medica non è che un mezzo circoscritto, importante ma limitato, per valutare le cause, programmare gli interventi utili e soprattutto intervenire tenendo presenti tutti i suoi aspetti.
Le condizioni di salute generali di un individuo affondano le radici nelle caratteristiche genetiche e di sviluppo dello stesso, nelle sue condizioni lavorative, economiche, culturali ed esistenziali.
Gli eventi che stravolgono la vita collettiva (si pensi ai terremoti, pandemia e, recentemente, le alluvioni) creano delle situazioni di assoluta emergenza e spesso gravi ricadute su cittadini inermi ed impreparati ad affrontare enormi disagi.
Da questo sintetico quadro emerge quanto sia importante l’assistenza sociale, professionale anzitutto, ma anche connessa e supportata da tutte le espressioni organizzative della generosità e solidarietà del volontariato.
Ne parliamo con il professor Gabriele Di Francesco, docente di Sociologia Generale presso la Facoltà di Scienze Sociali dell’Università di Chieti, uno studioso che ha dedicato il suo tempo all’osservazione dei fenomeni, alla progettazione degli interventi e all’educazione professionale di chi se ne dovrà occupare nell’ambito dei compiti delle istituzioni.
Professor Di Francesco ci descriva la figura professionale dell’assistente sociale.
"Gli Assistenti Sociali sono dei laureati in Servizio Sociale, abilitati, in seguito all’iscrizione all’Ordine professionale, a svolgere funzioni di rilevazione del bisogno in situazioni di disagio e funzioni di trattamento e di promozione del benessere sociale, progettando, programmando e realizzando interventi e servizi sociali integrati nei confronti della persona, della famiglia e della comunità.
Possono realizzare e gestire azioni di comunicazione e di gestione dell'informazione nell'ottica della promozione dei diritti di cittadinanza, della coesione e inclusione sociale delle persone, delle famiglie, delle pari opportunità attraverso la prevenzione, la riduzione e l'eliminazione delle condizioni di bisogno e disagio individuale e familiare, di mediazione e di counseling".
Può spiegare quali sono i campi di intervento dell’assistenza sociale?
"Le competenze associate all’assistente sociale riguardano la realizzazione di servizi e interventi nel campo sociale e socio-sanitario, la progettazione degli interventi sociali, l'organizzazione dei servizi. Tali competenze si articolano nell'uso dei metodi e delle tecniche del servizio sociale per la raccolta, l'analisi dei bisogni, l'interpretazione dei dati, l'utilizzo dei sistemi di valutazione dei servizi, il metodo di rete con la messa in relazione di vari soggetti privati (es. familiari, amici, vicini di casa disponibili, ecc.), pubblici (enti regionali, comunali e sovracomunali) e del privato sociale (membri di associazioni di volontariato).
Nel sistema italiano, come si può notare, gli ambiti di applicazione e di occupazione di tale figura professionale sono davvero molteplici e in genere sottovalutati o scarsamente conosciuti".
Professore, proprio per informare meglio i cittadini e renderli consapevoli dei servizi che possono essere a loro disposizione, può approfondire quali sono gli interventi specifici dell’assistente sociale?
"Tra i più diffusi interventi ci sono quelli socio-sanitari: nell’ambito dell’attività comunale l’assistenza e la protezione dei minori, i servizi per gli anziani, la lotta e contrasto alla povertà, il tutto in rete con altri servizi presenti sul territorio. Nelle Asl il supporto ai servizi per la disabilità e riabilitazione funzionale, Rsa, consultori familiari.
L’assistenza sociale è anche importante all’interno di istituzioni complesse come l'Inps per l’inserimento nei luoghi di lavoro dell’utenza svantaggiata, ma anche per le questioni inerenti alle commissioni di invalidità. Nelle prefetture e uffici territoriali del governo l’opera dell’assistenza sociale è di grande attualità per le problematiche dell’immigrazione, assistenza e locazione degli immigrati nei centri di accoglienza dei minori non accompagnati.
Da non trascurare il ruolo dell’assistente sociale nei nuclei operativi per le tossicodipendenze con compiti di monitoraggio del territorio sulle dipendenze patologiche in generale. Assistenza anche nella gestione della giustizia minorile e delle comunità connesse dove vivono persone sottoposte a misure restrittive della libertà svolgendo il compito in favore del reinserimento sociale. È evidente il grande impegno per la tutela dei più giovani e l’assistenza in tutte le problematiche che li possono coinvolgere".
Per concludere Professore può descrivere lo stato dell’assistenza sociale nel nostro Paese?
"Negli ultimi decenni sono stati fatti grossi passi in avanti, ma ci sono ancora delle criticità. Per spiegare meglio devo citare la legge 178 del 2020, all’articolo 1, comma 797 e seguenti in cui è introdotto un livello essenziale delle prestazioni di assistenza sociale definito da un operatore ogni 5000 abitanti con ulteriore obiettivo di un operatore ogni 4000 abitanti; purtroppo siamo ben lontani da tali rapporti.
Gli assistenti sociali sono pochi e benché obbligatori nei Comuni sono talvolta assenti e i compiti sono affidati spesso a cooperative esterne oppure persino ad impiegati amministrativi o figure professionali che non hanno nessuna formazione e competenza sulle problematiche del sociale".
Dal 18 al 22 settembre si svolgerà la XI edizione della Make Sense Campaign 2023, la campagna europea di educazione e sensibilizzazione alla prevenzione dei tumori testa-collo, promossa in Italia dall'Associazione di Oncologia cervico-cefalica (Aiocc).
Il motto dell’edizione italiana: «hai la testa a posto? 1 sintomo per 3 settimane, 3 settimane per 1 vita» pone l'attenzione sui sintomi dei carcinomi cervico-cefalici, spesso ignorati o associati a malattie stagionali, come un comune mal di gola o un raffreddore.
Si tratta del settimo tumore più comune in Europa, uno degli aspetti più problematici è la sua difficile identificazione: si manifesta, infatti, con sintomi comuni che tendiamo a ignorare o associare a malattie stagionali.
Una rapida comprensione delle avvisaglie della malattia è cruciale per una diagnosi precoce, in presenza della quale il tasso di sopravvivenza sale all'80-90%, contro un'aspettativa di vita di soli 5 anni per coloro che scoprono la malattia in fase avanzata.
Per quanto riguarda i sintomi gli esperti suggeriscono di tenere sempre a mente la regola 1 per 3, vale a dire se è presente anche solo uno di questi sintomi per tre settimane o più, è necessario rivolgersi al medico: dolore alla lingua, ulcere che non guariscono e/o macchie rosse o bianche in bocca; dolore alla gola; raucedine persistente; dolore e/o difficoltà a deglutire; gonfiore del collo; naso chiuso da un lato e/o perdita di sangue dal naso.
"Si tratta di patologie che colpiscono prevalentemente persone di più di 70 anni, anche se l’età media si sta abbassando - sottolinea l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini -. L'abuso di alcool e tabacco sono fattori di rischio. Hanno grande impatto sulla vita delle persone, ma oggi le cure disponibili hanno aumentato di molto l’aspettativa di vita: di qui l’importanza della diagnosi precoce. Invito, quindi, i cittadini ad aderire numerosi".
"Ringrazio il personale dell'Uoc di Otorinolaringoiatria e del gruppo oncologico multidisciplinare testa-collo della nostra Azienda Sanitaria Territoriale - dichiara il direttore generale Daniela Corsi - che effettuerà in questa occasione visite di screening gratuite presso gli ospedali di Civitanova e Macerata".
L'accesso allo screening sarà libero e gratuito e le visite verranno eseguite in ordine di arrivo. Di seguito il programma delle iniziative:
- Ospedale di Civitanova Marche, presso l'ambulatorio di otorinolaringoiatria al piano terra martedì 19 settembre, dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18;
- Ospedale di Macerata, presso l'ambulatorio di otorinolaringoiatria al primo piano mercoledì 20 settembre, dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18.
Una realtà qualificata, ben organizzata, eppure ancora poco conosciuta persino ai treiesi. È il caso del reparto di riabilitazione estensiva dell’Inrca di Treia, nel quale opera l’équipe presieduta e diretta dalla dottoressa Mariluisa De Martiis.
A evidenziare la professionalità degli operatori guidati proprio dalla responsabile della Residenza Sanitaria Riabilitativa (Rsa), Appignano (Treia), è la lettera di una residente, P. F., con destinatario il direttore generale dell’Inrca, la dottoressa Maria Capalbo. Missiva digitale resa pubblica a maggiore encomio per la struttura: «Scrivo queste poche righe in occasione della mia ultima giornata di fisioterapia presso la vostra sede di Treia – si legge nella mail – ho concluso il ciclo di sedute per la mia riabilitazione e sento l’esigenza di ringraziare per l’ottima accoglienza ricevuta, per l’affidabilità e per la grande professionalità che ho trovato».
«Non posso però evitare di ricordare, a voi e a me stessa, che solo un caso fortuito mi ha portato a varcare la porta del secondo piano dell’ex Ospedale di Treia». Pur essendo residente da sempre in città, infatti, la donna non conosceva la realtà della Rsa: «Parlando con alcuni amici – viene aggiunto in tal senso – ho capito che non ero la sola ad ignorare la presenza di una così bella opportunità di cui il territorio ha tanto bisogno».
Un reparto che opera quotidianamente perseguendo l’obiettivo di fornire cure personalizzate e sempre più attente ai degenti e alle loro famiglie: «Siamo alla continua ricerca di centri specializzati, di professionisti privati, di figure di riferimento per esigenze che purtroppo nella vita prima o poi si rendono necessarie – evidenzia ancora P. F. nella sua lettera – ma ignoriamo di avere un ottimo servizio a due passi da casa, con personale molto preparato e motivato».
Da qui le ragioni della lettera, per una maggiore risonanza verso l’esterno dei servizi offerti del reparto, affinché possano essere eventualmente d’utilità ad altri, oltre, ovviamente, alla condivisione pubblica dei meritati ringraziamenti: «Da parte mia farò il possibile per far capire che all’Inrca si può trovare tutto quello di cui abbiamo bisogno – conclude la mail –, rinnovo perciò i ringraziamenti, che ho già fatto di persona, alle ragazze che mi hanno “coccolato” in questo periodo di convalescenza».
Sabato prossimo (16 settembre), a partire dalle ore 20,30, il chiostro di San Domenico ospiterà una cena solidale organizzata dal Comitato per la salvaguardia dell’ospedale “Bartolomeo Eustachio”.
Il ricavato dell’iniziativa, patrocinata dal Comune di San Severino Marche e realizzata in collaborazione con i volontari di diverse associazioni, verrà destinato per l’acquisto di poltrone elettriche per trattamenti oncologici da donare al reparto di Oncologia dell’ospedale cittadino.
La quota di partecipazione alla cena, con menù a base di pesce, è di 45 euro a persona. Per prenotazioni e informazioni ci si può rivolgere ai seguenti numeri: 335 5237812 (Marco), 333 2458375 (Silvano), 247 5966963 (Agostino). Si può inviare anche un messaggio scrivendo “Cena solidale, nome e cognome, numero di partecipanti”.
Aumentano a 100 e a 50 euro le tariffe orarie per le prestazioni aggiuntive rispettivamente dei medici e degli infermieri marchigiani che operano nei servizi di emergenza e urgenza ospedalieri. Lo prevede una delibera adottata dalla Giunta regionale, su proposta del vicepresidente Filippo Saltamartini.
Per il periodo giugno-dicembre 2023, la Regione ha stanziato 1,79 milioni di euro: 1,27 per le prestazioni effettuate dai medici, 511 mila euro per quelle svolte dagli infermieri. Le risorse provengono dal riparto dei 100 milioni di euro disponibili a livello nazionale, di cui 30 milioni di euro per la dirigenza e 70 milioni di euro per il comparto sanità.
"È una prima risposta per affrontare la carenza di medici e di infermieri nei pronto soccorso, necessaria anche per ridurre l’esternalizzazione nei servizi di emergenza urgenza - afferma Saltamartini -. Incentivare le prestazioni aggiuntive, nel rispetto dell’orario massimo di lavoro e dei previsti turni di riposo, è una opportunità per garantire prestazioni tempestive a chi ne ha bisogno. Siamo soddisfatti che il Governo nazionale abbia accolto e finanziato la nostra richiesta, formulata al ministro della Salute Schillaci alla Giornata delle Marche 2022, per affrontare il tema della mancanza dei medici con una misura, riteniamo, appropriata all’emergenza in corso".
Secondo le stime predisposte, un turno medico a 100 euro l’ora verrebbe remunerato con 800 euro, mentre quello infermieristico, a 50 euro orari, con 400 euro: "Importi che rappresentano un buon incentivo a garantire prestazioni aggiuntive", sottolinea Saltamartini.
Beneficiari della misura sono medici e infermieri di pronto soccorso ospedalieri, compresi quelli pediatrici, ginecologici e dell’Inrca. La Regione ha comunque in corso un’interlocuzione, come richiesto dalle organizzazioni sindacali sanitarie, con le strutture amministrative nazionali per ampliare la platea dei beneficiari al personale medico e infermieristico della rete dell’emergenza urgenza territoriale (118, Potes, Punti primo intervento ed elisoccorso) e ai profili di tecnico di radiologia medica e ostetrica assegnati, in turno, ai Pronti soccorso.
Le giornate dedicate a problematiche della nostra salute sono molto numerose, fanno parte di una strategia di comunicazione che possa essere efficace nella diffusione di una cultura della salute generale e di conseguenza nella prevenzione. Il 9 settembre è la Giornata Mondiale della "Sindrome Feto-alcolica e dei disturbi correlati", si celebra dal 1999.
La salute dell’infanzia è sempre al centro della ricerca, della clinica ed anche dell’informazione, quella del feto ne è sicuramente la primissima fase, importantissima che può condizionare lo sviluppo cel bambino e l’intero percorso della vita fisiologica dell’individua che sarà.
L'argomento a prima vista può sembrare molto specifico e circoscritto, m si stima che una donna su tre (33%) consuma abitualmente alcol durante la gravidanza con rischi che possono riguardare l’area neurologica sullo sviluppo del feto e futura crescita nell’infanzia e possono causare disabilità comportamentali e neuro cognitive. Ne parliamo con il dottor Paolo Perri, specialista in Pediatria e Neonatologia.
Si è appena celebrata la giornata mondiale della sindrome feto alcoolica e quindi di ciò che comporta l’uso dell’alcool in gravidanza per il feto e il neonato. Dott. Perri qual è il significato di questo evento?
"Il 10% delle donne consuma alcool durante la gravidanza. Non essendo stata a tutt’oggi stabilita una dose di alcol sicuramente esente da rischi durante la gravidanza, la Società Italiana di Neonatologia (SIN), in occasione della Giornata mondiale della sindrome feto-alcolica e disturbi correlati, che si celebra il 9 settembre, ribadisce che è opportuno astenersi completamente durante tutto il periodo".
Quali sono le possibili conseguenze del consumo di alcool in gravidanza?
"Il consumo cronico di quantità eccessive di alcol può, infatti, causare seri problemi a madre e neonato, aumentando il rischio di abortività spontanea, morte intrauterina, sindrome della morte improvvisa in culla, parto pretermine, basso peso alla nascita, ma, in particolar modo, può essere responsabile dell’insorgenza di difetti dello sviluppo fetale a carico di vari organi e apparati e di disabilità dello sviluppo neurocognitivo infantile. Queste disabilità, conseguenti all'esposizione all'etanolo in utero, sono note come Disturbi dello Spettro Alcolico Fetale (FASD) e la FAS, o Sindrome Feto Alcolica, ne è la forma clinica più grave".
Quali sono le raccomandazioni al riguardo delle società scientifiche?
"Da anni, la Società Italiana di Neonatologia, insieme al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità, auspicano ad aumentare la consapevolezza nelle donne in gravidanza, in età fertile e che stanno programmando una gravidanza, attraverso campagne di comunicazione e prevenzione,
È importante, infatti, garantire un’informazione quanto più corretta, immediata ed esauriente possibile, che renda le donne consapevoli, evitando di esporre loro ed i nascituri ai rischi di danni evitabili, sostenendo uno stile di vita più sano e azzerando il consumo di alcolici".
"L'attivazione della partoanalgesia presso l'ospedale di Civitanova Marche dimostra la volontà della regione e dell'Ast di Macerata di potenziare i servizi sanitari di questa importante città costiera e di dare alla comunità civitanovese i più alti livelli di assistenza previsti dalle normative nazionali e internazionali”. È quanto ha dichiarato l'assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini nel corso della presentazione, in conferenza stampa, dell'attivazione della procedura di partoanalgesia all'ospedale di Civitanova.
Presenti, oltre all'assessore, il direttore generale dell'Ast di Macerata Daniela Corsi, il direttore dell'Uoc di ostetricia e ginecologia Filiberto Di Prospero, il direttore facente funzioni dell’Uoc di anestesia e rianimazione Antonio Conte e il consigliere regionale Pierpaolo Borroni.
La partoanalgesia ha lo scopo di ottenere una riduzione del dolore fisiologicamente presente durante il travaglio, l'analgesia come parte di un programma di assistenza alla gravidanza non si pone come alternativa al parto naturale, ma come mezzo addizionale che la medicina offre alle madri per partecipare con maggiore consapevolezza e collaborazione all’evento del parto.
Può essere richiesta dalla donna o consigliata dai medici o dalle ostetriche in particolari condizioni cliniche materne (per esempio ipertensione arteriosa gestazionale, epilessia, distacco di retina) o fetali (presentazione anomala, prematurità). Nell'ospedale di Civitanova la tecnica più frequentemente utilizzata è l'analgesia epidurale e viene effettuata dal medico anestesista dedicato.
"Ho sempre creduto in questa procedura di parto, in questo diritto di scelta per la madre, al di là della necessità contingente consigliata dai medici in casi particolari di gestazione, prima come primario dell’Uoc di Anestesia e Rianimazione e ancor più oggi nella veste di direttore generale di questa azienda sanitaria - ha affermato Daniela Corsi -, solo che prima non avevamo le risorse di personale medico per poter effettuare la partoanalgesia, ora dopo aver completato l’organico, l’abbiamo subito attivata”.
"Questa procedura rende ora completa la nostra offerta assistenziale e realizza un livello essenziale di assistenza tanto richiesto dalle donne - ha sottolineato il direttore dell'Uoc di ostetricia e ginecologia Filiberto Di Prospero -. Questa nuova attività è il frutto dell’impegno e dell’entusiasmo di tanti professionisti: anestesisti, ginecologi, ostetriche, pediatri e del sostegno della direzione generale. Abbiamo voluto offrire alle donne un servizio di qualità, dietro al quale c‘è stato un lungo periodo di formazione di tutte le professionalità coinvolte, anche con la frequenza in altri centri ospedalieri. Per informazioni l’utenza può contattare direttamente il reparto al numero 0733/823054".
Si è insediata il 1 settembre la dottoressa Josephine Staine, direttore dell’U.O.C. di Cardiologia dell’ospedale di Camerino.
Proveniente dall’Unità Operativa UTIC di Jesi, classe 1976, si è laureata in Medicina e Chirurgia e poi specializzata in Cardiologia presso l’Università di Pisa, dal 2007 al 2011 è stata dirigente medico presso l’UTIC di Fabriano.
Docente in corsi aziendali per il Dipartimento Emergenza-Urgenza e in area medica, è stato consigliere del direttivo regionale Marche ANMCO dal 2019 al 2022 e nel 2011 ha istituito il primo ambulatorio marchigiano Cardio-oncologico con la stesura di un protocollo, validato da apposita società scientifica, rivolto alla gestione del paziente oncologico sottoposto a trattamenti potenzialmente cardiotossici.
Ha partecipato anche alla stesura del protocollo regionale per la rete dello shock cardiogeno e dello scompenso cardiaco avanzato.
“Auguriamo buon lavoro alla dottoressa Staine – commenta Daniela Corsi direttore generale dell’Ast di Macerata – nella certezza che le sue competenze professionali possano dare nuovo impulso al Reparto di Cardiologia del nosocomio camerte”.
"Anche in questo caso -aggiunge il vicepresidente della Regione Filippo Saltamartini e assessore alla Sanità- questa è la dimostrazione palese dell’interesse della Regione e dell’Ast di Macerata per il potenziamento dell’Ospedale di Camerino, con il ringraziamento alla dottoressa Josephine Staine perché sappia valorizzare la sua alta professionalità al servizio delle popolazioni già colpite duramente dal Sisma del 2016" .
“Abbiamo superato il traguardo delle 1500 prestazioni: in tre mesi le farmacie dei servizi aderenti alla sperimentazione ne hanno erogate 1538, e più di 600 di queste hanno riguardato farmacie rurali” lo comunica l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che sta effettuando un monitoraggio periodico delle attività.
Le farmacie aderenti, allo stato attuale 300, oltre la metà di quelle regionali, offrono la possibilità di effettuare la riconciliazione della Terapia Farmacologica (il monitoraggio di chi prende più di 5 farmaci e la segnalazione di eventuali problemi al medico di medicina generale); il monitoraggio dell’aderenza alla terapia farmacologica nei pazienti con diabete tipo 2 e nei pazienti con BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva); la telemedicina con Holter Pressorio (misurazione della pressione nell’arco delle 24 ore tramite device), Holter Cardiaco, elettrocardiogramma, Auto-spirometria per valutare l’efficienza dei polmoni.
Se è più bassa la fruizione di spirometrie, 26 soggetti di cui 9 inviati dal medico, sono stati invece 354 gli ECG (10 invii al pronto soccorso e 67 dal medico) con notevole alleggerimento per i pronto soccorso regionali. 443 sono stati gli holter cardiaci, con due invii al pronto soccorso e 101 dal medico, 298 quelli pressori (86 hanno richiesto approfondimento medico). Il monitoraggio della BPCO e del diabete hanno visto la partecipazione complessiva di 417 pazienti, con grande aderenza nelle farmacie rurali del pesarese.
“Il gradimento maggiore si riscontra nelle aree interne e montane vista la distanza dai poli ospedalieri e la età più avanzata della popolazione” - sottolinea l’assessore” - i Fondi Ministeriali a disposizione fino a dicembre ammontano a quasi 1,5 milioni di euro per i 6 progetti codificati, per un totale di 40 mila cittadini raggiunti: siamo la prima regione in Italia che ha messo insieme tutti i campi di attività, una regione laboratorio. Il farmacista è una figura che ispira fiducia ai cittadini: nel complesso la sperimentazione sta dimostrando di limitare la mobilità passiva e ridurre le liste di attesa”.
Queste sono le parole di Matteo Impagnatiello che da vent'anni si trova ad affrontare la Sclerosi Multipla: " Da vent’anni sono affetto da sclerosi multipla, che mi ha immobilizzato braccia e gambe, lasciandomi solo la possibilità di parlare e muovere il capo. Sono grato alla mia famiglia, che 24 ore al giorno mi assiste con tanta pazienza e abnegazione, imboccandomi, lavandomi, vestendomi ed esaudendo le infinite richieste che sono costretto a rivolgere loro. Non sono abituato a piangermi addosso e mi scuso di questo preambolo, fatto solo per spiegare quanto sia impegnativo per la mia famiglia starmi vicino e attendere alle mie cure!"
Durante tutto il mese di agosto -per sua richiesta- è stato preso in cura presso l'Hospice dell'Ospedale di Macerata per permettere alla famiglia di prendere una piccola pausa:
"Ebbene, d’estate sento il bisogno di dare un po’ di libertà a chi mi sta intorno, ma non è facile trovare una struttura che possa ospitare persone nelle mie condizioni. Quest’anno ho fatto richiesta all’hospice dell’Ospedale di Macerata, presso cui ho così trascorso un periodo di circa un mese. Durante questo mio “soggiorno” ho goduto di sorprendenti attenzioni, che hanno reso la mia permanenza di grande conforto, anche perché ho ricevuto tante cure che hanno alleviato i dolori che costantemente mi affliggono.
Non sapevo che l’hospice ricoverasse anche persone come me, con lo scopo di dare sollievo alle famiglie; questa sorprendente scoperta mi ha da subito rallegrato, ma mai e poi mai avrei immaginato di essere trattato con attenzioni e gentilezze tali da farmi percepire il grande amore che tutto il personale sanitario metteva nel quotidiano agire. Gli accertamenti multidisciplinari mi hanno dato la possibilità di approfondire la mia situazione: sono stato visitato dal neurologo, dal cardiologo, dal rianimatore, dal fisiatra e dagli altri specialisti, che concorrono al benessere dei ricoverati.
Non so se sono riuscito a spiegare il familiare clima che ho vissuto in questo mese, ma so che voglio dire grazie a tutto il personale sanitario: oss, infermieri e medici dell’Hospice di Macerata; sono stati per me di grande conforto e mi hanno alleviato la sofferenza dello stare lontano da casa. Vorrei ringraziare singolarmente ogni oss, ogni infermiere, ogni medico ma, non potendo farlo, ringrazio per tutti la responsabile del Reparto, Dott.ssa Marina Lombardello, per l’accoglienza e le amorevoli cure ricevute. Grazie
L’AST di Macerata di recente sta perdendo professionisti di rilievo che hanno scritto pezzi importanti di storia dell’Azienda e che hanno dato lustro a Reparti che ora sono riferimenti regionali nel settore.
Così è stato per il Direttore dell’U.O.C. di Medicina Trasfusionale Dott. Giovanni Ribichini, dal 1 settembre in pensione.
“Il Dottor Ribichini è stato un grande professionista – commenta il Direttore generale Daniela Corsi - un collega stimato che conosco da oltre venti anni, che ha fatto della Medicina Trasfusionale di Macerata un’eccellenza regionale”.
Assunto nel lontano 1992 come assistente medico di Immunoematologia e Servizio Trasfusionale presso l’Ospedale civitanovese, ha creato nel corso del tempo a Macerata un Centro di riferimento regionale per l’emofilia e le malattie emorragiche e trombotiche, dove vi si rivolgono utenti da ogni parte delle Marche trovando risposte ai loro problemi di salute, grazie alla competenza e disponibilità del personale qualificato che vi lavora.
Dal 2006, nell’ambito del D.I.R.M.T. ha ricoperto l’incarico di Responsabile del Piano di Produzione Regionale Sangue e Plasma, mentre da gennaio 2012 è Direttore dell’U.O.C. Medicina Trasfusionale dell’Azienda sanitaria maceratese.
“La Provincia di Macerata pur avendo soltanto due Centri trasfusionali, nel capoluogo e a Civitanova, in rapporto alle altre AST che ne hanno di più - dichiara il Dott. Ribichini – svolge tuttavia la stessa attività di prelievo con il proprio personale, questo dato ci dimostra anche come sia elevato il numero delle donazioni di sangue effettuate. A questo proposito desidero ringraziare i colleghi del personale medico, i sanitari e gli amministrativi per la competenza, la dedizione e la collaborazione nel lavoro, sempre dimostrate in questi anni”.
Aggiungiamo, inoltre, che nel Distretto di Macerata per primo è stato attivato un progetto Tao per gli utenti a domicilio in collaborazione con l’ADI, che rappresenta un servizio importante offerto alla popolazione. Sono circa duemila i pazienti che afferiscono al Centro di Macerata, da qualche anno questo servizio è presente a San Severino e Camerino e anche il territorio di Recanati è coperto, mentre si sta lavorando per portarlo a Civitanova.
Di recente il Centro Trasfusionale della costa, dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie anche da parte del Centro Nazionale Trapianti, è ora in attesa di iniziare il primo prelievo di cellule staminali in collaborazione con l’Ematologia.
“Mi auguro – sottolinea il Dott. Ribichini- che presto il Centro Trasfusionale di Civitanova possa dotarsi di spazi più ampi dove sia il paziente che il donatore possano trovare adeguata accoglienza”.
Arriva a Macerata la "Carovana della Salute", un progetto promosso dalla FNP Nazionale, il sindacato dei pensionati della CISL , mirato a promuovere la salute e la cultura della prevenzione come pilastri fondamentali per il benessere delle persone, la loro qualità di vita, e la sostenibilità del sistema sanitario.
«Siamo impegnati come sindacato, anche nella nostra regione, a promuovere la prevenzione, per metterla al centro delle scelte di cura della popolazione, assicurando vicinanza alle famiglie, che anche in conseguenza dell’aumento dei costi per la salute a loro carico, spesso rinunciano o procrastinano visite e cure mediche, in specie quelle di ordine preventivo. Basti pensare che l’anno scorso oltre 4 milioni di persone in Italia hanno rinunciato alle cure con implicazioni importanti sulle condizioni di salute generale, specie sulla popolazione anziana. – sottolinea Dino Ottaviani, segretario Generale della FNP Marche - Attraverso queste giornate è possibile sia diffondere una vera e propria cultura della prevenzione, che offrire visite mediche e screening gratuiti.»
La tappa di Macerata si svolgerà nei giorni 7 e 8 Settembre 2023 con una Tavola rotonda sulla prevenzione e una giornata dedicata alle visite mediche e agli screening gratuiti. Giovedì 7 settembre, alle ore 16,00 “Prevenzione e salute” Tavola rotonda presso l’Arena Sferisterio, Gran Sala Pietro Cesanelli, in piazza Nazario Sauro.
Ai lavori, aperti da Giuseppe Spernanzoni responsabile della FNP di Macerata- Civitanova Marche, e introdotti da Franco Pesaresi, direttore generale ASP Ambito 9 di Jesi, interverranno: Francesca D’Alessandro, vicesindaco e assessore alla politiche sociali del Comune di Macerata, Sauro Buongarzone, Segretario Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri di Macerata, Sara Barbalarga, Assistente sociale ATS 15 Macerata, Amedeo Gravina, Presidente ASPS IRCR, Dino Ottaviani, Segretario Generale FNP Cisl Marche. Modera il giornalista Giacomo Giampieri e conclude Rocco Gravina, responsabile AST CISL Macerata-Civitanova Marche. Porterà un saluto il sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli.
Venerdì 8 Settembre dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00, in piazza Mazzini “Salute in piazza un Giorno di Prevenzione”, giornata dedicata a visite mediche e screening gratuiti. Sarà possibile accedere a visite mediche ed effettuare screening gratuiti quali: ecografia dell'addome, esame non invasivo per studiare organi, tessuti e vasi sanguigni addominali; elettrocardiogramma e visita cardiologica per prevenire malattie cardiovascolari, visita oculistica, a cura dell'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità - IAPB Italia Onlus per prevenire compromissioni della vista; visita diabetologica a cura dell'Associazione Tutela Diabetici di Macerata per affrontare la patologia comune del diabete.
La Croce Verde di Macerata sarà presente con screening dei parametri vitali, tracciato cardiologico, mini corso di disostruzione pediatrica, e BLSD. Prenotazioni, fino ad esaurimento posti, chiamando la FNP CISL di Macerata al numero 0733 4075230 dalle ore 9.00 alle ore 13.00.