Covid-19: l'epidemia in provincia di Macerata nei grafici di Petro
Covid, casi in crescita: l'avanzata di Omicron 2 nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori bentornati a questa nuova puntata della mia rubrica settimanale, nella quale analizziamo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. Le notizie, come sapete, sono di un aumento dei contagi generalizzato. Il tasso di crescita si attesta, questa settimana, al 40%. Anche i dati ospedalieri sono leggermente in risalita, mentre terapie intensive e decessi stanno rallentando la discesa. Dai dati in nostro possesso, siamo a conoscenza che ai primi di marzo la variante Delta è nella pratica estinta, e dalle ultime rilevazioni la variante Omicron 2 è quasi diventata dominante (44%). Guardando al grafico delle regioni, si nota - anche qui - un amento generalizzato dei casi sebbene tutte siano tornate nella fascia di colore bianco, ad eccezione della Sardegna. Spostando l'attenzione sui dati del Regno Unito che, generalmente, sono più attendibili per via del massiccio screening, notiamo come la pendenza della salita dei contagi è molto superiore a quella dei ricoveri e soprattutto che la curva dei decessi è ancora piatta. Balza all'occhio anche un altro elemento: i ricoveri hanno iniziato a salire prima dei contagi. Da ciò si desume che, semplicemente, si è ripreso a fare più tamponi solo perchè si è visto un aumento delle ospedalizzazioni e da lì si è avuto il sospetto che stesse accadendo qualcosa, intensificando lo screening. Anche in Cina i contagi sembrano ancora in crescita: vedremo se il lockdown e la loro tolleranza zero nei confronti del virus avrà effetto, anche se sembra che il governo stia cambiando orientamento. Obiettivamente dichiarare lockdown per una malattia con una letalità pari a quella dell'influenza, sembra eccessivo.
Covid, casi in risalita: l'analisi del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori, bentornati all'appuntamento settimanale con la mia rubrica, nella quale si analizza l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. L'epidemia conferma una certa stagionalità, considerando che l'aumento dei positivi avviene proprio a ridosso del passaggio tra inverno e primavera. Non a caso il picco di decessi della prima ondata si riscontrò il 27 marzo 2020. Questo rialzo, anche repentino a livello statistico, ci potrà dare nelle prossime settimane un'interessante indicazione statistica, ovvero una misura ancora più accurata di quanto sia scesa la letalità del virus. A causa dei ben noti ritardi fra contagio ed ospedalizzazione i ricoveri e decessi sono ancora in discesa, sarà interessante vedere con che velocità risaliranno rispetto ai contagi. La precedente ondata, iniziata con la comparsa della Omicron, era composta - almeno fino a gennaio - da un "misto" di casi derivati dalla stessa variante Omicron (molto contagiosa e poco grave) e dalla variante Delta (meno contagiosa ma più aggressiva). Ora che la Delta è praticamente scomparsa, ed imperversa unicamente la Omicron - o la cosiddetta Omicron 2 (che sembra essere ancor più contagiosa) - sarà importante vederne l'effetto sulle ospedalizzazioni. Dalle ultime analisi, se ricordate, avevamo visto che la letalità del virus era scesa in zona 0.1 - 0.2 per mille, ovvero a livello di quello influenzale. Nelle prossime puntate cercheremo di capire se possa essere scesa ulteriormente. Le regioni oramai sono quasi tutte in bianco e, in generale, non vi sono situazioni ospedaliere preoccupanti, contando anche che molti ricoveri sono "con" Covid e non "per" Covid. Dando uno sguardo fuori dall'Italia, la notizia è che la Cina - che ha da sempre tolleranza zero verso il virus - manda in lockdown la zona più produttiva del paese, ovvero Shenzen creando perdite economiche enormi.
Covid, la discesa dei casi continua di buon passo: l'analisi del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori, bentornati all'appuntamento settimanale con la mia rubrica, nella quale analizzeremo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. La settimana appena trascorsa non ha offerto particolari novità sul fronte dell'epidemia. Il calo dei contagi continua alla medesima velocità, con una diminuzione di circa il 20% dei casi rispetto al periodo precedente. Anche le grandezze ospedaliere migliorano sensibilmente, come previsto. Medesimo miglioramento riguarda anche la situazione delle regioni italiane, ben quattro sono tornate in zona bianca. La novità di questa settimana riguarda la disponibilità del vaccino Novavax realizzato senza l'utilizzo della tecnologia mRNA (Pfizer/moderna) o a vettore virale geneticamente modificato (Astrazeneca o JNJ). Quindi un prodotto adatto a chi ha dubbi sulle tecnologie usate dagli altri vaccini. Gli studi indicano una minore efficacia nel prevenire il contagio rispetto ai vaccini mRNA ma una protezione da casi gravi comunque molto alta. Ricordiamo che la miglior prevenzione rimane il vaccino. La somministrazione della cura antivirale, invece, sta ancora subendo dei ritardi nell'applicazione. Ritardi prevalentemente burocratici poiché si perdono alcuni giorni per avere l'accesso alla cura che, a causa degli alti costi, richiedono prima una valutazione dell'effettiva necessità di somministrazione. Ricordiamo come gli antivirali sono tanto più efficaci quanto prima si somministrano.
Covid, drastico calo dei contagi: l'analisi del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori, bentornati all'appuntamento settimanale con la mia rubrica, nella quale analizzeremo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. Come preannunciato ormai da qualche settimana, possiamo dire che per questa ondata il peggio è decisamente alle spalle. Riportiamo un drastico calo dei contagi, pari al 30% in una settimana. Era da settembre che non si registrava un calo simile. Virano in negativo anche le grandezze ospedaliere e, probabilmente da questa settimana, avremo anche un drastico calo dei ricoveri. Le regioni migliorano praticamente tutte. La divisione in fasce di colore, come detto nelle ultime puntate, inizia a non avere più senso poichè nei ricoveri sono comprese anche persone positive ricoverate per motivi non covid, una percentuale pari a oltre il 30% del totale. Anche a livello globale si assiste ad un generale calo dei contagi, indipendentemente da chi abbia attuato maggiori o minori restrizioni. Tra vaccini e contagi probabilmente una grossa fetta della popolazione oramai è immunizzata ed il virus trova sempre meno terreno fertile.
Il sistema a colori delle Regioni serve ancora? L'analisi del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori, bentornati all'appuntamento settimanale con la mia rubrica, nella quale analizzeremo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. Oramai siamo a 2 anni dall'inizio della pandemia e i contagi segnano una generale discesa. I numeri sembrano confermare come il peggio sia alle spalle e, come accennavo la scorsa settimana, le restrizioni non hanno inciso, visto che si è avuto il medesimo andamento del Regno Unito dove - di precauzioni - non ne sono state prese, se non minimali. Anche i ricoveri ordinari sono andati finalmente in decrescita, sebbene bisognerebbe fare chiarezza su cosa si intenda per "ricovero", poiché almeno il 30% di quelli che sono considerati ricoveri Covid fanno riferimento a persone positive, ma che si trovano in ospedale per altre ragioni. Sempre facendo la comparazione con il Regno Unito, lì addirittura si è avuto il sorpasso, ovvero, i ricoverati positivi per ragioni non legate al Covid sono maggiori di quelli legati a sintomi Covid. Guardando al grafico delle regioni, si nota come molte si trovino nella stessa fascia di colore sebbene l'incremento dei contagi proceda in direzione poco uniforme. Quindi non è possibile stabilire un nesso fra colore e riduzione dei casi: semplicemente tutte le regioni seguono, più o meno, lo stesso trend. Con soddisfazione, nei giorni seguenti alla pubblicazione della scorsa puntata della mia rubrica, alcuni articoli sulla stampa estera hanno riportato come la letalità del Covid sia scesa a livello di quella dell'influenza ovvero una fascia fra 0.1 e 0.2%. Probabilmente questa letalità, man mano che si diffonderà l'uso della pillola antivirale, sarà destinata a scendere ancora, possibilmente sotto lo 0.1%. Ora l'unica incognita che rimane è la possibilità che in 2 o 3 mesi appaia una nuova variante. Generalmente abbiamo notato come le varianti compaiano verso primavera e in autunno.
Covid, esplode la Omicron ma i decessi non crescono: l'andamento del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori, eccoci alla prima puntata di questo 2022 della mia rubrica nella quale analizzo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. Questa settimana è stato registrato un fortissimo aumento dei casi. Ogni record è stato battuto in Italia ed in molte altre nazioni. La variante Omicron è molto contagiosa e si è completamente perso il tracciamento. Pertanto, i contagi reali giornalieri potrebbero essere tranquillamente 3 o 4 volte maggiori rispetto a quelli certificati. Nonostante l'impennata dei casi, per la prima volta da inizio novembre, i decessi non sono cresciuti e siamo ad una media di 140 vittime al giorno mentre nelle precedenti ondate il picco era di oltre mille. Inoltre, nelle Marche il rapporto sintomatici/casi si è molto abbassato. Le regioni si tingono per metà di giallo e, probabilmente, la prossima settimana la Liguria diventerà arancione. Guardando come di consueto alle altre nazioni, in Sud Africa i contagi continuano la discesa ed i decessi sembrano aver arrestato la salita. In pratica gli effetti sono stati simili a quelli di una fiammata influenzale. Nel Regno Unito i casi sfondano i 200 mila in un giorno ma i decessi rimangono in discesa così come restano stabili i ricoveri in terapia intensiva: vi è solo una crescita dei ricoveri ordinari. Specie se si è vaccinati la variante Omicron ha una probabilità bassa di avere conseguenze gravi. Nel Regno Unito la letalità ormai è scesa parecchio sotto lo 0.3%.
Covid, le Marche sono destinate alla zona gialla: l'analisi del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori, bentrovati alla mia consueta rubrica settimanale, nella quale analizzo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. I contagi, nel corso della scorsa settimana, sembrano aver rallentato la loro crescita sebbene la concomitanza con un giorno di festa (l'8 dicembre ndr) ha comportato l'effettuazione di un minor numero di tamponi. Tuttavia, i primi giorni di questa settimana non sembrano molto incoraggianti. D'altronde, con l'arrivo della variante Omicron, i contagi saranno - probabilmente - inarrestabili. Le grandezze ospedaliere stanno crescendo ad un ritmo del 15%: un trend destinato a portare al cambiamento di colore la gran parte delle regioni. Guardando nel dettaglio, le Marche hanno superato la soglia del 15% dei posti letto occupati in area medica da pazienti Covid, l'unico dei tre parametri che ancora consentiva di restare in zona bianca (leggi qui): salvo un netto miglioramento dei ricoveri si andrà verso la zona gialla che, se non scatterà entro il 20 dicembre, quasi certamente entrerà in vigore il 27dicembre. Oltre alle Marche, sono a rischio di cambio colore: Lazio, Lombardia , Liguria, Trento, Emilia-Romagna, Veneto. La maglia nera rimane, invece, alla provincia autonoma di Bolzano. Riguardo alla variante Omicron, quello che per ora siamo riusciti a capire, è come sia meno aggressiva ma estremamente più contagiosa - alcuni stimano anche 10 volte - rispetto alla variante Delta. In Sud Africa, sebbene i contagi siano centuplicati, i decessi rimangono stabili: nel paese è stato registrato un rapporto positivi/tamponi del 35%, probabilmente, sono stati rilevati soltanto 1/3 o 1/4 dei casi reali. Gli esperti stanno ipotizzando due scenari: un'apocalisse virale a causa della super trasmissibilità, con ospedali al collasso; oppure, vista la minor aggressività della variante Omicron, l'insorgenza di una forma influenzale globale che comporterebbe la diminuzione della permanenza negli ospedali.
Friuli vicino alla zona gialla, Marche in bilico: l'analisi del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori bentornati a questa nuova puntata della mia rubrica settimanale, nella quale analizzo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. Continua il trend di crescita dei casi, con un incremento pari a circa il 30% settimanale. Una situazione che, ovviamente, non è sostenibile a lungo: al momento in Italia si registrano, in media, 10 mila casi giornalieri. Tutto ciò, in prospettiva, significherebbe arrivare a Natale con circa 30 mila casi medi giornalieri. A ciò si aggiunga come le grandezze ospedaliere stiano salendo di circa il 20% settimanalmente. S riaffaccia, quindi, lo spettro della zona gialla: il Friuli Venezia Giulia sarà, molto probabilmente, la prima regione a cambiare colore. La prossima candidata è la provincia autonoma di Bolzano, molto alla vicina alla soglia di cambio fascia. La regione Marche rimane sempre in bilico, con un 10% delle terapie intensive occupate. Un dato che, però, con il crescere dei contagi rischia soltanto di crescere. Nel grafico sottostante, che raffigura l'incremento dei contagi, si può notare come - nelle Marche - la curva dei sintomatici sia salita molto di più rispetto a quella dei casi positivi. Questo, ancora una volta, indica come lo screening stia funzionando abbastanza male e via via stia peggiorando, visto che il rapporto fra sintomatici e positivi è in costante rialzo. Da ciò si deduce come i positivi vengano individuati, in gran parte, solo perchè presentano sintomi. Guardando alla situazione europea, i paesi con percentuale maggiore di vaccinati mostrano un incremento dei contagi più lento rispetto agli altri. In particolare, tra l'Italia e la Germania balla circa un 10% di percentuale di popolazione vaccinata: in Italia abbiamo il 79% di vaccinati contro il 69% della Germania. Questo significa che il nostro Paese può contare su una copertura vaccinale più efficace di circa il 50%.
Covid, perché nelle Marche le cose vanno di nuovo male? L'analisi del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori, bentrovati a questa nuova puntata settimanale della mia rubrica, nella quale analizzo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. Le cose, in particolare nella nostra regione, non stanno andando benissimo...anzi. I contagi sono in rialzo. Un aumento dei nuovi casi positivi al quale sta seguendo, in maniera temporalmente anche troppo ravvicinata, la risalita di decessi e di occupazione ospedaliera. Un dato che già avevo fatto notare la scorsa settimana. In questa puntata voglio focalizzare l'attenzione sul rapporto fra ricoveri in terapia intensiva e numero di positivi generale. Si sta di nuovo verificando, nelle Marche, il fenomeno già presentatosi lo scorso autunno, ovvero un altissimo numero di ricoveri in terapia intensiva rispetto ai contagi registrati. Il rapporto terapie intesive/positivi nelle Marche è allo 0.81%, il doppio della media nazionale. Certamente è difficile immaginare una variante Covid marchigiana più cattiva rispetto a quella presente nel resto d'Italia, ma - in pratica - con la metà dei contagi del Friuli ci ritroviamo a fare i conti con lo stesso numero di terapie intensive occupate. Invece, ad esempio a Bolzano, si ha un numero altissimo di contagi, ma on poche terapie intensive occupate. I conti non tornano, e quando i conti non tornano c'è sempre qualcosa che non va. Riprendo un vecchio indicatore ovvero il rapporto fra sintomatici e positivi. Da questo grafico possiamo iniziare a fare qualche congettura. Da luglio 2021 notiamo un costante aumento di questo rapporto. Un fatto decisamente poco comprensibile visto che eravamo in estate e che le vaccinazioni procedevano spedite. Normalmente i sintomatici sono solo il 10% dei contagiati, con le vaccinazioni avrebbero dovuto essere anche meno, in media. E invece il rapporto aumentava. Ad ottobre abbiamo sfiorato il 24% di sintomatici su positivi, per poi crollare "magicamente" negli ultimi giorni. Cosa possiamo dedurre? Semplicemente che se, in Italia, lo screening e contact tracing ha funzionato male, nelle Marche ha funzionato malissimo. In pratica, si fa il tampone solo a chi presenta sintomi. Il solo vaccino non è sufficiente a tenere a bada i contagi, nè basta il green pass. Se non si capisce che occorre anche un efficace sistema di tracciamento i contagi saranno comunque destinati a salire. Mi auguro, in questo senso, che il recente abbassamento del rapporto sintomatici/positivi sia segno di una ripresa del contact tracing.
Covid, continua la crescita di casi ma a ritmo più lento: l'andamento del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori, bentrovati a questa nuova puntata settimanale della mia rubrica, nella quale analizzo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. Dopo la grossa accelerazione dei casi riportata la scorsa settimana (leggi qui), anche negli ultimi 7 giorni la crescita, purtroppo, è continuata, seppur in maniera più lenta. Come prevedibile, i ricoveri e le terapie intensive sono purtroppo tornati a salire, mentre il numero di decessi non ha subito impennate: speriamo di non riscontrare un'inversione di tendenza durante la prossima settimana. Le regioni mostrano quasi tutte una crescita di casi positivi. Il Friuli Venezia Giulia registra un boom di contagi e di ricoveri in terapia intensiva. La città di Trieste, in particolare, è colpita da un grosso focolaio: le continue manifestazioni di piazza contro il green pass in cui la maggior parte dei partecipanti non indossava alcun tipo di protezione, potrebbero aver inciso non poco. Nella tabella ho anche inserito l'occupazione dei ricoveri ordinari e aggiornato le terapie intensive disponibili. Notiamo che, sempre il Friuli, ha superato la fatidica soglia del 10% di ricoveri in terapia intensiva. Purtroppo nella classifica della maglia nera, le Marche sono al secondo posto dopo il Friuli: la nostra regione, specie la provincia di Macerata, non brilla particolarmente per dosi somministrate. Riporto per concludere un'elaborazione presa dal web, che mostra la correlazione inversa fra decessi e % di popolazione vaccinata nel mondo.
Covid, contagi in aumento del 50% nelle Marche: l'andamento del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori bentornati a questa nuova puntata settimanale della mia rubrica, nella quale analizzo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. Negli ultimi 7 giorni vi è stato un netto incremento dei contagi che, considerando anche la percentuale di tamponi positivi (in netto aumento), non sembra essere molto legato al maggior numero di tamponi effettuati. Purtroppo non si hanno statistiche riguardanti quanti di questi nuovi positivi derivino dallo screening per il green pass. Le grandezze ospedaliere hanno smesso di diminuire, ma la cosa preoccupante è che i decessi sono già in rialzo. Spostando l'attenzione sul grafico riguardante le regioni, si nota come siano praticamente tutte in netto peggioramento: le Marche registrano oltre il 50% in più di contagi. Rischiamo di ritrovarci presto con un alto numero di casi positivi, da sottolineare come sia anche stata identificata la variante Delta Plus che sembra ancor più contagiosa della Delta. La scorsa settimana aveva fatto scalpore, sul web, un articolo che riportava alcuni dati del rapporto dell'ISS sui decessi, in cui si evidenziava come la maggior parte dei deceduti presentasse una o più patologie pregresse. Si tratta di un dato noto fin dall'aprile 2020, che statisticamente è molto semplice da spiegare: la maggior parte dei decessi si ha nella fascia degli anziani, e fra loro la presenza di una o più patologie croniche - secondo l'Istat - è ben oltre il 50%. Possiamo disquisire sull'efficacia di alcune norme di contenimento dei contagi, ma non è possibile dire che queste persone siano morte per "sfortuna". Che si dovrebbe fare? Lasciar morire persone perchè hanno qualche patologia pregressa? Il darwinismo non sempre si sposa con la morale e il buon senso.
Covid, contagi in discesa con l'incognita tamponi ai lavoratori: l'analisi dell'ingegner Petro
Cari lettori, bentornati a questa nuova puntata settimanale della mia rubrica, nella quale analizzo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. La situazione registrata negli ultimi giorni nel nostro Paese è stazionaria, mentre i casi positivi sono in leggera discesa in regione, anche se questi valori - come vedremo poi - possono essere poco rispondenti alla realtà. Stabili anche i dati ospedalieri ma, esaminando il grafico sottostante, si può vedere come, in genere, i decessi abbiano un calo meno rapido di quello relativo ai contagi. Come detto, tutte le regioni presentano dati stazionari e i livelli di occupazione delle terapie intensive sono lontani da quelli di guardia. Veniamo invece alla nota stonata. Per l'analisi seguente prendo spunto da una dichiarazione del dottor Crisanti che, qualche giorno fa, sottolineava come in Italia la letalità del virus fosse molto più alta che nel Regno Unito. I dati, in effetti, danno pienamente ragione a Crisanti. In Italia si registra una letalità attorno all'1% contro lo 0.33% del Regno Unito, nonostante le percentuali di popolazione vaccinata siano simili. Cosa può significare questo? Mentre nel Regno Unito i decessi sono in diminuzione con contagi in salita, in Italia abbiamo i decessi che scendono più lentamente dei contagi. Una possibile causa potrebbe ricercarsi nella scarsa attività di screening e tracciamento. In Italia, infatti, ragionando con un rapporto comprensibile dai più possiamo affermare che per ogni contagio rilevato, ne sfuggono almeno altri due o tre. Da venerdì 15 ottobre abbiamo milioni di tamponi rapidi al giorno per i lavoratori non vaccinati e, dunque, se davvero stanno sfuggendo così tanti contagi, questo maxi screening per il green pass potrebbe portare un'impennata dei contagi. Per concludere, invece, riporto la situazione della Romania, che negli ultimi giorni è sotto la lente d'ingrandimento mediatica. Si tratta di un paese fra i meno vaccinati (36% della popolazione) in Europa e che, proprio ieri, ha avuto uno spaventoso picco di 574 decessi giornalieri. Si tratta di un numero che, se rapportato alla popolazione italiana, porterebbe a 1800 decessi giornalieri: quasi il doppio del tragico picco del marzo 2020.
Covid, i contagi tornano a scendere: l'analisi del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori bentornati al nostro consueto appuntamento settimanale, nel quale analizziamo l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. La scorsa settimana sembrava si intravedesse la fine del trend di discesa, invece - con gioia - vediamo che questa settimana, a livello nazionale, i casi positivi hanno ripreso a scendere. Anche le grandezze ospedaliere continuano il loro trend di ribasso con la stessa velocità della discesa dei contagi. Ovviamente queste grandezze sono tutte fortemente correlate tra loro. Dando il nostro consueto sguardo alle regioni, tutte si trovano sotto la media di 100 casi giornalieri e tutte fanno registrare meno del 10% di terapie intensive occupate. In pratica in tutta Italia si registra un calo, mentre nelle Marche la situazione non ha subito variazioni di rilievo. Un anno fa stava cominciando l'incubo della seconda ondata, spinto dalla diffusione della variante inglese. Proprio la scorsa settimana, come potete vedere dal grafico comparativo tra il 2020 e il 2021 presente qui sotto, c'è stato l'incrocio: i casi del 2020 hanno superato quelli del 2021, nonostante quest'anno sia presente la variante Delta che, a sua volta, è ben più contagiosa della Alfa di un anno fa. Inutile dire che il merito di questa situazione enormemente migliore dello scorso anno è data dai vaccini. A proposito, sta iniziando il richiamo per la terza dose verso i soggetti più fragili e mi sento di suggerire a questi soggetti di effettuarla per ridurre al minimo anche i rischi di contagio. Il consiglio si allarga soprattutto agli anziani che - statistiche alla mano - hanno una casistica di effetti collaterali derivati dal vaccino decisamente molto bassa.
Covid, i contagi stanno invertendo la direzione: l'analisi del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Bentrovati cari lettori a questa nuova puntata della mia rubrica, nella quale si analizza l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. Osservando il grafico dei contagi si può notare come la discesa sembri essersi quasi esaurita e potrebbe, anzi, profilarsi l'inizio di una risalita. L'ingresso dell'autunno e la riapertura delle scuole potrebbero contribuire, in questo senso, a una leggera accelerazione del virus. In ogni caso, le grandezze ospedaliere sono ancora in discesa e la regione Marche vede un miglioramento generalizzato della situazione relativa a ricoveri e contagi. Tutte le regioni italiane si attestano sotto al 10% di terapie intensive. Un anno fa proprio di questi periodi, dopo che per tutta l'estate avvertivo del pericolo che stava crescendo, lanciavo l'allarme: tutto stava ricominciando come nella primavera del 2020, in poco tempo gli ospedali sarebbero stati di nuovo pieni. Alcuni mi dissero che facevo infondato allarmismo, poi abbiamo visto cosa è successo... Ora il virus è ben più contagioso di un anno fa, ma la situazione è sotto controllo grazie alle vaccinazioni. Essendo da noi più "fresche", sembra che stiamo tenendo meglio questa ondata autunnale rispetto ad altre nazioni: mi preoccupa un po' più quella primaverile. Novità di questi giorni è una pillola antivirale che è stata approvata con la procedura di emergenza che sembra ridurre del 50% i casi gravi, ma assolutamente non può essere considerata a mio avviso un'alternativa al vaccino. Quest'ultimo, infatti, protegge al 90% dai casi gravi, il che significa una protezione 5 volte maggiore. Invece se combinassimo le due cose potremmo pensare ad un 95% di protezione? Non lo sappiamo, perchè non si hanno dati sull'uso della pillola specificatamente su soggetti vaccinati.
Contagi in calo del 34% nelle Marche: l'andamento del virus nei grafici dell'ingegner Petro
Cari lettori bentrovati a questa nuova puntata della mia rubrica, nella quale si analizza l’andamento del contagio da coronavirus nelle Marche e in Italia. Ho da darvi senza dubbio una bella notizia: per ora, a circa 10 giorni dall'apertura delle scuole, non solo non si ha una crescita di casi, ma addirittura si ha un'accelerazione nella discesa. Saranno importanti dunque le prossime due settimane. Se verrà confermato un trend di discesa nonostante l'apertura delle scuole, ci troveremmo di fronte ad una piacevole anomalia rispetto a molti altri paesi. Una possibile spiegazione, in questo senso, potrebbe essere data dal fatto che, in Italia, le vaccinazioni sono state effettuate in tempi più recenti e dunque sono più in grado di proteggere, anche dal contagio. Le grandezze ospedaliere sono in miglioramento un pò ovunque, facendo così allontanare lo spettro della zona gialla. Sul fronte delle regioni il miglioramento è diffuso, le Marche sono fra quelle con la discesa più significativa dei casi: i contagi sono in calo del 34%. Con questo trend di discesa, in una o due settimane, i contagi 2021 andranno sotto a quelli 2020. È interessante notare, infine, come nel tempo la curva relativa ai casi e quella relativa ai decessi siano via via più lontane col passare dei mesi, in particolare dopo la diffusione dei vaccini.