Si alza per un attimo il naso mentre si è alla guida o per strada, ed ecco spuntare sui cartelloni il faccione di Giorgia Meloni, di Matteo Salvini o di Silvio Berlusconi. Una frazione di secondo, quel tanto che basta per ricordare i protagonisti dell’attuale fase politica del nostro paese. Lady G. di per sé rinuncia ad ogni argomento, affidandosi a uno slogan semplice e immediato: “PRONTI a risollevare l’Italia”.
Il Capitano del Carroccio, invece, si concede qualche riga in più, accostando al suo personalissimo “CREDO” religioso temi quali: l’Iva sui prodotti alimentari, la flat tax al 15%, lo stop agli sbarchi, e - in maniera più contenuta – il nucleare come soluzione alla transizione energetica (senza specificare di voler continuare a servirsi dei carburanti fossili per farlo) e l’abrogazione della legge Fornero a favore di Quota 41 (valido certo, ma qualora si avesse a che fare con un mercato del lavoro meno fatiscente di quello corrente).
Il Caimano, dal canto suo, sa bene che la sua è solo una presenza formale e di facciata, utile solamente al proprio ritorno in Senato: da qui “Una scelta di campo” di cui nessuno è in grado di intuirne il significato, se non i fedelissimi di Forza Italia.
Diversamente, il PD di Enrico Letta ha scelto di rinunciare ai faccioni a tutto manifesto preferendovi direttamente i temi cari al programma, anche qui secondo un linguaggio telegrafico: “Avanti sui diritti civili”, “Italia rinnovabile”, “Prima l’ambiente”, “La casa è un diritto”, “Più medici di famiglia”, “Il lavoro è dignità” e così via, con le varie semplificazioni e/o specifiche del caso. Una decisione etica, ma anche di convenienza se vogliamo: la ricerca di una nuova credibilità non passa più per le facce già trite e detestabili dall’elettorato italiano; piuttosto, per la forza degli argomenti avanzati.
Ma la vera propaganda politica ormai si gioca sui social. Con relativi costi, s’intende. Secondo i dati Meta legati al periodo 21 luglio/19 agosto, il Partito Democratico avrebbe finora speso circa 26mila euro per sponsorizzare i propri post su Facebook, Instagram e Twitter, faendo leva su slogan, volti di leader e giovani esponenti a sostegno della propria campagna elettorale. A seconda del tema trattato, poi, le visualizzazioni ottenute hanno proceduto per altri algoritmi, che comunque fanno riflettere: un post diretto a Meloni e le sue posizioni contro l’aborto, per esempio, ha ricevuto 400-500mila impressions (raggiungendo una buona fetta di donne di età compresa fra i 45 e i 54 anni). Diverso il destino per il post dedicato ai medici di famiglia: appena 40-50mila visualizzazioni, coprendo per lo più utenti maschili over 50.
Con quasi 20mila euro spesi, invece, la Lega ha voluto insistere in maniera essenziale sui temi sopra citati, in modo da comprendere un bacino d’utenza ben spalmato su tutte le fasce d’età. Evidenziando, così, come il più “a cuore” del proprio pubblico rimanga quello degli sbarchi: più di un milione le visualizzazioni del post con un investimento pubblicitario di 1500-2000 euro. Il tema dell’Iva sui prodotti alimentari, al contrario, ha raggiunto appena le 60mila unità, per lo più di genere femminile.
Il taglio preferito da Meloni, infine, è probabilmente quello più istituzionale, forte dell'autorevolezza riscossa nell’ultimo anno grazie alla scelta di stare all’opposizione rispetto al governo Draghi. Ad oggi, la campagna social della leader di Fratelli d’Italia continua a passare per video-dichiarazioni quotidiani “non sponsorizzati”, e post saltuari finora finanziati con circa 3mila euro. Basti pensare che uno solo di questi, nel mese di agosto, ha raggiunto oltre un milione di visualizzazioni: per lo più uomini (62% del totale) e persone adulte (il 71% è over 45).
Il dato eclatante che colpisce maggiormente, a questo punto, è anche il comun denominatore delle due coalizioni separate oggi da quasi il 20% sulle intenzioni di voto (dati Demopolis): la mancanza di argomenti concreti relativi ai giovani. Ancora una volta, insomma, si è palesata una corsa al voto che solamente di striscio sembra guardare agli interessi delle nuove generazioni. E se qualche volta succede, c’è chi parla di devianze, di reintegrare la leva militare obbligatoria o di attuare riforme all’istruzione che di progressista hanno ben poco.
Per sua natura, la destra continua ad orientare il proprio modus operandi rivolgendosi alle fasce adulte/anziane del paese, considerandone la forte presenza in termini demografici (oltre 50 milioni, dati Istat). Allo stesso tempo, la sinistra paga oggi lo scotto di una campagna elettorale zoppicante, con una dialettica essenziale e, purtroppo, rappresentata da leader e personaggi di vecchio spessore.
Non basta avvalersi all’ultimo di figure più giovanili e di maggiore impatto sociale come Aboubakar Soumahoro, Elly Schlein o Ilaria Cucchi per sperare di convincere in tempo la platea di elettori propri, quelli degli altri e, soprattutto, quella degli astensionisti. Forse, non è un caso che acnhe stavolta il tema dei “giovani” - insieme a quelli del “lavoro” e della “sanità” – sia poco o quasi per niente promosso: un terreno troppo scivoloso, dove le idee sono tutt’altro che chiare.
Si è tenuta questa mattina, a Jesi, la conferenza stampa di Italexit Marche per la presentazione dei candidati alle elezioni politiche del 25 settembre. Presente anche Stefano Puzzer, portuale di Trieste che lo scorso ottobre è diventato simbolo della protesta contro l'obbligo del green pass sui luoghi di lavoro. Puzzer è candidato nelle Marche, nel collegio di Pesaro per la Camera dei Deputati.
A introdurre l'incontro è stato Massimo Gianangeli, coordinatore regionale e membro della direzione nazionale del partito, nonché capolista per la Camera dei Deputati. "Il progetto di Italexit nasce da fine 2019, come contrapposizione ideologica al sistema egemone negli ultimi trent’anni, quello neoliberista e globalista, che si è rivelato nei fatti un saccheggio continuo, costante, quotidiano dei nostri principali diritti", dichiara Gianangeli.
"Per un partito che vede il suo paradigma nella sovranità costituzionale dello Stato, è stato fisiologico battersi a difesa del diritto primario alla libertà e alla sovranità sul nostro corpo, violata e vessata dai provvedimenti illogici ed antiscientifici imposti dal peggio governo del mondo, quello a guida del banchiere Mario Daghi - aggiunge Gianangeli -. Proprio per questo abbiamo voluto Stefano Puzzer candidato nelle Marche, come simbolo della lotta contro tali provvedimenti".
"Siamo cittadini, lavoratori, padri di famiglia che non si sono piegati, che non svendono la loro dignità e la loro libertà - afferma Puzzer -. Abbiamo unito le persone nelle piazze e siamo certi che sapremo unirle anche nel votare Italexit, e Gianluigi Paragone, con il quale abbiamo avuto un ottimo rapporto fin dall’inizio della nostra lotta e che ringraziamo per il sostegno e per l’opportunità che ci offre".
"Ho accettato volentieri la candidatura che il coordinamento delle Marche ha proposto per il collegio di Pesaro, roccaforte del Pd marchigiano e del Sindaco Ricci, che purtroppo ha sostenuto il ricatto del greenpass, proponendolo persino per i ragazzi della scuola dell’obbligo" conclude Puzzer.
Fra i candidati presenti, anche Enzo Palladino, infermiere e sindacalista, capolista per il Senato al plurinominale: “Dalla sera alla mattina mi sono trovato dall'essere in prima linea per difendere in reparto i malati covid, all’essere etichettato come un pericoloso untore. Questo è assurdo e antiscientifico. Non ho accettato di fare da cavia per un farmaco sperimentato in fretta del quale non si conoscono gli effetti a medio e lungo termine".
All’uninominale del Senato nel collegio Marche Nord, nonché al plurinominale, l’avvocatessa Emanuela Merli. “Ho deciso di sostenere docenti, sanitari, forze dell’ordine, lavoratori che hanno deciso di portare lo Stato o i datori di lavoro in Tribunale per difendere i loro diritti. Ormai non si contano più le pronunce dei giudici che confermano l’illegittimità o la irregolarità delle sospensioni. Con la motivazione della pandemia, hanno sostituito lo Stato di Diritto con uno stato di fatto, basato sulla paura e sul ricatto. Mi impegnerò per riportare centralità nel Parlamento e per ripristinare i diritti negati in questi due anni.”
Una buona affluenza quella registrata, nella calda mattinata di un sabato di fine agosto, alla conferenza stampa di presentazione dei candidati marchigiani alle elezioni politiche del 25 settembre del movimento di Carlo Calenda “Azione” e dell’alleata “Italia Viva”, tenutasi nella piazzetta della Rotonda, a Macerata.
Il comitato regionale si è riunito per incontrare l’elettorato e la stampa, enucleando quelle che sono le intenzioni e le motivazioni del cosiddetto “terzo polo” e presentando alcuni dei più importanti punti programmatici sostenuti.
Ad intervenire durante l’incontro il coordinatore regionale di Azione Tommaso Fagioli, candidato al collegio plurinominale come capolista alla camera, il responsabile territoriale nella provincia di Macerata Massimiliano Fraticelli e il sindaco di Appignano Mariano Calamita, candidato al collegio uninominale nella provincia di Macerata.
Relatori per il partito di Matteo Renzi, invece, Fabio Urbinati, candidato all’uninominale per il dipartimento Marche-Sud oltreché capolista al plurinominale in Senato e Rosita Platinetti, candidata al plurinominale in Senato per la lista Calenda.
“Siamo felici di poter far ascoltare oggi la nostra voce – esordisce Massimiliano Fraticelli - in questo momento ogni affermazione viene strumentalizzata politicamente, anche se si tratta di una proposta intelligente come avanzata da Calenda di sospendere la campagna elettorale. Si voleva solo gettare luce su una questione che riguarda tutti, chiedendo di smettere di battibeccare per un attimo e invitando alla riflessione comune e alla responsabilità, al fine di trovare una risposta di comune accordo a favore degli Italiani".
Un’attenzione particolare viene riservata all’attinenza con il territorio: “A differenza degli altri partiti, abbiamo scelto noi i nostri candidati (con il benestare del gruppo centrale ndr), evitando che venissero catapultate persone da Roma senza che ci fosse alcun collegamento con le Marche e le sue province. Siamo convinti che per amministrare correttamente si debba partire dal territorio – conclude Fraticelli -, affrontando ogni questione con coerenza e serietà: noi non ci siamo dimenticati del sisma e mettiamo la ricostruzione al centro del nostro impegno politico. Che dovessimo vincere o meno, rimarremo a combattere le nostre battaglie e porteremo in parlamento i nostri temi”.
La parola passa poi a Tommaso Fagioli che rimarca l’origine marchigiana di tutti i candidati in lista: “Crediamo che la base di ogni movimento politico debba essere la competenza e la vicinanza con il proprio territorio. Vogliamo partire dagli amministratori, uomini o donne del popolo che siano vicini ai problemi reali della loro terra e dei loro concittadini: un percorso che parte dal basso per arrivare lontano".
"Le bollette e il caro-energia sono problemi urgenti che porteranno al fallimento innumerevoli attività a partire dal 1 settembre: è importante riservare la giusta attenzione anche a Roma per le singole voci territoriali - prosegue Fagioli -. Da anni abbiamo iniziato le prime esperienze di governo al fianco di Italia Viva: l’unione fra Calenda e Renzi ha solo ufficializzato una pratica che da tempo si verificava autonomamente nel microscopico: sono certo che il terzo polo sarà la vera sorpresa nelle Marche, siamo noi la novità”.
“Il dibattito pubblico e televisivo indicano che l’unico voto utile è quello del terzo polo – dice poi Fabio Urbinati -. Se il Pd è ormai l’ombra di quel partito riformista di sinistra che si vantava di essere, la destra ha abbandonato completamente la moderatezza del centro, cedendo agli estremismi. L’amministrazione di destra nelle Marche, in 22 mesi – un periodo di tempo che permette appena di gettare le basi per un concreto programma politico, lungimirante e attuabile - ha subito già una diaspora piuttosto preoccupante. Se ben 4 dei 6 assessori regionali abbandoneranno la giunta per accaparrarsi una poltrona sicura, è chiaro che non si sta facendo l’interesse della regione. Il governo attuale è solo un coacervo di potere: si pensi a Leonardi che abbandona la carica di presidente della commissione sanitaria nel mezzo di una riforma importantissima (dichiarazioni simili a quelle del deputato Morgoni)”.
Rosita Platinetti, politica da anni e consigliere comunale a Morrovalle fino al 2021, pone il focus sul tema della famiglia e della bassa natalità: “In Italia siamo molto indietro in termini di walfare e credo sia centrale sostenere le famiglie e rialzare il tasso di natalità. Importantissima poi la riforma scolastica al fine di garantire una dirigenza stabile e permanente e alzare gli stipendi dei docenti secondo gli standard europei”.
Chiude la conferenza Mariano Calamita, sindaco di Appignano da tre anni e in consiglio comunale dal 2014: “Sento di poter mettere a disposizione le mie capacità e competenze, in linea con i valori e il modo di fare di Azione”. Tantissimi i punti toccati, dal rispetto dell’agenda Draghi (“Cosa fare, come farlo e quando”) alla posizione spiccatamente europeista, dalle tematiche ambientali ed energetiche all’immigrazione e alla violenza di genere.
“Le questioni impellenti devono essere affrontate rapidamente e a prescindere dal colore politico - sottolina Calamita -: urge la costruzione di due rigassificatori galleggianti per tamponare la crisi e far fronte all’inverno. Nel medio termine si deve invece investire sulle rinnovabili e restituire all’Italia la non-dipendenza energetica dall’estero”. Si passa poi ai diritti civili: “È necessario garantire a tutti i cittadini pari opportunità e diritti, combattendo quindi ogni forma di violenza e discriminazione: non è possibile dover ancora sentire storie di cronaca dove pericolosi stalker, peraltro già denunciati, sono comunque in grado di fare del male sotto gli occhi delle forze dell’ordine”.
“L’immigrazione è un altro tema da approcciare con grande concretezza, istituendo ingressi regolari e programmati - chiosa il sindaco di Appignano -. Siamo noi a dover gestire la situazione e non viceversa. È necessario cercare la collaborazione internazionale per i rimpatri e bisogna chiarire la distinzione fra profughi umanitari e migranti economici. Crediamo che il trattato di Dublino vada superato e che i richiedenti asilo vengano redistribuiti equamente in Europa, anche garantendo vie d’accesso sicure e legali e corridoi umanitari più grandi”.
Intervengono a margine della conferenza anche il sindaco di Treia Franco Capponi e il membro dell’esecutivo provinciale di Azione, Nicoletta Corneli.
“La ricostruzione post-sisma va finalmente nella giusta direzione, nonostante gli attacchi degli scalmanati come Castelli: la ricostruzione privata è garantita (anche grazie ai 6 milioni della finanziaria del governo Draghi) mentre siamo ancora molto indietro per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, legata al modo di fare della destra ‘accontentiamo gli amici degli amici’. I comuni più danneggiati hanno speso solo il 2% delle risorse ottenute, col grosso dei fondi distribuiti come metadone a chi stava male psicologicamente", spiega Capponi.
"Per i primi 4 anni la ricostruzione è fallita a causa di amministratori e commissari incompetenti: Farabollini era una nomina politica e con il suo staff della Lega non ha saputo fare nulla. Legnini, invece, è in dialogo diretto con Draghi e stiamo finalmente recuperando il tempo perduto. Nell'ultima tornata elettorale è stata eletta Valentina Vezzali come rappresentante per le Marche: se è lei la soluzione siamo messi malissimo. In 5 anni non si è mai presentata in parlamento”, punge il sindaco di Treia.
A testimonianza della vicinanza con i cittadini, entra a far parte della squadra centrista anche Nicoletta Corneli, al suo primo approccio politico: a Macerata collabora da 15 anni con l’AFAM (supporto alle famiglie con malati di Alzheimer) e con diversi centri anti-violenza: “Calenda mi è piaciuto fin dall’inizio, soprattutto per le sue idee in merito alle politiche sociali ed economiche. Ho apprezzato la sua moderatezza e la sua preparazione. Spero di essere utile e di poter contribuire con la mia esperienza: siamo partiti dal bisogno concreto delle famiglie e vorrei portare questa modalità anche nel partito”.
"Le campagne elettorali trasudano propaganda e illusioni anche in momenti come quelli che viviamo, nei quali la politica dovrebbe stare molto lontana da queste malsane abitudini". A dichiararlo è il deputato uscente del Partito Democratico Mario Morgoni nel segnalare come, a meno di due anni dalla storica vittoria del centrodestra nella regione Marche, "due terzi della giunta Acquaroli (4 assessori su 6) ignora i faraonici propositi e gli impegni inviolabili assunti con gli elettori, veleggiando verso i più sicuri e comodi lidi parlamentari".
"E non sono certo figure di secondo piano - ricorda il deputato dem -. Si tratta del vice presidente della giunta Mirco Carloni e degli assessori Guido Castelli, Giorgia Latini e Stefano Aguzzi". "Come se non bastasse sono in partenza anche altre pedine di primo piano della maggioranza - aggiunge -, come Elena Leonardi, figura chiave in materia di sanità visto che ne presiede la commissione. E ancora Jessica Marcozzi, capogruppo di Forza Italia".
"Un vero e proprio esodo biblico di amministratori regionali di destra candidati al parlamento che fino al 25 settembre avranno testa e cuore solo alle elezioni e non certo ai marchigiani e ai loro problemi in un momento particolarmente drammatico" attacca Morgoni, che punge: "Se tutti o gran parte di loro fossero eletti Acquaroli dovrebbe ricominciare tutto daccapo, anche se questo non sarebbe un problema vista la nullità di due anni di governo regionale. E forse qui è la vera ragione di questa migrazione verso Roma: la consapevolezza che il progetto di governo della destra nelle Marche è già fallito".
"Il centrodestra delle Marche ha scritto una pagina nera della politica dimostrando di cercare il consenso in modo sfrontato e di usarlo senza alcun pudore recando così un grave insulto alle Marche e ai marchigiani. Non esiste alcun motivo perché gli elettori della nostra Regione premino chi dimostra nei confronti della comunità che è stato chiamato a servire un menefreghismo che sconfina nel disprezzo" conclude Morgoni.
"Il sindaco Sclavi aveva dichiarato che, per limitare i tempi d’attesa per la compilazione del contributo di autonoma sistemazione (Cas), avrebbe impiegato i percettori del reddito di cittadinanza. Oggi siamo arrivati al 26 agosto e di questo provvedimento non c'è nessuna traccia. Anzi, da qualche giorno la gente è costretta a fare la fila dalle 5:15 del mattino davanti al Comune".
A sottolinearlo è il capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio comunale, Francesco Colosi, nel ricordare la sua proposta fatta all'assise circa l'utilizzo del personale di una cooperativa "come deliberato dalla precedente amministrazione in modo da velocizzare i lavori considerato che le domande scadono il 15 settembre".
"Sarebbe stato un servizio utile per i cittadini soprattutto per i più anziani. Sarebbe stato un modo di venire incontro ai cittadini. Se il buongiorno si vede dal mattino, non si tratta di un buon inizio per la nuova giunta" precisa Colosi.
"Alessia Morani Pd muori" è la scritta apparsa in un piazzale sul Monte Nerone, in provincia di Pesaro, collegio nel quale la deputata del Partito Democratico è candidata alle prossime elezioni politiche del 25 settembre.
"Denuncerò ovviamente l’accaduto - spiega Morani - alle forze dell’ordine. Non mi faccio intimidire e continuerò a fare la campagna elettorale come ho sempre fatto. C’è, però, un brutto clima e tutti dovremmo abbassare il livello dello scontro politico. Parole d’odio portano azioni violente. Dovremmo esserne tutti consapevoli".
La Lega scende in piazza per difendere il Ministero per le disabilità - scritto al plurale, come è solito evidenziare il 'Carroccio' - istituito durante il governo di unità nazionale presieduto dal premier Mario Draghi. Nella location del Centrale di Macerata è intervenuta come ospite la titolare del dipartimento Erika Stefani, membro del governo già dal Conte I, che precisa: "Il Pnrr prevede sino a 6 miliardi di investimenti in materia".
In tema d'attualità politica, nessuna sponda offerta alla proposta di Carlo Calenda, leader di Azione, di interrompere la campagna elettorale per via degli urgenti problemi legati all'incremento del prezzo del gas: "Mi sembra una richiesta fuori luogo, dobbiamo dare un programma di futuro alla nostra Italia".
La ministra bolla come "polemica sterile" quella esplosa nelle ultime ore sul tema dell'aborto dopo la querelle tra Chiara Ferragni e la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: "Il mondo delle donne, il mondo della famiglia, ha bisogno di un occhio di riguardo. I temi etici sono personali e ognuno di noi elabora dentro di sé la propria soluzione".
Presenti all'evento anche l’assessore alla sanità delle Marche Filippo Saltamartini, il commissario Lega Marche Riccardo Augusto Marchetti e la presidente del dipartimento disabilità Lega Marche Anna Menghi; moderatore dell’incontro Luca Buldorini, coordinatore provinciale Lega a Macerata. Presenti anche il sindaco e presidente della provincia di Macerata Sandro Parcaroli, l’assessore alla scuola della regione Marche Giorgia Latini, i membri del Parlamento uscenti Tullio Patassini e Giuliano Pazzaglini.
Il primo a prendere parola e ad introdurre la conferenza è il primo cittadino Parcaroli: “È una grande emozione poter partecipare a questo incontro, sono orgoglioso di poter accogliere il ministro Stefani: la 'Carta europea della disabilità' è solo uno dei traguardi raggiunti negli ultimi due anni". "Andando avanti così arriveremo al punto di non avere più bisogno di un ministero delle disabilità - commenta scherzosamente il sindaco -. Nel nostro piccolo non possiamo che ringraziare la ministra per gli ingenti fondi arrivati qui nelle Marche, sono davvero una manna dal cielo".
“La Lega ha voluto fortemente questo ministero - puntualizza il commissario regionale Marchetti -, rendendo una realtà quello che altri avevano solo promesso. Sono in arrivo ben 12 milioni di euro che saranno impiegati a sostegno di tutte le situazioni più delicate, dalle famiglie alle scuole e alle infrastrutture. Un grandissimo 'grazie' va poi ad Anna Menghi che ha dedicato tutta a sua vita per affrontare queste problematiche: Anna per noi è motivo di grande orgoglio, un punto di riferimento e una certezza in termini di esperienza e concretezza”.
"Le Marche, nei due anni del governo di centro-destra, sono cresciute significativamente e il tema delle disabilità non fa eccezione - spiega l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini -. I servizi sociali devono garantire, oltre al principio d’uguaglianza presenta anche in costituzione, la felicità dei cittadini. La disabilità e l’invecchiamento della popolazione sono problemi diffusi e annosi da affrontare: mi auguro intanto che gli aiuti e il supporto delle istituzioni riesca a raggiungere tutte le fasce fragili col tempo”.
Ad intervenire poi è Giorgia Latini, assessore regionale e candidata per la Lega nel collegio di Macerata alle prossime elezioni politiche: "È bello vedere oggi riunite le associazioni e le persone che ci sostengono: in ogni settore la Lega ascolta e mette in campo soluzioni coerenti ai problemi esposti direttamente dai cittadini. Il fulcro è sempre l’integrazione e crediamo che il primo campo d’incontro sia quello dello sport: nel fondo inclusione verranno versati presto 1milione e 500mila euro, spesi per mettere a norma gli impianti rendendoli adatti anche ai disabili”.
Latini passa poi al tema degli insegnanti di sostegno: “Il tema del sostegno non va trascurato: è necessaria una continuità nel percorso formativo dei giovani studenti che non vada a ledere il rapporto umano e di fiducia fra insegnate e studente. Non deve più capitare che un ragazzo debba cambiare insegnante di sostegno in corso di studi”.
Anna Menghi, consigliera regionale e responsabile dipartimento disabili della Lega nelle Marche, racconta: “Il ruolo che rivesto mi riempie d’orgoglio. La Lega nel 2014 aveva rimesso al centro il tema delle disabilità e questo mi ha portato ad interessarmi e ad unirmi al partito. Oggi ho la possibilità concreta di fare qualcosa e già qualche piccolo passo in avanti è stato compiuto".
"Il lavoro del ministro Stefani ha dimostrato la concretezza di una donna veneta e una grande sensibilità - prosegue -. Vogliamo migliorare le condizioni di tutti i disabili, abbattere tutte le barriere culturali che separano il nostro paese e i suoi cittadini. Vogliamo un ministero forte, dotato di un portafoglio e in grado di andare avanti con il lavoro iniziato dalla ministra”.
La chiosa è affidata alla ministra Erika Stefani che, prima del suo intervento, ringrazia i traduttori della lingua dei segni presenti in piazza per tradurre le parole dell'incontro ai non udenti presenti fra il pubblico: "Ho fatto centinaia di incontri con persone e associazioni e la mole di problematiche sottoposte è incommensurabile: mail e profili social intasati dimostrano che c’è veramente tanto da fare. C’è bisogno di un ramo unico della pubblica amministrazione che si faccia carico di questa questione, garantendo una comunicazione e un’informazione pervicaci e capillari. L’autorità politica istituita per questo governo non deve essere persa, è una ricchezza e una possibilità che va oltre la politica”.
"C’è però bisogno di denaro, di risorse investite, perché le idee passino dalla fantasia alla realtà. Stiamo aumentando i fondi e i sostegni alle regioni per colmare le lacune del sistema: 400 milioni ottenuti dai sostegni e dalla legge di bilancio, data la mancanza di un portafogli. Nello specifico, 12 milioni destinati alle Marche con obiettivi turismo accessibile, attività ludico-sportive e iniziative riguardanti l’autismo (sotto un profilo socio-assistenziali, non solo clinico, ndr)".
“Abbiamo di fronte un inverno difficile - conclude la ministra Stefani - e i problemi saranno pressanti e urgenti. Il periodo che ci attende deve essere affrontato con serietà e coerenza. Tempi difficili richiedono scelte politiche chiare e definite, non il compromesso come nel governo Draghi. C’è bisogno di una linea unica, di prese di posizione nette e definite. Il lavoro sul PNRR va avanti e non c’è da temere, ora la parola spetta ai cittadini. Esorto al voto, unico vero strumento di potere della popolazione”.
“Affronterò questa campagna elettorale con immutati passione, impegno e senso di responsabilità. Mi batterò affinché il mio Movimento possa incidere il più possibile anche nella prossima legislatura”. Così la deputata Mirella Emiliozzi, candidata nel listino proporzionale delle Marche e nel collegio uninominale di Macerata, dopo il nulla osta della Corte di Appello giunto nella tarda serata di ieri.
“Benché le condizioni siano chiaramente più difficili di quelle del 2018 - spiega l’onorevole Emiliozzi - ho deciso di mettermi a disposizione ancora una volta perché desidero portare avanti il lavoro avviato in questi quattro difficili anni anche per il mio territorio, al quale non ho mai fatto mancare attenzione e impegno, con risultati a volte insperati”.
“Sono stata eletta alla Camera dei Deputali e per la Camera dei Deputati mi sono ripresentata. Non sono andata in cerca di posti al sole, non sono andata in cerca di ruoli e visibilità. Sono andata,invece, in cerca di possibilità per il nostro territorio. Questo sì. Ed è così che l’area di crisi complessa del Fermano-Maceratese è stata finalmente riconosciuta, è così che il patto per l’Export ha potuto supportare le PMI marchigiane nell’internazionalizzazione, è così che alcune nostre aziende hanno avuto la possibilità di partecipare a importanti progetti internazionali, ed è per questo che il Miur ha concesso proprio nelle Marche il primo corso universitario d’Italia nella lingua dei segni, così che sono arrivati milioni di euro per scuole, imprese, territorio".
“Molto altro è in itinere – continua l’onorevole - e vorrei portarlo a casa. Vivrò questa esperienza con un immutato impegno e senso di responsabilità. Ma soprattutto - conclude l’onorevole Emiliozzi - con la ferrea convinzione che il M5S rimane l’unico gruppo dedito all’interesse dei cittadini”.
“Lo dimostra il fatto che siamo continuamente sotto attacco, o nella migliore delle ipotesi, ignorati. Lo dimostrano soprattutto i fatti - conclude - come il Superbonus, il Decreto Dignità, l'abolizione del superticket, l’assegno unico familiare, la stabilizzazione di decine di migliaia di precari, le 80.000 assunzioni nella scuola o le 37.000 assunzioni nella sanità, il reddito e la pensione di cittadinanza per chi non riesce a ricollocarsi a lavoro”.
“I livelli del prezzo di luce e gas sono da settimane abbondantemente superiori 10 volte rispetto gli anni pre-Covid e stanno aumentando in maniera allarmante. L'autunno sarà sempre più drammatico e per scongiurare blackout, salvando il potere di acquisto delle famiglie e i bilanci delle imprese, sarà necessario intervenire il prima possibile”. Lo dichiara il deputato e commissario Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti.
“Noi proponiamo soluzioni concrete e mirate, continua Marchetti : nuove risorse pubbliche (finanziate con l'extra gettito IVA) per il contrasto al caro energia e carburanti, rendere subito operativa la gas release per fornire gas alle imprese a prezzi calmierati, sospendere temporaneamente a livello europeo il mercato ETS e introdurre senza indugio il tetto europeo per il prezzo del gas”.
“Parallelamente si dovrà intervenire anche per ridurre i consumi con campagne informative pubbliche, facendo efficientamento energetico, sviluppando le rinnovabili e valorizzando energeticamente i rifiuti. A medio-lungo termine è necessario investire su più fronti, a partire dalla maggiore produzione nazionale di gas e biometano, arrivando al nucleare pulito e sicuro di ultima generazione. Le imprese e le famiglie delle Marche non possono essere lasciate sole ad affrontare questa crisi senza precedenti”.
"Auspico che le autorità competenti facciano un'indagine molto approfondita sulle cause che hanno scatenato l'incendio perché la frequenza con cui questi eventi accadono lo impone e che altresì obblighino l'azienda ad adottare nuove e più efficaci misure di prevenzione. È nostro dovere fornire la massima tutela sia ambientale ma sia, soprattutto, nei confronti della popolazione residente”. È quanto afferma l’esponente di Europa Verde per la provincia di Macerata, Sandro Bisonni, riguardo al rogo divampato alla Cosmari di Tolentino, nella serata dello scorso lunedì.
“Questa volta il fuoco ha interessato un deposito di Raee e preoccupa il fatto che sia il secondo quest'anno, dopo quello di aprile 2022 che ha devastato il reparto destinato alla lavorazione della carta, plastica e metalli", continua il candidato alla Camera per partito guidato da Angelo Bonelli.“I protocolli di prevenzione incendi devono servire proprio ad evitare che eventi simili non accadano e appellarsi sempre alla fatalità è troppo semplice e riduttivo, piuttosto bisognerebbe domandarsi cosa non ha evidentemente funzionato e migliorare tali protocolli per evitare eventi futuri”.
“E se ancora una volta sembrano non ci siano state emissioni dannose per la popolazione, ne siamo lieti, dall'altra parte sentirci dire sempre la stessa cosa, sia che brucino decine di metri quadri o 4000 metri quadri e soprattutto in tempi strettissimi (quando sappiamo che alcune analisi richiedono lunghe tempistiche), ci desta forte perplessità”.
“Europa Verde vuole vederci chiaro e chiede trasparenza. Sottolineiamo ad ogni modo che il caos nel Cosmari, determinato dall'inconferibilità dell' incarico a Pezzanesi come acclarato dall'Anac, i frequenti incendi, i ritardi strutturali (discarica, tariffa puntuale, ecc) e le annose emissioni odorigene, insopportabili per la popolazione locale, non devono trasformarsi nel voler abbandonarsi all'idea che il servizio pubblico è inefficiente e non c'è alternativa all'esternalizzazione, anzi riteniamo che la gestione pubblica dei rifiuti sia garanzia di una visione libera da speculazioni economiche. Siamo e saremo sempre per una strategia del ciclo dei rifiuti virtuosa, sostenibile e pubblica".
Cinque liste elettorali bocciate per irregolarità, di vario tipo, dai giudici della Corte di Appello di Ancona. Le domande erano state presentate prima della data di scadenza dello scorso 22 agosto e sono passate poi al vaglio della Commissione.
Escluse quindi: Gilet Arancioni, Popolo delle Partite Iva, una lista animalista, Lista Mastella-Noi di Centro, Referendum e Democrazia con Marco Cappato. I depositari delle liste avranno 48 ore di tempo per consegnare i reclami e la Cassazione dovrà decidere entro domenica. Lunedì, invece, ci sarà l'estrazione per le posizioni dei simboli nelle schede elettorali.
"L'accusa che nelle Marche sia negato il diritto di abortire è falsa e infondata. In due anni di governo regionale di Fratelli d'Italia non è stato promosso alcun atto che vada contro la Legge 194 o che modifichi il diritto di accesso all'Interruzione volontaria di gravidanza e chi oggi nel mondo della politica grida allo scandalo dovrebbe ben sapere che non sono le Regioni bensì lo Stato ad avere la competenza normativa a riguardo".
Questo quanto dichiara Elena Leonardi, coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Marche e presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale delle Marche, nonché candidata alle elezioni del 25 settembre nel collegio uninominale Marche Sud per il Senato.
"Chi oggi arriva addirittura ad affermare che nelle Marche sia stato negato l'aborto deve prima provarlo con degli atti, che però non esistono, altrimenti dovrebbe scusarsi e raccontare la verità ai cittadini" conclude Leonardi nel replicare al polverone alzato dalla storia condivisa da Chiara Ferragni su Instagram e ripresa dalla deputata uscente del Pd Laura Morani (leggi qui).
“Sono passati sei anni da quelle prime scosse che, la notte del 24 agosto 2016, hanno riportato le Marche nell’incubo del terremoto. Il nostro territorio, che ancora portava in sé gli strascichi del sisma del 1997, si è trovato nuovamente di fronte a un’emergenza la quale, con le successive scosse del 26 e 30 ottobre, è diventata di proporzioni inimmaginabili”.
“Dopo anni decisamente percorsi a rilento, oggi la ricostruzione, anche grazie all’accelerazione impressa dal commissario Giovanni Legnini che ringrazio per il grande lavoro che sta portando avanti con i tecnici, è entrata nella sua “fase matura” con l’apertura di 10mila cantieri di edilizia privata in tutto il cratere e una spinta molto significativa degli interventi pubblici, con 365 opere terminate ed altre 315 oggi in fase di cantiere”. Lo ha detto il presidente di Provincia di Macerata, Sandro Parcaroli, nel sesto anniversario dalle terribili scosse di terremoto che hanno sconvolto il centro Italia.
“Tutto questo nonostante due anni di pandemia, l’esplosione dei prezzi delle materie prime, la saturazione del mercato edilizio e, non ultime, le conseguenze della guerra in Ucraina, che hanno impedito si potessero raggiungere risultati ancora più significativi”.
"Il ritorno alla normalità deve rimanere una priorità, i nostri cittadini non devono sentirsi abbandonati, i nostri borghi, ancora transennati, devono poter tornare a rivivere appieno perché rappresentano la forza e la bellezza del nostro territorio. I maceratesi hanno dimostrato di essere resilienti, si sono rimboccati le maniche e hanno affrontato le tante difficoltà che il sisma ha messo loro davanti”.
"In tanti non hanno abbandonato i loro paesi e, anche chi è stato costretto ad andarsene, non appena ha potuto è tornato, ma spesso per molti giovani restare nei borghi dell’entroterra, costruirsi una famiglia, non è facile e il rischio è quello di un progressivo spopolamento”. “Per questo le istituzioni devono fare squadra, lavorare tutte insieme, superando i proprio 'orticelli' per dare il loro contributo alla ricostruzione ed essere al fianco dei cittadini, che non devono più sentirsi abbandonati. La ricostruzione fisica degli edifici e delle infrastrutture deve coniugarsi con misure di sviluppo che vadano a sostenere le prospettive di vita e di lavoro dei giovani”.
“In questa ricorrenza, dopo il doveroso ricordo delle 50 vittime di quella terribile notte nel comune di Arquata, mi unisco all’appello lanciato dal commissario Legnini ai cittadini per presentare le pratiche e ai tecnici per venire a lavorare nel più grande cantiere italiano degli ultimi decenni”.
Si è sciolto nei giorni scorsi il nodo delle candidature ai collegi plurinominali del centrodestra nelle Marche. L'avvocato pesarese Giulia Marchionni sarà la candidata di punta nel listino proporzionale alla Camera del centrodestra marchigiano per la lista "Noi Moderati", che raccoglie le anime moderate centriste di Noi con l'Italia (Lupi), Italia Al Centro (Quagliariello e Toti), Udc (Cesa) e Coraggio Italia (Brugnaro).
Consigliere comunale di Pesaro, attuale vice-segreteria regionale di 'Italia al Centro', ultima creatura politica del senatore Gaetano Quagliariello e del presidente della Liguria Giovanni Toti, la Marchionni ha lavorato sempre con particolare attenzione al mondo del sociale e dell'associazionismo.
La lista "Noi Moderati" punta a superare il 3%: "La mia candidatura - dichiara la Marchionni - vuole essere di supporto ad una lista, 'Noi moderati', che si rivolge soprattutto ai tanti che, sfiduciati dalla politica e oppressi dalle tasse e dalla crisi che incombe, il 25 settembre non sarebbero andati a votare".
"Credo che, avendo l’opportunità di incontrare me e tutto il gruppo di "Italia Al Centro" che lavora nelle Marche, nelle città di Pesaro, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Ancona, chiunque possa convincersi che un voto dato a noi e alla nostra squadra è un voto utile a sostenere la crescita del Paese attraverso proposte fattivamente realizzabili e concrete" conclude Marchionni.
"Grazie a Chiara Ferragni si accende un faro sulle Marche governate da Fratelli d'Italia. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia da sole nell’indifferenza dei più". Lo scrive su Twitter Alessia Morani, deputata uscente del Partito Democratico, rilanciando il post della nota influencer che sul proprio profilo Instagram (seguito da 27.7 milioni di followers) ha preso posizione su un tema molto delicato come quello dell'aborto.
Ferragni ha infatti pubblicato una storia con allegato un articolo di The Vision dal titolo "Fratelli d’Italia ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni", con la didascalia "Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano". "Le Marche sono il laboratorio della destra in Italia ed oggi la situazione è questa", conclude Morani, che invita la Ferragni nella regione Marche.
"Nelle Marche contiamo di vincere ovunque, con tutta la scaramanzia e l'umiltà del caso, perché sono solo i marchigiani a decidere con il loro voto il 25 settembre, però l'aria è veramente buona e c'è tanta voglia di cambiamento". Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Pesaro, a margine della presentazione dei candidati del Carroccio alle elezioni politiche.
"Se il centrodestra vince - ha aggiunto - ci sono cinque anni di stabilità, di sicurezza, di tranquillità, una maggioranza finalmente omogenea senza Pd e Cinquestelle a fare capricci".
"Sono orgoglioso delle donne e degli uomini della Lega nelle Marche - ha detto ancora -, dei nostri sindaci, dei nostri amministratori regionali. Abbiamo fatto scelte su persone molto valide, tante altre in gamba ce ne sarebbero state, però purtroppo la riduzione dei parlamentari a questo ha portato".
"C'è una bella squadra e, soprattutto, dal 26 settembre altri marchigiani potranno portare a Roma il loro importante contributo. Ma penso che se il centrodestra continuerà a lavorare bene, se la Lega continuerà a lavorare bene vinceremo in tutti i collegi" conclude Salvini.
Tra i candidati, nel collegio uninominale di Macerata per la Camera, c'è Giorgia Latini. L’assessore della regione Marche, che dal 2020 lavora a diverse deleghe (Cultura, Istruzione, Sport, Politiche giovanili, Pari opportunità, Università e diritto allo studio, Partecipazione e volontariato, Piste ciclabili) era stata eletta alla Camera alle precedenti elezioni, ricoprendo anche l’incarico di vicepresidente della VII Commissione quando, a novembre 2020, il leader della Lega Matteo Salvini le aveva chiesto la disponibilità a ricoprire il ruolo di assessore nella sua regione.
“Il mio partito - spiega Latini - mi ha chiesto di portare l’esperienza maturata nelle Marche a Roma, tra i banchi del Parlamento. Questi ultimi due anni sono stati una straordinaria occasione di crescita politica e amministrativa. Insieme ai marchigiani abbiamo fatto un percorso bellissimo e faticoso, tante questioni che ci hanno richiesto un cambio di passo radicale".
"Soprattutto all’inizio non è stato semplice, ma alla fine siamo riusciti a dare una svolta in positivo in tanti ambiti - aggiunge Latini -. Quel che posso dire è che sono stata sempre combattiva e determinata, anche quando questo ha voluto dire subire pesanti attacchi personali”.
"Ho parlato del "modello Marche", che deve diventare una strategia nazionale e che comprende progetti che fanno già parte del programma Lega. Credere - chiosa - è la premessa necessaria di ogni risultato".
"Ho voluto cominciare la campagna elettorale da qui non a caso, per ricordare che, a differenza di quello che si dice molto spesso sui media, abbiamo già dimostrato in territori come la regione Marche che la classe dirigente di Fratelli d'Italia è perfettamente in grado di dare le risposte che la sinistra non ha trovato per decenni".
Così Giorgia Meloni ha esordito nel suo comizio in piazza Roma, ad Ancona, con il quale ha aperto - proprio dalle Marche - la campagna elettorale di Fratelli d'Italia in vista delle elezioni di domenica 25 settembre.
La leader di FdI è stata introdotta sul palco dal presidente della regione Francesco Acquaroli, definito "uno dei migliori" anche a seguito della scelta, operata dalla sua Giunta, di investire sulla "ventilazione meccanica controllata nelle aule che ha abbattuto il rischio da covid dell’82,5%" mentre "gli altri pensavano a comprare i banchi a rotelle".
Il discorso di Meloni si concentra fin dalle prime battute sul forte senso patriottico che contraddistingue il suo partito, quel paradigma identitario e nazionalista che vuole difendere i cari vecchi valori del Bel Paese.
Tutto in contrapposizione – e opposizione, almeno al momento - di quella sinistra che non riesce a far altro che proporsi come la non-destra: “Non ci facciamo intimorire, ricattare o comprare e per questo facciamo loro paura. Temono di perdere il sistema di potere di che si sono costruiti negli anni e che, ora che non hanno più risposte, è l’unica cosa che gli resta”.
Tanti i punti programmatici e temi toccati dalla presidente nell’ora di comizio, tutti accomunati da un fil rouge linguistico e ideologico chiaro: presa di distanza dai metodi dell’amministrazione giallo-rossa e riappropriazione della sovranità e delle istanze di scelta in materia internazionale.
Confermata la forte contrarietà al reddito di cittadinanza: "Si è detto che io odio i poveri, ma non è così. Non credo che sia la soluzione, proprio perché voglio combattere la povertà. Voglio che la gente sia libera e che non dipenda dallo Stato. Uno Stato giusto non mette sullo stesso piano dell'assistenza chi può lavorare e chi non può farlo. Nei sistemi giusti l'assistenza si fa nei confronti di chi non può lavorare, per gli altri la vera sfida è proprio quella del mondo del lavoro".
"Dobbiamo mettere le persone nelle condizioni di assumere, di lavorare, di crescere. Penso che aiuterebbe un sistema di tassazione che dica alle imprese: 'più assumi e meno paghi' - precisa la leader romana -. Allo stesso modo bisogna abbattere il costo del lavoro, il salario minimo è solo uno specchietto per le allodole". "Perché i salari sono bassi in Italia? Perché la tassazione media è al 47,7%, se vuoi alzare il salario bisogna abbattere la tassazione", spiega.
In merito al clamore provocato dal recente video sul "diritto allo sport" e le tanto citate "devianze giovanili", la Meloni si difende: "Temo che Letta non conosca il significato della parola - dice -. Ma figuratevi se io, che obesa sono stata, possa considerare l'obeso come un deviato. Voglio, però, cercare di aiutare chi ha disturbi di tipo alimentare. A me cosa ha salvato? Lo sport. Lo stato deve interessarsi ai giovani, loro sono la prima fila. Abbiamo tolto loro tutto durante il covid, in un’età in cui questo impatta male".
"Siamo pronti a gestire dignitosamente il fenomeno dell'immigrazione illegale - afferma ancora -. Il tema dei profughi e il tema degli immigrati sono diversi e vanno affrontati come tali. Il debole in fuga dalla guerra non può essere confuso indistintamente con il migrante che, pur se in pieno diritto, è solamente in cerca di condizioni migliori. Se dall'Africa arrivano solo uomini, forse non stanno scappando dalla guerra. Lo dico da anni. Come abbiamo visto in Ucraina, dalle nazioni in guerra provengono in gran parte donne e bambini perché gli uomini restano a combattere".
La soluzione per Meloni è, quindi, "impedire le partenze, aprire in Africa degli hotspot e valutare chi abbia i diritti a partire e chi no, e poi distribuire i profughi che ne abbiano diritto in tutti i 27 paesi europei dell'Unione". In questo senso c'è una dura critica nei confronti della gestione del ministro Lamorgese, definita come "incarnazione di Caronte". "L’immigrazione è uno strumento nelle mani delle grandi concentrazioni economiche per tenere bassi gli stipendi. Questa non è integrazione, è sfruttamento”, dichiara.
Meloni sostiene anche che l’Italia avrebbe "allungato troppo le catene di approvvigionamento, rinunciando progressivamente al controllo delle proprie risorse" e demandando agli altri: “Al momento della crisi non eravamo padroni (termine usato troppe volte per essere un caso, ndr) di niente e ora ci troviamo in piena crisi energetica. Trovo assurdo - aggiunge - andare a comprare il gas in Algeria quando già ci sarebbe in Italia, nelle piattaforme dell’Adriatico. Quelle piattaforme sono ancora ferme per un mero ecologismo ideologico che sapeva solo dire di no a tutto”.
Dal punto di vista economico, Meloni parla di 'piani d’investimento' mirati a difendere le eccellenze del territorio e punta "sull’economia blu per rientrare nel mercato internazionale". In questo senso propone l'istituzione di un Ministero del Mare.
Si continua con l’elogio della “Qualità e del marchio, elementi distintivi per l’Italia nel mondo. Non dobbiamo assolutamente svendere quei marchi ma difenderli, proteggere queste ricchezze. Ritengo necessario investire nella formazione d’eccellenza per i giovani questo campo, non esiste in Italia una scuola d’alto livello che insegni il valore, l’arte che ci sono dietro”.
Il passaggio finale viene dedicato ai motivi che l'hanno portata a condividere sui suoi social il video dello stupro nei confronti di una donna ucraina avvenuto in pieno centro a Piacenza: "L'ho fatto per chiedere giustizia - afferma -, l'ho pubblicato perché non si vedeva nulla e poteva aiutare ad accendere i riflettori. Ora è partita un'indagine nei miei confronti, come se fossi stata io la fonte della notizia. Mi dispiace se la cosa può aver leso ulteriormente la vittima, ma perché la domanda la fate a me e non alla stampa che ha pubblicato il video?".
Poi l'attacco: "Il video dell'omicidio di Alika fu reiteratamente pubblicato senza essere oscurato, ma faceva comodo alla sinistra. Perché in quel caso non sono partite indagini? È un po' spaventoso quando ti rendi conto che in questo Paese non tutti hanno lo stesso trattamento, la mia personale battaglia in questa Nazione è rivendicare che tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti, a prescindere dalla tessera di partito che hanno in tasca". L'evento si chiude con la salita sul palco di tutti i candidati marchigiani in corsa alle prossime elezioni del 25 settembre e l'inno di Mameli che risuona in filodiffusione nella piazza anconetana.
Sono una ventina i partiti e movimenti che hanno presentato liste per le elezioni politiche del 25 settembre alla Corte di Appello di Ancona alla scadenza delle ore 20:00 di ieri. Numerose le new entry tra i candidati, diversi i catapultati da fuori regione e alcune conferme.
Non molti i maceratesi in lizza per un posto in Parlamento, la maggior parte dei quali rischia di rimanere fuori. Se nel 2018 erano stati cinque i candidati del territorio a fare il loro ingresso alla Camera e al Senato, alle prossime elezioni del 25 settembre rischiano di essere molti meno.
Hanno chance di farcela Irene Manzi, capolista del Partito Democratico alla Camera ed Elena Leonardi, candidata di Fratelli d’Italia nel collegio uninominale Marche sud (che comprende le province di Macerata, Ascoli e Fermo) del Senato. Buone possibilità anche per l’assessore regionale delle Lega, l'ascolana Giorgia Latini, candidata al collegio uninominale della provincia di Macerata.
Per tutti gli altri candidati, almeno stando ai sondaggi delle ultime settimane, la strada è decisamente in salita. Rischia di non essere eletto il vicesindaco di Civitanova Claudio Morresi che è stato inserito da Forza Italia al quarto e ultimo posto del listino per il proporzionale.
Sorte analoga per l’altra candidata civitanovese Mirella Emiliozzi. La deputata uscente sarà al quarto posto del listino del proporzionale per il Movimento 5 Stelle, ma in più è stata scelta anche per correre al collegio uninominale di Macerata come rappresentante pentastellata.
Anche in questo caso molto difficile l’elezione, dovendo sopravanzare i candidati del centrodestra come Giorgia Latini appunto, del centrosinistra (l’ex rettore di Unicam Fulvio Esposito), e del terzo polo Azione-Italia Viva che schiera Mariano Calamita, sindaco di Appignano.
Per quanto riguarda il collegio uninominale Marche Sud (Macerata, Fermo e Ascoli) al Senato la sinistra candida la maceratese Mirella Gattari, ex presidente regionale della Confederazione italiana dell'agricoltura (Cia). Il centrodestra risponde con la consigliera regionale di Fratelli d'Italia Elena Leonardi (FdI - Lega - Noi Moderati - Forza Italia).
Seguono Roberto Cataldi (Movimento 5 Stelle), Fabio Urbinati (Azione-Italia Viva), il maceratese Andrea Spalletti (Italexit), la maceratese Elena Compagnucci (Unione popolare con De Magistris), Filippo Pannelli (Italia sovrana e popolare).
Per i tre posti da assegnare nel collegio proporzionale Marche del Senato il Partito Democratico schiera Alberto Losacco (catapultato dalla Puglia), Rosetta Fulvi e Daniele Vimini; Verdi e Sinistra italiana va con Caterina Di Bitonto, il maceratese Michele Verolo, e Maria Rosa Conti.
'Impegno Civico Di Maio' candida Primo Di Nicola, Antonella Giordano e Piermario Bagoncelli Ottaviani; +Europa presenta Pierpaolo Loffreda, Stefania Onorato e Paolo Luzietti; il Terzo Polo Fabio Urbinati, la morrovallese Rosita Platinetti e Alessandro Bagoni.
Movimento 5 Stelle va con Roberto Cataldi, Veruschka D’Ascenzio e Sergio Romagnoli; Fratelli d’Italia con Guido Castelli, Romina Gualtieri e Pasquale Ricchiuti; Lega con Mauro Lucentini, la maceratese Laura Laviano e Alessandro Amadio.
Forza Italia schiera Jessica Marcozzi, Gianluigi Tombolini e Alessandra Di Emidio; Noi Moderati con Tablino Campanelli, Tiziana Riservati e Girolamo Martino; Italexit con Enzo Palladino, Emanuela Merli e Andrea Spalletti; Italia sovrana e popolare con Fabio Pasquinelli, la tolentinate Paola Raponi (candidata anche all'uninominale) e Luciano Meconi.
Partito Comunista con Patrizia Serafini e Gianfranco Mancini; Alternativa per l’Italia con la maceratese Cristiana Di Stefano, Gabriele Cinti e Rita Boccia; Unione popolare con De Magistris a schierare Davide Fiordelmondo, Alejandra Patricia Arena e Raffaelino Tumino.
Al proporzionale della Camera il Pd presenta la maceratese Irene Manzi, Augusto Curti, Alessia Morani e Antonio Gritto; Verdi Sinistra Luisa Serroni, il tolentinate Sandro Bisonni, Gioia Santarelli e Pier Francesco Corvino; Impegno Civico Di Mario Patrizia Terzoni, Roberto Biagiotti, Anita Likmeta e Stefano Catini; il Terzo Polo è al via con Tommaso Fagioli, Maria Rita Morganti, Fabio D’Erasmo e Maria Ambrogini; il Movimento 5 Stelle con Giorgio Fede, Rossella Accoto, Gabriele Santarelli e Mirella Emiliozzi.
Fratelli d’Italia schiera Lucia Albano, Antonio Baldelli, Rachele Silvestri e Andrea Balestrieri; la Lega va con Riccardo Marchetti (dall'Umbria), Elena Campagnolo, l'ex sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini e Silvana Ghiretti; Forza Italia con Valentina Vezzali, l'assessore regionale Stefano Aguzzi, Donatella Forlini e Claudio Morresi.
Noi Moderati con Giulia Marchionni, Franco Rosini, Anna Virginia Vincenzoni e Paolo Piccinelli; Italexit con Massimo Gianangeli, Michele Carota, Valerio Medici e Daniela Rastrelli; Italia sovrana e Popolare con Marco Rizzo, la civitanovese Marianella Fioravanti, Stefano Rosati e Catia Jachetti; Partito Comunista con Roberta Coletta, Ruggero Giacomini (originario di Sarnano), Michela Procaccini (residente a Esanatoglia), Daniele Cardinali (candidato nell'uninominale per il collegio di Macerata) e Marco Pucci.
Alternativa per l'Italia candida Fabio Sebastianelli, la docente Unimc Clara Ferranti, Oscar Piergallini e Lorena Narcisi; 'Unione popolare con De Magistris', infine, schiera Arianna Buda, Gianmarco Mereu, Barbara Michieluzzi e Giovanni Fraticelli.
Il segretario federale della Lega Matteo Salvini presenterà domani pomeriggio a Pesaro i candidati delle Lega Marche alle prossime elezioni politiche nelle liste uninominali e proporzionali di Camera e Senato. L'appuntamento è presso l'Hotel Excelsior di Pesaro, Lungomare Nazario Sauro 34, alle ore 16:00. All'incontro saranno presenti i rappresentanti del partito e i candidati.
Nel frattempo il commissario della Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti, denuncia nuovi atti di vandalismo questa volta alla sede del partito ad Ancona. "La scorsa settimana qualche vandalo ha apposto adesivi sulla vetrata e forzato l’interruttore della saracinesca della sede della Lega di Fermo - ricorda il Commissario della Lega Marche - oggi hanno imbrattato la targa della nostra sede regionale di Ancona”.
“Si tratta di atti di violenza che non colpiscono soltanto il nostro movimento, ma rappresentano un oltraggio alla libertà di pensiero - sottolinea Marchetti - noi non ci lasceremo di certo intimorire e continueremo a difendere le nostre idee con ancor più determinazione”.
“Le elezioni si avvicinano e è evidente che qualche democratico non riesca ad accettare che gli italiani sono al nostro fianco” - conclude -. “Abbiamo valori che non siamo disposti a rinnegare, ma a differenza di chi tenta di metterci il bavaglio, ci batteremo sempre affinché anche coloro che hanno opinioni diverse dalle nostre siano liberi di sostenerle”.
Mario Adinolfi, co-fondatore con Simone Di Stefano di Alternativa per l’Italia, ha comunicato il deposito delle liste che concorreranno alle elezioni del 25 settembre. "Stiamo completando in queste ore in tutte le Corti d’Appello delle varie regioni la consegna delle liste di Alternativa per l’Italia per le prossime elezioni politiche", ha annunciato.
"Simone ed io abbiamo scelto di presidiare Roma, io come capolista e candidato al Senato, Di Stefano come capolista e candidato alla Camera. Ma siamo entrambi orgogliosi della squadra di seicento cittadini liberi che si sono candidati con Alternativa per l’Italia in tutto il Paese, pagando anche prezzi per questa loro scelta politica difforme dai diktat del mainstream" aggiunge Adinolfi.
Nelle Marche, al Senato, capolista è Cristiana Di Stefano, "disabile che rifiuta la campagna per la mattanza di Stato dei disabili chiamata suicidio assistito o eutanasia, chiedendo piuttosto un’attenzione sociale tutta diversa per i portatori di handicap gravi - conclude Adinolfi -. Per la Camera nelle Marche in testa alla lista c’è il dirigente del Popolo della Famiglia, Fabio Sebastianelli".
"Abbiamo consegnato ieri mattina le liste - aggiunge lo stesso Sebastianelli -. Raccogliere più di 800 firme in soli 20 giorni è stato un lavoro faticoso ma ci siamo riusciti rinunciando a ferie e sonno, solo per dare ai cittadini, che ancora credono nella libertà e nella democrazia, una valida Alternativa ai soliti (partiti) noti".
Questa è la lista dei candidati marchigiani. Plurinominale Camera: Fabio Sebastianelli, Clara Ferranti, Oscar Piergallini, Lorena Narcisi. Uninominale Camera per le province di Ascoli /Fermo, Oscar Piergallini; Macerata, Clara Ferranti; Ancona, Fabio Sebastianelli; Pesaro, Lorena Narcisi. Plurinominale Senato: Cristiana Di Stefano, Gabriele Cinti, Rita Boccia, Domenico Gallo. Uninominale Senato: per la provincia di Macerata/Ascoli/Fermo, Cristiana Di Stefano; Ancona/Pesaro, Gabriele Cinti.