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Politica Macerata

Il Consiglio delle donne 'silenziato' dalla maggioranza: "Ci hanno tolto la possibilità di decidere"

Il Consiglio delle donne 'silenziato' dalla maggioranza: "Ci hanno tolto la possibilità di decidere"

Con un colpo di mano, la maggioranza ha apportato delle modifiche del regolamento al Consiglio delle Donne di Macerata, organo consultivo che da 11 anni si occupa di sensibilizzare la società sulle tematiche di genere, sulla lotta alla violenza in ogni sua declinazione, sulla valorizzazione del ruolo femminile in tutti i campi.

A tal fine il Consiglio delle donne ha da sempre organizzato numerose iniziative sul territorio, tra cui letture, incontri con psicologi, dibattiti e seminari (consultabili sul sito web); un programma così attivo che vede una media di due eventi al mese, con la partecipazione di esperti e testimonianze. Un numero di eventi virtuosamente cospicuo che, come racconta la presidentessa Sabrina De Padova, è stato paradossalmente contestato per essere tale, in altre parole: troppi eventi.

Il rispetto e la parità di genere - ha detto De Padova - non si ottengono con iniziative sporadiche o con l’inasprimento delle leggi, ma con un’operazione culturale e sociale che coinvolga in maniera capillare tutti e tutte, fin da quando si è piccoli”.

Il nuovo regolamento, approvato a maggio - insolitamente - in corso di mandato, prevedrebbe che tutte le proposte debbano essere presentate dalle partecipanti al Consiglio e sottoposte al vaglio e al voto delle sole consigliere e assessore di maggioranza.

Questo significa che le rappresentanti delle oltre trenta associazioni di categoria, che hanno sempre contribuito attivamente al lavoro del Consiglio, sono state escluse dalla facoltà decisionale e relegate più a un ruolo di spettatrici.

Quando si mette in atto una modifica, dunque si imprime un cambiamento, sorge spontaneo un interrogativo: «Perché?». «Perché questa revisione del regolamento a discapito di persone attive sul territorio che apportano le loro esperienze in una realtà di bisogni?», si chiede la consigliera De Padova. 

Anche in questo caso una domanda la cui risposta è l’eco di sé stessa o meglio una clamorosa assenza da parte di tutti i componenti della Giunta durante la seduta dell'ultimo Consiglio delle donne del 7 novembre, svoltosi in forma telematica per favorire la partecipazione. 

Ma non è tutto. A causa di questa assenza, la seduta è stata dichiarata nulla, in quanto il nuovo regolamento impone la presenza della maggioranza per la validità delle deliberazioni.

"La Giunta non deve rendere conto a nessuno, spende cifre importanti di soldi pubblici senza consultarsi e così i vari consiglieri si ritrovano davanti a una lista di eventi già decisi", attacca De Padova. Basti pensare all'ingente somma versata dal Comune per l'organizzazione di alcuni eventi che, a detta di alcuni commercianti, sembrano non aver apportato grandi benefici alla città. Continua la De Padova "Si ha come l'impressione che con questa tipologia di eventi ci sia una tendenza a favorire una parte e non la collettività". "Noi, invece - chiosa la presidente - che facciamo delle iniziative gratuite per sensibilizzare su tematiche che dovrebbero coinvolgere trasversalmente la comunità, dobbiamo subire delle limitazioni".

Si tiene a precisare che il mettere in luce delle problematiche non è per gusto del bersaglio polemico a tutti i costi o lamentela cadenzata o, come a volte si può pensare, per gettare fango sull’’amata’ Macerata; al contrario, proprio in quanto 'amata', è una critica che vuole essere spunto costruttivo, colloquio contro gli ambigui quanto pericolosi ostacoli e chiusure.

 

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