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Politica Civitanova Marche

Civitanova, Ghio: "Basta la volontà, perché la salute merita qualcosa di più"

Civitanova, Ghio: "Basta la volontà, perché la salute merita qualcosa di più"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del candidato sindaco Stefano Ghio.

E’ passato qualche giorno dalla inaugurazione della DEA (medicina d’urgenza) e quindi, smaltita la sbornia da taglio del nastro, molto in voga in occasione delle campagne elettorali, si possono fare alcune considerazioni in favore di Civitanova e dei Civitanovesi. 

I giornali riportano che, in occasione della grande sbornia, il buon Cerescioli non ha fatto cenno all’ ospedale unico. Evidentemente il territorio non sarebbe stato molto contento, lo comprendo,  ma avrebbe almeno favorito, in termini di coraggio, il nostro Sindaco uscente (in tutti i sensi) di approfondire la sua posizione sull’argomento, e quindi di esprimere tutte le nostre rimostranze ad una soluzione che il Sindaco di Macerata dà sostanzialmente per acquisita.

Capisco l’imbarazzo visto che la Regione è governata da una maggioranza omologa a quella uscente e capisco l’imbarazzo di dover pure giustificare la decisione presa con l’ausilio di nostri  esponenti regionali (di Civitanova) sulla localizzazione dell’ospedale unico di Fermo, a poco più di 20 chilometri da Civitanova, che di fatto dà argomenti, seppur non condivisibili, a coloro che vogliono  mortificare le legittime ambizioni del nostro territorio. Ma a me sembra che la battaglia sulla riorganizzazione sanitaria non possa essere condotta solo con interventi saltuari ed ondivaghi in favore invece di  un dibattito coinvolgente e forte che coinvolga tutte le realtà sociali del territorio a garanzia di un comprensorio che ospita ormai quasi la metà della popolazione provinciale e che ha bisogno di servizi adeguati ed infrastrutture efficienti.

L’invito che mi sento di dover inviare a tutti i candidati sindaci ed ai loro sostenitori, alle parti sociali ed alla città ed al suo comprensorio è che la partita sulla riorganizzazione dei servizi sanitari è tutta da giocare e che Civitanova e la sua vasta realtà territoriale non dovrà essere ridotta a posizione gregaria a nessuno, né dovrà acconsentire che una decisione tanto importante possa essere poi alla fine rimessa al provvidenziale intervento di un software (quello in dotazione alla Regione) che laverà le mani a tutti quei politici che non sanno come motivare le loro scelte!

Nelle more di tale dibattito sul quale vogliamo essere protagonisti, ci sono però altre priorità che debbono essere prese in considerazione, al di là degli spot elettorali, e che riguardano i servizi che i cittadini, in questo caso civitanovesi, stanno ricevendo e che, questione che va sollevata sin d’ora, riceveranno nel periodo estivo.

Occorre chiedere all’ASUR di non farci vedere tra qualche settimana lo stesso film degli anni scorsi.

Nel momento in cui si realizzerà il maggior afflusso di persone nel nostro territorio con la conseguente maggior richiesta di servizio sanitario, si verificherà  la diminuzione del personale al lavoro per le dovute ferie, oltre che la diminuzione dei posti letto per l’urgenza e la chiusura di parte delle sale operatorie. Questo corto circuito non può rinnovarsi ogni anno perché una città che cresce deve poter contrare sulla sicurezza e l’adeguatezza dei servizi. Anche la chiusura dei punti di primo intervento (ad esempio Recanati)  impone una attenzione particolare visto che l’utenza (stimata a Recanati nel 2015 in 9.000 interventi pari alla percentuale de 30% rispetto ai 24.000 interventi annuali del nostro pronto soccorso) graverà sul pronto soccorso di Civitanova Marche che appare già in difficoltà nonostante la buona volontà degli operatori sanitari. Non è polemica riferire delle attese, anche di otto ore, dei cittadini che si recano al pronto soccorso, circostanza che offende le coscienze e la dignità delle persone e quella dei medici, impotenti rispetto ai numeri degli interventi che debbono fare.

Evidentemente servono più medici ed infermieri ed una migliore organizzazione dei servizi, ma non solo!

Al di là del Pronto Soccorso per altro vi sono altre sofferenze quali quelle del reparto oncologia dove i malati vengono assistiti in spazi che non garantisco condizioni dignitose ai malati ed  agli operatori, i primi addirittura costretti a socializzare la loro malattia e le loro cure in ambienti comuni ed inadatti. La sofferenza fisica non può essere aggravata dalla sofferenza psicologica  sempre presente di un malato oncologico. Dobbiamo sperare di non dover attendere un' altra occasione elettorale per vedere risolto questo problema.

Anche il reparto analisi ha precarietà logistiche visto che agli elevatissimi numeri di utenze giornaliere non corrisponde una struttura sufficientemente ampia ed attrezzata. Senza far torto agli altri reparti ho fatto solo due esempi che mal si coniugano con gli ampi spazi non utilizzati all’interno del nosocomio civitanovese che inspiegabilmente rimangono tali.

Non parlo solo dei 1200 mq che avanzano nell’ala nuova dell’ospedale, in parte utilizzata dalla medicina di urgenza inaugurata, che, realizzati da tempo, non hanno trovato alcuna pratica utilità, ma parlo del piano superiore al reparto di radiologia, un piano fantasma che si rileva solo ad un occhio attento con tutte le  finestre murate ed una scala antincendio che denuncia la presenza di un accesso.

Allora tra una fantasia ed un'altra, nel districarsi tra le sei proposte di zonizzazione dell’ospedale unico ed gli interventi in favore di tale ospedale a gratificare le ingenerose aspettative di Macerata, ci si chiede se vi sia uno spazio di attenzione per i problemi quotidiani dei cittadini, quelli che interessano ad un Sindaco, ma che dovrebbe interessare anche chi dispensa servizi sanitari.

I cittadini di Civitanova e del suo comprensorio non sono diversi da quelli di Pesaro ed Ancona, tutti hanno il diritto ai migliori servizi in  strutture adeguate,  e visto che l’Ospedale di Civitanova ha luoghi e spazi ove poter investire non si tollereranno più ritardi anche perché, forti nel dibattito sull’ospedale unico, saremo tanto bravi da non essere distratti rispetto ai servizi che, nei venti anni che ci separano da qualsivoglia altra riorganizzazione ospedaliera, possono crescere e migliorare.

Basta la volontà perché la salute merita qualcosa di più.

 

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