Nella sala “Guizzardi” della Camera di commercio di Macerata si è tenuto l’ultimo workshop gratuito di Digital marketing dedicato agli “strumenti collaborativi per le piccole e medie imprese” realizzato nell’ambito del progetto “Made in Italy – Eccellenze in digitale” promosso dalla Camera di commercio di Macerata in collaborazione con Unioncamere e Google.Andrea Tombesi e Paolo Roganti hanno illustrato gli strumenti digitali quali Google drive, Hangout, Dropbox, Trello, Evernote, utili a migliorare le performance lavorative, sia in autonomia che in team. Al termine del workshop il presidente della Camera di commercio Giuliano Bianchi ha consegnato l’attestato di partecipazione a coloro che hanno colto la sfida del percorso in digitale che l’Ente camerale di Macerata ha avviato da qualche anno insieme a Google e a Unioncamere per promuovere la diffusione della cultura del digitale e dell’innovazione alle Eccellenze del made in Italy, formandole sulle opportunità legate ad un utilizzo efficace degli strumenti dell’Ict. (Foto Si.Sa.)
Venerdì 8 aprile alle 21.15, nei locali del circolo Acli "Luigi Rocchi" vicino alla Cattedrale di San Catervo, è in programma un incontro dal titolo "I cittadini e il denaro".Partecipano Luciano Goffi, amministratore delegato di Nuova Banca Marche, e Massimo Biasin, ordinario di Economia Intermediari Finanziari all'Università di Macerata.L'ingresso è libero e aperto a tutti.
Raggiunto un accordo formale per il rilancio dello stabilimento AMCGG Gruppo Ghergo di Matelica. Fim, Fiom, Uilm, Rsu e proprietà hanno raggiunto oggi, mercoledì 6 aprile, un accordo su tre punti:l’avvenuta conferma dell’ordine di acquisto del nuovo impianto di verniciatura;il cronoprogramma aggiornato del disassemblaggio della linea di produzione dei serbatoi e il suo allineamento temporale con l’ installazione del nuovo impianto di verniciatura e sabbiatura;la firma del protocollo di intesa, che sancisce tutti gli impegni assunti nel precedente incontro in Regione Marche, prevista per venerdì 8 aprile.Resta da formalizzare nelle sedi opportune il successivo percorso di tutela dei lavoratorinel lungo periodo: accordo di ammortizzazione sociale per riorganizzazione e ristrutturazione, acquisto entro il mese di Maggio del nuovo impianto produttivo dei serbatoi, riqualificazione e formazione di tutto il personale, esigibilità degli accordi per tutto il periodo di riorganizzazione industriale.Sindacati e Rsu ringraziano i lavoratori per la forza e la coesione dimostrata sinora e ribadiscono che lo stato di agitazione rimarrà in essere sino al pieno compimento dell’intero progetto industriale di riorganizzazione e rilancio del sito di Matelica.«La lotta dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali – sottolinea Rocco Gravina segretario Fim Cisl – ha portato oggi al primo risultato verso un impegno concreto della proprietà a dare un futuro industriale al sito di Matelica».
Sulla base dell’articolato ed approfondito parere legale dell’avvocato Pizzirusso, l’Istituto di credito civitanovese ha inviato lettera di recesso parziale alla Iccrea Holding SpA, la società per azioni, costituita con i fondi delle BCC, italiane, per gestire e razionalizzare la fornitura di servizi alle BCC stesse.La BCC di Civitanova Marche e Montecosaro, dopo aver incaricato l’avv. Gerardo Pizzirusso per accertare eventuali responsabilità nel processo di riforma del credito cooperativo e valutare eventuali azioni tese a risarcire i danni subiti dalla stessa e dai propri soci, ha richiesto al medesimo consulente un parere legale circa la possibilità di recedere dalla società Iccrea Holding SpA in conseguenza delle modifiche statutarie approvate a Roma il 4 marzo dall’assemblea straordinaria dei soci.Iccrea Holding SpA è la società costituita, sotto forma di società per azioni, con i fondi delle banche di credito cooperativo italiane, ossia con i fondi della cooperazione creditizia, per gestire e razionalizzare la fornitura di servizi alle BCC e che spesso è stata da queste criticata proprio per l’inefficienza di alcune sue società partecipate nell’erogazione di tali servizi. Sulla base dell’articolato ed approfondito parere legale fornito dall’Avv. Pizzirusso, la BCC di Civitanova Marche e Montecosaro, in virtù del voto negativo espresso nel corso dell’assemblea tenuta a Roma il 4 marzo u.s., ha inviato lettera di recesso parziale alla Iccrea Holding SpA, ritenendo che siano stati radicalmente modificati i propri diritti partecipativi (visto quanto prevede l’art. 2437, comma 1 lett. g) codice civile) in relazione alle nuove modalità di nomina degli amministratori mediante l’introduzione del c.d. voto di lista che privilegia la lista degli amministratori uscenti e permette la presentazione di ulteriori liste solo da parte dei soci che, da soli o in concorso, raggiungano la soglia del 10 % del capitale sociale (a fronte di un vincolo di partecipazione alla società previsto per statuto nella soglia del 5 %). In sostanza, la BCC ritiene che, contrariamente a quanto avveniva prima delle modifiche introdotte con la citata delibera del 4 marzo u.s., le BCC di piccola e media dimensione non avranno più alcuna possibilità di incidere nella governance della società, soprattutto con la possibilità ora concessa a banche e società finanziarie diverse dalle BCC di entrare nella compagine sociale di Iccrea Holding SpA (a vantaggio, quindi, del potere degli amministratori in carica e/o delle BCC di grande e grandissima dimensione di presentare le liste degli amministratori candidati).Inoltre, nella medesima lettera di recesso parziale la BCC di Civitanova Marche e Montecosaro ha invitato il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale di Iccrea Holding SpA ad impugnare la delibera del 4 marzo per vizi procedurali che, vista la sussistenza del diritto di recesso sorto in capo ai soci, non hanno consentito agli stessi di agire informati non solo sulla possibilità di recedere ma anche in merito al valore di liquidazione delle azioni in conseguenza del predetto recesso.A parere della BCC, tali fatti sono ritenuti ancora più gravi in relazione all’autocandidatura di Iccrea Holding SpA a rivestire il ruolo di capogruppo unica delle BCC italiane, proclamata proprio il 4 marzo al termine dell’assemblea chiamata a modificare lo statuto della stessa e prima ancora di conoscere il contenuto definitivo della riforma delle BCC, ossia il decreto legge 14 febbraio 2016 18, approdato al Senato della Repubblica Italiana dopo essere stato sostanzialmente modificato alla Camera dei Deputati. La BCC di Civitanova Marche e Montecosaro, da sempre convinta sostenitrice della necessità di far valere i concetti di efficienza e meritocrazia della capogruppo, auspica che le BCC virtuose che non hanno partecipato alla delibera modificativa dello statuto di Iccrea Holding SpA facciano valere anch'esse il proprio diritto di recesso, che tra l'altro potrebbe consentire loro un importante beneficio in termini di plusvalenza imputata a conto economico. Per contro, per le altre consorelle virtuose che hanno inconsapevolmente deliberato le modifiche statutarie del 4 marzo scorso, si spera possano sollecitare anch’esse gli organi sociali della predetta Iccrea Holding SpA ad agire, a tutela dei diritti delle BCC di piccole e medie dimensioni e nell’ottica di una vera e propria solidarietà cooperativa, per l’impugnativa di una delibera che si appalesa manifestamente contraria alla legge ed allo statuto.La finalità che si prefigge la BCC di Civitanova Marche e Montecosaro è quella di coinvolgere le altre consorelle ad occuparsi della questione più importante che rimane sul tavolo della riforma: la governance della capogruppo che rischia di rimanere in mano alle grandi BCC e a quelle amministrate da coloro che hanno dimostrato di non aver correttamente gestito le proprie BCC.
I lavoratori dello stabilimento AMCGG di Matelica hanno confermato lo stato di sciopero durante l’assemblea che si è tenuta lunedì 4 aprile. I dipendenti del Gruppo Ghergo proseguiranno la mobilitazione fino alla sottoscrizione del contratto di verniciatura e alla definizione del cronoprogramma di smantellamento e di installazione dei nuovi impianti, ritenuti garanzia minima per la salvaguardia della produzione, in attesa del protocollo d’intesa da siglare in Regione.Sempre ieri mattina, presso lo stabilimento GI&E di Porto Recanati, si è svolto un incontro del tavolo tecnico per la definizione dell’ordine di acquisto del nuovo impianto di verniciatura e l’aggiornamento del cronoprogramma: si è andati ulteriormente nel merito delle valutazioni tecniche dell’impianto da acquistare, ma non si è arrivati alla definitiva firma dell’ordine né all’aggiornamento del cronoprogramma.
Chi dice che con la cultura non si "mangia"? Secondo gli ultimi studi elaborati dalla start up Twig sulla base dei dati sugli imponibili fiscali del 2014 e pubblicati la settimana scorsa dal Dipartimento delle Finanza, sono Camerino e Macerata le due città più ricche della provincia maceratese.Le due realtà cittadine, sedi di importanti ed antiche Università risultano avere il reddito annuo pro capite più alto nel maceratese: 20.237 euro a Camerino e 20.133 a Macerata. La media provinciale è di 15.854 euro.Recanati, altra città culturalmente impegnata guadagna il terzo posto con 18.112 euro. Solo il quarto posto per Civitanova Marche, con un reddito di 17.908 euro, dato in calo rispetto a qualche anno fa.Seguono poi, inaspettatamente, due piccole città montane, Sefro e Pioraco, rispettivamente con 17.850 euro e 17.798 euro, redditto riconducibile molto probabilmente al commercio della trota ed alle industrie cartaria.Tra le prime dieci anche Porto Recanati, (settima con 17.493 euro), Tolentino (ottava con 17.348 euro), Matelica (nona con 17.122 euro) e Castelraimondo (decima con 17.098).Tredicesimo posto per Corridonia (16.641 euro) e sedicesimo per Potenza Picena (16.539). Solo il ventitreesimo posto per San Severino Marche (16.248 euro).Tra i paesi con reddito inferiore ai 14mila euro: Cessapalombo (13.780), Poggio San Vicino (13.606), Monte San Martino (13.591), Monte Cavallo (13.245), Gualdo (12.711), Comuni che chiudono la graduatoria con le cifre più basse della provincia.Per visualizzare l'elenco completo dei 57 comuni delle provincia di Macerata clicca qui.
CREAMODAEXPO, l’evento fieristico dedicato ai componenti e agli accessori dei settori Pelletteria, Abbigliamento e Calzature, in programma a Bologna dal 12 al 14 Aprile, è stato presentato agli iscritti della sezione maceratese di Confartigianato Imprese.Il Direttore Organizzativo di CREAMODAEXPO Eliseo Monaco ha infatti incontrato gli artigiani della zona nel corso di una riunione informativa tenutasi nella sede di Civitanova Marche dell’associazione, alla presenza del Presidente Nazionale di Confartigianato Moda Giuseppe Mazzarella, del Presidente di Confartigianato Marche sezione Abbigliamento Daniele Macellari, del Presidente di Confartigianato Marche sezione Sartoria Lia Panichi e del Responsabile del Comparto Moda Paolo Capponi. Buona la partecipazione degli iscritti che hanno ascoltato con attenzione le parole di Eliseo Monaco che ha illustrato la storia e l’origine dell’evento fieristico, i tanti successi ottenuti finora e gli obiettivi futuri di questa manifestazione in continua crescita. CREAMODAEXPO infatti sta scaldando i motori in vista dell’imminente quarta edizione e sta raccogliendo le ultime adesioni fra le aziende che appartengono ai cinque macro-settori in cui sarà suddivisa, all’interno della fiera di Bologna, l’area espositiva: concerie, accessori, tessuti, componentistica, tecnologia e macchine. Per gli iscritti di Confartigianato che intendono aderire alla fiera sono previsti particolari sconti e agevolazioni, a partire da uno sconto del 25% sul prezzo di listino del costo dello spazio espositivo. Altre agevolazioni sono previste per il costo dello stand preallestito.CREAMODAEXPO presenterà in anteprima le nuove collezioni Primavera Estate 2017 a visitatori e professionisti del settore con le ultimissime novità esposte negli oltre 10.000 metri di superficie a disposizione. A pochi giorni dall’apertura della fiera, sono sempre più lusinghieri i numeri che la riguardano e che parlano di un aumento dei visitatori esteri e dei buyers già accreditati online, provenienti dall’Italia e da oltre quaranta paesi stranieri, dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi, passando per il Brasile e la Cina. La quota della presenza estera di visitatori, buyers e professionisti del settore ha infatti superato il 25 per cento del totale. Prosegue dunque con successo la strategia di CreaModaExpo nell’ambito dell’internazionalizzazione, sia a livello di aziende che di addetti ai lavori.Nel cuore della manifestazione bolognese, i riflettori saranno puntati anche sull’area ViviModa, curata dall’agenzia MAP Communication: uno spazio aperto sul mondo dei giovani, della formazione universitaria e delle aziende che innovano, con performance e sfilate tematiche su Arte&Design, Fashion, Green, Innovazione, Tecnologia e nuove Tendenze.Molte anche le adesioni al concorso “Innovare, la calzatura in divenire” rivolto a studenti e designer di età compresa tra 18 e 35 anni, indetto al fine di promuovere l’originalità e l’innovazione fra i giovani creativi. I vincitori verranno premiati a Bologna, nel corso della manifestazione.
Nuova tappa per gli incontri sul territorio organizzati da CNA Associazione Provinciale di Macerata e Fidimpresa Marche. Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 6 aprile 2016, alle ore 18, nella sede della CNA di Potenza Picena (SS. Regina, km.3), dedicato ai Contributi a fondo perduto e alle opportunità offerte dal POR_FESR 2014-2020 della Regione Marche.A dicembre 2015, infatti, la Regione ha approvato le modalità attuative del Programma Operativo (M.A.P.O) degli interventi POR_FESR 2014-2020 e sono quindi in fase di definizione i relativi bandi. In particolare, l’incontro intende segnalare il bando dell’Asse 3, Azione 8,1 che ha come obiettivo la realizzazione e commercializzazione di collezioni innovative nel settore del made in Italy.Ad aprire l’incontro sarà Federica Carosi, responsabile zonale di CNA Potenza Picena, a cui seguiranno gli interventi di Massimiliano Moriconi, direttore della filiale provinciale di Macerata di Fidimpresa Marche e di Paola Fava, responsabile area crediti speciali per Fidimpresa Marche Fermo e Macerata.
Inaugurata stamattina, al Centro Fiere di Villa Potenza, la terza edizione di “Marche Aziende Expo” dedicata alle eccellenze marchigiane. Taglio del nastro con l'assessore comunale Mario Iesari che si è complimentato per l'ottima organizzazione. L'evento è promosso dall'agenzia Cirix di Gianluca Di Iorio ed è uno spaccato delle produzioni locali e regionali, con un ampio spazio agli hobbisti e all'usato per un totale di oltre 260 attività rappresentate (arredo casa, auto e moto, servizi per le aziende, moda ecc...).La chicca della manifestazione è la Kitt resa famosa dalla serie televisiva Supercar degli anni '80, la cosiddetta macchina parlante che fa bella mostra di sé all'entrata della fiera e che arriva direttamente dalla Puglia dove un appassionato l'ha riprodotta con grande rispetto dei particolari. Tantissimi i curiosi oggi giunti per ammirarla. Ma molta attenzione è stata rivolta anche ai numerosissimi stand degli hobbisti e artigiani che propongono tanti oggetti realizzati a mano.“Marche Aziende Expo” sarà aperta anche domani con orario continuato, dalle 9, alle 20.00, l'ingresso è libero e durante la giornata sono previste dimostrazioni di beach tennis, nordic walking, karate, kick boxing.
Il rapporto di scambio e collaborazione avviato con la città cinese di Taicang, dopo la visita della delegazione maceratese svolta nel gennaio scorso, continua sul filone culturale e economico-commerciale. Sue Su, la manager incaricata dal governo di Taicang di vagliare i prodotti “Made in Macerata” da far conoscere nella città cinese, ha incontrato oggi, sabato 2 aprile, alla Civica Enoteca i produttori di vino, olio e food del territorio della provincia di Macerata e nel pomeriggio le aziende di pelletteria e accessori. La visita è stata organizzata dalla Ex-it, dal Comune di Macerata e dalla Camera di Commercio. Già dalla prossima settimana Sue Su si recherà a Taicang per incontrare i leader politici locali e riferire sulla sua visita a Macerata e alle aziende del territorio e per pianificare le prossime azioni di sviluppo reciproco anche in previsione della visita del vice sindaco di Taicang nei primi giorni di maggio. Presenti le aziende produttrici di Olio Extra vergine di oliva Gabrielloni Recanti, Natali Civitanova, Cartechini Montecassiano e di vini Terre di San Ginesio San Ginesio, Caonà, Loro Piceno, Santori Monte San Giusto, Santa Cassella Potenza Picena, Il Pollenza Tolentino, Montesanto Potenza Picena, Belisario Matelica, Gagliardi Matelica, Il Lorese Loro Piceno. I vini e oli proposti sono stati abbinati ai piatti della cucina cinese, pensando appunto ad una diffusione in Cina del prodotto.Incontro proficuo stamattina anche con la preside del Liceo Classico “Giacomo Leopardi” di Macerata Annamaria Marcantonelli, con cui insieme all’assessore Stefania Monteverde ed agli insegnanti Daniele Massaccesi , Nicoletta Nardi Nocchi e Huang Ping, sono state pianificate le iniziative di scambio da svolgere durante l’estate prossima. Saranno, infatti, nella nostra città da fine luglio ai primi di agosto, un gruppo di giovani cinesi interessati ai settori sport (calcio) e arte. Nell’ambito di quest’ultimo gli studenti delle classi di cinese del liceo maceratese saranno coinvolti per lo scambio con studenti cinesi di Taicang. (ap)
E' proprio vero che fa molto più rumore un solo albero che cade che una foresta che cresce.Questa è la metafora che probabilmente meglio descrive l'attuale situazione degli esercizi commerciali del centro storico di Macerata. Esercenti, gestori e commercianti non ci stanno a dare un'immagine di un centro morente quando la realtà dei fatti, malgrado la congiuntura internazionale negativa e pesante per tutti, starebbe invece a dimostrare il contrario.La loro è una reazione di orgoglio, di dignità e un segnale di grande speranza, per chi, e sono tanti, ancora crede che il cuore pulsante della città possa essere un vero polo attrattivo per lo shopping di tutti i giorni. E puntano il dito su chi invece vorrebbe dare un'immagine distorta della realtà.“Ci sono state constatazioni infelici e improprie, che hanno provocato sdegno tra noi commercianti” racconta Elisa Bolognesi, rappresentante maceratese della Confcommercio e titolare di Multilingue, scuola di lingue in Corso Cavour, “soprattutto perché rappresenta una situazione non veritiera. Molte attività che ultimamente sembrano aver cessato di esercitare, in realtà non hanno mai chiuso la partita IVA, perciò da un punto di vista fiscale sono ancora attive e si sono semplicemente trasferite perché hanno trovato locali migliori o condizioni più vantaggiose, non necessariamente nei centri commerciali. Per esempio la Geox in Corso Cavour ha lasciato di recente la sua sede ma riaprirà nei locali dove si trovava Terranova, sempre nella stessa via. Squarciando il velo dell’apparenza e soprattutto, approfondendo i numeri ufficiali della Confcommercio provinciale, la situazione è ben diversa. I numeri sono a disposizione di chiunque voglia approfondire, la trasparenza è totale. Non si può parlare senza documentarsi. A livello mediatico ovviamente è molto più d’impatto una serranda chiusa che una aperta, ma posso affermare con certezza che alla base di tante chiusure c’è il fisiologico turn-over di titolari che magari semplicemente vogliono andare in pensione. Ovviamente ci sono anche imprenditori improvvisati che aprono la partita IVA pensando che sia una passeggiata gestire un’attività, e purtroppo, sono costretti a chiudere poco dopo.” Continua Elisa Bolognesi: “Come rappresentante della camera di commercio posso assicurare che lo sforzo è provinciale. Tutti stanno dando il massimo per potenziare l’offerta e l’attività turistica”. Elisa BolognesiIl centro storico di Macerata checché se ne dica, pullula di locali e negozi. In pochi kilometri quadrati, circa 3, si trovano ben 240 attività commerciali perfettamente attive e funzionanti, numeri assai competitivi se pensiamo che il Cuore Adriatico, il centro commerciale più grande del centro Italia, all’incirca nella stessa superficie, ospita un’ottantina di negozi. Ovviamente un piccolo centro storico come quello maceratese non può competere con un mega centro commerciale facilissimo da raggiungere, con parcheggi comodi e gratuiti e aria condizionata. Ma l’offerta che vi si trova è totalmente differente: i brand famosi ed economici presenti nei centri commerciali indubbiamente attraggono un pubblico più giovane, ma le proposte del centro storico sono più ricercate e di nicchia.“Sono presenti attività di eccellenza, le stesse da decenni” - dice Federico Lelli Ferretti, il proprietario della centralissima Galleria Ferretti, corniciai da tre generazioni - “quello che il centro offre è la qualità. Le attività che stanno resistendo alla crisi sono queste, le attività storiche, non i negozietti improvvisati. Con i commercianti del centro storico inoltre abbiamo creato un portale, (www.maceratae.it) già attivo, dove tutti i negozi mostrano offerte e prodotti come una vetrina on line e dove a breve verrà attivata anche la funzione e-commerce. Il commercio sta cambiando, e ci stiamo adattando. Questo progetto di portale on-line legato al centro storico è il primo esperimento in Italia e siamo molto fieri. Non è possibile continuare a martoriare mediaticamente la città. Noi commercianti siamo stufi di questi brutti articoli su Macerata. Noi offriamo impegno, professionalità, un servizio di qualità e assortimento. E’ scorretto per chi svolge il suo lavoro seriamente e con passione puntare il dito sempre sul fallimento senza elogiare mai i successi. Siamo centinaia di professionisti che da anni si prodigano per combattere la crisi, che è sotto gli occhi di tutti purtroppo, per rendere Macerata una centro vivace ed accogliente”. Dello stesso parere Riccardo Pietroni, titolare dell'ottica Pietroni, punto di riferimento in città da 50 anni nel settore. Federico Lelli Ferretti Riccardo Pietroni"Spesso i titolari dei negozi vengono accusati di non essere in grado di gestire le attività, ma non è così ” – replica il titolare del centralissimo negozio Bulli e Pupe, Amedeo Patrassi – “ noi siamo tutti professionisti ma non possiamo combattere questa guerra da soli. L’assenza di parcheggi o il dipendente APM sempre pronto a multarti se sgarri di un minuto l’orario scritto sul bigliettino sono un forte deterrente per l’afflusso di persone in centro. Si preferisce andare nei centri commerciali perché, ovviamente, c’è parcheggio, è comodo, non c’è la salita. Tutte questioni note, che di certo non voglio stare qui a ripetere. Ma spesso le persone vanno lì per passeggiare e basta, sono pochi quelli che comprano davvero. Sarebbe auspicabile una sinergia di forze, una collaborazione tra tutti. Bisogna rimboccarsi le maniche, mettersi a tavolino, parlare della situazione e prendere delle contromisure”. Amedeo PatrassiLa crisi c’è, e si sente nelle belle vie impreziosite dai palazzi cinquecenteschi del centro storico. Ma i commercianti non vogliono mollare. Guardare “il bicchiere mezzo pieno” è uno dei tanti modi per non arrendersi e continuare a lottare. Ogni situazione, guardata da una diversa prospettiva, diventa multi sfaccettata e complessa. La superficialità non è mai un buon compromesso.
Un grande evento dedicato alla famiglia. Il Centro Fiere di Villa Potenza ospiterà sabato e domenica prossimi “Marche Aziende Expo”, uno spaccato della produzione nostrana arricchito da eventi adatti a bambini e adulti. Con oltre 260 espositori la manifestazione, giunta alla terza edizione, conferma la sua connotazione territoriale e multidisciplinare. La mostra-mercato sarà infatti accompagnata da iniziative di carattere sociale, sportivo e salutare. La fiera è stata presentata oggi nei locali della Provincia di Macerata, dall'organizzatore, Gianluca Di Iorio (Cirix), insieme a Mariano Colibazzi (beach tennis), Danilo Tombesi (nordic walking) Michail Pedrotti (Croce Rossa Italiana), Andrea Canzonetta (Ipsia “Frau” di Sarnano), Alberto Gagliardi (rivista Elixir) e Paolo Ionni (hobbista). Rappresentati svariati settori: arredo casa, giardinaggio, auto moto, enogastronomia, sposi, benessere, risparmio energetico, moda, edilizia, servizi per le aziende. E poi un ampio spazio agli hobbisti e artigiani (70 presenze) e all'usato (100 espositori). Tra le curiosità, sarà presente la Kit Super Car degli anni '80 (macchina parlante) per la gioia dei più piccoli; dimostrazioni FMI con il Moto Club Moretti; raduno Alfa Romeo (domenica mattina). Ampio spazio allo sport con dimostrazioni di beach tennis, nordic walking, ma anche karate e kick boxing. Nell'ambito sociale e sanitario la sezione della Croce Rossa Italiana proporrà mini corsi di formazione con lezioni di mezz'ora, al mattino, per imparare manovre salvavita pediatriche insieme ad una pesca di beneficenza per far fronte alle tante richieste di aiuto di famiglie maceratesi. Previsti convegni e approfondimenti in collaborazione con la rivista marchigiana Elixir sui temi dell'inquinamento elettromagnetico e le proprietà benefiche del tè verde. Coinvolta la scuola Ipsia “Renzo Frau” di Sarnano (con succursali a San Ginesio e Tolentino) che nell'ambito di una proficua attività di sensibilizzazione degli studenti alla guida sicura, porterà in fiera un'Alfa 156 twin spark in allestimento per partecipare alla Sarnano-Sassotetto del I maggio prossimo. L'evento sarà ad ingresso libero per permettere a tutti di conoscere le produzioni locali e regionali.
Un altro sequestro, questa volta per un ammontare di 3,5 milioni di euro, a carico dell'ex direttore generale di Banca Marche Massimo Bianconi.Lo hanno eseguito il 24 marzo scorso il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Ancona e il Nucleo valutario di Roma. Il provvedimento, disposto dalla Procura di Ancona nell'ambito dell'indagine stralcio per l'ipotesi di corruzione tra privati, riguarda polizze fiduciarie intestate alla moglie di Bianconi ma, secondo l'accusa, riconducibili all'ex manager della vecchia Bm. Il procedimento, parallelo all'indagine 'madre' sul crac dell'istituto marchigiano, in cui sono indagate 36 persone, coinvolge per la stessa accusa anche gli imprenditori Vittorio Casale e Davide Degennaro. L'udienza preliminare proseguirà il 20 aprile. Si sono costituite parti civili la Nuova Banca Marche, le Fondazioni Carisj e CariPesaro oltre ad investitori e risparmiatori, alcuni dei quali tramite il legale dell'Adusbef. (Ansa)
Non studiano e non lavorano. Sono 43.931 i giovani marchigiani tra i 15 e i 29 anni 'neet'.Sono quelli che hanno terminato il ciclo di studi o lo hanno interrotto prematuramente e non sono inseriti in alcun percorso lavorativo o formativo. Delusi dalle precedenti esperienze nemmeno cercano più attivamente un'occupazione. Un giovane marchigiano su 5 (19,8%), secondo il Centro Studi della Cna, che ha elaborato i dati Istat tra il 2008 e il 2015, si trova in questa condizione (il 25,7% i Italia). "La situazione - commentano il presidente della Cna Marche Gino Sabatini e il segretario Otello Gregorini - è migliorata negli ultimi 12 mesi, con i giovani 'neet' passati da 45.323 a 43.931 e 1.392 che hanno trovato un'occupazione nelle imprese della regione grazie alle agevolazioni alle assunzioni previste dal Jobs Act. Con la riduzione degli sgravi contributivi per le imprese, che nel 2016 scendono in media da 8 mila a 3 mila euro per ogni neoassunto, temiamo che il numero dei giovani senza lavoro torni a salire". (Ansa)
Secondo dati Istat elaborati dalla Cgil, sono 625 mila gli occupati nelle Marche nel 2015 (354 mila uomini e 271 mila donne): 16 mila in agricoltura, 182 mila nell'industria, 35mila nelle costruzioni e 391 mila nei servizi. Rispetto al 2014 il numero è pressoché invariato (-0,1%, +0,8 media nazionale): +0,8% gli uomini e -1, 2% le donne. I lavoratori dipendenti sono 455 mila (-2,4%), quelli autonomi 170 mila (+6,7%). Tra i lavoratori dipendenti crescono solo gli occupati in agricoltura (+5,2%), negli altri settori diminuiscono: -4,4% nell'industria, -0,6% nei servizi, -13,6% nelle costruzioni. Il tasso di occupazione nel 2015 è del 62,1% (56,3% media nazionale, 61,4% media centro Italia), in lieve aumento sul 2014.Si consolida il divario tra il tasso di occupazione maschile (70,3%, in lieve aumento sul 2014) e femminile (54%, in leggero calo sul 2014). Entrambi gli indicatori per le Marche si attestano su livelli superiori alla media nazionale. Le persone in cerca di occupazione sono 69 mila (-1,6%, -6,3% media nazionale). Le donne sono 34 mila (49,1% del totale), l'8,1% in meno rispetto al 2014 (variazione media nazionale -8,7%); per gli uomini, al contrario, il numero di quelli in cerca di occupazione aumenta del 5,5%, in controtendenza con la variazione nazionale del -4,2%.Nel 2015 il tasso di disoccupazione è pari al 9,9% (11,9% media nazionale): 11,1% per le donne (12,7% Italia) e 9% per gli uomini (11,3% Italia).(Ansa)
Controlli dei carabinieri in due aziende gestite da cittadini cinesi a Montecassiano e Corridonia nella serata di ieri. Scoperti al lavoro minori e carenza dei requisiti di sicurezza sul lavoro.I carabinieri della Compagnia di Macerata unitamente a quelli dell’Ispettorato del Lavoro, oltre al personale della Direzione territoriale del Lavoro, hanno eseguito un controllo nelle due aziende, che operano nel settore della pelletteria quella di Montecassiano e nell'abbigliamento quella di Corridonia.Durante le operazioni, i militari e l’ispettore del lavoro hanno controllato 30 lavoratori e scoperto alcune violazioni di carattere penale.In particolare, nell’azienda di Montecassiano non erano stati rispettati i requisiti di sicurezza sui posti di lavoro perchè mancavano i dispositivi di protezione collettiva.In quella di Corridonia, invece, sono stati scoperti due minori che lavoravano in ore notturne, in violazione delle normative vigenti. Inoltre, due stranieri erano privi del permesso di soggiorno pur avendo ricevuto autorizzazione a rimanere per un tempo determinato sul territorio nazionale.Oltre alle violazioni penali, per le quali ora i titolari dovranno rispondere davanti alla magistratura maceratese, l’azienda di Montecassiano è stata anche destinataria di una sanzione amministrativa di oltre 7.000 euro in quanto utilizzava due lavoratori “in nero”.Sono in corso ulteriori verifiche da parte dei militari dell’Ispettorato del Lavoro sulle posizioni contributive.
Ieri, 24 marzo 2016, presso la sala del Consiglio Comunale di Matelica, alla presenza della giunta Comunale e del Sindaco Alessandro del Priori, del Dirigente Regione Marche P.F. Lavoro e Formazione, Fabio Montanini, del signor Luciano Ghergo Presidente della Antonio Merloni CGG SpA, delle OOSS, FIM FIOM e UILM territoriali, le RSU dello Stabilimento di Matelica e di quasi la totalità dei lavoratori dello stabilimento stesso, si è tenuto il previsto confronto in merito al destino dello stabilimento di Matelica.La proprietà ha ribadito per “l’ennesima volta” l’intenzione di sostituire l’attuale impianto già venduto, con l’acquisto di un nuovo impianto produttivo e di verniciatura, tecnologicamente più avanzato, garantendo un futuro per il sito e impegnandosi a non avviare lo smantellamento della linea produttiva sino a definizione dell’ordine di acquisto. Inoltre ha promesso che il piano industriale garantirà il pieno mantenimento dei livelli occupazionali, anche attraverso l’implementazione dell’attività di rigenero dei serbatoi usati, confortato a suo dire da una rilevante e aumentata richiesta del mercato. Le istituzioni comunali hanno garantito il massimo impegno per il mantenimento della destinazione d’uso ad attività produttiva industriale, per tutto l’attuale perimetro aziendale in caso di future cessioni di porzioni dello stesso che la riorganizzazione del sito potrebbe generare. La Regione Marche si è fatta garante della sottoscrizione di un Protocollo di Intesa che dovrà definire puntualmente e impegnare le parti al rispetto delle possibili intese. Le OOSS e le RSU in rappresentanza di tutti i lavoratori dello stabilimento di Matelica, hanno richiesto: - cronoprogramma, sia dello smontaggio della vecchia linea che del montaggio dei nuovi impianti e la coincidenza dei tempi al fine di attenuare i disagi economici per i lavoratori; - ordine di acquisto degli impianti (produzione e verniciatura), con clausola di non rescissione; - definizione di strumenti quali ammortizzatori sociali per la tutela retributiva dei lavoratori, affiancati a percorsi di formazione e riqualificazione professionale dei dipendenti, al fine di attenuare l’inevitabile impatto occupazionale che l’avanzamento tecnologico e la ridotta capacità produttiva della nuova linea causeranno; - l’impegno a reinvestire nel perimetro aziendale il ricavo totale della vendita, condividendo e discutendo con le parti sociali il piano di investimento e rilancio della AMCGG.Al termine dell’incontro, l’assemblea dei lavoratori, ha deciso la totale astensione dall’attività lavorativa per le giornate del 29 e del 30 marzo (con presidio il 29 ai cancelli dello stabilimento a partire dalle ore 6 e con manifestazione il 30 alle ore 9 in Regione Marche), in attesa dell’esito dell’incontro tra istituzioni locali, regionali, azienda e OO.SS. e a supporto della definizione del Protocollo di Intesa promesso.
La Giunta regionale ha sbloccato 200 milioni di euro di pagamenti. Attraverso l’attività di bilancio “per competenza e per cassa”, le risorse sono state liberate nel corso della seduta odierna. La maggior parte (135 milioni) è riservata alla sanità, mentre altri 54,5 milioni sono destinati alla programmazione Fse 2014-2020 e 3,2 milioni riguardano le risorse del fondo nazionale per il trasporto pubblico. La quota rimanente (circa 7 milioni) consente pagamenti per far fronte alla gestione delle aree protette, agli interventi di difesa della costa, ai danni causati dall’emergenza neve del febbraio 2012 e per liquidare partener di progetti europei svolti. “Attraverso queste operazioni di gestione del bilancio, mettiamo a disposizione della comunità regionale risorse significative che consentono di far fronte a pagamenti a carico della pubblica amministrazione e liquidare spese già sostenute – afferma l’assessore Fabrizio Cesetti – Dietro a una gestione oculata del bilancio, fatta di controlli puntuali e rendicontazioni rigorose, c’è la possibilità di sostenere, concretamente, l’operatività e la crescita della comunità regionale”.
Sabato 26 marzo un pomeriggio all’insegna del divertimento insieme alle Superteppe che animeranno la passeggiata dei 17 punti vendita del CorridoMnia.Tanti giochi e una golosa caccia al tesoro attendono grandi e piccoli proprio nello spazio accanto al negozio Lindt, in questi giorni letteralmente preso d’assalto. Un simpatico laboratorio di coniglietti per poi divertirsi alla “caccia agli ovetti”. Ma il momento più atteso sarà alle ore 17.00, quando tutti i bimbi insieme alla mascotte Bunny potranno rompere l’Uovo Corridomnia e ricevere una delle centinaia di sorprese all’interno, oltre che gustare del buon cioccolato al latte.Il centro resterà chiuso la Domenica di Pasqua mentre sarà aperto Lunedi 28 , con orario 10.00-20.30.Non solo attività dedicate ai bimbi , prosegue infatti con successo la Rassegna d’arte N.2 che promuove e valorizza gli artisti, pittori e scultori del nostro territorio nello spazio Contemporary Marche Art al primo piano. La mostra è sempre visibile dall’esterno e aperta dal giovedì al sabato dalle ore 17.30-19.30.
Il credito cooperativo, costituito da 1.230.000 soci, va verso l’estinzione. La principale responsabilità è di coloro che sono ai vertici del sistema da oltre 30 anni, col contributo politico del PD. La BCC di Civitanova Marche e Montecosaro farà valere i propri diritti in ogni sede ed ha già conferito apposito incarico legale: così in una nota i vertici della Bcc civitanovese."Gli emendamenti e le modifiche introdotte nel corso dell’esame in sede referente stanno riportando il decreto legge n. 18/2016 alla struttura inizialmente proposta: Renzi e Padoan escono sconfitti, mentre Federcasse e Bankitalia appaiono come i vincitori. A parere di chi scrive, la riforma non conserva né i principi mutualistici e cooperativi né quelli di solidarietà e autonomia nel rapporto con i territori. Chi sconterà maggiormente le modifiche apportate in sede referente, saranno le BCC di piccola e media dimensione che hanno sempre operato correttamente ed onestamente a vantaggio dei propri territori, nonché dei propri soci, clienti e dipendenti. Come si fa a parlare di mutualismo, cooperazione e solidarietà quando, per una cooperativa bancaria, si impone l’obbligo di essere assoggettata a direzione e coordinamento di una società per azioni, probabilmente governata dai medesimi soggetti che hanno avuto il demerito di portare il sistema al collasso, destinatari di provvedimenti sanzionatori da parte della Banca di Italia e come unico scopo quello di assicurarsi il proprio potere?In un Paese normale ciò non succederebbe, in Italia invece è la regola.Un mostro giuridico che sarà presentato al parlamento per l’approvazione.Da un punto di vista tecnico-giuridico, il DL n. 18/2016 approvato dal Consiglio dei Ministri, seppur fortemente criticabile sotto diversi aspetti, era riuscito quanto meno a rispettare i principi di libera iniziativa economica sanciti dall’art. 41 della Carta Costituzionale ed a mitigare i rischi di incostituzionalità di cui all’art. 45, rischi, che risultano invece accentuati nel progetto di riforma proposto da Federcasse in condivisione con Bankitalia. Il premier Renzi e il ministro Padoan, nonostante avessero messo in discussione il principio della indivisibilità delle riserve attraverso il pagamento di un’imposta straordinaria comunque elevata per l’affrancamento delle riserve, concedendo 18 mesi di tempo alle BCC per decidere se entrare nel gruppo unico o trasformarsi in società per azioni (anche aggregandosi con altre), obbligavano, di fatto, le candidate capogruppo ad essere “appetibili” e a produrre un piano industriale serio, efficiente e nell’esclusivo interesse delle BCC e del Paese.Le modifiche apportate dalla commissione in sede referente, invece, oltre a calpestare gli articoli 41 e 45 della Carta Costituzionale, obbliga tutte le BCC a decidere, in appena 60 giorni dalla conversione in legge del DL, sull’eventuale esercizio della way out senza conoscere: a) chi sarà la capogruppo o le capogruppo, b) gli statuti, i piani industriali e la governance di queste, c) il contenuto minimo del contratto di coesione, la cui redazione è ora demandata alla Banca d’Italia. A parte quelle BCC per le quali la way out era stata pensata e introdotta appositamente nel DL (n. 14 aventi un patrimonio superiore a 200 milioni), tutte le altre (n. 350 bcc) di fatto non hanno più alcuna possibilità di scelta dal momento che, entro 60 giorni dalla conversione in legge del decreto, dovrebbero chiedere all’Organo di vigilanza di poter conferire l’intera azienda bancaria in una società per azioni che già rispetta i requisiti patrimoniali, che, si assicurerà la maggioranza dei voti della nuova s.p.a. bancaria, anche dopo il conferimento della piccola BCC. In altri termini, mentre per la costituzione della capogruppo si concedono 18 mesi di tempo dall’entrata in vigore delle norme attuative del MEF, a tutte le BCC che al 31 dicembre 2015 non possiedono un patrimonio netto di almeno 200 milioni di euro, a prescindere dalla propria solidità patrimoniale, viene chiesto di scegliere, probabilmente senza nemmeno avere il tempo di consultare i propri soci, tra morire nella sconosciuta capogruppo società per azioni o scomparire all’interno di una nuova società per azioni della quale nulla viene richiesto in termini di solidità patrimoniale e/o di efficienza e trasparenza. La way out, così come concepita, finirebbe per favorire solo quelle BCC con un patrimonio netto superiore a 200 milioni di euro, che sperano di assorbire quelle piccole e virtuose che intenderanno accodarsi. Quella che risulta attualmente, più che una possibilità di uscita dalla capogruppo società per azioni sembra un obbligo ad aderire ad una sconosciuta capogruppo, tanto più se si considera che occorrerà pagare addirittura un’imposta pari al 20% del patrimonio netto. E’ di tutta evidenza che si intende favorire l’autocandidatura di ICCREA Holding S.p.A. proclamata a Roma il 4 marzo scorso in occasione dell’assemblea straordinaria dei soci, ossia di quella società già costituita per razionalizzare la fornitura di servizi alle BCC e spesso criticata proprio per l’inefficienza di alcune sue società, oltre che per la scarsa trasparenza adottata nella gestione. Le reali finalità della riformaL’articolato e dettagliato quadro normativo proposto dai rappresentanti di Federcasse al governo lo scorso mese di ottobre non è mai stato condiviso con le BCC, quanto meno con quelle marchigiane. L’ulteriore prova della deliberata eterogenesi dei fini è rappresentata dall’introduzione della particolare norma, attraverso la creazione di un fondo temporaneo promosso da Federcasse, che amplifica ulteriormente i vizi di legittimità di una riforma che rischia di distruggere un sistema che opera da oltre 130 anni e che raggruppa 1.230.000 soci. Viene introdotto in sede referente l’articolo 2-bis, intitolato Fondo temporaneo delle banche di credito cooperativo, che dovrebbe “coadiuvare il processo di adeguamento alle riforme” introdotte con la conversione in legge; così si esprime lo stesso documento Dossier (http://documenti.camera.it/Leg17/Dossier/Pdf/D16018B.Pdf), dal quale sembrerebbe doversi desumere l’obbligo di adesione per tutte le BCC che non esercitano la way out al buio.In altri termini, sembrerebbe, ma il condizionale è d’obbligo perché la norma sembra scritta appositamente per non far comprendere, che nella fase transitoria, in vista della costituzione della o delle capogruppo, Federcasse possa gestire un fondo temporaneo al quale le BCC dovrebbero obbligatoriamente aderire, e dunque contribuire in termini economici e finanziari, per realizzare le finalità che successivamente si raggiungerebbero con l’appartenenza ad una capogruppo: sostenere le BCC in difficoltà e favorire processi di consolidamento e concentrazione delle BCC (processi, questi ultimi, che con la nuova way out vengono invece scoraggiati). Infine, si prevede che l’adesione al Fondo debba avvenire entro 30 giorni dalla data di approvazione del relativo statuto; da chi debba essere approvato lo statuto non è chiarito dalle norme che saranno sottoposte all’Aula di Montecitorio..Appare fin troppo logico ed evidente concludere che lo scopo della riforma sembrerebbe quello di imbrigliare le BCC piccole e virtuose, che sono la stragrande maggioranza, mantenendo il potere in mano a coloro che siedono ai vertici della cooperazione da oltre 30 anni e che spesso hanno mal gestito le loro banche!Le altre modifiche introdotte in sede referente.Ecco le altre modifiche emendative introdotte nel DL che, molto probabilmente, consentiranno la conversione in legge in tempi rapidi:è stata re-inserita la possibilità di costituire eventuali sottogruppi territoriali (ad es. Federazioni locali), facenti capo a una banca costituita in forma di società per azioni sottoposta a direzione e coordinamento della capogruppo;è stata introdotta la possibilità per le banche di credito cooperativo aventi sede legale nelle province autonome di Trento e Bolzano di costituire autonomi gruppi bancari cooperativi composti solo da banche aventi sede e operanti esclusivamente nella medesima provincia autonoma;non è più prevista la facoltà della capogruppo di nominare, di opporsi alla nomina o di revocare uno o più componenti, fino a concorrenza della maggioranza, degli organi di amministrazione e controllo delle società aderenti al gruppo, in casi eccezionali e motivati, ma diventa un’ordinaria facoltà della capogruppo che dovrà semplicemente motivare l’esercizio di tale potere. Anche questa modifica mal si concilia con i principi di cooperazione e mutualismo e, soprattutto, con l’autonomia nel rapporto con i territori;viene inserita la possibilità per la BCC di recedere dal gruppo, non contemplata invece per i soci delle BCC che non dovessero deliberare le modifiche dei propri statuti in adeguamento all’assoggettamento a direzione e coordinamento della capogruppo. Oltre alla Provincia di Bolzano (che potrà costituire un apposito gruppo), qualora nel resto d’Italia non si riuscisse a costituire almeno due gruppi l’unica alternativa, in caso di recesso, di fatto, resterebbe la liquidazione della BCC;è stato assegnato alla Banca d’Italia il compito di dettare disposizioni relative ai requisiti minimi organizzativi ed operativi della capogruppo, al contenuto minimo del contratto di coesione, alle caratteristiche della garanzia in solido delle obbligazioni assunte dalla capogruppo e dalle altre banche aderenti, al procedimento per la costituzione del gruppo e all’adesione al medesimo, oltre ai requisiti per la costituzione della capogruppo delle Raiffeisen. In sede referente, né la maggioranza né la minoranza hanno pensato ai rischi di legittimità costituzionale o a modifiche che prevedessero l’introduzione di banali concetti di meritocrazia per la governance della capogruppo. Tuttavia, di tutti gli atti parlamentari rinvenibili sul sito della Camera dei Deputati, bisogna riconoscere che l’unico ad aver centrato i rischi ed i vizi della riforma che sarà discussa questa settimana in parlamento è quello del relatore Angelo Busin, il quale ha predisposto un’interessante relazione (http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0039710.pdf). Le ultime flebili speranzeNella giungla giuridica di un complesso e farraginoso articolato normativo che non riforma le strutture che dovrebbero essere rifondate, appare comunque uno spiraglio nella norma con la quale si impone che la maggioranza del capitale della capogruppo deve essere detenuto dalle BCC. Tale spiraglio sembra uscito indenne dai numerosi emendamenti apportati dalla commissione in sede referente, tanto che, al momento, sembra non essere stata accolta la richiesta di Bankitalia, con la quale si prevedeva la possibilità per le autorità (MEF su proposta della Banca d’Italia) di autorizzare, per ragioni di stabilità, le BCC a scendere sotto la soglia della maggioranza del capitale della capogruppo nei casi di rilevanza tale da mettere a rischio la stabilità del gruppo o di sue componenti rilevanti. L’auspicio, a parere di chi scrive, è che nel credito cooperativo possano trovare accoglienza i principi contenuti nel progetto industriale che Cassa Centrale Banca ha presentato lo scorso luglio alla borsa valori di Milano e per il quale ha riscosso notevole successo durante il meeting di Bologna (https://www.cassacentrale.it/wcupload/cc/2015/meeting_bologna/MB_Comunicato_Stampa.pdf). La speranza di tante BCC serie, oneste e disposte a sacrificarsi per le consorelle in difficoltà (a condizione che vengano salvaguardati i principi di meritocrazia, mutualismo e autonomia nel rapporto con i territori) risiede quindi nella forza e nella convinzione che il board di Cassa Centrale Banca saprà mostrare nelle prossime settimane nel tentativo di imporre il proprio progetto industriale di capogruppo. Progetto che, al momento, resta ancora l’unico ad essere stato presentato alle BCC e a potersi vantare di innovatività, efficacia, serietà e trasparenza, e che presuppone anche la riforma dei soggetti esistenti (ad es. Iccrea Holding e Federcasse), come dichiarato dal presidente di Cassa Centrale Banca, Giorgio Fracalossi (http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/economia/2016/03/17/news/cassa-centrale-riforma-ora-o-facciamo-da-soli-1.13147342). Cosa ha deciso la BCC di Civitanova Marche e MontecosaroIn attesa della imminente conversione in legge del DL emendato (in peggio) e nella speranza che Cassa Centrale Banca riesca a soccorrere l’intero sistema del credito cooperativo, il Consiglio di amministrazione della BCC di Civitanova Marche e Montecosaro, oltre a restare in contatto con numerose BCC e a tutela e a salvaguardia dei diritti dei propri soci, clienti e dipendenti e del proprio territorio, ha deliberato il conferimento dell’incarico professionale all’avv. Gerardo Pizzirusso del foro di Macerata, affinché siano accertate eventuali responsabilità nel processo di riforma del credito cooperativo, portato avanti da circa un anno da Federcasse con l’ausilio delle federazioni regionali, e siano valutate eventuali azioni tese a risarcire i danni subiti dalla BCC e dai propri soci, a seguito della conversione in legge del decreto".