Era di Tortoreto, Giulia Di Sabatino: aveva 19 anni. La sera del 31 agosto del 2015, si era recata nel ristorante dove lavorava. Poi, finito il turno, era tornata a casa, in tempo per festeggiare il suo compleanno con i genitori alla mezzanotte. “Avrebbe dovuto”, perchè Giulia con un improvviso cambio di programma uscì di casa, lasciando anche il cellulare e quella valigia semipiena con cui non vedeva l’ora di partire per raggiungere sua sorella a Londra. Aveva già il biglietto Giulia, ed era entusiasta di raggiungere quella grande e vivace città che le avrebbe regalato un nuovo futuro. Non fece più ritorno. La mattina seguente i genitori hanno sporto denuncia per la scomparsa della figlia, poco più tardi vennero convocati per riconoscere alcuni indumenti: la Polizia Stradale di Pescara aveva ritrovato il cadavere della giovane, sull’autostrada A14 fra Giulianova e Mosciano Sant’Angelo, in prossimità di un cavalcavia.
Partirono le indagini: Giulia si era lanciata dal cavalcavia? O qualcuno l'aveva uccisa e poi gettata da li? C'era stata istigazione al suicidio? Alcuni testimoni parlarono di una Fiat Panda di colore rosso in cui Giulia sarebbe stata vista salire all’altezza del cavalcavia dell’autostrada. Dopo mesi di appelli da parte dei genitori di Giulia Di Sabatino e della trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto?”, si scoprì l’identità del misterioso uomo con la Panda rossa, l’ultimo ad aver visto Giulia ancora viva: c’era il suo DNA sugli slip della ragazza. Ammise di essere stato con Giulia quella sera, ma di averla lasciata che stava benissimo.
Le indagini si chiusero, su richiesta della Procura il Gip archiviò il fascicolo per istigazione al suicidio (tre gli indagati, tra cui l’uomo della Panda Rossa); la ragazza venne considerata morta per suicidio. Si aprì però un’altra inchiesta condotta dalla Polizia Postale e coordinata della Procura Distrettuale dell’ Aquila: un trentenne di Giulianova al centro delle indagini, venne poi rinviato a giudizio con l’accusa di induzione alla prostituzione minorile e pornografia minorile. Tra le vittime c'era anche Giulia. Nel computer del trentenne i consulenti dell’accusa trovarono file cancellati, oltre 134.000, con immagini pornografiche e video, in cui compariva Giulia, ed anche altre sue amiche, adolescenti, studentesse, all’epoca delle foto tutte minorenni. Le foto sarebbero state anche diffuse via Whatsapp. Lo stesso giovane era stato indagato insieme ad altre due persone nell' inchiesta (archiviata) per istigazione al suicidio sulla morte della ragazza. Nel cellulare di Giulia i consulenti trovarono oltre 1000 messaggi, risalenti al periodo tra il 2014 e il 2015, scambiati con questo giovane accusato di avere immagini intime sue e di altre ragazze.
La famiglia da sempre si oppone alla ricostruzione della Procura: troppi i dubbi ed i quesiti che la tesi del suicidio ha lasciato senza risposta. Mentre continua il processo presso il tribunale di Teramo per induzione alla prostituzione minorile e pornografia minorile, il legale della famiglia Di Sabatino punta a riaprire il caso per la morte di Giulia. C’è qualcuno che ancora non ha raccontato tutta la verità? C’è qualcuno che ha visto qualcosa ma non ha ancora avuto il coraggio di parlare?
Il 1 settembre 2022, il compleanno di Giulia è stato ricordato con una fiaccolata nel centro di Tortoreto, guidata dallo slogan “Verità e giustizia per Giulia di Sabatino”. La mamma, in un’intervista rilasciata a Veratv news ha dichiarato : “ Andremo avanti, presenteremo a breve un’istanza. E’ stato un omicidio e una mamma non può accettare che ci siano in giro, liberi, gli assassini di sua figlia”.
(fonte foto di copertina, Rai Tre)
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