"Nel sangue della defunta il contenuto di morfina era al di sotto di 100 nanogrammi per millilitro e considerato questo la sua morte non è da collegare ad overdose". Rino Froldi, tossicologo forense, sentenzia in maniera chiara il suo punto di vista tecnico in merito alla morte di Pamela Mastropietro, durante la quarta udienza del processo a Innocent Oseghale. In caso di morte dovuta a overdose, infatti, il contenuto di morfina nel sangue sarebbe dovuto aggirarsi sui 3/4 mila nanogrammi per millilitro.
"Non essendoci sangue - riferisce Froldi - io ho dovuto analizzare la bile, il fegato, il rene, un capello, l'encefalo, un dente ed - elemento di maggiore importanza - l'umore vitreo, il liquido che si trova nel bulbo oculare che ha uno stretto rapporto con il sangue. Nella bile sono state trovate tracce di morfina, codeina e caffeina. Nel rene è stata trovata morfina così come nei capelli, di cui sono stati prelevati due centimetri a livello del cranio. Nel contenuto gastrico è stata trovata solo caffeina".
"Il livello ematico è l'unico che ci dà l'azione tossicologica. Nel bulbo orbitario c'erano 12 nanogrammi per millilitro di morfina (una quantità inferiore a sette volte a quella che si trova nel sangue, come dice la letteratura): quindi si può supporre che nel sangue ce ne fossero circa 100 nanogrammi per millilitro. Nel fegato sono invece cinque volte superiori a quelle che sono nel sangue, sempre secondo letteratura, e io ne ho trovato 376 nanogrammi per millilitro. In conclusione nel sangue vi erano 75.2 nanoragrammi per litro di morfina".
"Questi valori nel fegato dei morti di overdose sono quasi a 1600/1400, siamo quindi molto distanti da quelle trovate da noi. Inoltre il rilievo alcolemico è risultato negativo così come si è evinta l'assenza di Thc (principio della marijuana)" conclude Froldi.
Quest'oggi al Tribunale di Macerata ci sarebbe dovuta essere l'udienza per il rinvio a giudizio di Marco Sparagna davanti al , poi posticipata al mese di luglio. Il titolare del pub "Charly" di Villa San Filippo, andato in fiamme lo scorso 13 giugno del 2016 (leggi di più), deve difendersi dalle accuse di aver appiccato in maniera dolosa l'incendio scatenatosi all'interno del proprio locale.
L'avvocato Achille Castignani, legale di Sparagna, commenta il rinvio dell'udienza mostrandosi convinto dell'estraneità ai fatti del proprio assistito: "Vogliamo andare a processo senza chiedere patteggiamento nè tantomeno rito abbreviato. Lo Sparagna non aveva alcuna motivazione nel commetterre un reato simile, rischiando la vita. Ricordo come si sia trovato in condizioni gravissime tanto da essere ricoverato per tre mesi in coma al Centro grandi ustionati di Cesena (leggi di più). La sua attività non presentava debiti nè ha mai ricevuto istanze di fallimento. Allo stesso modo il mio assistito non presenta alcun disturbo di carettere psichico. Vorremmo la piena assoluzione e il pagamento dei danni procurati all'immobile da parte di chi di dovere".
"Secondo i nostri tecnici - prosegue Castignani - l'incendio si sarebbe presumibilmente sviluppato a partire da un quadro dell'Enel per poi divampare nel resto del locale. Nonostante siano state ritrovate tracce di elementi infiammabili non è detto che fosse stato lo Sparagna ad appiccare l'incendio, bensì che potrebbe essere stato oggetto di una qualche rappresaglia. Confidiamo nella magistratura".
L'articolo contiene informazioni dettagliate sulle condizioni del corpo di Pamela Mastropietro non adatte a persone particolarmente sensibili:
"Se si considera la disarticolazione, lo scuoiamento e il lavaggio, una persona esperta potrebbe eseguire il tutto nell'arco di tre ore e mezzo". Così ha commentato il dottor Mariano Cingolani, che ha deposto questa mattina durante la quarta udienza del processo che vede imputato Innocent Oseghale. Cingolani è il medico che, insieme al tossicologo Rino Froldi, ha eseguito la seconda autopsia sul corpo di Pamela Mastropietro, a distanza di una settimana dalla prima.
"Sono sei le lesioni epatiche riguardanti il lato destro del fegato della 18enne - ha spiegato Cingolani -. Le lesioni, si pensa ragionevolmente, che siano state inferte quando era già stata tolta la pelle in quanto, sulla cute, le stesse non risultano presenti. A differenza di quanto detto dal Dottor Tombolini c'era un frammento di pelle che ospitava l'ombelico".
"Per quanto riguarda le due lesioni laterali, la prima decorreva lungo il nono spazio intercostale con una forma ad occhiello e con un margine più acuto rispetto alla seconda. L'altra lesione giace invece sul decimo spazio intercostale, è lunga dieci centimetri e ha un margine più ottuso rispetto alla prima. Entrambe sono state provocate da un'arma da taglio".
"Non erano presenti fratture ma solo lacerazioni di tessuti molli costali. Inoltre, sempre al contrario di quanto detto in precedenza, il sanguinamento si raccoglie all'interno della cavità toracica se la persona si trova in posizione supina - ha spiegato Cingolani-. La ferita dunque è normale che possa sanguinare in un punto e non in un altro". Non si tratta quindi di un'anomalia secondo il medico legale che ha svolto la seconda autopsia, contrariamente a quanto iferito dal dottor Tombolini (leggi qui quanto riferito dal dottor Tombolini)
Secondo Cingolani "dopo l'avvenuta lesività c'è stato un periodo di sopravvivenza di almeno dieci minuti. È inoltre paradossale pretendere che ci sia un'emorragia se tutto è stato accuratamente lavato".
Sulla morte per overdose il dottor Cingolani non fornisce dichiarazioni certe ma osserva che "qualora si sospetti di uso di droghe, i polmoni riescono a fornirci delle indicazioni e possono arrivare a pesare anche un chilo: i polmoni di Pamela pesavano circa 200 grammi."
Sull'echimosi al capo Cingolani è sicuro che "non può aver contribuito in maniera apprezzabile alla morte, ma può essere stata provocata da un corpo contundente: la persona può aver urtato qualcosa, dotata di un movimento."
Sull'ipotesi di poter agire sul corpo della giovane 18enne in un "contesto domestico" il Dottor Cingolani ha spiegato che "è possibile fare questa operazione solo da tergo per mano di un esperto: un lavoro 'raffinato'. Da medico esperto che segue autopsie dal 1979 ci metterei del tempo e lo farei in modo analogo. Chi ha operato, soprattutto sullo sterno, l'ha fatto, sembra, per rendere difficile il.lavoro dei medici legali".
Cingolani ha spiegato inoltre che le lesioni sono state inferte quando la giovane era ancora in vita e che la sua morte risalirebbe alla tarda mattinata, al massimo al primo pomeriggio (non oltre le 18:00 del 30 gennaio, ndr).
Il Consorzio Arcale, che ha fornito e installato circa 1.600 soluzioni abitative in emergenza (Sae) nelle zone terremotate del Centro Italia, ha intentato una causa civile da 65 milioni di euro nei confronti di Regione Marche, Erap Marche, Servizio di protezione civile e Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento di protezione civile. La richiesta di risarcimento danni riguarda alcuni ostacoli (ad esempio presunti ritardi nella consegna delle aree) che avrebbero rallentato la predisposizione delle 'casette'.
L'azione è stata promossa presso la sezione per le imprese del Tribunale di Roma, con prima udienza per il 4 giugno. Alla richiesta si opporrà la Regione che, nei mesi scorsi, aveva preannunciato l'intenzione di chiedere al Consorzio il pagamento dei danni, anche d'immagine, derivati da ritardi, difetti delle Sae e conseguenti disagi provocati ai terremotati. "Le richieste di Arcale - replica l'assessore regionale alla Protezione civile Angelo Sciapichetti - sono temerarie e pretestuose".
Fonte: Ansa Marche
Dopo la deposizione del medico legale Antonio Tombolini che ha aperto la quarta udienza del processo contro Innocent Oseghale (leggi qui), lo zio di Pamela Mastropietro Marco Valerio Verni ha esposto le sue impressioni ai giornalisti durante la pausa concessa dal Giudice Roberto Evangelisti (con a fianco la nota criminologa Roberta Bruzzone, ndr): "In parte ha confermato quello che abbiamo sempre sostenuto, ovvero l'opera molto intelligente dell'attuale imputato nell'aver depezzato il cadavere e nell'aver fatto poi tutto il resto: il lavaggio con la varechina, il taglio del diaframma e la cancellazione delle tracce per evitare che si potesse risalire a contatti fisici e a rapporti sessuali con la vittima".
"Sono state inoltre messe in evidenza la vitalità delle lesioni al fegato su cui chiaramente ruota il processo. Attendiamo - prosegue Verni - di ascolare gli altri consulenti della Procura nonchè i nostri. Ci lascia perplessi che questo consulente abbia anticipato un suo giudizio senza aver poi partecipato agli esami successivi, con delle affermazioni che ci lasciano dubbiosi. In alcuni passaggi è stato imbarazzante".
In merito alla decisione di procedere a porte chiuse, Verni puntualizza: "Per non ci sarebbe stato nessun problema riguardante la presenza del pubblico. Riteniamo che la gente si debba render conto che parliamo di qualcosa fuori dall'ordinario: quello che è stato fatto a Pamela va oltre".
È iniziata questa mattina alle 9:00 la quarta udienza del processo di primo grado, presso il Tribunale di Macerata, che vede imputato il 34enne nigeriano Innocent Oseghale, accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro.
Previste in giornata le deposizioni dei consulenti legali delle varie parti: si inizerà con Mariano Cingolani, che ha svolto la seconda autopsia sul corpo della giovane romana e si proseguirà poi con il tossicologo Rino Froldi e il medico legale della famiglia Mastropietro, Luisa Regimenti.
Alla vigilia della quarta udienza era circolata la voce che la seduta odierna si sarebbe potuta svolgere a porte chiuse, ex art. 472 del Codice di Procedura Penale. E così è stato.
Il Giudice Roberto Evangelisti ha disposto che il dibattimento sia svolto a porte chiuse, in quanto ha ritenuto che "le immagini che saranno proiettate in aula possano essere di ostacolo al sereno dibattimento, Vi è comunque necessità di tutelare la giovane vittima, per questi motivi, visti gli articoli 472-473, si dispone il procedersi a porte chiuse alla visione delle fotografie autoptiche, ammettendo peraltro la presenza dei giornalisti".
Rumori in aula per la decisione: il pubblico ha applaudito ironicamente in quanto non ritiene giusto di non poter presenziare. Le parti hanno inoltre acconsentito alla presenza in aula dei consulenti medici.
Ammessa in aula soltanto la presenza della madre di Pamela, Alessandra Verni e del padre Stefano Mastropietro. Presente anche la criminologa Roberta Bruzzone.
Si prevede la proiezione di immagini molto forti: CLICCA QUI PER GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI.
L'articolo contiene informazioni dettagliate sulle condizioni del corpo di Pamela Mastropietro non adatte a persone particolarmente sensibili:
Il primo a deporre nella quarta udienza del processo a Innocent Oseghale in merito al terribile omicidio di Pamela Mastropietro è stato il medico legale Antonio Tombolini. È stato lui a svolgere la primissima autopsia sul corpo della povera ragazza diciottenne. Il giorno del ritrovamento del suo corpo Tombolini ha lavorato dalle 11:00 del mattino sino alle ore 23:00 della sera.
Al momento dell'apertura delle valigie in cui era contenuto il corpo di Pamela lo stesso Tombolini ha affermato come vi fosse un forte odore di varechina da lui stesso definito "tanto forte da sembrare di essere in piscina".
In aula vengono proiettate le immagini del corpo di Pamela Mastropietro, seguendo l'esposizione di Tombolini sulle condizioni del corpo della ragazza al momento del ritrovamento: "È stato svolto un lavaggio accurato volto a cancellare qualsiasi traccia di contatto fisico con la deceduta".
Secondo quando riportato nella relazione depositata il 5 febbraio si è trattato "di cadavere di giovane adulta depezzato e deposto in due valigie così suddiviso: testa in una valigia avvolta da due sacchetti di plastica blu, seconda valigia con le altre parti anatomiche. Seni apportati, braccia e gambe".
Per tutto il tempo della deposizione del medico legale, Oseghale ha mantenuto lo sguardo rivolto verso la propria interprete non visionando alcuna delle immagini proiettate mentre Alessandra Verni, la mamma di Pamela, non è riuscita a tratennere la commozione.
"Arti superiori depezzati al livello delle spalle e poi dei gomiti. Arti inferiori depezzati all'altezza del bacino. I femori erano scheletrizzati, privati quindi dei tessuti molli. Si constatava anche una agopuntura all'altezza del polso della mano sinistra - ha spiegato Tombolini -. Una agopuntura praticata quando la giovane era in vita in quanto si è ravvisata un'infiltrazione ematica che evidenzia come sia stata bucata la vena sottostante. La giovane si è quindi iniettata endovena una sostanza estranea. Ci sono inoltre molte striature all'altezza dell'avambraccio sinistro che non sarebbero riconducibili ad un laccio emostatico, dato che sono molteplici. Inoltre l'iniezione è avvenuta con un ago di 2,5 millilitri: una anomalia, una cosa non convenzionale perché chi si inietta la sostanza usa al contrario un ago sottile e corto. Non da 25 millilitri che invece è grande."
"Il capo presenta una pressione frontale, con la lingua pinzata tra i denti che poteva far ricondurre a uno strangolamento. Un lavaggio accurato con la candeggina che ha determinato alopecia nella parte dei capelli e che li ha quindi sfaldati. I tessuti molli del collo non sono valutabili" - ha proseguito il medico legale -. Alla proiezione della foto del capo la mamma di Pamela, Alessandra Verni, si è messa sul banco con la testa poggiata come per non continuare a vedere quanto veniva proiettato.
"Il torace era senza diaframma. Si è proceduto poi con un lavaggio accuratissimo a voler togliere qualsiasi molecola di DNA per eliminare ogni traccia di persone presenti - ha proseguito Tombolini -. Nell'emitorace destro si notano due lacerazioni al penultimo e all'ultimo spazio intercostale: entrambe riferibili ad arma da taglio utilizzata appositamente. Si segnala la presenza di una forte lesione che potrebbe essere riconducibile a un coltello da cucina come a un machete. Lesione molto ampie che sono state prodotte quando la giovane era ancora a cuore battente. Poi ci sono quattro tagli inferti al fegato con un'arma da taglio".
"Le viscere addominali sono state anch'esse lavate accuratamente e risposte in sacchetti di colore azzurro - ha continuato -. Entrambi i seni sono stati amputati alla loro base. Risulta l'asportazione della vescica e della parte vaginale molto accurata con la chiara volontà di alterare la presenza di un rapporto sessuale precedentemente avuto: questo è inossidabile. Poi si nota l'amputazione del monte di Venere lavato sempre con candeggina per le motivazioni sopra citate."
"C'è anche una lesione al cuoio capelluto, prodotta sicuramente in vita, che è superficiale. Un colpo - puntualizza Tombolini - che potrebbe essere compatibile con una caduta a terra ma anche come una botta lieve. Non è comunque una caduta mortale e il cervello è inoltre privo di lesioni".
Secondo Tombolini, a domanda delle parti civili, "sono stati usati non meno di cinque litri di varechina se non di più ed è un lavoro per il quale ci vogliono cinque o sei ore. Appena visto i pezzi nelle valige abbiamo pensato, a una prima impressione, che fosse un lavoro che era stato fatto in ambito agricolo, da una persona abituata a sezionare maiali. È un lavoro fatto in maniera estremamente intelligente e la procedura di lavaggio è estremamente accurata. C'è una logica 'raffinata' dietro a tutto questo".
La conclusione dell'autopsia di Tombolini, consegnata alla dottoressa Ciccioli, è la seguente: "si è trattato o di overdose o di un colpo d'arma da taglio a livello della porzione bassa laterale dell'emitorace destro. La lesione macroscopica al costato potrebbe essere stata fatta a cuore battente, ma sottolineo potrebbe in quanto presenta un'anomalia: è asimmetrica e la ferita sanguina in un punto e non in un altro".
In conclusione Tombolini ha supposto quindi che le lesioni non siano state inferte mentre la 18enne romana era in vita.
I carabinieri di Porto Potenza Picena hanno deferito in stato di libertà per danneggiamente aggravato continuato un sessantenne, residente a Potenza Picena, poichè al termine delle investigazioni si è accertato colpevole di aver danneggiato più volte le autovetture parcheggiate in prossimità della sua abitazione.
Si è potuto ricostruire l'autore dei danneggiamenti grazie alla consultazione delle riprese delle telecamere private di videosorveglianza. Gli episodi contestati fanno riferimento a quanto verificatosi dal mese di settembre al mese di dicembre 2018. Si tratta di autovetture parcheggiate sulla pubblica via.
I vicini di casa del denunciato, a seguito dei danni subiti alle proprie automobili, hanno subito avuto dei sospetti e si sono rivolti a un investigatore privato che ha piazzato le telecamere di videosorveglianza necessarie per l'identificazione dell'autore dei danneggiamenti. Dal controllo delle immagini si nota l'uomo intento a danneggiare le auto con un oggetto acuminato. Si contesta il danneggiamento di tre veicoli per una somma complessiva di diverse migliaia di euro.
Due episodi di volenza sulle donne sono stati segnalati ai carabinieri di Civitanova Marche nella giornata di ieri. La prima segnalazione è stata inviata dal fratello di una donna che ha denunciato i maltrattamenti subiti dal marito. Sul cellulare dell'uomo, la sorella aveva inviato le foto relative alle percosse subite.
Una pattuglia si è immediatamente recata presso l'abitazione della donna, verificandone le condizioni e invitandola a presentare denuncia: le è stato fornito il numero antiviolenza e stalking al quale rivolgersi (1522, ndr).
Il secondo episodio riguarda una donna minacciata di morte dall'ex ragazzo della figlia, nei confronti del quale era già stata formalizzata una denuncia per stalking. Una pattuglia dei carabieri ha tentato di controllare il soggetto accusato di minacce, senza riuscire a rintracciarlo.
Saranno svolti in entrambi i casi gli opportuni accertamenti e verrà informata l'Autorità Giudiziaria.
È Licia Grilli Cicilioni la ragazza che ha perso la vita questa mattina nel terribile incidente avvenuto nella SS77 all'altezza dello svincolo per Corridonia.
La giovane originaria di Tolentino stamani era a bordo dell'auto che si è scontrata contro un tir.
CLICCA QUI per gli aggiornamenti sul tragico incidente
Si è verificato un altro incidente mortale questa mattina, stavolta sul lungo Tenna nel comune di Fermo.
Per cause da verificare, una ragazza di 26 anni ha perso il controllo della propria auto e si è schiantata contro un albero.
Sul posto sono intervenuti subito i sanitari del 118, i Vigili del Fuoco e la Polizia Stradale, ma per la giovane non c'era nulla da fare.
Non ce l'ha fatta la conducente della Seat Arosa, coinvolta nello schianto con un autoarticolato (condotto dal 50 enne C.I., ndr) di questa mattina in superstrada nel comune di Corridonia (Leggi qui).
La situazione è apparsa subito grave, tant'è che per estrarla dalle lamiere dell'auto sono intervenuti i Vigili del Fuoco. Trasferita immediatamente all'ospedale di Macerata in codice rosso, purtroppo è deceduta poco dopo.
A bordo della Seat Arosa anche C.P., uomo di 33 anni, che si trova tuttora ricoverato al reparto Rianimazione dell’Ospedale regionale di Ancona, in prognosi riservata.
Entrambi i veicoli sono stati sequestrati e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria
Nel sinistro è rimasta coinvolta marginalmente anche un’altra autovettura, il cui conducente non ha riportato lesioni. Illeso è risultato anche il conducente dell’autoarticolato.
Un incidente si è verificato verso le 8.45 di questa mattina in superstrada (SS77) nella corsia d' ingresso direzione mare nel comune di Corridonia.
Per cause in corso di accertamento si sono scontrate due auto e un Tir. Immediato l'arrivo sul posto dei sanitari del 118, della Polizia Stradale , e dei Vigili del Fuoco.
Si riscontrano due feriti, coloro che erano a bordo di una delle autovetture coinvolte nello schianto , di cui uno grave, il passeggero, trasportato all'ospedale Torrette di Ancona. Il conducente della stessa auto (una Seat Arosa) è stato trasportato invece al nosocomio di Macerata
La carreggiata in questo momento in direzione monti- mare è interdetta al traffico veicolare . Sul posto mezzi e uomini dell'Anas per il ripristino della normale circolazione
(Servizio aggiornato alle 10:10)
I Vigili del Fuoco sono intervenuti questa mattia all'Ospedale Montessori di Chiaravalle, in provincia di Ancona, per prestare soccorso a una donna di 50 anni che, a causa di un gonfiore, non riusciva più a sfilare due anelli dalle mani. La donna si è quindi rivolta al Pronto Soccorso e i sanitari hanno allertato i pompieri che, grazie all'aiuto delle cesoie, sono riusciti a tagliare gli anelli e "liberare" le dita della signora.
Un pensionato di 74 anni è stato trovato morto legato ad una seggiola e imbavagliato, nella sua abitazione nei pressi di San Lorenzo in Campo (PU). Viveva solo ed era incensurato. L'abitazione era a soqquadro e la morte dovrebbe risalire a diverse ore prima rispetto al ritrovamento del corpo.
La primissima ipotesi è che si sia trattato di un furto finito male. Indagano i carabinieri. La vittima si chiamava Sesto Grilli. Per imbavagliarlo è stato usato del nastro adesivo grigio. A dare l'allarme è stato un vicino di casa, che passando ha notato la porta d'ingresso socchiusa e la luce accesa. Ha visto il 74enne riverso a terra e ha chiamato il 118.
Gli operatori sanitari intervenuti sul posto hanno poi avvisato i carabinieri. La salma è già stata esaminata dal medico legale: al momento non sono ancora chiari né le cause né l'orario della morte. Grilli ha comunque tentato di liberarsi, finendo a terra e rompendo la sedia. Sul luogo anche il pm Letizia Fucci della Procura di Pesaro.
(Fonte Ansa)
Tragedia nel primo pomeriggio di oggi, poco dopo le 15:00 a Tolentino, nei pressi del negozio di abbigliameno area T Tombolini, in Contrada Rancia.
Un pastore, mentre stava conducendo con altri suoi colleghi un gregge di pecore e si accingeva ad attraversare la sede stradale, è stato investito da una Fiat Panda che viaggiava verso il centro città. Violentissimo l'impatto: la donna 65enne alla guida dell'auto si è subito fermata per prestare soccorso all'uomo di 69 anni, Domenico Pizii (origini abruzzesi e residente a Mogliano, ndr), rimasto incastrato sotto l'automobile.
Immediato l'arrivo sul posto dei sanitari del 118 e della Polizia stradale, ma purtroppo per l'uomo non c'era più nulla da fare: la collisione con il mezzo in corsa è stato per lui fatale. La strada è al momento chiusa in entrambi i sensi di marcia. Sono in corso gli accertamenti da parte dei Carabinieri di Tolentino per chiarire l'accaduto.
Nel corso di una perlustrazione presso il Lago di Caccamo, i Carabinieri Forestali di Camerino hanno accertato l'immissione di una notevole quantità di refluo opalescente nelle acque, tale da formare un evidente alone biancastro che si espandeva dalla sponda sinistra. La pattuglia, ha subito individuato la condotta da cui defluiva copiosamente il refluo, fino ad accertare che si trattava di uno scarico di acque di dilavamento meteorico proveniente dal piazzale di un impianto industriale limitrofo al lago, dove erano abbancati materiali granulari e polverulenti.
Accertato che il suddetto refluo di dilavamento confluiva nella condotta recapitante sul Lago di Caccamo senza pre-trattamento di decantazione, i Carabinieri Forestali hanno proceduto immediatamente a effettuare i necessari campionamenti e, successivamente, l'ARPAM ha effettuato le analisi del caso evidenziando che il refluo conteneva un elevatissimo quantitativo di solidi sospesi.
Dalle verifiche documentali appena concluse presso gli Enti competenti, è emerso che la ditta non era mai stata autorizzata a effettuare lo scarico riscontrato. Il Lago di Caccamo è un corpo idrico classificato come idoneo alla vita dei pesci e proprio il parametro dei solidi sospesi, monitorato mensilmente dall'ARPAM, è critico per la sopravvivenza dell'ittiofauna natante, che può andare incontro a fenomeni di soffocamento causato dalla coltre polverulenta nelle acque.
Per tanto è scattata la denuncia all'Autorità Giudiziaria per scarico di acque reflue industriali senza autorizzazione. Il proprietario della ditta ora rischia l'arresto da due mesi a due anni o l'ammenda da millecinquecento a diecimila euro.
I Carabinieri Forestali sono da sempre impegnati nel garantire l'integrità di preziosi ecosistemi idrici come quello del Lago di Caccamo tra Serrapetrona e Caldarola, il quale richiama appassionati di pesca sportiva “no-kill” anche da fuori regione e rappresenta, per tanto, una risorsa per il rilancio dei territori gravemente colpiti dagli eventi sismici.
Erano le 8:30 di ieri mattina quado la donna, una 42enne di San Severino Marche, ha percorso la Strada Statale 77 "Val di Chienti" contromano.
La donna ha viaggiato da Morrovalle a Tolentino in senso contrario, finendo poi la sua corsa contro la colonna di un'abitazione privata in Contrada San Martino a Tolentino.
Immediato l'arrivo sul posto della Polizia Stradale di Camerino e di quella di Macerata che hanno fatto l'alcool test alla donna, risultato poi positivo.
La donna non ha riportato gravi conseguenze in seguito all'impatto, ma è stata comunque trasportata presso il nosocomio del capoluogo per accertamenti.
La 42enne è stata denunciata per guida in stato di ebrezza.
La tragedia si è verificata ieri sera, poco dopo le 21:00, a Filottrano, in via Fraschetale Alto. La vittima è Nicola Paesani, un 25enne filottranese.
Il ragazzo ha perso il controllo della sua auto, una Golf, ed è finito fuori strada finendo la sua corsa contro un albero.
Immediato l'arrivo sul posto dei sanitari del 118 e dei Vigili del Fuoco di Osimo ma per il giovane non c'era più nulla da fare.
Spetterà agli uomini dell'arma di Filottrano stabilire l'esatta dinamica di quanto accaduto.
Il giovane, un cittadino pakistano di 30 anni, è stato trovato morto sul terrazzino di un appartamento del sedicesimo piano dell'Hotel House a Porto Recanati, intorno alle 14:00. A fare la tragica scoperta un coinquilino del 30enne.
Il Pubblico Ministero, il Dottor Carusi, il medico legale, il Dottor Francesco Ramberto, che hanno effettuato una prima ispezione cadaverica, non hanno rilevato tracce di violenza sul corpo del giovane e presumono che il decesso del 30enne possa risalire a questa mattina. La salma del giovane è stata trasferita presso l'Ospedale di Civitanova Marche dove verrà effettuata l'autopsia.
Spetterà ai Carabinieri di Porto Recanati e agli uomini della Scientifica fare chiarezza su quanto accaduto.