"A quasi un anno dalla presentazione della petizione non abbiamo avuto nessuna risposta, nè dal Sindaco e nè dai relativi uffici competenti". Questo il grido di Fiorella Bianchini, rappresentante dei firmatari della petizione contro le delibere di chiusura di via della Nana e via Moje presentata al sindaco di Macerata Romano Carancini lo scorso 15 giugno 2018, in occasione dell'inizio degli "Aperitivi Europei". I cittadini si sono espressi in maniera sfavorevole in quanto "non ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B e tutti hanno il diritto di lavorare. Alcuni commercianti della zona si trovano impossibilitati a ricevere clienti in quanto hanno bisogno del transito auto per consegna e ritiro merce".
In vista dell'edizione 2019, nulla è cambiato. Si è ripresentata nuovamente l'ordinanza di chiusura delle due arterie stradali (in allegato al termine dell'articolo le foto, ndr) dalle ore 17:00 alle ore 1:00: "Ora che riviviamo le stesse condizioni dello scorso anno, abbiamo sollecitato di tener presente la suddetta petizione e ancora una volta non abbiamo ricevuto nessun chiarimento in quanto i vari uffici mandano la competenza ad altri come una pallina di ping-pong nonostante la firma messa nell'ordinanza".
Qui sotto in allegato la petizione completa dello scorso 15 giugno 2018 a cui non è stata data alcuna risposta (è stato omesso l'elenco dei firmatari per motivi di privacy, per ingrandire il documento cliccare nella foto in fondo all'articolo):
"Non c'è questione politica, ma semplicemente rispetto per i cittadini di Macerata che non vengono tutelati da chi dovrebbe. Il firmatario della delibera ha riferito di averlo fatto solo perchè sollecitato dai piani alti; - afferma la Bianchini - nella suddetta ordinanza c'è anche scritto che deve essere presente personale per il mantenimento e la rimozione della segnaletica compresa quella di preavviso e deviazione del traffico con oscurazione della segnaletica in contrasto e che le transenne debbano essere munite di luci mobili. Negli anni passati tutto ciò non è mai stato fatto".
Il questore di Macerata Antonio Pignataro continua la sua battaglia contro i negozi di cannabis light, annunciando due nuove chiusure attuate a Civitanova Marche (dell’art. 100 testo unico delle leggi di pubblica sicurezza). I titolari dell’esercizio commerciale sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
“Anche oggi ho applicato la legge chiudendo due negozi di cannabis legale al fine di tutelare le giovani generazioni e per dare una risposta concreta alle tante mamme - afferma Pignataro - e ai tanti papà che si sono rivolti a me preoccupati per i propri figli che in questi negozi acquistavano liberamente cannabis per poi fumarla anche in casa, precisando ai loro genitori che “fumarla ”era ormai legale, perché la legge lo consentiva”.
Per questo il questore lancia il grido d’allarme e si fa portavoce dei ragazzi di San Patrignano e della Comunità Incontro: "La cannabis è l’anticamera dell’inferno, oltre che l'anticamera dell’eroina e della cocaina. A Macerata la filiera istituzionale della giustizia , con l’audace Procuratore Giorgio e dei suoi valorosi Magistrati , e della Sicurezza, con la Polizia di Stato, ha funzionato perfettamente. Oggi, In questa Provincia , per la Magistratura e per la Polizia, è un giorno importante perché hanno fatto prevalere i principi dello Stato di diritto e, soprattutto, hanno fatto prevalere il bene sul male, che avrebbe portato dolore in tante famiglie".
"Avevo promesso alle mamme che avrei chiuso tutti i negozi di cannabis legale: oggi con la chiusura di questi altri due esercizi commerciali ho mantenuto la mia promessa" annuncia Pignataro.
"Vili e criminali logiche economiche non possono rendere l’Italia, “culla del Diritto “, un paese privo di cultura giuridica , legalizzando di fatto , e, dunque, senza un supporto scientifico e, soprattutto, normativo, “la cannabis” alla stessa stregua di quanto si verifica , “per legge", in alcuni Paesi del mondo, in cui liberalizzazione ha portato una devastazione sociale sempre più documentata da dati e lavori scientifici, elaborati unanimamente da innumerevoli e prestigiose università internazionali, che hanno sottolineato come la cannabis crei sulla salute dei nostri figli scenari patologici devastanti, come si sta concretizzando in quei Paesi dove e’ stata liberalizzata" conclude Pignataro.
LEGGI QUI LA POSIZIONE DEL QUESTORE PIGNATARO SULLA CANNABIS LIGHT: "È DROGA A TUTTI GLI EFFETTI"
IL TWEET DI SALVINI: "COMPLIMENTI AL QUESTORE DI MACERATA"
“Ciò che è accaduto a Pamela è il frutto di azioni deliberate, malvagie e devastanti e la società non le può tollerare, rischiando che vengano ripetute o emulate. Pamela era una di noi, poteva essere la figlia, la nipote, la parente di ognuno di noi” così l’avvocato Marco Valerio Verni, nonché zio di Pamela Mastropietro, ha iniziato la sua arringa quest’oggi davanti alla Corte d’appello del Tribunale di Macerata per il processo che vede imputato il 30enne nigeriano Innocent Oseghale per l’omicidio della 18enne romana. “Pamela è cresciuta in un contesto di separazione familiare ma non era una ragazza cresciuta allo sbando – ha proseguito Verni -. Non era una tossica, non era una poco di buono, non era una nullafacente e non ha mai fatto del male agli altri, anzi quando era in comunità salvò una sua compagna che aveva tentato di togliersi la vita tagliandosi le vene.”
“Nell’ottobre del 2017 Pamela entra appunto nella comunità Pars di Corridonia con la diagnosi borderline grave – ha continuato Verni -. Lo stesso psichiatra della comunità disse che Pamela poteva vivere dei momenti di lucidità anche se non si sapeva rapportare bene con la realtà, una caratteristica ben evidente a chiunque entrasse in contatto con lei. Il 28 gennaio del 2018 si allontana dalla comunità, senza soldi, senza cellulare e senza un appoggio.” Su questo punto, il legale della parte civile Mastropietro ha chiesto che venga fatta luce per chiarire se ci sono eventuali responsabilità da parte di terzi.
Su Oseghale l’avvocato Verni ha sottolineato il suo “tentativo di abusare del sacro diritto alla protezione internazionale mentendo sul fatto che fosse il figlio di un politico nigeriano ucciso – ha continuato Verni -. La sua richiesta di asilo era stata respinta e lui avrebbe dovuto lasciare l’Italia ma invece era ancora qui; il tutto perché il provvedimento che respingeva la sua domanda non era stato inviato ancora da Ancona a Macerata.
"Vi prego di tenere a mente, mentre parlo e quando sarete in camera di consiglio a dibattere sulla sentenza, quelle immagini che abbiamo visto in aula sul corpo depezzato, disarticolato, scuoiato e occultato di Pamela. Ciò che le è stato fatto, come disse lo stesso Professor Cingolani durante la sua deposizione, è un unicum al mondo – ha osservato Verni -. Negli ultimi 50 anni, al mondo, sono stati stimati 350 casi di depezzamento: 16 sono quelli simili al caso di Pamela ma in nessuno di questi casi era stata staccata la testa dal tronco. Oseghale ha usato freddezza manuale, visiva e olfattiva in quei momenti. Indiscussa è la lesività delle ferite inferte a Pamela in vita: le due coltellate hanno avuto un ruolo determinante nella morte, come stabilito dai consulenti medici che si sono presentati davanti alla Corte.”
La parte civile Mastropietro è concorde con la richiesta della Procura dell’ergastolo e dell’isolamento diurno per 18 mesi nei confronti di Innocent Oseghale per l’omicidio di Pamela. In conclusione, rivolgendosi alla Corte, Verni ha commentato “dovete emettere una sentenza non solo per il popolo italiano ma per l’umanità tutta. Non stiamo parlando del colore della pelle, stiamo parlando della civiltà contro la barbarie. Siete chiamati a fare la giurisprudenza in un caso che sarà ricordato negli anni per l’orrore e l’atrocità che lo hanno contraddistinto."
L’avvocato Andrea Marchiori, legale del proprietario della casa in via Spalato, ha spiegato come l’immobile “sarà ricordato come il luogo in cui è stato compiuto il delitto del secolo: tutto ciò è dovuto a Oseghale. L'immobile è ancora sotto sequestro, oltre al fatto che veniva usato anche come luogo di spaccio e ‘ostello’ per altri spacciatori. Il tutto ha comportato un deprezzamento dell’immobile e la locataria, Michela Pettinari, non paga l’affitto da mesi e non si può quindi procedere allo sfratto. Sappiamo che non ci sarà mai un risarcimento da parte dell’imputato ma vogliamo che la famiglia di Pamela possa avere giustizia nella condanna e nelle sue motivazioni: per questo concordiamo sull'ergoastolo per Oseghale senza concedere le attenuanti.”
Ultima parte civile al processo è il Comune di Macerata, rappresentato dall’avvocato Carlo Buongarzone. “Oseghale ha causato un grave nocumento e un danno di immagine all’intera Città e alla collettività – ha spiegato -. La domanda è la stessa fatta durante il processo Traini. I due delitti sono collegati in quanto uno e conseguenza dell’altro: senza la condotta di Oseghale non si sarebbe verificato l’atto di Traini. Questo ha fatto passare la città come insicura e pericolosa. Per questi fatti siamo concordi con la richiesta fatta dalla Procura perché Pamela è morta per le due lesioni inferte da Oseghale.”
Cina e Macerata unite anche nel segno della musica. Pluripremiato al recente Festival Corale internazionale di Assisi, è stato oggi in visita nella città di Padre Matteo Ricci il Children’s Choir of Shenyang Daily, il coro di bambini istituito nel 2015 dal Conservatorio e dal quotidiano del maggior centro metropolitano della Manciuria. Si tratta di un’organizzazione no profit che insegna gratuitamente musica ai bambini delle elementari e delle medie. La delegazione arrivata a Macerata conta 45 coristi e 12 accompagnatori, tra cui giornalisti e inviati del Shenyang Daily.
Ad accoglierli è stato il direttore dall’Istituto Confucio dell’Università di Macerata Giorgio Trentin insieme alla docente di lingua cinese Huang Ping e agli altri insegnanti dell’Istituto. Per i giovanissimi ospiti è stato organizzato un doppio incontro, per favorire la reciproca conoscenza e gli scambi culturali con i loro coetanei italiani.
I piccoli hanno visitato il Convitto Nazionale, dove sono stati ricevuti dalla vice rettrice Maura Marconi, che ha fatto esibire gli studenti delle medie e della prima elementare dirette dalla Maestra Marta Montanari. Successivamente i cantori cinesi si sono esibiti alla Scuola Civica di Musica “Stefano Scodanibbio” diretta da Adamo Angeletti.
“Con il Convitto, che fa parte dello stesso istituto comprensivo del Liceo Linguistico Leopardi con il quale collaboriamo da tempo per l’insegnamento della lingua cinese, e con la Scuola di musica Scodanibbio abbiamo gettato oggi le basi per future relazioni internazionali, all’insegna della musica, degli scambi culturali e linguistici”, commenta il direttore dell’Istituto Confucio Giorgio Trentin.
Ergastolo e 18 mesi di isolamento diurno per Innocent Oseghale. Questa la condanna richiesta dal procuratore di Macerata Giovanni Giorgio nei confronti del trentenne nigeriano.
"L'ergastolo viene richiesto in virtù dell'occasionalità - ha spiegato il Procuratore -. Se la violenza sessuale è svolta in occasione di omicidio, la richiesta della pena è aggravata e non vengono considerate le attenuanti generiche." Attenuanti non contemplabili secondo la Procura "in quanto l'imputato è stato protagonista di mendaci dichiarazioni, all'inizio ha anche scaricato tutta la colpa su Lucky Desmond, e ha anche calunniato gli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Montacuto. Oseghale ha inoltre strumentalizzato Pamela e l'ha indotta ad avere un rapporto sessuale non consapevole."
"Una richiesta che ci aspettavamo - il commento di Umberto Gramenzi, legale di Innocent Oseghale - quella all'ergastolo. Se non dovesse essere provato il delitto della violenza sessuale, la Procura ha chiesto 30 anni di reclusione. La linea della difesa (l'arringa si terrà mercoledì 15 maggio) verterà sugli accertamenti medico-legali fatti e sul contraddittorio, emerso durante le udienze, tra i consulenti della difesa e della Procura. Noi pensiamo che la morfina ritrovata può essere compatibile con la morte per overdose e che bisogna chiarire se le due ferite siano o meno vitali. Noi cercheremo di dimostrate che la violenza non c'era e che il consenso della giovane romana non era viziato".
Successo per gli allievi della Scuola civica di musica Stefano Scodanibbio di Macerata che hanno partecipato la settimana scorsa a due concorsi strumentali e tutti sono risultati vincitori.
Al concorso nazionale Esecuzione musicale Trofeo Città di Giulianova hanno partecipato il duo violoncello e contrabbasso delle sorelle Teresa e Benedetta Bernetti, 1° premio con un punteggio di 98/100, e il violoncello solista Lorenzo Nacciariti, 1° premio con un punteggio di 95/100.
Al concorso internazionale Al chiaro di Luna di Fermo, hanno partecipato: Lorenzo de Nicola 1° premio assoluto con punteggio 100/100, Veronica Mengascini 1° premio con 98/100 ed Emily Halitska 2° premio con 93/100.
“Questi risultati sono frutto dell'impegno e della dedizione degli insegnanti della scuola di musica al termine di un anno ricco e intenso di attività che si concluderà con i concerti di fine anno domenica 26 maggio al teatro Lauro Rossi” - affermano i responsabili della scuola. Alle ore 18 ci sarà il concerto delle orchestre del Sistema e alle ore 21 i solisti.
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria presso la segreteria della scuola (tutti i pomeriggi escluso il sabato dalle ore 15.30 alle ore 18.30) o la sera dei concerti in teatro.
La penultima udienza prima della sentenza di primo grado nei confronti di Innocent Oseghale si è aperta con l'accoglimento, da parte della Corte d'Assise, dell'istanza della difesa volta alla richiesta di accesso, per esigenze difensive, all'appartamento in via Spalato a Macerata.
Quello di oggi è il giorno delle requisitorie del PM Stefania Ciccioli, del Procuratore di Macerata Giovanni Giorgio, della parte civile della famiglia Mastropietro, della parte civile Villa Potenza e della parte civile del Comune di Macerata. È stato presente in aula anche il Questore di Macerata, il Dottor Antonio Pignataro.
Il Pm, nella sua arringa, dopo aver ripercorso le ultime ore di vita della 18enne romana, come è stato possibile stabilire, nel corso delle indagini, dalle testimonianze e dalle telecamere della città e dei luoghi pubblici in cui Pamela ha avuto accesso, è passato poi alle conclusione della propria tesi.
"C'è la presenza inequivocabile, sui resti della vittima, di lesioni inferte in vita - ha spiegato la Ciccioli -: le due lesioni nella parte basale dell'emitorace destro. Secondo le risultanze medico-legali che si sono succedute durante le udienze del processo nei confronti di Oseghale, la morte di Pamela Mastropietro è da attribuirsi, per certo, alle due lesioni da arma bianca di punta e taglio che hanno interessato il decimo e il nono spazio intercostale. Una tesi avvalorata dai segni di infiltrazione emorragica e dall'assenza del diaframma, utile a comprendere i termini di tali lesioni, e che l'imputato ha volutamente fatto sparire. Tali lesività hanno svolto un ruolo determinante ed essenziale nelle cause della morte di Pamela Mastropietro."
"Ci sono caratteri macroscopici e microscopici che dimostrano il fatto che le ferite siano state inferte in vita - ha proseguito il Pm -. Le due lesioni interessano una zona vitale che causa una emorragia, per la quale, nel giro di 20 minuti, si raggiunge la morte per schock ipovolemico se non si viene curati. A livello microscopico, l'attuazione del funzionamento dei leucociti neutrofili testimonia uno stato del corpo umano che avviene quando un corpo esterno è introdotto nello stesso, ancora in vita. Caratteri che sono stati confermati da tutti i medici legali che sono entrati in contatto con il cadavere, anche dallo stesso Dottor Cacaci, medico della difesa che si è deciso di non sentire in aula - ha proseguito la Ciccioli -. Le indagini immuno istochimiche con i tre marcatori hanno ancora evidenziato la reazione vitale delle ferite."
"Parliamo di una robustezza scientifica duplice della diagnosi di vitalità delle ferite inferte a Pamela e possiamo escludere con serena certezza la morte per overdose - ha proseguito il pm -. L'intossicazione letale da eroina, che è un derivato della morfina, deve raggiungere dei valori che portino a una soppressione respiratoria. La letteratura utilizzata dal Dottor Froldi per risalire alla quantità di morfina nel sangue, indica una concentrazione della morfina stessa talmente bassa da essere incompatibile con l'idea dell'overdose in quanto si attesta su quelle che sono le dosi farmacologiche, le quali non possono provocare reazione tossica."
"Tale tesi che esclude l'overdose, è esclusa anche da elementi macroscopici in quanto non ci sono organi che sono stati intaccati da un edemapolmonare - ha proseguito la Dottoressa -: i polmoni di Pamela erano rosei e con un peso normale; i visceri non erano congesti e il cervello non era ematoso. Non vi è stata quindi overdose."
L'arringa del pm si è poi concentrata nel dettaglio sulle due ferite, "due lesioni avulse, che non hanno nulla di logico e coerente con l'attività di depezzamento che lo stesso Oseghale ha confessato di aver eseguito - ha spiegato -. Le due coltellate sono state infatti inferte nel raptus omicida di Oseghale e non sono da attribuirsi al momento della disarticolazione, eseguita nel dettaglio. Una tesi avvalorata dalle immagini fotografiche proiettate in aula nel corso delle udienze. Il deprezzamento consta di tagli da sezione mentre le lesioni mortali sono dei tagli da infissione, cioè penetranti."
"L'imputato ha anche fatto sparire l'unica parte che poteva ricostruire i tramiti dei fendenti e cioè il diaframma - ha spiegato la Ciccioli -. Pamela è morta dissanguata, non ricevendo alcun tipo di soccorso e Oseghale ha cercato di nascondere le prove della sua responsabilità in vari modi: eliminando tutto il sangue e lavando tutto con la varechina. Una attività manipolatoria posta in essere dall'imputato sul cadavere."
"Attività eseguita dalla stesso anche nelle intercettazioni ambientali in carcere a Marino del Tronto e Montacuto, durante le quali Oseghale ha sempre cercato di sviare le indagini con dichiarazioni contraddittorie - ha spiegato la Dottoressa -. Pamela è stata inoltre costretta con violenza ad avere un rapporto sessuale con l'imputato, che ha anche contattato Desmond e Awelima chiedendo loro se fossero interessati ad avere un rapporto con una donna bianca, come dimostrato dalle intercettazioni. Il rapporto sessuale è stato infatti acclarato dai tamponi vaginali, sulla bocca e sul cavo orale della vittima."
"Pamela era sotto l'effetto della sostanza inoltre e quindi non ha mai potuto esprimere un valido consenso sull'atto sessuale - ha proseguito il pm -. La ragazza è stata uccisa perché voleva sottrarsi a tutto ciò che stava avvenendo nell'appartamento di Oseghale, che ha anche negato di aver avuto rapporti con lei all'interno dell'abitazione. La violenza è stata compiuta abusando della inferiorità psichica della vittima, che l'imputato conosceva bene. Oseghale ha infatti approfittato della condizione di bisogno dell'eroina per avere da lei dei favori sessuali. Pamela ha rifiutato il rapporto e Oseghale non gli ha permesso di uscire, l'ha segregata addirittura in casa, quando lei voleva tornare a Roma."
"Non ci sono purtroppo testimonianze dirette di quanto accaduto ma solo quella di Oseghale, il quale più volte ha cambiato le sue versioni, mentendo - ha esordito il Procuratore Giorgio durante la sua requisitoria -. Abbiamo però la dichiarazione di un ex collaboratore di giustizia che non è condizionata da interessi per benefici."
"Oseghale ha negato di aver visto il corpo nudo della vittima, ma al Marino confessò che la 18enne romana aveva molti nei sui seni e sulla schiena - prosegue Giorgio -. L'imputato durante gli interrogatori disse anche di aver avuto un solo rapporto con Pamela a Fontescodella. Anyanwu confessò invece che l'imputato gli aveva riferito di aver avuto un rapporto sessuale completo con la vittima nella sua abitazione. L'imputato ha sempre visto la vittima come uno strumento per soddisfare la sua voglia sessuale. Ha modificato, nel corso del tempo, le sue versioni, pensando di sottrarsi ai capi a lui imputati e mettendo in atto, insieme anche ad Awelima, una "cultura omertosa."
"Le modalità sadiche inoltre sono poco compatibili con tale delitto in quanto il cadavere di Pamela è stato tagliato in modo difensivo (a voler cancellare le tracce del reato) e non offensivo (testimonianza di un odio profondo e di uno spirito aggressivo)" - ha aggiunto il Procuratore.
"Oseghale ha avuto un rapporto sessuale in casa con la vittima dopo che la stessa ha assunto eroina ed era quindi in uno stato di torpore, come raccontato dal Marino - ha continuato Giorgio -. L'imputato è poi uscito di casa, chiudendo a chiave la porta e lasciando la giovane vittima in casa mentre dormiva. La vittima si è quindi svegliata e, accortasi di essere stata chiusa in casa, verosimilmente ha reagito e una volta trovatasi faccia a faccia con l'imputato, rientrato in casa, è iniziata la colluttazione. La diciottenne romana ha detto a Oseghale che se non l'avesse fatta uscire, lei lo avrebbe denunciato. È quindi iniziata una colluttazione e lei ha graffiato sul collo l'imputato (il DNA di Oseghale è stato trovato sotto le unghie della mano destra di Pamela Mastropietro). Lui a quel punto ha inferto la prima coltellata alla ragazza. Come poi raccontato dal Marino, Oseghale ha iniziato a fare a pezzi Pamela ma accortosi che era ancora viva le ha inferto la seconda coltellata, che, insieme alla prima, è stata la causa della morte della 18enne romana."
La Procura, in conclusione, ha richiesto l'ergastolo per l'imputato e 18 mesi di isolamento diurno, senza le attenuanti generiche in quanto l'imputato "è stato protagonista di mandaci dichiarazioni, scaricando all'inizio la colpa su Lucky Desmond è accusando anche gli agenti di polizia penitenziaria di averlo picchiato."
Uno strumento per sostenere gli investimenti delle Imprese Commerciali, dei Bar e dei Ristoranti. E’ il senso del bando della Regione Marche grazie al quale verranno concessi dei contributi a fondo perduto ai progetti per la riqualificazione e valorizzazione delle Imprese Commerciali.
Il bando è già attivo e le domande per richiedere il contributo possono essere inviate entro il 10 giugno 2019.
“Siamo di fronte ad uno strumento creditizio concreto – commenta il Direttore Confcommercio Marche Centrali prof. Massimiliano Polacco –, che permette alle imprese coinvolte di avere un ritorno importante rispetto agli investimenti effettuati. La Regione Marche ha previsto un plafond complessivo di 1 milione di euro totale così diviso: 800 mila euro per le Imprese Commerciali attive nei Comuni al di sopra dei 5 mila abitanti e 200 mila euro per le Imprese Commerciali attive nei Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti. Qualsiasi imprenditore fosse interessato ad avere informazioni può rivolgersi ad uno dei nostri uffici territoriali dislocati nelle tre province di Ancona, Macerata e Fermo dove sarà possibile espletare le pratiche indispensabili per richiedere il contributo”.
I soggetti beneficiari del bando sono le micro, piccole e medie imprese commerciali di vendita al dettaglio in attività e le micro, piccole e medie imprese di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande sempre in attività. Sono ammessi a contributo gli interventi, conformi alla regola del ‘de minimis’, relativi a: ristrutturazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, ampliamento dei locali adibiti o da adibire ad attività commerciale, attrezzature fisse e mobili, arredi strettamente inerenti l’attività.
Il contributo concesso in conto capitale è pari al 20% della spesa ammissibile che non può essere inferiore a euro 15.000,00 e superiore a euro 60.000,00 (tutto al netto di IVA). Possono essere inseriti nella domanda di contributo gli interventi (fatture) realizzati a partire dal 01.01.2018 così come le copie dei preventivi per investimenti da effettuare.
Il Servizio Credito (071-2291520 cat.credito@confcommerciomarchecentrali.it) e gli Uffici Territoriali della Confcommercio Marche Centrali rimangono a disposizione per informazioni e assistenza tecnica per istruttoria pratiche.
INSERZIONE cod. Conf 179
Confindustria Macerata ricerca per azienda settore calzature un/una ADDETTO /A CUSTOMER SERVICE (cod. annuncio Conf 179). La risorsa si occuperà di assistenza pre e post vendita dei clienti Italia ed Estero (caricamento ordini e riassortimenti, gestione spedizioni, resi e cambi merce, assistenza agenti e distributori, pagamenti clienti, elaborazione report).
Si richiede buona conoscenza della lingua inglese e francese e buon utilizzo del programma excel. Costituisce titolo preferenziale esperienza pregressa di 2/3 anni nel ruolo e conoscenza del gestionale D-MODA. Sede di lavoro: provincia di Macerata.
Inviare il CV, con espressa autorizzazione al trattamento dei dati personali in conformità’ alle disposizioni del D.Lgs 196/2003, specificando il codice dell’ annuncio, via e-mail a: srp@confindustriamacerata.it (Assindustria Servizi srl soggetto accreditato con decreto Regione Marche n. 235/ SIM del 30/06/2016).
Il presente annuncio é rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03.
La Valfiastra Volley ha onorato la vittoria nel campionato B1 della Helvia Recina Volley Macerata, ospitando la squadra nel palazzetto dello sport di Colmurano, dove la CBF Roana ha svolto una seduta di allenamento sotto gli occhi attenti delle ragazze della Valfiastra Volley.
"Un grande risultato per la nostra provincia che proietta anche nel volley femminile una squadra ai massimi livelli, questo risultato è sicuramente uno stimolo per le società di categoria minore come la Valfiastra Volley. - dichiara il Presidente Giorgio Rilli - Ringrazio il Presidente Pietro Paolella e un grande in bocca al lupo ai dirigenti e a questa splendida squadra".
Nuovo consiglio direttivo per l’Automobile Club di Macerata fra importanti conferme e nuovi ingressi. Enrico Ruffini è presidente dell’ente per il terzo mandato consecutivo, Raffaele Macerata è vicepresidente con delega all’attività sportiva, e Maurizio Superiori consigliere. Entrano in consiglio per la prima volta Giuseppe Casali e Silvano Gattari.
Entrambi professionisti stimati, Casali è imprenditore noto, ex presidente di Confindustria Ancona e grande appassionato di auto attualmente impegnato nella sua quinta partecipazione alla Mille Miglia; Gattari, già segretario regionale di CNA Marche e presidente di Fidimpresa Marche, è persona di impegno civile e comprovata esperienza.
“Il nuovo direttivo dell’AC Macerata rafforza l’ente in un’ottica di sempre maggiore incisività sul territorio maceratese”, afferma Ruffini che sottolinea il ruolo dell’istituzione nella promozione della sicurezza stradale di automobilisti, anche nei confronti dei ciclisti. “Automobile Club d’Italia è partner del Giro d’Italia con il progetto #Rispettiamoci nella convinzione che la maggior parte degli incidenti fra auto e bici, incidenti anche banali ma molto frequenti, si possano evitare grazie al reciproco rispetto e al rispetto del codice della strada. Per questo come ACI promuoviamo campagne di sensibilizzazione verso le nuove generazioni così da preparare i guidatori di domani”.
Un altro aspetto significativo dell’operato dell’AC Macerata è la rinnovata sede del club: “Nel mese di aprile”, racconta Ruffini, “abbiamo chiuso il cantiere aperto all’indomani del terremoto nel 2016. La nostra sede in via Roma aveva subito danni rilevanti, ed oggi la restituiamo al territorio e alla clientela fruitrice dopo sette mesi di lavori di ristrutturazione senza aver speso alcun contributo pubblico”.
Infine l’attività sportiva dell’AC maceratese, fiore all’occhiello di un club che ha annoverato e continua a contare fra i propri soci piloti che si sono fatti valere a livello internazionale, da Lodovico Scarfiotti alla Scuderia Sarnano Corse, passando per Paolo Pagnanelli, Gianfranco Trombetti, Andrea Stortoni, Euno e Francesco Carini. “Siamo impegnati in attività come la recente Sarnano-Sassotetto, il rally di Cingoli e quello dell’Adriatico. A Macerata stiamo collaborando alla prossima edizione di Kartisti".
(Foto di Giuseppe Saluzzi)
La Roana CBF Helvia Recina Volley Macerata è lieta di annunciare la conferma di coach Luca Paniconi e del suo staff, composto da Michele Carancini e Marco Malatini, per la prossima stagione. Un percorso iniziato nel 2017 con la promozione sfiorata al debutto in B1 e magistralmente centrata quest’anno.
Un lavoro eccezionale su cui la società ha deciso di porre le basi per la serie A2 2019/20. “Sono molto contento di proseguire questa avventura - ha dichiarato il coach - Abbiamo trovato sin da subito un’intesa a dimostrazione della bellezza del rapporto che si è instaurato da due anni a questa parte. Continueremo a lavorare per costruire qualcosa di ancor più importante”. Ancora insieme per un nuovo capitolo di storia a tinte arancionere.
Sono 10 gli imprenditori associati a Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo che prenderanno parte al progetto de “I Cento Mecenati” dello Sferisterio e che sono stati presentati ieri pomeriggio nel corso dell’incontro pubblico “Il Mecenatismo come strumento di identità territoriale – Festival, Comuni e artigianato a confronto sul tema del sostegno alla cultura“.
“Entrare a far parte dei Cento Mecenati con i nostri imprenditori – ha dichiarato il Presidente territoriale, Renzo Leonori - è per noi motivo di grande orgoglio, consapevoli dell’importanza di sostenere e promuovere la cultura del nostro territorio. Il mecenatismo è una risorsa fondamentale per salvaguardare la ricchezza artistica che ci circonda, e che troppo spesso diamo per scontata, senza comprenderne il bisogno concreto di sostenerla e tutelarla. Siamo davvero felici che le nostre imprese abbiano accolto con grande entusiasmo questo progetto, contribuendo fattivamente al sostegno del prezioso e invidiabile patrimonio culturale di questa splendida città”.
Questi i nomi degli imprenditori che hanno aderito al progetto: Marrocchi Andrea (Rimar srl, Letti tessili di design - Cingoli), Servili Sara (Fidoka srl, Servizi di telecomunicazione - Ripe San Ginesio), Tranà Silvia (La Bottega della Bellezza, Centro estetico – Montelupone), Del Monte Fulvio (L'arte Bianca, Alimentare-Panificatore - San Ginesio), Mengoni Enzo (Forno Regina, Alimentare-Panificatore – Recanti), Cacopardo Francesco (Gestione Horeca Srl, Consulenza, formazione e informazione settore horeca – Macerata), Antinori Samuele (Antinori Assifin, Servizi assicurativi – Macerata), Giustozzi Luca (Gruppo Giustozzi Hotels, Gestione alberghi e servizi ristorazione – Macerata), Girotti Massimo (Girotti G. Snc dei F.lli Girotti, Metalmeccanica-Artigiana – Macerata), Accattoli Gilberto (A&C srl, Metalmeccanica-Industria – Montefano).
"Amici e amiche carissime, come ormai sapete, in questo ultimo mese, ho passato un bruttissimo periodo in cui ho rischiato seriamente di non farcela. Fortunatamente però sono qui a raccontarvelo e questo significa che ho battuto la mia malattia e sono pronto a tornare operativo, più carico e motivato che mai". Questo il messaggio postato tramite i propri profili social da Roberto Buratti, titolare del "Maracuja Cafè" di Macerata.
"In questo lungo periodo di convalescenza, - sottolinea Buratti - ho avuto molto tempo per riflettere e per capire tante cose, giuste e sbagliate, che mi hanno sicuramente fatto crescere. Ora sto molto meglio e non vedo l’ora di ricominciare a fare ciò che più amo; ma prima di tutto questo, ci tenevo sensibilmente a ringraziare tutti coloro che in questo periodo mi hanno sostenuto e aiutato".
La lista dei ringraziamenti è ampia così come l'affetto che ha circondato Roberto durante la convalescenza in ospedale: "Ringrazio innanzitutto tutti i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e tutto il reparto di Rianimazione, Neurologia e Pronto Soccorso, che mi hanno curato in questo ultimo mese tremendo; è grazie soprattutto alla loro professionalità, se sono qui oggi, a raccontarvelo; Ringrazio i miei immensi genitori, i miei due splendidi figli e la mia famiglia tutta per essermi stato vicino sempre; Ringrazio enormemente Elisabetta Ciocci per aver fatto da collante e per aver gestito a pieni voti i miei progetti; Ringrazio il mio fedele collaboratore Alex Sblendorio per avermi sopportato e sostenuto;
Ringrazio tutto lo Staff del Maracuja, Francesca Aurora, Giada Pennacchietti, Luca Moretti, Alban Gjoveshi, Giorgio Specchia e Stefano Valchi per la professionalità e il supporto utilizzati in mia assenza. Ringrazio tutti coloro che in qualche modo fanno parte di questa famiglia chiamata Maracuja e che prestissimo riabbraccerò, in occasione degli imminenti Aperitivi Europei (Max,Alex,Mattia, tutti i collaboratori e i fornitori); Un ringraziamento speciale a tutta la società Calcio della Sangiorgese, un gruppo fantastico di ragazzi che mi hanno regalato tante emozioni in questo ultimo anno; la tifoseria immensa al quale va un abbraccio grandissimo per quella splendida coreografia a me dedicata; Ringrazio poi tutti coloro che in qualche modo hanno pensato a me in questo periodo; siete davvero tantissimi e vi ringrazio davvero di cuore".
Buratti annuncia la sua presenza per l'inizio degli Aperitivi Europei, previsiti a Macerata a partire da mercoledì 8 maggio: "Siete stati davvero tanti ed è anche grazie a voi, che da domani tornerò in attività più forte di prima. Non mi resta quindi che invitarvi al Maracuja Cafè, per festeggiare insieme il mio ritorno e se vorrete anche giovedì, quando aspetteremo la mezzanotte per festeggiare il mio compleanno che mai come quest’anno, ha rischiato davvero di non esserci. Grazie a tutti per l’attenzione e scusate se sono stato un po’ lungo, ma era per me doveroso ringraziarvi personalmente e di cuore, per il vostro affetto".
“Non tutti i mali vengono per nuocere” conclude nel commosso messaggio Buratti.
Per garantire l’incolumità pubblica e far sì che la Festa dell’Europa, in programma da domani 8 maggio fino a sabato 11 maggio, possa svolgersi in condizioni di massima sicurezza, vivibilità urbana ma anche per tutelare la civile convivenza e garantire l’igiene urbana e il decoro della città, il Comune di Macerata ha emesso un’ordinanza che stabilisce disposizioni in materia di sicurezza.
SOMMINISTRAZIONE BEVANDE - Il provvedimento prevede che dall’8 all’11 maggio il divieto di somministrazione in bicchieri di vetro e la vendita di qualsiasi bevanda in contenitori di vetro o alluminio, da parte di tutti gli esercizi e le attività che a qualsiasi titolo possono somministrare o vendere bevande, compresi gli esercizi di commercio al dettaglio, all’interno del centro storico e in corso Cavour, corso Cairoli, piazza Nazario Sauro,viale Trieste e nelle relative traverse alle predette vie e piazze, dalle 19 fino al termine della Festa dell’Europa. Nelle stesse zone e negli stessi orari è vietata anche la detenzione di qualsiasi bevanda contenuta in contenitori di vetro o di alluminio.
Inoltre l’ordinanza stabilisce il divieto di vendita e somministrazione, da parte degli stessi esercizi, di qualsiasi tipo di bevanda o cibo nelle aree esterne ai pubblici esercizi e agli esercizi commerciali o artigianali a ciò destinate, dalle 00:00 alle 7 nei giorni feriali (da mercoledì 8 a venerdì 10 maggio) e dalle 01:00 alle 7 nei giorni prefestivi (sabato 11 maggio).
Nel provvedimento è previsto anche l’obbligo per tutti i gestori degli esercizi di riporre in ambienti chiusi o in alternativa di accatastare in modo ordinato all’interno delle aree concesse in occupazione, durante le ore notturne e nelle ore del giorno non interessate dall’evento, tutte le attrezzature aggiuntive utilizzate per la somministrazione all’esterno, per consentire la corretta esecuzione delle operazioni di pulizia delle strade e la regolare fruizione delle stesse e degli stalli da parte degli aventi diritto.
Inoltre tutti i gestori degli esercizi pubblici hanno l’obbligo di compiere con la massima cura le operazioni di gestione dei rifiuti durante tutte le fasi degli aperitivi culturali.
MUSICA - Per gli esercenti che hanno deciso di diffondere musica nel proprio locale durante la Festa dell’Europa scatta la deroga acustica. Da mercoledì 8 a venerdì 10 maggio hanno il permesso di trasmetterla fino alla mezzanotte mentre sabato 11 maggio l’orario viene prorogato alle 01.00.
RACCOLTA DIFFERENZIATA E BAGNI CHIMICI - Per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti le postazioni per la raccolta differenziata destinate agli utenti verranno installate in piazza ella Libertà, piazza Mazzini, piazza Vittorio Veneto, piazza Oberdan, via Garibaldi e piazza Annessione.
I bagni chimici invece verranno posizionati in fondo a corso della Repubblica, in vicolo Torri nei pressi dell’ex Oviesse, in piazza Oberdan vicino alle Poste mentre quelli pubblici di viale Trieste, piaggia dell’Università e via Berardi rimarranno aperti h 24.
Modifiche al traffico e alla sosta. Di seguito i provvedimenti contenuti nell’ordinanza emessa dal comando dei vigili urbani:
- divieto di sosta con rimozione forzata valido dall’8 all’11 maggio, dalle 16 alle 02,00 del giorno successivo in piazza Annessione, via Gramsci, in piazza Oberdan (eccetto tratto chiuso tra il palazzo delle Poste e l’Università), piazza della Libertà (stalli invalidi), in piazza V.Veneto, in via XX Settembre (piazzetta antistante l’esercizio La Taverna), via T Lauri, in via P.M. Ricci, stallo di sosta sito fra il civ. 45 e la piaggia della Torre e area carico e scarico dopo piaggia della Torre a sinistra, in via Berardi (sugli stalli per motocicli e su due stalli per residenti antistanti l’accesso carrabile dell’ex convento) e in via XX Settembre ultimi 2 stalli di sosta dopo ingresso Vere Italie;
- divieto di sosta con rimozione forzata valido dalle 13 alle 18 dei giorni 7 e 13 maggio per installazione e rimozione wc chimici :
- in piazza Oberdan, sul tratto chiuso tra il palazzo delle Poste e l’Università, in corso Repubblica, sull’area riservata ai motocicli antistante la Ubi banca, in vicolo Torri, sugli stalli di sosta in prossimità di via Garibaldi;
- dall’8 all’11 maggio, dalle 17 alle 02,00 del giorno successivo in Via Armaroli, dall’intersezione con via Zara, sul primo tratto lato destro per circa 30 metri, dove segnalato, per consentire l’istituzione del doppio senso di circolazione qualora necessario;
Per quanto riguarda la chiusura al traffico del centro storico nei giorni 8, 9, 10 e 11 maggio, con la seguente regolamentazione:
- dalle 18 alle ore 02 del giorno successivo divieto di transito in via Zara eccetto veicoli di soccorso, polizia, invalidi e residenti e in piazza Annessione, eccetto veicoli di soccorso, polizia, invalidi e residenti;
- dalle ore 20 o nel diverso termine reso necessario da esigenze di viabilità o di sicurezza stradale e fino a cessate esigenze:
- divieto di transito in via Don Minzoni, a salire verso piazza della Libertà, eccetto veicoli di soccorso e polizia, in via Armaroli, con istituzione del doppio senso di circolazione/senso unico alternato, sul tratto di strada compreso tra l’intersezione tra via Zara/viale Leopardi e l’uscita a monte del parcheggio “silos”, su rampa Zara, all’intersezione con viale leopardi, eccetto veicoli di soccorso, polizia, invalidi e residenti (ad esaurimento dei posti di parcheggio disponibili);
- dalle 20 divieto di transito in via Santa Maria della Porta, a salire verso piazza Vittorio Veneto, eccetto veicoli di soccorso, polizia, invalidi e residenti;
- il 9 maggio in occasione dello spettacolo per bambini che si svolgerà nell’APU di piazza V.Veneto, dalle ore 17 fino a cessate esigenze, saranno attuati i seguenti provvedimenti:
- divieto di transito in via Santa Maria della Porta, a salire verso piazza Vittorio Veneto, eccetto veicoli di soccorso, polizia, invalidi e residenti;
- direzione obbligatoria a sinistra verso via Padre Matteo Ricci, eccetto residenti di via Crescimbeni, valido per i veicoli provenienti da via Santa Maria della Porta;
- direzione obbligatoria diritti in via XX settembre, all’intersezione con via Domenico Ricci
Per ciò che concerne il parcheggio per i residenti nel centro storico dall’8 al 12 maggio i veicoli muniti di permesso residenti zona A, potranno sostare gratuitamente su tutte le aree a pagamento in concessione all’APM Spa (non interdette dai divieti temporanei per la manifestazione), comprese quelle in struttura e sugli stalli destinati alla sosta dei residenti delle altre zone mentre i residenti nel centro storico possessori di aree private, non titolari di permesso di sosta zona A, potranno ottenere dall’APM Spa, un apposito permesso per usufruire delle stesse agevolazioni previste ai punti precedenti.
Si è tenuta al Multiplex di Piediripa l’annuale assemblea dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Macerata e Camerino per l’approvazione del bilancio consuntivo dell’anno 2018.
Di fronte ad oltre 250 commercialisti, l’assemblea è stata l’occasione per fare un bilancio dell’anno passato, anche in relazione alle tematiche specifiche che riguardano la professione e le problematiche che gli iscritti e l’Ordine si sono trovati ad affrontare: l’introduzione generalizzata, a partire dal 2019, della fattura elettronica, che ha costretto ad una evoluzione tecnologica per poter continuare ad assistere le aziende ed i clienti nel passaggio alla e-fattura; il codice della crisi d’impresa con l’annunciata rivoluzione non solo delle procedure concorsuali ma anche e soprattutto della revisione legale, con il temuto abbassamento delle soglie dimensionali delle società oltre le quali entrano in vigore i nuovi obblighi; le problematiche legate al sisma, con l’importante lavoro della commissione di studio sia per richiedere chiarimenti e correttivi alla normativa, soprattutto in merito alla zona franca urbana, sia per l’ambizioso progetto della creazione di una zona economica speciale con la costituzione del Tavolo Unitario provinciale delle Professioni Economiche, insieme alle associazioni di categoria e agli ordini professionali delle materie economiche e giuridiche.
È stata anche l’occasione per parlare della riforma del D.Lgs. 139/2005, la norma che disciplina la professione, anche alla luce della pubblicazione del Manifesto dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, pubblicato dal Consiglio Nazionale, nel quale sono richiesti al Governo interventi urgenti ed incisivi per riformare sia alcuni aspetti della professione sia la normativa di carattere fiscale ed economico.
“È stato un appuntamento importante per tutti noi – ha dichiarato il presidente dell'Ordine, Rosaria Garbuglia, al termine dell’assemblea – perché è stato possibile confrontarci su temi fondamentali per il futuro della nostra professione che oggi sta vivendo oggi una fase estremamente delicata, sia per il grande disagio per gli iscritti, soprattutto per quelli che, oltre alle problematiche del nostro sistema economico e fiscale, devono fare i conti anche con le incertezze della normativa sul sisma”.
La seconda parte dell’assemblea ha visto invece l’intervento del Prof. Giorgio Rusticali che ha tenuto un corso sull’indipendenza del revisore legale. L’Ordine di Macerata, vista l’importanza e le criticità legate alla riforma del codice della crisi d’impresa, che ha modificato molti aspetti ed obblighi legati alla revisione legale, ha programmato per il prossimo 15 maggio un altro convegno specifico sul tema.
Da giovedì a sabato, 9-11 maggio, si svolgerà il primo convegno dedicato all’archeologia medievale nelle Marche organizzato dall’Università di Macerata, Dipartimento di Scienze della formazione, beni culturali e turismo, con il patrocinio del Comune di Macerata e della Società degli Archeologi Medievisti Italiani e con il sostegno delle aziende Buffetti di Macerata e Centro Color di Spinetoli.
“Per molto tempo, nelle Marche, gli interessi prevalenti nel campo della ricerca archeologica sono stati quelli pre-protostorici e classici, eccezion fatta per alcuni importanti ma limitati contributi”, spiega Umberto Moscatelli, organizzatore dell’incontro ideato e condiviso in seno agli Atenei di Macerata e Urbino. Professore di topografia antica e direttore del progetto Rimem, Ricerche sugli insediamenti medievali nell'entroterra marchigiano, Moscatelli si occupa in prevalenza di archeologia dei paesaggi, fenomeni di transizione tra l’insediamento tardoantico e quello altomedievale, archeologia montana, archeologia medievale, digitalizzazione di cartografia storica, applicazioni Gis, fotografia aerea.
“Con il passare degli anni - prosegue il docente - gli scenari sono lentamente mutati grazie al concorso di vari fattori: l’attività della Soprintendenza Archeologica delle Marche, l’attenzione di cui è stato oggetto l’importante contesto longobardo di Castel Trosino, alcuni recenti scavi condotti dalla Sabap di Ancona e infine, in misura consistente in questo ultimo quindicennio, le sistematiche campagne di ricognizione e scavo organizzate delle Università di Urbino e Macerata. I dati raccolti contribuiscono a una migliore definizione delle dinamiche relative al popolamento urbano e territoriale, aprendo nuove prospettive da confrontare con le acquisizioni derivanti da scavi e ricognizioni in contesti di età romana. Siamo pertanto convinti che i tempi siano maturi per un primo incontro tra gli studiosi che a diverso titolo operano nel campo dell’archeologia medievale nelle Marche”.
Il programma completo può essere consultato sul sito sfbct.unimc.it.
“Domani la Procura chiederà la condanna del nigeriano Oseghale per aver ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro. Le nostre perizie tecniche lo hanno confermato e io sono convinta che fu lui a sferrare alla ragazza, ancora in vita, due fendenti mortali con arma bianca al livello del nono e decimo spazio intercostale”. Ad affermarlo è il medico legale Luisa Regimenti, docente all'Università di Tor Vergata a Roma, candidata alle Europee con la Lega e impegnata in qualità di consulente di parte civile al processo che si sta svolgendo presso la Corte d’Assise del Tribunale di Macerata per la morte della 18enne romana Pamela Mastropietro, avvenuta il 30 gennaio del 2018.
“Nel corso del processo – aggiunge Regimenti – è stata tra l’altro esclusa, attraverso un’ampia documentazione e i risultati tecnico-scientifici forniti dall’intero pool di esperti voluti dall’avvocato Marco Valerio Verni, la possibilità che Pamela sia morta a causa di una overdose di eroina. In più, ulteriore elemento da tenere presente, potrebbe esserci stato il supporto di una seconda persona, un complice che avrebbe aiutato Oseghale in questa sua raccapricciante azione omicida. Anche perché lo scempio fatto sul corpo della ragazza è stata un’operazione di grande precisione, che perfino un medico legale molto esperto avrebbe avuto difficoltà a svolgere così nel dettaglio e in così poco tempo”.
La Procura, sottolinea inoltre Regimenti, ha revocato il parere favorevole inizialmente espresso sulla necessità di una nuova perizia medico-legale integrativa, chiesta dalla difesa, riconoscendo che “le lesioni alla parete toracica inferiore di destra appaiono caratterizzate da evidenti caratteri macroscopici di vitalità, confermati da tutti quelli che ebbero a vederle sul cadavere, e cioè il professor Tombolini e poi il professor Cingolani”.
“I magistrati – spiega – hanno condiviso la mia tesi, specificando che “le immagini fotografiche proiettate in aula hanno consentito di verificare anche che i colpi inferti al livello del nono e decimo spazio intercostale possono essere qualificati come dei fendenti, privi di correlazione con i tagli effettuati da Oseghale al fine di smembrare il cadavere e che sono stati tutti di tipo trasversale e quindi non da infissione, ma da sezione”.
“Siamo giunti alle battute finali – ribadisce Regimenti – e ci sono elementi solidi e scientifici a supporto dell’ipotesi accusatoria, con perizie tecniche suffragate da valori numerici precisi, emersi al termine di esami istologici e istochimici svolti con sistemi tecnici all’avanguardia e altamente specialistici. La difesa, al contrario, ha espresso solo delle opinioni, fornendo per di più, dei dati errati e fuorvianti, come ad esempio il peso della ragazza, sicuramente sottostimato. Nel complesso – conclude - un atteggiamento dilatorio attuato nel tentativo di allungare il processo e ritardare il momento della sentenza, prevista comunque per il 29 maggio”.
Si è insediato Pasquale Sorgonà, nuovo Vicario del Questore della provincia di Macerata.
Il nuovo Vicario, 54 anni, è in polizia dal 1985 e proviene dalla Questura di Chieti, in passato ha ricoperto prestigiosi incarichi presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale a Roma, dove si è occupato prima della protezione dei collaboratori di giustizia e successivamente di omicidi, rapine e attentati in danno degli appartenenti alle forze dell’Ordine.
Il dr. Sorgonà, specialista nel settore della criminalità informatica, è stato anche dirigente della Polizia Postale e delle Comunicazioni nei Compartimenti Molise, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia, occupandosi dei servizi di sicurezza informatica al G8 del 2009 a L’Aquila e dirigendo importanti operazioni internazionali nella lotta alle clonazioni delle carte di credito, tanto da guadagnarsi numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali.
Impegnato in campagne di prevenzione dai rischi di internet e nella lotta alla pedopornografia e alle frodi online, è anche docente universitario di computer forensics e sicurezza informatica presso le Università degli Studi del Molise e di Teramo.
Prima di arrivare a Chieti, ha anche diretto la Divisione PAS della Questura di Teramo
L’Ufficio Immigrazione della Questura di Macerata e la Squadra Mobile avevano segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata ,lo scorso 29 marzo, 5 cittadini extracomunitari di nazionalità cinese quasi tutti residenti in provincia, per il reato di cui all’art. 5 comma 8 bis del D.L.286/98 (Produzione di documentazione falsa) poiché, al fine di determinare il rilascio del permesso di soggiorno CE attualmente denominato UE per soggiornanti di lungo periodo, avevano prodotto a corredo dell’istanza una attestazione di superamento del test di lingua italiana risultato contraffatto.
La richiesta di permesso di soggiorno CE può essere presentata da cittadini extracomunitari: regolarmente soggiornanti da cinque anni, che non abbiano riportato condanne per gravi specifici reati, che siano in possesso di un reddito non inferiore all’importo dell’assegno annuo sociale pari a 5.800 euro e di un alloggio idoneo, e che siano in grado di presentare un attestato di superamento del test di conoscenza della lingua italiana ai sensi dell’art.2 bis dello stesso Testo Unico.
Tutti i certificati, apparentemente rilasciati da due Istituti autorizzati dal Ministero dell’Interno e che da accertamenti espletati sono risultati estranei alla vicenda, sono tuttavia ritenuti i successivamente contraffatti come comunicato dagli stessi enti certificatori ed è stato appurato dalle forze dell'ordine che i certificati erano stati scaricati da Internet e successivamente contraffatti con l’inserimento dei dati degli interessati.
I certificati attestanti la conoscenza della lingua italiana, come già detto, vengono rilasciati da Istituti riconosciuti e abilitati dal Ministero dell’Interno e con il nuovo Decreto Salvini, è necessario anche per l’ottenimento della cittadinanza.
Le indagini operate dall’Ufficio Immigrazione e dalla Squadra Mobile della Questura di Macerata, erano scattate in quanto era stato notato un particolare aumento delle richieste di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo da parte di cittadini cinesi provenienti anche da altre province. Inoltre, i cittadini cinesi che avevano presentato le istanze volte al rilascio del permesso di soggiorno non parlavano assolutamente italiano e facendo delle verifiche a campione, era stato notato che i certificati, apparentemente rilasciati dai due istituti di Perugia e Milano (assolutamente ignari), erano compilati in modo da destare forti sospetti circa la loro autenticità. Nel corso delle indagini, era stato accertato dala Squadra Mobile infatti che i suddetti cittadini cinesi, avevano scaricato gli attestati da Internet.
Alla luce di quanto sopra, l’Ufficio immigrazione e la Squadra Mobile hanno proseguito l’attività di indagine su altre decine di istanze presentate nell’ultimo periodo da cittadini cinesi e infatti ulteriori cinque richieste sono risultate contraffatte con lo stesso sistema con cui erano state inoltrate le istanze trattate nel mese di marzo scorso.
A seguito del proseguo dell’attività, sono stati deferiti all’A.G. ulteriori 10 cittadini cinesi di età compresa tra 29 e 49 anni, tutti residenti in provincia.
Tutti gli indagati infatti, già in possesso di permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, hanno presentato presso l’Ufficio Immigrazione istanze di rilascio del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo e, al fine di attestare il superamento del test di lingua italiana, hanno allegato alle rispettive istanze attestati rilasciati da centri autorizzati di Perugia e di Milano.
L’attività di indagine svolta, ha evidenziato la falsità degli attestati che non sono mai stati rilasciati dai predetti istituti. Per questo motivo, sono state rigettate le istanze presentate dai cittadini cinesi i quali recatisi in Ufficio per la relativa notifica del provvedimento di rigetto, sono stati formalmente indagati poiché, al fine di determinare il rilascio del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, producevano a corredo dell’istanza una attestazione di superamento del test di lingua italiana poi risultata contraffatta.