Si è tenuta questo pomeriggio, presso la Caserma di Viale dell’Indipendenza, la celebrazione per il 245° Anniversario della Fondazione della Guardia di Finanza. Presenti le massime autorità civili per omaggiare la ricorrenza delle Fiamme Gialle.
Dopo la lettura del messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del Comandante Generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana, la parola è passata al Comandante Provinciale delle Fiamme Gialle Amedeo Gravina.
“Venerdì scorso, 21 giugno, il comandante generale, a Roma, alla presenza delle massime autorità dello Stato, ha celebrato il 245° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza. Questa sera, qui a Macerata - pur nel rigoroso rispetto delle vigenti direttive emanate dall’autorità di governo che impongono cerimonie a carattere interno - vogliamo parteciparvi, con la necessaria solennità e con tutto il nostro orgoglio di indossare le Fiamme Gialle” sono state le prime parole del Comandante.
“Solennità sobria, dunque, esaltando così ancor più le nostre caratteristiche più marcate: l’essenzialità, la discrezione e la riservatezza nell’agire – ha proseguito Gravina -. Sono passati 245 anni dal 1774, quando fu costituita, nel Regno di Sardegna, la legione truppe leggere, in seno all’armata piemontese, con compiti di difesa militare delle frontiere e vigilanza doganale. È l’inizio della nostra storia. Una storia costellata da momenti di gloria, per atti di puro eroismo di singoli e collettivi, caratterizzata sempre da un unico comune denominatore: la consapevolezza di essere al servizio della collettività per il raggiungimento del bene comune, quotidianamente impegnati ad affermare - ad ogni costo, sempre e comunque - il primato della legalità e dei principi democratici dello stato. Ad ogni costo, dunque, sempre e comunque, senza mai arretrare, come recita il nostro motto.”
Il Comandante Gravina è tornato poi indietro di 100 anni, al 1919, per ricordare l’origine del motto delle Fiamme Gialle. “Dopo la grande guerra, fu questo l’anno dei trattati di Pace a Versailles e dello stallo nelle trattative riguardanti l’Italia e la ridefinizione delle nostre frontiere al confine Jugoslavo. In questo difficile scenario Fiume, importante porto commerciale con popolazione a maggioranza italiana, divenne il simbolo della questione, culminata con l’occupazione della Città da parte di un manipolo di legionari guidati dal poeta Gabriele D’Annunzio, autoproclamatosi reggente del governo della Città in nome del Re d’Italia. Nel territorio fiumano erano presenti circa 300 finanzieri, al comando di 15 ufficiali, con compiti di polizia portuale e doganale, vigilanza litoranea e di frontiera. A loro, D’Annunzio volle affidare la gestione dell’ordine pubblico, reso particolarmente precario dalla difficile convivenza tra i legionari dannunziani ed i militari regolari di stanza nella zona.”
“Furono bravi in questo: riuscirono a mantenere lo status quo e a guadagnarsi sia la piena fiducia di D’Annunzio che l’ammirazione della popolazione civile, che si tradusse in un gesto simbolico il 4 dicembre 1919, durante la festa di Santa Barbara – ha proseguito Gravina -. Nella primavera successiva la situazione complessiva si fece insostenibile, soprattutto per le intemperanze degli arditi dannunziani. I conflitti a fuoco, con morti e feriti, divennero quotidiani, tanto da indurre il comando italiano ad evacuare tutti i militari regolari dalla Città, tranne che i finanzieri, i quali si trovarono improvvisamente soli nell’affrontare l’arduo impegno di assicurare la difesa della Città e il mantenimento dell’ordine pubblico. Ancora una volta riuscirono ad onorare il loro compito, evitando ulteriori spargimenti di sangue, e suscitando ancora una volta l’apprezzamento di D’Annunzio che ammirò il loro agire come esempio di fedeltà e sacrificio. Tale apprezzamento si concretizzò nella solenne cerimonia del 25 giugno 1920, allorquando, subito dopo aver fregiato il vessillo del corpo della medaglia di Ronchi ed esaltato nella sua oratoria i finanzieri fiumani, dedicò per iscritto quello che diverrà il motto araldico del corpo: “nec recisa recedit” ovvero “neppure recisa retrocede. […] A tutti loro, e a tutti i caduti, di tutte le forze armate e di polizia, noi finanzieri maceratesi, come lo scorso anno, dedichiamo la celebrazione odierna, rendendo loro onore e rinnovando l’auspicio che le armi tacciano per sempre” ha concluso il Comandante Provinciale.
Il Comandante ha infine ringraziato le Fiamme Gialle maceratesi per la preziosa e complessa attività Istituzionale svolta, dal contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, alla tutela della spesa pubblica, alle indagini per contrastare la criminalità economico-finanziaria, al concorso al mantenimento dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica. Un Corpo che, dopo 100 anni, è profondamente cambiato ma è sempre ben ancorato alla sua storia, basata sulla tradizione e sulla modernità.
Nel 2018 e nei primi 5 mesi dell’anno, gli interventi dei reparti macerataesi nei diversi comparti operativi - ed in particolare in quelli della lotta all’evasione e della tutela della spesa pubblica - hanno subìto un considerevole incremento, ed hanno prodotto risultati di altissimo profilo.
Sono 7.523 gli interventi ispettivi conclusi dai Reparti della Guardia di Finanza tra il gennaio del 2018 e il maggio del 2019; 1.246 sono, invece, le indagini delegate al Corpo, nello stesso periodo, dalla magistratura ordinaria e contabile. Cifre, queste, che danno il senso dell’intensificazione delle attività delle Fiamme Gialle contro i più gravi fenomeni di illegalità economico-finanziaria. Interventi mirati, indirizzati nei confronti di target accuratamente selezionati grazie ad attività di intelligence, al controllo economico del territorio e ad analisi di rischio, ulteriormente migliorata, quest’ultima, in ragione della potenziata interazione tra le banche dati a disposizione e all’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria.
Si è poi proceduto alla premiazione di coloro che si sono distinti all’interno del Corpo della Guardia di Finanza maceratese.
Il Tenente Colonnello Andrea Magliozzi, il luogotenente Massimo Sorrentino e il luogotenente Augusto Soccionovo sono stati premiati, con encomio solenne, perché hanno evidenziato “non comuni qualità tecnico professionali e spiccato acume investigativo, eseguendo una complessa attività di polizia giudiziaria a tutela della spesa pubblica e del bilancio della spesa sanitaria regionale.”
Encomio solenne è stato concesso anche al Maresciallo aiutante Giancarlo Monteleone e al Maresciallo Ordinario Fabio Amico per aver “evidenziato elevate doti tecnico professionali e spirito di sacrificio, eseguendo una articolata attività di servizi a tutela della spesa pubblica.”
Elogio è stato concesso al Maresciallo Ordinario Pasquale Scialdone e al brigadiere capo Giovanni Strazzante per aver “confermato eccellenti qualità professionali, spirito di abnegazione totale al servizio ed elevate capacità organizzative, assolvendo i propri compiti con non comune solerzia, grande impegno e competenza. I due finanzieri hanno eseguito, con elevata precisione e puntualità, numerosi servizi di polizia economico finanziaria e Polizia Giudiziaria in materia di stupefacenti e marchi contraffatti, fornendo contributo personale determinante per il raggiungimento di elevati standard di efficacia ed efficienza del reparto di appartenenza.”
Elogio anche per il Maresciallo Aiutante Davide Bibini e l’Appuntato Scelto Qualifica Speciale Genesio Manetti per aver confermato “eccellenti qualità professionali nel settore dell’informatica operativa, spirito di abnegazione ed elevate capacità organizzative, assolvendo i propri compiti con non comune solerzia, altissimo senso del dovere, grande impegno e profonda competenza tecnologica. In possesso della qualifica “Computer Forensics & Data Analysis” hanno fattivamente e proficuamente collaborato in numerose attività di Polizia Economica Finanziaria, anche delegate dalla competente Autorità Giudiziaria, fornendo un contributo personale determinante.”
Infine elogio concesso al Luogotenente Carica Speciale Luigi Martone, al Luogotenente Carica Speciale Gabriele Nardella, al Luogotenente Domenico Silvestri e al Luogotenente Domenico Pio Di Martino perché “sorretti da elevate qualità personali e capacità professionali, assolvevano i propri compiti con non comune solerzia, impegno ed efficienza, prodigandosi in ogni occasione con abnegazione, senso di responsabilità, attaccamento al servizio e spirito di sacrificio.”
In merito alle ipotesi di un probabile ingresso nell’APM (azienda pluriservizi Macerata), la Fondazione Carima sottolinea come il dialogo con le istituzioni del territorio sia costante oltre che improntato alla massima correttezza e trasparenza nell’ottica di sostenere lo sviluppo sociale, culturale ed economico della provincia di Macerata.
"In questo contesto si inquadra lo scambio di opinioni con il Sindaco del Comune di Macerata, azionista di maggioranza dell’APM, che è avvenuto con l’unico obiettivo di valutare le condizioni di reciproca convenienza di un eventuale ingresso della Fondazione, con quote di minoranza, nel capitale della predetta società" si precisa.
Al fine di meglio chiarire i contorni di tale interessamento, la Fondazione evidenzia quanto segue:
1. operazioni come quella in esame sono già presenti nel mondo delle Fondazioni bancarie, tanto che è la stessa normativa di settore (D.lgs 153/99 vero e proprio Testo Unico delle Fondazioni) a promuovere forme d’investimento connesse con le finalità istituzionali delle Fondazioni ed in particolare con lo sviluppo economico/sociale del loro ambito territoriale attraverso il mantenimento o l’acquisizione di partecipazioni “non di controllo” in società a forte valenza territoriale;
2. l’Associazione di Categoria delle Fondazioni bancarie (ACRI) si è espressa, da tempo, a favore di impieghi che riguardano attività territoriali strategiche coerenti con i settori d’intervento in cui operano le associate, così da poter mettere a disposizione della collettività risorse più ampie di quelle compatibili con la mera attività di elargizione dei contributi;
3. negli ultimi anni molte Fondazioni sono entrate in realtà connesse ai rispettivi territori di riferimento;
4. questi programmi d’investimento avvengono in coerenza con la pianificazione degli Enti Locali e con l’obiettivo di attivare un processo partecipativo che abbia come fine la realizzazione di infrastrutture strategiche, materiali e immateriali, fondamentali per una comunità;
5. l’interesse della Fondazione, nel caso specifico, è circoscritto ad una quota di minoranza, in linea con i pacchetti azionari detenuti dagli altri Comuni, diversi da quello di Macerata, che complessivamente non raggiungono l’1% del capitale dell’APM;
6. tale forma d’intervento, se di interesse, potrebbe essere estesa anche ad altre realtà presenti in altri Comuni della provincia quale ulteriore segnale di vicinanza al territorio;
7. la Fondazione non è mossa da finalità speculative, derivanti dall’incasso dei dividendi distribuiti dalla società, ma unicamente dall’obiettivo di attivare una “dimensione comunitaria” che coinvolga le molte forze attive del territorio secondo una logica di compartecipazione;
8. infine, è bene ricordare, che l’eventuale ingresso della Fondazione in APM o in altra società richiederebbe in ogni caso un’attenta e preliminare valutazione degli aspetti economici e gestionali di questa, poiché la Fondazione ha il dovere di preservare il proprio patrimonio (esigenza divenuta più pressante dopo la vicenda di Banca delle Marche) attraverso un’accorta politica d’investimento che privilegi impieghi remunerativi, con rischio accettabile e fortemente diversificato.
Chi lo ha detto che non possa esistere un connubio tra sport e cultura? Se ne è parlato in occasione della conviviale del Panathlon Club Macerata, che si è riunito il 13 giugno al ristorante Signore te ne ringrazi dello chef Michele Biagiola. Ospite della serata Barbara Minghetti e il Macerata Opera Festival.
La serata si è aperta con i saluti della presidente del Panathlon Club Macerata Barbara Morresi, che ha espresso l’importanza della coesione e della collaborazione dei club service con il territorio auspicando iniziative future congiunte e con l’investitura a nuovo socio della pluricampionessa Giulia Perugini, icona indiscussa della SEF Macerata, celebre per i suoi innumerevoli riconoscimenti nel salto in alto categoria master.
“In occasione del prossimo Macerata Opera Festival dedicato al rosso desiderio abbiamo programmato in cartellone per il 23 luglio una serata dedicata alla danza e allo sport. Saranno protagonisti i Kataklo’ di Giulia Staccioli, compagnia storica che ha fatto dell’atletismo e dello sport un legame fortissimo dagli anni novanta” ha raccontato il direttore artistico del Macerata Opera Festival Barbara Minghetti, al microfono di Michele Spagnuolo, organizzatore della serata e membro del direttivo Panathlon Club Macerata.
Martedì 23 luglio 2019 sarà infatti messo in scena in arena Sferisterio il progetto Play di Kataklò Athletic Dance Theatre, spettacolo nato per celebrare i cento anni della «Gazzetta dello Sport»: da allora nello stesso lavoro, presentato in tutto il mondo, si sono alternate cinque generazioni di performer. Dal punto di vista creativo, Play è composto da una serie di “cartoline” di sport che accompagnano lo spettatore in luoghi ed epoche lontani: dal senso di spensierata libertà di una gara in bicicletta nelle campagne del dopoguerra, a una delle prime stelle internazionali del tennis femminile, fino a indagare il significato della circolarità della vita, della ricerca perpetua di ogni essere umano attraverso il ritmo incalzante di una corsa. E poi ancora una pallavolo magica e ipnotica, un rugby che si apre con una haka Maori, un podio che conferma la fatica della costruzione della vittoria sul quale si muovono corpi dalla mitologica classica bellezza. Allo Sferisterio per la prima volta Play racconterà anche il gioco della “nostra palla al bracciale”.
Nel corso della conviviale l’attenzione si è soffermata proprio sulla palla al bracciale, grazie al coinvolgente racconto di Corrado Speranza, membro storico della squadra maceratese. Un excursus sulla storia, sugli aneddoti e sui legami con le architetture di questo sport tanto in voga nel 1800, celebrato anche dal poeta recanatese Giacomo Leopardi.
Il Macerata Opera Festival e la squadra di palla al bracciale di Macerata sono stati omaggiati al termine della conviviale dalla presidente Barbara Morresi.
Sara Tajè è una nuova giocatrice della Roana CBF. Arriva dalla Sardegna il primo acquisto al centro per coach Paniconi. Classe ’98, originaria di Caltignaga (Novara), 187 centimetri, la centrale piemontese cresce nelle giovanili della Asystel Novara per poi passare, all’età di 14 anni, alla Igor Novara dove militerà per quattro anni consecutivi. Dal 2015 al 2017 la doppia esperienza in B1, culminata a Brescia con le semifinali playoff tra le fila di Monticelli Brusati.
Nella stagione 17/18 fa il suo esordio in A2 con Caserta per poi vestire la casacca di Olbia nell’annata appena conclusa, la quale ha visto la compagine sarda retrocedere in B1: “Non vedo l’ora di conoscere l’ambiente e le mie nuove compagne. In tanti mi hanno parlato molto bene di questa realtà, ho già avuto l’occasione di confrontarmi con coach Paniconi e mi sono subito convinta della bontà del progetto, anche in virtù degli ottimi acquisti fin qui messi a segno dalla società”. Per la centrale piemontese sarà la terza avventura consecutiva in A2: “Sono estremamente motivata al riscatto dopo la stagione appena conclusa. Darò il massimo per dimostrare di essere all’altezza e di meritarmi questo palcoscenico”.
Al Campo Collevario di Macerata, si sono tenute ieri le finali della 23° edizione del torneo davanti ad un pubblico numeroso che ha incitato e applaudito i ragazzi scesi in campo nelle due partite disputate, la finale del 3° e 4° posto delle 18.30 e la finalissima delle 20.30. La Vigor Senigallia ha meritatamente alzato la coppa battendo per 7 a 2 una Junior Macerata più combattiva di quanto il risultato lasci intendere. Il terzo posto è andato invece alla Vigor Macerata che si è imposta per 5 a 2 sulla Veregrense.
Prima delle finali, la giornata all’insegna dello sport è iniziata alla Sala Convegni dell’Hotel Claudiani di Macerata con Paolo Ghisoni, ideatore del progetto editoriale “La Giovane Italia”, quest’anno partner della Cluentina. Il giornalista di Sky Sport ha parlato del movimento calcistico giovanile italiano, accompagnato da Gian Filippo Felicioli, il terzino di Fiuminata che ha raccontato il suo percorso sportivo fino all’approdo al Milan.
Si è passati poi al calcio giocato, con la sfida tra Veregrense e Vigor Macerata. Gli arancioni hanno dato vita ad una buona prestazione, vogliosi di riscattare la sconfitta subita in semifinale contro la Junior Macerata. In pochi minuti Ricotta ha portato i suoi sul 3 a 0, riuscendo a bucare la porta difesa da Santoni dopo una serie di grandi interventi del portiere gialloblu. Nella ripresa Veregrense è riuscita a tornare in partita con la rete di Castricini. Nel finale però Appignanesi e il poker di Ricotta hanno chiuso la gara prima del goal di Cappelletti.
Le telecamere di Sky Sport hanno quindi seguito la finale tra Vigor Senigallia e Junior Macerata per la realizzazione del servizio della puntata de “La Giovane Italia” incentrata sul Trofeo Marche. All’ottima partenza dei maceratesi con la rete di Polizzi, bravo a scappare a sinistra e infilare il portiere, è arrivata la risposta di Ballello che ha controllato in area e poi mandato il pallone sotto la traversa, chiudendo un primo tempo equilibrato. Ad inizio ripresa la Vigor Senigallia si è portata in avanti con decisione, trovando il vantaggio grazie al cross basso di Pierpaoli che ha pescato sul secondo palo Catalani, libero di appoggiare in rete. Quindi è arrivata la doppietta personale di Ballello, stavolta in spaccata ad anticipare il portiere. La Vigor è scappata sul 4 a 1 con l’autorete propiziata dalla forte conclusione di Ballello. Cappelletti ha poi accorciato per la Junior, con un bellissimo destro da fuori area che ha mandato il pallone sul palo-goal. Nel finale la Vigor ha dilagato grazie all’ingresso di un devastante Serfilippi, autore di una tripletta.
Al termine delle partite è avvenuta la premiazione, che ha visto la presenza di importanti ospiti dello sport regionale e non. Oltre alla coppa consegnata alla Vigor Senigallia, il rossoblu Daniel Serfilippi si è aggiudicato il premio come Miglior Giocatore del Trofeo. Nicolò Santoni della Veregrense ha meritato invece il premio di Miglior Portiere, mentre Riccardo Ricotta della Vigor Macerata è stato il Capocannoniere del torneo con 14 goal.
Per chi si fosse perso la finale o volesse riviverne le emozioni, TVRS trasmetterà la partita domenica 30 alle 21.45 sul canale 11.
"Vicinanza alla famiglia e sentito cordoglio." Il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari esprime il dolore di un intero territorio e di una comunità per la scomparsa di Gilberto Giorgi. Già consigliere provinciale negli anni 1975-80 con il presidente Otello Di Stefani, dal 1990 al 1995 ricoprì la carica di assessore dell’Amministrazione provinciale con le deleghe all’ambiente, all’urbanistica, alla caccia e alla pesca.
“Se n’è andata una persona buona, generosa, di una grande e straordinaria umanità. Aveva un atteggiamento di ascolto e attenzione, impossibile vederlo arrabbiato - ricorda Pettinari che negli anni ’90-’95 ha lavorato insieme a lui nella giunta provinciale -. Anche di fronte a situazioni difficili, Giorgi reagiva affrontandole con quella dose positiva di ottimismo, mai drammatica; era portato a cercare la soluzione migliore del problema. A seguito della legge 142 del 1990, in cui alla Provincia vennero assegnati ruoli di rilievo in nuovi settori e materie, fu incaricato di seguire le nuove deleghe dell’ambiente e dell’urbanistica, molto complesse; ma le seppe svolgere con la grande esperienza di amministratore che aveva”.
Gilberto Giorgi fu sindaco di Cingoli per quindici anni, prima di essere nominato assessore provinciale. “Era un profondo conoscitore del territorio - conclude Pettinari - e non riteneva le esigenze di un altro comune secondarie o diverse da quelle della sua città: era un rappresentante a tutto tondo della nostra provincia. Forti in lui i valori degli affetti, dell’amicizia, e della famiglia, di cui era fervente sostenitore. Ci ha dato tanto e ci mancherà, che il suo ricordo sia esempio per tutti noi”.
FOTO DELLA PRO LOCO DI CINGOLI
é giunta all’ultima settimana la missione di scavo archeologico che l’Università di Macerata conduce nei siti di Pollentia-Urbs Salvia e di Villamagna, nel territorio di Urbisaglia (MC). I risultati saranno presentati in occasione di un evento pubblico giovedì 27 giugno alle 17,30 al teatro comunale di Urbisaglia. Saranno presenti il direttore della missione prof. Roberto Perna, l’archeologo Stefano Finocchi e il prof. Gianfranco Paci che ribadisce come si tratti di “un’occasione importante per rafforzare quel legame fra comunità e territorio alla base di ogni processo di tutela e valorizzazione”.
Un’équipe del Dipartimento di Studi Umanistici, diretta da Roberto Perna e formata da tecnici e collaboratori dell’Ateneo maceratese, tra i quali Marzia Giuliodori, David Sforzini, Riccardo Carmenati e Yuri Marano, ha coordinato per un mese studenti italiani e stranieri nelle attività di ricerca.
Gli scavi sono stati riavviati per il venticinquesimo anno, riprendendo le indagini interrotte nell’estate del 2018, grazie a due concessioni del Ministero dei beni culturali coordinate dalla Soprintendente all’archeologia belle arti e paesaggio Marta Mazza e dall’archeologo Stefano Finocchi. Hanno collaborato il Comune di Urbisaglia e della Fondazione Giustiniani Bandini, proprietaria dell’area di Villamagna.
Nell’area urbana di Pollentia-Urbs Salvia il lavoro si è concentrato sul lato nord del foro, dove, sotto le strutture visibili in superficie, è stato possibile indagare un portico di età augustea del quale ancora si conservano parti delle colonne e, sotto di esso, i livelli di distruzione del più antico insediamento che risale ad età romana repubblicana. “Si tratta di una scoperta di grande rilievo – afferma Perna -. Le nostre conoscenze sull’antica Pollentia, così si chiamava il centro urbano, ci consentono di fare luce su dinamiche insediative poco note nel nostro territorio e sulla storia delle città prima che assumesse l’aspetto che oggi conosciamo”.
Sempre in area urbana, diciannove studenti del Liceo classico Leopardi di Macerata, coordinati dalle insegnanti Barbara Menicucci e Raffaella Lattanzi, hanno partecipato agli scavi sul cantiere del Saggio 5, dove imponenti muri e lacerti di pavimentazione testimoniano la presenza di un edificio di grande importanza e prestigio, forse le terme.
“Le indagini di natura archeologica, come in questo caso, coinvolgendo discipline e linguaggi eterogenei che vanno dalle tecnologie informatiche all’archeobotanica, al restauro, guidati e resi coerenti da un approccio storico-archeologico, sono un significativo esempio di quell’ibridazione dei saperi, di quella cross fertilizazion che è alla base di ogni ricerca scientifica moderna”, sottolinea il rettore Francesco Adornato.
Nel sito di Villamagna, un esempio unico a livello nazionale di villa rustica romana al centro di un grande latifondo, gli scavi sono proseguiti per il terzo anno, dopo la loro ripresa nel 2017. “Quest’anno - dichiara Finocchi - le ricerche sono proseguite nella pars rustica della villa, cioè in quella parte dedicata all’attività lavorativa e di trasformazione dei prodotti. Sono venute alla luce vasche in laterizio per la lavorazione dell’olio o del vino, grandi vasi (dolia) utilizzati per contenere derrate alimentari e vasche in terracotta”. Si tratta delle tracce di una intensa attività agricola, che le indagini archeobotaniche in corso, in collaborazione con l’Università di Lecce, sembrano connettere alla viticultura, alla produzione di graminacee e alberi da frutto.
“Le ricerche condotte nel centro urbano e nel territorio di Urbisaglia ed Villamagna - specifica Perna – permettono di acquisire strumenti fondamentali per la tutela e la valorizzazione dei due siti”, che, come ricorda anche il sindaco di Urbisaglia Paolo Francesco Giubileo, che da anni sostiene l’attività di Unimc “possono essere parte integrante di un articolato progetto di valorizzazione territoriale”
“Si tratta solo di un esempio - specifica il direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Carlo Pongetti - dei risultati che l’attività di ricerca condotta dal nostro Dipartimento può portare al territorio, contribuendo alla sua crescita e offrendo un significativo contributo alla vita sociale e produttiva”.
Durante gli scavi l’Ateneo ha avviato il primo “Laboratorio internazionale di metodologie per l’archeologia globale dei paesaggi”, un percorso di approfondimento scientifico al quale hanno partecipato, oltre agli italiani, studenti provenienti da Università ed Enti di ricerca degli Stati Uniti, Gran Bretagna Danimarca Albania e Canada. Come ricorda anche Giuseppe Sposetti, presidente della Fondazione Giustiniani Bandini, che ha fortemente voluto la ripresa degli scavi a Villamagna, “un territorio, proprio a partire dalla valorizzazione dei beni culturali, può trovare un’occasione di rinascita e di crescita economica”.
Non poteva sfuggire all'occhio del paparazzo Guido Picchio ciò che è accaduto ieri sera sul palco dell'Arena Sferisterio a Macerata, durante la serata finale della trentesima edizione di Musicultura. Il noto reporter ha infatti "pizzicato" più di una volta la presentatrice Natasha Stefanenko spostarsi il vestito per mettere in evidenza il profondo e audace spacco.
La Stefanenko, come documentato dalle immagini fotografiche, con lo spostamento continuo dell'abito ha messo in mostra la sua indubbia bellezza, compiacendo la platea.
La presentatrice forse voleva semplicemente pubblicizzare il vestito che indossava visto che lo stesso abito rosso appare nelle immagini all'interno di uno degli articoli del suo blog personale Natasha's Way.
Quando l'Arena dello Sferisterio si è vuotata, Natasha Stefanenko si è messa a dialogare con il compagno Luca Sabbioni che le ha chiesto "Ora cosa facciamo?". Lei, con il microfono del palco aperto, ha risposto "Amore fai il bravo che tra mezz'ora sono a casa".
La Junior Jesina si è presa il Velox. E’ stata scoppiettante, combattuta, ricca di gol e soprattutto infinita la finale della 42° edizione dello storico trofeo per la categoria Allievi disputata ieri sera allo Stadio della Vittoria di Macerata. Sono serviti i calci di rigore per decretare i vincitori del torneo curato dalla Junior Macerata (in collaborazione con la HR Maceratese) e i baby leoncelli l’hanno spuntata, ad oltranza, sui pari età della Fermana. Fatale l’errore dal dischetto nella settima serie, l’unico penalty sbagliato peraltro, calciato alto addirittura dal portiere gialloblu.
Davanti a 700 spettatori, una cornice di pubblico enorme, una marea di allenatori, direttori sportivi e pure Silvio Pagliari (procuratore di svariati big di A), la Junior Jesina dunque è riuscita a spodestare la Fermana che, da campione in carica, sognava la doppietta- dinastia. Il club di Lega Pro comunque si consola con il trionfo una settimana fa nel 31° Velox Giovanissimi.
La sfida, condita da enorme tensione sulle panchine, era stata sbloccata dai ragazzi di mister Favi grazie a Piermattei. La Fermana però era stata in grado di ri-equilibrare e pure ribaltare il match con la doppietta del’interessante Cardinali. All’intervallo si andava di nuovo in parità grazie al talentuoso Onourah. Alla ripresa ecco che Marini trovava il pertugio del 3-2, a quel punto la Fermana aveva anche due palle-gol in sequenza per chiudere i giochi, ma i baby di mister Scoponi le sciupavano. E puntuale arrivava il 3-3 siglato da Italia.
Ospite della cerimonia di premiazione è stato l’arbitro di serie A Gianluca Sacchi, sono intervenuti tra gli altri il presidente della Figc Macerata Guido Andrenelli, il presidente dell’Aia Macerata Andrea Fugante, il consigliere regionale dell’Avis Paolo Gobbi e naturalmente i presidenti di Junior Macerata e HR Maceratese Marcello Temperi e Alberto Crocioni.
Queste le formazioni:
Fermana: Fatone, Diouane, Pezzoni, Lorenzoni, Tarulli, Germani, Marini, Ouardi, Cardinali, Grassi, Vitali. A disposizione: Bonifazi, Alessandrini, Ogievba, Confaloni, Liberati, Mammalucco, Del Rosso, Polini, Bianchini. All. Scoponi
Junior Jesina: Agostinelli, Zokou, Balducci, Molinari, Maccaroni, Rossetti, Onourah, Balardinelli, Piermattei, Rango, Korchi. A disposizione: Latini, Sanfilippo, Fratoni, Marasca, Asta, Italia. All. Favi
Arbitro: Leonardo Salvatori di Macerata
Arena Sferisterio gremita per la serata finale di Musicultura 2019. A far ballare il pubblico maceratese, prima della proclamazione del vincitore dell'edizione di quest'anno, ci ha pensato Angelique Kidjo proponendo l'intramontabile "Pata Pata" della cantante sudafricana Miriam Makeba. Gli oltre 2500 spettatori dell'Arena non hanno resistito al ritmo trascinante della canzone e si sono alzati in piedi per scatenarsi nelle danze.
Quella dell'artista beninese è stata l'ultima esibizione prima dell'incoronazione di Federico Lettieri come vincitore del Festival, così come annunciato da Enrico Ruggieri. Il cantautore napoletano, visibilmente commosso, ha ricevuto il premio di 20 mila euro offerto da Ubi Banca sul palco dello Sferisterio.
In precedenza il pubblico era stato incantato da Daniele Silvestri e dal rapper Rancore: guarda qui
Ecco il video della performance di Angelique Kidjo allo Sferisterio di Macerata:
Il fatto è avvenuto in via Telesforo Carradori a Macerata.
Erano le 11:45 circa di questa mattina quando una Mini Cooper, probabilmente alimentata a metano, ha incominciato a prendere fuoco.
Ad accorgersi della colonna di fumo è stato un abitante della zona, il quale ha subito allertato i Vigili del Fuoco.
I pompieri giunti sul posto hanno immediatamente spento il principio di incendio e messo in sicurezzza l'area.
Il proprietario della vettura non risulta al momento reperibile.
È Francesco Lettieri il vincitore della trentesima edizione di Musicultura: a lui vanno i 20mila euro offerti come premio dalla Ubi Banca.
Ad aprire la serata finale della trentesima edizione di Musicultura Enrico Ruggeri con una emozionante interpretazione di "Quello che le donne non dicono".
"Io c'ero 30 anni fa alla prima di Musicultura e sono contento di esserci ancora oggi perché questa è una cosa importante per la musica italiana" ha esordito Ruggeri, un conduttore che ha sempre saputo tenere alta l'attenzione della platea dello Sferisterio, gremito in ogni ordine di posti, accompagnato da Natasha Stefanenko.
Il primo a salire sul palco è stato proprio il vincitore della finale Francesco Lettieri con "La mia nuova età", poi Lavinia Mancusi con "Ninù". L'attrice Carlotta Natoli ha poi interpretato il monologo "Guerra" di Achille Campanile del 1933. Un saluto, dalle prime file dello Sferisterio, anche da Mirkoeilcane, vincitore della 28esima edizione di Musicultura. "Mi è venuta la pelle d'oca stando qui - il commento del cantautore romano -. Ho sentito le prime due canzoni e sono bellissime: complimenti ragazzi e beati voi che state li, vorrei esserci io".
A salire sul palco è stato poi Francesco Sbreccia con "Tocca a me" e infine Gerardo Pozzi con "Badabum".
È stata poi la volta di Daniele Silvestri. Il cantante, con i suoi oltre 25 anni di carriera, di impegno e di coraggio ha portato sul palco di Musicultura "Le navi" e "La mia casa". "Parliamo di vite affidate al male e alla disperazione in questi testi - ha esordito -. La prima canzone l'ho scritta anni fa, quando parlare di migranti non era un atto politico ma umano. Dobbiamo sentire il mondo come un'unica casa, non costruiamo muri."
Silvestri ha infine salutato il pubblico dello Sferisterio con il suo nuovo brano "Prima che".
"La musica deve essere aperta e deve sapersi reinventare: dobbiamo rompere le regole e creare sempre qualcosa di nuovo" così Rancore ha salutato l'arena maceratese dopo aver cantato due suoi brani e "Argento vivo", il pezzo che si è aggiudicato ben tre premi nell'ultima edizione del Festival di Sanremo, con Daniele Silvestri.
È stata l'artista Angelique Kidjo a scaldare il palco e la platea dello Sferisterio, che non ha affatto declinato l'invito a danzare, con le sue hit. La cantante stata poi premiata dal Rettore Unicam, Claudio Pettinari e da Pamela Lattanzi dell'Unimc perché "una cosa è declamare in astratto i valori universali della musica, un'altra cosa è condividerli. Angelique rappresenta l'Africa che invita alla condivisione dei sentimenti e dei destini". Kidjo ha ringraziato per il riconoscimento spiegando che "le nostre differenze sono le nostre ricchezze."
È stato Enrico Ruggeri a decretare il vincitore, premiato dalla platea dello Sferisterio, della trentesima edizione di Musicultura. Francesco Lettieri, con il brano "La mia nuova età", si è aggiudicato il premio di 20mila euro messi in palio della Uno Banca.
A Enzo Savastano, con il suo brano "Le mogli dei cantanti famosi" è andato il premio della critica. Il primo cittadino di Macerata, Romani Carancini, ha annunciato, nel corso della serata, che le prossime audizioni di Musicultura si svolgeranno al Lauro Rossi.
Una grande festa quella che si è svolta ieri sera presso la villa a Macerata, in via dei Velini, di Paolo Nardi, patron della Moto Nardi di Piediripa. 70 anni di attività: questa l'occasione che ha unito istituzioni, amici e dipendenti.
Una grande soddisfazione quella di Paolo e della sua famiglia. Insieme alla moglie Eliane, alle figlie Veruschka e Natascia, al genero Vincenzo e ai nipoti, il titolare della Moto Nardi ha tagliato ieri il traguardo dei 70 anni di attività, un'esperienza iniziata nel 1949 dal padre Luigi e che Paolo è riuscito a portare avanti con dedizione, impegno e sacrificio. In questi anni, il titolare della Moto Nardi ha fatto crescere la sua realtà anno dopo anno fino a diventare concessionario Piaggio della Provincia.
Presenti ieri sera il Presidente della Provincia Antonio Pettinari, il primo cittadino Romano Carancini, che ha omaggiato Paolo Nardi con un riconoscimento, il primo Dirigente della Polizia di Stato e Dirigente della Divisione Anticrimine di Macerata Andrea Innocenzi e i tanti amici e dipendenti dell'Azienda. Ospite anche la Miss Marche Taryn Piccinini, reduce dal giro d'Italia come ombrellina. A condurre la serata Marco Moscatelli.
Oltre all'ottimo cibo del catering del Parco Hotel di Giuseppe Giustozzi, ad allietare la serata, trascorsa in totale allegria e divertimento, anche la musica e la proiezione delle immagini sulla parete della villa di Paolo Nardi che hanno permesso di ripercorrere insieme ai presenti, la storia dell'Azienda.
A stupire i presenti anche la scultura in ghiaccio, realizzata dall'artista Graziano Re, della classica Vespa, da sempre sinonimo delle due ruote. Un amore per i motocicli, quello di Paolo e della sua famiglia, che speriamo continui ancora a lungo e collezioni altrettanti successi!
Quattro generazioni, una produzione di 300 sassofoni l’anno, l’80% destinata a tutti e cinque i continenti. Collaborazioni con artisti mondiali come Joe Lovano, Jimmy Greene, Bob Berg, Michael Brecker, Gerry Mulligan, Pietro Tonolo e Stefano “Cocco” Cantini: questa la storia dei (quasi) 150 anni della Borgani di Macerata, raccontata dal titolare Orfeo, amante della musica classica, di quella degli anni ’70 e ’80 e, ovviamente, del jazz.
L’Azienda nasce nel 1872 dal fondatore Augusto, bisnonno di Orfeo, a Loro Piceno. “Lui ha da sempre avuto una grande passione per la musica e decise di intraprendere la strada della costruzione di strumenti musicali – ci spiega Orfeo, oggi Dirigente dell’Azienda -. Ciò che stupisce, in merito alla sua storia, è che la spinta imprenditoriale del mio bisnonno arriva a metà dell’Ottocento da un piccolo paese delle Marche che, certamente, non era una delle Regioni più evolute. Egli decise di istruire i suoi quattro figli per seguire una visione imprenditoriale a lungo termine e gettare quindi le basi per un’azienda con una mentalità moderna.”
“Qualche anno dopo l’Azienda si sposta poi a Macerata, principalmente perché qui c’è la ferrovia – ha proseguito Orfeo -. Il nostro vero cambiamento avviene negli anni ’80. Dopo il boom economico dei vent’anni precedenti, nel ’68, iniziano le prime lotte sindacali: prima si lavorava per prezzo e non per qualità. Se non si era seguita questa linea negli anni si veniva buttati fuori dal mercato. Molte aziende non hanno capito che i tempi stavano cambiando e, per molte di loro, è arrivata la crisi. Noi siamo riusciti a farlo e abbiamo dato ai nostri clienti un servizio di qualità che non si ferma alla vendita dello strumento ma inizia molto prima e prosegue soprattutto dopo: è in questo che dobbiamo essere competitivi. Soprattutto dato che i nostri concorrenti (quattro in tutto il mondo) sono delle multinazionali: tra questi anche la Yamaha.”
“Nell’ultimo periodo abbiamo puntato molto a incrementare nei giovani l’insegnamento della musica, una cosa che in Italia non è mai avvenuta – ha osservato Orfeo -. La musica non è una materia curricolare e, in questo modo, sono gli stessi ragazzi a sottovalutarla. Anche il fatto che un capoluogo di provincia come Macerata non sia dotato di un Conservatorio o di un Liceo Musicale, penso sia un fatto negativo.”
“Da circa un anno, abbiamo dato vita all’Associazione Accentum e, tramite un progetto pilota, abbiamo pensato di poter divulgare la musica suonata nell’età prescolare ed elementare, proponendo anche un saggio finale per i ragazzi. Il bello degli strumenti a fiato è anche quello: suonare tutti insieme e socializzare. Quello dell’insegnamento e dell’informazione è però un problema italiano che dovrebbe essere risolto. A tal proposito, sempre in collaborazione con l’Associazione Accentum e l’Anbima Marche, abbiamo ideato e realizzato il primo corso di formazione in Italia per l’avvio alla pratica strumentale. Tale corso suddiviso in 3 moduli, svoltosi da gennaio ad aprile, per un week end al mese, con 3 Insegnanti tra i più qualificati in Italia, è stato una delle prime importanti iniziative ideate proprio per aiutare la diffusione della musica.”
Quando Orfeo parla però delle sue creazioni, gli occhi si riempiono di orgoglio e soddisfazione. “I nostri sassofoni sono prodotti altamente artigianale e personalizzati. Lavoriamo infatti con il singolo Artista e lo strumento, il più giovane di quelli a fiato, viene realizzato su misura in base alle sue esigenze artistiche e musicali – ha spiegato nel dettaglio il patron della Borgani mentre il noto sassofonista Stefano Bedetti stava provando il suo strumento nell’altra stanza –. È un lavoro di grandissima precisione, che richiede delle capacità specifiche e che non tutti sono in grado di fare. Lavoriamo con alcuni specialisti e riparatori che sono tra i migliori a livello mondiale. Il tempo che ci vuole? Bè è un lavoro che non può essere quantificato perché lo stesso artista viene qui, prova lo strumento, torna a casa, ascolta le registrazioni e poi decide. Da lì inizia la produzione del sassofono che può essere modificata in itinere. Le modifiche più importanti sullo strumento sono avvenute negli anni ‘60 ma le ultime innovazioni sul Sassofono sono le nostre, realizzate tra gli anni ’90 e 2000: per noi questo è un motivo di grande orgoglio. Costruiamo infatti lo strumento in sette leghe sonore diverse che danno altrettanti suoni diversi”.
Quando gli chiediamo se il territorio ha penalizzato o meno l’Azienda, Orfeo ci risponde raccontandoci un aneddoto di qualche anno fa. “Mi colpì ciò che notò un nostro amico musicista arrivato dal Brasile che, giunto a Macerata mi disse ‘ho impiegato più tempo per arrivare da Bologna a Macerata che dal Brasile all’Italia’. La penalizzazione quindi c’è ed è notevole perché spesso è sinonimo anche di rinunce, ma la nostra volontà è quella di rimanere sul territorio, un territorio che spesso sembra non apprezzare la nostra professionalità.”
Un rapporto, quello con gli artisti internazionali con i quali la Borgani collabora, che va oltre al semplice momento lavorativo. “Mulligan quando veniva in Italia per suonare, lasciava sempre due posti riservati per mio padre: questo per far intendere il rapporto di amicizia e umano che c’era. Gli stessi artisti di livello internazionale hanno permesso alla nostra azienda di compiere negli anni una vera e propria crescita: interfacciarsi con i massimi esperti del settore ci ha portato a produrre solo il top di gamma.”
Quella di Orfeo Borgani è una visione imprenditoriale di qualità e a lungo termine che però, non sembra trovare riscontro nell'attuale situazione economia italiana. “Penso che, nel nostro Paese, si sia distrutto l’artigianato a favore della grande azienda che fa massa – ci ha spiegato -. Il dramma della nostra economia è che è difficile trovare manodopera perché il mondo stesso è cambiato. Io stesso sono stato invitato all’Università di Verona per tenere una lezione sulla mia Azienda con il professor Sergio Noto: sono soddisfazioni certamente ma sono cose che succedono fuori da casa nostra perché qui non mi è stato mai chiesto nemmeno un parere in merito a contesti relativi al mio ambito professionale. Credo sia nostro dovere investire sulla formazione e sull’informazione e creare un circuito affinché la gente venga a Macerata.”
Sabato 22 giugno l'Istituto San Giuseppe di Macerata ha festeggiato la chiusura dell’anno scolastico e presentato il lavoro conclusivo del Progetto WE ARE DROPS.
WE ARE DROPS - presentato durante la festa dello scorso anno - è un progetto a cui artisti e scienziati da tutte le parti del mondo hanno lavorato insieme ai bambini di altre città per generare amore, stupore e consapevolezza in gocce piccole e grandi, per preservare e proteggere l'elemento Acqua nella sua bellezza e salubrità.
Ora anche a Macerata, grazie alla collaborazione con l’artista Giuseppe La Spada, come tante piccole gocce, tutti insieme, grandi e piccoli, all'Istituto San Giuseppe si è iniziata una profonda “immersione” che portato alla scrittura e illustrazione di una storia e alla produzione di un video: “THE FIVE SAVIOURS OF THE SEA” .
Un prodoto realizzato grazie alla collaborazione dell’artista Giuseppe La Spada e dell’ illustratrice Cecilia Gordigiani insieme ai loro insegnanti coordinati da Samuela Giustozzi, Federica Cerquetella e Barbara Paoletti.
Una storia semplice, di denuncia e speranza, di impegno e collaborazione tra uomo e natura per un futuro non più nero e triste ma pieno di speranza e colori.
Tutti i bambini hanno partecipato alla realizzazione del video e della storia, dai piccoli dell’Infanzia ai grandi delle medie, ogni docente ha lavorato al fianco degli esperti per contribuire con le proprie competenze perché tutti avessero la possibilità di approfondire, capire, prendere coscienza del problema dell’inquinamento dei nostri mari ed impegnarsi, loro per primi, per cambiare le cose.
Un tema affrontato in ogni materia, in ogni progetto o laboratorio svolto, capace di coinvolgere più aspetti del sapere e della conoscenza dalle arti figurative alla musica, passando per scienze ed italiano.
La presenza alla festa del Presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche l’Avv Claudio Netti e del Prof. Luca Bracchetti dell’Università di Camerino è stata importante per far capire ai giovani presenti che la situazione del nostro mare e dei nostri fiumi e laghi è sotto controllo, che ci sono dei problemi ma se tutti cambiamo atteggiamento ed avremo una maggiore consapevolezza forse riusciremo a salvare non solo le nostre acque ma anche il nostro pianeta.
Un lavoro svolto in team, collaborando ed unendo competenze e professionalità diverse ma unite dallo stesso amore per la nostra Terra e dall’amore per un futuro meno triste ma denso di speranza ed ottimismo.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato maggiormente il tema della tutela degli animali e nello specifico il caso in cui gli amici a quattro zampe vengano abbandonati dai propri padroni, orrenda circostanza questa spesso posta in essere proprio a ridosso delle ferie estive. Il caso in parola ci offre la possibilità di esaminare giuridicamente tale deplorevole condotta penalmente rilevante. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana alla domanda posta da un lettore di Tolentino che chiede: “Il proprietario di un cane abbandona l’animale ai bordi di una strada proprio prima di partire per le proprie ferie estive senza essere visto da alcuna persona che potrebbe denunciare immediatamente tale fatto alla Polizia Giudiziaria. L’animale viene poi salvato da un passante che denuncia tale ritrovamento all’Autorità Pubblica: quali le responsabilità in capo al proprietario dell’animale?
Il caso di specie ci porta ad analizzare il reato di “Abbandono di Animali”, previsto e disciplinato dall’art. 727 del codice penale, secondo il quale: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”. A tal proposito, il concetto di abbandono va ricondotto alla trascuratezza o al disinteresse verso l’animale e non invece all’incrudelimento nei suoi confronti o all’inflizione di sofferenze gratuite, atteggiamenti questi rientranti, di fatto, nel reato di “Maltrattamento di animali” previsto e punito dall’art. 544- ter del codice penale.
L’abbandono, in ogni caso, non va individuato nella sola precisa volontà di abbandonare l’animale, ma nell’intento più generale di non prendersene più cura nella consapevolezza dell’incapacità dell’animale di provvedere autonomamente a se stesso. Pertanto, nel caso che ci occupa, risulta evidente l’applicazione dell’art. 727 c.p. nei confronti del proprietario del cane abbandonato, il quale, pur non essendo stato visto da alcuna persona, non ha tenuto conto della presenza del microchip addosso all’animale; per tali ragioni, è stato agevole per il Servizio Veterinario, poter risalire al proprietario del cane abbandonato poi denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di abbandono di animali. Il proprietario dell’animale abbandonato, sia in primo grado, sia in Appello, ha tentato di difendersi adducendo il fatto di aver smarrito il cane durante un’uscita, senza però aver presentato alcuna denuncia o comunque aver posto in essere alcun tentativo effettivo di ritrovamento. Per tali ragioni, la Corte di Cassazione, non ha potuto che rigettare il ricorso e confermare la sentenza di condanna, in quanto il comportamento tenuto dal proprietario dell’animale, è rinvenibile nella nozione di abbandono enunciata dal primo comma dell'art. 727 c.p. , la quale postula una condotta ad ampio faggio che include anche la colpa intesa come indifferenza o inerzia nella ricerca immediata dell'animale.
La Suprema Corte quindi specifica che la nozione di abbandono di animali è da intendersi non solo come precisa volontà di abbandonare definitivamente l'animale ma anche come il non prendersene più cura, "ben consapevoli dell'incapacità dell'animale di non poter più provvedere a sé stesso come quando era affidato alle cure del proprio padrone". I Giudici di legittimità concludono, avallando ancor di più la decisione del Tribunale, affermando che il "concetto di abbandono, come delineato dall'art. 727 c.p., implica semplicemente quella trascuratezza o disinteresse che rappresentano una delle variabili possibili in aggiunta al distacco volontario vero e proprio (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza n. 18892/11)."
Nel consigliare a tutti di denunciare prontamente tali spregevoli e pericolosi comportamenti penalmente rilevanti, come sempre rimango in attesa delle vostre richieste via mail dandovi appuntamento alla prossima settimana.
La Menghi Shoes si assicura le prestazioni dell'esperto centrale messinese, incrociato nello scorso campionato durante i Play-Off contro la Elios Messaggerie Catania. Classe 87', Filippo Porcello è un centrale di quasi 200 cm nato e cresciuto sportivamente a Messina, vanta un lungo curriculum maturato soprattutto in serie B. Ha vestito le maglie di squadre importanti come Grosseto, Corigliano, Portomaggiore e Latina, con la quale ha conquistato la finale Play-Off per la promozione in A2.
Il salto di categoria è arrivato nella passata stagione con la Elios Messaggerie Catania, dove ha disputato il campionato di A2 girone blu, diventando un punto fermo della squadra siciliana. Centrale di carattere ed esperienza, Porcello è pronto a vivere con entusiasmo questa nuova avventura in A3 garantendo alla Menghi Shoes centimetri a muro e punti in attacco.
Sarà riaperto, dopo anni di abbandono, il parco di Villa Lauri in viale Indipendenza a Macerata. Martedì 25 giugno, alle ore 17.30, ci sarà una cerimonia e una festa con tutta la cittadinanza, che potrà fruire di questo antico e straordinario polmone di verde all’ingresso della città, nel quartiere Santa Croce.
L’apertura del parco è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra l’Unimc, proprietaria dell’area e che sta ristrutturando la villa all’interno del parco come sede dell’Istituto Confucio, e il Comune che ha realizzato le opere per rendere fruibile un complesso ambientale e storico che risale alla seconda metà dell’800, dimora della famiglia Lauri e successivamente il sanatorio della città.
Le opere realizzate dal Comune, assessorato all’Ambiente, hanno consentito la sistemazione del vialetto d’ingresso al parco e il ripristino della fruibilità e funzionalità di alcune aree verdi mediante potature e messa in sicurezza, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche.
Sono stati inoltre sistemati gli arredi, le panchine già presenti e posizionate di nuove, realizzata l’illuminazione e la segnaletica, compresi anche dei totem informativi sulla storia del parco. La struttura sarà anche dotata di due aule verdi a disposizione della cittadinanza e delle scuole in particolare, in cui - con la stessa logica che anima il progetto QUIsSI CRESCE!, sostenuto dall’impresa sociale con i bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile - si svolgeranno attività e laboratori aperti a bambini e famiglie sulla progettazione partecipata e condivisa, sui materiali naturali e l’ambiente, sull'abitare e il ri-abitare gli spazi esterni e naturali.
Il parco è stato inoltre dotato di un secondo ingresso, non esistente, per l’accesso dalla zona di Colleverde dietro alla palestra. Costo complessivo dell’intervento è di 148mila euro finanziati dalla Regione Marche con i fondi POR FESR 2014/2020, cui si aggiungono 50mila euro dello stesso finanziamento a disposizione dell’Università per realizzare la recisione trasparente in ferro, in sostituzione del muro attuale, togliendo quindi i confini tra il parco e la via pubblica. Per ora nel parco sarà fruibile un percorso di circa 1.500 metri, essendo rimaste naturali e intatte le zone boscate, ma quando sarà completato il restauro della villa si potrà fruire di un percorso più ampio ad anello.
Il parco sarà gestito dal Comune, cui è stato concesso dall’Università in comodato d’uso per 10 anni, che si occuperà della manutenzione, gestione e apertura del parco che al momento sarà dalle ore 8 alle 20.30.
(In foto la firma dell'accordo tra Unimc e Comune)
Da lunedì 24 giugno al 6 luglio via Mattei, nel tratto tra via Tucci e via Roma a Macerata, sarà chiusa al traffico per consentire i lavori di manutenzione delle travi in cemento armato dell’arteria. Il provvedimento riguarda l’arco temporale che va dalle 8:30 alle 19:00. Di seguito le disposizioni che saranno indicate in zona con la segnaletica:
Via Mattei: divieto di transito, con sbarramento alla rotatoria di via Roma, sulla semicarreggiata in direzione via Pancalducci, nel tratto compreso tra via Roma e la rotatoria di Via Tucci; deviazione della direttrice di marcia verso via Roma sulla semicarreggiata opposta (quando i lavori interesseranno la semicarreggiata in direzione via Roma);
Contrada Fontescodella: direzione obbligatoria “a sinistra”, per i veicoli che provengono dal tratto di strada chiusa dell’omonima via diretti verso via Mattei;
Piazzale Velardi: divieto di sosta con rimozione coatta 0/24, dove segnalato.
(Immagine di repertorio)
Nella tarda mattinata di ieri, una volante della Polizia è intervenuta in zona Cairoli per una violenta lite in strada tra un ragazzo di origini ghanesi di 28 anni e una ragazza di 22 anni, residente in città, legati sentimentalmente.
Grazie ad un passante che aveva avvisato il 113 di quanto stava accadendo, gli agenti sono giunti immediatamente sul posto quando ancora il ragazzo stava colpendo la giovane con calci e pugni.
L’uomo è stato subito bloccato ed accompagnato in ufficio. Da una prima ricostruzione effettuata dagli agenti, è stato appurato che la lite era scoppiata per futili motivi e nel corso della stessa, il ragazzo aveva colpito più volte la giovane con calci e pugni rapinandola inoltre della somma dei pochi euro che la stessa aveva con sé. Nella circostanza, la ragazza era costretta a ricorrere alle cure dei sanitari e del pronto soccorso dove era stata accompagnata dai poliziotti.
L’uomo , conosciuto dalle Forze dell’ordine come elemento violento e gravato da numerosi precedenti di Polizia per porto di strumenti atti ad offendere, lesioni, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e rapina, nonché già sottoposto alle misure restrittive dell’obbligo di firma e di dimora, è stato tratto in arresto per il reato di rapina ed accompagnato al carcere di Ancona-Montacuto a disposizione dell’ Autorità Giudiziaria. Grazie al provvidenziale intervento degli agenti si è scongiurato il pericolo concreto che la ragazza, colpita con pugni violenti e calci, potesse subire ferite più gravi.
Sono in corso accertamenti e indagini da parte dell’ufficio immigrazione per verificare se vi siano i presupposti per il rimpatrio del soggetto verso il suo paese di origine, il Ghana.