Macerata, Fondazione Carima e l'ingresso nell'APM: "Interessati a quote di minoranza"
In merito alle ipotesi di un probabile ingresso nell’APM (azienda pluriservizi Macerata), la Fondazione Carima sottolinea come il dialogo con le istituzioni del territorio sia costante oltre che improntato alla massima correttezza e trasparenza nell’ottica di sostenere lo sviluppo sociale, culturale ed economico della provincia di Macerata.
"In questo contesto si inquadra lo scambio di opinioni con il Sindaco del Comune di Macerata, azionista di maggioranza dell’APM, che è avvenuto con l’unico obiettivo di valutare le condizioni di reciproca convenienza di un eventuale ingresso della Fondazione, con quote di minoranza, nel capitale della predetta società" si precisa.
Al fine di meglio chiarire i contorni di tale interessamento, la Fondazione evidenzia quanto segue:
1. operazioni come quella in esame sono già presenti nel mondo delle Fondazioni bancarie, tanto che è la stessa normativa di settore (D.lgs 153/99 vero e proprio Testo Unico delle Fondazioni) a promuovere forme d’investimento connesse con le finalità istituzionali delle Fondazioni ed in particolare con lo sviluppo economico/sociale del loro ambito territoriale attraverso il mantenimento o l’acquisizione di partecipazioni “non di controllo” in società a forte valenza territoriale;
2. l’Associazione di Categoria delle Fondazioni bancarie (ACRI) si è espressa, da tempo, a favore di impieghi che riguardano attività territoriali strategiche coerenti con i settori d’intervento in cui operano le associate, così da poter mettere a disposizione della collettività risorse più ampie di quelle compatibili con la mera attività di elargizione dei contributi;
3. negli ultimi anni molte Fondazioni sono entrate in realtà connesse ai rispettivi territori di riferimento;
4. questi programmi d’investimento avvengono in coerenza con la pianificazione degli Enti Locali e con l’obiettivo di attivare un processo partecipativo che abbia come fine la realizzazione di infrastrutture strategiche, materiali e immateriali, fondamentali per una comunità;
5. l’interesse della Fondazione, nel caso specifico, è circoscritto ad una quota di minoranza, in linea con i pacchetti azionari detenuti dagli altri Comuni, diversi da quello di Macerata, che complessivamente non raggiungono l’1% del capitale dell’APM;
6. tale forma d’intervento, se di interesse, potrebbe essere estesa anche ad altre realtà presenti in altri Comuni della provincia quale ulteriore segnale di vicinanza al territorio;
7. la Fondazione non è mossa da finalità speculative, derivanti dall’incasso dei dividendi distribuiti dalla società, ma unicamente dall’obiettivo di attivare una “dimensione comunitaria” che coinvolga le molte forze attive del territorio secondo una logica di compartecipazione;
8. infine, è bene ricordare, che l’eventuale ingresso della Fondazione in APM o in altra società richiederebbe in ogni caso un’attenta e preliminare valutazione degli aspetti economici e gestionali di questa, poiché la Fondazione ha il dovere di preservare il proprio patrimonio (esigenza divenuta più pressante dopo la vicenda di Banca delle Marche) attraverso un’accorta politica d’investimento che privilegi impieghi remunerativi, con rischio accettabile e fortemente diversificato.
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