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A Macerata i maestri del sassofono, Orfeo Borgani si racconta: "Dobbiamo riscoprire l'insegnamento della musica" (FOTO)

A Macerata i maestri del sassofono, Orfeo Borgani si racconta: "Dobbiamo riscoprire l'insegnamento della musica" (FOTO)

Quattro generazioni, una produzione di 300 sassofoni l’anno, l’80% destinata a tutti e cinque i continenti. Collaborazioni con artisti mondiali come Joe Lovano, Jimmy Greene, Bob Berg, Michael Brecker, Gerry Mulligan, Pietro Tonolo e Stefano “Cocco” Cantini: questa la storia dei (quasi) 150 anni della Borgani di Macerata, raccontata dal titolare Orfeo, amante della musica classica, di quella degli anni ’70 e ’80 e, ovviamente, del jazz.

L’Azienda nasce nel 1872 dal fondatore Augusto, bisnonno di Orfeo, a Loro Piceno. “Lui ha da sempre avuto una grande passione per la musica e decise di intraprendere la strada della costruzione di strumenti musicali – ci spiega Orfeo, oggi Dirigente dell’Azienda -. Ciò che stupisce, in merito alla sua storia, è che la spinta imprenditoriale del mio bisnonno arriva a metà dell’Ottocento da un piccolo paese delle Marche che, certamente, non era una delle Regioni più evolute. Egli decise di istruire i suoi quattro figli per seguire una visione imprenditoriale a lungo termine e gettare quindi le basi per un’azienda con una mentalità moderna.”

“Qualche anno dopo l’Azienda si sposta poi a Macerata, principalmente perché qui c’è la ferrovia – ha proseguito Orfeo -. Il nostro vero cambiamento avviene negli anni ’80. Dopo il boom economico dei vent’anni precedenti, nel ’68, iniziano le prime lotte sindacali: prima si lavorava per prezzo e non per qualità. Se non si era seguita questa linea negli anni si veniva buttati fuori dal mercato. Molte aziende non hanno capito che i tempi stavano cambiando e, per molte di loro, è arrivata la crisi. Noi siamo riusciti a farlo e abbiamo dato ai nostri clienti un servizio di qualità che non si ferma alla vendita dello strumento ma inizia molto prima e prosegue soprattutto dopo: è in questo che dobbiamo essere competitivi. Soprattutto dato che i nostri concorrenti (quattro in tutto il mondo) sono delle multinazionali: tra questi anche la Yamaha.”

Nell’ultimo periodo abbiamo puntato molto a incrementare nei giovani l’insegnamento della musica, una cosa che in Italia non è mai avvenuta – ha osservato Orfeo -. La musica non è una materia curricolare e, in questo modo, sono gli stessi ragazzi a sottovalutarla. Anche il fatto che un capoluogo di provincia come Macerata non sia dotato di un Conservatorio o di un Liceo Musicale, penso sia un fatto negativo.”

“Da circa un anno, abbiamo dato vita all’Associazione Accentum e, tramite un progetto pilota, abbiamo pensato di poter divulgare la musica suonata nell’età prescolare ed elementare, proponendo anche un saggio finale per i ragazzi. Il bello degli strumenti a fiato è anche quello: suonare tutti insieme e socializzare. Quello dell’insegnamento e dell’informazione è però un problema italiano che dovrebbe essere risolto. A tal proposito, sempre in collaborazione con l’Associazione Accentum e l’Anbima Marche, abbiamo ideato e realizzato il primo corso di formazione in Italia per l’avvio alla pratica strumentale. Tale corso suddiviso in 3 moduli, svoltosi da gennaio ad aprile, per un week end al mese, con 3 Insegnanti tra i più qualificati in Italia, è stato una delle prime importanti iniziative ideate proprio per aiutare la diffusione della musica.”

Quando Orfeo parla però delle sue creazioni, gli occhi si riempiono di orgoglio e soddisfazione.I nostri sassofoni sono prodotti altamente artigianale e personalizzati. Lavoriamo infatti con il singolo Artista e lo strumento, il più giovane di quelli a fiato, viene realizzato su misura in base alle sue esigenze artistiche e musicali – ha spiegato nel dettaglio il patron della Borgani mentre il noto sassofonista Stefano Bedetti stava provando il suo strumento nell’altra stanza –. È un lavoro di grandissima precisione, che richiede delle capacità specifiche e che non tutti sono in grado di fare. Lavoriamo con alcuni specialisti e riparatori che sono tra i migliori a livello mondiale. Il tempo che ci vuole? Bè è un lavoro che non può essere quantificato perché lo stesso artista viene qui, prova lo strumento, torna a casa, ascolta le registrazioni e poi decide. Da lì inizia la produzione del sassofono che può essere modificata in itinere. Le modifiche più importanti sullo strumento sono avvenute negli anni ‘60 ma le ultime innovazioni sul Sassofono sono le nostre, realizzate tra gli anni ’90 e 2000: per noi questo è un motivo di grande orgoglio. Costruiamo infatti lo strumento in sette leghe sonore diverse che danno altrettanti suoni diversi”.

Quando gli chiediamo se il territorio ha penalizzato o meno l’Azienda, Orfeo ci risponde raccontandoci un aneddoto di qualche anno fa. “Mi colpì ciò che notò un nostro amico musicista arrivato dal Brasile che, giunto a Macerata mi disse ‘ho impiegato più tempo per arrivare da Bologna a Macerata che dal Brasile all’Italia’. La penalizzazione quindi c’è ed è notevole perché spesso è sinonimo anche di rinunce, ma la nostra volontà è quella di rimanere sul territorio, un territorio che spesso sembra non apprezzare la nostra professionalità.”

Un rapporto, quello con gli artisti internazionali con i quali la Borgani collabora, che va oltre al semplice momento lavorativo. “Mulligan quando veniva in Italia per suonare, lasciava sempre due posti riservati per mio padre: questo per far intendere il rapporto di amicizia e umano che c’era. Gli stessi artisti di livello internazionale hanno permesso alla nostra azienda di compiere negli anni una vera e propria crescita: interfacciarsi con i massimi esperti del settore ci ha portato a produrre solo il top di gamma.”

Quella di Orfeo Borgani è una visione imprenditoriale di qualità e a lungo termine che però, non sembra trovare riscontro nell'attuale situazione economia italiana. “Penso che, nel nostro Paese, si sia distrutto l’artigianato a favore della grande azienda che fa massa – ci ha spiegato -. Il dramma della nostra economia è che è difficile trovare manodopera perché il mondo stesso è cambiato. Io stesso sono stato invitato all’Università di Verona per tenere una lezione sulla mia Azienda con il professor Sergio Noto: sono soddisfazioni certamente ma sono cose che succedono fuori da casa nostra perché qui non mi è stato mai chiesto nemmeno un parere in merito a contesti relativi al mio ambito professionale. Credo sia nostro dovere investire sulla formazione e sull’informazione e creare un circuito affinché la gente venga a Macerata.”

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