L’Archeoclub sezione di Civitanova Marche, in collaborazione con il Centro Studi Civitanovesi, organizza quattro giornate alla scoperta della città e della sua storia. Da giovedì 4 a domenica 7 agosto, sono in programma conferenze e visite guidate alla Città Alta e al porto.
Si inizia il 4 agosto con "Quattro Passi a Civitanova Porto" a cura Anna Maria Vecchiarelli e Alvise Manni, in un incontro che avrà luogo nel Palazzo Sforza. Il giorno successivo, alle 21:30, presso la galleria "Deva Ars" di via Porta Zoppa (Civitanova Alta), una conversazione di Medardo Arduino e Fabrizio Cortella su: "L’talia al tempo degli Svevi e la storia negata per la ragione di stato".
Sabato 6 agosto alle ore 18-20, nel Caffè del Teatro, "Quattro passi nella Città Alta", di nuovo a cura dei professori Vecchiarelli e Manni, e conclusione domenica 7 agosto alle ore 21:30 alla galleria "Deva Ars", in via Porta Zoppa, con una conversazione su "Il Margutto e la Paura del Saraceno" a cura di Giacomo Recchioni. Le iniziative sono organizzate con il patrocinio della Città di Civitanova Marche, collaborano Sted e Caffè del teatro Cerolini.
“La Procura di Macerata non contesta alcuna aggravante di tipo razziale e le accuse sono omicidio volontario e rapina. Si sono, dunque, definitivamente chiariti i contorni di questo terribile episodio: non c’entra nulla il razzismo, ma la furia omicida di Giuseppe Ferlazzo è stata alimentata da altri fattori che saranno certamente ben esaminati durante l’iter giudiziario”.
Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale delle Marche, Carlo Ciccioli, commentando l’omicidio di Alika Ogorchukwu. "In questa tragica vicenda anche la politica locale non ha dato il meglio di sé – precisa Ciccioli -. Fin da subito è iniziata un’agghiacciante strumentalizzazione che qualifica gli autori stessi”.
“Dalle critiche al post del Presidente Acquaroli nel quale non si è riportato il nome di Alika Ogorchukwu, in spregio alle più elementari regole di tutela dei familiari della vittima che, magari, ancora non erano stati informati dalle forze dell’ordine. Al successivo tentativo di inserire – prosegue il capogruppo FdI -, pervicacemente e a tutti i costi, la matrice razziale da parte della sinistra come fanno gli avvoltoi sui cadaveri”.
“E ciò nonostante gli investigatori, gli unici ai quali occorre dar fede, l’abbiano esclusa quasi immediatamente – puntualizza Ciccioli -. Fa specie constatare, per l’ennesima volta, come il Pd riesca a strumentalizzare tutte le vicende di cronaca della nostra Regione per un mero tornaconto elettorale e politico. Vergogna”.
"Invece di analizzare, insieme, ciò che è accaduto e, da politici degni di questo nome, lavorare per potenziare tutti quei servizi che possano andare incontro agli interessi dei marchigiani in termini di sicurezza e di cura delle fragilità mentali, optano sempre per ergersi come finti moralizzatori interessati solo a creare divisioni e fazioni, alimentando, loro sì, un clima di odio" conclude Ciccioli.
Convalidato l'arresto di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, l'operaio di 32 anni che venerdì scorso ha pestato a morte l'ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu in pieno centro, a Civitanova Marche. Lo ha deciso il gip di Macerata Claudio Bonifazi dopo l'udienza di convalida dell'arresto che si è tenuta oggi nel carcere di Montacuto (Ancona).
Nell'ordinanza che dispone la custodia in carcere, il giudice fa riferimento all'arrestato come soggetto violento e con elevata pericolosità sociale, oltre che alla presenza di "evidenti gravi indizi di colpevolezza" e del pericolo di reiterazione del reato: in attesa dei risultati dell'autopsia, osserva il gip, sembra evidente che il decesso sia dovuto all'aggressione. Il giudice fa riferimento anche a un "disturbo bipolare" per il 32enne che però dovrà essere approfondito.
Durante l'udienza di convalida, al quale ha preso parte anche il pm e procuratore di Macerata facente funzione Claudio Rastrelli, Ferlazzo ha chiesto scusa per ciò che ha fatto e, come ha riferito la sua legale, avvocato Roberta Bizzarri, "ha chiarito che non c'è stata alcuna motivazione di tipo razziale" e che "a prescindere dal colore della pelle avrebbe comunque commesso quel gesto bruttissimo". La Procura contesta le accuse di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e di rapina. Domani, alle 11, all'ospedale di Civitanova Alta verrà eseguita l'autopsia.
(Foto Ansa)
Si è chiusa domenica sera la quattro giorni di Rocksophia, il festival organizzato dall’associazione Popsophia che per 4 giorni ha portato in città pensieri e riflessioni, ma anche musica e senso di comunità. Ieri dal palco, dopo lo show dedicato a Lucio Dalla a 10 anni dalla morte (con il critico Filippo La Porta e con Mr Fantasy Carlo Massarini), il sindaco Fabrizio Ciarapica ha chiuso la kermesse: “Rocksophia ci ha fatto davvero avere un altro sguardo, come recitava il titolo della mostra, già nel vestire di blu la nostra palazzina Liberty, un fiore all'occhiello della città. Abbiamo immaginato come deve essere la città e in questi anni lo realizzeremo. Se dovessi riassumere in poche parole questo festival, io direi: qualità e bellezza. Rocksophia sa di libertà, di tolleranza, di modernità, di futuro. Civitanova è tutto questo, una città pacifica e accogliente. Su questo va valutata e rispettata.”
L’edizione 2022 di Rocksophia, come più volte ricordato ieri sera, è stata gravata dai fatti criminosi avvenuti in città che però non hanno spento la voglia dei civitanovesi di raccogliersi attorno alla bellezza, alla cultura come arma di difesa contro odio e prevaricazioni.
“Ringraziamo la città di Civitanova che anche se ferita ci ha seguito in queste quattro giornate”, ha dichiarato la direttrice artistica Lucrezia Ercoli. “La violenza che ha lacerato la comunità non ha intaccato la capacità di raccogliersi attorno ad un evento che fa cultura partecipando tutti insieme ad una specie di rito collettivo che ha permesso a tutti noi di elaborare ciò che è successo col pensiero, unico sostegno per ricucire le nostre azioni”.
Nelle 3 serate di philoshow (dedicati a Vasco Rossi, Raffaella Carrà e Lucio Dalla) hanno partecipato oltre 4000 spettatori e quasi 200 ai pomeriggi di approfondimento al Lido Cluana dove la palazzina Liberty è stata allestita con una nuova veste illuminotecnica in occasione della mostra “Autres regards”, sede fisica di un percorso museale innovativo nella galleria MeGa col quale l’associazione è sbarcata nel metaverso grazie a visori 3D e alla galleria modulare.
“La mostra è stata partecipatissima – ha confermato il prof. Evio Hermas Ercoli – confermando la nostra scelta di costruire un percorso espositivo sull’innovazione spinta e sulle nuove tecnologie. L’era dei quadri appesi alle pareti è finita e Popsophia non poteva non cogliere la novità e le opportunità che arrivano dal mondo digitale. Una qualità culturale e musicale che ha richiamato pubblico da tutta la Regione e anche da oltre i confini regionali. In molti ci hanno confermato di aver fatto coincidere le proprie ferie con gli appuntamenti civitanovesi per poterne fruire con la massima disponibilità. Un appuntamento che credo davvero sia tra i più belli e importanti della stagione estiva delle Marche”.
Di seguito, il video del Festival:
La città di Civitanova Marche piange Gilberto Corallini. L'uomo si è spento nella giornata di sabato, all'età di 68 anni, presso l'ospedale Torrette di Ancona dopo una lotta tra la vita e la morte protrattasi per cinque giorni.
Fatale l'incidente di martedì scorso, quando l'uomo era caduto dalle scale di una palazzina a Fontespina, in via Falcone, mentre stava effettuando dei lavori. Corallini era molto conosciuto in città, in quanto titolare dell’impresa edile Im.Cos.
A lui si deve la costruzione di diversi complessi residenziali di Civitanova Marche e Montecosaro. Ancora non è stata fissata la data dei funerali, mentre la sua famiglia ha dato il consenso per l'espianto degli organi.
"La famiglia di Alika non è sola. Ci prenderemo cura di sua moglie e di suo figlio. Chiedo con fermezza che venga fatta giustizia quanto prima, per la famiglia di Alika e per una intera città che non può che essere sgomenta per quanto accaduto". A ribadirlo è il sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica nel sottolineare come l'abbraccio con la moglie di Alika, Charity, abbia sentito "tutto il suo dolore, la sua disperazione. Ho promesso a lei e a tutta la comunità nigeriana che non sarebbe rimasta sola".
"Abbiamo istituito un fondo di 15mila euro a sostegno della famiglia per consentirle di gestire nell'immediato il sostentamento e le spese per il funerale; collaboreremo in sinergia con il comune di San Severino, città di residenza della famiglia di Alika, affinché possa essere garantito un aiuto e un sostegno prolungato nel tempo - ha annunciato Ciarapica -. Sono già in contatto con il sindaco Piermattei per attuare le misure di sussidio."
"Sarà aperto un conto corrente dedicato dove chiunque potrà inviare le proprie offerte per sostenere la famiglia - ha aggiunto il primo cittadino -. E infine ci costituiremo parte civile contro l'aggressore a tutela dell'immagine e dei valori di Civitanova che è sempre stata una città civile, accogliente, generosa, pacifica e solidale e che è sgomenta e addolorata per una vicenda estranea al suo carattere e alla sua anima".
Il legale della famiglia, l'avvocato Francesco Mantella, ha divulgato le coordinate bancarie per le donazioni: IT 85 N 02008 69201 000106469918 intestato a Oriakhi Charity, la banca è la UniCredit di Tolentino.
"Questo è momento di agire e dare risposte concrete alla cittadinanza - conclude il sindaco -. Sia sul fronte della sicurezza, e lo stiamo già facendo con la Prefettura e le autorità competenti, sia sul fronte umano con gli aiuti, già stanziati per la famiglia di Alika. La mia città, Civitanova, è una comunità coesa e altruista pronta a tendere sempre la mano a chi ha bisogno. E’ a lei e a tutti coloro che vorranno continuare a sostenere la famiglia di Alika che va la mia più profonda gratitudine".
"Alika Ogorchukwu, un uomo di 39 anni, è stato picchiato a morte. Un’ingiustificabile azione che spero costerà caro a quell’uomo, se così si può definire". Così il capitano del Milan, Davide Calabria, attraverso un post pubblicato sul proprio profilo Instagram, ha espresso - in maniera netta - la propria posizione sull'omicidio consumatosi il 29 luglio sul marciapiede di Corso Umberto I a Civitanova Marche.
"Ingiustificabile come il fregarsene, riprendere con un telefonino la scena senza cercar di attirare l’attenzione o intervenire, per quanto una persona possa essere spaventata, incredula o non preparata - aggiunge il calciatore -. Un uomo stava per essere ucciso in quegli istanti. Non voglio credere che siamo arrivati al punto di farci scivolare di dosso un simile atteggiamento, senza nemmeno cercar di combatterlo".
"Non cerchiamo giustificazioni, siamo tutti colpevoli per una società sempre più incentrata all’odio e all’indifferenza - riflette il capitano rossonero in una lucida analisi sociale del fatto di cronaca -. Da una classe politica sempre più vergognosa, il cui primo pensiero è lo screditare chi non la pensa allo stesso modo invece di concentrarsi sui veri problemi del nostro paese per riuscire a risolverli".
"Da politici che pensano sempre più ai loro singoli poteri piuttosto che all’aiutarsi ed aiutare una popolazione sempre piu in difficoltà. Da noi cittadini ormai inermi di fronte a certe ingiustizie. Impariamo nel quotidiano a ritrovarci e ad amarci un po’ di più, all’aiutare il prossimo ed i più bisognosi, al far arrivare la nostra voce nei palazzi dove lo cose possono e devono cambiare", prosegue Calabria nella nota.
"Non ci sia più odio, non ci siano più distinzioni di razze e di genere. Possiamo e dobbiamo cambiare e migliorare una situazione ormai sfuggita di mano ed inaccettabile nel 2022. Siamo tutti fratelli del mondo. Alla famiglia di Alika, posso solo immaginare il dolore che state provando, vorrei mandarvi le mie più sincere condoglianze. E a te, Alika, spero tu possa riposare in pace, ma in un mondo migliore del nostro" conclude nella nota Davide Calabria.
Musica, brindisi, buon cibo. Dopo due anni di stop forzato - causa Covid - gli oltre trecento dipendenti di Eurosuole e Goldenplast si sono ritrovati sabato 30 luglio nella rituale cena sociale offerta dal patron Germano Ercoli (75 anni), eccezionalmente organizzata nel Canale restaurato che volge le spalle alla Zona Industriale A di Civitanova.
A prendere parte alla serata di gala anche le autorità civili, fra i quali i sindaci Fabrizio Ciarpica e Noemi Tartabini (rispettivamente, Civitanova e Potenza Picena), l’assesore regionale al bilancio e ricostruzione Guido Castelli, il consigliere regionale Pierpaolo Borroni. Grande ospite di cerimonia, l’aquila di Ligonchio Iva Zanicchi, che ha intrattenuto i presenti con aneddoti, barzellette e, ovviamente, l’esecuzione di alcune delle sue canzoni più celebri.
Una festa elegante, popolare a suo modo, ma in qualche modo dal retrogusto agrodolce. Molti, infatti, sono stati i meriti e gli obbiettivi centrati dalle rinomate aziende (calzature e produzione compound termoplastici) nel primo semestre del 2022: oltre 60mln di euro di fatturato (il 60% in più rispetto all'anno precedente), come ha ricordato lo stesso Ercoli nel suo discorso di apertura, prima di dare il via libera ai commensali. Ma non sono mancati, allo stesso tempo, i dubbi e le incertezze rispetto all'immediato futuro, che sia a livello locale sia nazionale vedrà le imprese e i suoi titolari impegnati a fronteggiare le ripercussioni di crisi di governo, dell'energia, del lavoro, e non ultime quelle legate al conflitto russo ucraino.
"Putin non ha avuto torto nel dire che le sanzioni avrebbero fatto più male a noi che ai russi", ha commentato l'imprenditore civitanovese. "L'Italia avrebbe dovuto trovare alternative valide prima di rinunciare al gas metano del Cremlino. Se in questa guerra non ci discosteremo dalla linea di Bruxelles al momento opportuno, aumenteranno i morti da una parte e i disoccupati dall'altra". A fare da èco alle dure parole pronunciate dal palco, una serie di dati alla mano, rendiconto di quelli che sono oggi considerati i due principali problemi endemici del Bel Paese: l'altissimo debito pubblico e le paghe insufficienti ai dipendenti (diminuite negli ultimi 30 anni di quasi il 3%), a fronte di un conseguente e sensibile calo dei consumi e di aumento della soglia di povertà (assoluta, 4 mln di italiani; relativa, oltre 6 mln).
Il commendatore Ercoli ha poi voluto chiudere la propria dissertazione con un pensiero rivolto al drammatico episodio di cronaca nera consumatosi nel pomeriggio di venerdì 29 luglio in Corso Umberto I a Civitanova (leggi qui). "Si tratta di una vicenda che rischia di marchiare a vita la città: mi auguro che la giustizia faccia il suo corso e che il balordo, assassino responsabile paghi per ciò che ha fatto. Noi di Eurosuole e Goldenplast, nel frattempo, ci impegneremo a devolvere 10 mila euro in favore della famiglia nigeriana che ora sta vivendo colpita da questa tragedia".
Significativo anche l’intervento a metà serata dell’assessore Castelli, che sull’aria delle riflessioni imprenditoriali di Ercoli, ha aggiunto: “Abbiamo avuto a che fare in questi ultimi due anni con eventi eccezionali, che hanno portato al pettine tutti i nodi dell'Italia. Per ripartire senza gravare ulteriormente sul debito pubblico dobbiamo abbandonare i pregiudizi e cambiare mentalità, riconoscendo la profonda ricchezza che porta con sé l’impresa privata. Ricordiamoci che dei 192 mld di euro previsti dal Pnrr, 122 dovremo restituirli: questo mette in serio pericolo la nostra finanza. A maggior ragione, dunque, i fondi dovranno essere adeguatamente finalizzati, restituendo valore e fiducia agli imprenditori privati. Il che vuol dire di conseguenza aumento dei posti di lavoro, dei consumi e una risoluzione efficace al problema demografico in corso: un così tangibile calo delle nascite, infatti, non lo si registrava in Italia dal lontano 1917”.
Di seguito, il servizio:
Una manifestazione programmata per sabato 6 agosto, per dire no alla violenza e al razzismo. Si è svolta ieri a Civitanova Marche un’affollata assemblea per costituire un comitato di iniziative per la tutela dei diritti di tutti, contro il razzismo e l’esclusione sociale, per il rilancio della convivenza civile accogliente e democratica.
È nato il “Comitato 29 luglio”, così chiamato in memoria di Alika Ogochukwu. “Al Comitato – spiegano gli organizzatori - si aderisce come persone, non è un insieme di sigle di organismi politici o sociali.Tutti hanno espresso l’esigenza di allargare il più possibile l’adesione al “Comitato 29 luglio” superando ogni divisione ideologica, politica, etnica o sociale".
“Molti sono stati gli interventi e si è deciso di dare vita a iniziative che siano del tutto estranee a qualsiasi strumentalizzazione politica e siano realizzate d’intesa con la comunità nigeriana della città. Particolarmente importante e apprezzato è stato l’intervento di alcuni esponenti della comunità nigeriana, che hanno evidenziato l’esigenza di dare all’omicidio di Alika una risposta di giustizia e di buona convivenza nel rispetto reciproco. È anche intervenuto un esponente della comunità peruviana, sottolineando l’importanza di stimolare la conoscenza reciproca delle diverse etnie e culture", sottolineano.
“Tra le proposte approvate c’è una manifestazione programmata per sabato 6 agosto, per dare parola alla condanna della violenza e del razzismo da parte della città. Poi si è chiesto all’amministrazione comunale di deliberare subito una giornata di lutto cittadino, di costituirsi parte civile nel processo penale a carico dell’omicida, di aprire uno sportello antirazzista e di attivarsi per un vasto programma di collaborazione con le scuole per l’educazione al rispetto e alla solidarietà tra i popoli”.
“È necessario anche portare alla luce le situazioni di sfruttamento lavorativo, di caporalato e di esclusione sociale. È emersa con forza da parte di tutti i presenti la proposta di una vicinanza concreta alla vedova e al figlio di Alika: a lei il Comune o la stessa Regione Marche, che ha condannato l’omicidio di Alika Ogochukwu, possono offrire un lavoro stabile”.
“È stata inoltre sottolineata la necessità di riattivare la partecipazione dei quartieri, per promuovere a Civitanova una socialità accogliente e solidale verso tutti. Altri hanno proposto di coinvolgere i parroci della città e le diverse comunità religiose. Lunedì si terrà una nuova riunione del “Comitato 29 luglio” per dare seguito a queste proposte”, concludono i componenti del Comitato 29 luglio.
Successo di pubblico e apprezzamenti per la giornata di festival dedicata a Raffaella Carrà. Dopo l’apertura con Vasco Rossi il festival civitanovese ha proposto ieri sera una serata al femminile dedicata alla più amata degli italiani scomparsa lo scorso anno. Un omaggio arricchito dalle riflessioni di Claudia Bonadonna, Selena Pastorino e Paolo Armelli.
Il pomeriggio si è aperto con l’autrice e giornalista Bonadonna che al Lido Cluana ha fatto un viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta delle donne musiciste che hanno rotto steccati ideologici e pregiudizi diventando loro malgrado icone dei tempi. “Non nascondo che ci siamo molto interrogati su come condurre queste giornate dopo il crimine odioso che ha lasciato sbigottiti tutti noi, se fermarci o andare avanti – ha ribadito in apertura Lucrezia Ercoli – ma poi davvero abbiamo capito che più che la sicurezza sono la cultura e la bellezza che salvano il mondo”.
E in effetti tutti gli interventi hanno toccato riflessioni legate al superamento di ideologie e steccati e come anche singole vite abbiano inciso nei cambiamenti sociali. “Sono donne che hanno operato una rivoluzione gentile, che passa dai corpi, dalle parole, dalla musica e dall’arte – ha detto Bonadonna – capaci anche attraverso gli abiti e le movenze di atti di liberazione”. Tra queste le Runaways prima band glam rock completamente al femminile o la cantante degli Xray spex, di origine somala e protagonista della scena punk inglese fino ad arrivare a Madonna e Tina Turner.
Il philoshow ha ripercorso la carriera di Raffaella Carrà, dagli esordi quando ancora il suo cognome era Pelloni fino alla morte, una scomparsa avvenuta senza fare rumore, a dispetto di una esistenza al centro dei riflettori. “Scegliendo il cognome Carrà cambia identità, si trasforma in un’opera metafisica – ha ricordato dal palco Lucrezia Ercoli – è stata uno stile di vita”
Dal palco la filosofa Selena Pastorino ha intrattenuto il pubblico con un’attenta riflessione sugli stereotipi e aspettative della società rispetto al corpo delle donne: “siamo parte di una complessità che ci disorienta, il livello di insofferenza con cui accogliamo l’altrui umanità varia molto. Etichette e confini si fanno così margini e discrimini: quelli che tracciamo, come singoli individui o come società tutta, tra coloro che possono permettersi di essere soggetti a tutto tondo, e quindi di evolvere, contraddirsi, sorprenderci, e coloro dai quali esigiamo invece una coerenza assoluta e ottusa, come quella propria dei semplici oggetti.
A questo nutrito gruppo di persone marginalizzate e discriminate appartengono anche le donne, che, pur con una certa variabilità relativa alle altre condizioni che le definiscono, sono letteralmente oggetto di pressanti aspettative sociali”. A chiudere Paolo Armelli autore del libro “L’arte di essere Raffaella Carrà” che ha ripercorso le tappe della carriera: “la Carrà è un prisma e ciascuno può scegliere la Raffaella che preferisce, quella spagnoleggiante, la Carrà rassicurante in tailleur di Pronto Raffaella, la platinata settantenne degli ultimi tempi o l’icona glitterata divenuta riferimento del mondo lgbt”.
Oggi ultima giornata di festival: si inizia con un ritorno al passato, al 31 luglio 1979 quando il polisportivo fu tappa dell’epico tour Banana Republic rivissuto negli scatti di Enrico Lattanzi. A seguire Massimo Donà musicista e filosofo introdurrà la serata dedicata a Lucio Dalla con una discussione sull’arte dell’improvvisazione. Dalle 21.30 il philoshow con la band Factory e ospiti più attesi tornano a Civitanova il critico e saggista Filippo La Porta e Mister Fantasy Carlo Massarini.
Ennesimo episodio di violenza a Civitanova Marche, a poche ore di distanza dall’omicidio del 39enne Alika Ogorchukwu. Il teatro dell’aggressione è sempre lo stesso: corso Umberto I, dove un uomo è stato picchiato e immobilizzato da due persone (una si è poi subito allontanata).
Il grave fatto è avvenuto nella serata di ieri tra l’incredulità dei passanti che affollavano il cuore della città rivierasca. Anche in questo caso, la brutale aggressione è stata filmata dagli smartphone degli avventori e un video è diventato virale sui social.
Si vede un uomo insanguinato, schiacciato a terra da un altro per diversi minuti dopo essere stato picchiato. I contorni della vicenda sono ancora tutti da chiarire, ma resta lo sgomento per l’ennesimo episodio di violenza che si registra nel centro cittadino.
Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine, ma in quel momento i protagonisti della vicenda si erano già allontanati. A quanto risulta nessuno è finito al pronto soccorso.
Brutta storia a Civitanova. Bruttissima. Letta si dice “sgomento”, Salvini non va perché teme la strumentalizzazione, s’assembrano nugoli di politici locali alla ricerca disperata di un posto per Roma che tirano fuori dal cilindro il consueto mix 'razzismo, indifferenza e sicurezza', snocciolando la lista della spesa delle banalità di facciata.
Eppure, ancora una volta, nessuno osa dire la verità: siamo di fronte ad un episodio di violenza inaudita, da cronaca nera pura, che poteva capitare ovunque in Italia, e che solo gli inquirenti potranno decifrare e stabilire. Ma siamo alle solite.
Espletato il rito delle condoglianze nei confronti della famiglia della vittima, i benpensanti etichettano l’episodio a proprio misero favore, veleggiando nel mare delle frasi fatte con tutte le migliori condizioni a sostegno di tesi di parte.
Una tempesta perfetta: città governata dal centrodestra, italiano che uccide un uomo di colore, schieramento di persone che, invece di intervenire, filmano la scena con i loro telefonini, nella migliore tradizione dell’indifferenza digitale più pura.
Neanche a dirlo, tutta la nomenclatura di sinistra scende in campo, sui giornali, tv e social, a sfruttare, miserevolmente, questo episodio a suo vantaggio, proprio agli albori di una campagna elettorale che vede il centrodestra ampiamente in vantaggio, un 40% per meriti suoi, un altro 20% per demeriti altrui.
E tra i demeriti mettiamoci pure questo vizio di strumentalizzare ogni episodio di cronaca a proprio vantaggio, un’operazione meschina che testimonia l’enorme difficoltà di una sinistra priva di argomenti, prigioniera della sindrome degli “–ismi” (fascismi, sovranismi e populismi) e degli "–anti" (anti-Meloni), attendista per il post-sconfitta, dove si tifa per le manifestazioni di piazza, per una tensione sociale a mille, per un’inflazione a doppia cifra e una recessione a go go.
Sono sicurissimo che Civitanova Marche, città guidata dal Sindaco Ciarapica, saprà fare la sua parte per assistere la famiglia dell’ambulante nigeriano, sostenendo concretamente – e non a parole – le persone afflitte e colpite da una tale perdita.
Tutti noi ci ricordiamo il triplice suicidio nel 2013 a Civitanova Marche, quando in molti etichettarono il triste episodio di tre italiani, in forte difficoltà economiche, “omicidio di Stato”, ricevendo le lacrime della Ministra Fornero, della Presidente della Camera Boldrini e dell’allora sindaco di centrosinistra, di cui ho dimenticato il nome. Un ricordo amaro che, però, i giornali di regime oggi evitano di citare, preferendo una linea editoriale da “macchina del fango” verso la destra, riesumando il sempreverde Luca Traini.
Sono sicuro, però, che altri “dispensatori d’inchiostro” saranno presto all’altezza della situazione, nel loro disperato tentativo di rovesciare le sorti di un’inesorabile sconfitta, dipesa soprattutto da una negligenza di base: che la sinistra ha smesso di essere tale, allontanandosi dal "popolo" e avvicinandosi troppo alle lobbies bancarie, finanziarie, editoriali di un’Italia che meriterebbe qualcos’altro che un’eterna campagna elettorale.
Tiene ancora banco nelle discussioni politiche, l’uccisione del 39enne ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu in pieno corso a Civitanova Marche. Questa volta ad intervenire sulla questione è la deputata del Movimento 5 Stelle, Mirella Emiliozzi, la quale si rivolge direttamente al sindaco della città rivierasca, Fabrizio Ciarapica, attraverso una lettera aperta.
“È con grande dolore – scrive Emiliozzi - che mi trovo a dover constatare come la città stia diventando, incredibilmente, sempre di più teatro di violenza, con gravi episodi di aggressione che si verificano addirittura nel centro cittadino e sul lungomare. Tutto ciò desta in me, nei cittadini e, sono convinta anche in lei, profonda preoccupazione".
“È chiaro che, nel caso di specie, parliamo di un problema non solo di violenza ma anche, con ogni probabilità, culturale. Noi siamo purtroppo di fronte all’esplosione di una cultura xenofoba e intollerante, che non è mai appartenuta al popolo italiano, ma che purtroppo da diversi anni viene alimentata, ahimè, anche da certa politica e che invece andrebbe combattuta con ogni nostra forza”.
“La nostra città ha però anche un generalizzato problema di sicurezza che di certo non si addice alla nostra Civitanova, così dinamica, innovativa, viva e vocata al turismo. Credo non sia più tollerabile dover leggere dalle pagine di cronaca dei continui episodi di aggressione che ultimamente sono avvenuti in pieno centro”. Io stessa ho fermato un pestaggio avvenuto in via Nave, via parallela al corso principale”.
“Occorre che la politica lavori coordinandosi con le forze dell’ordine per una maggior opera preventiva e sono colpita dalle parole del sindacato della Polizia Siulp secondo cui sarebbero mesi che le forze dell’ordine chiedono che le telecamere di video sorveglianza cittadina siano collegate al commissariato. Mi chiedo perché mai siano stati installati tanti apparecchi, se poi non si mettono le forze dell’ordine in condizione di lavorare efficacemente per la nostra sicurezza.
Infine, Le chiedo di unirsi a me nella ferma condanna per tutti coloro i quali, nell’assistere all’efferato crimine, si sono limitati a filmare l’evento, senza fare nulla per intervenire e salvare una vita, conclude l'onorevole Emiliozzi”.
Passeggia a piedi nudi sulle rive dell’Adriatico, nel tratto del lungomare Piermanni di Civitanova, eseguendo col suo flauto traverso piccoli stralci ripresi da Bach o i Carmina Burana, oppure lasciando volteggiare il suo lungo abito nero mentre il fotoreporter d’assalto Guido Picchio la immortala con i suoi scatti. Olena Kocherga (39 anni) si mostra spensierata, ma al contempo impegnata nel ridare un senso alla propria vita dopo che il 20 febbraio scorso la Russia di Putin ha dato il via all’ ‘operazione speciale’ in Ucraina. Una guerra che ormai da 5 mesi viene documentata da tutti i media del mondo, ma della quale solo certi sopravvissuti o persone in fuga possono avere licenza di parlarne. Non senza il fragore dei bombardamenti ancora nelle orecchie.
Olena si trova in Italia dal 15 marzo (ospite dell’amica Alena, che per noi di Picchio News ha fatto da inteprete nell’intervista che segue), dopo essere scappata dalla sua Žytomyr - a circa 190 km dal reattore nucleare di Rivne - con nient’altro che il suo strumento e la sua musica: lei, prima flautista dell’orchestra sinfonica della sua città, confessa nella sua timidezza di sentirsi come la protagonista di una brutta favola. “Quando sono fuggita - racconta - gli scontri erano ormai arrivati a 10 km di distanza: ho dovuto lasciare il mio ragazzo, che si trova ancora lì con i miei amici, poiché non possono lasciare la difesa dell’Ucraina, come da ordini del presidente Zelens'kyj”.
Come ti senti oggi dopo 5 mesi dall’inizio del conflitto? Quando tutto è cominciato, non avevo idea di cosa fosse. Era tutto nuovo per me, non riuscivo a capire. Per la prima volta ho avuto paura per la mia vita: ero abituata come altri a vivere in un mondo sicuro, protetto. La guerra ha cambiato il mio modo di vedere la realtà.
Cosa pensi che succederà quando tutto finirà? Per saperlo bisogna vedere intanto ‘come’ finirà. Non sappiamo nemmeno se dovranno passare ancora degli anni. E’ impossibile oggi fare programmi.
Secondo te la visione o l’idea che gli italiani si sono fatti nel tempo degli ucraini in fuga sta cambiando in peggio? Forse non me ne accorgo, perché qui ho conosciuto tante persone gentili. Sono grata per l’accoglienza ricevuta da parte dell’Italia.
Se la guerra finisse domani, torneresti subito in Ucraina? Probabilmente sì, se le condizioni dovessero permetterlo. Non sono nemmeno sicura di ritrovare la mia città intera, o se è stata rasa al suolo come Mariupol e altre. Qui a Civitanova sono ospite, ma vorrei vivere in autonomia. Non ho al momento né un lavoro fisso né una casa mia da abitare, e mi arrangio suonando per strada o collaborando con qualche band musicale del luogo.
Sei riuscita ad usufruire del sostegno previsto con il decreto aiuti? Finora non ho ricevuto soldi, anche se ho fatto subito domanda: sembra ci voglia del tempo. Qualche volta per mangiare vado alla Caritas locale, ma ho bisogno comunque di denaro per i vestiti, i beni di prima necessità, e per spostarmi qualora riuscissi a trovare ovunque un ingaggio come musicista. Non voglio approfittarmi dello Stato italiano o risultare un peso, preferisco cavarmela da sola.
Qual è la cosa più bella della tua città? L’isola di Khortytsia, la più grande del fiume Dnepr. Ha ua storia affascinante legata ai cosacchi zaporoziani. E poi è meraviglliosa: si vive in armonia, persino la caccia lì è bandita.
Che idea ti sei fatta di questa guerra? Ricevo notizie tutti i giorni dai miei amici che stanno combattendo. Io mi sento un po’ come Alice nel Paese delle Meraviglie: questa guerra è incredibile, è fuori da qualsiasi immaginazione. Ogni giorno penso di vivere in un brutto sogno dal quale non riesco a svegliarmi.
Qual è il tuo ultimo pensiero prima di dormire? Arrivo a fine giornata stanca morta, dopo aver studiato musica, seguito i corsi per imparare l’italiano, suonato per strada nel tentativo di racimolare qualche soldo. Eppure, prima di addomentarmi, ho ancora la forza di ricordare a me stessa quanto sono fortunata.
I vigili del fuoco sono intervenuti questa mattina, alle ore 5:30 in via Ruffini a Civitanova Marche, per l’incendio di un’auto all’interno di un garage.
La squadra dei pompieri sul posto, con due autobotti, ha spento e fiamme e l’auto all’esterno del garage e messo in sicurezza l’area dell’intervento. Non si segnalano persone coinvolte.
I vigili del fuoco sono ancora al lavoro per gli ultimi accertamenti, non è ancora chiaro cosa abbia innescato il rogo.
Alika Ogorchukwu, l'ambulante nigeriano di 39 anni ucciso ieri pomeriggio in pieno centro a Civitanova Marche, è stato seguito dall'aggressore, che lo ha colpito prima con la stampella, appartenente al 39enne, claudicante a seguito di un incidente stradale, facendolo cadere a terra e "poi a mani nude fino alla morte".
Lo ha detto il dirigente della Squadra Mobile di Macerata Matteo Luconi durante una conferenza stampa tenutasi presso il Commissariato di Polizia di Civitanova Marche. Non ci sono motivi legati all'odio razziale nell'omicidio commesso dal 32enne italiano Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo. "Le indagini sono in corso, ma la situazione è abbastanza chiara - ha detto Luconi - tutto sembra essere nato da una lite per futili motivi, con una reazione abnorme da parte dell'aggressore nei confronti della vittima che gli stava chiedendo l'elemosina".
È prevista lunedì l'udienza di convalida del fermo di Ferlazzo. "Chiedo scusa alla famiglia della vittima": queste le prime parole del 32enne campano, affidate ai suoi legali nel corso di un colloquio.
Dalla ricostruzione fornita dall'uomo, fermato per la morte dell'ambulante nigeriano, tra lui e il cittadino nigeriano sarebbe nata una lite perchè "l'ambulante chiedeva insistentemente l'elemosina e ha anche tenuto per un braccio la mia fidanzata". Ferlazzo lavorava da poche settimane in una fonderia di Civitanova Alta. "Saranno sentiti testimoni e visionate immagini delle telecamere per chiarire la dinamica del pestaggio", hanno aggiunto gli investigatori.
Secondo il dirigente della Squadra Mobile di Macerata Matteo Luconi la rapidità del primo intervento da parte della polizia, intervenuta immediatamente sul luogo e aiutata da alcuni testimoni, ha permesso di "cristallizzare la situazione", bloccando immediatamente l'autore dell'aggressione, che è stato arrestato "in flagranza di reato per omicidio volontario e rapina". La zona, centralissima, è coperta dai sistemi di videosorveglianza e all'episodio hanno assistito molti testimoni.
"Nel corso del comitato per l’ordine e la sicurezza subito doverosamente convocato dalla Prefettura - ha ribadito il sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica - è stata fatta una approfondita disamina di quanto accaduto, analizzando ogni aspetto delle modalità dell’aggressione e di un contesto come quello di Civitanova perfettamente attenzionato dalle forze dell’ordine".
"I controlli sulla costa sono stati intensificati da tempo, e l’impegno è quello di rafforzare il lavoro capillare già in atto a Civitanova, dove da settimane è stato approvato il Piano coordinato di controllo del territorio, strumento che consente appunto una maggiore presenza delle forze dell’ordine - ha aggiunto -. Si proseguirà su questa strada, con una attenta e mirata attività di pianificazione dei servizi di controllo, in un tessuto dove sono in funzione numerosi impianti di videosorveglianza, installati proprio per fungere da deterrente e coadiuvare le indagini delle forze dell’ordine".
"Siamo sconvolti per questo fatto di sangue - ribadisce il primo cittadino di Civitanova - è disumano. Non ci può essere nessuna giustificazione e di nessun tipo. In questo momento, il solo giudizio che possiamo dare è quello di ferma condanna. Ogni altro tentativo di etichettare un gesto che va oltre la comprensione umana, rischia di essere fuori luogo e va a ledere il rispetto del dolore della famiglia del nigeriano ucciso".
"Affermare che l’omicidio sia stato scatenato da odio razziale o altro, va solo a strumentalizzare un caso di cui non avremmo mai pensato di dare notizia nella nostra città. Al raptus efferato, irrazionale, incontrollabile rispondiamo con sdegno, dolore, solidarietà e con il rispetto della vittima e della sua famiglia, alla quale assicuriamo tutta la nostra vicinanza. Civitanova è una città viva, dinamica, accogliente, e lo voglio ribadire, l’atrocità accaduta ieri non rappresenta e non descrive il nostro territorio" ha concluso Ciarapica.
Sit-in in nel punto in cui è avvenuto l'atroce omicidio di Alika Ogorchukwu per chiedere giustizia. È quanto organizzato dalla comunità nigeriana di Civitanova Marche che, in maniera spontanea, si è ritrovata nei pressi del marciapiede in cui ieri si è consumato l'orrore. Luogo in cui, sino a questa mattina, era comparso - in segno di solidarietà e cordoglio - soltanto un solitario mazzo di fiori (leggi qui).
I manifestanti hanno voluto far sentire la loro voce e la loro vicinanza a Charity Oriachi, la moglie di Alika, mostrando dei fogli con stampata la foto della vittima e una sequenza dell'aggressione mortale. Il traffico è stato momentaneamente bloccato dalla presenza di alcuni partecipanti del corteo distesi sulla carreggiata stradale in segno di protesta.
Molti si sono mostrati arrabbiati per la mancanza di reazione da parte dei cittadini, che ieri non sono intervenuti per dividere Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, il 32enne italiano arrestato, da Alika, limitandosi a riprendere la scena con i telefonini.
Registrati anche brevi momenti di tensione quando un passante ha preso le difese dell'aggressore, venendo di conseguenza circondato dai manifestanti. Ad evitare che la situazione degenerasse ulteriormente, è stato immediato l'intervento dei carabinieri e della Polizia di Stato, presenti sul posto per vigilare sul pacifico andamento della manifestazione.
Per placare gli animi è sceso, da Palazzo Sforza, anche il sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica che ha dialogato con i rappresentanti della comunità nigeriana: "Stamattina alle 8 ero a Macerata, in Prefettura, dove ho convocato un comitato dell'ordine e della sicurezza pubblica proprio per avere la massima attenzione delle istituzioni", ha dichiarato.
"Condanniamo senza se e senza ma quanto avvenuto, siamo non solo addolorati ma stretti attorno al dolore della famiglia e della comunità nigeriana tutta. Charity, in un momento di bisogno come questo, non si sentirà sola in nessun modo". Il primo cittadino ha voluto abbracciare la vedova, prima di accoglierla in Comune. Nella delegazione che è salita a Palazzo Sforza c'è anche l'avvocato Francesco Mantella, legale di Alika e ora della sua famiglia.
(Immagini di Alfredo Moglianesi)
La Chiesa delle Marche, in riferimento all’omicidio di Alika Ogorchukwu avvenuto a Civitanova Marche nella giornata di ieri, reagisce concordemente con la vicinanza cristiana, la preghiera e la chiara condanna di ogni forma di violenza.
L’Arcivescovo di Fermo Rocco Pennacchio, da cui Civitanova dipende ha diffuso il seguente comunicato: "La nostra Chiesa locale e le parrocchie di Civitanova di fronte all'uccisione di Alika scelgono l'atteggiamento del silenzio per lasciarci ferire il cuore e sconvolgere dell'accaduto. Preghiamo per la vittima e siamo vicini a tutti coloro che sono nel dolore e nell'angoscia per quanto successo".
"A partire dell'Eucaristia che celebreremo domenica, nella quale in luogo dell'omelia ci saranno alcuni minuti di silenzio, vogliamo ribadire e rafforzare il nostro impegno per la pace e perché l'aggressività non si sostituisca alla giustizia e non metta più in pericolo altre vite. Nessuna forma di violenza può avere cittadinanza nella vita secondo lo stile del Regno di Dio. Preghiamo anche per l'aggressore e i suoi familiari" ha aggiunto Monsignor Pennacchio.
L’Arcivescovo di Camerino e San Severino Francesco Massara, dove risiede la famiglia di Alika, ha assicurato assieme al parroco di San Severino e direttore della Caritas: "La comunità cristiana di San Severino si stringe a questa famiglia così colpita del dolore ed assicura, come si è sempre operato con tutti, la piena disponibilità ad aiutare la signora Charity e il figlio Emmanuel in questa situazione di prova".
A esprimere, a nome di tutta la comunità settempedana, il suo profondo cordoglio per la scomparsa del 39enne residente a San Severino è la sindaco Rosa Piermattei: "Siamo veramente addolorati per questa tragedia, Alika era un padre di famiglia. Le istituzioni ci sono e sono vicine a Charity ed Emmanuel".
Anche la scuola frequentata dal figlio di Alika Ogorchukwu, l’Istituto comprensivo “P. Tacchi Venturi”, per voce del dirigente, professor Sandro Luciani, si è unita al comune cordoglio facendo sentire il proprio abbraccio alla famiglia verso la quale promuoverà “forme di solidarietà. Al ritorno a scuola a settembre - spiega il preside - faremo anche raccolta fondi per la moglie e il figlio di Alika”.
"Un plauso agli operatori della Volante e della sala operativa del commissariato di Civitanova Marche che grazie alla loro professionalità hanno individuato e fermato nel giro di pochi minuti il responsabile della vile aggressione ai danni di Alika Ogorchukwu. Un plauso anche agli uffici investigativi per la prosecuzione dell’importante attività d’indagine. Un risultato di rilievo per la Polizia di Stato in provincia se consideriamo le difficoltà che quotidianamente affrontano i colleghi per la mancanza di risorse umane, tecniche ed economiche". Questo quanto dichiara il segretario generale provinciale del sindacato Siulp della Polizia di Stato, Damiano Cioppettini.
"Parliamo di settori che, nonostante tutto, continuano a funzionare grazie all’enorme professionalità dei poliziotti e allo spirito di abnegazione che continua a contraddistinguerli. La Polizia di Stato sta drammaticamente vivendo le conseguenze del blocco del turn-over - aggiunge il segretario provinciale del Siulp -. Ogni anno decine di poliziotti se ne vanno in pensione e solo una minima parte è rimpiazzato. Questa situazione sta minando l’operatività e l’efficienza di quasi tutti gli uffici, compresa la Polizia Stradale. Il dipartimento della pubblica sicurezza non può dimenticare che esiste anche la provincia di Macerata. Un appello alla politica locale affinché si facciano portavoce di queste problematiche".
"La mancanza di sicurezza genera paura, incertezza e disagio sociale - puntualizza Cioppettini -. La città costiera è disseminata di telecamere di video sorveglianza. Il Siulp da tempo chiede l’attivazione delle immagini in diretta presso la Sala Operativa del Commissariato. Poter visionare in diretta tali immagini permetterebbe nell’immediato l’individuazione dei responsabili di un delitto e delle loro vie di fuga o proteggere gli operatori della Volante che già sanno in anticipo cosa sta accadendo in un determinato luogo d’intervento. Passano i mesi ed i più svariati cavilli burocratici negano alla cittadinanza ed alla polizia di Stato uno degli strumenti più moderni ed efficaci per la costruzione della sicurezza in città".
"Da anni questa organizzazione sindacale difende la specificità della Volante, nata e formata per il controllo del territorio e il soccorso pubblico, non per il rilevamento degli incidenti stradali. La Volante deve essere pronta e disponibile se un cittadino è in pericolo di vita, ha i ladri in casa o stanno scippando una signora anziana. Non possiamo privare la comunità di quest’importante risorsa perché gli operatori in quel momento sono fermi per il rilievo di un tamponamento. Il Siulp da sempre è dalla parte della sicurezza degli operatori e dei cittadini, lottiamo per la sicurezza di tutti" conclude Cioppettini.
Tutti in piedi in silenzio in memoria di Alika. Si è aperto così il primo evento di Rocksophia. La cronaca drammatica di quanto accaduto è entrata nella scaletta del primo spettacolo di Popsophia. Una serata gravata nello spirito dalla brutale aggressione subita da Alika, il mendicante nigeriano ucciso a mani nude ieri pomeriggio da un 32enne italiano.
"Quando arrivano le tenebre la filosofia e l’arte possono davvero riportare la luce" ha esordito la direttrice artistica Lucrezia Ercoli che ha chiesto in apertura un minuto di silenzio assieme al sindaco Fabrizio Ciarapica anche lui commosso e che ha rappresentato lo sconcerto della comunità per i terribili fatti che hanno scosso la città.
E tutto lo show è stato un tentativo di elaborare insieme come comunità unita il trauma dell’odio e della violenza proponendo l’alternativa della cultura e della bellezza. Su questa linea anche gli interventi di apertura degli ospiti chiamati a raccontare la filosofia di Vasco Rossi: “ho saputo quanto accaduto a pochi metri da qui – ha detto Ilaria Gaspari, filosofa e scrittrice – di fronte alla violenza così efferata si rimane sconcertati, con un senso di impotenza che mi ha fatto interrogare su quale sia il ruolo di chi si occupa di filosofia, di letteratura, di cultura rispetto a fatti di cronaca di questo tipo. Siamo chiamati a riflettere sull’odio e sulle brutture dell’animo umano. E che solo un nuovo umanesimo può essere consolazione del nostro stare al mondo come comunità".
A ricercare “un senso” a quanto accaduto anche il giornalista Leo Turrini che si è appellato alla pratica dell’accoglienza, a guardare a chi è in difficoltà riscoprendo l’umanità che proprio con la musica e con la cultura possono essere coltivati. E Civitanova ha risposto ieri sera con un grande abbraccio corale, quasi 2000 i presenti, dentro e fuori l’arena, un pubblico eterogeneo, composto anche dai tanti fan del Blasco.
L’evento, il primo della trilogia di Rocksophia, ha avuto al centro la filosofia di Vasco Rossi: nel pomeriggio il filosofo Alessandro Alfieri ha aperto la discussione analizzando come il fenomeno Vasco si sia consolidato fino a diventare mito, mentre nella serata la Gaspari ha azzardato un curioso accostamento fra Vasco e Proust e sulla nostalgia per il tempo perduto che permea la Recherche e i tempi verbali di gran parte delle canzoni del rocker di Zocca.
Su tutto a scandire il ritmo delle canzoni reinterpretate dalla band Factory, intervallate dagli aneddoti del giornalista Leo Turrini che ha raccontato episodi inediti della carriera di Vasco come il primo concerto alla discoteca Picchio rosso come rimpiazzo di Patrick Hernandez. In scaletta i brani epici: Vita spericolata, Stupendo, Una canzone per te, Sally, Vado al massimo.
Stasera si prosegue con l’omaggio a Raffaella Carrà con ospiti alle 18.30 Claudia Bonadonna autrice e scrittrice che racconterà le icone musicali pop al femminile, Selena Pastorino che affronterà il tema del corpo e Paolo Armelli che invece racconterà come la Carrà sia diventata il mito anche per la comunità Lgbt.
Chiusura domenica con Lucio Dalla a 10 anni dalla morte. Dalle 18.30 al Lido Cluana un viaggio a ritroso nel tempo di 40 anni, a quel 31 luglio 1979 quando il polisportivo civitanovese ospitò la tappa di Banana Republic con Dalla, De Gregori e un giovanissimo Ron a spalla del cantautore bolognese.
Per l’occasione dall’archivio fotografico di Enrico Lattanzi verranno proiettati alcuni scatti inediti. A seguire Massimo Donà filosofo e musicista, affronterà il ruolo del jazz e dell’improvvisazione in Lucio Dalla.
La sera, accompagnato dalle melodie di Lucio Dalla, lo scrittore Filippo La Porta leggerà il testo di "Anna e Marco" come se fosse l’esegesi di un brano poetico. Torna sul palco di Rocksophia Carlo Massarini, a lui il compito di tessere le tante anime di Lucio Dalla in uno show che si annuncia indimenticabile. Prosegue fino a domenica anche la mostra "Autres regards" al Lido Cluana dalle 21.30 navigabile con visori 3D.