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"I giovani di Lodovico", grande successo per il primo evento under 40 del Caem Scarfiotti

"I giovani di Lodovico", grande successo per il primo evento under 40 del Caem Scarfiotti

Uno splendido sabato favorito dalla limpidezza del paesaggio tra le colline marchigiane, ha salutato nel migliore dei modi l’edizione inaugurale de “I Giovani di Lodovico” per under 40 del club CAEM/Scarfiotti iscritta a calendario ASI come prova del Trofeo Giovani nazionale. La genialità organizzativa che ha contraddistinto l’evento, al quale sono intervenuti una trentina di equipaggi marchigiani e del centro Italia, ha favorito lo scorrere del programma tra impegno cronometrico d’abilità e l’entusiasmo dello stare insieme per condividere la passione motoristica e i numerosi momenti di socialità. Dalla sede del CAEM di Valle Cascia nei pressi di Macerata gli equipaggi hanno effettuato la prima sezione di prove nel parcheggio del Quartiere Fieristico di Villa Potenza, per poi dirigersi verso Castelfidardo lungo un suggestivo percorso che ha toccato Osteria Nuova, Filottrano, Osimo e Castelfidardo per sostare a Porta Marina ed effettuare una curiosa e divertente Caccia al Tesoro. Poi via verso Loreto per raggiungere Porto Recanati per la seconda e decisiva sezione di prove valida per il Trofeo Giovani ASI e l’interessante chiusura con una singolare prova speciale di abilità ad eliminazione diretta, particolarmente stimolante e divertente. Durante la fase conclusiva con l’apericena e le festosissime premiazioni presso il Ristorante “Da Guido” a Portorecanati, le auto sono state esposte sul lungomare tra le attenzioni e la curiosità della brulicante “movida” del sabato sera. Encomiabile il lavoro dello staff “giovani” del CAEM/Scarfiotti guidato da Gabriele Teodori e Nicolo’ Guzzini e coadiuvato dai consiglieri del club, che ha ricevuto l’ovazione finale da parte dei partecipanti. Diversi sono stati gli equipaggi ed i conduttori impegnati per la prima volta da protagonisti al volante di un’auto d’epoca, tra questi il fabrianese Alessandro Gatti, 24 anni, presente con il padre Fabio navigatore, su una Lancia K Coupé del 1998: “Sono orgoglioso di avere fatto questa mia prima esperienza con il CAEM, in una giornata piena di novità molto apprezzate, un’esperienza davvero fantastica, anche nella piacevolezza delle nuove conoscenze che offrono queste occasioni, visitando gli splendidi territori della regione Marche. E’ stato bello prendere la propria auto, nel mio caso una youngtimer, uscire, guidare tra le nostre belle strade, impegnarsi per la prima volta in prove di regolarità, una giornata da definire da compito in classe“. Presente il commissario ASI Alessandro Forcelli, che ha seguito con grande interesse questo primo impegno tra gli under 40: “E’ la mia prima esperienza in un appuntamento del Trofeo Giovani come delegato ASI, con una valutazione abbastanza positiva sia per lo spirito degli equipaggi conviviale e allegro, ma anche per la buona organizzazione da parte dei giovani CAEM con il supporto degli esperti. Itinerario bello, tipico di queste zone, dall’interno collinare, con l’attraversamento di Loreto, Osimo e Castelfidardo, fino alla Riviera del Conero. Particolarmente interessanti le iniziative innovative con la caccia al tesoro 2.0 che ha divertito molto gli equipaggi e la parte finale con una nuova tipologia di prove di abilità fuori classifica ad eliminazione diretta. Il Trofeo Giovani ASI è una grande apertura di questo mondo verso le nuove generazioni. L’evento che abbiamo visto ha favorito nuove idee e utile esperienza per i giovani dal punto di vista organizzativo, con visibile impegno e grande passione.” La classifica assoluta ha premiato i romani Luigi Ruggeri e Valentina Recchia (Volvo 460/1993) con 127 penalità, davanti ai perugini Martina e Nicola Alessandrelli (Volkswagen Maggiolino/1970) con 237 e ai recanatesi Stefano Beccerica e Fabio Mercuri (Fiat 124 spider/1971) con 389 penalità. Ruggeri si è imposto anche nell’appassionante sfida a eliminazione diretta, disputata su due tratti paralleli con doppio display a congelare in tempo reale la prestazione cronometrica. Nella finale hanno avuto la meglio sui perugini Riccardo Paglicci-Simone Rondolini (Mercedes CLK/1999), mentre è stato l’equipaggio Beccerica-Mercuri della squadra “Fiat 8V Zagato” ad aggiudicarsi il premio in palio per la Caccia al Tesoro disputata a Castelfidardo. Alle squadre in lizza erano stati assegnati nomi ispirati alle vetture portate in gara da Lodovico Scarfiotti durante la sua splendida carriera automobilistica, dalla Fiat 500C Topolino, alle Osca, fino alle Ferrari sport e formula 1 con le quali ha raccolto i suoi migliori successi in salita, in pista e sui circuiti stradali.

10/07/2022 12:12
Marche -"Nei prossimi anni crollo delle nascite e aumento malattie croniche negli over 65"

Marche -"Nei prossimi anni crollo delle nascite e aumento malattie croniche negli over 65"

Nei prossimi anni le nascite continueranno a diminuire mentre gli over 65 aumenteranno insieme alla domanda stimata di prestazioni legate a patologie croniche come ipertensione e diabete. È quindi necessario un adeguamento del sistema di offerta di servizi da parte del sistema sanitario regionale. Su questo assunto si basa il nuovo approccio della Regione Marche alla programmazione sanitaria: le scelte vengono impostate attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi basati sull’evidenza scientifica. È stato dunque definito un modello, in partnership con la Facoltà di Economia della Politecnica delle Marche, di analisi del fabbisogno di prestazioni di assistenza sanitaria (ospedaliera e ambulatoriale), sviluppato attraverso un monitoraggio dettagliato dei percorsi di mobilità sanitaria: percorsi di mobilità sanitaria in uscita (extra-regionale/intra-regionale) e percorsi di mobilità sanitaria in entrata (mobilità attiva: di attrazione). Lo studio è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Regione Francesco Acquaroli insieme all’assessore Filippo Saltamartini e al rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori. Sono intervenuti anche il professor Stefano Marasca dell’Univpm, il professor Claudio Travaglini dell’Università di Bologna e il dirigente del Dipartimento Salute Armando Gozzini. “I numeri ci raccontato lo stato della nostra sanità. In particolare – ha spiegato Acquaroli - abbiamo sviluppato un percorso pianificato sui fabbisogni reali della popolazione, attraverso l’analisi e lo studio delle caratteristiche della domanda di assistenza in modo da scoprire punti forti e punti deboli. Le indicazioni che emergono sono precise, le cure di prossimità vanno ad incidere meno dell’ospedalizzazione, e di fronte a poche risorse e all’invecchiamento della popolazione che ha bisogno di assistenza, vanno ponderate con i numeri le scelte più efficaci ed efficienti riportando i servizi sui territori come intendiamo fare con la riorganizzazione delle aziende sanitarie”. “Allo stesso tempo vanno analizzati i dati della mobilità attiva e passiva valutandone cause e conseguenze e l’incidenza dei privati. La scelta di un modello decisionale basato sui bisogni della popolazione, e non sulla spesa storica dei servizi, ci dà la possibilità di orientare meglio le risorse verso le prestazioni più utili ai cittadini e di evitare sprechi. Potremo fare scelte a ragion veduta al di là dei campanilismi”. “I dati a consuntivo sulle performance sono sicuramente importanti – ha detto il rettore – ma non ci dicono cosa fare. Come Università ci siamo focalizzati su un’analisi di contesto in chiave prospettica e multidisciplinare che tenga conto degli aspetti evolutivi, economici, demografici, delle nuove tecnologie e del capitale umano che è determinante per realizzare le cose. Su questo aspetto ci siamo particolarmente concentrati con l’incremento delle borse di studio (110) e i corsi di formazione (42), con i corsi di laurea magistrali a ciclo unico che sono passati dai 212 del 2020 ai 355 del 2022/2023 dei corsi triennali per le professioni sanitarie che da 535 sono diventati 750”. “I numeri spazzano via le opinioni e sono oggettivi – ha sottolineato Saltamartini - e a quelli dobbiamo rispondere i termini di scelte. Grazie a questo studio ora abbiamo la possibilità di impegnare le risorse in modo più coerente per garantire i servizi più appropriati. Si tratta di un dovere etico oltre che politico. L’obiettivo è arrivare ad un modello con una corretta offerta Comune per Comune”. La programmazione basata sui bisogni è partita dalla conoscenza dettagliata del territorio, della sua complessità e variabilità da un punto di vista demografico e socioeconomico. I fattori rilevati come modificanti la domanda di salute, sono innanzitutto in una prima fase di tipo demografico: il numero di anziani (con distribuzione territoriale e con analisi temporali), il numero di anziani che vivono soli o con coniuge non autosufficiente, il numero di anziani non autosufficienti, il numero di anziani non autosufficienti (con patologie degenerative: demenze), la tipologia di struttura della rete familiare e i contesti di assistenza territoriale (formali e informali)”. “Attraverso lo studio del fabbisogno espresso e latente e attraverso lo studio delle dinamiche demografiche è stato possibile calcolare il fabbisogno di assistenza ospedaliera e ambulatoriale, stimando la domanda di assistenza per patologie croniche (valutate con i percorsi di PDTA), al fine di raggiungere i livelli di fabbisogno predefiniti e supportare la Regione nella pianificazione dell’offerta territoriale. L’analisi offre chiare indicazioni per la riorganizzazione della rete dell’assistenza territoriale in funzione della stima del bisogno di salute nei prossimi 10 anni”.

07/07/2022 17:41
Sisma, emanati bandi per 700milioni di euro. Legnini: "Tempistiche del MEF rispettate"

Sisma, emanati bandi per 700milioni di euro. Legnini: "Tempistiche del MEF rispettate"

Emanate le Ordinanze relative agli 11 bandi dal valore di circa 700 milioni di euro della Macromisura B del Fondo complementare sisma al PNRR, che è dedicata al rilancio economico e sociale delle quattro regioni colpite dai terremoti del 2009 e del 2016, Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Un passo fondamentale, anche per rispettare le stringenti tempistiche dettate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il pacchetto di misure approvato dalla Cabina di Coordinamento integrata, presieduta dal Commissario Straordinario alla Ricostruzione sisma 2016 Giovanni Legnini, mira a favorire lo sviluppo, la crescita occupazionale, l’inclusione sociale, anche attraverso il terzo settore, il turismo, la cultura, l’economia circolare, il riuso delle macerie, la filiera del legno ed agroalimentare e le comunità energetiche, nei due crateri post-sisma 2009 e 2016-17 dell’Appennino centrale. I bandi sono già pubblicati sul sito www.sisma2016.gov.it. Con il completamento della procedura relativa al regime di aiuti da parte della Commissione Europea, i soggetti gestori Invitalia e Unioncamere provvederanno poi alla pubblicazione degli avvisi entro la metà di luglio con l’indicazione dei relativi tempi di apertura e chiusura degli sportelli. Di particolare rilievo l’approvazione dei progetti per la prima rete integrata territoriale per la ricerca e l'innovazione, per la realizzazione di quattro centri di ricerca e alta formazione, uno per ogni regione e ciascuno dedicato a un ambito specifico: economia circolare e salute nel Lazio, con sede principale a Rieti, digitalizzazione, valorizzazione, conservazione e fruizione dei beni culturali e ambientali in Umbria, in Abruzzo il centro sulla sicurezza e tecnologie agroalimentari, nelle Marche quello dedicato alla scienza e tecnica delle ricostruzioni. A questi si aggiunge la nuova sede decentrata della Scuola Nazionale della Pubblica Amministrazione a L’Aquila in accordo con l’Università. La Cabina di Coordinamento ha preso inoltre atto dello stato attuativo degli oltre 800 progetti finanziati con la Macromisura A, dal valore di 1 miliardo e 80 milioni di euro, che hanno raggiunto gli obiettivi fissati dal Mef grazie al lavoro intenso dei Comuni e degli Uffici Speciali alla Ricostruzione. “I bandi approvati dalla Cabina di coordinamento integrata sono il risultato di mesi di lavoro molto fruttuoso, da parte dei soggetti attuatori Commissario sisma 2016 e Struttura di missione 2009, del Dipartimento Casa Italia, delle Regioni, dei Sindaci, dei soggetti gestori Invitalia e Unioncamere e degli esperti, le dirigenti della Struttura commissariale – ha sottolineato il Commissario Legnini -. Si è altresì svolto un confronto molto collaborativo con il Dipartimento politiche europee della Presidenza del Consiglio e con la Commissione europea finalizzato a massimizzare il regime di aiuti con le deroghe previste dal Temporary framework per il Covid e per il contrasto alla crisi Ucraina”. Ha aggiunto il Commissario Legnini: “Voglio ringraziare tutti i soggetti istituzionali e professionali grazie al cui impegno siamo riusciti a rispettare la milestone del 30 giugno. Si tratta di un’opportunità straordinaria per sostenere lo sviluppo, il lavoro e la ricerca nei territori dei due crateri, che con questo step attuativo potranno giovarsi non soltanto dei processi di ricostruzione in corso ma anche di strumenti e incentivi per affrontare i nodi storici dello sviluppo dell’Appennino centrale”. Conclude Legnini: “Adesso spetta alle Regioni e in particolare alle Società di sviluppo regionali designate, al sistema camerale, alle associazioni di categoria, che voglio ringraziare per i contributi forniti, ai Sindaci e a tutti gli attori sociali interessati, far conoscere, promuovere e accompagnare le misure varate per attrarre nuovi investimenti nei territori colpiti dai terremoti”.

01/07/2022 11:56
Come risparmiare oggi sulle offerte gas per evitare un salasso in autunno

Come risparmiare oggi sulle offerte gas per evitare un salasso in autunno

  Bollette del gas “roventi”, nelle Marche come in tutta Italia. L’impennata dei prezzi del gas, con cifre alle stelle nei primi mesi dell’anno, continua a tradursi in stangate in bolletta. Nonostante le misure straordinarie messe a punto dal Governo, le famiglie italiane restano schiacciate da spese per il metano sempre più voluminose. E con il taglio delle forniture dalla Russia in agguato, il rischio di nuovi, pesanti, rincari autunnali incombe all’orizzonte. Per non farsi trovare impreparati all’accensione dei caloriferi, è opportuno giocare d’anticipo. Come? Scegliendo già da ora il Mercato libero, le cui offerte garantiscono un prezzo del gas naturale più basso rispetto a quello proposto dal mercato Tutelato. Individuare le offerte gas casa più convenienti nel libero mercato oggi è possibile grazie a strumenti come il comparatore di SOStariffe.it: sarà sufficiente indicare una stima del proprio consumo annuo di gas (il dato è riportato anche nell’ultima bolletta inviata dall’attuale fornitore) per avere l’elenco delle tariffe più in linea per il proprio profilo di consumo. Gas: la fotografia della stangata nelle Marche I prezzi alle stelle del gas uniscono la penisola, da Nord a Sud. Così come la mannaia del caro-bolletta non risparmia le principali città delle Marche. Secondo un’analisi territoriale elaborata da SOStariffe.it, Pesaro conquista il primato (negativo) delle bollette “roventi”, con una spesa media annuale superiore rispetto a quella registrata nelle altre città marchigiane: a fronte di un consumo medio annuo di 974 Smc di gas, una famiglia di Pesaro spende, in media, 841 euro all’anno se è ancora vincolata a un contratto di Tutela. La spesa si alleggerisce passando al Mercato libero: 775 euro all’anno per le bollette del gas, con un risparmio annuo di 65 euro. Segue Macerata, i cui residenti ancora nel mercato Tutelato devono pianificare una spesa annua per le bollette del gas di 794 euro (a fronte di un consumo medio annuo di 924 Smc). Per chi ha già scelto il Mercato libero, invece, la voce di spesa in bolletta per la materia prima gas si assottiglia, passando da 794 euro a 728 euro nell’arco di 12 mesi. Risultato? Il Mercato libero assicura un risparmio di 66 euro annui. Ancona conquista, invece, lo scettro del risparmio: tra i capoluoghi di provincia analizzati è quella che trae maggiori sconti dalla scelta delle offerte del Mercato libero. Qui la differenza in bolletta tra chi è rimasto fedele al regime di Tutela e chi, invece, ha optato per il Mercato libero si traduce in 67 euro all’anno di convenienza. A fronte di un consumo medio di gas di 831 Smc in 12 mesi, la prima categoria di famiglie deve far fronte a una spesa di 734 euro all’anno per le bollette del metano, mentre la seconda riesce a ridurre l’esborso con il pagamento di 667 euro. Infine, una famiglia ad Ascoli Piceno consuma in media 849 Smc di metano all’anno, ricevendo una fattura del gas annua pari a 703 euro (in regime di mercato Tutelato) e 652 euro (nel Mercato libero). La differenza? 52 euro di minori uscite. Il Mercato libero magnete del risparmio Le cifre contenute nel focus territoriale parlano chiaro: il Mercato libero è un magnete della convenienza. E ciò che lo rende così competitivo è il fatto che sono proprio i fornitori del Mercato libero a scegliere il prezzo della componente gas della bolletta. Una carta vincente che permette ai titolari di utenze domestiche di individuare il fornitore che offre il prezzo della componente gas più basso sul mercato e puntare, quindi, sul risparmio. Un’ulteriore boccata d’ossigeno per i bilanci delle famiglie italiane è, al momento, l’opzione di scelta delle tariffe a prezzo bloccato. Questo significa che il prezzo della componente gas è fisso per un determinato periodo a partire dalla sottoscrizione del contratto, generalmente 12 o 24 mesi. Risultato? Agli utenti è garantita sia la protezione da eventuali impennate dei prezzi del mercato all’ingrosso sia la serenità di non incappare in nuovi, pesanti stangate autunnali in bolletta.

28/06/2022 15:08
Vacanze 2022: come passeranno l’estate gli italiani?

Vacanze 2022: come passeranno l’estate gli italiani?

Il 2022 può essere considerato un anno diverso dagli ultimi due passati in pandemia. Attualmente, grazie alle varianti meno aggressive e a una riduzione dei contagi, il COVID-19 sembra essere almeno per il momento lontano dal rovinare i progetti per le vacanze estive. Anche se le paure comunque rimangono, molti italiani hanno già in previsione di scappare dalla città verso mete più o meno remote. Secondo la ricerca effettuata e pubblicata da touringclub.it, 9 su 10 italiani erano disposti a viaggiare in estate prima del 2020, ma l’anno scorso tale percentuale era scesa al 71%. Il 2022 invece segna un piccolo passo in avanti, con il 79% della popolazione intervistata già decisa e pronta a viaggiare in estate. Tutto sembra confermare che la crisi del turismo sia finita anche in Italia. E lo dimostrano anche le destinazioni di viaggio. Prima della pandemia le persone che avevano come meta l’Italia erano il 59% degli intervistati, mentre nel 2020, per ovvie ragioni erano il 94%, e il 91% l’anno scorso. Quest’anno le mete italiane sono state comunque scelte dal 73% degli intervistati, mentre chi va all'estero (il restante 27%) rimarrà per buona parte comunque in Europa (il 23%) con quindi solo il 4% che sceglie mete fuori zona euro. Chi rimarrà nel Bel Paese prediligerà soprattutto il Trentino Alto Adige, in cerca di un po’ di refrigerio, o sceglierà le migliori mete di mare o montagna in regioni come la Sardegna, la Toscana e la Puglia, tra le altre. La paura del COVID-19 fa sì che tali mete siano preferibilmente poco affollate e tendenzialmente meno conosciute (l’83% della community intervistata lo afferma). La tendenza quindi è quella di optare per le attività all’aperto anche nelle località di mare, evitando nel limite del possibile gli assembramenti. Per quello che riguarda le partenze, non tutti hanno le idee chiare: il 16% degli intervistati infatti non ha ancora deciso se viaggerà, mentre il 3% è quasi sicuro di non partire per l’estate. Solo l’1% degli intervistati è già certo di rimanere a casa in questi mesi estivi, affrontando il caldo con una birra fresca, un serie TV e ogni tanto una partita con soldi veri nei casino online per mettere un po’ di pepe alle giornate più noiose. L’anno scorso gli incerti erano di più, ossia il 20%, mentre coloro che probabilmente sarebbero rimasti a casa erano il 6%. Chi invece rimaneva con certezza nella propria città era il triplo rispetto a quest’anno, ossia il 3%. Tutto quindi fa pensare che gli italiani stiano pian piano tornando alla normalità, anche se le notizie economiche degli ultimi tempi non permettono di rilassarsi troppo. Secondo un altro sondaggio, questa volta di Ipsos, l’inflazione degli ultimi tempi si fa sentire in Italia più che in altri paesi e questo ovviamente incide anche sulla scelta delle vacanze. Tale sondaggio ha infatti messo in evidenza che solo il 7% degli italiani si sente a proprio agio con la personale situazione economica, mentre la maggior parte degli intervistati (il 42%), ha i soldi giusto per cavarsela senza eccessi. Il 20% invece dichiara di trovarsi in difficoltà economica e il 10% è in ristrettezze (una delle percentuali più alte tra i paesi in cui è stata effettuata la ricerca). E quando ci sono da fare tagli, i passatempi e i viaggi sono i primi che ci rimettono. Quindi la tendenza è sì quella di partire, soprattutto per la voglia di tornare alla normalità, ma si cercano mete e soluzioni low cost, per risparmiare il più possibile. Purtroppo l’andamento del mercato non aiuta. L’incremento della domanda turistica dopo una crisi che sembrava non finire, insieme al rincaro della vita, ha portato a un aumento notevole dei prezzi nel settore del turismo. In generale, una vacanza nel 2022 può costare fino al 45% in più rispetto agli anni passati, a seconda dei servizi e le località scelte. I rincari maggiori sono avvenuti nel noleggio delle auto, con un aumento dei prezzi del 67% rispetto al 2021. Nonostante queste premesse gli italiani hanno ancora voglia di evadere e dimenticare gli ultimi due anni, e le vacanze estive possono essere la soluzione giusta. La speranza di tutti è che al rientro non ci siano nuove insidie da dover affrontare.  

26/06/2022 17:00
Storia dei Giochi Olimpici

Storia dei Giochi Olimpici

I Giochi Olimpici sono emozionanti competizioni mondiali che stupiscono per bellezza e spettacolo. Ogni quattro anni, migliaia di persone si precipitano nella città ospitante del campionato per tifare per la loro squadra del cuore e vedere con i propri occhi le nuove stelle dello sport mondiale. Milioni di fan guardano la trasmissione. Ora puoi scommettere su molti sport che facevano parte dei Giochi Olimpici presso il bookmaker Betwinner. Questo è un portale unico che offre ai suoi clienti una vasta gamma di sport per le scommesse. Con il suo aiuto, le persone non solo possono guardare i risultati di vari eventi sportivi, ma anche parteciparvi attivamente, fare un'ipotesi sui risultati e trarne profitto. Inoltre, il sito web di Betwinner offre ai suoi clienti non solo la possibilità di scommettere sugli sport, ma anche di lanciare le slot machine. Per questo, sul portale è stata appositamente creata una sezione separata chiamata "Casinò". Come tutto cominciò? I famosi Giochi Olimpici in onore di Zeus Olimpio hanno origine nell'antica Grecia e si svolgono dal 776 a.C. e.ogni 4 anni nella città di Olimpia. Le competizioni sportive furono un successo così grandioso e una grande importanza per la società che durante la corsa olimpica le guerre furono fermate e fu stabilita l'ekekhiriya, una tregua sacra. La gente veniva da ogni parte per guardare le gare di Olimpia: chi viaggiava a piedi, chi a cavallo, chi addirittura salpava con le navi verso terre lontane, tanto per avere almeno un occhio sui maestosi atleti greci. Intorno alla città sono cresciuti interi insediamenti di tende. Per vedere gli atleti, gli spettatori hanno riempito completamente i pendii intorno alla valle del fiume Alfei. Dopo la solenne vittoria e la cerimonia di premiazione (presentando una corona di sacri rami di ulivo e di palma), l'olimpionico visse nel trifoglio. In suo onore si tenevano feste, si cantavano inni, si realizzavano statue, ad Atene il vincitore era esentato da tasse e onerosi oneri pubblici. E al vincitore veniva sempre lasciato il posto migliore nel teatro. In alcuni luoghi, anche i figli di un olimpionico godevano di privilegi speciali. È interessante notare che le donne non potevano competere alle Olimpiadi sotto pena di morte. I coraggiosi elleni hanno gareggiato nei seguenti tipi di porto: correre, pugni (che una volta vinse Pitagora), saltare, lancio del giavellotto e così via. Le più pericolose, tuttavia, erano le corse dei carri. Il vincitore delle gare equestri era considerato il proprietario dei cavalli, e non il povero pilota che rischiava la vita per vincere. Giochi Olimpici Moderni I moderni eventi sportivi internazionali conosciuti come le Olimpiadi estive si svolgono ogni quattro anni dal 1896. L'iniziatore fu il barone francese Pierre de Coubertin. Credeva che fosse proprio l'insufficiente forma fisica a impedire ai soldati francesi di vincere la guerra franco-prussiana del 1870-1871. I giovani dovrebbero misurare la loro forza sui campi sportivi, non sui campi di battaglia, ha affermato l'attivista. Ad Atene si sono svolti i primi Giochi Olimpici. Per organizzare la competizione fu creato il Comitato Olimpico Internazionale, il cui primo presidente fu il greco Demetrius Vikelas. Da quel momento, le Olimpiadi del Mondo sono diventate una buona tradizione. Sullo sfondo di imponenti scavi e reperti archeologici, l'idea dell'Olimpismo si diffuse in tutta Europa. Sempre più spesso, gli stati europei organizzavano le proprie competizioni sportive, seguite da tutto il mondo. Sport invernali Per colmare il vuoto nelle competizioni di sport invernali, tecnicamente impossibili da tenere in estate, i Giochi Olimpici Invernali si svolgono dal 25 gennaio 1924. I primi furono organizzati nella città francese di Chamonix. Ai Giochi Olimpici hanno preso parte i seguenti sport: pattinaggio artistico; hockey; gara di pattinaggio sul ghiaccio; prizhki da un tramlin e altro. 293 atleti, di cui 13 donne, provenienti da 16 paesi del mondo hanno espresso il desiderio di gareggiare per il campionato nelle competizioni. Attributi dei Giochi Olimpici Ora il simbolo e l'emblema dei Giochi Olimpici sono cinque anelli intrecciati, che simboleggiano l'unificazione dei cinque continenti. Alla cerimonia di apertura di ogni Olimpiade, viene issata una bandiera: un panno bianco con un emblema (anelli olimpici). Durante l'Olimpiade, brucia la fiamma olimpica, che viene portata sul luogo ogni volta dall'Olympia. Le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici sono sempre uno spettacolo spettacolare che sottolinea ancora una volta il prestigio e l'importanza mondiale di queste competizioni mondiali. FAQ Che cosa sono i Giochi Olimpici? I Giochi Olimpici sono le più grandi competizioni sportive complesse internazionali del nostro tempo, che si svolgono ogni quattro anni sotto gli auspici del Comitato Olimpico Internazionale. Dove e quando si sono svolti i primi Giochi Olimpici? La tradizione che esisteva nell'antica Grecia fu ripresa alla fine del XIX secolo dal personaggio pubblico francese Pierre de Coubertin. I Giochi Olimpici, noti anche come Olimpiadi estive, si svolgono ogni quattro anni dal 1896, ad eccezione degli anni durante le guerre mondiali. Nel 1924 furono istituiti i Giochi Olimpici Invernali, che originariamente si tenevano nello stesso anno di quelli estivi. Quali sono gli attributi principali dei Giochi Olimpici? Gli attributi dei Giochi Olimpici sono: il logo dei cinque anelli, la bandiera su cui sono raffigurati questi anelli e, naturalmente, la fiamma olimpica.

24/06/2022 15:03
Com'è cambiato il gioco d’azzardo negli ultimi mesi?

Com'è cambiato il gioco d’azzardo negli ultimi mesi?

Come spiegato nelle schede informative di questo operatore, si può evincere che anche il mercato del gioco e dell'intrattenimento online sta conoscendo un forte fenomeno di digitalizzazione. Grazie a internet ormai, ognuno di noi, con una semplice connessione può accedere in ogni momento, da tablet, pc o cellulare, alle piattaforme di gioco online con soldi veri che offrono i loro servizi 7 giorni su 7, senza limiti d’orario. Inoltre ogni giocatore può scegliere di divertirsi come preferisce, sfruttando una grande varietà di tavoli o slot machine, anche a seconda del proprio budget. Analizziamo insieme quali sono i punti di forza che hanno saputo sviluppare e sfruttare i casinò online per aumentare il proprio numero di utenti, che ogni giorno ama divertirsi giocando per vincere soldi veri. Giochi per tutti i gusti La tecnologia, che sarà implementata maggiormente quando l’Italia sarà dotata di connessione 5G, offre un'esperienza totalizzante molto simile a quella che si potrebbe provare recandosi in un casinò. Rimanendo comodamente a casa diventa possibile vivere le emozioni di sedersi davanti al tavolo verde, per passare una serata in compagnia. Su molti siti è possibile anche utilizzare la chat per comunicare con gli altri giocatori, sparsi in tutto il mondo, che sono seduti vicino a noi. L’ampia scelta di giochi permette all’utente anche di diversificare le puntate, passando con velocità da una slot ad una partita di blackjack. Il ricavato dei casinò online nel 2021 I numeri del 2021 sono molto incoraggianti per il settore del gaming online a soldi veri ad esempio il settore delle scommesse a settembre dello scorso anno ha avuto un ricavo superiore ai 180 Milioni di euro mentre giochi di carte e casinò online hanno avuto un fatturato superiore ai 110 Milioni di euro. In più analizzando i dati si può notare come il numero degli utenti sia aumentato su molti siti che hanno saputo adattarsi e sfruttare il momento storico per farsi conoscere, arrivando così ad un pubblico maggiore che ha iniziato ad appassionarsi al gioco d’azzardo online. Si stima che questo settore rappresenta un 9% del mercato italiano. Il lockdown ha aumentato il divario tra online e reale La pandemia ha accelerato questo processo, dato che con il lockdown non era possibile uscire di casa e recarsi in un casinò, anche se questo si trovasse nelle vicinanze, magari nello stesso comune. Anche quando la situazione pandemica è migliorata sono rimaste alcune restrizioni e obblighi che hanno mandando in crisi molti gestori di società come queste. Dall’altra parte il mondo del gaming online ha approfittato di questa situazione con i ricavi dei vari siti online che sono aumentati esponenzialmente. I giocatori si sono familiarizzati subito con questa novità, sfruttando la possibilità di vincere soldi veri iscrivendosi gratuitamente sulle varie piattaforme online. Previsioni per il futuro L’industria del gioco d’azzardo si continuerà a sviluppare trainata dal mondo dell’online con una crescita media annua vicina all 8%.assistendo così ad una transizione sempre più massiccia tra negozio fisico e piattaforme digitali. Molte persone sfrutterranno così in maniera sempre più produttiva la tecnologia portatile scaricando app mobile dalle quali sarà possibile giocare online Le promozioni offerte Uno dei motivi che spinge una persona ad iscriversi su una piattaforma di gaming online è la possibilità di vincere denaro, anche piccole cifre utili però a levarsi delle soddisfazioni. Alcuni siti, per invogliare gli utenti ad iscriversi offrono numerose promozioni e bonus nel quale si regalano soldi veri, magari legando questo servizio alla cifra versata. Alcuni concessionari, hanno nella loro policy, anche la possibilità di risarcire attraverso alcuni bonus le eventuali perdite, cosa che il croupier in un casinò reale, difficilmente farà.È possibile anche mettere dei limiti di puntata o di deposito, tecniche utilizzate per garantire al giocatore un principio legato all’autotutela, utile strumento per evitare di esagerare. La sicurezza La maggior parte dei casinò online che operano in Italia hanno la certificazione dell AAMS (agenzia dei monopoli e delle dogane) che controlla la regolarità delle varie piattaforme online vigilando su possibili truffe o anomalie, che potrebbero danneggiare i giocatori o favorire, in maniera illegale le vittorie del banco. L’utente viene tutelato anche durante i processi di deposito e prelievo, in modo da non subire truffe che possono intaccare e danneggiare il patrimonio personale. Questo nuovo sviluppo non pregiudicherà quindi la sicurezza dei giocatori che potranno continuare a giocare evitando inutili preoccupazioni.              

22/06/2022 11:30
Quali sono i marchi di orologi di lusso più ricercati dagli uomini

Quali sono i marchi di orologi di lusso più ricercati dagli uomini

Gli orologi di lusso sono la sintesi perfetta tra arte, storia e tecnologia. Conoscerli e collezionarli non significa solamente andare alla ricerca dei segnatempo più costosi e raffinati da un punto di vista estetico. Il collezionismo di orologi di lusso, infatti, si caratterizza anche da una profonda conoscenza dei marchi, della loro storia e delle leggende che si celano dietro ogni piccolo componente dei complessi meccanismi. Oggi andremo alla scoperta dei marchi di orologi di lusso più ricercati tra gli uomini, e lo faremo a partire dai valori di prestigio, qualità e garanzia oltre che storicità e rilevanza culturale. Orologi di lusso: l’eleganza tra storia, cultura ed estetica Iniziamo da questo incantevole Omega Speedmaster Moonwatch in offerta, uno dei cronografi di maggior rilievo a livello globale. Appartiene ad un marchio storico, noto per aver portato il primo orologio sulla luna ma anche per aver servito, nel 1918, l’esercito degli Stati Uniti. Omega è il brand di lusso che ha accompagnato i polsi degli atleti alle Olimpiadi ma è anche la firma sfoggiata da James Bond e tanti altri iconici personaggi del cinema e dello spettacolo. Omega si contende, da sempre, il primato di lusso e pregio con Rolex. Tutti conoscono questo marchio ma in pochi sanno che l’eccellenza dei Rolex, alta orologeria svizzera, risiede nell’innovazione di materiali di pregio, meccanismi e tecniche di lavorazione. Rolex fu fondato nel 1905 e, da allora, incanta e incorona i polsi degli appassionati e dei collezionisti di tutto il mondo con modelli ricercatissimi. Ci riferiamo allo storico Daytona, al Submariner e ai GMT-Master indossati da attori del calibro di Sean Connery. Dai Cartier della Regina Elisabetta ai Panerai Made in Italy Un altro marchio popolare e apprezzato in ambito di alta gioielleria è Cartier, il brand amato persino dalla Regina Elisabetta grazie ai tratti distintivi di eleganza e raffinatezza al polso. Cartier rappresenta l’orologeria di lusso per eccellenza grazie alle produzioni che potremmo assimilare a veri e propri gioielli da polso. Tra i marchi che rientrano nell’olimpo degli intenditori di alta orologeria di lusso non posiamo non citare nomi altisonanti come Eberhard, Tudor, Panerai seguiti da Longines, Jaeger-LeCoultre, Paul Picot, Zenit e Bulgari. Ognuno di questi, a partire dall’ottocento, ha saputo ritagliarsi una nicchia di mercato offrendo orologi pregiati, forgiati con innovazione, materie prime uniche e linee di design impareggiabili. Panerai, per esempio, è il marchio leader del nostro Paese che produce orologi di lusso e subacquei dal design esclusivo. L’estetica Panerai è accattivante e all’avanguardia che attira collezionisti da tutto il mondo grazie anche alla tecnologia avanzata, pensata per soddisfare anche i clienti più esigenti. Anche Paul Picot si distingue per la produzione di orologi di lusso accattivanti e innovativi, con un design che volge lo sguardo al futuro attraverso uno stile inconfondibile. Ai materiali preziosi e brillanti Paul Picot associa quel tocco di classe avveniristica e futuristica così ricercata, soprattutto di questi tempi. Ovviamente i marchi di orologi di lusso sono molti di più. Per scoprirli tutti suggeriamo di avvicinarsi al grande mondo dell’orologeria a partire dai simboli e dai significati storici che ogni segnatempo assume a partire da quali incredibili esperienze ha cronometrato e da quale polso è stato indossato.

21/06/2022 14:50
Come fare marketing a basso costo con le t-shirt personalizzate

Come fare marketing a basso costo con le t-shirt personalizzate

I capi di abbigliamento personalizzati sono una leva di marketing estremamente diffusa; ancora oggi, nonostante il digitale abbia preso il sopravvento, numerose aziende fanno costantemente ricorso alla distribuzione di materiale ‘brandizzato’ per promuovere la propria immagine, ma anche prodotti o servizi. In vista dell’estate, uno dei capi personalizzati più gettonati sono le t-shirt; per quanto possano sembrare semplici magliette con una stampa o una personalizzazione sul fronte (o sul retro), rappresentano in realtà un efficace strumento promozionale. Il confezionamento Come sfruttare, a scopo di marketing, le t-shirt personalizzate? In primo luogo, è necessario confezionare un prodotto di qualità, a partire da un tessuto naturale (cotone), così che possano risultare adatte all’uso durante tutto il periodo estivo. In aggiunta, la personalizzazione, realizzata tramite stampa o con un’altra tecnica, deve essere chiara, leggibile (in ogni dettaglio) nonché posizionata in maniera tale da risultare ben visibile. Questi aspetti vanno valutati in maniera professionale, così da ottenere un risultato soddisfacente e funzionale agli scopi di marketing; è bene quindi, commissionare le maglie personalizzate a portali specializzati come Gedshop.it. La qualità dell’oggetto, infatti, è più importante del valore dello stesso; a fini promozionali, è bene che l’articolo sia di ottima fattura. La spiegazione arriva dalle teorie del visual marketing, secondo le quali un oggetto fisico viene percepito in maniera diversa rispetto a quanto accadeva in passato: l’osservatore moderno, secondo questa disciplina, non percepisce più in maniera distinta le caratteristiche funzionali rispetto a quelle estetiche e costruttive. Nella percezione moderna, invece, tali elementi vengono sintetizzati in una visione complessiva, che conferisce all’oggetto la capacità di veicolare un messaggio. Di conseguenza, anche una t-shirt di qualità è in grado di fungere da leva di marketing, innescando un’associazione positiva con il brand o il marchio. Questo meccanismo non è basato soltanto sulla gratitudine, derivante dal ricevere un oggetto in omaggio, ma anche sulla qualità dell’oggetto, che diventa una sorta di ‘biglietto da visita’ dell’azienda, influenzandone la reputazione e l’immagine. La distribuzione Il secondo aspetto cruciale delle strategie di marketing basate sui capi di abbigliamento personalizzati è la distribuzione; le t-shirt, naturalmente, non fanno eccezione. Ciò implica, da punto di vista pratico e strategico, che l’azienda deve focalizzarsi sui seguenti aspetti: - il target; affinché la distribuzione risulti efficace, è bene che l’azienda individui precisamente il target al quale distribuire le magliette, così da valorizzarle adeguatamente;  - il contesto; strettamente legato al target individuato, il contesto in cui avviene la distribuzione è altrettanto importante. Le t-shirt non si addicono particolarmente ad eventi di ‘rappresentanza’ come mostre, fiere ed eventi, dove, di contro, si preferiscono gadget personalizzati di piccole dimensioni come penne, portachiavi, pennette USB e simili. Di contro, le t-shirt sono adatte soprattutto al “marketing interno”, ossia alla distribuzione destinata ai dipendenti dell’azienda stessa. Come le t-shirt personalizzate contribuiscono alla promozione del marchio Le t-shirt personalizzate, così come altre tipologie di merchandising ‘brandizzato’, possono dare un notevole contributo alla promozione di un marchio o di un’azienda. Prodotti di questo genere favoriscono il consolidamento dell’immagine e della reputazione del brand, rendendola ben riconoscibile anche dal punto di vista strettamente visivo (ciò serve a differenziarsi il più possibile rispetto alla concorrenza). Se utilizzate per il marketing interno, ossia per la distribuzione ai dipendenti dell’azienda stessa, possono assolvere diverse funzioni: - rafforzare il senso di appartenenza all’azienda; - agevolare il contatto con la clientela in contesti quali negozi, boutique o showroom; l’abbigliamento personalizzato consente ai clienti di individuare più facilmente il personale a cui rivolgersi, garantendo a tutti gli effetti un ulteriore servizio di customer care; - promuovere l’immagine del brand in qualsiasi contesto di contatto diretto con il pubblico, assolvendo una funzione non diversa da un biglietto da visita.

20/06/2022 14:48
Tutti i segreti del blackjack

Tutti i segreti del blackjack

Il blackjack è uno dei giochi di carte più amati e popolari tra gli appassionati del tavolo verde. Intorno a questa particolare forma di gioco con le carte francesi, negli anni si sono sviluppati una serie di racconti e storie che sono sfociati, ad esempio, in un più ampio filone della produzione cinematografica di Hollywood che ha visto la nascita di film come Rain Man o come 21. Il blackjack, insomma,rappresenta qualcosa di più di un classico gioco di carte. Blackjack, storia e funzionamento Il blackjack sarebbe nato nella Francia di Napoleone. All’epoca, nei salotti reali e nelle case dei ceti più abbienti si giocava a vingt-et-un (ventuno) che altro non era che la prima versione del blackjack per come lo conosciamo oggi. Nel XX secolo il blackjack arrivò nel nuovo continente dove la sua fama e popolarità esplose definitivamente. Con la nascita dei casinò moderni, il blackjack assunse subito un ruolo centrale tra le attrazioni maggiori delle sale di gioco del Nevada. Il funzionamento di questo gioco è relativamente semplice. Ad ogni giocatore, il croupier o dealer distribuisce due carte coperte e, ad ogni turno se richiesto, una ulteriore carta. Lo scopo di ogni giocatore è quello di battere il punteggio del banco, mai superando il punteggio di 21. Se è lo stesso banco a superare la soglia di 21, allora il croupier pagherà le puntate di tutti. Il punteggio migliore è proprio il “black jack”, ovvero la combinazione di due carte (un Asso più una figura). Se un giocatore fa black jack ha diritto al pagamento di una volta e mezzo la puntata iniziale. Esistono poi tutta una serie di side bet o puntate extra come la puntata secondaria 21+3 che negli ultimi anni stanno attirando l’attenzione di moltissimi utenti (e non solo giocatori esperti) grazie all’ampio ventaglio di possibilità di scommessa che viene dato. Segreti e curiosità intorno al blackjack: il conteggio delle carte Esistono poi tante curiosità (e leggende in alcuni casi) intorno al gioco del blackjack, come il famigerato “conteggio delle carte”. Come detto in apertura del nostro articolo, il blackjack ha ispirato diverse pellicole cinematografiche di successo. Nel già citato Rain Man, film del 1988 vincitore di quattro Premi Oscar con Tom Cruise e Dustin Hoffman, uno dei protagonisti, Ray (Hoffman), sfrutta le sue doti mentali per tenere il conteggio delle carte e battere così il banco. Anche in Una notte da leoni, uno dei protagonisti, Alan, sfrutta il conteggio delle carte per vincere a Las Vegas e portarsi a casa ottantamila dollari. Ma come è possibile tutto questo? Negli anni Sessanta, il matematico americano Edward Thorp, nel suo libro Beat the Dealer, aveva spiegato come vincere matematicamente al blackjack grazie al sistema del “Ten Count” che altro non è che uno dei tanti metodi per contare le carte. Il “card counting” o conteggio delle carte è oggi una strategia molto diffusa (anche se di difficilissima applicazione) tra i giocatori professionisti di blackjack. Non esiste una normativa che proibisce in maniera esplicita l’utilizzo di questa tecnica anche se la maggior parte delle sale da gioco e casinò di tutto il mondo (non solo quelli degli Stati Uniti) tendono ad “escludere” i giocatori che si avvantaggiano dall’applicazione di questa strategia. Come strumento di difesa, le sale da gioco del Nevada, ad esempio, hanno introdotto anni fa uno strumento tecnologico, un occhio ottico-digitale (chiamato Eye in the Sky) che permette di sorvegliare dall’alto e analizzare al computer tutte le giocate sospette. Ma una recente pronuncia di un tribunale americano ha proibito ai gestori dei casinò statunitensi di espellere i giocatori “colti” nell’atto del conteggio delle carte, ragione per cui tutte le black list (ovvero gli archivi che contengono i giocatori “indesiderati”) ancora in vigore ben presto potrebbero valere carta straccia. Queste sono solo alcune delle curiosità intorno al mondo del blackjack, disciplina che da decenni ha affascinato e ispirato migliaia di persone in tutto il mondo.  

17/06/2022 10:45
Un tuffo nel passato con le slot machine a tema Far West

Un tuffo nel passato con le slot machine a tema Far West

La polvere che si solleva da terra, il silenzio, il calore nell’aria mentre i duellanti portano le mani alle pistole: se diciamo selvaggio west, la nostra testa si riempie di immagini iconiche, capaci di evocare un’atmosfera di avventure e scoperte irripetibili. Non c’è da meravigliarsi quindi che anche nel mondo delle slot machine i giochi a tema old west siano sulla cresta dell’onda, popolarissime a qualsiasi età. Tutti infatti, fin da piccoli, abbiamo interpretato l’immaginario dei pionieri della frontiera, giocando a indiani e cowboy o innamorandoci di film pieni di tensione in cui i nostri beniamini dovevano sconfiggere i banditi di turno grazie alla loro prontezza di riflessi. Alzi la mano chi non ha scelto di travestirsi da sceriffo, da piccolo: un successo tale da portare alla creazione di generi che lo hanno imitato, come gli Spaghetti Western di Sergio Leone. Storie epiche, ai margini della società, che ancora oggi ci affascina e ci motivano. Insomma, un periodo davvero mitico che continua a vivere nelle slot machine a tema west, popolate da simboli come stelle da sceriffo, speroni, indiani e cavalli purosangue. Tra i titoli più famosi e amati dal pubblico troviamo Wild Wild West, in cui ritroviamo al gran completo tutto l’immaginario western di fuorilegge, pistoleri e duelli all’ultima pallottola. Si tratta di una slot a 5 rulli e dieci linee di pagamento, con un interessante sistema di premi combo, in grado di moltiplicare la vostra puntata fino a 500 volte la somma iniziale. Nel polveroso deserto in cui è ambientata questa slot arrivano in soccorso i due simboli speciali Wild e Scatter, il primo nel tradizionale ruolo del jolly, in grado di creare combinazioni vincenti al momento giusto, l’altro che invece regala fino a 30 giri gratis  Chi dice west dice…armonica! È proprio questo strumento, insieme alla chitarra, ad accompagnare i giocatori di un altro famosissimo titolo a tema, Crazy West: Spin or Die una slot machines a 5 rulli e 20 linee di pagamento. L’ambientazione qui è quella dei saloon, con tutti i personaggi che possiamo aspettarci da un duello: c’è lo sceriffo, con la sua stella che diventa il simbolo wild, le ragazze del locale e i pistoleri in agguato, il tutto condito con bottiglie di whiskey e teschi, che ritroviamo sui rulli. Da segnalare sicuramente Mezzogiorno di Piombo, un Bonus Game che ci sguinzaglia a caccia di banditi e brutti ceffi per ottenere free spin, permettendoci di scegliere la nostra arma preferita per catturarli. Sempre a tema banditi Come non innamorarsi poi delle Western Belles? Si tratta di una slot molto divertente, a partire innanzitutto dall’ispirazione grafica, che riprende le leggendarie Pin up di Gil Elvgren, con un gusto vintage che lascia davvero il segno e ci porta indietro nel tempo, in questo caso negli spumeggianti anni 50, conditi con una allegra musica western. Sono ben 40 le linee di pagamento di questa slot, che si muove su cinque rulli e affianca alla modalità tradizionale una meccanica che viene attivata dai simboli Wild e Scatter. Tra stivali, labbra con il rossetto e cappelli da cowboy avrete infatti la possibilità di aggiudicarvi dei cinque giri gratis ogni qualvolta riuscirete ad allineare 3 simboli bonus al centro dei rulli! Il momento d’oro del selvaggio west insomma sembra non finire proprio mai e in questo caso potete esplorarlo in tutta comodità da casa, utilizzando la vostra piattaforma di gioco online preferita!        

17/06/2022 10:30
Come comportarsi in caso di incidente in moto?

Come comportarsi in caso di incidente in moto?

Trovarsi coinvolti in un incidente stradale non è mai un’esperienza positiva. Come sappiamo la strada nasconde molti pericoli ed è perciò necessario prestare sempre molta attenzione, soprattutto se si è alla guida di un mezzo a due ruote, che per la propria conformazione protegge meno il conducente da eventuali urti e collisioni. Anche se guidate con prudenza, può comunque succedere di trovarvi coinvolti in un sinistro: ecco perché è estremamente importante sapere come bisogna comportarsi in questo caso. Si tratta di poche regole da tenere bene in mente, raggruppabili in due categorie di sinistro: vediamole insieme. Constatazione amichevole di incidente Se il sinistro non è stato particolarmente grave, si può procedere con la constatazione amichevole di incidente. Tale procedura prevede la compilazione di un apposito modulo, chiamato CAI o comunemente “modulo blu”, consegnato al guidatore nel momento in cui stipula la polizza. Diamo naturalmente per scontato l’importanza di avere sempre un’assicurazione in corso di validità quando si circola su strada, dato che è fondamentale per tutelare il guidatore in caso di incidenti, oltre a essere obbligatoria per legge. Per scegliere quella più conveniente e con le condizioni più adatte si possono mettere a confronto diverse compagnie e stipulare la propria assicurazione per un motociclo su Facile.it. Una volta firmato il contratto è fondamentale mettere subito sulla propria moto il certificato di assicurazione e il modulo CAI, la cui compilazione dà diritto alla richiesta di risarcimento diretto alla propria compagnia. Attenzione: il sinistro deve essere obbligatoriamente denunciato entro tre giorni da quando avviene. Una volta valutata la non eccessiva gravità dell’incidente, la prima cosa da fare è spostare i veicoli coinvolti in modo da liberare la strada; se ciò non fosse possibile o se ad esempio rimanesse dell’olio sull’asfalto, è obbligatorio segnalarlo posizionando il triangolo di emergenza. Una volta liberata la strada, si può procedere con la compilazione del modulo, che deve contenere tutte le informazioni relative ai due conducenti e alla dinamica dell’incidente. Naturalmente, per poter procedere con la constatazione amichevole è necessario in primis che l’incidente non abbia richiesto l’intervento della polizia stradale né di un’ambulanza; la seconda condizione, come suggerisce il nome, è che i conducenti coinvolti siano d’accordo sulla dinamica dell’accaduto. Inoltre, non sarà possibile procedere con la constatazione amichevole se il sinistro ha coinvolto più di due mezzi e la colpa non è imputabile a un unico conducente. Quando è necessario chiamare le forze dell’ordine Nel caso in cui il conducente che ha causato il sinistro non voglia collaborare, sarà necessario coinvolgere la polizia stradale. Ci sono altre situazioni in cui è obbligatorio chiamare le forze dell’ordine: in caso di feriti, incidente che coinvolge numerosi veicoli, responsabilità penali oppure coinvolgimento di conducenti non assicurati. Naturalmente, in caso ci siano dei feriti la prima cosa da fare è soccorrerli (se si sa come procedere, altrimenti si rischia di aumentare i danni) e chiamare un’ambulanza che possa trasportarli al pronto soccorso più vicino. In questa e tutte le altre situazioni in cui non si proceda con la constatazione amichevole, la cosa fondamentale è non spostare i mezzi coinvolti né alterare le prove della dinamica dell’incidente, in modo che le forze dell’ordine possano eseguire i necessari rilievi. Altrettanto importante è scattare fotografie del luogo dell’incidente e dei mezzi coinvolti, che possano servire come prove, e naturalmente fornire tutte le informazioni necessarie alla polizia stradale, che si occuperà anche di raccogliere le eventuali testimonianze di persone presenti.  

17/06/2022 10:09
Le nuove frontiere del divertimento giovanile

Le nuove frontiere del divertimento giovanile

La generazione dei ragazzi nati dal 2005 in poi, rispetto ai suoi predecessori, è quella che ha completamente rivoluzionato le abitudini, gli usi, i costumi delle generazioni precedenti. Il ’68, al cospetto, non era praticamente nulla. Certo, la pandemia ha sicuramente contribuito non poco a questa rivoluzione. Ma delegare tutto al Covid-19 è quantomeno riduttivo. Perché è molto di più. Perché c’è molto altro da poter dire. Ecco cosa. Palestre, scuole di ballo creando occasioni per nuove amicizieì Qui, forse, c’è stato il maggior effetto derivato dal Covid-19. Il tanto tempo chiuso in casa ha ‘privato’ le nuove generazioni di fare conoscenze dal vivo. Limitandosi, quindi, a quelle on line. Certo, anche con queste ultime sono nati degli amori che durano ancora oggi e, quindi, non è una sorta di sfida, ovviamente. Però bisogna ricalcare il fatto come le scuole di ballo e le palestre, dopo un periodo in cui c’era il timore di possibile ondata Covid-19, sono praticamente piene. Perché i giovani vogliono tenersi in forma da un lato e, dall’altro, non vogliono più rimandare nulla. Tanto è vero che come regalo 18 anni c’è perfino chi regala un abbonamento a una scuola di ballo. Un tempo era impensabile, si veniva quasi derisi. Mentre oggi, invece, è addirittura, in molti casi, apprezzato. Un cambiamento che è il segno dei tempi e che dimostra come, ormai, nulla è più stabile in questo mondo. Tutto cambia, da un giorno all’altro. C’è da dire, prima di passare al prossimo paragrafo, che comunque anche i social hanno dato una grossa mano. Il poter condividere foto e storie mentre si fa un certo tipo di attività, come il ballo, oppure si mantiene la forma, andando in palestra, non ha fatto altro che aiutare il diffondersi di questo tipo di attività. Aperitivi all’aperto o cene sempre non al chiuso Chiuso o all’aperto era quasi indifferente, salvo complicazioni atmosferiche. In soldoni, di solito quando faceva troppo freddo o troppo caldo si voleva stare dentro mentre se c’era una piccola brezza si poteva rimanere fuori. Oggi, invece, è facile vedere tantissimi ragazzi che prendono l’aperitivo alzati e vanno a fare una passeggiata. Non è che prima non lo facessero, sia ben chiaro. Semplicemente, oggi è più marcato. C’è, inoltre, anche una ragione economica di fondo. Non bisogna dimenticare che il servizio a tavolo di solito ha un costo maggiorato e, comunque, il take away consente di risparmiare un bel po’ di soldi. Un conto è, in effetti, sedersi a tavolino con gli stuzzichini e il proprio drink servito dal cameriere di turno e un altro e il self service in cui la birra, giusto per dire una bevanda, viene portata fuori. Il calcio sta perdendo la sua spinta propulsiva Concludiamo con una questione dirimente. Nel senso che dimostra come ci sia stato davvero uno ‘stacco’ non indifferente. Del resto, basta guardare un po’ i social di turno. Il calcio non sembra più attrarre i giovani che preferiscono fare altro. Anche qui, come nel caso precedente, non stiamo dicendo che nessun giovane segue più il calcio. Ma lo sono molto di meno. Basta, ad esempio, fare caso a tre aspetti importanti. Il primo è che gli abbonamenti ai campionati di calcio di serie stanno diminuendo di numero giorno dopo giorno. Nonostante, comunque, si stia parlando di qualche decina di euro al mese per la Pay-tv. Il secondo è che i campi comunali sono praticamente vuoti e ci sono pochi ragazzi che si sporcano e giocano in strada. Quando c’erano, li si malediva. Oggi che non ci sono sembra quasi avvertirne la mancanza. Infine, i social. Se si va su Facebook, il social più ‘anziano’, le pagine legate al calcio sono molto seguite e si creano dei veri e propri dibattiti. Se si va su Instagram, invece, che è una sorta di social di passaggio di generazione c’è una sorta di ibrido. Invece, su TikTok, il social dei ragazzini per eccellenza, sono davvero pochi i video che parlano di calcio, in proporzione a quanti se ne producono. Insomma, se perfino il calcio sta perdendo appeal vuol dire che la ‘rivoluzione’ è di quelle grosse!            

13/06/2022 14:00
Inaugurata la Casa Funeraria Nucci a San Benedetto del Tronto

Inaugurata la Casa Funeraria Nucci a San Benedetto del Tronto

Redazionale - E' stata inaugurata a San Benedetto del Tronto la Casa Funeraria Nucci, una eccellenza per il territorio marchigiano. Da tre generazioni le Onoranze Funebri Nucci assistono le famiglie nel difficile momento del trapasso di una persona cara con professionalità, serietà e riservatezza. Una azienda cresciuta esponenzialmente grazie all'intraprendenza di Giancarlo Nucci e che oggi prosegue con la figlia Martina. La Casa Funeraria è stata costruita su tre livelli ed è dotata di tre stanze adibite alla veglia funebre e disponibili per tutti i culti praticati - oltre all'unicum di ampi locali per la sosta e il ristoro delle famiglie che desiderano restare accanto ai loro cari per l'ultimo saluto - sorge in via Col dei Pioppi 4, a San Benedetto del Tronto.  Da parte della famiglia Nucci viene presa in carico l'intera organizzazione del servizio funebre che include vestizione della salma, allestimento della camera ardente, stampa e affissione dei necrologi, documentazione, servizio per la cremazione, trasporto qualificato, addobbi floreali, stampa di ricordini, fornitura e montaggio lapidi. L'innovazione apportata da Martina Nucci, figlia di Giancarlo, ha permesso all'azienda, tra le più conosciute e stimate del territorio, di compiere il definitivo salto di qualità per la professionalità e la sensibilità da sempre mostrate in uno dei momenti più delicati nella vita di una famiglia. "Con la nascita di questa Casa Funeraria mettiamo a disposizione delle famiglie ma anche delle ditte esterne che vorranno usufruirne, qualcosa di nuovo che ad oggi non è presente nel territorio di San Benedetto del Tronto - spiega Martina Nucci, titolare dell'azienda. Abbiamo preso questa decisione per offrire alle famiglie un servizio H24 che possa trasmettere loro serenità, fiducia e competenza". Quando si verifica un lutto, la dimensione privata assume connotati che nella nostra Casa Funeraria possono essere vissuti con il rispetto e tutta la privacy necessaria che richiede un momento così delicato. Perché le famiglie devono sempre essere messe al primo posto.

07/06/2022 17:00
Il peso del male

Il peso del male

Riflessioni di un uomo di legge sulla cruda attualità dell’ultima settimana  Articolo scritto da Gt001 La scorsa settimana la nostra regione è stata funestata dalla morte di quattro uomini in divisa. Sono morti perché hanno scelto di morire: tutti si sono tolti la vita con l’arma di ordinanza. E’ un mondo che conosco bene e questi episodi inevitabilmente mi hanno indotto ad alcune riflessioni. Ci sono molti modi di servire la Comunità a cui si appartiene: uno di questi è  farlo cercando di dare il proprio contributo affinchè quelle norme di buon senso che tengono insieme una società vengano rispettate. Per molti, soprattutto quando si è giovani, è un concetto molto allettante, insieme all’idea di fare la differenza in positivo attraverso il proprio lavoro. Per queste ragioni si decide di vestire una divisa. Il problema sta nel fatto che è una semplice divisa e non un’armatura. E’ difficile che nella vita lavorativa di un tutore dell’ordine, anche nelle carriere più longeve, ci siano molti episodi edificanti, mentre è certo il carico di disagio, dolore e disperazione con cui molto più spesso sarà inevitabile il confronto. E’ un’utopia pensare che lo sguardo di un bambino abusato, gli occhi di una madre che sta perdendo un figlio inghiottito dalla droga, il fato malevolo che toglie un padre di famiglia all’amore dei sui cari magari in un tragico incidente di lavoro, non lascino solchi nell’animo di un uomo in divisa con il passare del tempo. Ciò che spinge in avanti chi veste una divisa, è l’idea  che comunque al male è necessario porre un argine. A volte le anime più sensibili, che non possono essere certo al sicuro dietro una divisa, giungono inevitabilmente alla conclusione che per quanto impegno, costanza e dedizione si metta, il male non può essere sconfitto in forma definitiva. Forse è lì che qualcosa fa "crack"; ed in quel preciso istante i fantasmi di quel bambino, di quella madre o di quel padre morto, tenuti a debita distanza nella quotidianità del lavoro, vengono a bussare alla porta e finiscono per invadere quegli spazi sicuri che sono la famiglia e le relazioni sociali. Un altro elemento peggiora le cose: chi per mestiere ha scelto di aiutare gli altri, difficilmente sarà capace di chiedere aiuto; è qualcosa che viene percepito come innaturale, quasi come spogliarsi nudi davanti alla folla. Per questo continuerà a fissare l’abisso, la maggior parte delle volte venendone inghiottito.   Mi piacerebbe pensare che la prossima volta che una paletta si presenterà davanti al nostro parabrezza, insieme al solito comprensibile “Uffa!” , aggiungeremo una piccola riflessione su quanto peso ci sia dietro a quel “ Buongiorno, mi dà i suoi documenti per favore?”                  

05/06/2022 12:00
Cronaca di una tragedia nascosta: la storia di Peppino Impastato

Cronaca di una tragedia nascosta: la storia di Peppino Impastato

La morte di Peppino Impastato ha rischiato di restare intrappolata tra la nebbia che avvolge i misteri italiani. Pareri ufficiali discordanti e menzogne hanno accompagnato la fine di un giornalista libero in terra di Mafia. A ripercorrere i giorni che seguirono l'inchiesta del presunto suicidio il generale dell'Arma, Paolo Piccinelli che proprio in sicilia presterà servizio a pochi anni dalla Strage di Capaci e da quella di Via D'Amelio. A «Mafiopoli» la vita scorre, giorno dopo giorno, tranquillamente e, come sempre, senza grandi scossoni, tranne le eccezioni che ci sono dappertutto. Solitamente c'è calma, tranquillità; invece, quel giorno c'è movimento, c'è tensione. Tutti sono in attesa dell'importante decisione riguardante il progetto chiamato Z-10 e la costruzione di un palazzo a cinque piani; perciò, il grande capo, Tano Seduto, si aggira come uno sparviero sulla piazza”.  Il 7 aprile 1978 durante la trasmissione radiofonica «Onda pazza» di Radio Aut, Peppino Impastato parla in questi termini del suo paese d'origine, Cinisi, centro costiero a due passi da Palermo e di un suo illustre concittadino. Il Tano Seduto che cita è Gaetano Badalamenti, meglio noto come Don Tano, potente, riverito, temuto, prestigioso esponente della mafia palermitana e siciliana, collocato ai suoi vertici assieme a personaggi destinati ad entrare nella leggenda di Cosa nostra come Stefano Bontate e come Luciano Leggio.  Parlare di mafia, a quei tempi, è un atto di coraggio, ma fare i nomi dei mafiosi e ridicolizzarne i capi pubblicamente è sicuramente un atto temerario. E la cosa non poteva passare sottogamba agli uomini di cosa nostra. Nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978 Peppino Impastato viene fatto saltare in aria sui binari della linea ferroviaria che collega Palermo a Trapani, nel tratto ricadente nel Comune di Cinisi.  La scena che si presenta ai carabinieri, poliziotti e magistrati accorsi sul posto è davvero tragica: un pezzo della linea ferroviaria divelta, brandelli del corpo di Peppino sparpagliati per decine di metri. Una delle prime cose che viene curiosamente effettuata nell’immediatezza è una perquisizione alla sede di Radio Aut e poi alle abitazioni della mamma e della zia di Peppino. Qui, tra il materiale che viene portato via in sacchi neri (oggetto di un improbabile, quanto illecito “sequestro informale”), viene trovata una lettera, risalente ad alcuni anni prima, nella quale Peppino manifestava, alla luce del proprio malcontento politico, l’intenzione di finirla con la propria attività politica e con la vita:  trovato il movente! Peppino impastato si è suicidato. O, al limite, è morto mentre stava preparando un attentato lungo la linea ferroviaria. E tali convinzioni trovano spazio nel rapporto giudiziario del 10 maggio successivo a firma dell’allora Maggiore Subranni, Comandante del reparto Operativo di Palermo, nel quale viene affermato che Peppino Impastato si era suicidato mentre compiva scientemente un attentato terroristico. Tali conclusioni investigative sono state ribadite anche in un secondo rapporto giudiziario, del 30 maggio, in risposta ad una richiesta di delucidazioni chieste del PM Signorino, nella quale peraltro si invitava la polizia giudiziaria a considerare tra le ipotesi investigativa anche quella dell’omicidio.  Tesi queste che resistono anche agli esiti negativi di un grande numero di perquisizioni nei domicili di giovani compagni di Impastato alla ricerca di armi e esplosivi e che resiste anche agli esiti negativi dei rilievi effettuati a bordo della Fiat 850, ove non viene trovata alcuna traccia di esplosivo. Tesi che resiste agli esiti del tutto divergenti, degli esami testimoniali degli stessi amici di Giuseppe Impastato, proseguiti incessantemente fino alla stesura del rapporto del 10 maggio.  Esami che indicavano la matrice mafiosa dell'evento e fornivano evidenti spunti investigativi, evocando con chiarezza i contenuti salienti dell'impegno politico dell'Impastato nella denuncia dell'esistenza di un traffico internazionale di stupefacenti, nella denuncia degli interessi economici e delle attività criminali facenti capo ai mafiosi operanti nella zona.  I due rapporti giudiziari sono stati oggetto di successivi approfondimenti, anche e soprattutto da parte di una Commissione parlamentare appositamente istituita, che ha evidenziato le tante ingiustificate lacune dall’attività investigativa. Basti pensare che il fascicolo fotografico allegato al primo rapporto giudiziario era costituito da sole 9 foto (peraltro di macabri dettagli dei ritrovamenti dei brandelli del corpo di Peppino) senza una didascalia o un ordine. Basti ancora considerare che non fa quasi cenno al casolare abbandonato, all’interno del quale gli amici di Peppino, accorsi sul posto, trovano una pietra insanguinata. Basti ancora pensare alla mancanza di accertamenti sulla provenienza dell’esplosivo utilizzato (indicato da un perito come esplosivo da cava. E in zona esistevano cave da controllare).In pratica nessun atto di polizia giudiziaria è mai stato indirizzato nei confronti di soggetti a qualsiasi titolo riconducibili agli ambienti mafiosi oggetto delle denunce di Giuseppe Impastato e dei giovani facenti capo a Radio Aut. E ciò anche se, già all'indomani dell'evento mortale, era emerso un quadro netto e distinto dell'importanza dell'opera di «controinformazione» svolta dall'Impastato e del livello delle sue denunzie.  Dovranno purtroppo passare da allora ancora molti anni per conoscere l'entità degli interessi criminali denunziati da Giuseppe Impastato, a partire dal fenomeno del trasporto dello stupefacente a mezzo di corrieri e dall'insediamento territoriale delle raffinerie dell'eroina che a far data dal 1977/78 consentirono a cosa nostra di lucrare centinaia di miliardi l'anno. Nessuna perquisizione nei confronti di mafiosi. Nessuna richiesta di intercettazioni telefoniche. Né il pubblico ministero, durante i sei mesi in cui tratta direttamente l'inchiesta, effettua o delega approfondimento o un'indagine sulle persone, sui fatti e sulle specifiche circostanze che prima Peppino Impastato e poi i suoi amici avevano avuto il coraggio civile di denunciare. Un ultimo, ma non meno significativo, profilo della ricostruzione delle vicende delle indagini sulla morte di Giuseppe Impastato è dato dai rapporti tra il reparto operativo, e i comandi superiori dell'arma dei carabinieri. E questo aspetto a me, che dall’Arma provengo, fa particolarmente male. Di fatti il superiore Comando della Legione più volte richiese e sollecitò al reparto operativo informazioni sull'andamento delle indagini. E tali richieste si fecero insistenti e frequenti dopo la formalizzazione del processo contro ignoti per omicidio volontario. Spicca, per il contenuto, la nota a firma del comandante pro-tempore del nucleo operativo, il maggiore Tito Baldo Honorati, indirizzata al comando del gruppo di Palermo dove, tra l’altro si dice: «Le indagini molto articolate e complesse svolte all'epoca da questo Nucleo operativo hanno condotto al convincimento che l'Impastato Giuseppe abbia trovato la morte nell'atto di predisporre un attentato di natura terroristica. L'ipotesi di omicidio attribuito all'organizzazione mafiosa facente capo a Gaetano Badalamenti operante nella zona di Cinisi è stata avanzata e strumentalizzata da movimenti politici di estrema sinistra ma non ha trovato alcun riscontro investigativo ancorché sposata dal Consigliere Istruttore del tribunale di Palermo. Rocco Chinnici a sua volta, è opinione di chi scrive, solo per attirarsi le simpatie di una certa parte dell'opinione pubblica conseguentemente a certe sue aspirazioni elettorali, come peraltro è noto, anche se non ufficialmente ai nostri atti, alla scala gerarchica.......”.  La nota è del giugno del 1984. Il dott. Chinnici era stato ucciso dalla mafia il 23 luglio 1983. In tutta la vicenda hanno avuto un ruolo determinante i familiari e gli amici di Giuseppe Impastato che intervennero con tempestività ed efficacia sulla scena processuale presentando nel novembre 1978 il «Promemoria all'attenzione del giudice Chinnici» e il Documento della redazione di Radio Aut. Il «promemoria» offriva una serie di suggerimenti investigativi che furono in gran parte espletati dal giudice istruttore, mentre altri, pure molto importanti, risultavano purtroppo superati o impossibili da eseguirsi per il lungo tempo trascorso.  Il primo capitolo processuale termina con la richiesta del Pubblico Ministero di non doversi procedere, quanto all'omicidio premeditato in danno di Giuseppe Impastato, per essere rimasti ignoti gli autori del reato. L'atto conclusivo della prima fase si ha con la sentenza istruttoria del dott. Antonino Caponnetto in data 19 maggio 1984. Nella quale viene tuttavia stigmatizzata la valutazione compiuta dal Pubblico Ministero nella sua requisitoria finale, laddove afferma che le originarie indagini furono «dubbiose» in ordine alla qualificazione della morte di Impastato.  La successiva parentesi della tormentata storia processuale, cioè la riapertura delle indagini disposta dalla Procura di Palermo è avviata, su sollecitazione degli amici e dei familiari di Impastato. Nel giugno del 1986, infatti, il fratello, Giovanni Impastato, e alcuni amici di Peppino chiedono formalmente la riapertura del procedimento. La sentenza di questo secondo filone non portò a risultati concreti per la mancanza di prove consistenti nei confronti Di Tano Badalamenti e degli altri appartenenti alla sua consorteria mafiosa. Ma viene evidenziato il sospetto che ad uccidere Impastato fosse stata la frangia mafiosa dei «corleonesi».  Una formale richiesta di riapertura delle indagini venne avanzata a firma del legale dei familiari e del Centro Impastato in data 9 maggio 1994, atteso il diverso ruolo che, nell'ambito della struttura di cosa nostra sembrava dovesse attribuirsi a Badalamenti sulla base delle risultanze delle indagini scaturite dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio ma, soprattutto, con riferimento alle ulteriori dichiarazioni di Buscetta e di altri collaboratori di giustizia, tra cui Salvatore Palazzolo affiliato proprio alla mafia di Cinisi, collaborazione che poteva offrire spunti decisivi per l'accertamento della verità sulla morte di Giuseppe Impastato.  Il 27 maggio del 1997 viene chiesta la custodia cautelare in carcere per Gaetano Badalamenti e gli arresti domiciliari per Vito Palazzolo, indicati come responsabili del delitto Impastato. Il travagliato processo che ne è seguito si è concluso con la condanna, il 5 marzo del 2001, a 30 anni di carcere per Vito Palazzolo, ritenuto esecutore dell’omicidio, e con la condanna, l’11 aprile del 2002, all’ergastolo per Gaetano Badalamenti ritenuto il mandante.  24 anni sono passati dopo quel 9 maggio del 1978 per arrivare ad una sentenza che inchiodasse alle loro responsabilità gli autori di quel terribile delitto. Troppi. Storia costellata di errori, superficialità, e anche depistaggi, che non hanno portato a condanne solo perché sopravvenuto, come troppo spesso accade, il potente scudo della prescrizione. Che cancella l’eventuale pena. Ma non fa dimenticare quello che si è commesso.   

03/06/2022 17:00
E-commerce e giardinaggio: i principali vantaggi di acquistare online

E-commerce e giardinaggio: i principali vantaggi di acquistare online

L’e-commerce ha ormai abbracciato in maniera importante i settori più disparati, oggi infatti “viaggiano” in rete numerosi acquisti che, in un passato non lontano, venivano eseguiti rigorosamente presso i punti vendita fisici, e anche il mondo del giardinaggio fa sempre più rima con web. Sono molteplici le statistiche autorevoli che evidenziano come l’acquisto di articoli di giardinaggio online sia letteralmente esploso negli ultimi tempi, in particolare negli ultimi anni: l’emergenza sanitaria che ha costretto intere popolazioni a permanere in casa ha peraltro avvicinato tantissime persone a questo hobby, il quale ha saputo essere il compagno ideale durante le lunghe giornate passate tra le mura domestiche. Giardinaggio ed e-commerce costituiscono dunque un binomio ormai estremamente solido, ma quali sono, per il consumatore, il vantaggio di acquistare online prodotti di questo tipo? Alcuni riguardano il commercio online in maniera generale, altri invece sono specifici di questo genere di articoli. Scopriamo subito quali sono. Un assortimento estremamente vasto In rete si può senz’altro usufruire di un assortimento di gran lunga più vasto rispetto a quanto si può trovare nel negozio più vicino, non solo perché, ovviamente, si può facilmente spaziare da un sito all’altro, ma anche perché i brand più rinomati si contraddistinguono per un’offerta davvero notevole in termini quantitativi. Cercando ad esempio degli attrezzi per potatura su MyGreenHelp, uno degli e-commerce più noti del settore, si può trovare davvero di tutto. Prezzi mediamente più convenienti Mediamente, i prezzi che è possibile trovare nel commercio elettronico sono inferiori rispetto a quelli dei punti vendita fisici, e ciò, ovviamente, non è dovuto al caso. Le aziende che vendono in rete hanno infatti modo di sviluppare dei business più importanti, effettuando dei commerci di larga scala, e questo, unitamente al fatto che i loro costi di gestione sono senz’altro inferiori rispetto a chi gestisce dei punti vendita, consente di praticare dei prezzi molto allettanti senza che la qualità del prodotto ne risenta minimamente. Massima comodità di acquisto Non si afferma nulla di nuovo nel dire che acquistare online faccia rima con comodità: basta collegarsi ad Internet, anche da casa, scegliere i prodotti d’interesse con un click e acquistarli con altrettanta semplicità. Ciò che si è acquistato viene recapitato a domicilio, peraltro in tempi sempre più rapidi, dunque non c’è dubbio alcuno sul fatto che comprare in questo modo sia l’esperienza più comoda che si possa provare, nel giardinaggio come anche per qualsiasi altra tipologia di prodotti. Possibilità di reperire informazioni preziose Non tutti ci fanno caso, eppure acquistare articoli da giardinaggio online sa essere una soluzione preferibile anche per la possibilità di reperire con facilità delle informazioni utili. Chi pratica giardinaggio, infatti, non sempre ha esperienza, anzi in molti casi si tratta di neofiti, o comunque di persone che hanno bisogno di conoscere le peculiarità delle varie piante, delle loro esigenze e dei prodotti di cui possono necessitare, ecco perché questo è un fattore da non sottovalutare. Nei migliori e-commerce del settore è possibile trovare tantissimi approfondimenti non solo per quel che riguarda le caratteristiche del singolo articolo, opportunamente specificate nella relativa scheda prodotto, ma anche interessanti informazioni di carattere generale proposte in sezioni apposite, ad esempio in dei blog costantemente aggiornati con nuovi articoli. Possibilità di usufruire di servizi complementari Quest’ultimo aspetto è davvero molto interessante: acquistare prodotti di giardinaggio online non è soltanto pratico e conveniente, ma è anche un’ottima occasione per usufruire di utili servizi complementari. L’e-commerce citato in precedenza, ad esempio, offre ai suoi clienti un innovativo servizio di progettazione aiuole che viene erogato completamente in rete in maniera personalizzata, sulla base delle caratteristiche degli spazi che il cliente intende allestire.  

03/06/2022 09:00
Come risparmiare l'inchiostro delle cartucce HP

Come risparmiare l'inchiostro delle cartucce HP

I produttori di stampanti traggono la maggior parte dei loro guadagni non dalla vendita dei loro dispositivi, ma da altri materiali di consumo come toner, inchiostro e carta. Per questo motivo, per l'utente esiste un grande potenziale di risparmio: ad esempio, stampare fronte-retro o con una risoluzione inferiore in modo da utilizzare meno carta e inchiostro. I prezzi di acquisto delle stampanti sono diminuiti drasticamente negli ultimi anni, ma il problema è che la maggior parte dei produttori fa pagare molto per le cartucce e i toner; fortunatamente, ci sono alcuni suggerimenti e trucchi per risparmiare inchiostro e ridurre i costi di stampa a lungo termine. Di seguito vedremo in particolare come risparmiare sulle cartucce HP. Scegli le impostazioni di stampa corrette Supponiamo che tu voglia stampare un documento da Word o Adobe Acrobat Reader. Durante la selezione delle pagine, puoi anche fare clic sulle proprietà della tua stampante e, a seconda del software, compare una finestra con un certo margine di manovra: stampa a colori, scala di grigi, stampa fronte/retro, etc. È possibile scegliere tra un'ampia gamma di opzioni. Puoi, inoltre, ridurre al minimo anche il numero di pagine stampate, specie se non sono tutte necessarie per la tua prossima presentazione, ma bensì servono solo come promemoria. Controllare l'uscita Se stampi documenti e immagini direttamente dal browser e nel testo c'è molta formattazione, l'output potrebbe non essere identico quando viene stampato. Ciò significa che invece di una pagina, potrebbero servirne due contemporaneamente, il che provoca un notevole spreco di carta. Controlla sempre l'output con l'anteprima della pagina e copia in anticipo il contenuto da un browser web in un documento Word. Da qui puoi regolare la dimensione del carattere e ridurre la risoluzione delle immagini, risparmiando l'inchiostro della tua cartuccia HP; in alternativa puoi anche scegliere di rimpicciolire la pagina web a proprio piacimento. Puoi anche utilizzare il formato PDF molto flessibile per preservare una formattazione specifica: esistono programmi come FreePDF, che possono generare un documento PDF direttamente da Word. Durante la stampa, il driver della stampante HP viene prima modificato, quindi viene stampato il documento PDF salvato. Inoltre, se necessario, comprimi anche il testo stesso, riducendo la dimensione del carattere fino a quando, ad esempio, hai bisogno solo della metà dei fogli per la stampa. Abbastanza laborioso a mano, con l'apposito software (es. FinePrint), è molto più semplice. Le lettere sono minuscole, il che consente di risparmiare molto spazio. Come sempre, si tratta di un uso successivo delle informazioni che desideri stampare. Riduci semplicemente la risoluzione di stampa Le stampanti HP sono spesso pubblicizzate con risoluzioni estremamente elevate, soprattutto per il fatto che per le foto è molto importante che i pixel siano molto vicini tra loro. Ma per un semplice documento di testo non è necessario utilizzare sempre la piena risoluzione. Questa funzione può anche essere modificata nelle impostazioni, anche se spesso c'è già una preselezione chiamata ''Testo'', che poi ridimensiona le opzioni. La configurazione manuale consente, inoltre, di risparmiare toner e inchiostro. Qui è però necessaria un po' di pratica, poiché non è possibile fare una dichiarazione generale per ogni stampante. È importante, ad ogni modo, stampare solo ciò che è necessario in un secondo momento. Se copi e stampi testi da Internet, porterai inevitabilmente con te i tanti link e banner presenti nel testo. Se nulla di tutto ciò è necessario, c'è un piccolo trucco per eliminarli: apri il blocco note di Windows e copia l'intero testo al suo interno. Questo rimuove automaticamente qualsiasi formattazione e nemmeno le immagini vengono inserite; inoltre, otterrai un testo semplice che ti farà risparmiare molto inchiostro. Con la stampa fronte-retro, puoi quindi perfezionare la stampa economica. Utilizza il software giusto Ci sono dei programmi che eseguono autonomamente i passaggi necessari per risparmiare l'inchiostro delle cartucce HP. Fra questi software, uno dei migliori è GreenPrint. L'attuale versione del software gratuito verifica ogni pagina di un documento e rimuove quelle ridondanti prima della stampa. È possibile determinare in anticipo quali sono inclusi nelle opzioni. Il programma ricerca, quindi, ogni documento in base a questi criteri. Ciò non solo consente di risparmiare inchiostro o toner, ma anche molto tempo. Immagini, URL, banner pubblicitari e quant'altro viene prelevato nel browser o copiato negli appunti; queste parti del testo, poi, vengono costantemente rimosse per poter ridurre i costi di stampa. Anche se si tratta solo di ripulire i documenti per trasformarli successivamente in un file PDF, GreenPrint è la scelta giusta per la maggior parte degli utenti. Conclusione Come hai potuto notare, ci sono infatti molti modi per risparmiare toner e inchiostro. Ciò richiede una riflessione economica, grazie alla quale i costi di gestione sono resi molto più efficaci. Per fare un breve riepilogo, ti basterà prestare attenzione alle impostazioni, utilizzare la stampa fronte-retro, rimuovere la grafica e i collegamenti indesiderati in modo che il risultato finale sia ideale. Inoltre, alcuni piccoli programmi possono semplificarti la vita facendoti anche risparmiare il tempo e il fastidio di dover regolare le impostazioni.

31/05/2022 09:00
Illuminare casa per una festa

Illuminare casa per una festa

Organizzare feste in casa è una tendenza che negli ultimi anni ha preso sempre più piede, che permette anche di risparmiare. Anzi, fino a qualche tempo fa, organizzare eventi a casa era la regola, successivamente, invece, si è man mano persa questa abitudine. Con il passare degli anni però, come anticipato, pare che sempre più persone stiano riprendendo questa abitudine che lascia spazio alla creatività. Infatti, per organizzare una festa che si rispetti è fondamentale pensare a ogni minimo dettaglio, senza trascurare l’illuminazione. Anzi, non è esagerato affermare che quest’ultimo aspetto svolge un ruolo fondamentale. È risaputo, infatti, che l’illuminazione permette di creare la giusta atmosfera a seconda della tipologia di festa che si desidera organizzare. Come scegliere le luci giuste Scegliere il tipo di luce adatto per la propria festa potrebbe apparire, tutto sommato, un’attività semplice. Purtroppo, però non è proprio così, questo perché occorre sapersi districare tra gli svariati modelli presenti nel mercato, ognuno con le proprie caratteristiche e peculiarità. In estrema sintesi, è possibile scegliere tra diverse tipologie di luci per decorare la casa a festa: le catene luminose da interno, i led, le lampade, le lanterne, ecc. tutto dipende dall’effetto che si vuole creare e alle caratteristiche strutturali della casa da arredare. Un primo quesito che ci si potrebbe porre, riguarda la scelta della luce fissa oppure dinamica. In genere, è meglio optare per luci che cambiano colore: più fredde durante le ore solari e più calde ed intense quando fuori è buio. Le tonalità sono espresse in gradi Kelvin: più il numero è alto, più la luce è bianca. Ad esempio, una luce 5600 K è “effetto neve” mentre una intorno ai 2500 K è simile all’effetto di una candela.  Se si preferiscono i colori, è meglio dosarli con attenzione e non mischiarne troppi, per evitare un effetto natalizio. Un’ottima scelta potrebbe essere quella di optare per le catene luminose da interno luminalpark, grazie alle quali è possibile creare un’atmosfera giusta per il party. E per quanto concerne l’effetto intermittente? Potrebbe essere eccessivo e fastidioso, per questo è meglio utilizzarlo a piccole dosi, ad esempio per un centro tavola o nello spazio adibito alle foto. Ancora, bisogna scegliere tra le classiche lampadine o le luci a led. Nel primo caso, si può ottenere un effetto vintage, mentre quelle a led conferiscono un aspetto più moderno all’ambiente ed in genere consumano meno. Infine, scegliere la luce giusta vuol dire anche scegliere tra corrente e batteria. Le luci alimentate a corrente hanno un’intensità differente, mentre quelle a batteria sono adatte per illuminare anche punti lontani dalle prese, come le catene luminose da interno attorno al tavolo o appese sui muri. Dove posizionare le luci? Una volta capito come orientarsi nella scelta delle luci, occorre ora chiedersi come capire dove posizionarle. Anche nell’illuminazione di casa, vige la regola “lessi is more”. Ciò non significa rendere la casa spoglia, ma addobbare tutte le stanze con criterio, scegliendo i punti strategici. Ad esempio, si possono posizionare le catene luminose da interno sul soffitto, da angolo ad angolo, oppure lasciarle scendere dal lampadario. Queste soluzioni sono molto pratiche anche per chi ha bambini piccoli o animali che potrebbero danneggiare le luci. Un’idea originale è quella di trovare un elemento luminoso comune, da posizionare in tutte le stanze, che sia a tema con il resto degli addobbi per la festa. Se la festa è invernale, ad esempio, si possono scegliere dei fiocchetti di neve da attaccare alla parete e da posizionare anche come centro tavola. Se, invece, si cercano degli addobbi primaverili, è possibile puntare sulle farfalle, meglio se colorate.

29/05/2022 14:00
Il magistrato Gratteri: “Si ho paura della morte, ma cerco di addomesticarla”

Il magistrato Gratteri: “Si ho paura della morte, ma cerco di addomesticarla”

Le conversazioni con un caro amico, uomo di legge che affronta i temi più dibattuti della nostra attualità con grande equilibrio intellettuale, sono diventate per me occasione di arricchimento umano e professionale. “Perchè”, mi sono chiesta, “non condividere questa esperienza con altri?” Da qui l’idea, in accordo con il direttore, di chiedergli di partecipare con qualche intervento alle nostre pagine di Picchionews. Articolo di Gt001 “Sì, ho paura di morire, ma cerco di addomesticarla...la morte cerco di razionalizzarla e di andare avanti, perché se mi fermo mi sento un vigliacco e per me non ha senso vivere da vigliacco”. Le parole sono di Nicola Gratteri in una recente intervista: un magistrato in trincea contro la criminalità organizzata, a cui di recente è stata rinforzata la scorta per l’attualità e la concretezza delle minacce ricevute; circostanza per la quale, in questo momento storico, sarebbe più appropriato definirlo “il magistrato”, sostituendo l’articolo indeterminativo “un” con un più qualificativo “il” che racchiude il senso di un incarico pubblico un po’ “appannato” da una crisi che serpeggia nella magistratura da tempo. Gratteri, spesso critico con gli organismi che influiscono sull’ autogoverno della magistratura, ha sempre testimoniato la sua distanza da tali logiche. Ha scelto di non essere iscritto a nessuna delle correnti politiche a cui la quasi totalità dei suoi colleghi ha aderito, spesso con una militanza ostentata con scarsa sobrietà, che è una delle cause principali dell’erosione della credibilità della stessa magistratura. Mi sono soffermato su questi aspetti in relazione all’approssimarci al voto referendario che riguarda anche una serie di quesiti fortemente impattanti sulla magistratura. La magistratura è uno dei poteri dello Stato la cui azione riformatrice non sta nascendo in seno alla stessa istituzione (come sarebbe logico riguardo alla sua necessaria autonomia) ma trae origine, in maniera tanto legittima  quanto inopportuna, da un mondo politico che, dopo la stagione di mani pulite, è sempre più parso come suo antagonista più che cooprotagonista nello svolgimento della vita democratica del nostro Paese. Una sensazione traspare e non poco dalla stesura degli stessi quesiti referendari: l’arroccarsi della magistratura sull’ idea di “nessun cambiamento” sembra  il naturale contrappeso ad un mal celato desiderio vendicativo da parte di un certo mondo politico, che strizza l’occhio sulla possibilità di avere “maggiormente gestiti dall’esecutivo”  quella parte di magistrati che si occupano delle indagini (i Pubblici Ministeri). In questo contesto, ho trovato gli appunti fatti da Gratteri come quelli più atti a rilevare la debolezza di questa azione riformatrice che dovrebbe avvenire sia attraverso il referendum, che attraverso la proposta di riforma dell’attuale Ministro della Giustizia D.ssa Cartabia; quanto meno perché vengono da qualcuno che sembra non aver vicinanza con nessuno dei due mondi in lotta e che ha dimostrato con i fatti di aver utilizzato lo strumento giuridico indirizzandolo contro il malaffare e la criminalità organizzata.  

29/05/2022 12:06
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