Altri comuni

Il presidente Ceriscioli: "Arquata resta Comune-simbolo, ma ne sono coinvolti oltre cento"

Il presidente Ceriscioli: "Arquata resta Comune-simbolo, ma ne sono coinvolti oltre cento"

"Arquata del Tronto resta e resterà il Comune-simbolo di questo terremoto, pur in un quadro che coinvolgerà oltre 100 Comuni in tutte le Marche" nel processo di ricostruzione. Lo ha detto il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, a margine di un incontro tra la Giunta regionale e l'amministrazione comunale della cittadina devastata dal sisma del 24 agosto.Incontro che "è un momento per condividere i percorsi fatti fino ad oggi, per completare le procedure delle prime fasi dell'emergenza e dell'assistenza e per gettare le basi anche per il decreto per la ricostruzione. Siamo a poche ore dall'emanazione - ha aggiunto - sono linee guida che sosterranno tutto il percorso della ricostruzione. L'importante è rendere consapevole tutta la struttura, sia dal punto di vista politico-amministrativo, sia dirigenziale" in modo da "impostare al meglio il lungo lavoro di ricostruzione economico ed edilizio di questa parte del territorio e gran parte di 3 province delle Marche". (ANSA)

10/10/2016 15:52
Choc nel mondo forense per il suicidio di Vincenzo Brengola

Choc nel mondo forense per il suicidio di Vincenzo Brengola

Cordoglio e incredulità nel mondo forense per la morte di un avvocato di 48 anni, Vincenzo Brengola, trovato morto intorno alle ore 12 nella sua abitazione nel quartiere Faleriense di Porto Sant'Elpidio. Brengola si è impiccato all'interno del suo appartamento. Sul posto sono stati chiamati ad intervenire i carabinieri di Porto Sant'Elpidio avvertiti da una vicina di casa del legale, insieme alla Croce Verde di Porto Sant'Elpidio e un'automedica del 118. Quando i soccorsi sono arrivati, per l'avvocato ormai non c'era più niente da fare. Nessun biglietto per spiegare l'estremo gesto.Brengola, molto conosciuto a Civitanova dove aveva uno studio, era figlio del noto Cassazionista Giacinto Brengola a cui era subentrato in qualità di consigliere dell'Osservatorio sulla Giustizia con delega all'Etica e Deontologia.

10/10/2016 15:46
Modesti: "Ecco perchè voto Sì al referendum"

Modesti: "Ecco perchè voto Sì al referendum"

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Cataldo Modesti:La critica di fondo che viene rivolta dai critici è che la riforma sarebbe antidemocratica e autoritaria poiché si concentrano troppi poteri nelle mani di un uomo solo e non sono previsti poteri di bilanciamento e strumenti di garanzia. Queste critiche generano allarme e preoccupazione. Ed è giusto verificare alla fonte se sono motivate. Io l’ho fatto mettendo a confronto, parola per parola, il testo vigente e quello sottoposto a referendum. Francamente trovo  infondate  tali preoccupazioni. Andiamo per ordine. I primi 54 articoli (principi fondamentali e la parte prima – diritti e doveri -) non vengono minimamente toccati. Le modifiche riguardano l’ordinamento della Repubblica ed essenzialmente consistono nel superamento del bicameralismo paritario, la trasformazione del Senato ed il conseguente mutamento del procedimento legislativo. Inoltre vengono riportate in capo allo Stato alcune materie ora di competenza delle Regioni o “concorrenti” tra Stato e Regioni. Sul bicameralismo non mi soffermo per brevità anche perché è l’aspetto forse più noto e comprensibile anche ai non addetti ai lavori. In ogni caso lo snellimento del procedimento legislativo e la riduzione dei costi, da non enfatizzare, sono evidenti. Strumentale è la critica sulle modalità di nomina-elezione dei senatori. Infatti, i consiglieri regionali sono scelti dagli elettori con il sistema delle preferenze (che io non apprezzo) mentre i parlamentari sono nominati dai partiti con le liste bloccate o come lo erano nei collegi uninominali prima del porcellum. Concordo pienamente con la “potatura” dei poteri regionali (personalmente ci sarei andato anche più pesante). Le grandi reti di comunicazione, l’energia, le principali infrastrutture portuali e aeroportuali, ecc.. non possono che essere di competenza nazionale e in alcuni casi sovranazionali. Vengono tolte dalla Costituzione le provincie e viene soppresso il CNEL. Il procedimento legislativo solo in apparenza sembra complicato. Ci sono tempi più certi per l’approvazione dei provvedimenti ritenuti urgenti dal governo e contestualmente viene limitato il ricorso ai decreti legge (vero svuotamento del ruolo del parlamento). E veniamo alle garanzie ed all’equilibrio dei poteri. La Magistratura non viene nemmeno sfiorata. La Corte Costituzionale rimane di 15 membri. Cambia la modalità dell’elezione dei 5 rappresentanti del parlamento. Prima erano eletti in seduta comune. Ora saranno eletti distintamente tre dalla camera e due dal senato. Una maggioranza arrogante potrebbe, al massimo, eleggerne uno in più. Per il Governo non cambia una virgola. Per il Presidente della Repubblica cambia soltanto il quorum per l’elezione che viene aumentato dalla maggioranza assoluta ai 3/5 (60%). Con l’italicum il partito che vince nonostante il vituperato premio di maggioranza, tra camera e senato (nominato in modo proporzionale) non va oltre il 52/53%. Oggi la maggioranza di governo sarebbe in grado di eleggere il capo dello stato da sola. Domani sicuramente no. E’ previsto lo statuto delle opposizioni per garantire  i diritti delle minoranze. Il Senato può richiamare, con tempi brevi e certi, le leggi che approva la Camera e proporre modifiche sulle quali la stessa Camera deve pronunciarsi. E’ un antidoto alla fretta e alla superficialità. Le leggi elettorali a richiesta di 1/4 dei deputati o di 1/3 dei senatori vanno esaminate dalla Corte costituzionale prima di essere promulgate. Strumenti della partecipazione popolare. Il numero di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare aumenta da 50.000 a 150.000. Solo che oggi nessuna proposta viene presa sul serio dal Parlamento. Domani sarà obbligatorio il suo esame. E’ previsto il referendum propositivo (da disciplinare con apposita legge). Per i referendum abrogativi nulla cambia con la richiesta da parte di 500.000 elettori. Se la richiesta è sottoscritta da almeno 800.000 elettori il quorum non è più della maggioranza assoluta degli aventi diritto (questo meccanismo ha fatto fallire tanti referendum che pure avevano ottenuto un plebiscito di SI e consente la poco trasparente strategia del non voto) bensì della maggioranza dei votanti alle ultime elezioni politiche (in sostanza un quorum decisamente più basso di circa 5-6 milioni). Dunque, nuovi e maggiori strumenti di partecipazione diretta.L’ultima osservazione dei critici riguarda i tempi per l’approvazione delle leggi di attuazione e dei regolamenti. E’ questione di volontà politica. Comunque ricordo che la Costituzione entrata in vigore il 1.1.48 prevedeva la Corte Costituzionale, nata dopo sette anni;  le regioni e i referendum nati dopo oltre 20 anni.Non sono un renziano, non l’ho votato. Ho preso le distanze anche dalle minoranze dem che ho votato poiché impegnate a tempo pieno a criticare, in tempo reale, ogni decisione del Governo e del segretario.  Giudico in assoluta autonomia senza dover rendere conto. Si poteva fare di più e meglio. Oggi siamo chiamati ad esprimerci e valutati i contenuti, alla domanda referendaria rispondo con un SI poiché si fanno passi in avanti.

10/10/2016 10:58
Sarà varato martedì il decreto per la ricostruzione

Sarà varato martedì il decreto per la ricostruzione

"Martedì approveremo il decreto per la ricostruzione". Lo ha annunciato oggi, domenica 9 ottobre, il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervistato a L’Arena di Massimo Giletti, su Rai Uno. Renzi, in tivù, è infatti tornato a parlare delle aree del Centro Italia colpite dal sisma del 24 agosto.Diego Della Valle - ha anche annunciato -  aprirà una fabbrica ad Arquata del Tronto  e assumerà lavoratori. Renzi ha aggiunto che martedì prossimo incontrerà il patron di Tod’s che è stato il primo imprenditore a rispondere all’appello del governo per investimenti imprenditoriali in aree colpite dal sisma.

09/10/2016 16:36
È morto Ermanno Pupo, uno dei padri della Quadrilatero

È morto Ermanno Pupo, uno dei padri della Quadrilatero

Ha aspettato che il suo sogno diventasse realtà prima di andarsene. Poi si è spento, nella consapevolezza di aver fatto tanto per quel territorio che tanto amava e per il quale tanto si è speso.Il cuore di Ermanno Pupo ha smesso di battere questa mattina, a seguito di una malattia che non gli ha lasciato scampo. Ha aspettato solo poche settimane dopo l'inaugurazione della superstrada Civitanova - Foligno prima di arrendersi. Al di là di qualsiasi rivendicazione politica, è innegabile che i padri di quest'opera siano Mario Baldassarri, Gennaro Pieralisi e, appunto, Ermanno Pupo che nella Quadrilatero hanno avuto ruoli di fondamentale importanza.Alla fine di luglio, non senza una evidente soddisfazione, Pupo dichiarava "E’ un sogno che rompe l'isolamento delle Marche; da cento anni i marchigiani aspettavano questo momento e credo il traguardo sarà completo, quando anche la SS 76 Jesi Ancona Perugia, nel giro di un anno e mezzo massimo due, verrà completata. Non dimentichiamo che tutto questo disegno strategico fatto dal prof. Baldassarri non era solo un insieme di infrastrutture, era il tentativo di rivitalizzare le zone interne di tre province, Ancona, Macerata e Perugia che già in ritardo di sviluppo per varie cause, erano state duramente colpite dal terremoto del 1997 ed erano in via di spopolamento. In quelle zone Quadrilatero ha investito oltre un miliardo e mezzo e la spesa ha riguardato non solo gli operai che lì vivevano, mangiavano e dormivano ma anche per piccole imprese che hanno realizzato lavori a latere di Quadrilatero e per Quadrilatero".Nato a Tolentino il 25 gennaio del 1940, Pupo era laureato in Giurisprudenza. Ha ricoperto ruoli primari in Confindustria, Mediocredito e in diverse aziende private. Dal maggio del 1995 all'aprile del 1996 è stato anche consigliere regionale, eletto nelle fila di Forza Italia.Lascia la moglie Evelina e i figli Carlo Emanuele e Alessia. La salma è stata composta nella sala del commiato Terracoeli di Tolentino.I funerali si terranno domani (domenica) alle 15.30 nella Concattedrale di San Catervo.Alla famiglia le sentite condoglianze anche dalla redazione di Picchio News. 

08/10/2016 06:43
Da Copenaghen una soluzione per evitare il fermo pesca

Da Copenaghen una soluzione per evitare il fermo pesca

La Regione Marche, prima e unica del Mediterraneo, sta studiando modelli alternativi al fermo pesca - che ogni anno blocca l'attività delle marinerie per più di un mese - in quanto nei prossimi anni la Commissione europea non destinerà più fondi per questa misura. Se ne sta occupando la Commissione tecnico scientifica regionale per la pesca. Nell'ambito del progetto EcoSea (che vede la collaborazione di sei Regioni italiane, due Contee croate e l'Albania), le Marche hanno individuato un modello bioeconomico che consente di delineare anticipatamente scenari e impatti sulle attività ittiche. L'idea è di non sospendere tutta la pesca, ma le attività in alcune aree. Con il modello ideato è possibile stimare preventivamente gli effetti, sociali ed economici, di ciascuna scelta e valutare soluzioni alternative al fermo pesca.  Un modello avanzato, ideato dall'Università di Copenaghen per il Mare del Nord, che noi vogliamo tarare per i nostri mari", ha detto l'assessore Manuela Bora. (Ansa)

07/10/2016 16:51
Compra un Macbook on line ma è una truffa, denunciata romena

Compra un Macbook on line ma è una truffa, denunciata romena

Una romena di 29 anni residente a Milano è stata denunciata al Tribunale di Macerata per il reato di truffa.La vicenda trae origine dalla denuncia sporta nel mese di marzo di quest’anno da una signora di Sant’Elpidio a Mare a cui erano stati estorti 1.250 euro. Nello specifico una persona le aveva chiesto il versamento tale somma in suo favore per l’acquisto di un Macbook della Apple, che precedentemente aveva visionato attraverso il sito internet Subito.it.Le indagini espletate sulla base degli elementi forniti dalla donna hanno permesso di accertare che l’autrice della truffa è una romena immediatamente segnalata all’Autorità Giudiziaria.

07/10/2016 16:49
Vivere di investimenti nell’era 2.0: si può?

Vivere di investimenti nell’era 2.0: si può?

Vivere di investimenti come facevano i geni della finanza che hanno sbancato Wall Street nello scorso secolo e che la letteratura ci ha tramandato, spesso e volentieri anche in chiave eccessivamente romanzata.È ancora oggi il sogno di molti che tentano di raggiungerlo, toccarlo con mano, affidandosi a strumenti innovativi. Il mondo degli investimenti è cambiato come tutta la realtà che ci circonda. Oggi si utilizza la rete e un supporto multimediale, magari uno Smartphone o un Tablet di ultima generazione.Ma ad essere rimasta immutata è la voglia di molti utenti di tentare di sopravvivere soltanto di investimenti. Cosa che è ovviamente una missione quasi proibitiva.Negli ultimi anni in Italia si è diffuso enormemente il concetto di trading online; uno strumento che consente di investire utilizzando il web. Per accedere al mondo della finanza un utente deve solo connettersi alla rete e registrarsi ad una piattaforma di intermediazione per fare trading online. Il web ne è pieno.Su questa piattaforma si apre un account e si vanno quindi a depositare soldi che poi si potranno investire nei vari prodotti finanziari; da quelli classici e tradizionalmente noti, come le azioni o le materie prime; ad altri del tutto nuovi che sono nati con l’avanzata del trading online. Ma questo strumento funziona? Si può realmente sperare di investire soldi in autonomia, senza consigli né direttive di un broker fisico? E magari di guadagnarci anche?In rete si possono trovare molte opinioni sul trading online. E sono di ogni genere. Uguali ed opposte. C’è chi considera il trading come uno strumento valido e capace realmente di generare utili. E chi viceversa lo indica come una truffa. Una macchina mangia soldi.Ovviamente vi sono anche pareri più moderati e neutri, e probabilmente per questo maggiormente veritieri, che indicano il trading online come un prodotto da testare e in grado di generare risultati positivi; così come negativi.Né un prodotto miracoloso per guadagnare soldi su soldi; né uno strumento da bandire definitivamente ed etichettare come truffa del secolo. Alla base di tutto vi è il fatto che fare trading online vuol dire operare sui mercati finanziari utilizzando internet; e i servizi di un intermediario virtuale che opera in veste di una piattaforma multimediale.A cambiare fondamentalmente è solo il mezzo utilizzato (la rete) e non lo strumento (i prodotti finanziari sui quali investire) che resta sostanzialmente il medesimo. Certo con la diffusione del trading online sono nati una serie di prodotti che possono essere ritenuti altamente a rischio (come ad esempio le opzioni binarie).Ma di base si stratta di uno strumento per investire online e che quindi richiede conoscenza della materia; studio delle varie forme di investimento; un buon fiuto per gli affari. E che, come ogni altra forma di investimento su questa terra, porta con sé un inevitabile carico di rischi. 

07/10/2016 10:40
PD Marche: la scelta del NO per il referendum

PD Marche: la scelta del NO per il referendum

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di alcuni esponenti del PD Marche (Gianluca Fioretti, Daniela Lattanzi e Patrizia Rosini):In questi anni non sono mai mancate occasioni per rileggere ed approfondire la Costituzione. Nella prima parte, fondamentale, ma anche nella seconda, anche attraverso l’attività di amministratori della cosa pubblica. Attraverso questo umile, faticoso ma gratificante percorso, di cittadinanza, amministrativo e poi politico, ci si è formati, imparando ad amare ancora di più la Memoria e le Radici come valori unici, indivisibili, preziosi, e comprendendo come ogni variazione sostanziale, anche nella sua seconda parte, dovesse essere un “corpo unico” con la prima, nel suo sentire e nella sua condivisione più larga possibile con il Parlamento e con il Paese, nella sua attuale complessità.Non ci sembra che la riforma sulla quale ci accingiamo ad esprimere il nostro giudizio sia in linea con tutto quello appena descritto. Nel “freddo” dei suoi articoli, che alterano ed oggettivamente complicano, il funzionamento legislativo e l’equilibrio dei poteri; ma soprattutto nel “caldo” del sentire la Costituzione, così scaturita nei cambiamenti dati, come la Carta della Repubblica, il suo Manifesto, fondativo e di funzionamento.Risulta inutile quindi, per quanto ci riguarda, soffermarsi sui numerosi (decine) di motivi per cui respingere questa “riforma”, dove il Senato viene di fatto mantenuto, svilendolo nelle sue funzioni e mantenendone in sostanza inalterati struttura e costi, e le Regioni private di gran parte delle loro funzioni e poteri legislativi, divenendo semplici gestori di servizi. Ci permettiamo però di sottolinearne uno, politico nel merito. Questa “riforma” è stata avviata in modo unilaterale dal potere che non ne aveva, e non ne ha, le competenze e la legittimità: quello esecutivo.Ricordiamo bene il discorso di insediamento pronunciato dal Presidente Napolitano alle Camere riunite al termine di quel lungo e travagliato percorso che ha portato alla sua rielezione; ma altrettanto bene ricordiamo la sentenza della Corte costituzionale (n° 1/2014) che nel giudicare non conforme ai principi costituzionali la legge elettorale con la quale era stato eletto quel Parlamento evidenziava che "il legame tra corpo elettorale ed eletto si è alterato profondamente" e che un Parlamento così slegato dai cittadini avrebbe potuto rimanere in carica solo in virtù del principio della “continuità dello Stato", non possedendo dunque la legittimità ad operare riforme strutturali.Una profonda riflessione su questo avrebbe dovuto condurre ad un diverso approccio e alla massima possibile condivisione. Il Governo invece l’ha imposta, non recependo praticamente nulla nei vari passaggi nelle Commissioni, votandola nelle aule parlamentari a maggioranza, addirittura con la fiducia. La Costituzione la cambia il Parlamento, non il Governo. I passaggi sono rientrati nell’ambito costituzionale, ma non basta una semplice maggioranza (piccola nei numeri, il 60%, e piccolissima in senso politico) per attuare una “riforma” attraverso una tale procedura forzata, nel merito, tale da aprire precedenti potenzialmente devastanti in caso di nuove maggioranze, che si sentiranno autorizzate a loro volta ad attuare cambiamenti, stravolgimenti anche maggiori. E poi. Questa “riforma”, che tende, soprattutto con il combinato dell’attuale legge elettorale, ad accentrare il potere all’esecutivo, senza i doverosi contrappesi e controlli parlamentari, è stata imposta da subito come uno spartiacque, un divisorio tra il bene e il male, tra il noi e loro, tra il nuovo e il vecchio, tra la buona politica e l’antipolitica, la casta. Classico repertorio di cui non si sentiva né si sente il bisogno e che spesso offusca un doveroso confronto nel merito. Invece, e ce ne rattristiamo enormemente, ad usare questa linea è stato il premier nonché segretario del nostro partito. Il risultato: divisioni, attriti, polemiche, all’interno del partito, fin nei circoli, dove di fatto il confronto è stato negato sul nascere; e all’esterno, nel dibattito e nell’opinione pubblica nazionale. Il tutto, condito da un evidente deficit di informazione.Una comunicazione tra l’altro, anche politica, fatta di slogan, di tweet, di post, tutti semplicistici, fuorvianti, di propaganda. Ma è la Costituzione che si cambia. E la Costituzione viene prima del Partito Democratico, di qualunque altra forza politica, delle tifoserie, prima di qualunque altra cosa che non siano i diritti e doveri dei cittadini e la difesa e tutela dei Beni Comuni.Questi motivi sono già sufficienti per il nostro NO a questa “riforma” al prossimo referendum indetto per il 4 dicembre. E questo, al netto della nuova legge elettorale (e al netto di proposte, squisitamente tattiche e tardive, che rimarranno molto probabilmente tali  fino a dopo la data del referendum), di per sé comunque sbagliata, che manderà alla Camera una pattuglia di deputati composta in maggioranza da nominati dalle segreterie dei partiti, con un forte disequilibrio nei numeri riguardanti le quote dei premi di maggioranza. Legge elettorale sulla cui legittimità si pronuncerà la Corte Costituzionale.La Costituzione è il patto fondamentale tra tutti i cittadini e lo è nella sua interezza. Essa non può essere spezzata né fatta oggetto di contrapposizione politica: la discussione delle prossime settimane e il voto popolare devono aiutare la ricomposizione di quella lacerazione che in Parlamento si è purtroppo consumata negli ultimi due anni, recuperando profondità e prospettiva.Per quanto riguarda il nostro partito, rispettiamo la linea della attuale maggioranza, per il “SI”, anche se critichiamo la mancanza di un dibattito interno tra le due posizioni, negli organismi e nelle occasioni pubbliche. Riguardo il ruolo fiduciario svolto in Segreteria regionale, sarà cura del segretario Comi, con il quale finora abbiamo svolto insieme un lavoro proficuo e leale sin da dopo il congresso, adottare eventuali decisioni. Riteniamo che, qualora dovesse vincere il “NO”, non ci sarà nessun crollo dei fattori economici, né un futuro fosco e pregiudicato, ma le condizioni per riaprire un percorso finalmente inclusivo e aperto.È sulla Costituzione che ognuno di noi è chiamato ad esprimere la propria opinione, libera e consapevole.

07/10/2016 09:05
Professionisti nel campo della macroregione Adriatico Ionica

Professionisti nel campo della macroregione Adriatico Ionica

Nasce dalla collaborazione tra l’Università di Macerata, l’Istituto Adriano Olivetti, il Centro Universitario Piceno e l’Associazione PolCom il primo master internazionale specializzato nella formazione di figure professionali in grado di operare nell’ambito della macroregione Adriatico Ionica, una realtà che coinvolge otto paesi, tredici regioni italiane, per un totale di 70 milioni di cittadini. “Communication and Local Government in The Adriatic-Ionian Macroregion” è il titolo. “La macroregione rappresenta per noi uno dei principali scenari di interesse nell’ambito dell’internazionalizzazione – ha spiegato il rettore Luigi Lacchè durante la presentazione del corso - per rafforzare i rapporti con i paesi della sponda balcanica tramite progetti europei, ricerca e scambi. Abbiamo creato una rete di ateneo specifica focalizzata, in particolare, sui due pilastri: l’economia blu del mare e della logistica e il turismo sostenibile”.Il master, nato da una stretta collaborazione a livello locale, ha portato alla costituzione di una rete di partner pubblici e privati del sud-est Europa in grado di offrire agli studenti l'opportunità di svolgere progetti di lavoro e stage all'estero: Euroregione Adriatico-Ionica, Regione Marche, Forum delle Città dell'Adriatico e dello Ionio, Forum delle Camere di Commercio dell'Adriatico e dello Ionio, Confindustria Balcani, Camera di Commercio italiana per la Serbia e il Montenegro, Unione Regionale Economica Slovena.“Dopo conflitti sanguinosi negli ultimi decenni le comunità balcaniche stanno cercando la strada della cooperazione, che però va alimentata e questo corso rappresenta un tassello importante”, ha sottolineato il presidente dell’Istao Pietro Marcolini. In prima linea per Unimc è il Dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali, diretto da Francesco Adornato, che è anche direttore del master. “Il nostro dipartimento – ha detto quest’ultimo – si è connotato come apripista su terreno dell’internazionalizzazione con lauree in inglese e a doppio titolo e con la prossima attivazione di un dottorato sulle politiche europee e mediterranee in collaborazione con il prestigioso Istituto Statale di Mosca per le relazioni internazionale. Questo master è incentrato su una nuova visione istituzionale, relativa alla costituzione di percorsi di sviluppo tra aree comunitarie diverse che vanno dalle regioni italiane dal Tirreno fino ai Balcani attraverso la pianura liquida dell’Adriatico”.Come ha spiegato il coordinatore Gianluca Vagnarelli, il master formerà principalmente professionisti in euro progettazione e in comunicazione digitale con riferimento alla Macroregione. L’offerta formativa è stata costruita a partire da fabbisogni concreti. I docenti non hanno un profilo classicamente accademico, ma a cavallo con il mondo delle professioni e delle aziende. Il master, come ha specificato Andrea Caligiuri, coordinatore del polo sulla Macroregione, non si rivolge solo agli studenti ma anche a persone e operatori di enti pubblici e privati. Esso inoltre consolida l’esperienza legata alla comunicazione politica avviata dal Cup in collaborazione con l’ateneo maceratese.  “La formazione e la cultura – ha fatto notare il presidente Achille Buonfigli – sono assi importanti per un territorio come quello ascolano che soffre della crisi economica”. Le lezioni si terranno in inglese nella sede dell’Istao ad Ascoli. Saranno messe a disposizione degli studenti dieci borse di studio nella forma di alloggi gratuiti. Il bando sarà pubblicato nei prossimi giorni.  Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito mastermacma.eu.

06/10/2016 17:39
Piano assunzioni nella sanità: tremila unità in più nelle Marche, saldo attivo di 768 persone

Piano assunzioni nella sanità: tremila unità in più nelle Marche, saldo attivo di 768 persone

"Giornata importante per le Marche.La giunta regionale ha approvato il piano assunzioni delle aziende ospedaliere e dell'Asur. Tremila unità in più di personale che va a sostituire chi è andato in pensione con un saldo attivo di 768 persone. Significa mettere nel sistema sanitario regionale tanti medici e infermieri e operatori che devono rispondere ai bisogni di salute dei cittadini. Una percentuale di turn over del 134% come non si vedeva da anni.Anni difficili che hanno significato tanti sacrifici per chi lavora in sanità. Con queste assunzioni si può lavorare meglio, si rispettano i turni e si restituisce più quantità ai cittadini. Ora possiamo portare a casa tanti risultati che sono certamente nel cuore di chi lavora nelle strutture e nell'interesse di tutti i cittadini delle Marche". Lo spiega sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. L'investimento complessivo per l'attuazione del piano delle assunzioni in sanità è di 34 milioni di euro sul triennio. (Ansa)

06/10/2016 15:03
L'Università di Camerino partner scientifico-culturale di RIABITA

L'Università di Camerino partner scientifico-culturale di RIABITA

La società Service Promotion, ideatrice ed organizzatrice di RIABITA  –   la cui seconda edizione si terrà i giorni 11, 12 e 13 novembre 2016 sempre presso il Fermo Forum  –  ha sottoscritto con l’Università di Camerino un accordo di carattere tecnico e strategico che assegna il ruolo ufficiale di partner scientifico e culturale all’Ateneo attraverso la Scuola di Architettura e Design.Questa partnership, che rientra nel più ampio progetto che già vede il coinvolgimento della Regione Marche e del Vice Presidente Anna Casini, è già in fase di elaborazione da alcuni mesi e nasce dalla volontà di RIABITA di voler ulteriormente qualificare un’iniziativa che alla prima edizione del 2015 ha ospitato 170 aziende, provenienti da tutta Italia, in 8.000 mq. di area espositiva,  con 5.000 visitatori, 25 workshop, 11 seminari e convegni con 1.500 professionisti accreditatiLe problematiche sorte all’indomani del tragico evento del 24 agosto hanno ulteriormente rafforzato questa idea di collaborazione visto che i temi della ricostruzione e dell’edilizia ecocompatibile sono il cuore di RIABITA che ha come parole d’ordine: Ripensa, Riqualifica, Ristruttura; inoltre già nell’edizione 2015 erano presenti espositori che affrontavano in modo approfondito i temi  relativi alla messa in sicurezza e alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente.Altro fattore di rilievo è il ruolo di primo piano che ha, nelle azioni di coordinamento e progettualità nel dopo terremoto, l’Università di Camerino, recentemente riconosciuta come numero 2 a livello nazionale tra tutti gli atenei italiani e numero 1 tra quelli medio piccoli.Riabita e la Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino, con sede ad Ascoli Piceno, lavoreranno insieme per collegare imprese e formazione; per favorire l’ingresso dei giovani in uno sviluppo economico compatibile, per una migliore qualità della vita.

06/10/2016 14:25
Il processo di internazionalizzazione della città di Macerata verso la regione macroadriatica

Il processo di internazionalizzazione della città di Macerata verso la regione macroadriatica

Macerata guarda la regione macroadratica e muove il primo passo verso una collaborazione con Zagabria. La delegazione maceratese composta dal Sindaco Romano Carancini, dal Vicesindaco Stefania Monteverde, dal Vice Segretario Generale Gianluca Puliti e dal responsabile dell’Ufficio Turismo Pierluigi Tordini, nella giornata di ieri, ha incontrato l’Ambasciatore italiano in Croazia Adriano Chiodi Cianfarani e successivamente gli amministratori della città croata. Con l’Ambasciatore si è discusso della bella opportunità che si è creata con la rappresentazione della Madama Butterfly, opera prodotta dallo Sferisterio, in scena in questi giorni a Zagabria. Questa esperienza apre scenari interessanti sulle progettualità future, in vista del 2018, anno della cultura italiana in Croazia. Tra le attività a breve termine, invece, si prospetta la possibilità di organizzare un evento durante la settimana della gastronomia, in programma nella seconda metà di novembre.  Le delegazione si è quindi spostata verso il Comune per un’altra riunione, organizzata dall’Ambasciatore Chiodi Cianfarani, breve ma subito operativa. Il Sindaco di Zagabria Milan Bandić con il suo staff ha accolto i vari rappresentanti nel suo ufficio e dopo, i saluti istituzionali, ha avviato la discussione sulla collaborazione tra le due città.  Tra le proposte dell’Amministrazione maceratese la partecipazione ai bandi europei, in particolare Adrion e la Rete delle città, e la possibilità di portare un’opera del Macerata Opera Festival al Teatro Nazionale Croato.  “Lo Sferisterio è ancora una volta ponte di relazioni internazionali per Macerata - dichiara Carancini -, che prosegue un percorso, in maniera organica, di internazionalizzazione con grandi città e punta alla riconoscibilità del sistema cittadino. Con questo incontro, inoltre, si costruisce una relazione importante dentro alla visione della regione macroadriatica”. Il Sindaco Bandić ha mostrato interesse per le proposte e ha incaricato il suo staff a portare avanti le attività. Come segno di concretezza ha poi invitato i rappresentanti maceratesi a tornare durante il periodo dei mercatini natalizi che, proprio nel 2015, a Zagabria hanno ricevuto il riconoscimento come miglior evento europeo di Natale.  “Con la cultura e la rete delle buone relazioni cresce il turismo e cresce la città - afferma l’Assessore alla Cultura e Turismo Monteverde -. A Zagabria abbiamo parlato di musica, enogastronomia, tipicità, paesaggio, sviluppo dei territori e fondi europei. Attraverso l’Adriatico raccontiamo la nostra storia comune”.

06/10/2016 13:52
La partnership pubblico-privato, un “ponte” per la sostenibilità e la qualità dell’assistenza sanitaria

La partnership pubblico-privato, un “ponte” per la sostenibilità e la qualità dell’assistenza sanitaria

Può l'applicazione dei costi standard incidere significativamente sulla sostenibilità e qualità del servizio sanitario regionale? La risposta è senz’altro positiva e di questo hanno discusso tutti i Direttori Generali delle strutture sanitarie marchigiane insieme al vertice tecnico (presenti Lucia Di Furia, Direttore del Servizio salute della Regione e Francesco Di Stanislao, Direttore Generale dell’Agenzia Regionale di Sanità pubblica) e politico della sanità regionale rappresentato dal Presidente della Commissione Sanità Fabrizio Volpini, nel corso di un incontro a porte chiuse, organizzato dalla Società Italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria – Sics.Al centro della discussione i risultati della sperimentazione condotta dagli Ospedali Riuniti di Ancona, supportata da Roche, che aveva l’obiettivo di analizzare nel dettaglio costi ed esiti di ciascuna prestazione assistenziale e processo decisionale per confrontarli con i migliori standard nazionali e, nel caso, operare le possibili correzioni. Un’esperienza proficua di Partnership Pubblico Privato in cui la azienda farmaceutica ha contribuito direttamente alla comune ricerca, con ottimi risultati, della miglior sostenibilità e qualità delle prestazioni erogate.“La partecipazione della nostra Azienda al progetto” ha sottolineato il Direttore Generale dei Riuniti di Ancona Michele Caporossi a margine dell’incontro “ha permesso di raggiungere due indubbi vantaggi: il primo è di poter disporre della definizione di un costo di produzione aziendale per ciascun episodio di ricovero, articolato per disciplina e per DRG fino ad arrivare ad indagare anche le singole diagnosi e procedure mediche e chirurgiche erogate; il secondo è di poter confrontare tale costo effettivo di produzione, per il medesimo episodio di ricovero, con lo standard definito nell’ambito del network NISan”.Il NISan, ovvero il Network Italiano Sanitario per la condivisione dei costi standard, degli indicatori e dei risultati, si è costituito nell'aprile 2009 come rete finalizzata allo scambio di informazioni relative ai costi standard delle attività sanitarie. Ne fanno parte oltre 22 Aziende sanitarie territoriali e ospedaliere in tutta Italia.“Il benchmarking” ha quindi aggiunto Caporossi “ossia il confronto con le migliori performance registrate nell’ambito del Network, è il valore aggiunto di questo lavoro che permette di riflettere sulla propria struttura dei costi e di confrontarla con quella rilevata per il medesimo episodio di ricovero in altre realtà aziendali, superando in tal modo ogni limite (e rischio) di autoreferenzialità. Ciò permette di misurare, in termini relativi, il proprio livello di efficienza e comprendere i margini, se esistenti, di recupero di risorse e d’interventi in termini di appropriatezza organizzativa e clinica”."La legge di stabilità ed i relativi “Piani di rientro” che hanno interessato molte regioni” ha spiegato dal canto suo Alberto Pasdera, Coordinatore scientifico del NIsan “hanno messo in luce l’esigenza di monitorare adeguatamente il rapporto tra le tariffe delle prestazioni e i loro costi e soprattutto le modalità per migliorare i valori di tale indicatore. Da qui l’esigenza di individuare dove e come poter ridurre i costi senza nuocere alla qualità clinica delle prestazioni. Infatti” ha chiarito Pasdera “non basta più "spendere meno” se poi si produce meno, ma bisogna “spendere meglio” al fine conseguire livelli di produzione, e dunque di tariffato, adeguati. I costi standard ed i relativi sistemi che permettono la loro reale applicazione (ClinicalCosting e Activity-basedFunding) rappresentano gli strumenti che permettono di individuare come e dove (in quali unità aziendali e su quali fattori produttivi) e quanto è possibile, in una data realtà, procedere al miglioramento dell’efficienza senza “colpire” la produzione e dunque il livello dei servizi offerti.Il Clinical Costing permette di conoscere i costi delle proprie prestazioni e dei modelli gestionali e organizzativi: conoscenza questa indispensabile per poter fare una reale e non generica analisi tariffe-costi e di “personalizzare” i costi standard. L’Activity-based Funding (ABF) permette di conoscere tramite il confronto di benchmarking tra costi standard e costi (desunti dal ClinicalCosting) come allocare le risorse nel miglior modo possibile. ABF e Clinical Costing hanno dimostrato, ove sono stati applicati, che è concretamente possibile rispettare vincoli finanziari e esigenze di salute; da qui la necessità se non l’urgenza di discutere su come applicarli concretamente nelle strutture aziendali e regionali".“Siamo fortemente interessati” ha quindi sottolineato Fabrizio Volpini, Presidente della Commissione Sanità della Regione Marche “a questo nuovo approccio nella costruzione dei budget per l’efficientamento delle organizzazioni. Una sperimentazione, quella su cui ci siamo confrontati,che ha dato ottimi risultati portando certamente del valore aggiunto per un migliore utilizzo delle risorse pubbliche innalzando l’efficienza del sistema di governance aziendale”. Da questa esperienza, non a caso all’incontro erano presenti i vertici della sanità marchigiana, l’auspicio di Volpini “vorremmo che partisse una sorta di contagio, di contaminazione dell’intero sistema sanitario regionale. Non v’è dubbio che in questo momento la politica senta molto la necessità di avere sensibilità ed interesse verso questi strumenti innovativi e mi auguro” ha concluso “che la struttura dirigenziale e tecnica della sanità riesca a tradurne gli scopi nella realtà tangibile della pratica quotidiana di governo delle aziende”.I risultati della sperimentazione sono stati accolti positivamente dai manager regionali. Alberto Genga (DG Inrca di Ancona), Alessandro Marini (DG Asur Marche) e Antonio Draisci (Direttore Amministrativo Ospedali Riuniti Marche Nord) hanno infatti espresso estremo interesse all’ipotesi di estensione della sperimentazione che peraltro sta già interessando alcune aree vaste dell’Asur.“Nell’incontro” ha quindi sottolineato Lucia Di Furia, Direttore Generale del Servizio Salute della Regione Marche “è stata presentata una metodologia di analisi e miglioramento delle performance aziendali alla cui base c’è il confronto. Il management sanitario delle Marche è sostanzialmente nuovo.Una nuova squadra che rende il momento propizio per l’introduzione di questa nuova metodologia, applicabile sia all’ospedale sia al territorio, poiché soltanto conoscendo e misurando le proprie attività rispetto agli altri è possibile tracciare una strada percorribile per il futuro”“Partendo dal presupposto che Pubblico e Privato hanno il comune obiettivo di una gestione efficiente ed efficace della sanità, nell’interesse di tutti gli attori del Sistema, in primis i cittadini, il partenariato pubblico privato è lo strumento che può fare da ponte tra le due realtà” ha affermato Dario Scapola, Market Access Director di Roche in Italia. “Roche crede fermamente in questo modello di partnership, ispirato alla fiducia reciproca e alla collaborazione per la costruzione di un cammino comune che consenta una reale trasformazione del nostro Paese” ha aggiunto Scapola, sottolineando che “i risultati positivi raggiunti con la sperimentazione condotta nella Regione Marche ci confermano che questa è la strada giusta per ottenere sostenibilità economica e qualità del servizio”.

05/10/2016 16:58
Il sindaco di Pesaro Ricci nella segreteria nazionale PD

Il sindaco di Pesaro Ricci nella segreteria nazionale PD

“Un risultato importante per tutti noi quello ottenuto dal sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, con l'ingresso nella segreteria nazionale del Partito Democratico, in qualità di responsabile degli Enti Locali, così come voluto da Matteo Renzi. Motivo di orgoglio e soddisfazione per tutto il PD Marche”. Così Francesco Comi, segretario regionale del Partito Democratico marchigiano, saluta entusiasta la nomina ottenuta dal vice presidente del PD nazionale, Matteo Ricci.“Sabato a Pesaro – ricorda Comi –, insieme al presidente Ceriscioli, abbiamo chiesto al premier e segretario Matteo Renzi un segnale di attenzione per le Marche, regione oggi ancora troppo poco rappresentata a livello nazionale. Siamo lieti che ci sia stata data subito una risposta concreta”.“A Matteo vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro – prosegue il segretario del PD Marche –, certi che saprà ricoprire al meglio il suo nuovo ruolo. Ruolo, quello di responsabile degli Enti Locali, oggi più che mai, strategico, visti il processo riformatore in atto che interessa e riequilibra anche il rapporto tra governo centrale e territori e la prossima riorganizzazione del partito che vedrà proprio nei territori i campi base da cui ripartire per rigenerare la vita partitica e arrivare a nuove vette di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini. Siamo certi che sarà prezioso e determinante il contributo di Matteo”.

05/10/2016 15:06
Tornano all'Anas 531 chilometri di strade nelle Marche oggi gestiti dalle province

Tornano all'Anas 531 chilometri di strade nelle Marche oggi gestiti dalle province

Torneranno statali e in gestione ad Anas circa 531 km di strade ex statali ricadenti nel territorio della Regione Marche, attualmente in gestione alle rispettive Province. La convenzione che avvia il trasferimento delle competenze è stata firmata oggi dal Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, dal Presidente Anas Gianni Vittorio Armani e dai presidenti di quattro Province marchigiane: Liana Serrani (Ancona), Paolo D'Erasmo (Ascoli Piceno), Aronne Perugini (Fermo), Daniele Tagliolini (Pesaro e Urbino).Inoltre Anas, Regione Marche e Province hanno sottoscritto sempre oggi una seconda convenzione che prevede la gestione in regime di “service” da parte della Azienda delle strade di ulteriori 252 km di arterie regionali e provinciali che resteranno in capo agli Enti locali e territoriali. “Le convenzioni firmate oggi - ha affermato il Presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani - rientrano nel piano avviato dall’Azienda per il recupero di circa 6.250 km di ex strade statali sull’intero territorio nazionale da riclassificare come “di interesse Statale”, al fine di garantire la continuità territoriale della rete e una più razionale gestione delle tratte nonché incrementare l’efficienza nella gestione e manutenzione delle infrastrutture”. La prima convenzione riguarda i 531 km che saranno riclassificati come strade statali e torneranno pertanto di competenza Anas: ex SS3 “Flaminia” per circa 35 km in provincia di Pesaro e Urbino; ex SS77 “della Val di Chienti” per 19,7 km in provincia di Macerata; ex SS78 “Picena” per circa 78,7 km nelle province di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno; ex SS210 “Fermana Faleriense” per circa 55 km nelle province di Fermo e Macerata; ex SS256 Muccese per circa 40 km nelle province di Macerata e Ancona; ex SS360 “Arceviese” per 62,2 km in provincia di Ancona; ex SS361 Septempedana, per 63 km in provincia di Macerata; ex SS362 “Jesina” per circa 35 km nelle province di Ancona e Macerata; ex SS423 “Urbinate” per circa 28 km in provincia di Pesaro e Urbino; ex SS424 “della Val Cesano” per circa 55 km nelle province di Pesaro e Urbino e Ancona; ex SS433 “di Val d’Aso” per circa 42,3 km nelle province di Ascoli Piceno e Fermo; ex SS452 “della Contessa” per circa 2,5 km in provincia di Pesaro e Urbino, ex SS 571 “Helvia Recina” per 14,6 km in provincia di Macerata. In attesa della riclassificazione che sarà perfezionata dal Ministero delle Infrastrutture, Anas fornirà - a seguito degli adempimenti amministrativi da parte della Regione e delle Province, previsti dalla convenzione stessa - i servizi di sorveglianza della rete e primo intervento, manutenzione invernale (trattamenti antigelo e sgombero neve) e manutenzione ordinaria (opere in verde, segnaletica verticale e orizzontale, pavimentazione, barriere e impianti tecnologici). La seconda convenzione stipulata oggi riguarda gli ulteriori 252 km di strade ex statali che non sono ricompresi tra quelli che saranno riclassificati come strade statali.Al fine di assicurare comunque una maggiore efficienza e continuità territoriale nella gestione delle infrastrutture, la convenzione prevede che le Province affideranno in “service” ad Anas i servizi di gestione, manutenzione invernale e manutenzione ordinaria che dovranno essere eseguiti secondo gli standard minimi prescritti, per una durata di 3 anni rinnovabili.Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria, Anas proporrà alla Regione e alle Province, entro il 30 settembre di ogni anno, il “Piano Annuale degli Interventi di Manutenzione Straordinaria” per l’anno successivo. La Regione, sentite le Province, comunicherà ad Anas l’elenco delle priorità e trasferirà le somme occorrenti ad Anas per l’esecuzione dei lavori. La Regione attiverà inoltre le procedure interne per consentire - su base volontaria e individuale - il passaggio ad Anas del personale attualmente impiegato sui tratti stradali interessati dalla convenzione. I tratti sono: ex SS4 “Salaria” per circa 32 km in provincia di Ascoli Piceno, compreso il tratto denominato “raccordo Monticelli-Marino del Tronto; ex SS 77 “della Val di Chienti” per circa 28 km nelle province di Macerata e Ancona; ex SS209 “Val Nerina” per 24,5 km in provincia di Macerata; ex SS 257 “Apecchiese” per circa 34 km in provincia di Pesaro e Urbino; ex SS 259 “Val Vibrata” per 6,2 km in provincia di Ascoli Piceno; ex SS361 “Septempedana” per circa 34 km in provincia di Ancona e Macerata; ex SS485 “Corridonia Maceratese” per circa 22,5 km in provincia di Macerata; ex SS502 “di Cingoli” per 71 km in provincia di Macerata.

05/10/2016 14:16
Videosorveglianza in rete, primo incontro fra i Comuni

Videosorveglianza in rete, primo incontro fra i Comuni

Nei giorni scorsi, presso la sala  “dell'Amicizia” del comune di Civitanova Marche, si è svolta una riunione tra i Comandi di Polizia Locale dei comuni di Tolentino, Civitanova Marche, San Severino Marche, Mogliano, Corridonia, Porto Recanati, Osimo e Castelfidardo dove hanno partecipato anche alcuni dei rispettivi Assessori delegati alla Sicurezza e Polizia Locale, per il Comune di Mogliano Alessandro Quarchioni e per il Comune di Tolentino Giovanni Gabrielli.Un importante incontro per iniziare un percorso di confronto riguardante la possibilità di mettere in rete l'attività di videosorveglianza, attiva in quasi tutti i comuni presenti e in altri in fase di realizzazione.In questo primo incontro, si è discusso in modo costruttivo come poter trasformare in realtà un sistema integrato di video sorveglianza tra i Comandi di Polizia Locale, mettendo in evidenza ognuno la propria realtà locale e le varie difficoltà.Il fine comune a tutti i Comandi presenti è la realizzazione di una continuità territoriale di un servizio che sotto il profilo della sicurezza è stato ritenuto indispensabile.Nello specifico oltre che dotarsi di telecamere panoramiche, si è evidenziata l'importanza di poter  dotarsi di un sistema OCR (telecamere specifiche per la cattura e registrazione delle targhe, che restituiscono  il numero di targa associata ad un'immagine e registrano in un data base consultabile) in pratica che dia la possibilità di venir a conoscenza se nei nostri territori ci siano in transito auto appartenenti alle famose black-list.Il primo impegno, prima del prossimo incontro è quello di creare una mappatura di tutti i comuni che hanno un sistema di videosorveglianza che sia esso OCR o di semplice “panoramica” come occhio ausiliare per le varie forze dell'ordine del territorio in modo da rendersi conto della situazione attuale.Si auspica inoltre che al prossimo incontro siano presenti anche i comuni assenti al primo, in modo da poter dare vita in tempo ragionevole a questa continuità territoriale che va dai comuni della costa fino a quelli dell'interno in modo da rendere più efficace l'azione di contrasto ai molteplici furti che purtroppo stanno martirizzando il territorio.

05/10/2016 11:08
Un’escursione nel Parco dei Monti Sibillini per aiutare Arquata del Tronto

Un’escursione nel Parco dei Monti Sibillini per aiutare Arquata del Tronto

Oltre 50 persone provenienti da diverse regioni hanno partecipato, domenica 2 ottobre, a "TerreINmoto: un'escursione per conoscere e capire il terremoto", organizzata dall'associazione "Con in faccia un po' di sole" di Treia in collaborazione con le guide ambientali Nicola Pezzotta, Stefano Properzi, Nazzareno Polini e Patrizia Gagliardi e patrocinata dall'Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche (AIGAE).I partecipanti hanno percorso circa quattordici chilometri attraversando parte del Pian Grande e Pian Piccolo di Castelluccio di Norcia (PG), all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Lo scopo dell'iniziativa è stato quello di sensibilizzare le persone sulle tematiche ambientali e far comprendere loro il fenomeno del terremoto che ha recentemente colpito il Centro Italia, ma anche quello di raccogliere fondi per sostenere la ricostruzione dei beni architettonici e artistici di uno dei paesi più colpiti dal sisma del 24 agosto. Sono stati raccolti 690 euro che saranno destinati al Comune di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno.Info: www.coninfacciaunpodisole.it o pagina Facebook "Con in faccia un po' di sole". 

04/10/2016 09:22
Bisonni: "Presentata in Regione una proposta di legge inaccoglibile"

Bisonni: "Presentata in Regione una proposta di legge inaccoglibile"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del consigliere regionale Sandro Bisonni del Gruppo Misto:“Animali d’affezione: La loro tutela rappresenta una priorità sancita da leggi nazionali e internazionali. Una risposta concreta da parte del legislatore alla sempre crescente richiesta d’interesse verso un rapporto importante che si instaura tra l’uomo e gli animali. Nelle Marche, purtroppo, si sta correndo il rischio di tornare indietro nel tempo cercando di ripristinare norme che vanno contro regole già stabilite e verificate e adatte a far si che gli animali siano considerati esseri senzienti.” Così il Consigliere regionale, Sandro Bisonni, nel corso della Conferenza stampa che si è svolta oggi a Palazzo delle Marche proprio per denunciare quanto sta avvenendo in questo ambito nella nostra regione.Il 16 giugno 2016, cinque consiglieri del PD, uno di Uniti per le Marche, uno di Popolari Marche – Unione di Centro e uno di Forza Italia hanno presentato una Proposta di Legge che se trasformata in legge farebbe fare alle Marche un salto a ritroso nel passato.La proposta firmata dagli otto consiglieri riammette l'uso della catena, riduce il tempo, da 90 a 60 giorni, prima del quale è vietato separare i cuccioli dei cani dalla propria fattrice, aumenta il tempo di detenzione degli animali in gabbia, in caso di soste, da una a due ore.“Quanto proposto appare in evidente contrasto con l'evoluzione normativa italiana - ha detto Bisonni - che giustamente, sempre di più, va nella direzione della tutela delle condizioni di detenzione degli animali e nel riconoscimento agli stessi di alcuni diritti in qualità di essere senzienti.”“Dobbiamo fare fronte comune su una battaglia di civiltà - ha affermato la Senatrice Serenella Fuksia – Tra le iniziative che ho messo in campo vi è un testo unico per la difesa animale. Sarebbe una svolta epocale, riunire tutta la normativa in un unico quadro legislativo.”Presente alla conferenza stampa il Presidente dei Verdi delle Marche, Gianluca Carrabs che ha sottolineato come: “i temi dell’ambiente e della vita animale dovrebbero divenire i primi punti di ogni programma di governo. Oggi tornare a parlare di principi che si davano per acquisiti è completamente fuori luogo.”“Le disposizioni che oggi si vogliono modificare nelle Marche – ha concluso Bisonni - erano state introdotte nella precedente legislatura con la legge regionale 20 aprile 2015, n. 18. Non si comprende perché, dopo così poco tempo, si voglia modificare quanto già deciso, valutato e condiviso con le vari associazioni animaliste della regione. Personalmente ritengo profondamente sbagliato quanto avanzato dai miei colleghi Consiglieri regionali e mi batterò affinché questa proposta di legge sia ritirata.” 

04/10/2016 08:58
Il trading online: significato di un concetto

Il trading online: significato di un concetto

Navigando in rete sarà sicuramente capitato di imbattersi in messaggi promozionali relativi al trading online. Forse sarebbe più opportuno dire che è praticamente impossibile non averli incontrati in quanto ormai rappresentano una buona parte della pubblicità sul web. Ebbene probabilmente non tutti si sono fermati a chiedersi di cosa si tratti esattamente; cosa si sta tentando di far passare tramite questi messaggi promozionali che spesso promettono guadagni importanti.Siamo nel settore degli investimenti come ovvio; il significato di trading online è esattamente quello di investire tramite la rete. Quindi utilizzando internet quale strumento di intermediazione. E il trading online consiste proprio nel tentare di trarre un profitto dalla variazione delle quotazioni degli asset sui quali si va a puntare. Quindi dalle valute estere alle materie prime passando per titoli, azioni e quant’altro faccia parte della sfera degli investimenti tradizionali. L’essenza del trading online è quindi quella di utilizzare la rete, ovvero uno strumento relativamente nuovo, per puntare su prodotti finanziari assolutamente tradizionali. Per fare ciò altro non si deve fare che affidarsi ai servizi di un intermediario virtuale. E anche qui le dinamiche della rete hanno mutato la fisionomia dei soggetti implicati: non più un intermediario fisico, ma un broker online, una piattaforma virtuale, un software computerizzato, a fare servizio di intermediazione. I tanti messaggi promozionali di cui sopra si riferiscono sempre ai broker; perché sono loro a muovere i fili del ‘gioco’. L’investimento passa anche per la scelta di un broker affidabile, dato che non tutti lo sono.In generale va tenuto conto che il trading online è un investimento che presenta fattori di rischio. Questo perché ovviamente l’obiettivo di chi investe è sempre quello di massimizzare il profitto con zero rischi o giù di lì. Ebbene nel trading online non esiste il rischio zero. E non potrebbe essere altrimenti. Questo per tornare ai messaggi promozionali presenti in rete che spesso e volentieri fungono da esca per utenti sprovveduti attirati da fantomatiche promesse di guadagni mirabolanti. Il mondo degli investimenti non funziona così; e se il trading online è diventato ormai un mondo che affascina milioni di utenti che cercano di ottenere guadagni pur senza essere squali della finanza, la realtà dei fatti ci dice il contrario: ovvero che arricchirsi con questo strumento è quasi impossibile. E non si dia retta ai tanti siti che lasciano intendere che la percentuale di guadagno è piuttosto elevata: nei fatti solo una minima parte di chi investe (circa il 5%) riesce a trarre profitto da questo strumento. Certo è un prodotto di facile approccio che non implica perdite di tempo né spostamenti fisici e quindi tentare può valerne la pena. L’importante come sempre è farlo nel modo giusto e consapevoli di questa alta percentuale di rischio.

03/10/2016 14:37
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