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Profumi come abiti dell’anima: a Civitanova Mauro Malatini crea fragranze su misura per ogni persona

Profumi come abiti dell’anima: a Civitanova Mauro Malatini crea fragranze su misura per ogni persona

Da Civitanova Marche al cuore delle persone: Mauro Malatini è molto più che un profumiere. È un artigiano dell’anima, un narratore invisibile che, attraverso l’olfatto, traduce l’identità in essenza. Tecnico erborista laureato all’Università di Perugia, esperto di fitoterapia, nel 2013 ha dato forma concreta alla sua visione: la Bottega Malatini, una realtà unica che oggi ha sede in Corso Umberto I, dove ha inaugurato lo scorso 29 marzo la nuova location. Ma il vero laboratorio è interiore, itinerante, in continuo movimento tra mente, cuore e pelle. "Ho capito che creare profumi era qualcosa che mi piaceva davvero — racconta — perché richiedeva introspezione, ascolto, connessione. Un profumo non è solo un odore, è una storia che parla di chi sei".

Il processo creativo di Malatini parte da un gesto simbolico: "Metto la persona davanti a uno specchio, la interrogo, la ascolto". Da lì nasce un percorso condiviso, in cui il cliente sceglie le essenze che più lo rappresentano. "È come un abito sartoriale", spiega, "fino a definire la piramide olfattiva: note di testa, cuore e fondo. Quando racconto le scelte fatte, le collego agli aspetti più profondi della persona. È così che l’essenza diventa specchio dell’anima". Ogni profumo viene poi registrato con il nome del cliente, previa autorizzazione. "È unico, irripetibile. Non potrà mai essere usato da altri. E quando vedo l’espressione sul volto di chi lo prova, quando arriva quel “wow effect”, so che ho colto qualcosa di autentico. Spesso mi dicono: 'Non me lo sarei mai comprato in profumeria, ma mi piace tantissimo'. Ecco, quella è la magia".

La scintilla per questo mestiere nasce da lontano, tra i ricordi e i gesti della nonna: "La passione per le essenze me l’ha tramandata mia nonna, una tipica contadina marchigiana, di quelle con la 'crocchia' in testa per intenderci.  Era di una finezza d’animo grandissima e aveva questa passione per i profumi, che ha saputo trasmettere anche a me".  Dalla farmacia ai corsi di profumeria naturale, Malatini ha poi fatto della sua formazione un percorso a più livelli, mescolando sapere tecnico e sensibilità spirituale.

Per Malatini, il profumo non è solo una questione di chimica, ma di energia, spiritualità, connessione. "Il 50% di quello che faccio — forse anche di più — è spiritualità", afferma. Cattolico di origine, oggi si definisce “spirituale”. Ha attraversato mondi e religioni — cristianesimo, buddhismo tibetano, sciamanesimo, cabala, fino all’attuale avvicinamento al sufismo — e li ha fusi in una visione aperta e tollerante. "Siamo tutti connessi a qualcosa di più grande, che lo si chiami Cristo, Buddha, Geova o Allah. Le forme contano poco, conta la scintilla divina che portiamo dentro. E il mio lavoro cerca proprio quella: tirarla fuori, darle un profumo, raccontarla".

Una persona a cui desidera realizzare un prfumo su misura? C’è un nome che insegue da anni: "Mi piacerebbe creare un profumo per Ferzan Özpetek. I suoi film mi hanno aiutato tanto. Riesce a descrivere il mondo con delicatezza, come cerco di fare io con l’olfatto». Ma le emozioni più forti, confessa, spesso arrivano da persone senza fama: "Il naso è democratico. Non ha bisogno di celebrità per provare qualcosa di vero".

Il futuro della profumeria artigianale, secondo Malatini, è sempre più legato a esperienze sensoriali profonde e autentiche. "Le persone non vogliono solo un prodotto, cercano un’esperienza. Non dico che la profumeria commericale sia di Serie B. La profumeria commerciale segue l’immagine, quella artigianale la sensazione. Servono entrambe, ma l’importante è che il profumo sia costruito su misura. Come ho fatto con la mia Bottega: è addosso a me, è parte di me".

In un mondo che spesso ci chiede di correre, il lavoro di Mauro Malatini invita a rallentare, ad ascoltare e a riconnettersi con ciò che siamo davvero. Perché ogni persona ha un profumo che le appartiene, una traccia invisibile che racconta molto più di mille parole. E forse è proprio lì, in quella scia sottile e personale, che si nasconde il senso più autentico della bellezza: non ciò che appare, ma ciò che resta.

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