di Alessandro Vallese

"Premere Play”: Macerata accende la creatività con la nuova sede di Play Marche (FOTO e VIDEO)

"Premere Play”: Macerata accende la creatività con la nuova sede di Play Marche (FOTO e VIDEO)

Dopo undici anni di passione, sfide e crescita, Play Marche srl apre un nuovo ed emozionante capitolo della sua storia. Oggi, giovedì 10 luglio, è stata infatti inaugurata la nuova e coloratissima sede dell’azienda nel cuore pulsante di Macerata, in piazza della Libertà, un luogo simbolico e strategico, scelto non solo per la sua centralità, ma per il forte valore culturale e identitario che rappresenta. Un traguardo significativo, che va ben oltre un semplice trasloco: la nuova sede è pensata come un vero e proprio hub creativo e culturale, un punto di riferimento per la città e per chi crede nel potenziale dell’arte, della tecnologia e dell’innovazione come strumenti di sviluppo territoriale. Michele Spagnuolo, amministratore delegato di Play Marche, ha sottolineato: “È un passaggio importante per noi, una sede nel cuore della città che vuole essere non solo un luogo di lavoro, ma una casa per artisti, per chi vuole esprimere la propria creatività, digitale o meno. È un progetto a lungo termine che punta alla continua valorizzazione del territorio”. Alla cerimonia di inaugurazione ha partecipato anche il professor Roberto Perna, presidente di Play Marche, che ha voluto ribadire la coerenza del nuovo corso con la mission dell’azienda: “Non si tratta di un nuovo inizio, ma di un’accelerazione. Da undici anni lavoriamo sulla valorizzazione del patrimonio culturale del territorio, e la scelta di posizionarci nel centro storico di Macerata è il naturale proseguimento di questa visione. I nostri investimenti nell’ex mercato delle erbe, insieme all’Università di Macerata, ne sono la prova tangibile: crediamo in uno sviluppo che sia insieme economico, culturale e sociale". Grande curiosità ha suscitato anche l’intervento dell’artista digitale Jesus Baptista: “Abbiamo a disposizione uno spazio immersivo e tecnologicamente avanzato. Qui stiamo sviluppando un’esperienza in cui lo spettatore diventa parte attiva dell’opera, vivendo il paesaggio in prima persona a 360 gradi. È un’opportunità straordinaria, sia per chi crea che per chi fruisce". A suggellare il legame profondo tra Play Marche e il mondo accademico è stato il rettore dell’Università di Macerata, John McCourt, che ha ricordato le origini del progetto: “È emozionante vedere uno spin-off universitario crescere e radicarsi sempre più nel territorio. Gli spin-off rappresentano un ponte tra università, ricerca e impresa, e Play Marche è un esempio virtuoso. Pensare che tutto sia nato qui, all’Università di Macerata, è motivo di grande orgoglio”. Ora che tutto è pronto, è il momento di “premere" Play”: per raccontare il territorio con nuovi linguaggi, accendere la creatività, fare rete, produrre contenuti e generare valore.

10/07/2025 19:30
Prima Categoria, Montecassiano piazza il colpo: in attacco arriva Luca Balloni

Prima Categoria, Montecassiano piazza il colpo: in attacco arriva Luca Balloni

Il Montecassiano piazza il grande colpo per l’attacco in vista della stagione 2025/2026: Luca Balloni è ufficialmente un nuovo giocatore rossoblù. "Cercato, voluto e ora finalmente ufficializzato", scrive il club. Balloni rappresenta la ciliegina sulla torta del mercato estivo del Montecassiano. Classe, fiuto del gol e tanta esperienza: arriva reduce da una stagione da assoluto protagonista con la maglia del Porto Potenza, con cui ha conquistato la promozione in Prima Categoria vincendo il campionato di Seconda e mettendo a segno ben 21 reti. Un innesto importante per il gruppo allenato da mister Canesin, che potrà contare su un attaccante letale e già abituato a fare la differenza.   Con l’arrivo di Balloni, il Montecassiano lancia un messaggio chiaro al campionato: i rossoblù vogliono essere protagonisti.

03/07/2025 18:24
Dura come il grano, dorata come i campi: la stagione della trebbiatura nel Maceratese (FOTO e VIDEO)

Dura come il grano, dorata come i campi: la stagione della trebbiatura nel Maceratese (FOTO e VIDEO)

Il lavoro nei campi, si sa, è fatto di sudore, fatica e ore interminabili sotto il sole. Si inizia la mattina presto, si affrontano giornate intere tra polvere e calore, e spesso si va ben oltre il normale orario. Ma quando, a fine giornata, ti fermi un istante e guardi il tuo “ufficio” tingersi di rosso sotto la luce del tramonto, allora capisci che quel sacrificio ha un senso profondo, autentico, difficile da spiegare ma semplice da sentire. Ce lo ha raccontato con parole e gesti pieni di verità Stefano Centanni, terzista e agricoltore da oltre quarant’anni, erede di una passione tramandata dal nonno prima e dal padre poi. Lo abbiamo incontrato in un momento cruciale dell’anno agricolo: la stagione della trebbiatura. E per comprenderla fino in fondo, siamo andati letteralmente “sul campo”, a Schito, una suggestiva terra di mezzo incastonata tra Appignano, Treia e Cingoli, nel cuore della campagna maceratese. “C’è un buon raccolto, nonostante qualche zona in cui il prodotto ha avuto dei problemi – ci racconta Stefano – Stiamo andando bene: c’è qualità, c’è quantità. Mancano solo un po’ di proteine, che sarebbero importanti per fare una buona pasta”. Il grano che raccoglie è grano duro, destinato in parte alla semina e in parte alla macinazione, in base alla zona. Un lavoro delicato, che richiede attenzione e strumenti all’avanguardia. Ed è qui che entra in gioco la sua mietitrebbiatrice autolivellante, una macchina potente e tecnologica, perfetta per i terreni collinari del maceratese. “Fa un buon prodotto – spiega – raccoglie, separa la paglia, scarica nel cassone, poi nel rimorchio. L’agricoltura è sempre stata innovazione: fin dai tempi del trattore a vapore ha sposato le novità, perché l’agricoltura è fatica. E tutto ciò che può aiutare a migliorare la qualità della vita, non ce lo facciamo scappare”. Ma oltre alla tecnologia, c’è l’evoluzione del ruolo stesso dell’agricoltore. Una figura che oggi è molto più di un semplice produttore. “Quando ho iniziato, a fine anni Settanta, l’agricoltura ti chiedeva di essere un imprenditore. I campi erano – e sono – il nostro polo produttivo. Ma oggi l’agricoltore deve fare anche altro: custodire l’ambiente, pensare al futuro, alle nuove generazioni. Non si tratta solo di far crescere una pianta, ma di proteggere un ecosistema”. E guardandosi intorno, tra le dolci colline maceratesi, è difficile non dargli ragione. “Noi marchigiani siamo virtuosi. In questi campi sembra di stare in un quadro. Qualcosa si potrebbe sempre migliorare, certo, e magari qualcuno potrebbe anche aiutarci un po' di più. Ma basta fermarsi un attimo a guardarsi intorno… cosa ci manca davvero?”. Nell’oro del grano che ondeggia al vento, nella polvere che si alza dalla terra, nello sguardo fiero di chi la lavora, c’è tutto il valore di un mondo spesso dimenticato, ma essenziale. Un mondo che non cerca applausi, ma rispetto. Che non fa rumore, ma nutre.Ed è proprio da qui, da queste strade di terra e sudore, che continua a nascere il futuro. Foto di Guido Picchio

29/06/2025 14:00
Il cuore delle Marche per le Fiamme Gialle: a Caldarola il 251° anniversario della Guardia di Finanza (FOTO e VIDEO)

Il cuore delle Marche per le Fiamme Gialle: a Caldarola il 251° anniversario della Guardia di Finanza (FOTO e VIDEO)

Dopo che la Festa della Polizia di Stato è stata celebrata lungo la costa e quella dell’Arma dei Carabinieri nel capoluogo, è stato l’entroterra a fare da cornice alla cerimonia provinciale per il 251° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza. A ospitare l’evento è stato infatti il Teatro Comunale di Caldarola, autentico gioiello del territorio montano. Un evento solenne, ma anche fortemente legato al territorio, che ha visto la presenza delle principali autorità civili, militari e religiose della provincia di Macerata. Ad aprire la cerimonia le note dell’Orchestra Insieme per gli altri e la voce del Maestro Andrea Ferranti che ha intonato l’Inno di Mameli.  Presenti in sala, oltre al comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Ferdinando Mazzacuva, anche il colonnello Francesco Mirarchi, il maggiore Giuseppe Perrone, il procuratore della Repubblica Giovanni Fabrizio Narbone, il comandante della Capitaneria di Porto di Civitanova Chiara Boncompagni, il questore di Macerata Gianpaolo Patruno, il vescovo di Camerino Francesco Massara, il vicepresidente della Regione Marche Filippo Saltamartini, il consigliere regionale Pierpaolo Borroni, il vicepresidente provinciale Luca Buldorini, il presidente dell’Unione Montana dei Monti Azzurri Giampiero Feliciotti e numerosi sindaci e assessori del territorio. Il colonnello Mirarchi ha letto il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha voluto ricordare la recente scomparsa della guida alpina Cristian Brenna e ha sottolineato il fondamentale ruolo svolto dalla Guardia di Finanza nella tutela della sicurezza economica del Paese. A seguire, il maggiore Perrone ha letto il messaggio del Comandante Generale Andrea De Gennaro, che ha posto l’accento sull’evoluzione delle minacce legate alle nuove tecnologie e sull'importanza dell’aggiornamento continuo delle strategie operative. Il momento centrale della cerimonia è stato il discorso del colonnello Mazzacuva, che ha sottolineato con forza il legame tra la Guardia di Finanza e la parte sana del tessuto imprenditoriale del territorio: “Come noi, anche gli imprenditori indossano una divisa: quella dell’impegno e del sacrificio. Difenderemo chi porta questa divisa, perché significa proteggere il futuro della nostra società”. Ha poi evidenziato il dialogo costante con le associazioni di categoria e la collaborazione strategica con l’Agenzia delle Entrate. Tra i dati operativi più rilevanti, il colonnello ha sottolineato il recupero record della base imponibile lorda nei primi cinque mesi dell’anno, superiore a quanto ottenuto in tutto il 2024. I sequestri patrimoniali superano gli 80 milioni di euro, risultato che “vanifica il fine criminale di arricchirsi”. Ha poi richiamato l’importanza dell’azione contro lo spaccio al dettaglio, con il sequestro di oltre 200 chili di marijuana, emblema del contrasto allo spaccio e di un'attenzione costante alla tutela dei più giovani. Grande l’orgoglio espresso dal sindaco di Caldarola, Giuseppe Fabbroni, per aver ospitato la cerimonia: “La scelta della Guardia di Finanza è un dono per la nostra comunità. Abbiamo messo in moto tutta la macchina comunale per offrire la massima collaborazione.”Fabbroni ha poi lanciato un appello alle istituzioni affinché si continui a lavorare insieme per la ricostruzione economica e sociale del territorio colpito dal sisma: “Dobbiamo evitare che, a ricostruzione completata, restino solo scatole vuote. Serve coesione per ridare vita e prospettiva ai nostri paesi”. Durante la cerimonia, sono stati conferiti numerosi riconoscimenti agli agenti che si sono distinti per valore e professionalità. Hanno ricevuto l’encomio solenne il tenente colonnello Francesco Mirarchi, il tenente Gianni Ottaviani e il sottotenente Fabrizio Cori Carlitto per l’operazione “Luce Riflessa”. Per l’operazione “Castello di Carta” sono stati premiati con encomio semplice il luogotenente carica speciale Emanuele Lambertucci e il luogotenente carica speciale Marco Volpe. Altri encomi semplici sono andati al tenente colonnello Giuseppe Perrone, al maresciallo aiutante Francesco Azzari, al maresciallo ordinario Andrea Dottori, al maresciallo Genesio Manetti, all’appuntato scelto qualifica speciale Giovanni Vigilante e alla finanziere Mariagrazia Grasso, protagonisti dell’operazione “Amnesia & Blueberry”. Per l’operazione “Tesoro d’Oriente”, sono stati premiati il capitano Francesco Magliocco, il tenente Christian Giannini, il luogotenente Santo Falcone e il luogotenente Andrea Di Noia. L’operazione “Nilpeter” ha valso l’encomio semplice al luogotenente carica speciale Massimiliano Barletta e al maresciallo capo Pasquale Scialdone. Elogi ufficiali sono stati conferiti al tenente Augusto Soccionovo e al tenente Elia Mascolo. Un momento importante è stato dedicato anche al riconoscimento del valore e dell’impegno dei militari in congedo: Roberto Migliori, Vincenzo Grassi, Massimo Sorrentino, Sergio Montesi, Vito Carlo Mancino e Pietro Mastropasqua hanno ricevuto un sentito omaggio per il servizio reso alla collettività. Al termine della cerimonia, grazie all’impegno dell’assessore Paola Scaficchia e della consigliera Antonella Rocchi, è stato offerto un buffet con prodotti forniti da aziende del territorio. La mattinata si è chiusa con la tradizionale preghiera del finanziere e con l’esecuzione del brano “Happy Together” dei The Turtles, interpretato dall’orchestra, a suggellare un evento che ha saputo unire istituzioni, comunità e valori condivisi.

25/06/2025 17:50
Partenza vibrante per Musicultura: Capossela “coltiva” la musica, i 2.400 dello Sferisterio cantano con Cocciante (FOTO)

Partenza vibrante per Musicultura: Capossela “coltiva” la musica, i 2.400 dello Sferisterio cantano con Cocciante (FOTO)

“Osate, amate, siate voi stessi. ” Con queste parole intrise di passione e verità, Riccardo Cocciante ha acceso lo Sferisterio di Macerata nella serata inaugurale della XXXVI edizione di Musicultura, rivolgendo un sentito incoraggiamento ai giovani talenti: “Amo i giovani artisti che propongono cose nuove perché la musica deve andare avanti, bravi. Rispettate sempre la vostra natura non cercate di diventare qualcos’altro... il successo arriva se si fanno le cose con amore, bisogna osare, osare e osare”. L’artista italo-francese, attesissimo dall'arena maceratese, ha offerto al pianoforte un’emozionate esibizione del brano “Se stiamo insieme ci sarà un perché” vincitore del Festival di Sanremo 1991 e “Poesia” (1973). “Questo è il primo brano che ho scritto – ha raccontato - non sapevo ancora suonare, conoscevo solo due, tre accordi mi sono bastati per scrivere Poesia”. Ha chiuso con “Margherita”, una performance indimenticabile, il pubblico in visibilio ha tributato a Cocciante una standing ovation e l’artista ha invitato i 2.400 presenti a cantare con lui, un momento corale collettivo a cappella, di intensa connessione emotiva che ha avvolto lo Sferisterio in un abbraccio unico di musica e passione. Riccardo Cocciante è stato insignito dell’Onorificenza per Alti Meriti Artistici istituita dall’Università di Macerata e dall’Università di Camerino, partner culturali di Musicultura, dai rispettivi Rettori John McCourt e Graziano Leoni. Applauditissimi, da perfetti padroni di casa, Carolina di Domenico e Fabrizio Biggio hanno presentato in maniera fresca e coinvolgente le esibizioni dei vincitori di Musicultura 2025, in lizza per l’ambito titolo di Vincitore Assoluto del Festival e il Premio Banca Macerata di 20 mila euro, decretato dai voti dal pubblico delle due serate finali. Questi i nomi, le città di provenienza e i titoli delle canzoni degli otto vincitori di Musicultura: Alessandra Nazzaro, Napoli – Ouverture; Elena Mil, Monza - La ballata dell’inferno Frammenti, Treviso - La pace; Ibisco, Bologna - Languore ; ME JULY, Benevento – Mundi Moonari, Roma – Funamboli; Abat-jour, Rieti – Oblio; Silvia Lovicario, Nuoro – Notte. Ibisco ha conquistato il "Premio Grotte di Frasassi", un nuovo riconoscimento che unisce due realtà che dal cuore delle Marche parlano all’Italia e al mondo: Musicultura e il favoloso sito naturalistico delle Grotte di Frasassi. Il Sindaco di Genga, Presidente dell’ assemblea Grotte di Frasassi, avv. Marco Filipponi ha consegnato il premio a Ibisco che oltre alla somma in denaro di 2000 euro prevede una residenza e una restituzione artistica site specific nelle spettacolari Grotte di Frasassi. Moonari si è aggiudicato il Premio PMI per miglior progetto discografico del valore di 2.000 euro ed Elena Mil Il Premio per il miglior testo di 2.000 euro assegnato dalle giurie degli studenti delle Università di Macerata e Camerino. Sul palco di Musicultura Francesco Tricarico, accompagnato al pianoforte da David Cabi ha offerto il suo brano simbolo “Sono Francesco” (2000) e “Mi manchi negli occhi”, la poesia in musica della ballad intima e profonda del 2020. “Musicultura è una roccaforte fondamentale per difendere tutto un percorso disinteressato onesto e sincero della canzone d’autore- ha detto Tricarico - è bellissimo esser qui, sono convinto che questo momento così disumano e caotico finirà e lascerà germogliare anime straordinarie che daranno risalto sempre più alla poesia nelle canzoni”. A distanza di dieci anni Vinicio Capossela ritorna sul palco del Festival: “chiamerei Musicultura con la “o” Musicoltura, perché è come un laboratorio di coltura biologica che permette di vedere lo stato di vitalità della musica, cosa emerge dal tessuto del Paese e la condivide come esperienza vitale” ha detto l’artista. Capossela, accompagnato dai suoi musicisti si è esibito con un medley sulle note di “Bardamù” e della “Polka di Warsava”. Ha proseguito con una toccante esibizione del brano “Il povero cristo” e concluso con “Staffette in bicicletta” dedicata alle donne che hanno preso parte alla resistenza un testimone che siamo sempre chiamati a raccogliere...” ha spiegato Capossela. Gran finale a sorpresa con “Il tempo dei regali” per ricordare a tutti l’importanza di coltivare il sentimento della gratitudine “un esercizio importante da praticare” ha aggiunto Capossela tra gli scroscianti applausi del grande pubblico dello Sferisterio. La serata del Festival, in diretta su Rai Radio 1, ha visto anche gli interventi dalla Stazione Bus del canale di Marcella Sullo, Duccio Pasqua e John Vignola. Questa sera finalissima di Musicultura con Valerio Lundini, Eugenio Finardi e Antonella Ruggiero e la proclamazione del Vincitore assoluto. Main Media Partner del Festival della Canzone Popolare e d’Autore è la Rai, con Rai Radio1, Rai 2, TgR, Rainews24, Rainews.it, Rai Italia e RaiPlay. Si potranno rivedere le immagini delle serate finali di Musicultura 2025 sul programma diretto da Duccio Forzano, in onda su Rai 2, il 15 luglio. Rai Italia diffonderà uno speciale Musicultura, firmato da Roberta Ammendola, nei cinque continenti: America Asia Europa Africa e Oceania. Approfondimenti, dirette, rubriche e servizi sulla XXXVI edizione di Musicultura si possono seguire su Rainews24, Rainews.it e TgR.

21/06/2025 18:20
Dieci anni di Academy Civitanovese: una festa per celebrare un’eccellenza del territorio (VIDEO)

Dieci anni di Academy Civitanovese: una festa per celebrare un’eccellenza del territorio (VIDEO)

“Si vede che viene dall’Academy Civitanovese”. È una frase che riecheggia sempre più spesso tra gli addetti ai lavori del calcio giovanile, un riconoscimento che ormai accompagna chiunque abbia indossato quella maglia rossoblù e sia cresciuto sui campi di Civitanova Alta. E proprio lì, dove tutto è cominciato, l’Academy ha festeggiato i suoi primi dieci anni di storia, tra sorrisi, ricordi e tanta voglia di futuro. La festa per il decennale ha trasformato il campo sportivo di Civitanova Alta in un grande abbraccio collettivo: una giornata di celebrazioni che ha voluto rendere omaggio a un percorso fatto di crescita tecnica, educativa e soprattutto umana. D’altronde, i nomi parlano da soli. Dal terzino Edoardo Meconi, oggi al Genoa, al portiere Elia Tantalocchi, passato alla Sampdoria e quest’anno in prestito al Pontedera. E ancora Davide Mancini, centrale difensivo del Parma ora in prestito al Campobasso, Manuel Vessella, che ha esordito in Serie C con la Fermana, e Riccardo Bongelli, regista protagonista della promozione in Serie D con la Maceratese e pronto per una nuova sfida tra i professionisti con la Sambenedettese. L’ultimo talento in ordine di tempo è Thomas Giacchetti, centrocampista classe 2011 già nel mirino dell’Atalanta. Ma i veri numeri dell’Academy si contano anche tra i tanti ragazzi che militano nei massimi campionati regionali, simboli di una scuola calcio che ha fatto della formazione del carattere il suo tratto distintivo. La giornata si è aperta con la vittoria degli Esordienti rossoblù nel Torneo Cleti, che battendo la Robur hanno conquistato l’accesso agli ottavi di finale. Poi via alla festa, con una grande partecipazione di dirigenti, famiglie, ex calciatori e istituzioni. Presenti il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica, l’assessore allo Sport Claudio Morresi, l’assessore ai Lavori pubblici Ermanno Carassai, l’assessore all’Istruzione Barbara Capponi e la direttrice dell’Azienda Teatri Maria Luce Centioni. Ognuno di loro ha voluto condividere parole di apprezzamento e visione per lo sport civitanovese, riconoscendo all’Academy un ruolo centrale nel tessuto educativo e sociale della città. Il sindaco Ciarapica è stato simbolicamente omaggiato dal presidente Paolo Squadroni con una maglia numero 10: un gesto carico di significato in un anniversario che vuole essere non solo celebrazione, ma anche rinnovata promessa per il futuro. “La nostra è una società a cui siamo molto legati – ha dichiarato Ciarapica – perché fa buon calcio e forma ottimi ragazzi. Lo sport è uno strumento sociale fondamentale e per questo abbiamo investito tanto negli impianti. In particolare per l’Academy, dopo il campo in erba sintetica, abbiamo approvato un intervento da 540mila euro per i nuovi spogliatoi. Un altro passo per aiutarli a crescere ancora”. Un regalo prezioso per festeggiare i dieci anni e, soprattutto, una base solida su cui costruire i successi futuri. Sulla stessa linea anche l’assessore Morresi: “Dietro ai risultati dell’Academy ci sono competenza, impegno e volontà. Qui arrivano famiglie da tutta la regione: è la conferma del valore che questa realtà ha saputo costruire”. E proprio il presidente Squadroni, visibilmente emozionato, ha voluto ringraziare tutti: “Ogni volta è una gioia ritrovarsi con i nostri ragazzi e le loro famiglie. Ci rende orgogliosi vedere i nostri ex allievi portare in giro per l’Italia il nome dell’Academy. Ma questi dieci anni non sono un traguardo: sono solo l’inizio di un nuovo viaggio”. A chiudere la serata la musica coinvolgente dei Time Generation Band, con le grandi hit pop-rock dagli anni ’70 a oggi, e infine i fuochi d’artificio che hanno illuminato il cielo sopra Civitanova Alta, come a voler proiettare verso il futuro il sogno di un’Academy che non smette mai di crescere.

15/06/2025 22:13
L’Academy Civitanovese compie dieci anni: una festa per celebrare passione, crescita e traguardi (VIDEO)

L’Academy Civitanovese compie dieci anni: una festa per celebrare passione, crescita e traguardi (VIDEO)

CIVITANOVA - Sabato 14 giugno sarà una giornata speciale per l’Academy Civitanovese, che festeggerà i suoi primi dieci anni di storia con una grande festa al campo sportivo comunale di Civitanova Alta, in via Tirassegno. Un traguardo importante per una realtà nata nel 2015 con l’obiettivo di costruire un percorso serio, strutturato e di qualità per i giovani calciatori del territorio. A raccontare l’iniziativa è il presidente Paolo Squadroni, tra i fondatori della società: “Sabato 14 giugno faremo una festa qui al campo, dopo la partita del torneo Cleti dei nostri Esordienti. Invitiamo tutti a partecipare: i bambini, le famiglie e tutte le persone che ci hanno sempre seguito. Sarà un momento di condivisione e di gioia per celebrare ciò che abbiamo costruito insieme”. Tutto è iniziato l’11 marzo del 2015, quando Paolo Squadroni, Francesco Morgese, Eddy Mengo, Mauro Cellini e Leandro Vessella hanno deciso di dare vita a un sogno: creare un settore giovanile che mettesse al centro i ragazzi e il loro percorso di crescita, dentro e fuori dal campo. Dieci anni dopo, quel sogno è diventato una solida realtà, conosciuta e apprezzata in tutta la regione Marche. Oggi l’Academy segue con cura e passione 160 giovani calciatori, dai Piccoli Amici agli Allievi Under 17. Ogni giorno, i ragazzi vengono seguiti da uno staff tecnico composto da veri professionisti: quindici allenatori, due responsabili tecnici – Leandro Vessella per il settore agonistico e Omar Ippoliti per l’attività di base –, un preparatore dei portieri, Andrea Armellini, e tre preparatori atletici. Il metodo di lavoro è fondato su basi tecniche e tattiche ben definite, con un’attenzione costante allo sviluppo individuale. I risultati non si sono fatti attendere. L’Academy è spesso protagonista nei tornei giovanili più importanti, come dimostrano le quattro vittorie in sei partecipazioni al prestigioso Trofeo Marche. Ma più dei trofei, a parlare sono le storie dei ragazzi che, partiti dal campo di Civitanova, hanno saputo farsi strada in contesti sempre più importanti. In questi dieci anni, sono circa quaranta i giovani che hanno firmato con club professionistici, mentre tanti altri giocano oggi nei campionati regionali di Eccellenza e Promozione. C’è chi già respira aria di Serie A, come Edoardo Meconi, classe 2005, oggi al Genoa, o Davide Mancini, tesserato dal Parma e ora in prestito al Campobasso, in Serie C. Altri giovani talenti cresciuti nell’Academy, come Giorgio Chimezie e Elia Tantalocchi, hanno trovato spazio nel Parma e nella Sampdoria. Anche Thomas Giacchetti, classe 2011, è pronto a spiccare il volo: su di lui ci sono già gli occhi dell’Atalanta. Tra le storie più recenti c’è anche quella di Riccardo Bongelli, centrocampista del 2006, miglior under dell’ultimo campionato di Eccellenza con la Maceratese e ormai pronto per il salto in Serie C con la Sambenedettese. Il presidente Squadroni guarda a questo percorso con orgoglio: “È stato un cammino importante, pieno di soddisfazioni. Vedere alcuni dei nostri ragazzi approdare in squadre di Serie A o professionistiche è motivo di grande orgoglio, e sapere che parteciperanno anche alla festa è per noi una gioia immensa”. Ma i dieci anni non rappresentano un traguardo, quanto piuttosto un nuovo inizio. “Per noi – conclude – questo anniversario è un punto di partenza. Continueremo a lavorare per aiutare altri ragazzi a credere nei propri sogni, costruendo con loro un futuro fatto di passione, impegno e valori veri”. La festa del 14 giugno sarà l’occasione per riabbracciare volti noti, rivivere emozioni e guardare avanti, con lo stesso entusiasmo che ha acceso quel sogno nel 2015.

13/06/2025 18:30
Marchigiani dell’Anno 2024: dallo spazio al Papa, dall’impresa alla Serie A, l’eccellenza regionale premiata a Roma (FOTO e VIDEO)

Marchigiani dell’Anno 2024: dallo spazio al Papa, dall’impresa alla Serie A, l’eccellenza regionale premiata a Roma (FOTO e VIDEO)

Dal conclave allo spazio, dal grande schermo alla Serie A, dall’intelligenza artificiale ai vertici del giornalismo, dalla grande imprenditorialità ai più importanti teatri del mondo. Grazie alla loro laboriosità, al loro talento e alla loro pazienza, i marchigiani dimostrano di poter raggiungere l'eccellenza in ogni campo. La 39ª edizione del 'Marchigiano dell’Anno' ne è una testimonianza concreta e orgogliosa. La cerimonia di conferimento del prestigioso riconoscimento “Picus del Ver Sacrum” si è svolta martedì 10 giugno a Roma, nella splendida Sala Capitolare del Senato della Repubblica, in Piazza della Minerva. Il premio, giunto coem detto alla sua 39ª edizione, è patrocinato dal Senato della Repubblica, dalla Regione Marche e dal Consiglio regionale delle Marche, e viene conferito ogni anno dal Ce.S.Ma – Centro Studi Marche "G. Giunchi" – a marchigiani distintisi in ambito scientifico, artistico, culturale e sociale. Ad aprire la cerimonia è stato il Senatore Questore Antonio De Poli. Sono seguiti gli interventi di Umberto Antonelli, presidente del Ce.S.Ma, dell’ambasciatore Giorgio Girelli, della giornalista Rosanna Vaudetti, presidente emerito, della deputata Giorgia Latini, vice presidente della Commissione Cultura, Scienza e Isstruzione e della consigliera regionale Anna Menghi. La lettura dei curriculum e delle motivazioni che hanno portato all’assegnazione dei premi è stata affidata agli attori Simone Pieroni e Roberta Sarti.  Sono dieci i marchigiani insigniti del riconoscimento quest’anno. Nel mondo dell’imprenditoria, l’ascolano Battista Fariotti ha ricevuto il premio per il successo della sua azienda Fainplast, leader nella produzione di compound e materiali plastici. Il pesarese Onelio Fratesi, è stato premiato per l’eccellenza nel settore calzaturiero, con una produzione che ha conquistato i mercati internazionali. Federico Steca, imprenditore fermano, si è distinto con la Steca Srl, realtà attiva nei settori dell’ambiente, dell’energia e delle costruzioni. Dalla provincia di Pesaro-Urbino arriva anche Corinna Sperandini, CEO dell’azienda fanese Spacewear, che ha portato le sue tute spaziali interattive fino alla NASA, vestendo gli astronauti della missione Ax-3. Nel campo della tecnologia, è stata premiata Luigia Carlucci Aiello, originaria di Cerreto d’Esi, riconosciuta a livello nazionale come la madre dell’intelligenza artificiale in Italia. In ambito musicale, la soprano Rossella Marcantoni, direttrice artistica dell’Accademia Altidonese e fondatrice dell’Accademia Musicale Internazionale Maria Malibran, ha ricevuto il Picus per il suo straordinario impegno nella valorizzazione del patrimonio lirico. Il mondo dello sport è stato rappresentato da Massimo Palanca, indimenticabile calciatore di Serie A nato a Porto Recanati, celebre per i suoi “gol olimpici” e protagonista di una storica tripletta contro la Roma. Il suo contributo sociale per Catanzaro e la Calabria è stato sottolineato anche dal funzionario ONU Andrea Angeli, che lo ha paragonato a quello dato da Gigi Riva per Cagliari. Nel campo dell’informazione è stato premiato Roberto Tellei, giornalista di Tolentino e attuale vicecaporedattore di Sky TG24, con una carriera ventennale da inviato e corrispondente in Italia e all’estero. Il riconoscimento è andato anche all’attrice anconetana Lucia Mascino, amata dal grande pubblico per il ruolo nella serie di successo I delitti del BarLume. Un momento particolarmente toccante è stato il premio a Padre Bruno Silvestrini, agostiniano di Porto Recanati, liturgista e membro della comunità della Sagrestia Pontificia. Padre Silvestrini ha raccontato con ironia e commozione la sua recente esperienza in conclave: “Un mese e qualche giorno fa ero nella sacrestia per aiutare i cardinali. Non avevamo contatti con l’esterno, quindi non abbiamo visto la fumata bianca. Quando abbiamo sentito l’applauso, pensavo fosse stato eletto il cardinale Parolin. Poi invece ho scoperto che il nuovo Papa era il mio confratello Prevost, con cui ho studiato e che mi ha sempre stimato. In quel momento ho perso le staffe. Sono corso ad abbracciarlo. Ora lo vedo ogni giorno: non sono cardinale, ma sono l’amico del Papa”. Accanto ai dieci premiati principali, sono stati assegnati anche due importanti riconoscimenti speciali. Al presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Andrea Spaterna, è andato il Premio Marchigiano ad Honorem (18ª edizione), mentre alla presidente dell’AMIS – Associazione Marchigiani in Spagna – Silvia Giorgi è stato conferito il Premio Marchigiano nel Mondo (10ª edizione), per il suo impegno nella promozione delle Marche all’estero. Grande soddisfazione è stata espressa dalla direttrice del Ce.S.Ma., Pina Gentili, che ha annunciato la pubblicazione di un libro che raccoglierà le biografie e le immagini dei premiati. Il presidente Umberto Antonelli ha colto l’occasione per rivolgere un affettuoso augurio di compleanno al suo predecessore Franco Moschini, sottolineando come “Le Marche siano sempre al vertice. Spesso lavoriamo a testa bassa e non ci valorizziamo abbastanza, ma oggi possiamo alzare la testa ed essere davvero fieri della nostra regione.” Alla cerimonia erano presenti anche i sindaci della Comunità Montana dei Monti Azzurri, guidati dal presidente Giampiero Feliciotti, che ha ribadito il legame del territorio con il Ce.S.Ma. e l’importanza della pluralità dei talenti marchigiani. Come gesto simbolico, Felicitotti ha donato un cesto di prodotti tipici al  il Senatore Questore Antonio De Poli. “La storia di Padre Silvestrini, che è stato anche nostro Priore a San Nicola, è solo uno dei tanti esempi di eccellenza che questa regione è capace di esprimere". L'evento è stato organizzato dalla direttrice del Ce.S.Ma Pina Gentili, in collaborazione con l'Unione Montana dei Monti Azzurri, le aziende Castellino, Fileni, Ciriaci e Grafiche Fioroni. Questa edizione del Premio Marchigiano dell’Anno ha ancora una volta celebrato non solo i successi individuali, ma l’anima profonda di una terra che, pur mantenendo l'umiltà delle sue genti, continua a lasciare un segno nel mondo.

11/06/2025 17:00
I big del calcio marchigiano tornano in campo: l’Arena dei Comuni debutta a Trodica il 13 giugno

I big del calcio marchigiano tornano in campo: l’Arena dei Comuni debutta a Trodica il 13 giugno

Torna uno degli appuntamenti più attesi dell’estate calcistica del territorio maceratese: l’Arena dei Comuni è ai blocchi di partenza. Da venerdì 13 giugno, il campo “San Francesco” di Trodica ospiterà l'edizione 2025 di un torneo che promette grande spettacolo, coinvolgendo dodici Comuni della provincia, suddivisi in tre gironi. Tra giovani promesse, veterani di categoria e volti noti del panorama dilettantistico, si preannuncia una competizione ad alto tasso di emozione. Nel Girone A, si profila una sfida avvincente tra formazioni solide e ben assortite. Montelupone si affiderà al talento di Paolucci e Nanapere, mentre San Severino Marche scenderà in campo con giocatori di qualità come Mengani, Dolciotti e Farroni. A contendere il passaggio del turno, un Monte San Giusto compatto e ricco di esperienza, guidato da elementi del calibro di Iommi, Dell’Aquila e Ulivello. Completa il girone Corridonia, che punterà sull'affidabilità e l’esperienza di un veterano come Lorenzo Perfetti. Nel secondo raggruppamento, il Girone B, le attenzioni saranno puntate su Roman Chornopyshchuk, bomber del Trodica e trascinatore designato del Pollenza. La squadra di Potenza Picena potrà contare tra i pali su Pierpaolo Boccanera, capitano del Giulianova, e su un centrocampo solido con Tortelli, mentre in attacco schiererà il bomber Allegretti. Non sarà da meno Recanati: in campo il capocannoniere dell’Eccellenza Grassi, il centrocampista Alla e l’inossidabile Patrizi. La squadra padrona di casa, Morrovalle, punterà invece su un gruppo giovane ma affiatato, con Ciccarelli, Fatone, Stefoni e Marini, guidati dalla leadership di Romagnoli e Castellano. Il Girone C è quello che più stuzzica la curiosità di appassionati e osservatori. Civitanova Alta si presenta con Spagna, Passalacqua e Domizi, vincitori dell'Eccellenza Marche 2023/24. Macerata punterà invece sulla classe di Carlo Mongiello, mentre Civitanova Porto farà affidamento sulle qualità tecniche di Strupceki. Chiude il gruppo Tolentino, che potrà invece contare su un autentico faro in campo: Tizi, capitano e colonna portante del Tolentino Calcio. “Siamo entusiasti di lanciare questa prima edizione dell’Arena dei Comuni – commentano gli organizzatori – Il livello dei partecipanti è altissimo e siamo certi che, fin dal debutto, questo torneo diventerà un appuntamento fisso dell’estate calcistica provinciale. Sarà una vera festa di sport, passione e comunità”. L'appuntamento è fissato per venerdì 13 giugno: fischio d’inizio della competizione e apertura ufficiale di un torneo destinato a lasciare il segno.

06/06/2025 13:20
Andrea Belfiori, l’Agape del rock: il cantautore marchigiano aprirà il concerto di Vasco a Firenze

Andrea Belfiori, l’Agape del rock: il cantautore marchigiano aprirà il concerto di Vasco a Firenze

“Ti immagini” un palco immenso, un pubblico sconfinato e un momento unico, “come nelle favole?”. È quello che vivrà Andrea Belfiori il 5 giugno alla Visarno Arena di Firenze, quando il cantautore e musicista marchigiano aprirà la data fiorentina del tour 2025 di Vasco Rossi. “È una grande emozione e un motivo d’orgoglio – racconta – perché salire sul palco di Vasco vuol dire confrontarsi con il più grande evento live che abbiamo in Italia. Ho già avuto la fortuna di suonare all’Olimpico nel 2016, ma questa volta è diverso: c’è una fanbase fedelissima, che pretende energia vera. Sarà una responsabilità importante”. Cantautore polistrumentista nato a Osimo, Belfiori ha alle spalle una lunga carriera: dagli esordi con la Pressing di Lucio Dalla, alle collaborazioni con artisti del calibro di Gianluca Grignani, la PFM e Cristiano De André. Vincitore del Sanremo Music Awards nel 2016 con il brano Non è possibile, ha calcato palchi prestigiosi, dal Premio Tenco all’Olimpico di Roma, cantando anche con Eric Burdon degli Animals e Mogol, e condividendo la scena con musicisti come Alberto Radius, Federico Poggipollini e Steff Burns. Nel suo percorso artistico è seguito dal personal manager Leo Giunta. La selezione per il concerto di Vasco è avvenuta a Zocca, il paese del Kom: “C’erano più di 2000 iscrizioni, 180 selezionati e poi 16 finalisti da cui sono stati scelti i 12 vincitori. Una selezione molto ambita, ma si respirava un bello spirito di condivisione. Poi è chiaro che quando sali sul palco dai il massimo, sempre”. Tra Bologna, Milano e continui spostamenti, Belfiori non ha mai dimenticato le sue radici: “Nella mia musica c’è molto delle Marche, che porto sempre con me. Quando vieni da un posto e ti esibisci fuori, in qualche modo lo rappresenti: diventi un ambasciatore del luogo da cui provieni. Il progetto Agapè nasce anche da questo”. Proprio Agapè Vol I è il nuovo album su cui sta lavorando, in uscita entro settembro 2025, in tandem con un progetto imprenditoriale che unisce musica e vino. “Il termine Agapé – spiega – deriva dal greco, è la forma più alta di amore, ma io lo associo a un amore spassionato, altissimo. L’accento in più rappresenta la stortura dell’uomo, un’umanizzazione del concetto”. Il progetto si completerà con Agapè Vino, realizzato insieme a Giampaolo Carli – noto come “il tatuatore delle sneakers” – autore dell’artwork delle etichette e delle texture dell’album, e con il supporto delle Cantine Moroder. “Sarà un modo per creare un network e aprire le Marche verso l’esterno. Il vino uscirà parallelamente all’album, a settembre. Una parte del ricavato sarà devoluta a un’associazione che si occupa di autismo”. Oltre a cantare, Belfiori è polistrumentista, arrangiatore e talent scout per diverse etichette. “Mi sento a mio agio sia sul palco che dietro le quinte – dice –  Un artista, per me, è chi lavora in libertà creativa. Il professionista segue il mercato, l’artista prova a scardinarlo. Quando faccio la mia musica mi sento libero, veramente artista. Lavorare nel settore comporta dei paletti, delle regole di mercato, mentre quando scrivo per me stesso cerco di abbattere ogni barriera”. "Il 5 giugno – anticipa – presenterò in anteprima alcuni brani del nuovo album e proporrò anche alcuni brani già pubblicati. Sarà l’inizio di un viaggio molto importante". Ora tocca a lui "andare al massimo" davanti al popolo di Vasco. Andrea Belfiori salirà su quel palco con la sua musica, la sua storia e la sua visione, pronto a “spaccare” con l’energia di chi ha fatto della musica una missione e una ragione di vita. “Sarà un’esperienza sconvolgente”, dice. E allora che il volume salga, le luci si accendano e parta il suono: il 5 giugno a Firenze, il rock parlerà anche marchigiano.

03/06/2025 19:56
'Da zona Cesarini a zona Orsolini', parata di campioni a Civitanova per la decima edizione del premio (FOTO e VIDEO)

'Da zona Cesarini a zona Orsolini', parata di campioni a Civitanova per la decima edizione del premio (FOTO e VIDEO)

Il Premio Renato Cesarini si è spostato a Civitanova Marche, celebrando la sua decima edizione in un Teatro Rossini gremito per l’occasione. Una vera e propria festa del calcio, sotto forma di talk show, che ha visto la partecipazione di grandi nomi dello sport e del giornalismo italiano. Sul palco si sono alternati campioni del passato e del presente come Franco Causio, Sebastiano Rossi, Roberto Pruzzo, gli allenatori Serse Cosmi, Fabrizio Castori, Giuseppe Iachini, oltre a Rossella Sensi, ex presidentessa della Roma e attuale sindaca di Visso. Presenti anche il coach della Lube Volley Giampaolo Medei, il dg Beppe Cormio e il direttore tecnico della Lube Academy Federico Giunti.  A prendersi la scena è stato però Riccardo Orsolini, premiato per la sua straordinaria stagione con il Bologna: la vittoria della Coppa Italia e la recente convocazione in Nazionale, dopo un anno di assenza. “Torno in azzurro dopo la delusione per la mancata convocazione all’Europeo. Sono più voglioso e carico che mai. Credo sia il giusto riconoscimento dopo questa stagione”, ha dichiarato l’attaccante ascolano, che si è assolutamente meritato la chiamata del CT Spalletti dopo una stagione eccezionale, condita da 15 gol in campionato, di cui uno tanto bello quanto pesante contro l'Inter, in pena zona Cesarini.  Nel corso della serata Orsolini ha parlato anche del legame speciale con Bologna: “Si è creato un connubio perfetto fra società, giocatori e tifosi. C’è una grande progettualità, non c’è posto migliore dove poter lavorare”. Sulla presenza di tanti giocatori internazionali in squadra ha ironizzato: “Impariamo l’inglese più facilmente”. Serse Cosmi ha ricordato la prima volta che lo vide in campo, durante Trapani-Ascoli: “Si procurò un rigore e dissi subito: questo è un fenomeno. Ha qualcosa in più, si vede che ha imparato per strada”. E proprio la strada è stata al centro del racconto di Orsolini, cresciuto a Rotella, piccolo paese in provincia di Ascoli Piceno: “Eravamo dieci ragazzini. Giocavamo per strada e ci sbucciavamo le ginocchia. Oggi, ai bambini, un po’ di quella strada non guasterebbe”. Parole di stima anche per gli allenatori avuti in carriera: “Thiago Motta è tra i più preparati, anche se con un carattere particolare. Con Italiano, invece, siamo diventati una macchina capace di bel gioco e verticalità”. Alla giornalista Simona Rolandi, che ha chiesto del ritorno in azzurro, ha risposto: “Mi ha chiamato il team manager della Nazionale. Con Spalletti avremo modo di parlarne. Il gesto del bussare alla telecamera dopo i gol? Non è una provocazione, ormai è diventato un meme”. A completare il ritratto del calciatore, altri aneddoti significativi Castori e Iachini. Il tecnico di San Severino Marche ha ricordato quando, da allenatore del Carpi, subì una doppietta di Orsolini: “A fine partita mi disse che quando allenavo l’Ascoli faceva il raccattapalle a bordo campo”. Il suo compaesano Iachini, invece, ha rievocato un Bologna-Fiorentina di cinque anni fa: “Segnò il gol dell’1-1 al 94’, in piena zona Cesarini, su punizione da posizione impossibile”. Al termine del talk, Orsolini ha ricevuto il Premio Renato Cesarini e si è trattenuto a lungo per foto e autografi, mostrando grande disponibilità con i tanti ragazzi presenti, visibilmente emozionati. Una serata ricca di emozioni e ricordi, che ha trasformato Civitanova in una vetrina nazionale per il calcio, celebrando un talento marchigiano che continua a scrivere nuove pagine della sua storia.

27/05/2025 20:12
Cinque promozioni in otto anni, Vanzan: "Con la Maceratese la più intensa. La sesta? Piedi per terra"

Cinque promozioni in otto anni, Vanzan: "Con la Maceratese la più intensa. La sesta? Piedi per terra"

Cinque promozioni in otto anni non si conquistano per caso. Quando c’è da salire di categoria, Nicola Vanzan è una garanzia. Terzino classe 1999, originario di Mestre, è arrivato alla Maceratese la scorsa estate con una missione chiara: riportare i biancorossi in Serie D. Missione compiuta. Anzi, portata a termine nel modo più emozionante possibile, dopo un campionato vissuto sul filo con il K Sport Montecchio Gallo, deciso ai rigori nello spareggio giocato ad Ancona. Con quella ottenuta al 'Del Conero', Vanzan ha messo in bacheca la quinta promozione della carriera. Due di queste – con Arzignano nel 2018/19 e Campobasso nel 2020/21 – sono state veri e propri salti nei professionisti, dalla Serie D alla Serie C. Le altre tre, invece, sono arrivate dall’Eccellenza alla D: con il Campobasso nel 2022/23, col Teramo nel 2023/24 e ora con la Maceratese. Un curriculum da specialista delle scalate, che il numero 3 biancorosso ha costruito a suon di corsa, grinta, assist e senso del gruppo. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare emozioni, bilanci e sogni futuri. Nicola, “missione compiuta” anche stavolta. Che sapore ha questa promozione?Ha un sapore diverso da tutte le altre. Il testa a testa infinito con il Montecchio, lo spareggio, i rigori… è stata un’esperienza nuova anche per me, e molto intensa. Forse la promozione più tirata delle cinque che ho ottenuto in carriera. È stata la più bella?La Serie D vinta col Campobasso resta la promozione più prestigiosa. Ma a livello di emozioni e intensità, metto questa sullo stesso piano. Diciamo che se la giocano: entrambe al primo posto. Cinque promozioni in otto anni: qual è il segreto?Un pizzico di fortuna ci vuole sempre: io ho avuto quella di trovarmi in squadre forti, costruite per vincere. Ma mi prendo anche i miei meriti: il lavoro quotidiano, i sacrifici, la voglia di crederci sempre, anche quando sembra tutto perduto. L’ultima giornata di quest’anno ne è un esempio perfetto. Nello spareggio sei andato per primo sul dischetto. Eri teso? Hai chiesto tu di tirare per primo?Un po’ di tensione c’era, inevitabile. Quando ti giochi una stagione su un rigore, il curriculum non conta più niente. Però mi sentivo pronto a prendermi quella responsabilità, e ho detto al mister che me la sentivo. Lui ha lasciato a noi la libertà di scegliere l’ordine, e parlando tra compagni abbiamo trovato l’intesa. Sono andato per primo e per fortuna abbiamo fatto 5 su 5. In stagione tanti assist decisivi, ma ti sono mancati i gol. Alla fine però hai scritto il tuo nome sul tabellino più importante.È vero, quest’anno mi è mancato qualche gol, ma preferisco non segnare e festeggiare a fine stagione, piuttosto che il contrario. Il rigore nello spareggio è stata una bella soddisfazione. Alla fine, è quello che conta. Tu sei mestrino, e con Macerata c’è un legame speciale tra tifoserie. Hai ricevuto messaggi in questi giorni?Sì, ho ricevuto qualche messaggio dopo la promozione. Quando i ragazzi da Mestre sono venuti in curva sono sempre andato a salutarli, come anche ad Ancona. Fa sempre piacere sentire quel legame con la propria terra, anche a tanti chilometri di distanza.   Cinque promozioni… la sesta vien da sé? Magari proprio con la Maceratese?Magari! Sarebbe un capolavoro fare il doppio salto e tornare tra i professionisti. Ma bisogna restare con i piedi per terra. L’obiettivo è fare bene, senza fare il passo più lungo della gamba, che spesso può risultare controproducente. La società si è dimostrata solida e saprà sicuramente cosa fare. Personalmente, non ho ancora parlato con la dirigenza e non so se hanno già cominciato a programmare la prossima stagione. Però so che abbiamo seguito il mister fin dall’inizio e lavorato molto bene con lui. Tanti in questo gruppo si sono meritati la riconferma, e spero che il blocco vincente possa essere mantenuto. (Foto di Francesco Tartari)

20/05/2025 17:00
Maceratese, Possanzini: "Ecco cosa ho detto prima dei rigori, noi più forti delle difficoltà. Nel calcio bisogna saper rallentare"

Maceratese, Possanzini: "Ecco cosa ho detto prima dei rigori, noi più forti delle difficoltà. Nel calcio bisogna saper rallentare"

Mister Matteo Possanzini ripercorre l’incredibile stagione che ha portato la Maceratese alla conquista del campionato di Eccellenza, culminata con la vittoria ai calci di rigore nello spareggio contro il K Sport Montecchio Gallo. Un’annata fatta di grandi vittorie, emozioni forti e gol spettacolari, ma anche di momenti difficili, infortuni e critiche, a volte ingenerose. Al centro del dibattito sin dalle prime giornate c’è stato lo stile di gioco: un mix raffinato di coraggio, controllo e creatività, fondato su un possesso palla ragionato, una costruzione elaborata e posizionale, e grande libertà negli ultimi metri. Un calcio pensato, non solo "di corsa": per chi ama il pallone come linguaggio e non solo come sport. Non tutti però lo hanno apprezzato, definendolo talvolta troppo lento. Ma proprio quella capacità di rallentare e controllare il ritmo è stata, secondo Possanzini, la vera forza della sua squadra. “La nostra squadra è andata sempre alla velocità che richiedeva la partita. Molto spesso, quando rallentavamo, sentivo qualche mugugno allo stadio. Ma la nostra idea di calcio non è quella di andare a 100mila all’ora per 34 partite: non ho mai visto una squadra vincere così. A volte bisogna saper gestire i momenti. La capacità di controllare la partita rallentando appartiene solo alle grandi squadre. Se avevamo una qualità in più, era proprio questa”. Una scelta coraggiosa, ma alla fine vincente. La Maceratese può festeggiare il ritorno in Serie D dopo dieci anni. Una promozione arrivata ai calci di rigore, vissuti da Possanzini con un mix di lucidità e cuore. “Il momento in cui mi sono sentito davvero favorito è stato proprio ai rigori. A livello di portiere c’era una differenza evidente tra il nostro e il loro, lì mi sono sentito più forte. Ai tiratori cosa ho detto? Prima ho raccontato di un libro in cui un giocatore di pallanuoto, che lavora anche nello staff di Guardiola, diceva di immaginare la rete che si gonfia mentre vai al dischetto. Aiuta a segnare. Poi ho detto che li avremmo scelti insieme, con serenità. Chi parla dopo conta zero nel calcio. Non credo nell’inserire qualcuno solo per calciare: si dà fiducia a uno e la si toglie a un altro. Conta il cuore. Chi se la sente tira, chi no non va giudicato. Ho detto: ‘Giratevi verso la curva, guardate quanta gente ci crede. Fate quello che sentite’. Alla fine si sono messi d’accordo tra loro. Qualcuno non l’avevo mai visto tirare un rigore nemmeno in allenamento, ma lo hanno fatto con una freddezza incredibile”. Tra i momenti più duri, lo scontro diretto perso a due giornate dalla fine, che sembrava aver consegnato il titolo al Montecchio. E invece… “È stata l’unica partita della mia carriera in cui ho parlato alla squadra già nel viaggio di ritorno in pullman. Mai mi ero sentito così orgoglioso. Abbiamo dominato per 90 minuti nella metà campo avversaria. Abbiamo mostrato la nostra vera identità e di essere più forti di loror, più che nello spareggio. Magari altri nella società la pensavano diversamente, ma la nostra forza è stata proprio il confronto aperto. In quel momento però sentivo il dovere, da allenatore, di trasmettere orgoglio. La prestazione viene prima del risultato. Dovevamo continuare a crederci: se il Montecchio perdeva a Urbino, lo spareggio sarebbe stato tutto nostro. Non mi sento un veggente, ma sapevo che dovevo essere il primo a crederci. La sosta dopo quella sconfitta ci ha aiutato a ricaricare. E allenarci pensando allo spareggio, non ai playoff. Se noi avevamo perso a Urbino, anche loro potevano farlo”. Difficili anche il pareggio beffa di Osimo e la sconfitta proprio a Urbino, dopo 16 risultati utili consecutivi e oltre un girone d’imbattibilità. Una battuta d’arresto che ha pesato anche dal punto di vista emotivo. “Dopo 16 partite da imbattuti perderne una era quasi fisiologico. E poi era successa una cosa molto più importante: il nostro capitano aveva perso il padre. Cogngini ha giocato anche col dolore al ginocchio e ha voluto esserci lo stesso. In quella settimana ho sentito tante critiche, dimenticando che questa squadra è sempre stata in testa. In quei momenti serve stare vicini. E la curva, anche ad Urbino, ci ha fatto sentire tutto il suo affetto. Anche la società si è ricompattata: ci siamo detti le cose in faccia, come doveva essere. È stato un momento chiave”. Tanto si è detto anche del “vantaggio dilapidato”, dopo il +7 sul Montecchio maturato alla penultima dell’andata. Possanzini tiene a fare chiarezza. “Dopo la vittoria sul Montecchio, pareggiammo a Monturano: andammo sotto e pareggiammo con Nasic. Quella partita fu molto criticata, ma su quel campo avevano perso sia Chiesanuova che Montecchio. Lo vedo come un punto guadagnato. A +5 si è chiuso il girone, e quello è il vero distacco. Poi la federazione ha inspiegabilmente anticipato la partita del Montecchio col Fano, squadra che sarebbe scomparsa tre settimane dopo. Lo sapevamo tutti. Grazie a quella vittoria si portarono a -2 e poterono gestire la sosta in modo diverso. Una scelta vergognosa, in un campionato con investimenti e piazze importanti. Ma siamo stati superiori anche a questo”. E proprio il Monturano, un girone dopo, ha dato alla Maceratese la possibilità dello spareggio, in virtù della sconfitta del Montecchio a Urbino. La Maceratese, però, ha fatto prima il suo dovere. “Avevo detto ai ragazzi che dovevamo pensare solo a noi. Niente playoff, niente calcoli. Dovevamo vincere e basta. Dopo 10 minuti era già 2-0. Quando l’Urbino ha pareggiato, ho visto la tribuna svuotarsi verso il bar con la tv. I ragazzi guardavano i telefoni del direttore. Quando è arrivato il gol dell’Urbino, lo stadio è esploso. Un’emozione fortissima, quasi come ad Ancona. Un’iniezione di forza incredibile”. Uno spareggio che però è stato clamorosamente rinviato a due giorni dalla gara. Un’altra situazione non facile da gestire. “Quella sera abbiamo organizzato un asado al campo con gli argentini. Non si può avere fretta di vincere. Però mi ha dato fastidio leggere l’intervista di un dirigente del Montecchio che diceva: ‘Avevamo bisogno di questa sosta’. Forse in quel caso era meglio evitare una frase del genere. Non penso che qualcuno abbia forzato il rinvio, ci mancherebbe. Sono certo che è stato dovuto a un motivo di sicurezza e di ordine pubblico. Le scorie che derivano dalla partita precedente però incidono, lì qualcosa è stato falsato. Lo dico anche e soprattutto dopo una vittoria. Se avessi perso sarebbe un alibi, ma non è possibile giocarsi una stagione in una data diversa rispetto a quella programmata all’inizio dell’anno. Non è un fatto di favorire o sfavorire, ma di alterare il naturale corso degli eventi”.  Alla fine si gioca al Del Conero, ma non bastano nemmeno i 120 munuti. Si va ai rigori. E quando Lucero ha trasformato il penalty decisivo? “È stata una liberazione. Un momento sognato a lungo. Perché la nostra è stata una stagione di continuità, a differenza delle altre. Chi ci ha inseguito o ha condiviso la vetta con noi ha avuto fasi di rodaggio o calo. Noi abbiamo fatto 34 punti all’andata e 31 al ritorno. Si è parlato di punti persi e di acquisti che ci hanno fatto cambiare passo. Per me la chiave è stata un’altra: la continuità, il tirar fuori il meglio da ogni giocatore. Per questo sento che la vittoria è meritata”. Ora finalmente la Serie D: una rivincita personale, ma anche il giusto premio per Mister Possanzini, che ha saputo rimettersi in gioco e riconquistarsi quello che gli era stato tolto. "Spero di poter disputare da protagonista la prossima Serie D. L’ho fatta da allenatore per una giornata a Pesaro e per 17 a Recanati e sono stato esonerato in entrambe le volte. Dopo Recanati, in seguito ad alcune dinamiche di gruppo vissute male, avevo perso un po’ di voglia di allenare e sono ritornato a Porto Recanati, dove avevo vinto la Promozione, per ritrovarla. Lì ho rivinto un campionato di Promozione e  mi son detto: se son bravo ci arrivo per merito, non con le scorciatoie. Adesso ho vinto l’Eccellenza e quindi penso di meritarmi questa Serie D". (Foto Francesco Tartari)          

15/05/2025 16:54
Da Urbania ad Ancona, il cammino da batticuore della Maceratese verso la Serie D (FOTO e VIDEO)

Da Urbania ad Ancona, il cammino da batticuore della Maceratese verso la Serie D (FOTO e VIDEO)

Un campionato incredibile, una stagione vissuta col fiato sospeso fino all’ultimo rigore. La Maceratese ha conquistato la Serie D dopo uno dei finali più emozionanti degli ultimi anni: la vittoria ai calci di rigore nello spareggio contro il K Sport Montecchio Gallo, andato in scena al Del Conero, è stata la degna conclusione di un’annata da batticuore. Una montagna russa di emozioni, tra sorpassi e controsorpassi continui con i pesaresi, chiusa in modo clamoroso: all’ultima giornata, con la sconfitta del Montecchio a Urbino e la vittoria della Rata in casa contro il Monturano, le due squadre hanno chiuso a pari punti, rendendo necessario uno spareggio. Un finale thriller per una squadra che ha chiuso la stagione con numeri importanti: 31 partite (considerando anche quelle con il Fano e lo spareggio), 20 vittorie, 8 pareggi e appena 3 sconfitte. In tutto, 54 gol fatti e 26 subiti. I punti totali sarebbero stati 65, ridotti poi a 59 per la vicenda legata all'esclusione del Fano. Tutto è ripartito l’8 giugno, quando la Maceratese ha voltato pagina dopo due campionati deludenti in Eccellenza. Quel giorno è stato presentato il nuovo corso biancorosso: il presidente Alberto Crocioni ha affidato il rilancio della Rata a una dirigenza giovane, motivata e con le idee chiare. Stefano Serangeli come direttore generale, Nicolò De Cesare ds, Matteo Siroti a guidare lo scouting e Matteo Possanzini in panchina. Una squadra costruita con cura, dove alle conferme dei 'senatori' Gagliardini e Nicolosi e dei giovani locali Ruani e Cirulli si sono aggiunti giocatori importanti come Albanesi, Lucero, Nasic, Bracciatelli, Vanzan e soprattutto il colpo dell’estate: Luca Cognigni, arrivato il 19 luglio. A completare il gruppo, tanti giovani del territorio, alcuni inizialmente sottotraccia ma decisivi nel corso della stagione: Bongelli, Vrioni e Ciattaglia su tutti. La preparazione è iniziata il 24 luglio a Montecassiano, in attesa del completamento dei lavori all’Helvia Recina, mentre la presentazione ufficiale in Piazza della Libertà ha acceso l’entusiasmo della città. Le prime amichevoli e il successo in Coppa Italia contro il Montefano avevano già lasciato intravedere qualcosa. Il campionato è iniziato a Urbania con una battaglia decisa da un gioiello di Cognigni. Poi due vittorie nette contro Fano e Atletico Mariner hanno portato la Rata in vetta a punteggio pieno. Tra fine settembre e inizio ottobre, però, sono arrivate le prime difficoltà: il pareggio nel finale in dieci contro il Montegranaro, la sconfitta beffa al 98’ contro la Sangiustese, l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Chiesanuova. Ma anche la prima rimonta da urlo, firmata da Cognigni a Matelica, e soprattutto l'audace vittoria nel derby a Tolentino, con quasi 800 tifosi al seguito e i cambi decisivi di Ruani e Cirulli. I pareggi contro Urbino e Fabriano hanno rallentato la corsa, poi un lutto ha colpito tutta la tifoseria: la scomparsa di Stefano Tognetti, storico ultras, ha lasciato un vuoto, ma anche una forza nuova. La vittoria contro il Montefano è stata un inno alla bellezza e alla commozione: la rovesciata di Ruani e il destro a giro di Cirulli hanno steso gli avversari e scaldato la Curva Just, con la dedica a “Lu Vekkiu”. Da lì in poi, cinque vittorie consecutive senza subire gol, un gioco brillante e una difesa di ferro. Cirulli, nel suo momento magico, chiude i conti al Del Conero con i Portuali, poi decide nel finale la sfida con l’Osimana. I due argentini Lucero e Oses fanno impazzire Villa San Filippo nello scontro diretto con il Chiesanuova. A dicembre, in un Helvia Recina in versione natalizia, Vrioni veste i panni di Cognigni, squalificato, segna una doppietta e regala la vittoria nel big match col Montecchio all’Helvia Recina. La Maceratese è campione d’inverno. A Monturano Nasic evita la sconfitta. Il Montecchio anticipa la gara col Fano e chiude il girone di andata a -2.  Nel girone di ritorno, a causa del lungo infortunio di Albanesi, la società interviene e ingaggia Marras, subito decisivo. Contro l’Urbania la Rata ribalta lo svantaggio, ma si fa raggiungere nel finale. A Fermignano, contro un Fano in undici giocatori contati, basta un colpo di testa di Cognigni su pennellata di Marras. Col Mariner la Rata perde anche Nasic per infortunio: crociato ko, stagione finita. Ma la squadra risponde: 2-0 con gol di Cognigni e rigore di Ruani. A Montegranaro finisce 0-0 grazie a un grande Gagliardini, mentre Lucero di testa batte il Matelica. Il match in trasferta contro la Sangiustese è un'altra prova di forza: Marras e Vrioni ribaltano il risultato. Il ritorno del derby con il Tolentino è un’altra battaglia, con la Rata che rimonta due volte, ma cede il primo posto al Montecchio. Dopo 18 giornate, la Maceratese perde a Urbino. Il Montecchio pareggia col rigore contestato all’Osimana e allunga a +2. I biancorossi reagiscono: 3-1 al Fabriano con reti di Mastrippolito, Cirulli e Marras. Il Montecchio si ferma ancora: vetta di nuovo condivisa. Contro il Montefano, un altro capolavoro: Cognigni inventa due giocate decisive, trasformate da Marras, prima con un sinistro fatato all'incrocio e poi su rigore. L'ex Ancona e Fermana dedica la vittoria al padre scomparso qualche settimana prima: l'ennesimo momento difficile della stagione, col gruppo che si è stretto attorno al suo capitano. Con i Portuali è battaglia vera, risolta nel finale da Ruani.  A Osimo Gagliardini para un rigore ma si infortuna: entra l'esordiente Marchegiani. Vrioni segna una perla su punizione al 90’, ma al 94’ arriva il pareggio. A Chiesanuova il Montecchio non va oltre lo 0-0, e il testa a testa continua. A tre giornate dal termine arriva il Chiesanuova, ancora in corsa. Primo tempo spettacolare, chiuso sul 2-0 con la doppietta di Cognigni. Tempestilli accorcia, Marras inventa su punizione, poi ancora Tempestilli per un finale da brividi. Il Montecchio vince col Monturano su rigore al 92’: sarà resa dei conti allo Spadoni. Solo 400 tifosi ammessi, ma l’intera tifoseria biancorossa parte comunque per Montecchio, restando fuori dallo stadio. Il K Sport chiude il primo tempo avanti di un gol e con un uomo in più, dopo la controversa espulsione di Mastrippolito. Il raddoppio arriva a inizio ripresa. Chiunque avrebbe ceduto, ma non la Maceratese: in dieci, pareggia con uno-due da urlo di Bongelli e Cirulli. Il Montecchio torna avanti su calcio d’angolo, nella mischia. A una giornata dalla fine, la squadra di Magi sembra aver chiuso il discorso promozione.  Il campionato osserva 3 settimane di stop tra Pasqua e torneo delle regioni. Si riprende con la Maceratese che ospita il Monturano, in cerca di punti per disputare il playout in casa, e il Montecchio che fa visita all’Urbino, che può ancora sperare nei playoff. La Rata parte fortissimo e chiude in vantaggio 2-0 il primo tempo con Vrioni-Marras. Al termine dei primi 45 anche il Montecchio però è avanti 1-0 sull’Urbino. All’Helvia Recina, mentre la Maceratese porta a spasso il Monturano, inizia ad arieggiare un clima di rassegnazione. La speranza viene però riaccesa dal gol del pareggio dell’Urbino. Tutti i presenti sono con la testa al Montefeltro: la tribuna si svuota e va a seguire l’altra partita dalla tv del bar dello stadio. Intanto la Rata va sul 3-0 con Oses. Poco dopo arriva il sorpasso dell’Urbino, accolto con un boato incredibile da parte di tutto lo stadio. Marras fa doppietta e cala il poker. L’arbitro decreta la fine e tutti aspettano solo il fischio finale da Urbino. I giocatori sono raccolti in cerchio in mezzo al campo, la notizia arriva: l’Urbino ha vinto 2-1. Maceratese e K Sport Montecchio chiudono il campionato a pari punti. Sarà spareggio. Pochi giorni dopo la federazione ufficializza il Bianchelli di Senigallia come sede per ospitare lo spareggio. I maceratesi sono pronti a partire in massa e attendono solo news sulle prevendite, ma all’improvviso la Questura di Ancona boccia Senigallia per questioni di ordine pubblico. Il club biancorosso si attiva per trovare un’altra soluzione: viene sondata addirittura anche l’ipotesi Gubbio, mentre sembra fatta per il Recchioni di Fermo. Per la Questura però ancora niente da fare. La Curva Just scende in piazza per protesta. A due giorni dalla partita, dopo una settimana infuocata da polemiche, la federazione comunica lo slittamento dello spareggio di una settimana allo stadio del Conero di Ancona. Il popolo biancorosso viene ancora tenuto in attesa per quanto riguarda i biglietti, con la prevendita che scatta il giovedì. Viene eletto il nuovo Papa: Leone XIV. Nello stesso momento il club biancorosso comunica un’altra fumata bianca: il sold out dei 2.000 biglietti messi a disposizione in sole 3 ore. La società ne richiede altri e ne riceve ulteriori 500, polverizzati subito anche quelli. In un clima di incredibile entusiasmo la Maceratese va ad Ancona a contendersi la Serie D. 11 maggio 2025: una data destinata a restare nella storia biancorossa. Prima del fischio di inizio, la Curva Just espone una meravigliosa coreografia coi colori biancorossi e il simbolo di Macerata al centro. Sotto la scritta che recita: “HINC A TE NATI CIVITAS MACERATENSIS”. La partita inizia al meglio per la Rata, che la sblocca subito al 9’ col colpo di testa di Lucero. Dopo un primo tempo equilibrato si va a riposo con questo punteggio. Nella ripresa il K Sport Montecchio trova il gol del pari con Micchi, anche lui di testa. Torelli entra scomposto su Marras e si becca il secondo giallo, lasciando i suoi in dieci. La Maceratese prova a sfruttare l’uomo in più, ma i pesaresi si difendono bene. Si va ai supplementari, con la Rata che preme ma col Montecchio che regge. Non sono bastate 30 partite, non sono bastati 120 minuti: l’Eccellenza Marche 2024/25 si decide ai rigori. Si calcia dalla parte opposta alla Curva Sud dove ci sono i tifosi maceratesi. Vanzan e Gomez non sbagliano, ma Micchi, Magnanelli fanno lo stesso. Cognigni segna, ma non Gurini, che si fa ipnotizzare da un eroico Gagliardini. Cirulli mantiene i nervi saldi e batte Cerretani. Fa lo stesso Kalombo e assegna dunque a Lucero la responsabilità dell’ultimo rigore. L’argentino va sicuro sul pallone, spiazza il portiere e spedisce la Maceratese in Serie D, a dieci anni dall’ultima volta, a otto dall’esclusione dalla Serie C e dal fallimento. Il secondo campionato vinto dal presidente Crocioni, emozionatissimo nei festeggiamenti finali. La stagione 2024/2025 resterà scolpita nella memoria dei tifosi come una delle più emozionanti della storia biancorossa. Un’annata da batticuore, vissuta al ritmo dei cori della Curva Just, del carisma di capitan Cognigni, del talento dei giovani, della tenacia di Mister Possanzini. Una squadra costruita con amore per la maglia, che ha saputo emozionare e, alla fine, vincere. La Serie D torna a essere realtà. La Rata è tornata. (Foto di Francesco Tartari)

14/05/2025 19:38
"Ci avete rotto il calcio": disorganizzazione e scelte discutibili, esplode la rabbia dei tifosi

"Ci avete rotto il calcio": disorganizzazione e scelte discutibili, esplode la rabbia dei tifosi

La sede dello spareggio promozione tra Maceratese e Montecchio? Cambiata all’ultimo. La data? Spostata di una settimana. I biglietti? Ancora non si sa nulla. Il calcio regionale, quello che dovrebbe rappresentare la passione e l’identità dei territori, negli ultimi giorni sta vivendo uno dei momenti più confusi della sua storia. E a pagare, come sempre, sono società, tifosi e chi lavora con serietà per rendere dignitosi questi campionati. La vicenda di Maceratese–Montecchio è stata emblematica. A due giorni dalla sfida, inizialmente prevista per il 4 maggio, la Lega ha comunicato il rinvio dell’incontro, che ora si disputerà l'11 maggio allo stadio Del Conero di Ancona. Una decisione arrivata a ridosso del weekend, senza motivazioni ufficiali né indicazioni operative, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei biglietti. A oggi, a soli cinque giorni dal match, non si conoscono ancora modalità e tempi per l’acquisto, nonostante l’importanza dell’evento e la forte affluenza attesa. A subire le conseguenze di questa incertezza non sono solo le due squadre coinvolte, ma anche le formazioni del playoff: il Tolentino, che ha vinto la semifinale contro il Chiesanuova, dovrà restare fermo due settimane prima di scendere di nuovo in campo contro la perdente dello spareggio. Una pausa lunga e forzata, che rischia di spezzare il ritmo e alterare l’equilibrio sportivo. Anche la semifinale stessa, giocata domenica scorsa, ha risentito delle difficoltà organizzative. Il match si è disputato davanti a un numero ridotto di spettatori, nonostante gli investimenti del Chiesanuova e dell’amministrazione comunale per adeguare l’impianto e renderlo conforme ai parametri richiesti fino alla Serie D.  Ma la settimana è proseguita con un’altra scelta che ha sollevato polemiche. La finale per il titolo regionale di Promozione tra Jesina e Trodica si giocherà domenica 11 maggio, alle 16:30, allo stadio Carotti di Jesi. Stesso orario e stessa provincia dello spareggio Maceratese–Montecchio, e soprattutto in concomitanza con il Palio di San Floriano, evento che ogni anno richiama molte persone in città. Una sovrapposizione che ha suscitato perplessità sia per motivi di ordine pubblico che per la fruizione da parte del pubblico. Le due società avevano espresso la volontà di disputare la gara al San Francesco di Trodica, una proposta che sembrava trovare consenso, ma che non è stata accolta. Da qui lo sfogo della tifoseria biancoazzurra, le Teste Matte 1991, in un comunicato molto duro: “Le Teste Matte esprimono dissenso per l’ennesima gestione vergognosa da parte della Federazione e degli organi decisionali regionali. Con la prossima, giocheremo due finali consecutive - Coppa Italia e Titolo Regionale - affrontando trasferte per quasi 350 km totali. Spese pesanti, per chi, come noi, mette il cuore prima del portafoglio. Pensavamo che per la finale contro la Jesina si usasse un minimo di buonsenso, ascoltando la nostra società nella richiesta di giocare di sabato. Invece no: ancora una decisione senza senso e distante dalla realtà, aggravata dal voltafaccia dei responsabili della Jesina, al momento del sorteggio a noi sfavorevole. Forse nel capoluogo non siamo simpatici, o forse la nostra matricola non ha lo stesso fascino di quella dei nostri avversari. Critichiamo l’uso strumentale del concetto di ‘ordine pubblico’ invocato solo quando fa comodo. Stavolta non vale, perché non conviene a qualcuno. State distruggendo il bello di queste categorie: passione, tifo, senso di appartenenza. La distanza non è una scusa per chi vive questi ideali, ma non possiamo tacere davanti all’ennesima mancanza di rispetto”. Il punto è che il livello del calcio dilettantistico si è alzato. Le società investono, si organizzano, costruiscono strutture, coinvolgono le comunità. Sarebbe auspicabile che anche le istituzioni calcistiche rispondessero con pari serietà, affinché il sistema funzioni davvero. Perché il calcio non lo fa solo il pallone che rotola: lo fanno le persone che ci credono, ogni domenica. E quando queste vengono lasciate nell’incertezza o trattate con superficialità, qualcosa si rompe. E allora sì, con amarezza ma con voce chiara: ci avete rotto il calcio.

06/05/2025 14:35
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