Dalle strade di Pechino alle spiagge di Civitanova, passando per Bangkok, Riyad e Matera. Nuno Couceiro, allenatore portoghese classe 1985, ha girato il mondo con il cronometro al collo e un’idea chiara in testa: il calcio come linguaggio universale. Oggi, dopo esperienze in diversi continenti, il tecnico si è stabilito nelle Marche e sogna una nuova sfida su una panchina italiana.
"Ho iniziato ad allenare a 23 anni come vice nella Primavera 1 in Portogallo", racconta Couceiro. "Poi ho scoperto che Luis Figo, un vero e proprio dio dalle nostre parti, aveva aperto una scuola calcio in Cina. Ho mandato il mio curriculum e nel giro di poco, nel 2014, mi sono trasferito a Pechino". Quattro anni nella capitale cinese, poi una chiamata dalla Thailandia. "Sono approdato a Bangkok, prima per uno stage e poi come vice allenatore del Bangkok FC, squadra di Serie A". Dopo l’Asia, il ritorno in Europa per via della pandemia, fino a una nuova chiamata, questa volta dall’Arabia Saudita: "Ho allenato la Primavera 1 dell’Al Faisaly FC, club di Serie A che ha partecipato anche alla Champions League asiatica. Strutture all’avanguardia, trasferte in aereo, un livello altissimo".
Se il calcio l’ha portato in giro per il mondo, l’amore l’ha riportato in Italia. "A Pechino ho conosciuto Valentina, la mia attuale fidanzata nonchè futura moglie. Lei è di Civitanova, ma studiava in Cina quando ci siamo conosciuti. Poi io sono andato in Arabia, ma mi mancavano gli affetti, così ho scelto di trasferirmi in Italia".
Qui il tecnico ha mosso i primi passi nel calcio italiano con il Matera Città dei Sassi in Eccellenza lucana. "Il direttore sportivo, di origine brasiliana, ha pensato a me per allenare la sua squadra con diversi suoi connazionali in squadra. Un’esperienza incredibile che mi ha permesso di iniziare a farmi conoscere: squadra giovane, un bel gioco e i playoff conquistati".
Oggi Couceiro è responsabile tecnico all’ISM Football Academy di Perugia, una scuola calcio internazionale che accoglie talenti da ogni parte del mondo. "Ci sono ragazzi dai 15 ai 20 anni da Australia, Canada, Giappone, Corea, Messico… tutti con il sogno di diventare professionisti. Provengono da un calcio diverso dal nostro. Il mio compito è aiutarli a capire il calcio europeo".
Il Portogallo vanta una grande tradizione di allenatori. I riferimenti di Nuno sono chiari: "Mourinho ha cambiato la mentalità degli allenatori portoghesi. Il suo calcio può sembrare superato, ma è sempre vincente. Io cerco di prendere spunto dalla sua strategia, ma con un’impronta più offensiva. A Matera avevamo il 70-80% di possesso palla e abbiamo chiuso la stagione con 11 gol subiti in quasi 30 partite. Per me la miglior difesa è l’attacco".
E il futuro? "Mi piacerebbe allenare nelle Marche. Voglio portare qui la mia esperienza e il mio stile di gioco. Sono pronto per una nuova avventura". Un globetrotter con una nuova missione: lasciare il segno anche nel calcio marchigiano.
Si poteva pensare a un rilassamento dopo la vittoria del campionato con quattro giornate di anticipo, ma il Trodica continua a dimostrare la propria superiorità, migliorando numeri già da record. Domenica scorsa i biancoazzurri hanno conquistato un'altra vittoria nel match casalingo contro l'Azzurra Colli, sconfitta per 4-2. Protagonisti dell’incontro Panichelli, autore di una doppietta, Virgili e Giovannini, quest’ultimo arrivato a quota 10 reti in campionato, diventando il terzo giocatore della squadra a raggiungere la doppia cifra. Con questo successo, il Trodica ha raggiunto quota 68 punti in campionato, consolidando ulteriormente il proprio dominio.
Pochi giorni prima, la squadra di mister Buratti aveva già travolto l’Azzurra Colli, in quel caso 4-1, nel ritorno delle semifinali di Coppa Italia, bissando il 4-0 dell’andata. Il mese di marzo si era aperto con due vittorie schiaccianti per 4-0 contro Sangiorgese e Monticelli, a conferma di un attacco travolgente. Il 4-2 contro l'Azzurra Colli ha così chiuso un cerchio statistico impressionante: nell'ultimo mese, tra coppa e campionato, il Trodica ha messo a segno ben cinque poker, un dato curioso ma che evidenzia la straordinaria continuità realizzativa della squadra.
Ora, dopo aver superato l'Azzurra Colli nelle semifinali di Coppa Marche, il Trodica si prepara alla finale contro il Marina. La data e la sede dell’ultimo atto della competizione sono state ufficializzate: la sfida decisiva si disputerà il 16 aprile alle 20:30 allo Stadio Bianchelli di Senigallia. Un appuntamento che i biancazzurri affronteranno con la consueta fame di vittoria, pronti a completare una stagione da incorniciare.
(Foto di Marcello Valentini)
"Non chi comincia ma quel che persevera". Questa frase campeggia sull’albero di maestra dell’Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina Militare Italiana, universalmente riconosciuta come la nave più bella del mondo. Un titolo meritato, frutto della dedizione costante del suo equipaggio, che quotidianamente si prende cura di ogni dettaglio. Ne abbiamo avuto la prova tangibile questa mattina, quando l’Amerigo Vespucci ha attraccato al Molo Clementino del porto di Ancona per la terza tappa del suo Tour Mediterraneo, proseguendo il viaggio iniziato dopo il successo del Tour Mondiale.
Nei precedenti 20 mesi, la nave ha solcato i mari di cinque continenti, raggiungendo 35 porti e percorrendo oltre 46.000 miglia nautiche. Ora, con il nuovo itinerario, toccherà complessivamente 17 tappe fino a concludere la sua rotta a Genova il prossimo 10 giugno, in occasione della Giornata della Marina Militare.
Nonostante il cielo grigio e il clima rigido di questo primo aprile, l’Amerigo Vespucci è giunta al porto con la sua inconfondibile maestosità alle ore 8 del mattino. Un vero scherzo del meteo, che ha giocato d'anticipo su ogni pesce d'aprile, regalando un'atmosfera più da novembre che da primavera. Ad attenderla, una breve cerimonia di benvenuto, presieduta dall'Ammiraglio di Squadra Antonio Natale, Comandante delle Scuole della Marina Militare, e accompagnata dalla Fanfara dell’Accademia Navale di Livorno, che ha eseguito l'Inno di Mameli e l'Inno del reggimento di S. Marco. All’evento hanno preso parte anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il sindaco di Ancona Daniele Silvetti e il Capitano di Vascello Giuseppe Lai, Comandante della nave.
Saliti a bordo, siamo stati accolti da un membro della Marina che ci ha guidati alla scoperta dei segreti che rendono l’Amerigo Vespucci un’icona della marineria italiana. Costruita nel 1931, con i suoi 101 metri di lunghezza, compreso il bompresso, e i suoi tre imponenti alberi - il trinchetto di 50 metri, l’albero di maestra di 54 metri e la mezzana di 43 metri - la nave incarna tradizione, eleganza e funzionalità. I 90 nocchieri di bordo si occupano quotidianamente della manutenzione, lucidando ottone e legni pregiati, assicurandosi che ogni dettaglio risplenda come appena varato.
A bordo dell’Amerigo Vespucci infatti si lavora senza sosta, giorno e notte. L’equipaggio è composto da oltre 250 membri, ma il numero supera le 400 unità quando a bordo si trovano gli allievi dell’Accademia Navale. La formazione è continua e segue il motto inciso sulla nave: "Non chi comincia ma quel che persevera". Un messaggio rivolto agli allievi della prima classe, che devono affrontare il loro percorso con determinazione e costanza. Ogni angolo della nave racconta una storia e ogni manovra è eseguita con una precisione che testimonia il rigore e la disciplina della Marina Militare. "Aprire la nave al pubblico è un atto di condivisione - ci spiega la nostra guida - non solo per mostrare la bellezza di questo gioiello dei mari, ma anche per far conoscere il lavoro incessante che si cela dietro ogni traversata".
Camminare sui suoi ponti in legno, accarezzare le cime robuste, osservare da vicino il lavoro silenzioso ma incessante del suo equipaggio: ogni dettaglio trasmette la sensazione di essere parte di una storia che continua a navigare nel tempo. In più, pensare che questa nave abbia più volte circumnavigato il globo nel corso della sua storia è allo stesso tempo impressionante ed emozionante.
L’Amerigo Vespucci resterà ormeggiato ad Ancona fino al 3 aprile, per poi riprendere il viaggio verso Ortona, in Abruzzo, proseguendo il suo itinerario che continua a celebrare la storia e la cultura della navigazione italiana. La reazione da parte dei cittadini del mondo è confermata anche ad Ancona, dimostrata dalla lunga fila sul molo San Francesco del porto dorico, fin dalle prime ore del mattino in attesa di salire a bordo. Tante anche le scolaresche arrivate per visitare la nave.
"Ad Ancona Vespucci è di casa, è già stata qui diverse volte, e tra noi c'è una grande voglia di raccontare quello che abbiamo fatto - ha spiegato il capitano di corvetta Giuseppe Lai - . Ovunque stiamo ricevendo una grande accoglienza, un grande calore, prima a Trieste, poi a Venezia e aspettiamo di conoscere i marchigiani, la gente di Ancona".
"L'arrivo della Vespucci è un momento importante per Ancona, per la regione Marche - ha commentato il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli - fa piacere che una nave, che è ritenuta la nave più bella del mondo, venga in un porto, in una regione che ha anche una grandissima tradizione nella cantieristica e che ci pone come eccellenza. Questa nave rappresenta anche grazie al governo, al Ministero Agricoltura, un ambasciatore del mondo delle eccellenze italiane. È una grande soddisfazione, c'è tantissima gente e soprattutto c'è una consapevolezza della bellezza che l'Italia riesce ad esportare in tutto il mondo".
(Foto di Francesco Silla)
Sotto le mura di Macerata cresce una pianta che, nonostante tutto, non smette mai di fiorire: la "Gramaccia". Niente paura, non stiamo parlando di erbacce, ma di un nuovo circolo che sta per aprire in viale Leopardi 8, pronto a ridare vigore e freschezza alla scena culturale locale. Come l'omonima erba resistente, Arci Gramaccia nasce per restare e crescere, portando con sé una ventata di novità e sperimentazione, tra dj set, live, laboratori e mostre. Un posto dove la cultura alternativa trova finalmente casa e si rinnova, in un angolo di Macerata che non vedeva l'ora di essere un po' più creativo. A dare vita a questo progetto sono Zarife Ibraimovska, Manuele Marani e Stefano Teodori, che hanno deciso di lanciarsi in questa avventura. L'inaugurazione ufficiale si terrà questo weekend, con una serie di appuntamenti da non perdere. Per capire che tipo di locale Arci Gramaccia vuole essere abbiamo fatto due chiacchiere con Manuele Marani.
Come ci spiega, l’idea di aprire Gramaccia è frutto di una sintesi naturale tra le esperienze professionali di Zarife, Manuele e Stefano. "Siamo tutti professionisti dello spettacolo, dal mondo musicale a quello videografico, e Zarife è una bartender davvero eccezionale. Ci siamo resi conto che mancava uno spazio come questo, dove mettere insieme le nostre passioni e le nostre competenze. Così abbiamo deciso di creare qualcosa di nostro. È stato un rischio, certo, ma la voglia di fare qualcosa di autentico ci ha spinto ad andare avanti".
Quando si parla di Gramaccia, non si può fare a meno di notare l'intensità del nome scelto."È simbolo di una forma di vita che, nonostante tutto, cresce e resiste. Una specie di acciaio che non si spezza, ma che diventa sempre più forte", spiega Marani. "È un po' come noi: siamo sempre andati avanti, anche nei momenti più difficili, e questo nome è una riflessione sulla tenacia che ci ha spinto a realizzare questo progetto."
L’inaugurazione del 29 marzo sarà un piccolo assaggio di quello che Arci Gramaccia vuole diventare. Il programma della serata prevede un mix perfetto di musica dal vivo, dj set, reading e performance artistiche, pensato per stimolare tutti i sensi. Il primo evento vedrà la partecipazione di artisti di grande spessore, come DJ Smegma (Vanni Fabbri), un nome che fa tappa nella scena musicale più underground, Capoxoo, che proporrà un reading interattivo con intelligenza artificiale, e OopopoioO, duo musicale che promette di offrire uno spettacolo fuori dagli schemi, con una miscela di theremin e cianfrusaglie elettroniche.
"Dell’inaugurazione abbiamo scelto un mix di artisti che rappresentano quello che vogliamo fare", dice Marani. "OopopoioO la dice lunga su quello che vogliamo proporre: un tipo di musica che non si può catalogare facilmente. Capoxoo vuole spingersi oltre, esplorando la relazione tra arte e intelligenza artificiale. Vogliamo che questo circolo diventi un luogo dove sperimentare, dove non ci siano limiti all’arte e alla creatività".
Ma Gramaccia non sarà solo musica e performance. Il circolo si propone anche come cineclub Ucca, con proiezioni di film ogni martedì o mercoledì, curate dal videomaker Stefano Teodori. Inoltre, sono previsti laboratori per illustratori e mostre con artisti internazionali, a cura di Claudia Palmarucci, Premio Andersen per l'illustrazione.
"L'idea è quella di creare un punto di riferimento per tutti gli appassionati di cultura, arte e musica, ma anche di offrire spazi per la formazione", racconta Marani. "Ci piace l'idea di un circolo che cresca con la gente che lo frequenta, senza imporre nulla, ma lasciando che l'identità si costruisca insieme, con la partecipazione attiva".
Manuele Marani conclude con una riflessione sulla direzione che il circolo intende seguire: "Speriamo che Gramaccia diventi un punto di riferimento per i giovani e per tutta la comunità. Vogliamo proporre una cultura del tempo libero di qualità, rispettando sempre la città. Non vogliamo fare delirio, ma offrire esperienze che possano arricchire davvero chi le vive".
Il Trodica non si ferma più e, dopo aver dominato il campionato di Promozione, si assicura anche l'accesso alla finale di Coppa Italia. La squadra di Buratti supera con un netto 4-1 l’Azzurra Colli anche nel ritorno delle semifinali, bissando il 4-0 dell’andata. In trasferta, le reti di Stroppa, Giovannini, Chornopyshchuk e Panichelli certificano il passaggio del turno, mentre per i padroni di casa, scesi in campo con una formazione molto giovane, il gol della bandiera porta la firma di Ciotti.
Ora per il Trodica l’appuntamento è fissato per il 16 aprile, quando si giocherà la finale contro il Marina. Restano da definire lo stadio che ospiterà l’evento: al momento, il Tubaldi di Recanati e il Bianchelli di Senigallia sono le ipotesi più accreditate.
Se la vittoria è stata schiacciante, il momento più significativo della partita però porta la firma di Lion Giovannini, non solo per il gol segnato, ma per un bellissimo gesto di fair play. Alla mezz’ora, dopo un’azione sulla sinistra, l’arbitro concede un rigore al Trodica per un presunto fallo di Regnicoli su di lui. Ma l'ex Ascoli, con grande onestà, ammette di non aver subito alcun contatto e l’arbitro, riconoscendo l’errore, corregge la decisione concedendo un calcio d’angolo.
“Questione di correttezza”, ha spiegato Giovannini. “Sono scivolato da solo e mi è sembrato giusto dirlo all’arbitro. Gli avversari mi hanno immediatamente ringraziato. Non l'ho fatto solo perchè eravamo in vantaggio, ma avrei fatto la stessa cosa anche in un'altra situazione. Mi sento un giocatore molto maturato da questo punto di vista".
La serata è stata resa ancora più speciale dalla consapevolezza di aver raggiunto un altro importante traguardo. “C’è grande soddisfazione per essere arrivati in finale”, ha raccontato Giovannini. “Questo era il nostro secondo obiettivo stagionale, dopo la vittoria del campionato. Ora cerchiamo di completare il benedetto ‘triplete’ di cui parla sempre il mister”.
Guardando al futuro, l’attaccante non ha dubbi sulla sua permanenza. “Da parte mia, l’intenzione è assolutamente quella di restare”, ha dichiarato. “Ora vedremo con la società, ma credo che ci sia disponibilità da entrambe le parti. Quest’anno mi sono trovato benissimo: la squadra, lo staff e i tifosi mi hanno fatto sentire un giocatore importante. Un grazie particolare va a Le Teste Matte, che ci hanno seguito anche ieri, nonostante il turno infrasettimanale e l’orario lavorativo, e ci hanno spinto alla vittoria”.
Il Trodica continua la sua corsa e ora punta deciso alla Coppae poi al titolo regionale: il sogno del triplete è più vivo che mai.
(credit foto: Marcello Valentini)
Svelato questa mattina presso la sala stampa dello Sferisterio il cast della 61esima edizione del Macerata Opera Festival, in programma dal 18 luglio al 10 agosto 2025. In una sala particolarmente gremita di giornalisti, mecenati, sponsor e addetti ai lavori, il sindaco di Macerata e Presidente dell'Associazione Arena Sferisterio Sandro Parcaroli, l’assessore alla cultura di Macerata Katiuscia Cassetta, la sovrintendente Lucia Chiatti e il direttore artistico Marco Vinco hanno presentato nel dettaglio i cast dei tre titoli d’opera: La Vedova allegra (18, 27 luglio, 2 e 9 agosto), Rigoletto (19 e 25 luglio, 3 e 8 agosto) e Macbeth (26 luglio, 1, 7 e 10 agosto). In programma anche il balletto Carmen della compagnia Antonio Gades (30 luglio) e uno scintillante Gala d’opera (31 luglio).
Titolo di apertura La Vedova allegra di Franz Lehár, in versione italiana, rispetto all’originale in lingua tedesca, che debutta al Macerata Opera Festival. Una nuova produzione firmata dal regista Arnaud Bernard, dal coreografo Gianni Santucci, dallo scenografo Riccardo Massironi e dalla costumista Maria Carla Ricotti. Sul podio il Maestro Marco Alibrando. La compagnia di canto vede, nei panni della protagonista Hanna Glawari, il soprano Mihaela Marcu; mentre ad interpretare il ruolo di Valencienne è il soprano Cristin Arsenova. Al loro fianco i tenori Valerio Borgioni nei panni di Camille de Rossilon, Alessandro Scotto di Luzio in quelli di Danilo Danilowitsch e il baritono Alberto Petricca in quelli del Barone Mirko Zeta. Proprio quest’anno ricorrono i 120 anni dalla prima rappresentazione andata in scena nel 1905 a Vienna.
Segue Rigoletto di Giuseppe Verdi, un titolo che, come sottolineato dal direttore artistico Marco Vinci “fa tremare le vene e i polsi sono a pronunciarlo’. Sarà riproposto nell’allestimento del 2015 firmato dal regista Federico Grazzini, dallo scenografo Andrea Belli, dalla costumista Valeria Donata Bettella e dal light designer Alessandro Verazzi. La direzione dell'orchestra è affidata al Maestro Jordi Bernacer, un nome di rilievo internazionale. Nei panni di Rigoletto il baritono Ernesto Petti, prima volta a Macerata per lui, in quelli di Gilda il giovane e talentuoso soprano Ruth Iniesta, mentre Il Duca di Mantova è interpretato dal tenore Ivan Magrì. Con loro, il basso Luca Park nel ruolo di Sparafucile, il mezzosoprano Carlotta Vichi in quello di Maddalena, il basso Alberto Comes in quello di Monterone.
Terzo titolo Macbeth di Giuseppe Verdi, che torna a Macerata dopo il grande successo di pubblico e critica ottenuto nel 2019. L’allestimento, firmato da Emma Dante, ripreso dal 33enne Federico Gagliardi, è stato premiato con il prestigioso Angel Herald Award di Edimburgo nel 2017. Le scene sono di Carmine Maringola, i costumi di Vanessa Sannino, le luci di Christian Zucaro, le coreografie di Manuela Lo Sicco. Sul podio il Maestro Fabrizio Maria Carminati. La compagnia di canto vede il baritono Roman Burdenko nel ruolo di Macbeth, affiancato dal soprano Marta Torbidoni, orgoglio marchigiano e al suo debutto nel ruolo di Lady Macbeth. Antonio Poli interpreta il ruolo di Macduff, mentre Marko Mimica quello di Banco. Accanto a loro, Federica Sardella come Dama di Lady Macbeth e Oronzo D'Urso come Malcolm.
L’appuntamento della danza è con Carmen, iconico flamenco prodotto della Compagnia Antonio Gades, famoso per aver reso il flamengo popolare nel mondo come una vera e propria forma d’arte. Lo spettacolo, nato dalla collaborazione con Carlos Saura, prende spunto dal racconto originale di Merimée, e intende quest’anno celebrare i centocinquanta anni dalla prima rappresentazione dell’omonima opera di Bizet. In una sapiente fusione tra musica lirica e flamenco, il balletto esprime la passione, la forza e la drammaticità della storia di Carmen creando una performance vibrante ed emozionante.
Completa il calendario l’Opera Gala (31 luglio), un raffinatissimo concerto lirico vocale che coinvolge gli artisti protagonisti delle tre opere del Macerata Opera Festival 2025 in una esibizione dei brani più celebri e significativi di Vedova allegra, Rigoletto e Macbeth.
Protagonisti anche in questa edizione l’Orchestra Filarmonica Marchigiana FORM, il Coro Lirico Marchigiano Vincenzo Bellini per la prima volta diretto dal Mastro Christian Starinieri e la Banda Salvadei.
Il Festival riapre agli under 30 le Anteprime (Vedova allegra 16 luglio, Rigoletto 17 luglio, Macbeth 24 luglio) che, accompagnate da incontri didattici preparatori, offrono agli under 30 una straordinaria opportunità di avvicinamento al mondo dell’opera.
Confermato anche il Macerata Opera family, progetto rivolto agli studenti di istituti di ogni ordine e grado e alle loro famiglie, per consolidare il legame tra lo Sferisterio e la sua comunità.
Non mancherà l’impegno sociale, con i progetti Inclusive Opera e In Opera dedicati al tema della accessibilità e dell’inclusione, con particolare attenzione a ipovedenti, ipoudenti, malati di Alzheimer e persone con altre forme di disabilità.
Gli Amici dello Sferisterio proseguono il loro impegno nelle attività di approfondimento e divulgazione. Tornano anche gli Aperitivi Culturali nella sede tradizionale degli Antichi Forni, e le iniziative promosse dalla Andrea Bocelli Foundation, che vedrà gli studenti coinvolti per la realizzazione di alcuni concerti.
"Ripartiamo con entusiasmo in questa 61ª edizione del Macerata Opera Festival con l’obiettivo di rendere l’opera sempre più accessibile e coinvolgente per tutti” dichiara il Sindaco e Presidente Sandro Parcaroli ”Il nostro impegno è quello di continuare ad accrescere il prestigio dello Sferisterio, orgoglio della nostra città ed eccellenza culturale in Italia e nel mondo, e ciò grazie al sostegno delle istituzioni e di tutti coloro che stanno dimostrando di credere fortemente nel nostro lavoro”.
Entusiasta anche l’Assessore alla Cultura Katuscia Cassetta: “Con la nuova apertura delle Anteprime agli under 30, a cui i ragazzi accedono dopo specifici incontri formativi, vogliamo avvicinare sempre di più il pubblico giovane all’opera. Inoltre sono particolarmente entusiasta di annunciare che per la prima volta il nostro progetto per le scuole sarà aperto anche alle famiglie e alla città, un ulteriore passo verso la diffusione della musica e del teatro a tutta la comunità.
"Lo Sferisterio continua a essere un luogo in cui sentirsi parte di un progetto comune” - dichiara la Sovrintendente Lucia Chiatti - “Desidero ringraziare tutti coloro che lo rendono possibile, dalle maestranze agli artisti, dallo staff agli sponsor, dai mecenati a tutte le istituzioni che sostengono il nostro lavoro: il Ministero della Cultura, la Regione Marche e il Comune di Macerata. Da ultimo un grazie sincero al nostro pubblico che attendiamo anche quest’anno a braccia aperte”.
“Nella kermesse 2025 si alterneranno artisti di fama internazionale e giovani talenti, a testimonianza di una sempre maggiore attenzione verso una nuova generazione di performer e di pubblico”, spiega il Direttore artistico Marco Vinco. “A tal fine ho voluto rivoluzionare l’idea comunicativa, rappresentando i protagonisti delle opere come personaggi cartoon, coniugando una programmazione artistica tradizionale con le esigenze di un pubblico contemporaneo”.
La conferenza stampa si è chiusa con un riferimento della sovrintendente Lucia Chiatti agli ottimi numeri già registrati dalla biglietteria del Macerata Opera Festival, con già 7.200 presenze garantite tra biglietti venduti e prenotazioni. Numeri che rappresentano già una crescita rispetto allo scorso anno.
Con il successo ottenuto nell'ultimo turno contro l'Urbania, il Montefano ha ufficialmente conquistato la matematica salvezza in Eccellenza con ben tre giornate di anticipo. I viola hanno vinto meritatamente per 2-1, grazie alle reti di Nardacchione al 38’ e Rombini al 69’. I durantini avevano accorciato le distanze quasi allo scadere con Franca, creando qualche brivido, prontamente allontanato dal triplice fischio dell’arbitro. Un successo che segna un traguardo importante per la squadra, che così si garantirà l’Eccellenza per l’ottavo anno consecutivo.
Un risultato importante per un paese di di nemmeno 4mila abitanti, ma con una società ormai consolidatasi ai massimi livelli del calcio regionale. A margine di questa storica conquista, il presidente Stefano Bonacci ha voluto esprimere la sua soddisfazione per il lavoro svolto dalla squadra e dalla società durante tutta la stagione.
"La vittoria di ieri è stata proprio la fotografia del campionato di quest’anno: una partita che potevamo tranquillamente vincere 4-0, ma che invece alla fine stava per farsi complicata, soffrendo più di quanto il campo avesse detto. Era già successo contro Maceratese e Montegranaro, perciò l’annata è questa." ha dichiarato Bonacci, facendo riferimento ad alcuni risultati che hanno sfavorito la sua squadra nonostante prestazioni comunque all'altezza.
Un percorso che dunque non è stato affatto semplice, anzi. A dicembre, dopo un inizio difficile e una serie di risultati che facevano fatica ad arrivare, il Montefano aveva optato per l'esonero dell'allenatore Manisera e all’arrivo di Amadio in panchina. Un cambio che, viste le conseguenze, si è rivelato decisivo.
"Se qualcuno a dicembre mi avesse chiesto se avessimo raggiunto la matematica salvezza a 3 giornate dalla fine, ci avrei messo subito la firma. Pur soffrendo, siamo usciti bene da un periodo complicato iniziale. Merito dell’allenatore che ha saputo prendere una strada e portarla avanti, merito dei giocatori che nelle difficoltà hanno saputo seguire l’allenatore, e merito della società che ha saputo dare tranquillità all’ambiente, senza mettere troppe pressioni alla squadra."
Determinanti sono state anche alcune mosse di mercato effettuate dalla società a dicembre, con l'arrivo di giocatori di grande esperienza come Alla e Ferretti, che hanno dato un impulso decisivo a una squadra che aveva bisogno di leadership e carisma.
"Avevamo bisogno di giocatori che non avessero solo caratteristiche tecniche, ma anche carisma e personalità forti. L’arrivo di Ferretti, il ritorno di Alla e il rientro di Palmucci ci hanno aiutato sotto questo punto di vista. È aumentato il valore tecnico, ma anche quella dose di esperienza nello spogliatoio che aiuta ad affrontare le situazioni negative nel modo giusto."
L'esonero di Manisera, come ricordato dal presidente, rimane comunque un episodio abbastanza isolato nella storia del club viola, che nonostante le difficoltà, ha sempre mantenuto la sua stabilità, cambiando solo tre allenatori in 22 anni di gestione.
"Non è la prima volta che succede che la stagione parte male. Su 22 anni di gestione della prima squadra abbiamo cambiato solo 3 allenatori. Non è una cosa che amiamo fare. Però quando non si può fare a meno bisogna farlo. Quello che ci è piaciuto però è il livello di prestazione raggiunto nell’ultimo periodo. Siamo arrivati a salvarci a 3 giornate dalla fine, soffrendo, ma l’abbiamo fatto attraverso le prestazioni. Questo è quello che ci dà maggiore soddisfazione."
Un doveroso riferimento anche alla situazione del Fano, che con la sua esclusione ha avuto un impatto sulle classifiche, facendo perdere al Montefano qualche punto di vantaggio in classifica.
"Se non fosse stato escluso il Fano saremmo arrivati alla partita con l’Urbania con un filino di tranquillità in più", ha commentato il presidente.
Guardando alle ultime partite, Bonacci ha sottolineato l’intenzione di onorare il campionato e di proseguire con il massimo impegno fino all’ultima giornata, pur con un po' di serenità acquisita dalla salvezza matematica.
"Affronteremo le ultime partite onorando il campionato e garantendone il corretto prosieguo. Vincendole tutte avremmo la possibilità di chiudere a 40 punti, che ha sempre un altro sapore rispetto a finire con 30 punti."
Sul futuro il presidente non si sbilancia, godendosi intanto la meritata salvezza. "Per la prossima stagione l’unica cosa certa è che faremo l’Eccellenza per l’ottavo anno consecutivo, e non è affatto poco. Non so nemmeno se otto anni fa una cosa del genere era pronosticabile. Poi col mister ci siamo trovati bene, ha svolto alla grande il compito che gli era stato affidato. Poi vai a capire l’anno prossimo cosa succede."
Infine, Bonacci ha dato il suo parere sul duello finale tra Montecchio e Maceratese per la vittoria del campionato. Per lui, il Montecchio parte leggermente favorito, ma la sfida di domenica contro il Chiesanuova della Maceratese potrebbe rivelarsi decisiva.
"Secondo me sono entrambe un po’ a corto di benzina. Mi sembra che il Montecchio riesca a vincere le partite sforzandosi di meno. Non è più forte e non è meno forte, ma ha una quadratura diversa e subisce meno gol. La Maceratese per vincere deve per forza giocare bene. Come tutte le squadre di Possanzini non sa vincere giocando male e questo nella fase finale di un campionato così tirato può non essere un pregio. Le metto alla pari ma, non me ne vogliano gli amici di Macerata, il Montecchio è leggermente favorito. Anche se la prossima partita della Maceratese contro il Chiesanuova potrà dire molto".
Il Chiesanuova si prepara ad affrontare due sfide cruciali nel campionato di Eccellenza Marche. I biancorossi di Mister Mobili si troeranno di fronte, in successione, le due capoliste K Sport Montecchio Gallo e Maceratese. Con 4 giornate al termine e 6 punti di distanza dalla vetta, molti vedono nella squadra di Mobili l’arbitro finale del duello per il primato, ma il Chiesanuova non si sente fuori dai giochi. A confermarlo è Nicolas Canavesio, difensore argentino e punto di riferimento della retroguardia dei treiesi. L’abbiamo intervistato alla vigilia del doppio scontro diretto.
Nicolas, la sconfitta di Monturano ha complicato un po' la rincorsa alle due capoliste. Questo Chiesanuova però non molla, vero?
"Noi non molliamo mai. Lo abbiamo già dimostrato in questo campionato: quando nessuno pensava che potessimo recuperare dopo qualche sconfitta, ci siamo sempre rialzati dimostrando di avere cuore. Abbiamo infilato 5-6 partite senza prendere gol e non è cosa da poco. Questo anche grazie al mister, che lavora molto dopo le sconfitte e ci fa tirare fuori tutto quello che abbiamo. È per questo che già in questa settimana ci siamo lasciati alle spalle la sconfitta di Monturano".
Adesso ci saranno K Sport e Maceratese di fila. Cosa ti aspetti da questo doppio confronto?
"Mi aspetto le due partite più belle del campionato, quelle che ogni giocatore vuole giocare. Ci sono 15 squadre in Eccellenza e per fortuna tocca a noi affrontare le prime due della classe. Tanti altri giocatori vorrebbero essere al nostro posto, e noi abbiamo la consapevolezza che dipende tutto da noi: possiamo togliere punti a loro e salire noi. Sono le classiche partite che valgono 6 punti anziché 3. Domenica abbiamo un po’ rallentato, però quando vediamo la classifica e siamo ancora a -6 con due scontri diretti, sappiamo che non c’è ancora nulla di scritto."
Ancora fuori per infortunio il tuo collega Monaco, con cui hai instaurato un grande feeling in difesa. Stai sentendo la sua mancanza?
"Monaco è fuori da un mese ma già in questa settimana ha iniziato la parte finale del recupero. Speriamo di ritrovarlo già dalla prossima partita. Averlo in campo è importante perché è un giocatore indispensabile per noi, ma chi ha giocato al suo posto, da Tempestilli a Tacconi a Morettini, ha sempre fatto bene. Insieme formiamo una bella coppia. Sembriamo due fratelli che sanno sempre cosa fa l’altro. Lo aspettiamo, ma ripeto: chi ha giocato al suo posto ha sempre mantenuto la nostra solidità e sicurezza in difesa".
Difensore col vizio del gol. Ne hai segnati 3 due anni fa in metà campionato, poi altri 3 lo scorso anno. Quest’anno hai già eguagliato il tuo record: proverai a superarlo?
"Da un paio di settimane sto provando a superarlo, spero di riuscirsci in queste ultime partite e magari nei playoff. A dir la verità però preferisco non prendere gol, vincere tutte le partite e andare direttamente in Serie D!"
Con l’esclusione del Fano non giocherete l’ultimo turno di campionato. Cosa ne pensi di questa situazione? Come cambia il vostro finale di stagione?
"È un peccato perché dietro a una squadra ci sono tante componenti: tifosi, collaboratori, giornalisti… Tante persone che indubbiamente perdono qualcosa. Mi dispiace soprattutto per i colleghi calciatori che non possono finire la stagione. A livello di classifica eravamo consapevoli che ci sarebbe stata questa possibilità di avere una partita in meno ed è per quello che il nostro rush finale sarà ancora più importante: dobbiamo cercare di portare a casa più punti possibile in queste ultime tre partite e poi nell’ultima giornata sperare di ricevere qualche buona notizia."
Sei fra i tanti argentini del campionato. È bello vedere che, nonostante giochiate in squadre diverse, siete molto legati. Con chi hai più rapporto? E secondo te, chi è l'argentino più forte che gioca nelle Marche?
"Quando so che giochiamo contro una squadra con degli argentini cerco subito di avvicinarmi, perché siamo connazionali e viviamo un po’ tutti la stessa situazione: siamo ragazzi lontano da casa, che hanno lasciato l’Argentina per cercare un futuro migliore nel calcio. Qui siamo senza la nostra famiglia e a volte non è facile, quindi cerchiamo di supportarci a vicenda, dentro e fuori dal campo. Il primo nome che mi viene in mente, che credo sia un fenomeno sia come calciatore che come persona, è Fabricio Lovotti del Tolentino. Abbiamo giocato contro e ce le siamo date abbastanza, essendo lui un attaccante e io un difensore. Fortunatamente non ha segnato nelle due partite in cui abbiamo giocato contro, ma per me rimane in assoluto l’attaccante più forte della categoria. Pensa che noi abbiamo giocato contro anche in Argentina, in Serie C. Lì però non ci conoscevamo e ora ci siamo ritrovati qui nelle Marche. Un altro ‘fratello’ per me è Matias Dutto, che quest’anno gioca a Corridonia in Promozione. Lo scorso anno abbiamo giocato insieme a Chiesanuova e abbiamo anche vissuto insieme, creando un’amicizia che rimarrà per tutta la vita. Poi ci sono Becker e Greco del Trodica, a cui faccio i complimenti per la meritatissima vittoria del campionato. Qualche volta ci troviamo tutti insieme per fare un asado, come si fa in Argentina. Alla fine, il calcio è anche questo: creare legami che vanno oltre la partita".
Il Chiesanuova si prepara dunque a questo doppio scontro diretto con grinta e determinazione. I biancorossi sanno che tutto è ancora possibile e Canavessio, con il suo spirito combattivo, sarà sicuramente uno degli uomini chiave in questo finale di stagione.
Livello completato. Così recitavano le maglie celebrative del Trodica domenica scorsa, richiamando il mondo della Playstation per festeggiare la matematica vittoria del campionato di Promozione, arrivata grazie al successo per 2-0 sulla Palmense.
E in effetti, la cavalcata trionfale della squadra di mister Buratti ha avuto qualcosa di virtuale, di straordinario. A parlare sono i numeri, davvero da Playstation, che descrivono un dominio assoluto: la vittoria del campionato è arrivata con ben quattro giornate d'anticipo, frutto di un percorso quasi perfetto.
In 26 partite disputate, i biancoazzurri hanno collezionato 62 punti, frutto di 20 vittorie, 4 pareggi e appena 2 sconfitte, entrambe lontano dal San Francesco, dove invece la squadra si è rivelata imbattibile: 11 vittorie e 2 pareggi in 13 partite casalinghe, per un totale di 35 punti conquistati tra le mura amiche.
Anche in trasferta il Trodica ha fatto valere la propria forza, con 9 vittorie, 2 pareggi e, come detto, solo 2 sconfitte. Ma il dato più impressionante è senza dubbio quello dei gol segnati: 62 in 26 partite, una media di quasi due reti e mezzo a incontro.
A trascinare l'attacco biancazzurro è stata la coppia d'oro Chornopyshchuck-Bonvin, autori rispettivamente di 16 e 14 reti, per un totale di 30 gol in due. Una degna dei migliori Del Piero e Trezeguet.
Dietro di loro Lion Giovannini, fermo a quota 9, che nelle ultime quattro partite avrà la possibilità di diventare il terzo giocatore del Trodica ad andare in doppia cifra. Solida anche la fase difensiva, con appena 22 reti incassate, seconda miglior difesa del campionato dietro al granitico Casette Verdini di mister Lattanzi, che ne ha subite solo 20.
Questi numeri potranno essere solo migliorati nelle ultime 4 gare, ma già raccontano di una squadra costruita con intelligenza e ambizione dalla dirigenza, che ha messo a disposizione di mister Buratti una vera e propria corazzata. Merito assoluto poi al tecnico, capace di trovare la giusta formula per valorizzare il grande potenziale offensivo senza perdere solidità e di gestire al meglio uno spogliatoio vincente.
Un plauso speciale va poi alla tifoseria delle "Teste Matte", che con il suo calore e la sua costante presenza sugli spalti si è rivelata l'uomo in più in questa stagione memorabile. Il Trodica ha scritto una pagina di storia, ora si punta al prossimo livello: l'Eccellenza.
(Foto di Marcello Valentini)
Dopo la vittoria in rimonta sul Montefano, la Maceratese è pronta a tornare sul prato dell’Helvia Recina Pino Brizi per ospitare i Portuali Dorica nella ventiseiesima giornata di Eccellenza Marche. Con il Fano ormai prossimo all’esclusione dal torneo, la formazione anconetana occupa l'ultimo posto in classifica insieme al Monturano Campiglione con 18 punti, ed è reduce da sette sconfitte consecutive. L'ultima, contro il K Sport Montecchio Gallo, ha dimostrato che i dorici non sono avversari da sottovalutare: i pesaresi, che coabitano il pirmo posto con la Maceratese, hanno dovuto faticare non poco per imporsi di misura.
Ne è consapevole Leonardo Mastrippolito, che alla vigilia della gara ha messo in guardia i compagni: “Sarà una partita assolutamente da non sottovalutare. Dobbiamo fare risultato pieno e continuare così per arrivare fino alla fine lassù”. Il difensore abruzzese ha dimostrato tutto il suo valore nella vittoria contro il Montefano, risultando tra i migliori in campo e salvando un gol nel primo tempo con un intervento provvidenziale su Rombini lanciato a rete. "Mi è venuto naturale entrare in quel modo. Ho rischiato qualcosa ma alla fine è andata bene" ha commentato il centrale.
Domenica Mastrippolito tornerà a far coppia con Nicolosi in difesa, dato che Lucero non ha ancora recuperato al meglio e sarà tenuto a riposo in vista del rush finale di stagione. Buone notizie invece per Bongelli, che rientrerà dalla squalifica. In panchina si rivedrà anche Albanesi, e non è da esludere che potrebbe trovare spazio a gara in corso.
A cinque partite dal termine, la Maceratese non può permettersi passaggi a vuoto. Dopo i Portuali, infatti, i biancorossi affronteranno un trittico infuocato di partite contro Osimana, Chiesanuova e K Sport Montecchio, prima di chiudere la stagione contro il Monturano. L’appuntamento è fissato per domenica 16 marzo alle ore 15 all'Helvia Recina Pino Brizi: i ragazzi di Possanzini vogliono continuare a correre verso l'obiettivo Serie D.
Un'altra serata magica per il Trodica, che inizia quella che potrebbe diventare una settimana storica con un netto 4-0 nell'andata delle semifinali di Coppa Italia contro l'Azzurra Colli. La squadra di Buratti, a cui manca un solo punto per vincere matematicamente il campionato, scende in campo con una formazione giovane e intraprendente, in grado di chiudere il primo tempo in vantaggio e dilagare nel finale, mettendo più di un piede nella finalissima contro la vincente di Marina-Sant'Orso.
Mister Buratti opta per una squadra con ben quattro under in campo, senza rinunciare all’abituale aggressività e voglia di fare la partita. Il gol del vantaggio arriva al termine di un primo tempo dominato dai padroni di casa: è il classe 2003 Antolini a sbloccare il risultato da pochi passi, premiando la pressione biancoblu. Bonvin sfiora il raddoppio al 36’ colpendo un palo, e si va al riposo sull’1-0.
Nella ripresa il copione non cambia: il Trodica continua a macinare gioco e crea numerose palle gol, ma il raddoppio arriva solo al minuto 80’. Da una punizione di Merzoug nasce la zampata vincente di Berrettoni, che porta i suoi sul 2-0. Il capitano biancoblu è protagonista anche al 90’, quando anticipa un avversario e innesca una ripartenza perfetta orchestrata da Bonvin: il suo assist trova il solito Chornopyshuck, che insacca con freddezza il tris. La ciliegina sulla torta arriva nel recupero: un lancio lungo ancora di Berrettoni pesca Merzoug, che brucia il diretto avversario in velocità e, entrando in area da sinistra, firma il definitivo 4-0.
Con un solo punto da ottenere per vincere matematicamente il campionato e conquistare la promozione in Eccellenza, il Trodica vola anche verso la finale di Coppa Italia. Mister Buratti, a fine gara, non nasconde le ambizioni della sua squadra: “Vogliamo il triplete. Campionato, Coppa Italia e il titolo regionale contro la vincitrice dell'altro girone”.
La Maceratese torna da Montefano con una vittoria dal grande valore, sia per la classifica che per il morale. Su un campo difficile, la squadra di Possanzini ha saputo reagire allo svantaggio, imponendosi con carattere e determinazione. A decidere il match sono stati Niccolò Marras, autore di una doppietta, e Luca Cognigni, protagonista assoluto con giocate da fuoriclasse e un contributo decisivo nei momenti chiave della partita.
Il capitano biancorosso ha indossato i panni del leader, caricandosi sulle spalle la squadra in un momento cruciale della stagione. Prima ha offerto a Marras l'assist per il gol del pareggio, frutto di un movimento da vero numero nove, poi ha mandato in visibilioi tifosi con una giocata da fuoriclasse puro: girata su Postacchini e rigore guadagnato con esperienza, trasformato nel gol della vittoria. Non un episodio isolato, ma l'ennesima perla stagionale: dal colpo di genio contro l'Urbania alla prima giornata, fino all'assist di tacco per Marras nel derby contro il Tolentino. Un repertorio da giocatore di categoria superiore, come ha sottolineato a fine gara Mister Possanzini:"Calcisticamente Cognigni non c'entra nulla con questa categoria, fa proprio un altro sport. Aldilà dell'aspetto tecnico è un giocatore trascinante, quindi ce lo teniamo stretto".
La soddisfazione per la vittoria è stata espressa dallo stesso Cognigni, che ha sottolineato il valore di questi tre punti: “Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata, ma l'abbiamo ribaltata con cuore e determinazione. Restano cinque finali da giocare, ma la prima è andata bene”.
Ma oltre la prestazione e il risultato, c'è qualcosa di più grande. Dopo i gol, Cognigni ha rivolto lo sguardo al cielo, le braccia tese in un gesto che diceva tutto. Al termine del match, la voce rotta dall'emozione, il bomber biancorosso ha dedicato la vittoria a suo padre, scomparso poche settimane fa: "Questa vittoria è per lui. La dedico a mio padre". Un momento molto intenso, che ci dà una dimostrazione di come il calcio, a volte, sa essere anche questo: un rifugio, un messaggio, un modo per sentirsi ancora vicini a chi non c'è più.
La Maceratese si appresta ad affrontare la prima delle ultime tre trasferte della stagione, con un obiettivo chiaro: rimanere in vetta alla classifica del campionato. Domenica 9 marzo, alle 15:00, la squadra di mister Possanzini sarà impegnata sul campo del Montefano per la 25esima giornata di Eccellenza Marche, in un match che si preannuncia combattute e fondamentale per le ambizioni dei biancorossi. Per i tifosi ospiti non sono previste particolari limitazioni, che potranno seguire la squadra con il solito entusiasmo.
I ragazzi di Possanzini arrivano all'appuntamento con grande entusiasmo dopo la convincente vittoria per 3-1 contro il Fabriano Cerreto, che ha permesso loro di agganciare il K Sport Montecchio in testa alla classifica. Una prestazione di grande carattere, in cui la Maceratese ha risposto alla perfezione dopo la delusione della sconfitta contro l'Urbino, mostrando determinazione e voglia di riprendersi la vetta.
Un protagonista indiscusso della vittoria contro il Fabriano Cerreto è stato Niccolò Marras, che ha dominato la scena con una prestazione eccellente. Dopo aver colpito due traverse, l'esterno offensivo ha aperto le marcature con un assist perfetto per Mastrippolito e ha siglato il definitivo 3-1 con un gol arrivato proprio sulla sirena. Le sue parole a fine partita evidenziano la gioia per la vittoria e la consapevolezza dell'importanza dei tre punti ottenuti. “Sono contento di aver trovato il gol nel finale su un'intuizione di Monteiro che ringrazio. L'importante però erano i 3 punti. Penso che abbiamo risposto alla grande sul campo dopo la sconfitta di Urbino. Dall'inizio si è vista la voglia di voler vincere e riprendersi il primo posto”, ha dichiarato Marras.
In vista della trasferta contro il Montefano, la Maceratese ritroverà capitan Cognigni, che era partito dalla panchina nell'ultima partita. Tuttavia, mister Possanzini dovrà fare i conti con l'assenza di Bongelli, squalificato, e con le condizioni ancora non ottimali di Lucero. Anche Albanesi rimarrà indisponibile, ma potrebbe tornare in campo nella prossima gara contro i Portuali Dorica. Nonostante le difficoltà, Marras si dice fiducioso, grazie al lavoro che la squadra sta facendo in settimana per prepararsi al meglio.
“Col Montefano sarà una partita tosta come tutte le altre. La stiamo preparando bene lavorando al massimo in settimana”, ha aggiunto l'attaccante romano, che da quando è arrivato a Macerata ha avuto un impatto devastante, risultando spesso decisivo nelle azioni offensive. Il suo inserimento in squadra è stato facilitato dall'ottima accoglienza che ha ricevuto da parte di staff e compagni di squadra, e ora il suo obiettivo è continuare su questa strada.
“Mi sono trovato molto bene con tutti sin dal primo momento. Staff, giocatori mi hanno accolto alla grande. Adesso devo solo continuare così e ripagare questa fiducia. Ai tifosi chiedono di continuare a sostenerci perché ci danno una grande mano, sia in trasferta che in casa”, ha concluso Marras, consapevole dell'importanza del supporto del pubblico.
La Maceratese dunque si prepara a vivere un'altra sfida importante, consapevole che ogni punto in palio potrebbe essere decisivo per l'obiettivo di conquistare la promozione in Serie D.
(Foto di Francesco Tartari)
Si è aperta con un video dell'esibizione di Lucio Corsi sul palco del Teatro La Filarmonica nel 2017 la conferenza stampa della XXXVI Edizione di Musicultura, il Festival della Canzone Popolare e d'Autore, che prenderà il via il 6 marzo con le Audizioni Live per culminare nelle serate finali allo Sferisterio a giugno.
Il cantautore toscano, autentica rivelazione dell'ultimo Festival di Sanremo con il secondo posto e con un brano, Volevo essere un duro, in grado di raccontare con ironia e leggerezza il contrasto tra l'apparenza e l'autenticità, nel 2017 calcò il palco di Musicultura, arrivando fra gli otto vincitori con la sua Altalena Boy. E chissà se tra le 2.352 canzoni partecipanti alla XXXVI edizione del prestigioso concorso, con cui Musicultura da 36 anni esplora e promuove le espressioni più autentiche della creatività musicale giovanile, nel segno di un ricambio generazionale fondato sul merito artistico, non si celi un nuovo grande talento della musica italiana.
Ci sono voluti più di tre mesi per valutarle tutte. Completata la prima selezione, Musicultura svela finalmente le proposte che rimangono in corsa. Sono 60 e si apprestano a convergere da tutta Italia su Macerata. Si esibiranno sul palco del Teatro Lauro Rossi, per le Audizioni Live di Musicultura 2025, nel corso di dieci serate di spettacolo aperte liberamente al pubblico (prenotazione su www.musicultura.it), in programma continuativamente dal 6 al 15 marzo con inizio alle ore 21 e la domenica alle 17.
La rosa delle 60 proposte è composta da 14 band e da 46 solisti e soliste; tra le regioni italiane di provenienza più rappresentate troviamo Lombardia e Piemonte con 8 artisti, segue l'Emilia Romagna con 7, quindi Lazio e Campania con 6. Quattro sono le proposte artistiche marchigiane in lizza: Atarde e Bela di Ancona, Loree di Porto San Giorgio e Piccolo G di Macerata.
"Le città italiane che si connotano per una scena musicale che le distingua dall'uniformita stanno scomparendo. Macerata è in felice controtendenza - osserva il Direttore artistico Ezio Nannipieri - Con Musicultura qui convergono, si confrontano, spiccano il volo le energie più sane e creative della canzone italiana. Chi è stanco di affidare agli algoritmi delle piattaforme la scelta delle canzoni a lui più adatte qui può rifiatare e chi alle canzoni chiede di farlo cadere dalla sedia ha discrete probabilità di essere accontentato. Mi viene in mente un ragazzo che nel 2017 fu tra i vincitori del concorso, Lucio Corsi, al quale auguro ogni bene. La diversità espressiva con cui Lucio ha conquistato tutti, lì a Sanremo è stata l'eccezione, a Musicultura è la normalità. Parlo dell'impegno quotidiano e poco raccontato di tantissimi giovani artisti che mettono al centro la dignità del contenuto, anche a costo di gavette lunghissime e di rinunce importanti. A loro va la gratitudine di Musicultura".
Gli artisti convocati al Lauro Rossi, tutti autori e autrici delle loro canzoni, si esibiranno sei per sera, rigorosamente dal vivo, a favore di un pubblico il cui calore è uno degli ingredienti vitali dell'atmosfera particolare che si respira durante le Audizioni. Chi non potra esserci fisicamente avrà la possibilità di seguire gli spettacoli in diretta streaming sui social e su eTv Marche. Durante le Audizioni Live, ogni sera gli spettatori eleggeranno l'artista preferito, al quale andrà il Premio Banca Macerata.
"Siamo entusiasti di essere, per il quinto anno consecutivo, Main sponsor di Musicultura, un festival che rappresenta una vera e propria eccellenza nel panorama musicale e culturale italiano - afferma Michela Sopranzi, Vicepresidente di Banca Macerata. Il nostro impegno nasce dalla consapevolezza che cultura, innovazione e talento sono il cuore pulsante della crescita del nostro territorio. Banca Macerata è da sempre vicina alle iniziative che valorizzano la qualità e le potenzialità delle nuove generazioni e Musicultura incarna perfettamente questi principi, offrendo ai giovani artisti l'opportunità di esprimere la propria creatività e di emergere nel panorama musicale nazionale. Investire nella cultura e nel nostro territorio è parte integrante della nostra mission, la partnership con Musicultura è la dimostrazione di come Banca Macerata contribuisca a rafforzare il tessuto sociale e culturale, dando spazio alle idee, alle passioni ed alle persone che rendono la nostra comunità più viva e dinamica".
A seguire le Audizioni live ci sarà anche quest'anno un gruppo di detenuti della Casa di reclusione di Barcaglione Ancona, coinvolti nella giuria speciale di Musicultura con il progetto "La casa in riva al mare", promosso e sostenuto dal Garante regionale dei diritti della persona Giancarlo Giulianelli. "Il premio "La casa in riva al mare" ha rappresentato una novità assoluta nel panorama nazionale ed ha dimostrato con successo l'importanza della partecipazione della comunità esterna all'azione rieducativa dei detenuti prevista dall' art. 17 dell'Ordinamento Penitenziario - afferma Giancarlo Giulianelli - Il progetto è stato inoltre segnalato come best pratice del 2024 dal Dipartimento nazionale dell'Amministrazione penitenziaria. È con vero piacere che rinnoviamo la collaborazione con Musicultura 2025, forti di un'accresciuta consapevolezza, di una maggiore conoscenza delle dinamiche carcerarie da parte della comunità e dell'effetto positivo che i percorsi formativi previsti possono avere sull'armonia psicofisica dei detenuti e sulle prospettive di futuro reinserimento nella società".
Le Audizioni coinvolgono anche, in veste di giurati e di addetti alla comunicazione, gli studenti e le studentesse dell'Università di Macerata e dell'Università di Camerino. "Musicultura rappresenta un'imperdibile opportunità per le studentesse e gli studenti orer dell'Università di Macerata, con un format giovanile, di intrattenimento, moderno, che Wes promuove il valore della musica cantautorale - dichiara il Rettore dell'Università di Macerata John Mc Court - È un'occasione di crescita umana, culturale e professionale che rende l'Università di Macerata orgogliosa ed entusiasta di rinnovare la storica collaborazione con la rassegna. Una tradizione che si rinnova con l'obiettivo di contribuire al benessere e alla cultura della nostra comunità".
"E con grande orgoglio che l'Università di Camerino prosegue la sinergia con Musicultura - afferma il Rettore Unicam prof. Graziano Leoni - La musica rappresenta da sempre un momento di confronto, di aggregazione e di incontro tra culture, ma soprattutto di pace tra i popoli. La musica, inoltre, come strumento di identità e appartenenza è una di quelle competenze trasversali che concorrono a una formazione completa di cittadine e cittadini consapevoli: Unicam ci crede e lavora affinché le nostre studentesse ed i nostri studenti possano avere tali opportunità. Ne sono convinti anche loro, che ancora una volta hanno aderito numerosi, partecipando con entusiasmo: li ringrazio e con loro ringrazio anche il prof. Daniele Tomassoni che presiede la giuria Unicam".
Altri importanti partner culturale sono la Fondazione Marche Cultura e l'Accademia di Belle Arti di Macerata, con studentesse e studenti dei corsi di grafica, light design, fumetto e illustrazione e fashion design attivamente coinvolti.
Dalle Audizioni Live emergeranno i 16 progetti artistici finalisti. Ne designerà 15 la commissione di ascolto di Musicultura - guidata dal Direttore artistico Ezio Nannipieri e di cui fanno parte Stefano Bonagura, Marco Maestri, Roberta Giallo, Giulia Grandinetti, Massimiliano Stramaglia per Unimc e Daniele Tomassoni per Unicam. La scelta del sedicesimo finalista sarà compito delle giurie studentesche dell'Università di Macerata e dell'Università di Camerino.
I 16 finalisti verranno presentati in un duplice concerto al Teatro Persiani di Recanati nella prossima primavera. Parallelamente, le loro canzoni entreranno a far parte del CD compilation della XXXVI edizione di Musicultura e saranno prese in consegna e programmate da Rai Radio 1, la radio ufficiale del festival.
Otto saranno infine i vincitori del Concorso, designati dall'insindacabile giudizio del prestigioso Comitato di Garanzia di Musicultura i cui primi firmatari furono nel 1990 Fabrizio De André e Giorgio Caproni, e che in questa XXXVI edizione è composto da: Francesco Amato, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Maria Grazia Calandrone, Giulia Caminito, Luca Carboni, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Dardust, Teresa De Sio, Cristina Dona, Giorgia, Mariangela Gualtieri, La Rappresentante di Lista, Ermal Meta, Mariella Nava, Susanna Nichiarelli, Piero Pelù, Vasco Rossi, Ron, Sydney Sibilia, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi e Margherita Vicario.
Gli otto vincitori, insieme a ospiti di spicco del panorama musicale nazionale e internazionale, saranno protagonisti delle serate finali del Festival, in programma nel mese di giugno 2025 allo Sferisterio di Macerata. Li sarà il voto del pubblico a decidere lassegnazione del Premio Banca Macerata di € 20mila al Vincitore assoluto. Verranno inoltre assegnati la Targa della Critica Piero Cesanelli (€ 3.000), il premio "La casa in riva al mare" (€ 2.000), il premio PMI (€ 2.000) e il premio per il miglior testo (€ 2.000).
ECCO I NOMI DEI 60 ARTISTI IN GARA A MUSICULTURA 2025 E LE CITTA' DI PROVENIENZA
Aaron - Perugia; Alessandra Nazzaro - Napoli; ALTOLUCENTI - Venezia; Androgynus - Grosseto; Arrigo - Milano; Atarde - Ancona; Bakivo - Bologna; Bambina - Cosenza; Bela - Ancona; Belly Button e il Coro Onda - Roma; Bluesy - Crema; Carlomagno - Torino; Chiaré - Salerno; Corpoceleste - Terni; Disangro - Bologna; Distemah - Biella; domenico_mba - Bari; Echo - Bologna; Elena Mil - Milano; Elsa - Milano; Emanuele Colandrea - Latina; Fede Baracchi - Modena; Forse Danzica - Bergamo; Frammenti - Treviso; Giuda Mio Fratello - Palermo; Hot Docs - Novara; Hyrin - Firenze; Ibisco - Bologna; ioemeg - Torino; Kaloxs - Potenza; Kyoto - Bari; Loree - Porto San Giorgio; LUPI - Bologna; Martina Di Nardo - Caserta; Matteo Tambussi - Torino; Maurizio Vizzino - Latina; ME, JULY - Benevento; Mediterraneo - Cremona; Momi - Udine; Moonari - Roma; Mufasa e le Abat-jour - Rieti; Naeev - Como; Nakhash - Asti; NILO - Sassari, Noite - Genova; Not a sad story - Palermo; Piccolo G - Macerata; Pino Ruffo - Napoli; raccontoRiccardo - Messina; Samuele stanco e i Gabbiani Malvagi - Venezia; Sara Rados e Progetti Futuri - Firenze; Silvia Lovicario - Nuoro; Simona Boo/ Bimbi di Fumo - Napoli; Sofia - Torino; sonoalaska - Roma; Stella - Perugia; TIMEO - Vercelli; Toyo - Ferrara; ULULA - Verona; Vittoria - Monza
Risse, ubriachezza molesta, mala movida. Sono queste le etichette che, spesso, vengono affibbiate a locali della nightlife, e tra i nomi citati nei commenti sui social spunta anche quello del Donoma di Civitanova Marche. Ma la realtà, almeno quella che abbiamo vissuto in prima persona in una serata di sabato sera, è ben diversa.
Con l’operazione interforze recentemente avviata per contrastare gli episodi di degrado nelle ore notturne, abbiamo deciso di toccare con mano ciò che accade nelle serate della discoteca civitanovese più iconica. La serata scelta non era una qualsiasi: ospite speciale era Rhove, uno degli artisti trap più amati dai giovani grazie a successi come Shekerando e Alè, famoso per i suoi live particolarmente energici.
Appena arrivati, il primo impatto è quello di un locale attentamente gestito. All’ingresso, diversi addetti alla sicurezza monitorano l’afflusso dei clienti con metal detector portatili, garantendo un ambiente sicuro. Dentro, l’atmosfera è quella di una grande festa: ragazzi e ragazze ballano sulle hit del momento, tra luci soffuse e bottiglie di champagne che illuminano i tavoli con scintillanti stelle filanti.
Eccessi? No, o perlomeno nulla di preoccupante. Solo un ragazzo che, diciamo, ha alzato un po’ troppo il gomito e si ritrova a fare conoscenza ravvicinata con l’aria fresca della notte. Ma niente drammi: un buttafuori con la stazza di un armadio a quattro ante lo accompagna all’esterno con una delicatezza quasi paterna, suggerendogli di prendersi un attimo di pausa prima di rientrare. Un gesto che, diciamocelo, spiazza un po’: ci aspettavamo più la classica "presa a tenaglia" e via.
Nel frattempo, tra minigonne vertiginose, camicie aperte fino all’ombelico e un tasso di promiscuità che farebbe impallidire i censori più rigidi, la serata scorre in un’atmosfera che è esattamente ciò che una discoteca dovrebbe essere: libertà, gioco di sguardi e un po’ di sana esuberanza. Del resto, chi va in discoteca per stare coperto fino al collo?
L’attesa cresce fino alle 2.00, quando Rhove fa il suo ingresso sul palco tra le urla entusiaste del pubblico. Il trapper milanese porta tutta la sua energia, saltando da una parte all’altra del palco e coinvolgendo i presenti in un mix esplosivo di ritmo e adrenalina. La sua musica può piacere o meno, ma su una cosa non ci sono dubbi: ha la capacità di far ballare anche chi fino a due minuti prima giurava di non conoscere neanche un suo pezzo. E poi, a vent’anni non si va in discoteca per analizzare testi e melodie: si va per divertirsi, per sentire il basso che vibra nello stomaco e per urlare a squarciagola il ritornello di una canzone che, tutto sommato, fa anche molta presa.
Il Donoma, da sempre un’istituzione per la nightlife civitanovese, continua a dimostrare il suo valore. Anche quest’anno, il club è in nomination per il titolo di miglior winter discoclub ai Dance Music Awards, un riconoscimento che certifica la qualità della sua offerta e la cura del suo management. Il dott.Daniele Maria Angelini, il suo patron, è sempre presente, attento a garantire che tutto fili liscio e che il divertimento rimanga entro i limiti del buon senso.
Quello che accade all’esterno dei locali, certo, è un aspetto da monitorare, e un controllo più serrato è sempre benvenuto. Ma se cercate la mala movida, la delinquenza giovanile e il disastro generazionale, forse dovete cambiare indirizzo. Qui ci sono solo ragazzi che vogliono vivere la loro notte, tra luci, musica e un po’ di spensieratezza. E alla fine, non è proprio questo il bello della movida?
Archiviata la sconfitta esterna contro l’Urbino, la Maceratese è chiamata a rialzare subito la testa. Domenica all’Helvia Recina Pino Brizi arriverà il Fabriano Cerreto di mister Gastone Mariotti, che dal suo arrivo ha dato una netta sterzata alla stagione dei cartai. La formazione fabrianese arriva infatti da due vittorie consecutive contro Chiesanuova e Portuali Dorica, dimostrandosi un avversario in grande crescita. Per i biancorossi si prospetta quindi un altro esame complicato, ma la squadra ha lavorato duramente in settimana per lasciarsi alle spalle la prestazione opaca di Urbino.
A confermarlo è Gaspar Monteiro, arrivato a gennaio dalla Castiglionese (Eccellenza Toscana), che contro l'Urbino ha giocato la sua prima gara da titolare, risultando fra i migliori nei biancorossi. Il centrocampista ha rivelato che la squadra si è confrontata a inizio settimana per analizzare gli errori e ritrovare fiducia in vista delle ultime sette giornate di campionato. “Martedì ci siamo parlati e abbiamo analizzato attentamente la partita di Urbino – racconta Monteiro –. È stata una gara difficile, ma il nostro calcio non è quello e la gente lo sa. Probabilmente il campo non ha aiutato nella costruzione e nel palleggio, che sono parte fondamentale del nostro gioco. Ormai però siamo proiettati alla partita di domenica e stiamo lavorando più che mai per arrivarci preparati”.
Il centrocampista portoghese, noto sia come Monteiro che come Ribeiro (cognome della madre), racconta anche del suo rapido ambientamento a Macerata: “Dal primo minuto che sono arrivato mi sono sentito a casa. Ho avuto un’ottima accoglienza dalla squadra, dai compagni, dalla società e dallo staff. Sto lavorando per aiutare la squadra ed essere un’opzione importante per il mister”.
Monteiro partirà in ballottaggio con Gomez per un posto a centrocampo al fianco dell’inamovibile Bongelli. In difesa la Maceratese dovrà fare a meno dello squalificato Lucero, che avrà così la possibilità di recuperare completamente dall’infortunio subito contro la Sangiustese qualche settimana fa.
Da qui in avanti, per i biancorossi si prospettano sette finali da affrontare con la massima determinazione, per inseguire l’obiettivo Serie D e sperare in un passo falso della capolista K Sport Montecchio Gallo (ci sarà lo scontro diretto alla penultima giornata). La sfida contro il Fabriano Cerreto sarà dunque un banco di prova fondamentale per dimostrare la voglia di riscatto della squadra.
(Foto di Francesco Tartari)
A molti sarà capitato di passeggiare per i vicoli di Macerata e di sentirsi dentro una scenografia. Non una qualsiasi, ma una che potrebbe aver immaginato Dante Ferretti, il Maestro della scenografia che oggi compie 82 anni.
Partendo proprio dalla sua Macerata, Ferretti è riuscito ad affermarsi come uno degli scenografi più grandi di sempre, lavorando al fianco di mostri sacri della regia come Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Martin Scorsese e Tim Burton. Le sue opere gli sono valse riconoscimenti globali, tra cui tre premi Oscar alla migliore scenografia, conquistati insieme alla moglie Francesca Lo Schiavo nel 2005 con The Aviator, nel 2008 con "Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street" e nel 2012 con Hugo Cabret.
(Video realizzato da Francesco Silla)
Dante Ferretti si è sempre detto molto orgoglioso delle sue origini maceratesi e quando può non manca di tornare nella città che gli ha dato i natali per passeggiare fra i vicoli del centro storico, quei vicoli che hanno ispirato molte delle sue scenografie. Molti infatti non lo sanno, ma nelle scenografie capolavoro di Dante Ferretti Macerata è sempre presente in qualche modo.
Insieme allo scrittore David Miliozzi, profondo conoscitore del suo mondo e curatore della biografia di Dante Ferretti Immaginare prima: le mie due nascite, il cinema, gli Oscar, a cui è seguito Bellezza imperfetta. Io e Pasolini, che racconta il sodalizio professionale fra Ferretti e il Corsaro Nero, siamo andati alla scoperta dei luoghi di Dante Ferretti a Macerata.
Il nostro viaggio inizia da Piaggia della Torre, una delle stradine più suggestive della città. Qui sorgeva la casa in cui Dante Ferretti nacque nel 1943. L’edificio originale, però, non esiste più. Fu distrutto dal bombardamento del 3 aprile 1944, quando Dante aveva appena un anno. Lui, la madre e la sorella rimasero sotto le macerie. "La madre e la sorella vennero salvate subito. Dante invece fu ritrovato solo molte ore dopo, quando ormai le speranze si stavano spegnendo", racconta Miliozzi. È quasi simbolico: Ferretti, che per tutta la vita ha costruito scenari immaginifici, ha vissuto sulla propria pelle la distruzione e la ricostruzione. "È nato dalle macerie e ha passato la vita a creare mondi che senza di lui non sarebbero mai esistiti", riflette Miliozzi.
Salendo verso Piazza della Libertà, il cuore pulsante di Macerata, troviamo un altro tassello fondamentale della storia di Ferretti. Qui, un tempo, si trovava la bottega di falegnameria di suo padre, Elvio. "Elvio perse una gamba nell’esplosione del ‘43, ma non si arrese. Si costruì da solo una protesi in legno, proprio come Geppetto con Pinocchio", racconta Miliozzi. Un'immagine che richiama le fiabe e i mondi fantastici che Ferretti avrebbe ricreato nel cinema.
Dante Ferretti è, dunque, nato sotto l'ombra della Torre Civica, ma non solo. Da bambino, si intrufolava all’interno della torre con il suo amico Clemente, il figlio del custode, per osservare il meccanismo dell'orologio e divertirsi a ricaricarlo. Un’esperienza che, molti anni dopo, sarebbe diventata una delle fonti di ispirazione per Hugo Cabret, il film di Martin Scorsese che gli valse il suo terzo premio Oscar. Oggi, una targa sulla torre ricorda questo legame speciale.
Di fianco alla Torre Civica si erge il Teatro Lauro Rossi, un gioiello neoclassico che per Ferretti ha rappresentato uno dei primi contatti con il mondo dello spettacolo. "Qui si organizzavano serate da ballo. Era un teatro vivo, un luogo che aveva una sua magia", racconta Miliozzi. È impossibile non pensare a "I Vitelloni" di Federico Fellini, film in cui si respira la stessa atmosfera delle serate maceratesi vissute da Ferretti. Non a caso, Fellini e Ferretti avrebbero poi collaborato a lungo, condividendo sogni, visioni e ricordi.
Su questa scia, ci addentriamo nei vicoli meno battuti del centro storico, fino a raggiungere Vicolo Marefoschi. Qui, un tempo, si trovava il bordello della città. Ferretti, da ragazzino, era incuriosito da una donna affacciata alla finestra, con una lunga sigaretta tra le dita e un’aria misteriosa. Una visione che gli sarebbe rimasta impressa e che avrebbe poi ripreso nella scenografia de "La città delle donne", film in cui Fellini racconta un viaggio surreale e onirico nell’universo femminile.
Costeggiando le mura di Macerata, arriviamo dietro la Chiesa di San Giorgio, che in passato era spesso teatro di alcune rassegne cinematografiche. Non potendosi permettere il biglietto, Dante e i suoi amici si arrampicavano per scorgere nel cortile della chiesa un terzo del film proiettato. "Questa cosa è stata fondamentale nel processo creativo di Dante, perchè vedendo solo un terzo dello schermo, era portato ad immaginarsi i restanti due terzi. Questa privazione ha ‘eccitato’ ancora di più la sua creatività. Davvero poetico".
Saliamo verso Corso Garibaldi, dove c’è il barbiere, oggi profondamente restaurato, in cui Dante accompagnava il papà. La scena epica di Sweeney Todd, altro oscar alla sceneggiatura, col sedile della sedia da barbiere e le assi del pavimento in legno, trae ispirazione proprio da qui ed è dunque anche esso un ricordo di Dante Ferretti legato a Macerata”.
Non si può parlare di Dante Ferretti senza menzionare il Cinema Italia. Era qui che, da bambino, si sedeva incantato davanti allo schermo, lasciandosi trasportare dai mondi fantastici del cinema. "Per lui, il Cinema Italia era una finestra su un altro universo, un primo assaggio di quella magia che avrebbe poi trasformato in mestiere", racconta Miliozzi. Le luci soffuse, il fascino della pellicola che scorreva nel proiettore, il profumo della sala: dettagli che avrebbero plasmato il suo immaginario.
Macerata dunque non è solo il luogo di nascita di Ferretti, è la culla della sua immaginazione. Ogni scorcio, ogni dettaglio della città è un tassello del mosaico che ha costruito il suo genio creativo. Ed è bello pensare che, ogni volta che passeggiamo in questi luoghi, possiamo ancora intravedere, tra le ombre e le luci del centro storico, un frammento di cinema.
Una serata all'insegna dei grandi valori dello sport ha illuminato l’Eurosuole Forum di Civitanova Marche con il primo Gran Galà dello Sport, evento ideato e promosso dalla Simar Group con il patrocinio del Comune di Civitanova Marche e del Parlamento Internazionale della Legalità, presieduto da Nicolò Mannino. Una manifestazione che ha visto protagonisti grandi sportivi, atleti olimpici e paralimpici di ieri e di oggi, accompagnati dalle istituzioni sportive e dalle autorità militari e civili, per un incontro con il grande pubblico, in particolare con studenti e tesserati delle società locali, con l'obiettivo di diffondere i valori dello sport e uno stile di vita sano.
Ad aprire la serata è stato l’Inno di Mameli, interpretato dalla talentuosa Marta Porrà, che con la sua voce ha scaldato il palazzetto, accompagnata dalla coreografia delle atlete del Centro Ginnastica Mens Sana di Civitanova, che hanno formato un cuore sul tappeto dell’Eurosuole Forum. A dare il benvenuto al pubblico sono stati Pierluigi Pardo e Simona Rolandi, tar i volti più noti della conduzione italiana, che hanno guidato l’evento con grande entusiasmo.
Il Galà ha subito dato spazio alle grandi donne dello sport. Carolina Morace, simbolo del calcio femminile e oggi parlamentare europeo, ha sottolineato l'importanza del cambiamento culturale in atto nel mondo dello sport, con un'attenzione crescente verso le atlete. Dello stesso avviso Federica Cappelletti, presidente della Serie A femminile e moglie del compianto Paolo Rossi, che si è detta fiduciosa nel futuro dello sport al femminile.
Grandi omaggi anche per Valentina Vezzali, leggenda della scherma italiana, che ha portato le Marche sul tetto del mondo con 6 ori olimpici e 16 ori mondiali. "Lo sport è anche donna e la cultura sportiva deve essere a 360 gradi. Ho dimostrato che si può diventare mamme senza essere escluse dalle competizioni: quattro mesi dopo il parto ho vinto il campionato del mondo. Sono felice di aver contribuito alla crescita dello sport italiano" ha dichiarato la schermitrice jesina.
Non sono mancate le testimonianze di atleti del calibro di Aldo Montano e Manuel Bortuzzo, che hanno condiviso le loro emozioni e le esperienze nei campionati olimpici e paralimpici. Un momento speciale è stato riservato ad Assunta Legnante, atleta paralimpica dell’Anthropos Civitanova, omaggiata per i suoi successi, in particolare l’oro nel getto del peso ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024. "Los Angeles 2028 come portabandiera dell’Italia? Sarebbe un premio per la mia carriera, ma devo valutare la risposta del mio fisico", ha affermato l'atleta.
Spazio anche ai grandi protagonisti del calcio: Fabio Galante, Francesco Montervino e Walter Zenga, con quest'ultimo che ai nsotri microfoni ha ricordato con affetto la sua esperienza alla Sambenedettese. "Sono contento del primato della Sambenedettese, che è stata fondamentale per la mia crescita", ha dichiarato 'l'uomo ragno'.
A portare le Marche in cima al mondo è stato anche Franco Uncini, campione del motomondiale nel 1982, che ha raccontato il suo legame con il territorio: "Mi rivedo un po’ in Pecco Bagnaia, il pilota più vicino al mio stile. Il miglior posto per andare in moto nelle Marche? Il Pincio a Recanati, sul Colle dell’Infinito".
Il Gran Galà ha celebrato tutte le discipline sportive, con il riconoscimento alla Virtus Tennistavolo Servigliano per il grande percorso degli ultimi anni, culminato nella promozione in Serie A1.
Da Civitanova a Pesaro, con l'ex capitano del Milan Massimo Ambrosini e la bandiera della VL Pesaro Walter Magnifico, che hanno ricordato i due storici scudetti vinti dalla squadra nel 1987/88 e nel 1989/90.
Il forum ha poi accolto altre leggende olimpiche: Antonio Rossi, tre ori nel kayak tra Atlanta e Sydney, Vanessa Ferrari, argento nella ginnastica artistica a Tokyo 2020 e campionessa del mondo nel 2006, e l’astro nascente della ginnastica ritmica Sofia Raffaeli, accompagnata dalle colleghe della Ginnastica Fabriano.
Nel tempio della Lube non poteva mancare un tributo alla pallavolo. La Yuasa Battery Grottazzolina, fresca di salvezza al primo anno in Superlega, è stata celebrata insieme alla Lube Civitanova, rappresentata dall’amministratore delegato Albino Massaccesi, in vista del derby marchigiano del 2 marzo. Momento di celebrazione anche per la pallavolo femminile, con la Megabox Vallefoglia e la sua ex capitana Tatiana Kosheleva, alla quale è stata ritirata la maglia numero 15 in segno di riconoscimento.
Una serata indimenticabile, che ha unito sportivi, appassionati e giovani atleti in un’unica, grande festa dello sport, chiusa con il saluto e il ringraziamento agli atleti e al pubblico da parte del sindaco di Civitanova Francesco Ciarapica e del presidente di Simar Group Marco Valle.
Tutto pronto per Maceratese-Tolentino, un classico del calcio regionale che domenica alle 15:00 accenderà i riflettori dell’Helvia Recina Pino Brizi per la ventiduesima giornata di Eccellenza Marche. Da una parte la Maceratese capolista di Possanzini, reduce dal grande exploit esterno in rimonta contro la Sangiustese, dall’altra il Tolentino di mister Passarini, squadra quarta in classifica che viene da 3 vittorie consecutive con ben 12 gol segnati, di cui 5 al Chiesanuova.
Due ottime compagini che sin qui hanno messo in mostra entrambe un bel calcio e che si affronteranno di fronte ad una splendida e numerosa cornice di pubblico. Ci sono dunque tutte le condizioni ottimali per assistere ad una grande partita, che come detto metterà di fronte mister Possanzini, lo scorso anno proprio sulla panchina cremisi, e mister Passarini, che proprio come vice dell’attuale allenatore biancorosso aveva iniziato la sua esperienza in panchina. Abbiamo raccolto le impressioni dei due tecnici in vista del derby nell’intervista che segue:
Mister Possanzini
Domenica c'è Maceratese-Tolentino. Si affrontano le due squadre che fanno il miglior calcio della categoria?
Ognuno a calcio gioca come vuole quindi se è il migliore non so dirlo. Sicuramente si affrontano due squadre che cercano di arrivare al risultato attraverso il possesso e il dominio del gioco. Quello sicuramente.
La Maceratese e il Tolentino sono le due squadre che hanno fatto più punti in trasferta. Cosa vuol dire?
Sicuramente è indice di quello che dicevo prima. Sono due squadre che, al di là dell’avversario o del campo in cui si gioca, cercano di fare il proprio gioco. Un dato che dopo due terzi di Campionato è indicativo.
La vittoria di domenica scorsa contro la Sangiustese è stata l'ennesima dimostrazione di carattere della Maceratese: credi che la tua squadra abbia raggiunto il pieno della maturità?
Domenica è stata una bella partita. Sapevamo che la Sangiustese ci avrebbe affrontato a viso aperto giocando molto sui duelli. Era normale che all’inizio sarebbe stata una partita più verticale, in cui da un duello vinto o perso sarebbe poi conseguita un’occasione da rete. Penso al gol che hanno fatto: abbiamo perso un duello con Marras e hanno fatto gol. Ne abbiamo vinto uno con Cognigni all'inizio e sfruttandolo meglio avremmo avuto un’occasione importante anche noi. Pian piano è normale che quei ritmi di pressione non si riescono a reggere e quindi siamo cresciuti nelle scelte con la palla e abbiamo vinto la partita. Sulla maturità, credo che questa squadra lo sia sempre stata, tant’è che, come ricordavi, abbiamo fatto tanti risultati fuori casa. Vincere su un campo difficile contro una squadra in grande forma ci ha dato ancora più autostima. Ora ci stiamo preparando per il Tolentino, che sarà una partita simile.
Sul fronte recuperi, quali sono le condizioni di Vrioni e Lucero?
Vrioni è a disposizione, Lucero ancora no. Cercheremo di recuperarlo ma con le dovute cautele. Se non sarà pronto giocherà un altro. Non c’è nessun problema, perchè la squadra è stata costruita per sopperire alle assenze e chi giocherà saprà farsi trovare pronto.
Lo scorso anno hai allenato proprio il Tolentino. Sei rimasto in contatto con alcuni giocatori? Hai sentito qualcuno dei tuoi ex giocatori in vista della partita di domenica?
Sono legato all’ambiente e sono riconoscente al presidente e al direttore Crocetti che mi hanno scelto la scorsa stagione in un momento delicato per loro. Mi hanno dato la possibilità di riprendere ad allenare dopo un anno che ero fermo. Secondo me, viste le difficoltà, abbiamo raggiunto anche un buon risultato, grazie anche all’aiuto del ds, visto che la squadra l’avevamo presa praticamente insieme. Di giocatori del Tolentino ne ho allenati tanti e in diversi momenti: penso in primis a Tomassetti, che oltre allo scorso anno l’ho avuto anche alla Recanatese e alla Sangiustese. è quasi un fratello minore che un giocatore. Mi fa piacere ritrovarlo così come mi farà piacere ritrovare altri giocatori che ho allenato come Strano, Tizi, Salvucci e Bucosse. Tra l’altro lo stesso Passarini mi ha fatto da secondo nella mia prima esperienza a Tolentino nel 2015/16. Già ai tempi aveva le idee chiare e si sapeva che poi avrebbe allenato. Sarà un piacere ritrovare anche lui.
Prevista grande affluenza sugli spalti. Queste sono sicuramente le partite più belle da giocare.
Sicuramente ci sarà un bel clima. Noi non possiamo che ringraziare i nostri tifosi. Sempre in riferimento alle tante vittorie in trasferta, gran parte è anche merito loro che sono sempre stati presenti e numerosi. Penso a Matelica o alla stessa partita di domenica scorsa a Villa San Filippo, ma anche alla partita di Montegranaro, in cui abbiamo conquistato un punto importante. Se diciamo sempre che Macerata deve vincere e che abbiamo pressioni è proprio perché abbiamo il vantaggio di avere un pubblico del genere. Spero che riusciremo a sfruttare questo fattore a dovere.
Mister Passarini
La stessa domanda anche a Mister Passarini. Si affrontano le due squadre che fanno il miglior calcio della categoria?
Sono punti di vista. Non siamo le compagini che fanno il miglior calcio, dipende da che punto di vista si guardano le squadre.
Dall’inizio dell’anno abbiamo visto giocatori che si sono adattati a ruoli che non avevano ricoperto prima (Stricker terzino, Tomassetti centrale). Come nascono queste scelte?
Sicuramente quando hai un gruppo come il mio, in cui tutti si mettono a disposizione e si mettono in gioco è più semplice fare determinate scelte. Qualcuna è stata fatta all’inizio dell’anno, nel senso che su Tomassetti avevamo pensato proprio dall’inizio di farlo giocare da centrale. Lui ha risposto alla grande e si sta dimostrando uno dei centrali più completi della categoria. Per quanto riguarda gli altri sono state scelte frutto anche di occasioni. Spesso devi fare di necessità virtù: si prova e quando vedi che dei giocatori hanno qualità tecniche importanti secondo me possono ricoprire tutti i ruoli.
Notizie dall'infermeria?
Moscati e Badiali sono entrambi in bilico. Per il resto siamo al completo.
In attacco avete un Peluso in più rispetto all'andata. Un giocatore che ti permette di avere imbarazzo della scelta in attacco...
Peluso è un giocatore che si è messo subito a disposizione. Alla sua età ha ritrovato stimoli e voglia di giocare. Parliamo di un attaccante importante, con dei colpi da grande giocatore. Sta ricoprendo il ruolo che ci aspettavamo quando lo siamo andati a prendere, perché cercavamo proprio un giocatore che ci desse qualcosina in più anche a livello di mentalità.
Hai iniziato facendo il secondo di Possanzini. Sarà bello ritrovarsi da avversari? Ti ha lasciato qualcosa da quell'esperienza?
Chiaramente quando fai il secondo cerchi di capire come funziona il ruolo principale e di catturarne alcune sfumature, perché poi un allenatore deve essere sempre sé stesso e portare avanti le sue idee. Sono convinto che Matteo (Possanzini ndr) sia un grande allenatore e un professore sotto certi punti di vista, come pochi nella categoria. Era la mia prima esperienza in panchina e poi l’anno successivo sono succeduto a lui sulla panchina del Tolentino, proprio come è successo quest’anno.
La sconfitta dell’andata ha fatto male, ma è stato un punto cruciale per la vostra stagione. Quanto siete cresciuti da quella partita?
Quella partita, al di là degli strascichi che aveva lasciato per qualche decisione arbitrale, credo che l’avevamo persa noi, perché nel momento cruciale della partita non avevamo avuto la maturità per consolidare il risultato che ci eravamo guadagnati fino a quel momento. Dunque sono stati bravi loro a vincerla. Però ripeto proprio perché probabilmente non eravamo ancora squadra e non eravamo maturi. Quella, però, è stata la partita che ci ha dato la consapevolezza di potercela giocare con chiunque e da lì in poi abbiamo guadagnato in autostima, al di là della sconfitta. Qualcosa in noi era scattato, facendoci capire di avere dei giocatori con dei valori importanti. Tant’è che dopo quella partita abbiamo fatto cinque vittorie consecutive. Credo che in questo momento, nella stessa situazione, non commetteremo gli stessi errori.
Prevista grande affluenza sugli spalti. Queste sono sicuramente le partite più belle da giocare.
Il nostro miglior traguardo sin qui è stato quello di aver coinvolto un paese intero: c’è un entusiasmo crescente nell’ambiente, dopo un minimo di scetticismo che c’era all’inizio. Questo ci dà molta soddisfazione: il fatto di andare a giocare contro la Maceratese fuori casa e di avere un richiamo di persone così numeroso è qualcosa che mi inorgoglisce molto.
Così dunque i due allenatori parlano alla vigilia della sifda. La Maceratese ha inoltre comunicato che, grazie a un grande lavoro di intermediazione fra il presidente Alberto Crocioni e la Questura di Macerata, è stata autorizzata l'apertura della biglietteria per i tifosi locali. Il punto vendita sarà attivo dalle 13:30 lungo via Fratelli Palmieri, all’altezza di Idea 88.
A dieci partite dalla fine del campionato è il responsabile scouting Matteo Siroti a tracciare il punto sul momento della Maceratese e sugli obiettivi posti dalla società ad inizio anno. Fra questi, in primis, la valorizzazione e la crescita dei giovani. Con un’età media pari a 22,75 anni, dunque under 23, la 'giovane Rata' sta guidando la classifica del campionato di Eccellenza, con l’esperienza di giocatori come Congini, Lucero, Gagliardini e Nicolosi, ma anche con il grande apporto dei giovani, parte integrante del progetto biancorosso. Aldilà degli under Ciattaglia e Bongelli, che come under si stanno rivelando un'arma in più per la squadra biancorossa, anche giocatori appena ventenni come Vrioni, Cirulli e Ruani si stanno rivelando tra i protagonisti di questa stagione della Rata.
“Aver trovato giovani di valore è un motivo di grande orgoglio per tutta la società - commenta Siroti - Ciattaglia e Bongelli sono ragazzi che avevo fortuna di conoscere da tempo. Il primo era con me nella mia esperienza a Perugia. Il secondo non lo avevo con me ma lo conoscevo da tanti anni e sapevo del suo valore. Bisogna dare anche merito al lavoro del Mister che ha saputo valorizzarli. Non è scontato, nel caso di Bongelli, far giocare un 2006 in un ruolo delicato come quello del regista davanti alla difesa, per giunta nel massimo campionato regionale e in una squadra ambiziosa come la Maceratese. Ci vuole coraggio ma, nonostante la bravura dei ragazzi, bisogna riconoscere che l'allenatore sta facendo un grande lavoro per permettergli di esprimere al meglio il loro talento. A questo non vanno tralasciati l’impegno e la fiducia della società, che ha posto la valorizzazione dei giovani come uno degli obiettivi principali di questo nuovo corso. Credo che i giovani riescono a dare tanto quando c’è un contesto in cui si sentono appoggiati in tutto e per tutto. Io, così come il dg Serangeli, ho avuto modo di apprenderlo sul campo. Lo stesso ds De Cesare ci appoggia in tutto e per tutto. E poi il Mister che, come detto, sul lavoro con i giovani è un maestro. Pochi allenatori oggi hanno veramente il coraggio che ha lui nel dargli spazio: è uno che sa tenere tutti dentro alla stessa maniera, dedicandogli tempo e lavoro. La sua scelta a inizio anno non è stata casuale, e in perfetta linea con l'obiettivo di portare quanti più ragazzi del settore giovanile e del territorio in prima squadra".
Proprio Ciattaglia e Bongelli hanno recentemente preso parte ad sessione tecnica con la rappresentativa nazionale dilettanti under 19. Siroti si è detto soddisfatto della loro prova. “Hanno fatto un allenamento sotto gli occhi dei tecnici della nazionale LND e onestamente devo dire che sono andati bene tutti e due. Sicuramente non ci hanno fatto fare brutta figura”.
Siroti ha maturato, come detto, un’esperienza importante nel lavoro con i giovani nei 5 anni al Perugia, società storica e blasonata in cui ha portato quattro talenti marchigiani come Matteo Viti, Matteo Polizi, Giovanni Giunti e Alessandro Seghetti. Il primo è stato recentemente acquistato dal Monza, mentre gli altri tre si stanno facendo valere ed apprezzare con la maglia del Grifo.
“Ho avuto la fortuna anni fa di vederli e crederci diversi anni fa. Oggi vedere Viti che passa al Monza, Polizi che ha fatto diverse presenze in prima squadra, Seghetti che ormai ha gli occhi di società da tutta Italia, anche di Serie B, Giunti che è un titolare fisso, non posso nascondere che per me è un motivo di grande orgoglio. Sono ragazzi che ho visto crescere e in cui ho sempre creduto. Vederli riempiti di soddisfazioni per me vale tantissimo”.
Alla domanda se ci sono dei ragazzi nel settore giovanile della Maceratese che possono seguire le loro orme e arrivare nel professionismo, Siroti risponde: "Ci sono diversi ragazzi che col tempo possono ambire a far parte del progetto Maceratese, di questo ne sono sicuro al 100%. Fra questi ragazzi poi qualcuno può anche avere la possibilità di entrare a far parte di un contesto professionistico. L’importante è avere pazienza con i ragazzi, sostenerli anche se sbagliano una partita. Bisogna saperli aspettare, ma credo che nel nostro settore giovanile, così come nella nostra juniores, abbiamo tutte le carte in regola per farli crescere bene".
E proprio la juniores allenata da Mister Pieralvise Ruani sta facendo molto bene nel girone C regionale, dove anch’essa guida la classifica. Siroti ne sottolinea l'importante cammino, nonostante un'età inferiore agli avversari. "Anche la juniores è prima in classifica, tra l’altro da sotto età. Stiamo facendo una grande stagione con tutti 2007 e 2008 e settimanalmente ci confrontiamo con ragazzi del 2005 e 2006. Nonostante questo siamo primi in classifica. Domenica avremo lo scontro diretto a Monticelli contro la seconda in classifica, ma a prescindere dal risultato finale posso dire che c’è veramente stata una grande crescita della squadra. Ne va dato sicuramente atto a Mister Pieralvise Ruani, che ha creato un gruppo importante che ci fa ben sperare per il futuro della prima squadra".
Siroti ci parla anche del Velox, il più importante torneo giovanile della regione che anche quest’anno è pronto a partire. "Devo dire che è molto prematura la cosa, ma abbiamo fatto una prima riunione poco tempo fa. Il Velox ripartirà come tutti gli anni e stiamo lavorando per continuare a migliorare il sistema organizzativo. Vogliamo rendere la manifestazione una bella esperienza in cui coinvolgere anche squadre da fuori regione, con diverse compagini anche dall'Umbria. è un lavoro impegnativo ma stiamo lavorando per farci trovare pronti.
Chiudiamo infine parlando del campionato di Eccellenza, che vede la Maceratese in testa a +1 sul K Sport Montecchio Gallo, in quello che si preannuncia un duello all’ultima curva fino alla trentesima giornata. Rata che sarà ora attesa da un impegno delicato sul campo della Sangiustese, fra le squadre più in forma del torneo. "Sul campionato sappiamo tutti che è dura e che si giocherà fino all’ultima partita. Io dico anche che dobbiamo essere comunque contenti del percorso fatto fino ad oggi. Veniamo da una striscia veramente importante di risultati utili consecutivi. Questa è una squadra che ha saputo darsi un’identità chiara e precisa e quindi bisogna essere fiduciosi e continuare, come è sempre stato fino ad oggi, a sostenere questi ragazzi. Sono un gruppo stupendo che va oltre l’aspetto tecnico. Faremo di tutto fino all’ultima partita per portare a termine l’obiettivo, poi si sa che il calcio è fatto di varie componenti, ma noi fino alla fine faremo di tutto per rendere felice la città e noi stessi. Detto questo domenica andremo a Villa San Filippo per fare risultato uniti più che mai".