La Maceratese torna da Montefano con una vittoria dal grande valore, sia per la classifica che per il morale. Su un campo difficile, la squadra di Possanzini ha saputo reagire allo svantaggio, imponendosi con carattere e determinazione. A decidere il match sono stati Niccolò Marras, autore di una doppietta, e Luca Cognigni, protagonista assoluto con giocate da fuoriclasse e un contributo decisivo nei momenti chiave della partita.
Il capitano biancorosso ha indossato i panni del leader, caricandosi sulle spalle la squadra in un momento cruciale della stagione. Prima ha offerto a Marras l'assist per il gol del pareggio, frutto di un movimento da vero numero nove, poi ha mandato in visibilioi tifosi con una giocata da fuoriclasse puro: girata su Postacchini e rigore guadagnato con esperienza, trasformato nel gol della vittoria. Non un episodio isolato, ma l'ennesima perla stagionale: dal colpo di genio contro l'Urbania alla prima giornata, fino all'assist di tacco per Marras nel derby contro il Tolentino. Un repertorio da giocatore di categoria superiore, come ha sottolineato a fine gara Mister Possanzini:"Calcisticamente Cognigni non c'entra nulla con questa categoria, fa proprio un altro sport. Aldilà dell'aspetto tecnico è un giocatore trascinante, quindi ce lo teniamo stretto".
La soddisfazione per la vittoria è stata espressa dallo stesso Cognigni, che ha sottolineato il valore di questi tre punti: “Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata, ma l'abbiamo ribaltata con cuore e determinazione. Restano cinque finali da giocare, ma la prima è andata bene”.
Ma oltre la prestazione e il risultato, c'è qualcosa di più grande. Dopo i gol, Cognigni ha rivolto lo sguardo al cielo, le braccia tese in un gesto che diceva tutto. Al termine del match, la voce rotta dall'emozione, il bomber biancorosso ha dedicato la vittoria a suo padre, scomparso poche settimane fa: "Questa vittoria è per lui. La dedico a mio padre". Un momento molto intenso, che ci dà una dimostrazione di come il calcio, a volte, sa essere anche questo: un rifugio, un messaggio, un modo per sentirsi ancora vicini a chi non c'è più.
La Maceratese si appresta ad affrontare la prima delle ultime tre trasferte della stagione, con un obiettivo chiaro: rimanere in vetta alla classifica del campionato. Domenica 9 marzo, alle 15:00, la squadra di mister Possanzini sarà impegnata sul campo del Montefano per la 25esima giornata di Eccellenza Marche, in un match che si preannuncia combattute e fondamentale per le ambizioni dei biancorossi. Per i tifosi ospiti non sono previste particolari limitazioni, che potranno seguire la squadra con il solito entusiasmo.
I ragazzi di Possanzini arrivano all'appuntamento con grande entusiasmo dopo la convincente vittoria per 3-1 contro il Fabriano Cerreto, che ha permesso loro di agganciare il K Sport Montecchio in testa alla classifica. Una prestazione di grande carattere, in cui la Maceratese ha risposto alla perfezione dopo la delusione della sconfitta contro l'Urbino, mostrando determinazione e voglia di riprendersi la vetta.
Un protagonista indiscusso della vittoria contro il Fabriano Cerreto è stato Niccolò Marras, che ha dominato la scena con una prestazione eccellente. Dopo aver colpito due traverse, l'esterno offensivo ha aperto le marcature con un assist perfetto per Mastrippolito e ha siglato il definitivo 3-1 con un gol arrivato proprio sulla sirena. Le sue parole a fine partita evidenziano la gioia per la vittoria e la consapevolezza dell'importanza dei tre punti ottenuti. “Sono contento di aver trovato il gol nel finale su un'intuizione di Monteiro che ringrazio. L'importante però erano i 3 punti. Penso che abbiamo risposto alla grande sul campo dopo la sconfitta di Urbino. Dall'inizio si è vista la voglia di voler vincere e riprendersi il primo posto”, ha dichiarato Marras.
In vista della trasferta contro il Montefano, la Maceratese ritroverà capitan Cognigni, che era partito dalla panchina nell'ultima partita. Tuttavia, mister Possanzini dovrà fare i conti con l'assenza di Bongelli, squalificato, e con le condizioni ancora non ottimali di Lucero. Anche Albanesi rimarrà indisponibile, ma potrebbe tornare in campo nella prossima gara contro i Portuali Dorica. Nonostante le difficoltà, Marras si dice fiducioso, grazie al lavoro che la squadra sta facendo in settimana per prepararsi al meglio.
“Col Montefano sarà una partita tosta come tutte le altre. La stiamo preparando bene lavorando al massimo in settimana”, ha aggiunto l'attaccante romano, che da quando è arrivato a Macerata ha avuto un impatto devastante, risultando spesso decisivo nelle azioni offensive. Il suo inserimento in squadra è stato facilitato dall'ottima accoglienza che ha ricevuto da parte di staff e compagni di squadra, e ora il suo obiettivo è continuare su questa strada.
“Mi sono trovato molto bene con tutti sin dal primo momento. Staff, giocatori mi hanno accolto alla grande. Adesso devo solo continuare così e ripagare questa fiducia. Ai tifosi chiedono di continuare a sostenerci perché ci danno una grande mano, sia in trasferta che in casa”, ha concluso Marras, consapevole dell'importanza del supporto del pubblico.
La Maceratese dunque si prepara a vivere un'altra sfida importante, consapevole che ogni punto in palio potrebbe essere decisivo per l'obiettivo di conquistare la promozione in Serie D.
(Foto di Francesco Tartari)
Si è aperta con un video dell'esibizione di Lucio Corsi sul palco del Teatro La Filarmonica nel 2017 la conferenza stampa della XXXVI Edizione di Musicultura, il Festival della Canzone Popolare e d'Autore, che prenderà il via il 6 marzo con le Audizioni Live per culminare nelle serate finali allo Sferisterio a giugno.
Il cantautore toscano, autentica rivelazione dell'ultimo Festival di Sanremo con il secondo posto e con un brano, Volevo essere un duro, in grado di raccontare con ironia e leggerezza il contrasto tra l'apparenza e l'autenticità, nel 2017 calcò il palco di Musicultura, arrivando fra gli otto vincitori con la sua Altalena Boy. E chissà se tra le 2.352 canzoni partecipanti alla XXXVI edizione del prestigioso concorso, con cui Musicultura da 36 anni esplora e promuove le espressioni più autentiche della creatività musicale giovanile, nel segno di un ricambio generazionale fondato sul merito artistico, non si celi un nuovo grande talento della musica italiana.
Ci sono voluti più di tre mesi per valutarle tutte. Completata la prima selezione, Musicultura svela finalmente le proposte che rimangono in corsa. Sono 60 e si apprestano a convergere da tutta Italia su Macerata. Si esibiranno sul palco del Teatro Lauro Rossi, per le Audizioni Live di Musicultura 2025, nel corso di dieci serate di spettacolo aperte liberamente al pubblico (prenotazione su www.musicultura.it), in programma continuativamente dal 6 al 15 marzo con inizio alle ore 21 e la domenica alle 17.
La rosa delle 60 proposte è composta da 14 band e da 46 solisti e soliste; tra le regioni italiane di provenienza più rappresentate troviamo Lombardia e Piemonte con 8 artisti, segue l'Emilia Romagna con 7, quindi Lazio e Campania con 6. Quattro sono le proposte artistiche marchigiane in lizza: Atarde e Bela di Ancona, Loree di Porto San Giorgio e Piccolo G di Macerata.
"Le città italiane che si connotano per una scena musicale che le distingua dall'uniformita stanno scomparendo. Macerata è in felice controtendenza - osserva il Direttore artistico Ezio Nannipieri - Con Musicultura qui convergono, si confrontano, spiccano il volo le energie più sane e creative della canzone italiana. Chi è stanco di affidare agli algoritmi delle piattaforme la scelta delle canzoni a lui più adatte qui può rifiatare e chi alle canzoni chiede di farlo cadere dalla sedia ha discrete probabilità di essere accontentato. Mi viene in mente un ragazzo che nel 2017 fu tra i vincitori del concorso, Lucio Corsi, al quale auguro ogni bene. La diversità espressiva con cui Lucio ha conquistato tutti, lì a Sanremo è stata l'eccezione, a Musicultura è la normalità. Parlo dell'impegno quotidiano e poco raccontato di tantissimi giovani artisti che mettono al centro la dignità del contenuto, anche a costo di gavette lunghissime e di rinunce importanti. A loro va la gratitudine di Musicultura".
Gli artisti convocati al Lauro Rossi, tutti autori e autrici delle loro canzoni, si esibiranno sei per sera, rigorosamente dal vivo, a favore di un pubblico il cui calore è uno degli ingredienti vitali dell'atmosfera particolare che si respira durante le Audizioni. Chi non potra esserci fisicamente avrà la possibilità di seguire gli spettacoli in diretta streaming sui social e su eTv Marche. Durante le Audizioni Live, ogni sera gli spettatori eleggeranno l'artista preferito, al quale andrà il Premio Banca Macerata.
"Siamo entusiasti di essere, per il quinto anno consecutivo, Main sponsor di Musicultura, un festival che rappresenta una vera e propria eccellenza nel panorama musicale e culturale italiano - afferma Michela Sopranzi, Vicepresidente di Banca Macerata. Il nostro impegno nasce dalla consapevolezza che cultura, innovazione e talento sono il cuore pulsante della crescita del nostro territorio. Banca Macerata è da sempre vicina alle iniziative che valorizzano la qualità e le potenzialità delle nuove generazioni e Musicultura incarna perfettamente questi principi, offrendo ai giovani artisti l'opportunità di esprimere la propria creatività e di emergere nel panorama musicale nazionale. Investire nella cultura e nel nostro territorio è parte integrante della nostra mission, la partnership con Musicultura è la dimostrazione di come Banca Macerata contribuisca a rafforzare il tessuto sociale e culturale, dando spazio alle idee, alle passioni ed alle persone che rendono la nostra comunità più viva e dinamica".
A seguire le Audizioni live ci sarà anche quest'anno un gruppo di detenuti della Casa di reclusione di Barcaglione Ancona, coinvolti nella giuria speciale di Musicultura con il progetto "La casa in riva al mare", promosso e sostenuto dal Garante regionale dei diritti della persona Giancarlo Giulianelli. "Il premio "La casa in riva al mare" ha rappresentato una novità assoluta nel panorama nazionale ed ha dimostrato con successo l'importanza della partecipazione della comunità esterna all'azione rieducativa dei detenuti prevista dall' art. 17 dell'Ordinamento Penitenziario - afferma Giancarlo Giulianelli - Il progetto è stato inoltre segnalato come best pratice del 2024 dal Dipartimento nazionale dell'Amministrazione penitenziaria. È con vero piacere che rinnoviamo la collaborazione con Musicultura 2025, forti di un'accresciuta consapevolezza, di una maggiore conoscenza delle dinamiche carcerarie da parte della comunità e dell'effetto positivo che i percorsi formativi previsti possono avere sull'armonia psicofisica dei detenuti e sulle prospettive di futuro reinserimento nella società".
Le Audizioni coinvolgono anche, in veste di giurati e di addetti alla comunicazione, gli studenti e le studentesse dell'Università di Macerata e dell'Università di Camerino. "Musicultura rappresenta un'imperdibile opportunità per le studentesse e gli studenti orer dell'Università di Macerata, con un format giovanile, di intrattenimento, moderno, che Wes promuove il valore della musica cantautorale - dichiara il Rettore dell'Università di Macerata John Mc Court - È un'occasione di crescita umana, culturale e professionale che rende l'Università di Macerata orgogliosa ed entusiasta di rinnovare la storica collaborazione con la rassegna. Una tradizione che si rinnova con l'obiettivo di contribuire al benessere e alla cultura della nostra comunità".
"E con grande orgoglio che l'Università di Camerino prosegue la sinergia con Musicultura - afferma il Rettore Unicam prof. Graziano Leoni - La musica rappresenta da sempre un momento di confronto, di aggregazione e di incontro tra culture, ma soprattutto di pace tra i popoli. La musica, inoltre, come strumento di identità e appartenenza è una di quelle competenze trasversali che concorrono a una formazione completa di cittadine e cittadini consapevoli: Unicam ci crede e lavora affinché le nostre studentesse ed i nostri studenti possano avere tali opportunità. Ne sono convinti anche loro, che ancora una volta hanno aderito numerosi, partecipando con entusiasmo: li ringrazio e con loro ringrazio anche il prof. Daniele Tomassoni che presiede la giuria Unicam".
Altri importanti partner culturale sono la Fondazione Marche Cultura e l'Accademia di Belle Arti di Macerata, con studentesse e studenti dei corsi di grafica, light design, fumetto e illustrazione e fashion design attivamente coinvolti.
Dalle Audizioni Live emergeranno i 16 progetti artistici finalisti. Ne designerà 15 la commissione di ascolto di Musicultura - guidata dal Direttore artistico Ezio Nannipieri e di cui fanno parte Stefano Bonagura, Marco Maestri, Roberta Giallo, Giulia Grandinetti, Massimiliano Stramaglia per Unimc e Daniele Tomassoni per Unicam. La scelta del sedicesimo finalista sarà compito delle giurie studentesche dell'Università di Macerata e dell'Università di Camerino.
I 16 finalisti verranno presentati in un duplice concerto al Teatro Persiani di Recanati nella prossima primavera. Parallelamente, le loro canzoni entreranno a far parte del CD compilation della XXXVI edizione di Musicultura e saranno prese in consegna e programmate da Rai Radio 1, la radio ufficiale del festival.
Otto saranno infine i vincitori del Concorso, designati dall'insindacabile giudizio del prestigioso Comitato di Garanzia di Musicultura i cui primi firmatari furono nel 1990 Fabrizio De André e Giorgio Caproni, e che in questa XXXVI edizione è composto da: Francesco Amato, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Maria Grazia Calandrone, Giulia Caminito, Luca Carboni, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Dardust, Teresa De Sio, Cristina Dona, Giorgia, Mariangela Gualtieri, La Rappresentante di Lista, Ermal Meta, Mariella Nava, Susanna Nichiarelli, Piero Pelù, Vasco Rossi, Ron, Sydney Sibilia, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi e Margherita Vicario.
Gli otto vincitori, insieme a ospiti di spicco del panorama musicale nazionale e internazionale, saranno protagonisti delle serate finali del Festival, in programma nel mese di giugno 2025 allo Sferisterio di Macerata. Li sarà il voto del pubblico a decidere lassegnazione del Premio Banca Macerata di € 20mila al Vincitore assoluto. Verranno inoltre assegnati la Targa della Critica Piero Cesanelli (€ 3.000), il premio "La casa in riva al mare" (€ 2.000), il premio PMI (€ 2.000) e il premio per il miglior testo (€ 2.000).
ECCO I NOMI DEI 60 ARTISTI IN GARA A MUSICULTURA 2025 E LE CITTA' DI PROVENIENZA
Aaron - Perugia; Alessandra Nazzaro - Napoli; ALTOLUCENTI - Venezia; Androgynus - Grosseto; Arrigo - Milano; Atarde - Ancona; Bakivo - Bologna; Bambina - Cosenza; Bela - Ancona; Belly Button e il Coro Onda - Roma; Bluesy - Crema; Carlomagno - Torino; Chiaré - Salerno; Corpoceleste - Terni; Disangro - Bologna; Distemah - Biella; domenico_mba - Bari; Echo - Bologna; Elena Mil - Milano; Elsa - Milano; Emanuele Colandrea - Latina; Fede Baracchi - Modena; Forse Danzica - Bergamo; Frammenti - Treviso; Giuda Mio Fratello - Palermo; Hot Docs - Novara; Hyrin - Firenze; Ibisco - Bologna; ioemeg - Torino; Kaloxs - Potenza; Kyoto - Bari; Loree - Porto San Giorgio; LUPI - Bologna; Martina Di Nardo - Caserta; Matteo Tambussi - Torino; Maurizio Vizzino - Latina; ME, JULY - Benevento; Mediterraneo - Cremona; Momi - Udine; Moonari - Roma; Mufasa e le Abat-jour - Rieti; Naeev - Como; Nakhash - Asti; NILO - Sassari, Noite - Genova; Not a sad story - Palermo; Piccolo G - Macerata; Pino Ruffo - Napoli; raccontoRiccardo - Messina; Samuele stanco e i Gabbiani Malvagi - Venezia; Sara Rados e Progetti Futuri - Firenze; Silvia Lovicario - Nuoro; Simona Boo/ Bimbi di Fumo - Napoli; Sofia - Torino; sonoalaska - Roma; Stella - Perugia; TIMEO - Vercelli; Toyo - Ferrara; ULULA - Verona; Vittoria - Monza
Risse, ubriachezza molesta, mala movida. Sono queste le etichette che, spesso, vengono affibbiate a locali della nightlife, e tra i nomi citati nei commenti sui social spunta anche quello del Donoma di Civitanova Marche. Ma la realtà, almeno quella che abbiamo vissuto in prima persona in una serata di sabato sera, è ben diversa.
Con l’operazione interforze recentemente avviata per contrastare gli episodi di degrado nelle ore notturne, abbiamo deciso di toccare con mano ciò che accade nelle serate della discoteca civitanovese più iconica. La serata scelta non era una qualsiasi: ospite speciale era Rhove, uno degli artisti trap più amati dai giovani grazie a successi come Shekerando e Alè, famoso per i suoi live particolarmente energici.
Appena arrivati, il primo impatto è quello di un locale attentamente gestito. All’ingresso, diversi addetti alla sicurezza monitorano l’afflusso dei clienti con metal detector portatili, garantendo un ambiente sicuro. Dentro, l’atmosfera è quella di una grande festa: ragazzi e ragazze ballano sulle hit del momento, tra luci soffuse e bottiglie di champagne che illuminano i tavoli con scintillanti stelle filanti.
Eccessi? No, o perlomeno nulla di preoccupante. Solo un ragazzo che, diciamo, ha alzato un po’ troppo il gomito e si ritrova a fare conoscenza ravvicinata con l’aria fresca della notte. Ma niente drammi: un buttafuori con la stazza di un armadio a quattro ante lo accompagna all’esterno con una delicatezza quasi paterna, suggerendogli di prendersi un attimo di pausa prima di rientrare. Un gesto che, diciamocelo, spiazza un po’: ci aspettavamo più la classica "presa a tenaglia" e via.
Nel frattempo, tra minigonne vertiginose, camicie aperte fino all’ombelico e un tasso di promiscuità che farebbe impallidire i censori più rigidi, la serata scorre in un’atmosfera che è esattamente ciò che una discoteca dovrebbe essere: libertà, gioco di sguardi e un po’ di sana esuberanza. Del resto, chi va in discoteca per stare coperto fino al collo?
L’attesa cresce fino alle 2.00, quando Rhove fa il suo ingresso sul palco tra le urla entusiaste del pubblico. Il trapper milanese porta tutta la sua energia, saltando da una parte all’altra del palco e coinvolgendo i presenti in un mix esplosivo di ritmo e adrenalina. La sua musica può piacere o meno, ma su una cosa non ci sono dubbi: ha la capacità di far ballare anche chi fino a due minuti prima giurava di non conoscere neanche un suo pezzo. E poi, a vent’anni non si va in discoteca per analizzare testi e melodie: si va per divertirsi, per sentire il basso che vibra nello stomaco e per urlare a squarciagola il ritornello di una canzone che, tutto sommato, fa anche molta presa.
Il Donoma, da sempre un’istituzione per la nightlife civitanovese, continua a dimostrare il suo valore. Anche quest’anno, il club è in nomination per il titolo di miglior winter discoclub ai Dance Music Awards, un riconoscimento che certifica la qualità della sua offerta e la cura del suo management. Il dott.Daniele Maria Angelini, il suo patron, è sempre presente, attento a garantire che tutto fili liscio e che il divertimento rimanga entro i limiti del buon senso.
Quello che accade all’esterno dei locali, certo, è un aspetto da monitorare, e un controllo più serrato è sempre benvenuto. Ma se cercate la mala movida, la delinquenza giovanile e il disastro generazionale, forse dovete cambiare indirizzo. Qui ci sono solo ragazzi che vogliono vivere la loro notte, tra luci, musica e un po’ di spensieratezza. E alla fine, non è proprio questo il bello della movida?
Archiviata la sconfitta esterna contro l’Urbino, la Maceratese è chiamata a rialzare subito la testa. Domenica all’Helvia Recina Pino Brizi arriverà il Fabriano Cerreto di mister Gastone Mariotti, che dal suo arrivo ha dato una netta sterzata alla stagione dei cartai. La formazione fabrianese arriva infatti da due vittorie consecutive contro Chiesanuova e Portuali Dorica, dimostrandosi un avversario in grande crescita. Per i biancorossi si prospetta quindi un altro esame complicato, ma la squadra ha lavorato duramente in settimana per lasciarsi alle spalle la prestazione opaca di Urbino.
A confermarlo è Gaspar Monteiro, arrivato a gennaio dalla Castiglionese (Eccellenza Toscana), che contro l'Urbino ha giocato la sua prima gara da titolare, risultando fra i migliori nei biancorossi. Il centrocampista ha rivelato che la squadra si è confrontata a inizio settimana per analizzare gli errori e ritrovare fiducia in vista delle ultime sette giornate di campionato. “Martedì ci siamo parlati e abbiamo analizzato attentamente la partita di Urbino – racconta Monteiro –. È stata una gara difficile, ma il nostro calcio non è quello e la gente lo sa. Probabilmente il campo non ha aiutato nella costruzione e nel palleggio, che sono parte fondamentale del nostro gioco. Ormai però siamo proiettati alla partita di domenica e stiamo lavorando più che mai per arrivarci preparati”.
Il centrocampista portoghese, noto sia come Monteiro che come Ribeiro (cognome della madre), racconta anche del suo rapido ambientamento a Macerata: “Dal primo minuto che sono arrivato mi sono sentito a casa. Ho avuto un’ottima accoglienza dalla squadra, dai compagni, dalla società e dallo staff. Sto lavorando per aiutare la squadra ed essere un’opzione importante per il mister”.
Monteiro partirà in ballottaggio con Gomez per un posto a centrocampo al fianco dell’inamovibile Bongelli. In difesa la Maceratese dovrà fare a meno dello squalificato Lucero, che avrà così la possibilità di recuperare completamente dall’infortunio subito contro la Sangiustese qualche settimana fa.
Da qui in avanti, per i biancorossi si prospettano sette finali da affrontare con la massima determinazione, per inseguire l’obiettivo Serie D e sperare in un passo falso della capolista K Sport Montecchio Gallo (ci sarà lo scontro diretto alla penultima giornata). La sfida contro il Fabriano Cerreto sarà dunque un banco di prova fondamentale per dimostrare la voglia di riscatto della squadra.
(Foto di Francesco Tartari)
A molti sarà capitato di passeggiare per i vicoli di Macerata e di sentirsi dentro una scenografia. Non una qualsiasi, ma una che potrebbe aver immaginato Dante Ferretti, il Maestro della scenografia che oggi compie 82 anni.
Partendo proprio dalla sua Macerata, Ferretti è riuscito ad affermarsi come uno degli scenografi più grandi di sempre, lavorando al fianco di mostri sacri della regia come Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Martin Scorsese e Tim Burton. Le sue opere gli sono valse riconoscimenti globali, tra cui tre premi Oscar alla migliore scenografia, conquistati insieme alla moglie Francesca Lo Schiavo nel 2005 con The Aviator, nel 2008 con "Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street" e nel 2012 con Hugo Cabret.
(Video realizzato da Francesco Silla)
Dante Ferretti si è sempre detto molto orgoglioso delle sue origini maceratesi e quando può non manca di tornare nella città che gli ha dato i natali per passeggiare fra i vicoli del centro storico, quei vicoli che hanno ispirato molte delle sue scenografie. Molti infatti non lo sanno, ma nelle scenografie capolavoro di Dante Ferretti Macerata è sempre presente in qualche modo.
Insieme allo scrittore David Miliozzi, profondo conoscitore del suo mondo e curatore della biografia di Dante Ferretti Immaginare prima: le mie due nascite, il cinema, gli Oscar, a cui è seguito Bellezza imperfetta. Io e Pasolini, che racconta il sodalizio professionale fra Ferretti e il Corsaro Nero, siamo andati alla scoperta dei luoghi di Dante Ferretti a Macerata.
Il nostro viaggio inizia da Piaggia della Torre, una delle stradine più suggestive della città. Qui sorgeva la casa in cui Dante Ferretti nacque nel 1943. L’edificio originale, però, non esiste più. Fu distrutto dal bombardamento del 3 aprile 1944, quando Dante aveva appena un anno. Lui, la madre e la sorella rimasero sotto le macerie. "La madre e la sorella vennero salvate subito. Dante invece fu ritrovato solo molte ore dopo, quando ormai le speranze si stavano spegnendo", racconta Miliozzi. È quasi simbolico: Ferretti, che per tutta la vita ha costruito scenari immaginifici, ha vissuto sulla propria pelle la distruzione e la ricostruzione. "È nato dalle macerie e ha passato la vita a creare mondi che senza di lui non sarebbero mai esistiti", riflette Miliozzi.
Salendo verso Piazza della Libertà, il cuore pulsante di Macerata, troviamo un altro tassello fondamentale della storia di Ferretti. Qui, un tempo, si trovava la bottega di falegnameria di suo padre, Elvio. "Elvio perse una gamba nell’esplosione del ‘43, ma non si arrese. Si costruì da solo una protesi in legno, proprio come Geppetto con Pinocchio", racconta Miliozzi. Un'immagine che richiama le fiabe e i mondi fantastici che Ferretti avrebbe ricreato nel cinema.
Dante Ferretti è, dunque, nato sotto l'ombra della Torre Civica, ma non solo. Da bambino, si intrufolava all’interno della torre con il suo amico Clemente, il figlio del custode, per osservare il meccanismo dell'orologio e divertirsi a ricaricarlo. Un’esperienza che, molti anni dopo, sarebbe diventata una delle fonti di ispirazione per Hugo Cabret, il film di Martin Scorsese che gli valse il suo terzo premio Oscar. Oggi, una targa sulla torre ricorda questo legame speciale.
Di fianco alla Torre Civica si erge il Teatro Lauro Rossi, un gioiello neoclassico che per Ferretti ha rappresentato uno dei primi contatti con il mondo dello spettacolo. "Qui si organizzavano serate da ballo. Era un teatro vivo, un luogo che aveva una sua magia", racconta Miliozzi. È impossibile non pensare a "I Vitelloni" di Federico Fellini, film in cui si respira la stessa atmosfera delle serate maceratesi vissute da Ferretti. Non a caso, Fellini e Ferretti avrebbero poi collaborato a lungo, condividendo sogni, visioni e ricordi.
Su questa scia, ci addentriamo nei vicoli meno battuti del centro storico, fino a raggiungere Vicolo Marefoschi. Qui, un tempo, si trovava il bordello della città. Ferretti, da ragazzino, era incuriosito da una donna affacciata alla finestra, con una lunga sigaretta tra le dita e un’aria misteriosa. Una visione che gli sarebbe rimasta impressa e che avrebbe poi ripreso nella scenografia de "La città delle donne", film in cui Fellini racconta un viaggio surreale e onirico nell’universo femminile.
Costeggiando le mura di Macerata, arriviamo dietro la Chiesa di San Giorgio, che in passato era spesso teatro di alcune rassegne cinematografiche. Non potendosi permettere il biglietto, Dante e i suoi amici si arrampicavano per scorgere nel cortile della chiesa un terzo del film proiettato. "Questa cosa è stata fondamentale nel processo creativo di Dante, perchè vedendo solo un terzo dello schermo, era portato ad immaginarsi i restanti due terzi. Questa privazione ha ‘eccitato’ ancora di più la sua creatività. Davvero poetico".
Saliamo verso Corso Garibaldi, dove c’è il barbiere, oggi profondamente restaurato, in cui Dante accompagnava il papà. La scena epica di Sweeney Todd, altro oscar alla sceneggiatura, col sedile della sedia da barbiere e le assi del pavimento in legno, trae ispirazione proprio da qui ed è dunque anche esso un ricordo di Dante Ferretti legato a Macerata”.
Non si può parlare di Dante Ferretti senza menzionare il Cinema Italia. Era qui che, da bambino, si sedeva incantato davanti allo schermo, lasciandosi trasportare dai mondi fantastici del cinema. "Per lui, il Cinema Italia era una finestra su un altro universo, un primo assaggio di quella magia che avrebbe poi trasformato in mestiere", racconta Miliozzi. Le luci soffuse, il fascino della pellicola che scorreva nel proiettore, il profumo della sala: dettagli che avrebbero plasmato il suo immaginario.
Macerata dunque non è solo il luogo di nascita di Ferretti, è la culla della sua immaginazione. Ogni scorcio, ogni dettaglio della città è un tassello del mosaico che ha costruito il suo genio creativo. Ed è bello pensare che, ogni volta che passeggiamo in questi luoghi, possiamo ancora intravedere, tra le ombre e le luci del centro storico, un frammento di cinema.
Una serata all'insegna dei grandi valori dello sport ha illuminato l’Eurosuole Forum di Civitanova Marche con il primo Gran Galà dello Sport, evento ideato e promosso dalla Simar Group con il patrocinio del Comune di Civitanova Marche e del Parlamento Internazionale della Legalità, presieduto da Nicolò Mannino. Una manifestazione che ha visto protagonisti grandi sportivi, atleti olimpici e paralimpici di ieri e di oggi, accompagnati dalle istituzioni sportive e dalle autorità militari e civili, per un incontro con il grande pubblico, in particolare con studenti e tesserati delle società locali, con l'obiettivo di diffondere i valori dello sport e uno stile di vita sano.
Ad aprire la serata è stato l’Inno di Mameli, interpretato dalla talentuosa Marta Porrà, che con la sua voce ha scaldato il palazzetto, accompagnata dalla coreografia delle atlete del Centro Ginnastica Mens Sana di Civitanova, che hanno formato un cuore sul tappeto dell’Eurosuole Forum. A dare il benvenuto al pubblico sono stati Pierluigi Pardo e Simona Rolandi, tar i volti più noti della conduzione italiana, che hanno guidato l’evento con grande entusiasmo.
Il Galà ha subito dato spazio alle grandi donne dello sport. Carolina Morace, simbolo del calcio femminile e oggi parlamentare europeo, ha sottolineato l'importanza del cambiamento culturale in atto nel mondo dello sport, con un'attenzione crescente verso le atlete. Dello stesso avviso Federica Cappelletti, presidente della Serie A femminile e moglie del compianto Paolo Rossi, che si è detta fiduciosa nel futuro dello sport al femminile.
Grandi omaggi anche per Valentina Vezzali, leggenda della scherma italiana, che ha portato le Marche sul tetto del mondo con 6 ori olimpici e 16 ori mondiali. "Lo sport è anche donna e la cultura sportiva deve essere a 360 gradi. Ho dimostrato che si può diventare mamme senza essere escluse dalle competizioni: quattro mesi dopo il parto ho vinto il campionato del mondo. Sono felice di aver contribuito alla crescita dello sport italiano" ha dichiarato la schermitrice jesina.
Non sono mancate le testimonianze di atleti del calibro di Aldo Montano e Manuel Bortuzzo, che hanno condiviso le loro emozioni e le esperienze nei campionati olimpici e paralimpici. Un momento speciale è stato riservato ad Assunta Legnante, atleta paralimpica dell’Anthropos Civitanova, omaggiata per i suoi successi, in particolare l’oro nel getto del peso ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024. "Los Angeles 2028 come portabandiera dell’Italia? Sarebbe un premio per la mia carriera, ma devo valutare la risposta del mio fisico", ha affermato l'atleta.
Spazio anche ai grandi protagonisti del calcio: Fabio Galante, Francesco Montervino e Walter Zenga, con quest'ultimo che ai nsotri microfoni ha ricordato con affetto la sua esperienza alla Sambenedettese. "Sono contento del primato della Sambenedettese, che è stata fondamentale per la mia crescita", ha dichiarato 'l'uomo ragno'.
A portare le Marche in cima al mondo è stato anche Franco Uncini, campione del motomondiale nel 1982, che ha raccontato il suo legame con il territorio: "Mi rivedo un po’ in Pecco Bagnaia, il pilota più vicino al mio stile. Il miglior posto per andare in moto nelle Marche? Il Pincio a Recanati, sul Colle dell’Infinito".
Il Gran Galà ha celebrato tutte le discipline sportive, con il riconoscimento alla Virtus Tennistavolo Servigliano per il grande percorso degli ultimi anni, culminato nella promozione in Serie A1.
Da Civitanova a Pesaro, con l'ex capitano del Milan Massimo Ambrosini e la bandiera della VL Pesaro Walter Magnifico, che hanno ricordato i due storici scudetti vinti dalla squadra nel 1987/88 e nel 1989/90.
Il forum ha poi accolto altre leggende olimpiche: Antonio Rossi, tre ori nel kayak tra Atlanta e Sydney, Vanessa Ferrari, argento nella ginnastica artistica a Tokyo 2020 e campionessa del mondo nel 2006, e l’astro nascente della ginnastica ritmica Sofia Raffaeli, accompagnata dalle colleghe della Ginnastica Fabriano.
Nel tempio della Lube non poteva mancare un tributo alla pallavolo. La Yuasa Battery Grottazzolina, fresca di salvezza al primo anno in Superlega, è stata celebrata insieme alla Lube Civitanova, rappresentata dall’amministratore delegato Albino Massaccesi, in vista del derby marchigiano del 2 marzo. Momento di celebrazione anche per la pallavolo femminile, con la Megabox Vallefoglia e la sua ex capitana Tatiana Kosheleva, alla quale è stata ritirata la maglia numero 15 in segno di riconoscimento.
Una serata indimenticabile, che ha unito sportivi, appassionati e giovani atleti in un’unica, grande festa dello sport, chiusa con il saluto e il ringraziamento agli atleti e al pubblico da parte del sindaco di Civitanova Francesco Ciarapica e del presidente di Simar Group Marco Valle.
Tutto pronto per Maceratese-Tolentino, un classico del calcio regionale che domenica alle 15:00 accenderà i riflettori dell’Helvia Recina Pino Brizi per la ventiduesima giornata di Eccellenza Marche. Da una parte la Maceratese capolista di Possanzini, reduce dal grande exploit esterno in rimonta contro la Sangiustese, dall’altra il Tolentino di mister Passarini, squadra quarta in classifica che viene da 3 vittorie consecutive con ben 12 gol segnati, di cui 5 al Chiesanuova.
Due ottime compagini che sin qui hanno messo in mostra entrambe un bel calcio e che si affronteranno di fronte ad una splendida e numerosa cornice di pubblico. Ci sono dunque tutte le condizioni ottimali per assistere ad una grande partita, che come detto metterà di fronte mister Possanzini, lo scorso anno proprio sulla panchina cremisi, e mister Passarini, che proprio come vice dell’attuale allenatore biancorosso aveva iniziato la sua esperienza in panchina. Abbiamo raccolto le impressioni dei due tecnici in vista del derby nell’intervista che segue:
Mister Possanzini
Domenica c'è Maceratese-Tolentino. Si affrontano le due squadre che fanno il miglior calcio della categoria?
Ognuno a calcio gioca come vuole quindi se è il migliore non so dirlo. Sicuramente si affrontano due squadre che cercano di arrivare al risultato attraverso il possesso e il dominio del gioco. Quello sicuramente.
La Maceratese e il Tolentino sono le due squadre che hanno fatto più punti in trasferta. Cosa vuol dire?
Sicuramente è indice di quello che dicevo prima. Sono due squadre che, al di là dell’avversario o del campo in cui si gioca, cercano di fare il proprio gioco. Un dato che dopo due terzi di Campionato è indicativo.
La vittoria di domenica scorsa contro la Sangiustese è stata l'ennesima dimostrazione di carattere della Maceratese: credi che la tua squadra abbia raggiunto il pieno della maturità?
Domenica è stata una bella partita. Sapevamo che la Sangiustese ci avrebbe affrontato a viso aperto giocando molto sui duelli. Era normale che all’inizio sarebbe stata una partita più verticale, in cui da un duello vinto o perso sarebbe poi conseguita un’occasione da rete. Penso al gol che hanno fatto: abbiamo perso un duello con Marras e hanno fatto gol. Ne abbiamo vinto uno con Cognigni all'inizio e sfruttandolo meglio avremmo avuto un’occasione importante anche noi. Pian piano è normale che quei ritmi di pressione non si riescono a reggere e quindi siamo cresciuti nelle scelte con la palla e abbiamo vinto la partita. Sulla maturità, credo che questa squadra lo sia sempre stata, tant’è che, come ricordavi, abbiamo fatto tanti risultati fuori casa. Vincere su un campo difficile contro una squadra in grande forma ci ha dato ancora più autostima. Ora ci stiamo preparando per il Tolentino, che sarà una partita simile.
Sul fronte recuperi, quali sono le condizioni di Vrioni e Lucero?
Vrioni è a disposizione, Lucero ancora no. Cercheremo di recuperarlo ma con le dovute cautele. Se non sarà pronto giocherà un altro. Non c’è nessun problema, perchè la squadra è stata costruita per sopperire alle assenze e chi giocherà saprà farsi trovare pronto.
Lo scorso anno hai allenato proprio il Tolentino. Sei rimasto in contatto con alcuni giocatori? Hai sentito qualcuno dei tuoi ex giocatori in vista della partita di domenica?
Sono legato all’ambiente e sono riconoscente al presidente e al direttore Crocetti che mi hanno scelto la scorsa stagione in un momento delicato per loro. Mi hanno dato la possibilità di riprendere ad allenare dopo un anno che ero fermo. Secondo me, viste le difficoltà, abbiamo raggiunto anche un buon risultato, grazie anche all’aiuto del ds, visto che la squadra l’avevamo presa praticamente insieme. Di giocatori del Tolentino ne ho allenati tanti e in diversi momenti: penso in primis a Tomassetti, che oltre allo scorso anno l’ho avuto anche alla Recanatese e alla Sangiustese. è quasi un fratello minore che un giocatore. Mi fa piacere ritrovarlo così come mi farà piacere ritrovare altri giocatori che ho allenato come Strano, Tizi, Salvucci e Bucosse. Tra l’altro lo stesso Passarini mi ha fatto da secondo nella mia prima esperienza a Tolentino nel 2015/16. Già ai tempi aveva le idee chiare e si sapeva che poi avrebbe allenato. Sarà un piacere ritrovare anche lui.
Prevista grande affluenza sugli spalti. Queste sono sicuramente le partite più belle da giocare.
Sicuramente ci sarà un bel clima. Noi non possiamo che ringraziare i nostri tifosi. Sempre in riferimento alle tante vittorie in trasferta, gran parte è anche merito loro che sono sempre stati presenti e numerosi. Penso a Matelica o alla stessa partita di domenica scorsa a Villa San Filippo, ma anche alla partita di Montegranaro, in cui abbiamo conquistato un punto importante. Se diciamo sempre che Macerata deve vincere e che abbiamo pressioni è proprio perché abbiamo il vantaggio di avere un pubblico del genere. Spero che riusciremo a sfruttare questo fattore a dovere.
Mister Passarini
La stessa domanda anche a Mister Passarini. Si affrontano le due squadre che fanno il miglior calcio della categoria?
Sono punti di vista. Non siamo le compagini che fanno il miglior calcio, dipende da che punto di vista si guardano le squadre.
Dall’inizio dell’anno abbiamo visto giocatori che si sono adattati a ruoli che non avevano ricoperto prima (Stricker terzino, Tomassetti centrale). Come nascono queste scelte?
Sicuramente quando hai un gruppo come il mio, in cui tutti si mettono a disposizione e si mettono in gioco è più semplice fare determinate scelte. Qualcuna è stata fatta all’inizio dell’anno, nel senso che su Tomassetti avevamo pensato proprio dall’inizio di farlo giocare da centrale. Lui ha risposto alla grande e si sta dimostrando uno dei centrali più completi della categoria. Per quanto riguarda gli altri sono state scelte frutto anche di occasioni. Spesso devi fare di necessità virtù: si prova e quando vedi che dei giocatori hanno qualità tecniche importanti secondo me possono ricoprire tutti i ruoli.
Notizie dall'infermeria?
Moscati e Badiali sono entrambi in bilico. Per il resto siamo al completo.
In attacco avete un Peluso in più rispetto all'andata. Un giocatore che ti permette di avere imbarazzo della scelta in attacco...
Peluso è un giocatore che si è messo subito a disposizione. Alla sua età ha ritrovato stimoli e voglia di giocare. Parliamo di un attaccante importante, con dei colpi da grande giocatore. Sta ricoprendo il ruolo che ci aspettavamo quando lo siamo andati a prendere, perché cercavamo proprio un giocatore che ci desse qualcosina in più anche a livello di mentalità.
Hai iniziato facendo il secondo di Possanzini. Sarà bello ritrovarsi da avversari? Ti ha lasciato qualcosa da quell'esperienza?
Chiaramente quando fai il secondo cerchi di capire come funziona il ruolo principale e di catturarne alcune sfumature, perché poi un allenatore deve essere sempre sé stesso e portare avanti le sue idee. Sono convinto che Matteo (Possanzini ndr) sia un grande allenatore e un professore sotto certi punti di vista, come pochi nella categoria. Era la mia prima esperienza in panchina e poi l’anno successivo sono succeduto a lui sulla panchina del Tolentino, proprio come è successo quest’anno.
La sconfitta dell’andata ha fatto male, ma è stato un punto cruciale per la vostra stagione. Quanto siete cresciuti da quella partita?
Quella partita, al di là degli strascichi che aveva lasciato per qualche decisione arbitrale, credo che l’avevamo persa noi, perché nel momento cruciale della partita non avevamo avuto la maturità per consolidare il risultato che ci eravamo guadagnati fino a quel momento. Dunque sono stati bravi loro a vincerla. Però ripeto proprio perché probabilmente non eravamo ancora squadra e non eravamo maturi. Quella, però, è stata la partita che ci ha dato la consapevolezza di potercela giocare con chiunque e da lì in poi abbiamo guadagnato in autostima, al di là della sconfitta. Qualcosa in noi era scattato, facendoci capire di avere dei giocatori con dei valori importanti. Tant’è che dopo quella partita abbiamo fatto cinque vittorie consecutive. Credo che in questo momento, nella stessa situazione, non commetteremo gli stessi errori.
Prevista grande affluenza sugli spalti. Queste sono sicuramente le partite più belle da giocare.
Il nostro miglior traguardo sin qui è stato quello di aver coinvolto un paese intero: c’è un entusiasmo crescente nell’ambiente, dopo un minimo di scetticismo che c’era all’inizio. Questo ci dà molta soddisfazione: il fatto di andare a giocare contro la Maceratese fuori casa e di avere un richiamo di persone così numeroso è qualcosa che mi inorgoglisce molto.
Così dunque i due allenatori parlano alla vigilia della sifda. La Maceratese ha inoltre comunicato che, grazie a un grande lavoro di intermediazione fra il presidente Alberto Crocioni e la Questura di Macerata, è stata autorizzata l'apertura della biglietteria per i tifosi locali. Il punto vendita sarà attivo dalle 13:30 lungo via Fratelli Palmieri, all’altezza di Idea 88.
A dieci partite dalla fine del campionato è il responsabile scouting Matteo Siroti a tracciare il punto sul momento della Maceratese e sugli obiettivi posti dalla società ad inizio anno. Fra questi, in primis, la valorizzazione e la crescita dei giovani. Con un’età media pari a 22,75 anni, dunque under 23, la 'giovane Rata' sta guidando la classifica del campionato di Eccellenza, con l’esperienza di giocatori come Congini, Lucero, Gagliardini e Nicolosi, ma anche con il grande apporto dei giovani, parte integrante del progetto biancorosso. Aldilà degli under Ciattaglia e Bongelli, che come under si stanno rivelando un'arma in più per la squadra biancorossa, anche giocatori appena ventenni come Vrioni, Cirulli e Ruani si stanno rivelando tra i protagonisti di questa stagione della Rata.
“Aver trovato giovani di valore è un motivo di grande orgoglio per tutta la società - commenta Siroti - Ciattaglia e Bongelli sono ragazzi che avevo fortuna di conoscere da tempo. Il primo era con me nella mia esperienza a Perugia. Il secondo non lo avevo con me ma lo conoscevo da tanti anni e sapevo del suo valore. Bisogna dare anche merito al lavoro del Mister che ha saputo valorizzarli. Non è scontato, nel caso di Bongelli, far giocare un 2006 in un ruolo delicato come quello del regista davanti alla difesa, per giunta nel massimo campionato regionale e in una squadra ambiziosa come la Maceratese. Ci vuole coraggio ma, nonostante la bravura dei ragazzi, bisogna riconoscere che l'allenatore sta facendo un grande lavoro per permettergli di esprimere al meglio il loro talento. A questo non vanno tralasciati l’impegno e la fiducia della società, che ha posto la valorizzazione dei giovani come uno degli obiettivi principali di questo nuovo corso. Credo che i giovani riescono a dare tanto quando c’è un contesto in cui si sentono appoggiati in tutto e per tutto. Io, così come il dg Serangeli, ho avuto modo di apprenderlo sul campo. Lo stesso ds De Cesare ci appoggia in tutto e per tutto. E poi il Mister che, come detto, sul lavoro con i giovani è un maestro. Pochi allenatori oggi hanno veramente il coraggio che ha lui nel dargli spazio: è uno che sa tenere tutti dentro alla stessa maniera, dedicandogli tempo e lavoro. La sua scelta a inizio anno non è stata casuale, e in perfetta linea con l'obiettivo di portare quanti più ragazzi del settore giovanile e del territorio in prima squadra".
Proprio Ciattaglia e Bongelli hanno recentemente preso parte ad sessione tecnica con la rappresentativa nazionale dilettanti under 19. Siroti si è detto soddisfatto della loro prova. “Hanno fatto un allenamento sotto gli occhi dei tecnici della nazionale LND e onestamente devo dire che sono andati bene tutti e due. Sicuramente non ci hanno fatto fare brutta figura”.
Siroti ha maturato, come detto, un’esperienza importante nel lavoro con i giovani nei 5 anni al Perugia, società storica e blasonata in cui ha portato quattro talenti marchigiani come Matteo Viti, Matteo Polizi, Giovanni Giunti e Alessandro Seghetti. Il primo è stato recentemente acquistato dal Monza, mentre gli altri tre si stanno facendo valere ed apprezzare con la maglia del Grifo.
“Ho avuto la fortuna anni fa di vederli e crederci diversi anni fa. Oggi vedere Viti che passa al Monza, Polizi che ha fatto diverse presenze in prima squadra, Seghetti che ormai ha gli occhi di società da tutta Italia, anche di Serie B, Giunti che è un titolare fisso, non posso nascondere che per me è un motivo di grande orgoglio. Sono ragazzi che ho visto crescere e in cui ho sempre creduto. Vederli riempiti di soddisfazioni per me vale tantissimo”.
Alla domanda se ci sono dei ragazzi nel settore giovanile della Maceratese che possono seguire le loro orme e arrivare nel professionismo, Siroti risponde: "Ci sono diversi ragazzi che col tempo possono ambire a far parte del progetto Maceratese, di questo ne sono sicuro al 100%. Fra questi ragazzi poi qualcuno può anche avere la possibilità di entrare a far parte di un contesto professionistico. L’importante è avere pazienza con i ragazzi, sostenerli anche se sbagliano una partita. Bisogna saperli aspettare, ma credo che nel nostro settore giovanile, così come nella nostra juniores, abbiamo tutte le carte in regola per farli crescere bene".
E proprio la juniores allenata da Mister Pieralvise Ruani sta facendo molto bene nel girone C regionale, dove anch’essa guida la classifica. Siroti ne sottolinea l'importante cammino, nonostante un'età inferiore agli avversari. "Anche la juniores è prima in classifica, tra l’altro da sotto età. Stiamo facendo una grande stagione con tutti 2007 e 2008 e settimanalmente ci confrontiamo con ragazzi del 2005 e 2006. Nonostante questo siamo primi in classifica. Domenica avremo lo scontro diretto a Monticelli contro la seconda in classifica, ma a prescindere dal risultato finale posso dire che c’è veramente stata una grande crescita della squadra. Ne va dato sicuramente atto a Mister Pieralvise Ruani, che ha creato un gruppo importante che ci fa ben sperare per il futuro della prima squadra".
Siroti ci parla anche del Velox, il più importante torneo giovanile della regione che anche quest’anno è pronto a partire. "Devo dire che è molto prematura la cosa, ma abbiamo fatto una prima riunione poco tempo fa. Il Velox ripartirà come tutti gli anni e stiamo lavorando per continuare a migliorare il sistema organizzativo. Vogliamo rendere la manifestazione una bella esperienza in cui coinvolgere anche squadre da fuori regione, con diverse compagini anche dall'Umbria. è un lavoro impegnativo ma stiamo lavorando per farci trovare pronti.
Chiudiamo infine parlando del campionato di Eccellenza, che vede la Maceratese in testa a +1 sul K Sport Montecchio Gallo, in quello che si preannuncia un duello all’ultima curva fino alla trentesima giornata. Rata che sarà ora attesa da un impegno delicato sul campo della Sangiustese, fra le squadre più in forma del torneo. "Sul campionato sappiamo tutti che è dura e che si giocherà fino all’ultima partita. Io dico anche che dobbiamo essere comunque contenti del percorso fatto fino ad oggi. Veniamo da una striscia veramente importante di risultati utili consecutivi. Questa è una squadra che ha saputo darsi un’identità chiara e precisa e quindi bisogna essere fiduciosi e continuare, come è sempre stato fino ad oggi, a sostenere questi ragazzi. Sono un gruppo stupendo che va oltre l’aspetto tecnico. Faremo di tutto fino all’ultima partita per portare a termine l’obiettivo, poi si sa che il calcio è fatto di varie componenti, ma noi fino alla fine faremo di tutto per rendere felice la città e noi stessi. Detto questo domenica andremo a Villa San Filippo per fare risultato uniti più che mai".
Un'esultanza dal sapore agrodolce ha attraversato lo stadio della Vittoria di Tolentino domenica scorsa, quando Fabricio Lovotti, punteros argentino e attuale capocannoniere dell'Eccellenza, ha siglato il suo nono gol stagionale nel roboante 5-2 contro il Fabriano Cerreto. Una rete che potrebbe essere l'ultima in maglia cremisi per il bomber sudamericano, al centro di una calda trattativa di mercato che lo vedrebbe prossimo a vestire i colori dell'Atletico Ascoli.
Il quinto sigillo dei cremisi è arrivato con un pallonetto delizioso, eseguito con quella leggerezza che ha caratterizzato tutta l'esperienza tolentinate di Lovotti. Subito dopo la rete, l'intero stadio, la squadra, compreso il presidente Romagnoli, si sono stretti intorno a lui, in un abbraccio collettivo che ha avuto il sapore dell'addio. La standing ovation al momento della sua sostituzione è stata un chiaro segnale dell'affetto e della gratitudine che i tifosi e i compagni nutrono nei confronti di un giocatore che in pochi mesi ha saputo conquistare il cuore di Tolentino e l'Eccellenza Marche.
Intervistato al termine della gara, Lovotti ha preferito mantenere il riserbo sul suo futuro. "È stata una partita difficile su un terreno complicato. Siamo stati bravi a fare ciò che avevamo preparato in settimana ea portare a casa la vittoria”, ha dichiarato l'attaccante ex Cingolana. Alla domanda su un possibile obiettivo stagionale in termini di gol, ha risposto con diplomazia: “Non ho un obiettivo preciso, diciamo il massimo possibile”.
E sul suo futuro con il Tolentino? Lovotti si è limitato a una risata, lasciando tutto in sospeso: “Non so nulla, dovete chiedere a Giorgio”, un chiaro riferimento al direttore sportivo cremisi Giorgio Crocetti, che ora è chiamato a chiudere gli ultimi dettagli per il trasferimento all'Atletico Ascoli.
Se l'addio si concretizzerà, Lovotti lascerà Tolentino così come aveva iniziato: con quella spensieratezza e “incoscienza” che lo hanno portato a realizzare gol spettacolari, tutte raccolte in quello scavetto con cui ha salutato i suoi tifosi.
(Foto U.S. Tolentino)
Due vittorie su due: questo l'imperativo per la Maceratese nelle sfide contro Fano e Atletico Mariner, e così è stato. I biancorossi hanno confermato il primo posto in classifica in questo inizio di girone di ritorno e domenica prossima saranno impegnati in una delle trasferte più insidiose del campionato, sul campo del Montegranaro.
La vittoria di domenica scorsa contro l'Atletico Mariner, arrivata grazie a una prestazione impeccabile dell'intera squadra, ha portato tre punti preziosi, ma è stata macchiata dal brutto infortunio di Armin Nasic. Il centrocampista, in attesa di esami più specifici, resterà fuori a lungo, privando la squadra di un elemento fondamentale. Nonostante l'emergenza, Mister Possanzini può contare su una rosa di alto livello, che ha saputo rispondere con carattere e qualità anche nei momenti difficili. Tra i protagonisti c'è Alessio Bracciatelli, centrocampista dalle spiccate doti tecniche, che ha espresso tutto il suo dispiacere per l'infortunio del compagno di squadra e amico.
“L'infortunio di Nasic è stato un dispiacere enorme”, ha raccontato Bracciatelli. “Siamo stati compagni di stanza in convitto ad Ascoli dieci anni fa, ci siamo ritrovati a Tolentino lo scorso anno e quest'anno a Macerata. Per me è come un fratello. Dispiace tanto, sia per la sua importanza in mezzo al campo, dove ha caratteristiche uniche nella nostra rosa, sia a livello umano. Ora dobbiamo trasformare questa perdita in uno stimolo per fare meglio e dedicargli i nostri successi.”
Sulla partita con l'Atletico Mariner, Bracciatelli ha sottolineato la solidità della squadra: “Abbiamo creato molto e gestito bene la gara, anche se forse ci è mancato un po' di cinismo sotto porta. L'importante è stato mantenere sempre il controllo della gara”.
Con Chiesanuova e K Sport Montecchio a soli tre punti di distanza, la lotta per la vetta resta serrata. “Al di là di quello che fanno le altre, dobbiamo pensare solo a noi stessi e affrontare una partita alla volta,” ha aggiunto Bracciatelli.
Domenica la Maceratese sarà chiamata, come detto, a una difficile trasferta sul campo del Montegranaro, ma potrà contare sul supporto del proprio pubblico. La prevendita per la partita di domenica partirà da giovedì e, come reso noto dalla società, lo stadio 'La Croce' di Montegranaro potrà ospitare fino a 400 supporter maceratesi. “Non c'è bisogno di fare appelli ai tifosi, perché ci sono sempre”, ha detto Bracciatelli. “Sono sicuro che saranno numerosi anche questa volta per spingerci verso l'obiettivo. Sarà una partita complicata, ma ci stiamo preparando al meglio per affrontarla”.
Oltre al calcio, Bracciatelli coltiva un'altra grande passione: la letteratura. Iscritto al corso di laurea in Lettere moderne e contemporanee presso l'Università di Macerata, vive la città non solo sul campo, ma anche tra i libri. “Sto studiando per gli esami e cerco di conciliare al meglio lo studio con il calcio. Sto vivendo a pieno la città essendo iscritto al corso di laurea in Lettere Moderne dell'Università di Macerata".
Quando gli chiediamo di citare un autore che possa descrivere l'attuale momento della Maceratese, Bracciatelli tira fuori una perla dal “Principe” di Machiavelli: “Senza quell'occasione il loro valore non sarebbe servito, ma senza il loro valore ogni occasione sarebbe stata vana". Parole che sintetizzano alla perfezione lo spirito della Maceratese, determinata a trasformare ogni occasione in una vittoria per continuare il cammino verso l'obiettivo.
La bellezza non è perfezione. È il segno dell'umanità, l'eco delle emozioni, la traccia lasciata dagli errori. È questa la lezione più grande che Pier Paolo Pasolini ha trasmesso a Dante Ferretti, scenografo maceratese tra i più grandi della storia del cinema, che oggi celebra quel rapporto unico con il libro "Bellezza imperfetta. Io e Pasolini", curato dallo scrittore David Miliozzi.
Dopo il successo della sua prima autobiografia, "Immaginare prima. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar", in cui Ferretti ha raccontato la sua vita dagli anni '40 fino al suo arrivo a Hollywood, ora lo scenografo regala al pubblico un memoir dedicato al legame speciale con Pasolini. Il libro è infatti dedicato al racconto del rapporto di Ferretti con Pier Paolo Pasolini, suo primo maestro e mentore, con cui ha lavorato per 12 anni, realizzando 8 film che hanno segnato un'epoca.
La collaborazione iniziò nel 1964 con "Il Vangelo secondo Matteo" , un'esperienza che avrebbe tracciato la strada per una carriera straordinaria. A soli 25 anni, Ferretti firmò la sua prima scenografia per Pasolini con il film "Medea" , interpretato da Maria Callas. “Pasolini aveva il dono di riconoscere il talento nei giovani e sapeva valorizzarlo” racconta Miliozzi. Da quel momento, Pasolini volle Ferretti in tutti i suoi film, dalla "Trilogia della vita" (Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte) fino al controverso "Salò o le 120 giornate di Sodoma" , ultima opera del regista prima della sua tragica scomparsa nel 1975. “Il giorno in cui è morto Pasolini è come se fossi morto anche io” , confessa Ferretti nel libro, ricordando con infinita tristezza quella notte al Lido di Ostia, un evento che segna il 2025 con il cinquantesimo anniversario.
Come ci spiega David Miliozzi, Ferretti dedica queste pagine a celebrare l'amore e la gratitudine verso Pasolini, con cui aveva un rapporto quasi alchemico. Nonostante la confidenza maturata negli anni, i due si sono sempre dati del “lei”, mantenendo una distanza formale che non ha mai intaccato la profondità della loro complicità. Momenti memorabili, come la visione della storica Italia-Germania 4-3 a Parigi insieme a Maria Callas, testimoniano il legame speciale che li univa.
Inoltre nel libro, Ferretti pubblica per la prima volta i bozzetti ei disegni scenografici realizzati per Pasolini, accostandoli ai fotogrammi dei film, a dimostrazione della perfetta sintonia tra i due. “Quando disegnavo un bozzetto, Pasolini girava partendo da quello”, ci spiega Miliozzi, sottolineando la fiducia fra i due e il rispetto reciproco.
“Sentire Dante Ferretti raccontare Pasolini è come avvicinarsi al più grande intellettuale del Novecento”, confessa David Miliozzi, che attraverso questo libro ci offre un ritratto intimo e potente di due giganti della cultura italiana.
Nato dal sodalizio artistico tra due menti geniali, questo volume non è solo un tributo a un maestro, ma anche una riflessione su un concetto di bellezza autentico, che vive nell'imperfezione e nella libertà creativa. Con bozzetti inediti, materiali fotografici e memorie profonde, lo sceneggiatore tre premi Oscar ci riporta dietro le quinte di un cinema che cercava la verità più che l'estetica, l'anima più che la superficie. Un cinema in cui ogni scena, ogni dettaglio, portava il marchio dell'autenticità, proprio grazie a quella "bellezza imperfetta" che Pasolini gli ha insegnato a riconoscere e a valorizzare. E oggi, a cinquant'anni dalla tragica scomparsa del grande regista, Ferretti ci guida in un viaggio emozionante tra ricordi, set e amicizie indimenticabili, riaffermando che l'imperfezione non è un limite, ma la più alta forma di arte.
Un clima surreale ha avvolto il match tra Fano e Maceratese. Non si tratta solo dell'aria gelida che soffiava sulle tribune del comunale di Fermignano, ma soprattutto dell'atmosfera trasmessa dal campo, più simile a quella di un'amichevole prestagionale che a un turno di campionato, il massimo regionale per giunta, un aspetto che dovrebbe far riflettere molti addetti ai lavori.
Durante la settimana, il Fano aveva richiesto senza successo il rinvio della gara e subito la partenza di alcuni dei migliori giocatori della rosa. La squadra è riuscita a mettere insieme undici giocatori, ai quali va un enorme encomio per l'impegno dimostrato nonostante le difficoltà, scendendo in campo contro la capolista. La Maceratese, dal canto suo, ha conquistato i tre punti con il minimo sforzo grazie al gol in apertura del capitano Luca Cognigni. Un risultato che poteva essere più ampio viste le numerose occasioni create dai biancorossi, ma un eccellente Tommasino tra i pali ha limitato i danni, permettendo al Fano di uscire dal confronto senza sfigurare troppo.
Sul campo, almeno. Perché la figura, quella di presentarsi alla seconda giornata del girone di ritorno con solo 11 giocatori in distinta, resta impressa. Una stagione, quella del Fano, che continua a regalare episodi degni di una commedia fantozziana.
Alcuni hanno ipotizzato che la Maceratese abbia evitato di infierire sulla già disperata situazione dei “padroni di casa”. La squadra di mister Possanzini, come di consueto, ha mantenuto il controllo del gioco per tutti i 90 minuti, concedendo poco o nulla agli avversari. Tuttavia, lo stesso allenatore biancorosso ha voluto sottolineare a fine partita quanto sia stato difficile per i suoi ragazzi preparare e giocare al massimo una gara così particolare, influenzata dalle vicende della settimana e dal clima “poco agonistico” in campo. Anche il terreno di gioco, a detta di Possanzini, non ha facilitato le cose.
“Era una partita difficile da preparare. Sapevamo delle difficoltà del Fano e delle condizioni del campo, che non permetteva di dare velocità al nostro gioco. Era una gara delicata, in cui avevamo tutto da perdere. Quindi ci prendiamo il risultato e lavoriamo. Se devo trovare un difetto, è che la squadra non ha giocato con quella leggerezza e quel piacere di giocare che ha sempre dimostrato. Forse le notizie sul Fano ci hanno condizionati, rendendo più difficile preparare la partita. I ragazzi devono imparare a concentrarsi sul gioco, anche se oggi non era facile”.
Possanzini ha evidenziato l'importanza dell'aspetto emotivo nel calcio, definendolo cruciale. In effetti, è proprio quel trasporto emotivo e quella partecipazione sentita che rendono questo sport unico. Quando mancano, il calcio rischia di ridursi a un esercizio sterile e privo di significato. “Dispiace vedere una squadra scendere in campo con 11 giocatori contati. È una situazione a cui né calciatori né allenatori sono abituati. Devo dire che la partita non mi è piaciuta sotto questo aspetto. La parte emotiva è fondamentale nel calcio, e oggi è mancata. Ci prendiamo i punti e andiamo a casa, senza esserci divertiti, ma andiamo avanti”.
L’unica nota positiva di questa giornata, oltre ovviamente al calore della Curva Just che ha reso meno pallida questa domenica, l'ha regalata Luca Cognigni. La vittoria della Maceratese porta la firma del bomber biancorosso, sceso in campo nonostante la febbre a 38 e mezzo, come svelato dallo stesso Possanzini, che ha elogiato l'attaccamento alla squadra del suo capitano, esempio per tutti i compagni. “Cognigni fortunatamente l’ha risolta. Aveva 38 e mezzo di febbre, e questo dimostra quanto tenga alla squadra. Anche in una partita in cui avrebbe potuto risparmiarsi, ha voluto esserci ed è stato decisivo”.
Una vittoria che permette alla Maceratese di continuare il proprio cammino in vetta, ma che lascia in eredità una riflessione su un calcio che, senza il giusto trasporto emotivo, perde gran parte del suo fascino. Partite come questa non dovrebbero mai verificarsi al livello più alto del calcio regionale. Presentarsi con una squadra decimata non è solo un segno di rispetto mancante nei confronti degli avversari, che fanno sacrifici e chilometri, ma rappresenta anche un fallimento di sistema. Gli organi competenti dovrebbero interrogarsi sulle condizioni che portano a simili situazioni, perché il calcio, anche e se vogliamo soprattutto a livello regionale, merita di essere spettacolo, coinvolgimento e passione, non una mera formalità da portare a termine.
Basta un gol di Cogngini in apertura alla Maceratese per superare il Fano sul campo di Fermignano.
Granata che, dopo aver chiesto il rinvio della gara, si presentano alla partita con undici giocatori in distinta, con i più "anziani" che sono due classe 2003. Possanzini fa esordire Sciarra in difesa e gioca con Oses alle spalle di Cogngini, supportato sulle fasce da Marras e Vrioni. In difesa al fianco di Lucero gioca Nicolosi.
Alla prima palla gol la Maceratese sblocca il risultato: Marras pennella al centro per la testa di Cognigni che da pochi passi fa 1-0. Il capitano biancorosso, sceso in campo con 38 di febbre, è voluto a tutti i costi essere dell'incontro e timbra il cartellino al 7'. Al 13' sempre Marras, decisamente il più in palla fra i suoi, prova a sfruttare un'uscita errata di Tommasino ma finisce per calciare addosso al portiere. L'ex Sambenedettese e Reggina offre poi al 25' un gran pallone a Oses, che controlla e calcia da buona posizione ma trova la respinta del portiere avversario. Al 29' ci prova Lucero di testa da corner ma non riesce a dare la frustata vincente. Ancora Marras al 35', questa volta il suo sinistro si perde a lato. Squadre a riposo con i biancoorssi in vantaggio 1-0.
La Maceratese sfiora il gol ancora una volta in apertura di tempo: azione fotocopia di quella del gol, con Marras che pesca in area Cognini, che perà questa volta non da la forza giusta al suo colpo doi testa. Al 9' è Nasic a provarci con un destro dal limite che risulta però troppo centrale. Al 16' ancora Cognigni a rendersi pericoloso di testa ma il raddoppio sfuma anche in questo caso. Possanzini inserisce Ruani al posto di Vrioni. Il centrocampista biancorosso ci prova con un sinistro da posizione angolata ma calcia fra le braccia del portiere. La Rata prova a chiudere il match prima con Marra e poi con Cirulli, ma entrambe le conclusioni non trovano la porta. Leggero brivido nel finale, con un calcio d'angolo del Fano che però non crea grossi pericoli a Gagliardini. L'arbitro fischia tre volte e i tanti tifosi biancorossi giunti da Macerata possono esultare per la vittoria.
Maceratese che trova così i primi 3 punti del 2025 e allunga a 11 la striscia di risultati utili consecutivi. I biancorossi rimangono al comando della classifica di Eccellenza, a +3 su Chiesanuova e K Sport Montecchio, entrambi vicnitrici rispettivamente contro Montegranaro e Tolentino.
“Una città straordinariamente capace di sentimenti. Al di là del tifo, quest’oggi, venendo così numerosi, avete dimostrato che il cuore di Macerata è bianco e candido come il giglio e rosso come il cuore di questa città che, a noi della Fiorentina, ha regalato un grandissimo campione.”
Con queste parole il giornalista Carlo Cambi ha chiuso un appuntamento carico di emozione, andato in scena questo pomeriggio nel gemitissimo auditorium della biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata. Un evento dedicato alla proiezione del docufilm “Lo chiamavano Brizenbauer. La favola viola di Pino Brizi”, realizzato dal regista Roberto Davide Papini per celebrare la carriera del leggendario calciatore maceratese, campione d’Italia con la Fiorentina nella stagione 1968/69. Organizzato dalla S.S. Maceratese 1922 con il patrocinio del Comune di Macerata – Assessorato allo Sport, l’incontro ha visto la partecipazione di Gianluca Brizi, figlio del calciatore, del giornalista Carlo Cambi, del regista Roberto Davide Papini e dell’assessore allo sport Riccardo Sacchi.
A prendere per primo la parola è stato Carlo Cambi, che ha raccontato come da bambino l’incontro con Montuori “gli illuminò di viola la vita”. Nel suo intervento, Cambi ha definito Pino Brizi un emblema del calcio per classe e dedizione, sottolineando la sua unicità: un giovane nato a 250 km da Firenze, che fin da bambino tifava per la Fiorentina – una squadra diversa dai colossi calcistici dell’epoca – e che, crescendo, ne sarebbe diventato una bandiera. Cambi ha inoltre ricordato un curioso dettaglio storico: la prima maglia della Fiorentina era biancorossa, un segno simbolico del legame con Macerata.
Il regista Roberto Davide Papini, anch’egli tifoso viola, ha spiegato quanto sia rimasto affascinato dalla storia di Brizi: “Mi ha permesso di conoscere una città che, nel girare il docufilm, ho imparato ad apprezzare moltissimo”.
La proiezione ha riservato una sorpresa speciale: un videomessaggio di Giancarlo De Sisti, ex compagno di squadra di Brizi. “Avevamo una squadra di giocatori forti ma soprattutto seri. Pino era un gentiluomo, raramente sbagliava una partita. Lo ricordo come un ragazzo d’oro”.
A ripercorrere l’inizio della carriera di Brizi è stato suo figlio Gianluca, che ha raccontato come il padre si innamorò della Fiorentina da ragazzino, quando la viola primeggiava. L’incontro con Montuori, grazie a un viaggio a Firenze vinto in un torneo, fu la scintilla che diede il via a una carriera straordinaria. Brizi mosse i primi passi calcistici nell’oratorio dei Salesiani e nella Robur, prima di essere notato dalla Maceratese, che lo fece allenare con la prima squadra ed esordire in Serie C. La strada lo condusse poi verso le rappresentative nazionali giovanili, dove attirò l’attenzione di club come la SPAL, il Modena e, naturalmente, la Fiorentina, che alla fine lo portò a Firenze nel 1961.
Il docufilm di Papini racconta la parabola di Pino Brizi, dall’approdo in viola al rapporto speciale con il tecnico Bruno Pesaola, fino alla vittoria dello scudetto del 1969. Consegna un ritratto del Brizi bamnino che calciava il pallone per strada e di quello adolescente che muoveva i primi passi nel calcio che conta, fino al "signore del calcio" che tutti ricordano, sia dentro che fuori dal campo. Il soprannome “Brizenbauer” – un omaggio al grande Beckenbauer – nacque proprio per la sua eleganza in campo e la capacità di anticipare sempre gli avversari senza mai commettere fallo.
Oltre al contributo di Gianluca Brizi, il docufilm include le testimonianze di grandi nomi del calcio, tra cui Claudio Merlo, Moreno Moggi e Giancarlo Antognoni, oltre a quelle di maceratesi come Alberto Prenna e Giovanni Pagliari, che lo ricordano rispettivamente come un talento naturale e un allenatore capace di tirare fuori il meglio dai suoi giocatori. Raccolta anche una testimonianza dell’assessore Riccardo Sacchi, che nel docufilm sottolinea l’importanza di Brizi per la città di Macerata, che gli ha intitolato lo stadio cittadino.
“Lo chiamavano Brizenbauer” non è solo il racconto di una carriera sportiva, ma una celebrazione di un uomo che ha saputo incarnare i valori del calcio e portare alto il nome di Macerata. Una storia che unisce due città, una maglia e un cuore biancorosso che batte ancora forte nel ricordo di un campione indimenticabile.
(Foto di Francesco Tartari)
Serata da ricordare per l'Helvia Recina, che mercoledì sera ha conquistato i quarti di finale di Coppa Marche con una prestazione epica all'Aldo Spivach di Cingoli. Gli orange, in doppia inferiorità numerica e poi addirittura in otto uomini, riescono a pareggiare nei tempi regolamentari e a imporsi ai rigori contro la Cingolana San Francesco, dimostrando cuore, grinta e carattere.
La gara si era messa subito in salita per la squadra di Villa Potenza: i padroni di casa passano in vantaggio nel primo tempo con una punizione precisa di Marchegiani. Nella ripresa, l'episodio che avrebbe potuto spezzare le gambe a chiunque: l'arbitro espelle Mariani per un fallo dubbio, scatenando le proteste di Conti, che rimedia un doppio giallo e lascia l'Helvia Recina in 9 uomini.
Nonostante la doppia inferiorità numerica, gli orange non si arrendono e trovano la forza per reagire. Protagonista Lombi, che conquista un calcio di rigore, trasformato con freddezza da Cammertoni per il gol dell'1-1. La partita, già ricca di tensione, vive un finale ancora più acceso, con un'ulteriore espulsione che lascia l'Helvia Recina in otto uomini contro dieci.
L'equilibrio del doppio confronto (1-1 anche all'andata) porta le squadre ai calci di rigore. Qui l'Helvia Recina si dimostra infallibile: realizza tutti i quattro tiri dal dischetto, mentre il portiere Ascenzi si erge a eroe di serata, neutralizzando due penalty alla squadra avversaria. Con questa vittoria sofferta e meritata, l'Helvia Recina avanza ai quarti di finale, dove affronterà il Ripe San Ginesio, che ha superato il CSKA Corridonia nella doppia sfida.
Dopo la vittoria della Coppa Marche di due anni fa e la semifinale raggiunta lo scorso anno, l'Helvia Recina conferma il suo grande feeling con la competizione, regalando un'altra grande 'notte di coppe' ai suoi tifosi.
Non c'è però tempo per riposare: domani, sabato 11 gennaio, gli orange scenderanno nuovamente in campo per il sentito derby contro l'Atletico Macerata. Il match, in programma alle 14:30, si disputerà nella suggestiva cornice dello Stadio della Vittoria (campo dei pini. La squadra di Villa Potenza arriva all'appuntamento con il morale alle stelle, pronta a regalare un'altra prestazione indimenticabile.
“Non saremo alla Basilica della Misericordia, ma siamo pur sempre a Macerata”. Con queste parole, lo scrittore Pietro Giordani introduce la città di Macerata al giovane Giacomo Leopardi nella serie “Leopardi - Il Poeta dell’Infinito”, andata in onda ieri sera in prima tv su Rai1. La scena, ambientata nell’Ottocento, ritrae Macerata come una città viva e dinamica, scelta da Giordani per offrire all’amico poeta un momento di svago dalla sua routine fatta di libri e studio incessante.
Attraverso le immagini, la fiction dipinge 'Macerata Granne' come una città brulicante di vita, ricca di stimoli culturali e sociali, capace di rappresentare un crocevia di persone e idee. Tuttavia, chi conosce bene Macerata potrebbe notare un dettaglio curioso: la piazza principale mostrata nella fiction non è Piazza della Libertà, bensì Piazza della Repubblica di Treia. Una scelta probabilmente dettata dalla necessità di trovare un’ambientazione più vicina all’aspetto che Macerata avrebbe avuto nell’Ottocento, oltre che per ragioni logistiche legate alle riprese.
Nonostante questo espediente cinematografico, la rappresentazione di Macerata nella serie conserva un fascino autentico. La città, descritta come un luogo fervente di vita culturale e sociale, trova ancora oggi una corrispondenza nella sua realtà contemporanea. Con una delle università più antiche d’Italia, Macerata continua a essere un polo di attrazione per studenti e intellettuali provenienti da tutto il mondo, confermandosi come uno snodo cruciale di idee, esperienze e culture.
La scelta di includere Macerata nella narrazione non è casuale: la città rappresenta un simbolo di apertura e vitalità, capace in qualche modo di ispirare Leopardi. E, sebbene la fiction abbia optato per un’ambientazione alternativa per rappresentarne la piazza principale, lo spirito di Macerata emerge in tutta la sua forza, offrendo un tributo a una città che, ieri come oggi, si distingue per il suo carattere unico.
Dopo 23 mesi di chiusura, lo storico bar del Campo dei Pini di Macerata torna a nuova vita grazie al progetto “Tuttincluso Caffetteria” promosso da Anffas Macerata. L'inaugurazione, tenutasi questo pomeriggio in viale Martiri della Libertà, nonostante la pioggia, ha visto una grande partecipazione di pubblico, sottolineando il forte legame della cittadinanza con questo luogo simbolico. Come si suol dire, "inaugurazione bagnata, inaugurazione fortunata".
Il taglio del nastro è stato affidato al sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, affiancato dai ragazzi con bisogni educativi speciali che lavoreranno nel bar, e accompagnato dalla benedizione del Vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, il quale ha dichiarato: “Benedico questo luogo, chi ci lavorerà e chi sarà accolto qui”. La cerimonia è stata inoltre arricchita dall’intrattenimento musicale di Multiradio, con la voce di Giusi Minnozzi a rendere l’atmosfera ancora più speciale.
“Questo bar è stato chiuso per tanti anni. Qui per lo più ci si giocava a carte o si guardava la televisione. Adesso è tutta un’altra cosa,” ha commentato il sindaco Parcaroli ai nostri microfoni. “Questo nuovo corso ha un bel significato per tutta la città e per tutti noi. La città di Macerata è molto vicina al tema dell’inclusione”.
La presidente dell’impresa sociale Tuttincluso, Emanuela Passeri, ha spiegato: “Siamo un’impresa sociale e ci occupiamo di inserimento lavorativo per ragazzi e ragazze con bisogni educativi speciali. In questo caso ci occupiamo di ristorazione, ma il nostro progetto è molto ampio, perché facciamo anche formazione. La mission è quella di dimostrare a tutto il territorio che si può fare impresa con il lavoro composto di più persone”.
Un obiettivo condiviso anche dal presidente di Anffas Macerata, Marco Scarponi, che ha aggiunto: “Questo è un bar storico per la cittadinanza maceratese. Vogliamo che riprenda vita, ma che lo faccia in una veste nuova: dando la possibilità a ragazzi con disabilità e bisogni educativi speciali di potersi cimentare nel mondo del lavoro. Qui troverete professionalità, prodotti di eccellenza, ma soprattutto il valore aggiunto che sarà dato dal servizio di questi ragazzi”.
Tra gli ospiti dell’inaugurazione anche l’attore e testimonial di Anffas Cesare Bocci, che ha sottolineato l'importanza dell'iniziativa: “Un giorno speciale. Un traguardo che ha richiesto tanto impegno ma finalmente ci siamo. Questo posto è un fiore all’occhiello per tutta la città è un’opportunità di lavoro per tanti ragazzi”.
La consigliera regionale Anna Menghi ha invece evidenziato il supporto della Regione Marche al progetto: “Sono fiera, come Regione Marche, di aver dato un contributo concreto per sostenere questa iniziativa che ha un respiro ampissimo, non solo per il bar ma per l’inclusione dei ragazzi con disabilità. Questo grazie all’impegno di una delle Anffas più antiche d’Italia”.
Tra i protagonisti di questa giornata anche Alex Cesca, 24 anni, uno dei ragazzi con sindrome di Down che lavorerà presso Tuttincluso Caffetteria. Già campione d'Europa con la Nazionale Italiana Sindrome di Down di pallacanestro e vicecampione d'Italia con l'Anthropos Civitanova, Alex ha espresso la sua emozione: “L’emozione è troppa perché oggi per me è un sogno che si avvera”.
Con questa riapertura, il bar del campo dei pini non solo torna ad essere un punto di riferimento per la comunità, ma si trasforma in un simbolo di inclusione e di nuove opportunità per ragazzi e ragzze con bisogni speciali. Un progetto che punta a fare la differenza, dimostrando come l'integrazione sociale possa tradursi in un valore aggiunto per tutti.
Con il campionato di Eccellenza Marche in pausa per la sosta natalizia, è il momento ideale per tirare le somme su questa prima parte di stagione. Se il rettangolo verde si è preso una pausa, il nostro "registro di classe" è invece aperto, pronto a valutare il rendimento delle 16 squadre protagoniste del torneo.
Tra chi ha sorpreso con prestazioni da ottimi voti e chi, invece, ha bisogno di un ripasso intensivo, assegniamo le pagelle di metà anno. Prima che suoni di nuovo la campanella, premiamo gli "studenti modello" e indichiamo le lacune da colmare per chi dovrà affrontare il girone di ritorno con un altro piglio. Insomma, tra promossi, rimandati e "da rivedere", ecco i voti di questo primo quadrimestre calcistico.
Maceratese - 9
Girone di andata chiuso al primo posto e con 5 punti, poi diventati 2 di vantaggio sul K-Sport Montecchio Gallo che ha vinto il ‘turno anticipato’ con il Fano. Miglior attacco del torneo con 26 gol fatti (la media di quasi 2 gol a partita) e seconda miglior difesa con 10 gol subiti. Dopo un leggerissimo periodo di difficoltà, conciso con l’unica sconfitta in campionato contro la Sangiustese e l’eliminazione dalla coppa da parte del Chiesanuova, la formazione di Possanzini ha trovato il giusto equilibrio e, in modo particolare nelle ultime uscite, è riuscita ad abbinare risultati al bel gioco. Per una squadra che è stata completamente rifondata in estate, un rendimento ai limiti della perfezione sin qui, che potrà solo che essere migliorato nel girone di ritorno.
K Sport Montecchio Gallo - 8,5
Non il miglior avvio per i pesaresi, partiti per stare in vetta ma con 2 sconfitte nelle prime 3 giornate. Giusto il tempo di prendere le misure al navigato Beppe Magi per poi infilare 9 risultati utili consecutivi, di cui 7 vittorie. Piccola sbandata prima del giro di boa, con i due ko consecutivi contro Monturano e Maceratese. Barca subito rimessa in piedi con i due successi netti contro Urbino e Fano e inseguimento già ripartito.
Chiesanuova - 8,5
“Vogliamo migliorare il grande campionato dello scorso anno, anche se non sarà facile”. Queste le premesse di inizio stagione in casa biancorossa. In effetti quella scorsa è stata un’annata da sogno, ma il Chiesanuova si sta confermando una realtà super consolidata nel massimo torneo regionale, grazie ad uno staff con grandi competenze e un allenatore che sa tirare fuori il meglio dai suoi ragazzi. Miglior difesa del torneo con sole 8 reti subite e l'imbattibilità conservata per ben 17 partite fra campionato e coppa. Proprio quella coppa sfuggita proprio in finale, al minuto 108’ dei supplementari. La vittoria sarebbe valsa sicuramente un voto in più, ma la sconfitta non cancella affatto un 2024 da favola.
Tolentino - 8
Zona playoff sempre accarezzata e alla fine girone di andata chiuso al quarto posto. Anche il Tolentino, dopo un avvio un po’ a singhiozzo, soprattutto fra le proprie mura, è riuscito a trovare continuità di risultati. La rabbia per la sconfitta interna nel derby con la Maceratese alla settima giornata è stata trasformata in energia positiva da Mister Passarini, che ha dato gioco e certezze alla sua squadra. Con qualche rinforzo nella sessione invernale, i cremisi potranno giocarsi sicuramente le loro carte nel girone di ritorno, magari non solo in ottica playoff.
Osimana - 8
Una squadra quasi da primato in casa, ma da zona playout in trasferta. Anche i giallorossi però hanno chiuso il 2024 in zona playoff, a pari punti con il Tolentino. Trovare maggiore equilibrio fra casa e trasferta sarà un punto chiave per Mister Labriola nel girone di ritorno. Poi la sua squadra, col grande arsenale che ha in attacco (ha anche ritrovato Triana dopo il brutto infortunio), potrà giocarsela con chiunque.
Urbania - 9
Un punto in meno dell’Osimana ma un voto in più per la vittoria della Coppa Italia. Dopo il campionato di assestamento dello scorso anno che ha segnato il ritorno in Eccellenza, i durantini sono tornati ai vertici del calcio regionale, alzando al cielo l’ambito trofeo che gli consentirà ora di giocarsi gli spareggi nazionali per la Serie D. Nel frattempo la strada playoff attraverso il campionato rimane più che aperta.
Urbino - 7
Anche l’Urbino era nel lotto delle squadre favorite ai nastri di partenza, dopo essersi aggiudicata uno degli allenatori più appetiti della categoria. Mister Marani ha fatto fatica ad ingranare all’inizio, ma dopo il derby perso con l’Urbania ha ritrovato la strada maestra, infilando 4 vittorie consecutive e rimettendosi in carreggiata. La pesante, ma forse anche bugiarda, sconfitta per 3-0 contro il Montecchio ha rappresentato un’altra sbandata, ma le qualità ai ducali non mancano. Nel girone di ritorno state certi che sarà vera bagarre per quei tanto desiderati primi 5 posti.
Montegranaro - 6,5
Il cambio di guida tecnica, con la panchina affidata a Mengo, aveva aperto la stagione all’insegna della ricerca di nuovi stimoli e obiettivi. Pur confermandosi fra le squadre più dure da affrontare, anche in questa prima parte di stagione il Montegranaro non ha trovato quella continuità per andare a lottare in zona playoff. Va comunque sottolineato che è stato avviato un progetto con al centro tanti giovani, che possono assolutamente rivelarsi una sorpresa nel girone di ritorno.
Sangiustese - 6
Sicuramente la salvezza arrivata grazie ai playout la scorsa stagione ha fatto capire alla Sangiustese dove non vuole stare. Dopo una campagna acquisti importante i rossoblù si sono rivelati fra le formazioni più sorprendenti in avvio di stagione, con il grande exploit di Macerata che ne ha fatto l’unica squadra a battere la capolista in campionato. Poi i ragazzi di Giandomenico non sono riusciti a confermarsi sugli stessi livelli e piano piano hanno perso terreno rispetto alle zone di testa. La sosta aiuterà a ritrovare energie e certezze.
Montefano - 5,5
Probabilmente la più grande sorpresa in negativo di questa prima parte di stagione. Dopo i due playoff centrati in maniera consecutiva, quest’anno sarà un campionato diverso per i viola, che sembrano però già essersi messi alle spalle il periodo negativo che ha portato all’esonero di Mister Manisera. L’arrivo di Amadio ha portato più efficacia e punti alla squadra, col ritorno di Alla che ha invece ripreso subito in mano il centrocampo. Le tre vittorie consecutive con cui ha chiuso il 2024, specie quella allo scadere con la Sangiustese, hanno dato ossigeno puro e fiducia al Montefano, da cui dovrò ripartire in vista del nuovo anno.
Matelica - 5
Presentarsi alla griglia di partenza con un organico importante come quello biancorosso, seppur da neopromossa, non poteva non far pensare al Matelica come a una seria pretendente per la vittoria finale. I biancorossi non sono però riusciti a esprimersi al meglio e a pagarne le spese è stato Mister Santoni. Squadra ora affidata a Ettore Ionni e mini-rivoluzione invernale in corso. Non è troppo tardi per riprendere in corsa questa stagione, ma servirà un cambio di passo netto nel girone di ritorno.
Monturano - 5,5
Squadra che ha un budget inferiore rispetto alla maggior parte delle sue avversarie, ma che nonostante ciò ha chiuso il girone di andata a -2 dalla salvezza diretta. Fondamentale il ritorno in panchina di Mister Cuccù, che ha trovato 7 punti in 3 partite contro Montecchio, Fano e Maceratese. Magari quest’anno la salvezza potrà richiedere un’impresa meno impegnativa rispetto allo scorso anno.
Fabriano - 5
Tornato in Eccellenza, il Fabriano ha ritrovato le difficoltà che due anni fa le costarono la retrocessione. L’esonero di Caporali e l’arrivo in panchina di Mariotti basterà per evitare un’altra discesa in Promozione?
Portuali Dorica - 5
Confermato in blocco il gruppo che lo scorso anno aveva eroicamente conquistato la Promozione. L’impressione però è che ai ‘dockers’ serva qualche giocatore ‘di categoria’ per provare ad agguantare una salvezza che però, visto comunque lo spirito sempre vivo della squadra, non risulta affatto improbabile.
Atletico Mariner - 4
Altra neopromossa che ha pagato il salto di categoria, ma che con il cambio di allenatore ha fatto qualcosina in più. Il fatto di giocare sempre a porte chiuse le partite casalinghe probabilmente non aiuta, ma il successo esterno col Fabriano al giro di boa ha dato sicuramente fiducia.
Alma Juventus Fano - 3
Voto 3, come i punti conquistati. Zero vittorie in campionato e peggior difesa con addirittura 40 gol subiti in 15 giornate. Una situazione ai limiti della disperazione, con la tifoseria che non riconosce continuità con la propria gloriosa storia all’attuale proprietà. Una situazione peraltro, a giudicare dalle ultime vicende, mal gestita dalla società, che sembra non saper più che pesci prendere. Dispiace perché in un altro caso avrebbe consegnato a questa Eccellenza 2024/25 derby storici e stadi pieni di passione.
Una serata speciale quella vissuta dalla S.S. Maceratese al Digusto Club di Macerata, dove la squadra, lo staff e tutta la dirigenza si sono riuniti per celebrare il Natale e brindare ai successi di questa prima parte di stagione. Presenti anche il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, l'assessore allo Sport Riccardo Sacchi e il consigliere comunale Sandro Montaguti, che hanno portato il loro saluto alla società biancorossa.
Ad aprire la serata, il sindaco Parcaroli, che ha elogiato la squadra per gli ottimi risultati ottenuti finora: la Maceratese ha infatti chiuso il girone di andata al primo posto nel campionato di Eccellenza Marche, regalando grandi soddisfazioni ai tifosi. Fra una portata e l'altra, l'atmosfera si è accesa con la lotteria di Natale, con tanti gadget ufficiali della Maceratese messi in palio da Seriprince. Un momento all'insegna del divertimento e dei sorrisi, che ha ulteriormente rafforzato il legame tra i protagonisti di questa stagione biancorossa.
Il Presidente Alberto Crocioni ha preso poi la parola per un discorso motivazionale alla squadra. Pur esprimendo grande soddisfazione per il percorso svolto finora, ha invitato tutti a mantenere alta la concentrazione e a continuare a dare il massimo anche nella seconda parte di stagione, decisiva per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
La serata si è conclusa con il tradizionale taglio della torta biancorossa e un brindisi collettivo per scambiarsi gli auguri di Natale, accompagnati dalle immancabili foto di rito. Dopo il momento di festa, la Maceratese si godrà qualche giorno di meritato riposo in famiglia per le festività natalizie, prima di tornare al lavoro in vista della ripresa del campionato.
Il prossimo appuntamento è fissato per domenica 5 gennaio, quando all'Helvia Recina Pino Brizi arriverà l'Urbania per la prima giornata del girone di ritorno. La Maceratese, forte del suo primo posto, è pronta a continuare la sua corsa verso i traguardi stagionali, sostenuta dal calore di uan città intera.
(Foto di Francesco Tartari)