
di Alessandro Vallese

Da Gino Cecchettin a Domenico Iannacone: il Macerata Humanities Festival torna col tema "La forza del dialogo"
È stato presentato questa mattina, nei moderni spazi del Social@b, il programma ufficiale del Macerata Humanities Festival 2025, che dal 14 al 17 ottobre, con anteprime già dal 10 ottobre, trasformerà la città in un laboratorio diffuso di idee, arte e partecipazione. Quattro giornate dense di incontri, spettacoli, mostre, workshop e riflessioni per esplorare il tema di quest’anno, “La forza del dialogo. Saperi e pratiche per la vita comune”, un invito a riscoprire il valore del confronto come chiave per ricucire le fratture del nostro tempo. Tra i protagonisti di questa edizione figurano Stefano Fresi, Domenico Iannacone, Catherine Dunne, Rossella Miccio, Gino Cecchettin, Cristina Bellemo, Veronica Ruffato, Barbara Poggio, Elena Mil, Ado Hasanović e Azra Nuhefendić, in un programma che conta oltre cinquanta appuntamenti diffusi tra teatri, biblioteche, sedi universitarie e spazi pubblici della città. Il Festival, promosso dall’Università di Macerata con il patrocinio di Regione Marche, Comune di Macerata e Fondazione Marche Cultura, è sostenuto da iGuzzini, BCC Recanati e Colmurano, Fior di Grano, BPER Banca e Lube. Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti il rettore John McCourt, la delegata del rettore Fabiola Falappa, la presidente di Eum Simona Antolini e il direttore dell’Accademia di Belle Arti di Macerata Piergiorgio Capparucci, insieme ai rappresentanti dei partner economici Gerardo Pizzirusso e Davide Celani per la BCC e Massimiliano Frapiccini per BPER Banca. Nel suo intervento, il rettore John McCourt ha ricordato che «la forza del dialogo è al centro del nostro Festival delle Humanities proprio perché oggi abbiamo bisogno di imparare di nuovo ad ascoltarci. Viviamo in un tempo in cui tutti parlano e pochi ascoltano: per questo abbiamo costruito un programma di oltre cinquanta eventi dove l’ascolto e il confronto diventano una pratica viva, aperta a studenti, cittadini e visitatori, senza barriere d’ingresso». La delegata del rettore Fabiola Falappa ha sottolineato come «il dialogo rappresenti una via capace di aprire nuove possibilità in un’epoca segnata da individualismo e conflitti. Il Festival non si limita alla teoria, ma propone esperienze dirette: incontri, laboratori, mostre e spettacoli che mettono realmente in relazione persone e saperi». Le anteprime del Festival partiranno venerdì 10 ottobre con l’inaugurazione della mostra “Il soldatino pensò che era la pace” di Veronica Ruffato, ispirata al libro di Cristina Bellemo e curata dall’Accademia di Belle Arti e da Ars in Fabula presso Palazzo Lazzarini (ex Banca d’Italia). La sera, alle 21.15 al Teatro Lauro Rossi, sarà la volta di Stefano Fresi con “Dioggene”, spettacolo ironico e profondo che attraversa epoche e linguaggi per esplorare l’animo umano. Domenica 13 ottobre, al Teatro della Filarmonica, Roberta Biagiarelli porterà in scena “Figlie dell’epoca. Donne di pace in tempo di guerra”, dedicato al primo congresso internazionale femminile del 1915, simbolo di dialogo e riconciliazione. L’apertura ufficiale del Festival avverrà martedì 14 ottobre con un workshop alla Lube Academy dedicato al “Dialogo intergenerazionale e cultura del lavoro”, occasione per riflettere sulle nuove forme di collaborazione tra generazioni in azienda e sul valore del confronto come leva di innovazione. Nel pomeriggio, alle 18, all'Orto dei Pensatori, si terrà la cerimonia inaugurale che segnerà l’avvio delle quattro giornate di incontri e dibattiti. Da quel momento, Macerata si trasformerà in un grande spazio condiviso di partecipazione e confronto. Università, scuole, associazioni e istituzioni culturali animeranno la città con iniziative dedicate alla sostenibilità, alla giustizia, al cambiamento del lavoro e al ruolo del dialogo nelle scienze e nelle arti. Tra i tanti protagonisti, la scrittrice irlandese Catherine Dunne, la prorettrice dell’Università di Trento Barbara Poggio, il regista Ado Hasanović e la giornalista Azra Nuhefendić, con le loro testimonianze artistiche e civili sul dialogo tra memorie e culture. Uno dei momenti più attesi sarà l’incontro del 15 ottobre con Gino Cecchettin, che insieme al rettore McCourt e a Barbara Poggio, con intermezzi musicali di Elena Mil, rifletterà su come “trasformare il dolore per rinnovare la vita comune”. Parallelamente si svolgerà la Fiera dell’Editoria Universitaria BooksUp, curata da Eum – Edizioni Università di Macerata, punto di riferimento nazionale per le University Press. Come ha spiegato Simona Antolini, «BooksUp vuole riflettere sul ruolo dell’editoria accademica nell’università contemporanea e nel mondo dell’open access. Due tavole rotonde affronteranno il tema del dialogo e dell’impatto dell’accesso aperto nella ricerca e nella didattica, fino alla stesura di un Manifesto delle University Press italiane, sottoscritto da rettori e prorettori di numerosi atenei». Accanto agli incontri, non mancheranno le mostre e gli eventi artistici che accompagneranno l’intera manifestazione. La rassegna “Meru Tales” dell’artista keniota Anne Mwiti offrirà uno sguardo sull’Africa contemporanea intrecciando pittura e narrazione orale, mentre l’esposizione “Scrittori in dialogo” del Centro Bibliotecario di Ateneo esplorerà il ruolo della traduzione come pratica viva di mediazione tra culture. All’interno della Sala Sbriccoli, l’Expo Libri curato da La Bottega del Libro metterà in mostra le pubblicazioni delle University Press italiane e un’ampia selezione di opere in open access. Ogni sera, i teatri cittadini ospiteranno spettacoli e concerti pensati come esperienze collettive di riflessione e bellezza. Martedì 14 ottobre, il Toudion Ensemble proporrà “Dialogo con la comunità”, concerto per coro femminile, arpa e corni con musiche di Brahms e Britten. Il 15 ottobre, al Teatro della Filarmonica, andrà in scena “Critone”, riscrittura del celebre dialogo platonico sul senso della giustizia, seguita dall’incontro con Cecchettin e Poggio. Giovedì 16 ottobre sarà la volta della Premiazione del Concorso Letterario Humanities, dedicato allo studente e poeta Pietro Polverini, con la partecipazione di Catherine Dunne, Andrea Pierdicca e le musiche di Lorenzo Sbarbati. Il Festival si chiuderà venerdì 17 ottobre al Teatro Lauro Rossi con Domenico Iannacone e il suo toccante spettacolo “Che ci faccio qui in scena”, una riflessione profonda sulla forza della parola e dell’incontro come strumenti di verità. Tutti gli eventi del Festival sono a ingresso libero fino a esaurimento posti. Per lo spettacolo di Iannacone i biglietti gratuiti saranno disponibili presso la biglietteria dei teatri dal giorno precedente. Il programma completo con tutte le informazioni è disponibile sul sito www.unimc.it/mhf. Come ha ricordato in chiusura il rettore McCourt, «questo Festival appartiene a tutta la città e al territorio: è un invito al dialogo, alla partecipazione e all’ascolto reciproco. Solo insieme, attraverso la forza delle parole e delle idee, possiamo costruire una vita comune più giusta e consapevole».

Macerata, in centinaia in piazza per Gaza: “Non una battaglia ideologica, ma di civiltà”
Macerata si è svegliata questa mattina con Piazza della Libertà gremita da centinaia di persone, scese in piazza per partecipare allo sciopero generale indetto dalla CGIL in difesa della Flotilla, dei valori costituzionali e per Gaza. Bandiere rosse del sindacato e vessilli palestinesi hanno colorato la piazza, accompagnati dal coro collettivo “Palestina libera”. La Cgil, annunciando la mobilitazione nazionale di tutti i settori pubblici e privati per l’intera giornata di oggi, venerdì 3 ottobre, ha spiegato le ragioni della protesta: “L’aggressione contro navi civili che trasportavano cittadine e cittadini italiani rappresenta un fatto di gravità estrema. È un colpo inferto all’ordine costituzionale, che impedisce un’azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano a una vera e propria operazione di genocidio. È grave che il governo italiano abbia abbandonato lavoratrici e lavoratori in acque internazionali, violando i nostri principi costituzionali”. Lo sciopero, come precisato dal sindacato, si è svolto “nel rispetto delle prestazioni indispensabili previste dalle regolamentazioni di settore”. Tra gli interventi più sentiti quello della professoressa e scrittrice Lucia Tancredi, a nome dei docenti del Liceo Scientifico: “Gaza è un campo di concentramento a cielo aperto e ancora ci chiedono perché scioperiamo. La scuola è in prima linea con i ragazzi e lo sarà sempre. Non possiamo restare indifferenti davanti a decine di migliaia di civili uccisi, tra cui moltissimi bambini. Il diritto internazionale umanitario sancisce che chi non combatte deve essere protetto. Educare significa insegnare il rifiuto di ogni violenza contro i civili, ovunque e da chiunque sia esercitata. Ribadiamo il valore della pace e del dialogo come obiettivi concreti, da coltivare quotidianamente”. Paola Prosperi, dell'Ast Macerata, reduce dal presidio della sera precedente a San Severino, ha sottolineato la partecipazione dei sanitari: “Difendere la salute significa difendere l’umanità. Siamo accanto agli uomini e le donne della Flotilla. Tra loro c’è anche Silvia Severini, 54 anni, di Ancona, ora detenuta a Gaza. Non possiamo voltarci dall’altra parte”. Forte e appassionato l’intervento di Romina Maccari, segretaria dello Spi CGIL: “Se una piccola nave può solcare il mare contro l’assedio, un grande popolo può solcare la storia contro il genocidio. La storia la si fa col diritto. Non siamo qui contro il popolo israeliano, ma per quello palestinese. La pace si conquista solo con la giustizia. Gaza è una prigione a cielo aperto. Come la Flotilla solca il mare per rompere l’assedio, così noi solchiamo le piazze per rompere il silenzio. Su quelle navi non ci sono governi, ma società civile: voce del mondo libero che non si arrende all’indifferenza. Il mare può fermare una barca, ma non un popolo. La paura può fermare un governo, ma non un’idea giusta. Due popoli, due Stati, un solo diritto: la pace. Un solo dovere: non tacere mai. Palestina libera”. Presente anche il mondo associativo, con la voce di Ruggero Orilia (ARCI): “Siamo in piazza per protestare contro l’attacco alla Flotilla e contro l’inazione del nostro governo. È inaccettabile che il diritto valga solo per alcuni. In questo caso la legge della coscienza coincide con il diritto internazionale e con la nostra Costituzione. Chiediamo la liberazione immediata e senza condizioni dei volontari e di tutti i prigionieri palestinesi. Non è una battaglia ideologica, ma di civiltà. Venendo qui sono passato davanti alla targa dedicata a Garibaldi e ho pensato alla sua frase: ‘L’internazionale è il sol dell’avvenire’. Ho pensato alle brigate Garibaldi della Resistenza e a chi, nel suo nome, ha lottato per la libertà non solo in Italia ma ovunque. Questo mi ha dato la conferma di essere dalla parte giusta”. La mobilitazione ha visto la partecipazione di studenti, docenti, sindacalisti, associazioni, rappresentanti della politica locale e cittadini comuni. Una piazza trasversale che ha voluto ribadire, con voci diverse ma unite dallo stesso obiettivo, che la pace passa attraverso il rispetto dei diritti e della dignità dei popoli.

Pallavolo Macerata e Fisiomed, il binomio vincente continua: "Legame forte con città e territorio" (FOTO e VIDEO)
La Pallavolo Macerata e il Gruppo Medico Associati Fisiomed rinnovano e rafforzano la loro collaborazione: il centro medico si conferma medical partner ufficiale della società biancorossa e, per il secondo anno consecutivo, sarà anche title sponsor della squadra che affronterà il prossimo campionato di Serie A2 come Banca Macerata Fisiomed. L’annuncio è stato ufficializzato in occasione di una conferenza stampa ospitata presso la sede Fisiomed di Sforzacosta, in una settimana speciale per la pallavolo italiana, fresca campionessa del mondo dopo il successo contro la Bulgaria. Un risultato che si lega simbolicamente anche a Macerata: nelle fila della nazionale bulgara milita infatti Rusi Zhelev, nuovo acquisto della squadra biancorossa, attualmente nel suo Paese per impegni istituzionali con la selezione nazionale. All’incontro erano presenti l’amministratore unico di Fisiomed, Enrico Falistocco, il presidente della Pallavolo Macerata Gianluca Tittarelli, il direttore generale Italo Vullo, l’allenatore Romano Giannini, oltre a squadra, staff e sponsor. Enrico Falistocco ha espresso grande soddisfazione per il rinnovo dell’accordo, sottolineando il forte legame con la città e con la società sportiva: “Siamo veramente orgogliosi di far parte di questa squadra e di essere entrati anche come co-title sponsor. Con la Pallavolo Macerata condividiamo stima e amicizia, che ci hanno portato a crescere insieme. L’anno prossimo festeggeremo i 30 anni di attività e vogliamo continuare a portare i nostri servizi nelle case delle persone, perché non è solo un motto ma un modo di essere. Siamo nati a Macerata e proprio nel cuore della città avremo una nuova sede. La presenza in centro è per noi un segno di riconoscenza verso la comunità che ci sostiene e che vogliamo continuare a servire da vicino. La partnership con Pallavolo Macerata e Banca Macerata è un binomio che si rinnova con grande soddisfazione". Il presidente Gianluca Tittarelli ha evidenziato il ruolo fondamentale dei partner e il valore sociale del progetto sportivo: “Oggi presentiamo le novità e ringraziamo sponsor e partner che rendono possibile non solo l’attività della Serie A, ma anche tutto il settore giovanile e la Serie C regionale. Pallavolo Macerata è una piazza storica e vogliamo continuare a rappresentarla al massimo delle nostre possibilità. Offriremo al nostro pubblico uno spettacolo di livello, consapevoli che nello sport conta anche l’avversario, ma certi di poter dare sempre il massimo”. Il direttore generale Italo Vullo ha presentato la nuova rosa, costruita con equilibrio tra esperienza e gioventù, oltre alla volontà, a partire dall'allenatore, di puntare sul "Made in Marche": “È una squadra formata da giocatori motivati, con grande voglia di lavorare. Anche i nostri atleti più rappresentativi sono molto giovani: basti pensare ai due bulgari, di cui uno argento agli ultimi Mondiali, che non hanno ancora 24 anni. Ognuno ha motivazioni diverse, ma tutti hanno l’obiettivo di fare bene”. Coach Romano Giannini ha infine espresso l’entusiasmo dello staff e dei giocatori in vista della nuova stagione: “Abbiamo tanta voglia di iniziare e di metterci in gioco. Stiamo affrontando amichevoli e test, ma il vero banco di prova sarà dal 20 ottobre, quando inizierà un campionato di A2 molto competitivo e stimolante”. Il rinnovo della partnership tra Pallavolo Macerata e Fisiomed conferma la solidità di un progetto sportivo che unisce risultati, radici territoriali e valore sociale. Con una squadra giovane, motivata e rinforzata da talenti internazionali, la Banca Macerata Fisiomed si prepara a vivere da protagonista la nuova avventura in Serie A2, portando sul taraflex la passione di una città intera.

Motocross, stagione da incorniciare per Alessandro Valeri: secondo posto nel Campionato Italiano Fast MX2
Dopo la scalata raccontata nel nostro precedente articolo "La scalata di Alessandro Valeri: il pilota recanatese pronto al debutto nel Mondiale MXGP", la stagione 2025 si chiude con un sorriso per il giovane pilota recanatese, residente a Villa Potenza. Alessandro Valeri ha conquistato un prestigioso secondo posto nella classifica generale del Campionato Italiano Fast MX2, coronando un’annata intensa e ricca di soddisfazioni. L’ultimo atto si è svolto domenica ad Arco di Trento, dove Valeri ha confermato la propria costanza di rendimento. «Sono abbastanza soddisfatto di questo risultato – commenta – ho commesso alcuni errori durante la stagione che non mi hanno permesso di raggiungere la prima posizione, ma ho comunque lottato al massimo e questo risultato ci ripaga di tutti gli sforzi fatti durante l’anno». Un piazzamento che certifica la crescita del giovane talento marchigiano, capace di imporsi tra i protagonisti della categoria e di guadagnarsi la stima del paddock nazionale. Determinante il lavoro svolto insieme al team Pedica Racing, con cui Valeri ha già rinnovato l’accordo per la stagione 2026: «Ringrazio moltissimo tutto il team, proseguiremo insieme anche il prossimo anno – aggiunge –. Un grande grazie va anche a tutti gli sponsor, perché senza di loro nulla di questo sarebbe possibile». Per Valeri la stagione non è però ancora del tutto terminata: resta infatti un ultimo impegno nel campionato regionale, dove guida la classifica e punta a chiudere in bellezza con un altro successo. Il 2025, intanto, si archivia con la certezza di avere posto un tassello importante in un percorso di crescita che punta sempre più in alto, tra traguardi nazionali e nuove prospettive internazionali.

Da Recanati a Monaco: 908 km in bici per brindare all’Oktoberfest (FOTO)
Sette giorni in sella, 908 chilometri attraverso tre Paesi, tra fatica, pioggia, risate e la promessa di un brindisi memorabile. È l’avventura di quattro ciclisti recanatesi – Graziano Ricciardi, Alfredo Marconi, Maurizio Brandoni e Massimiliano Prenna – che, con il supporto tecnico dell’Asd Renzo Giuliodori, hanno pedalato da Recanati fino a Monaco di Baviera per coronare un sogno: festeggiare all’Oktoberfest. L’idea è nata alcuni anni fa durante le pedalate estive in notturna organizzate dal gruppo, che terminavano davanti a una birra e a uno spuntino. Quella tradizione, ribattezzata “La notturna dei merendari”, ha cementato amicizie e acceso la voglia di andare oltre. Così, all’interno dell’“Associazione Merendari delle Piane”, è maturata la decisione di trasformare un rito conviviale in un’impresa vera e propria: pedalare fino a Monaco per celebrare insieme la passione per la bicicletta e per la buona compagnia. La partenza è avvenuta mercoledì 24 settembre da piazza Leopardi. Ogni giorno tra i 100 e i 150 chilometri, con tappe già fissate e alberghi prenotati, per un itinerario che li ha condotti prima lungo le strade italiane e poi oltre confine. A Verona la prima sosta particolare: “Ci siamo fermati a una festa della birra, ci voleva proprio – raccontano – per ricaricare le energie e tornare in sella con più entusiasmo”. Paesaggi da cartolina li hanno accompagnati lungo tutto il percorso: le valli alpine, il Brennero con l’acqua che scorreva a fianco della strada, il grande fiume Inn di Innsbruck, le lunghe ciclabili austriache e tedesche. L’ultima giornata, però, è stata la più dura: “Ci siamo svegliati col sole, ma appena in bici è iniziata la pioggia battente. Non ci ha fermati, siamo andati avanti imperterriti”. Nel mezzo anche una gomma bucata, prontamente riparata. A Monaco l’emozione dell’arrivo, anche se con qualche sorpresa: “Non ci hanno fatto entrare con le bici nell’area della festa, ci sarebbe piaciuto fare la foto proprio sotto il monumento, ma l’abbiamo fatta da lontano”. Poco male: la birra, questa volta non come scusa per una pedalata serale ma come traguardo vero e proprio, ha avuto il sapore della vittoria. Proprio all’Oktoberfest hanno incontrato americani, italiani, un gruppo di Cupra Montana, un amico di Porto Recanati e persino un compagno delle pedalate notturne recanatesi che li aspettava lì. Momenti di convivialità che hanno trasformato la loro impresa sportiva in una festa di amicizia internazionale. Oggi, mentre i quattro facevano ritorno a casa, l’Oktoberfest è stata improvvisamente chiusa per un allarme bomba. Un episodio che ha fatto scattare l’allerta in tutta Monaco, con controlli serrati da parte della polizia. Fortunatamente la minaccia si è rivelata infondata e la festa è stata riaperta in sicurezza. Per i ciclisti recanatesi resta anche la consapevolezza di essere stati fortunati a vivere l’esperienza senza contraccolpi. “È andata benissimo – concludono – ci portiamo a casa paesaggi meravigliosi, la fatica della strada, le risate tra amici e quel brindisi che ha ripagato ogni chilometro percorso”. Un’avventura nata davanti a una birra e conclusa con un boccale in mano: il cerchio perfetto di un viaggio che unisce sport, amicizia e memoria condivisa.

Regionali, Catena unico maceratese all'opposizione: "Ricci miglior leader possibile. Il Pd riparta dai territori"
Con 3.996 preferenze, il sindaco di Montecassiano Leonardo Catena è stato eletto consigliere regionale, risultando il secondo candidato più votato della provincia di Macerata e superando l’ex consigliere Romano Carancini. Determinante il risultato nel suo comune, dove ha raccolto 1.109 voti e trascinato il Partito Democratico al 37,33%. Nonostante la sconfitta del candidato presidente Matteo Ricci e il risultato complessivamente deludente per il centrosinistra, Catena sarà l’unico rappresentante dell’opposizione maceratese nel nuovo consiglio regionale. Ecco l’intervista rilasciata a Picchio News. Ben 3.996 voti. Se li aspettava?«Speravo di far bene. È sicuramente un risultato molto importante, frutto dell’impegno delle tante persone, amiche e amici che mi hanno sostenuto in questi mesi di campagna elettorale. Il merito va a loro e li ringrazio molto. Speravo di far bene e certo sarei stato più contento se avessimo vinto le elezioni». Ha condiviso tutte le scelte di Matteo Ricci in questa campagna elettorale? Come vede il futuro del partito in provincia e in regione?«Matteo Ricci è stato bravissimo: ha fatto una grande campagna elettorale, con tanta energia, passione e coraggio. Non potevamo avere un leader migliore per guidarci. Bisogna però prendere atto che metà degli elettori marchigiani non è andata a votare: c’è molta sfiducia e molti pensano che sia inutile scegliere un partito piuttosto che un altro. Il primo partito è quello dell’astensione e da qui dobbiamo ripartire, ricostruendo un rapporto di fiducia e dimostrando che non siamo tutti uguali. Noi possiamo fare la differenza con le buone idee e l’impegno.Va dato anche merito al presidente Acquaroli, che è stato riconfermato: gli auguro buon lavoro. Noi saremo presenti in maniera costruttiva, con proposte, e quando servirà faremo opposizione alle scelte che non condivideremo». La provincia di Macerata è quella in cui il PD ha ottenuto il risultato più basso in termini di preferenze nella regione Marche. Come commenta questo dato?«Il PD non è andato come speravamo in tutta la regione, con differenze percentuali minime tra le province. Incidono molto anche i candidati delle liste civiche. Non mi focalizzerei solo sul dato maceratese: credo che vada ricostruito un partito più radicato nei territori. Non sarà facile, perché c’è un allontanamento evidente delle persone dalla politica. Sarà un lavoro da fare come PD ma anche come coalizione, intorno a un progetto chiaro e riconoscibile, che possa essere un punto di riferimento anche per chi oggi sceglie di non votare». Un comune di circa 7mila abitanti con un rappresentante in Regione è sicuramente un grande traguardo. Non c’è nessun candidato del capoluogo. Questo dato la sorprende? Come lo spiega?«Sono molto grato ai miei concittadini, che in questi anni mi hanno sempre rinnovato la fiducia a livello comunale e questa volta lo hanno fatto anche a livello regionale. Molti cittadini che non votano centrosinistra mi hanno sostenuto e questo è per me motivo di grande gratificazione.Ogni consigliere regionale rappresenta tutta la provincia e tutta la regione, non solo il proprio comune. Ma so che avrò una grande responsabilità: sarò l’unico eletto della coalizione di Matteo Ricci in provincia di Macerata. Mi aspetta un lavoro difficile, ma ho l’entusiasmo di ricostruire con l’obiettivo che fra cinque anni si possa tornare a competere per vincere». Cosa succederà ora nel comune di Montecassiano? Le dispiace dover lasciare l’incarico di sindaco?«È una pagina importante della mia vita che si chiude. Credo di aver dato tanto alla mia comunità e di aver ricevuto altrettanto. Essere eletti tre volte consecutive con percentuali importanti non è facile. Sono fiducioso che il progetto proseguirà: ho lavorato con un gruppo motivato, affiatato e appassionato che saprà andare avanti anche senza di me. La giunta e il consiglio comunale potranno proseguire almeno per un anno fino al primo turno elettorale utile, portando avanti i progetti in corso. Io sarò comunque al loro fianco, anche se non siederò più in consiglio comunale».

'Il Segreto di Pulcinella' ancora sul Gambero Rosso, è l'unica pizzeria nel Maceratese: “Tutta farina del nostro sacco”
Montecosaro si conferma ancora una volta nel gotha della pizza italiana. “Il Segreto di Pulcinella”, la pizzeria guidata dalla pizzaiola Valentina Clementoni insieme al compagno Mirko Loreti, è stata infatti inserita per la sesta volta nella prestigiosa guida Pizzerie d’Italia 2026 del Gambero Rosso. Un riconoscimento già ottenuto nel 2019, 2020, 2021, 2022 e 2025, che consacra nuovamente il locale come punto di riferimento per gli amanti della buona pizza. Non solo: la pizzeria di Montecosaro è anche l’unica della provincia di Macerata a essere stata selezionata nella tredicesima edizione della guida, che conta oltre 800 locali in tutta la penisola, scelti con criteri rigorosi legati a farine, impasti, lievitazioni e qualità dei condimenti. Dietro al successo, un binomio perfetto: Valentina, che si occupa della parte produttiva – impasto, stesura, condimento e cucina – e Mirko, che segue il forno e la gestione amministrativa. “Ogni volta fa piacere confermarsi, perché cerchiamo sempre qualcosa di nuovo per migliorarci, dall’aspetto alla ricerca di abbinamenti diversi. Questo è ciò che ci è sempre stato riconosciuto”, racconta Valentina. Il loro non è un percorso convenzionale. Nessuna scuola napoletana alle spalle, nessun concorso di settore. Solo tanta passione, studio e il desiderio di offrire un prodotto che fosse diverso, unico: “Fa molto piacere, soprattutto perché non veniamo dal mondo dei concorsi né da quello della pizza tradizionale. È tutta farina del nostro sacco, è proprio il caso di dirlo”. Il Gambero Rosso descrive così la pizzeria: “Un indirizzo consigliato a chi cerca semplicità, zero fronzoli o mode: qui si viene per mangiare una pizza napoletana di buona fattura, fatta con perizia e attenzione.” Valentina però ci racconta che in realtà la filosofia de Il Segreto di Pulcinella non ha mai inseguito la moda della pizza napoletana tout court, ma ha scelto un approccio personale. “Non siamo napoletani, e non abbiamo mai voluto proporre solo quel modello. Ci siamo ispirati alla pizza napoletana, ma puntando su altre caratteristiche come fragranza e condimenti di alta qualità. Insisto su quest’ultimo elemento perché spesso la pizza viene vista come un alimento povero e gli ingredienti vengono trascurati. Noi invece abbiamo puntato molto su quello e meno sull’apparenza. Una scelta coraggiosa, soprattutto in una regione come le Marche, dove la tradizione preferisce la pizza sottile. “È stata una scommessa: unire la cottura napoletana a ciò che piace di più al centro-nord, evitando il cornicione esagerato. Utilizziamo farine semi-integrali, per dare un sapore e un profumo diversi. Credo sia questo a rendere speciale la nostra pizza”. Quando le chiedono quale sia davvero il segreto de Il Segreto di Pulcienlla, Valentina risponde sorridendo: “Il segreto de Il Segreto di Pulcinella sono io, perché la pizzaiola donna si vede di rado. Scherzi a parte, credo che il vero segreto sia il mix tra la cottura napoletana e lo studio di panificazione che sta dietro al nostro prodotto”. Tra le pizze più amate spicca la Bufala, valorizzata da un pomodoro di qualità che conquista i clienti anche negli antipasti, come gli straccetti di pizza con salsa al pomodoro. Grande successo anche per le pizze speciali con il bordo ripieno, tra le prime introdotte in zona. E il futuro? La linea è chiara: “Continuare a crescere e a migliorarci, mantenendo sempre alta l’asticella della qualità”. Non inseguire mode, ma creare un’identità. Non fermarsi al cornicione, ma dare valore a ogni ingrediente. Non considerare la pizza un piatto povero, ma una tela su cui dipingere sapori. È questo il vero segreto de Il Segreto di Pulcinella: una pizza che parla di passione, di autenticità e di futuro.

Come il governo parla alla "pancia" dei cittadini (e viceversa): il comizio di Ancona negli scatti di Guido Picchio (FOTO e VIDEO)
“Dicono che Acquaroli non sia bravo nella comunicazione. Fidatevi più di un politico più bravo nel fare che nel parlare”. Con queste parole la premier Giorgia Meloni ha lanciato dal palco di Piazza Roma uno dei messaggi più forti della serata, durante l’evento di punta della campagna elettorale del centrodestra a sostegno della candidatura di Francesco Acquaroli alla presidenza della Regione Marche (LEGGI QUI). Nell’era dei social, la comunicazione politica passa sempre più da video brevi, slogan e post capaci di raggiungere in tempo reale milioni di utenti. Ma un comizio resta il terreno più autentico: il contatto diretto con la piazza, senza filtri. E ad Ancona, tra flash e applausi, il nostro direttore Guido Picchio, nonché fotoreporter, ha immortalato con i suoi scatti le espressioni più emblematiche dei protagonisti, che raccontano meglio di tante parole il tono e l’intensità dell’evento. Nle suo intervento Acquaroli ha scelto un avvio “soft”, con dati e risultati concreti dell’operato di governo a fare da apripista al suo discorso. Poi, progressivamente, ha alzato i decibel fino a concludere con un appello deciso: “Cogliete la straordinaria opportunità del 28 e 29 settembre, per completare riforme attese da dieci anni e portare al termine il lavoro iniziato cinque anni fa”. Un profilo che i cittadini presenti in piazza riconoscono e apprezzano: “Caratterialmente un po’ mite. Parla poco ma lavora molto”, dice una signora. “Umano, preparato, molto corretto”, aggiunge un’amica, ricordando il suo impegno in situazioni di forte disagio nell’entroterra anconetano. Un giudizio che di fatto anticipa e conferma le parole della Meloni. La premier, al contrario, non lascia spazio a interpretazioni. Si presenta sul palco accolta dal coro “Giorgia, Giorgia”, mimando un piccolo balletto che strappa applausi e sorrisi alla piazza. La sua comunicazione è carismatica, fortemente gestuale, carica di pathos. Rivendica il ruolo dell’Italia in Europa – “arrancavamo in fondo alla fila, ora siamo noi a dettare il passo” – e non risparmia toni duri contro gli avversari, salvo poi stemperare con battute e selfie dal palco che accorciano la distanza con il pubblico. “Giorgia è una grande, Giorgia For Ever”, dichiarano nelle nostre interviste, segno tangibile di un rapporto diretto che si alimenta nella piazza. Toni più istituzionali per il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che alterna richiami alla piazza – “Libertà, Libertà” scandito a gran voce – a riferimenti alla figura di Silvio Berlusconi, il fondatore di Forza Italia, capace ancora di accendere gli animi con la sola evocazione del suo nome. Sul conflitto in Medio Oriente resta cauto, ribadendo la condanna ad Hamas ma anche la critica alle azioni dell’esercito israeliano. La diplomazia resta la sua cifra, confermata anche davanti alla piazza di Ancona. Infine, Matteo Salvini. Si presenta sul palco tra cori da stadio, “Matteo, Matteo”, e ringraziamenti con le mani giunte. Il suo discorso è scandito da attacchi al centrosinistra e a Ricci, avversario diretto di Acquaroli: “Fatevi sentire per Ricci che pensava di vincere queste elezioni”. Dice di non volere parlare delle indagini della magistratura sul candidato di centrosinistra, ma di fatto ne parla. Non manca il tema sicurezza – “ancora troppi balordi in giro, rimandiamoli a casa loro” – marchio di fabbrica del leader leghista. Immancabile il riferimento al ponte sullo Stretto, “il più importante al mondo”. Poi un momento di raccoglimento: Salvini ricorda l’attivista americano Charlie Kirk, ucciso durante un dibattito pubblico, e invita la piazza a un minuto di silenzio prima di chiudere con un appello al voto per Acquaroli. Dal pragmatismo di Acquaroli alla grinta di Meloni, passando per l’equilibrio di Tajani e la provocazione di Salvini, il comizio di Ancona ha mostrato come la comunicazione dei leader politici sia sempre più centrale per rafforzare identità, consenso e fiducia. I social restano il megafono quotidiano, ma la piazza – con le sue sensazioni, cori e applausi – rimane il banco di prova più autentico della politica italiana. La Photogallery Completa di Guido Picchio

Piazza Roma gremita per il centrodestra: Meloni, Salvini e Tajani ad Ancona per sostenere Acquaroli (FOTO)
ANCONA – Piazza Roma si è riempita già dalle prime ore del pomeriggio di mercoledì 17 settembre per quello che è stato il momento clou della campagna elettorale del centrodestra nelle Marche. Sul palco, al fianco del candidato presidente e governatore uscente Francesco Acquaroli, sono arrivati i vertici della coalizione: il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. A fare gli onori di casa il sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, che ha ricordato come “una piazza così mi fa venire in mente il maggio 2023, quando le Marche decisero di cambiare il proprio destino”, e non ha mancato di sottolineare la giornata speciale, coincidente con il suo compleanno. Dopo i saluti istituzionali, hanno preso la parola i rappresentanti delle liste che sostengono Acquaroli. Giacomo Rossi (Civici Marche) ha rivendicato il ruolo del movimento come “il più grande della regione”, invitando a “non tornare nelle buie e sinistre tenebre” e riconoscendo al governatore di aver riportato le Marche “al centro dell’azione politica nazionale”. Arnaldo Giorgi (I Marchigiani per Acquaroli) ha ricordato la recente nascita del gruppo, “per valorizzare ciò che è stato fatto per migliorare la vita dei marchigiani”. A seguire, l’intervento del segretario nazionale Udc Antonio De Poli, che ha ricordato le “70 pagine di programma, con centinaia di opere realizzate: non parole ma fatti”. Il presidente nazionale di Noi Moderati Maurizio Lupi ha invece insistito sul tema della visione unitaria del centrodestra: “Da oltre 30 anni lavoriamo per cambiare l’Italia. Oggi le Marche hanno già raccolto risultati importanti – dall’aeroporto rilanciato alla crescita del Pil – ma serve un nuovo patto per completare le riforme”. Accolto dal coro “Francesco, Francesco”, è salito poi sul palco Acquaroli. Il presidente uscente ha rivendicato i risultati del quinquennio: “Siamo la prima regione in Italia per utilizzo dei fondi sociali europei, sopra la media nazionale per occupazione giovanile e femminile, e la seconda per crescita del Pil. Cinque anni fa eravamo tra le ultime, oggi i numeri parlano chiaro”. Sul turismo ha sottolineato: “Abbiamo registrato oltre un milione e 300mila presenze in più ogni anno. Le Marche meritano sviluppo e competitività”. Poi l’affondo: “Chi ci dà lezioni oggi sono gli stessi che dieci anni fa, quando falliva Banca Marche, hanno girato la faccia dall’altra parte. Il 28 e 29 settembre tocca a voi darci la spinta per completare questo lavoro”. A salire poi sul palco il ministro degli esteri Antonio Tajani. Il segretario di Forza Italia ha insistito su infrastrutture ed economia: “Abbiamo voluto che Marche e Umbria entrassero nella ZES unica, per dare alle imprese nuove opportunità di crescita. Stiamo lavorando per la Freccia Rossa e collegamenti moderni. Nessuna impresa sarà lasciata sola". Tajani ha rivendicato l’impegno del governo per il ceto medio: “Meno tasse per tutelare la spina dorsale del Paese, che non deve trasformarsi in ceto povero”. E ha lanciato un attacco al centrosinistra: “Si è sciolto come neve al sole. Oggi c’è solo la sinistra estremista di Schlein e Conte. Noi siamo il centro del centrodestra, e difendiamo libertà e moderazione”. Da ministro degli Esteri, ha affrontato anche i temi di politica internazionale, con un riferimento al conflitto in Medio Oriente: “Non siamo complici di nessun genocidio e di nessun crimine. Vogliamo difendere il diritto della Palestina a rimanere dov’è, ma non siamo alleati con Hamas, che è soltanto un’organizzazione terroristica. Condanniamo quello che fa Hamas, ma non siamo d’accordo con le azioni dell’esercito israeliano”. Dopo Tajani, è stato il turno di Matteo Slavini. Il leader della Lega ha ricordato le ultime opere inaugurate: “Sono stato a Jesi per aprire il nuovo Interporto delle Marche. Stiamo progettando un ponte che sarà il primo al mondo. C’è chi parla e chi fa: noi lavoriamo”. Sul tema della sicurezza e immigrazione ha ribadito: “Ancora troppi balordi in giro, troppi immigrati irregolari che devono tornare velocemente a casa loro”. E sulle elezioni: “Non vinceremo perché il candidato del centrosinistra è indagato, ma perché i marchigiani sanno chi lavora meglio”. A chiudere il comizio il presidente del consiglio Giorgia Meloni. La premier ha ripercorso i risultati ottenuti: “Cinque anni fa le Marche erano una regione in declino. Oggi hanno basi solide: infrastrutture, sanità, ricostruzione. Sono tra le più virtuose d’Italia. Le Marche sono tornate a farsi valere”. Sulla comunicazione politica ha lanciato un messaggio chiaro: “Dicono che Acquaroli non sia bravo a comunicare. Fidatevi di un politico più bravo a fare che a parlare”. Meloni ha anche difeso le scelte del governo: “In Italia si entra solo legalmente. Non saranno gli scafisti a decidere chi può venire a casa nostra”. E ancora: “Ci vuole coraggio a parlare di salario minimo: in dieci anni di governo, se fosse stata la soluzione, avrebbero potuto farlo loro”. Infine l’appello finale alla piazza: “Abbiamo invertito la rotta, ma ora servono tutte le energie per questi ultimi dieci giorni. Mettetecela tutta”. Il comizio si è chiuso con l’Inno di Mameli, intonato da una folla gremita che ha accompagnato con bandiere e applausi la conclusione della giornata. (Foto Guido Picchio)

De Gregori emoziona Macerata a suon di "verità svelate": 50 anni di Rimmel allo Sferisterio
«Non è un concerto normale, è un concerto normalissimo. Ma stasera celebriamo anche un compleanno, non di una persona ma di un disco: i 50 anni di Rimmel». Così Francesco De Gregori ha aperto la sua esibizione allo Sferisterio di Macerata, trasformando la serata in un viaggio dentro uno degli album più iconici del cantautorato italiano. Pubblicato nel 1975, Rimmel segna una svolta nella carriera del cantautore romano. Il titolo richiama il celebre mascara – simbolo di trucco e maschera – usato da De Gregori come metafora della vita e dei rapporti umani: un invito a guardare oltre le apparenze, a svelare ciò che sta sotto la superficie. Canzoni che, mezzo secolo dopo, conservano intatta la loro forza poetica e la loro capacità di parlare al cuore. Per la prima volta nella sua lunga carriera da “cantautore girovago”, il Principe ha riproposto dal vivo l’intero disco 'così come è stato registrato'. Sul palco sono riapparsi tutti i personaggi che popolano Rimmel: da Pablo al Signor Hood, fino alle suggestioni malinconiche di Pezzi di vetro e Pianobar. E naturalmente l’atteso brano che dà il titolo all’album, cantato in coro da un pubblico rapito. La serata non si è fermata al tributo. Dopo Rimmel, De Gregori ha regalato al pubblico alcuni dei suoi capolavori intramontabili: La Storia, Sempre e per sempre, La valigia dell’attore e una struggente versione de La donna cannone, accolta da una lunga standing ovation da parte dei circa 3000 spettatori presenti. Il finale è stato un’esplosione di partecipazione collettiva: De Gregori ha invitato tutti in platea a cantare e ballare insieme sulle note di Buonanotte Fiorellino. Una chiusura corale e festosa, per una serata che ha saputo unire intimità e condivisione. Ancora una volta, lo Sferisterio si è confermato cornice ideale per accogliere le emozioni di un maestro che, a 74 anni, continua a rinnovare il patto con il suo pubblico, regalando concerti che restano nella memoria collettiva.

Lupi a Civitanova: “Basta talk show, conta il lavoro vero. Noi Moderati saremo la sorpresa delle elezioni”
CIVITANOVA MARCHE – "In cinque anni di governo come presidente della Regione Marche hai affrontato la sfida del governo, dimostrando responsabilità in anni non semplici tra Covid e le altre tante questioni". Con queste parole Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, si è rivolto a Francesco Acquaroli, presente all’iniziativa di presentazione delle liste del partito al Club Vela di Civitanova Marche. All’incontro hanno preso parte anche la senatrice Mariastella Gelmini e il consigliere regionale Marco Marinandeli. "Noi Moderati è e sarà al fianco del governatore uscente", ha ribadito Lupi. Il leader di Noi Moderati ha voluto sottolineare l’impegno di Acquaroli nel corso del suo mandato: "Tante le questioni che hai dovuto affrontare: non ti sei tirato indietro, ci hai messo la faccia – ha aggiunto Lupi alla presenza di Acquaroli – e forse l’unica cosa che non hai fatto, ma che a noi piace che non hai fatto, è evitare i talk show, le chiacchiere e invece stare giorno dopo giorno a lavorare il sodo per i tuoi corregionali. Questo ti fa onore a te e dice cos'è per noi del centrodestra la politica". Uno sguardo, quindi, anche al futuro: "La nostra sfida è sempre il governo – ha proseguito Lupi – adesso il nostro compito è quello di guardare al futuro. Stiamo facendo un lavoro tutti insieme – ha concluso – ci vedremo anche con Giorgia Meloni, con Antonio (Tajani, ndr) e con Matteo (Salvini, ndr) il 17 ad Ancona e quindi lavoreremo tutti insieme per questo". Infine, un passaggio sulle prospettive elettorali di Noi Moderati: "Saremo la sorpresa di queste elezioni, dal 3 all’8%, c’è spazio per crescere, ma basta la politica interessata solo all’esito, i partiti non sono una macchina su cui salire e da cui scendere, nel centrodestra ci siamo anche noi e scommetto che saremo la rivelazione di queste elezioni". (Foto Ansa)

Rizzo (DSP): “Ricci teme il confronto. Noi contro l’ipocrisia sulla sanità e i diktat di Bruxelles”
Domenica 31 agosto a Pesaro si è aperta ufficialmente la campagna elettorale di Democrazia Sovrana Popolare per le regionali del 28 e 29 settembre. Al fianco del candidato presidente Claudio Bolletta, il coordinatore nazionale Marco Rizzo. “Un caffè amaro e sovranista al piddino Ricci, a casa sua”: così Rizzo ha lanciato l’evento. Poi, intervistato da Picchio News, ha aggiunto: “Ricci non è venuto perché teme il confronto”. Lo abbiamo contattato per approfondire i temi centrali della campagna elettorale di DSP nelle Marche. La sanità è da sempre uno dei temi più caldi nelle Marche e anche DSP ha messo questo punto in cima al programma. Quali sono le prime misure che proponete per la sanità pubblica? Rizzo: “Acquaroli non ha fatto altro che proseguire i danni lasciati da Ricci a Pesaro. Ricci è l’esempio di ciò che accade nelle Marche: ha votato per la guerra in Europa e, insieme al suo partito, ha ridotto il numero degli ospedali. Prima del Covid i presidenti di Regione del centrosinistra festeggiavano quando chiudevano strutture: la chiamavano razionalizzazione. Oggi la sanità privata in Italia vale 50 miliardi l’anno, concentrati in poche grandi catene. È ipocrisia pura. Noi vogliamo togliere la sanità dalle mani dei presidenti di Regione e restituirla all’universalismo: la salute è un diritto, non un affare". Oggi l’80% dei bilanci regionali è speso in sanità, ma gestito male e frammentato in 20 centri di potere. Vogliamo riportarla ai medici, per dare finalmente un diritto reale alla salute dei cittadini”. Altro pilastro del programma DSP è il lavoro, insieme alla piena autonomia dalle politiche europee. In che modo queste idee possono tradursi in cambiamenti concreti per i marchigiani? Rizzo: “Il mondo si muove: Turchia, India, Russia, Cina. Noi invece restiamo prigionieri dell’Europa. Bisogna cambiare rotta. Serve dialogare con gli Stati Uniti – chiedendo a Trump di togliere i dazi – e con tutti gli altri attori globali, senza lasciarci guidare dalla Von der Leyen che vuole la guerra o dalla Germania che difende la propria industria a spese delle nostre PMI". Il 27 settembre saremo a Roma con una grande manifestazione per l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea. È il cuore della nostra proposta politica. Le Marche dimostrano la necessità di questo cambiamento: un ceto medio impoverito, piccole imprese che chiudono, interi settori in crisi. Se non agiamo subito, molte aziende collasseranno in pochi anni”. Il sovranismo popolare è un progetto politico per il paese, non solo una lista elettorale. Un progetto più ampio e profondo di una tornata elettorale. Quando gli italiani lo capiranno, e spero in fretta, avremo un successo dirompente. Non so se sarà nelle Marche adesso o in Calabria la settimana dopo, ma stiamo arrivando". Il candidato alla presidenza delle Marche sarà Claudio Bolletta. Perché i marchigiani dovrebbero sceglierlo come presidente? Rizzo: “Perché è uno di loro. Non è un politico di professione, ma un imprenditore che conosce bene la forza delle piccole imprese e anche le difficoltà della crisi. Rappresenta il ceto medio e la classe lavoratrice: insieme sono il 90% del popolo, contrapposto all’élite a cui destra e sinistra si inchinano. Bolletta è la voce concreta di questo popolo".

Bagno di folla per Schlein a Porto Potenza: ‘Con Ricci cambiamo le Marche e battiamo la destra’ (FOTO)
PORTO POTENZA PICENA – Elly Schlein, segretaria nazionale del Partito Democratico, protagonista della serata che ha radunato una numerosa folla in Piazzale Douhet a Porto Potenza Picena, "nella tana del lupo", per la tappa conclusiva della giornata marchigiana di Matteo Ricci, europarlamentare e candidato alla presidenza della Regione. La leader dem ha arringato la folla con un discorso denso di contenuti e priorità, rilanciando la sfida del centrosinistra: “Sono convinta che insieme con la forza di ciascuno saremo in grado di vincere. Ricci sarà un grande presidente e batteremo questa destra nelle Marche e poi anche nel Paese”. L’appuntamento di Porto Potenza, organizzato in occasione della Festa dell’Unità, ha chiuso una giornata cominciata in mattinata ad Ancona, davanti all’ospedale Torrette, dove Ricci e Schlein hanno denunciato le criticità della sanità regionale, e proseguita nel pomeriggio a Fabriano con un confronto con sindacati e lavoratori su crisi aziendali, lavoro e aree interne. Sul palco, prima dell’intervento dei due leader, si sono alternati i candidati dem della circoscrizione maceratese – Simona Galiè, Romano Carancini, Andrea Marinelli, Leonardo Catena, Lidia Iezzi e Clara Maccari – insieme a Sandro Bisonni (Avs) e Stefania Monteverde, della civica “Matteo Ricci”. “Questa non è la tana di nessuno – ha esordito Matteo Ricci – la tana è dei marchigiani, che meritano di tornare a essere una comunità aperta e proiettata al futuro”. Duro il passaggio sulla sanità regionale: “Non si può dire che le liste d’attesa siano colpa dei cittadini che si curano troppo. È irresponsabile. Troppe persone rinunciano a curarsi, e questo sarà il primo vero cambiamento: investiremo nella sanità pubblica e chiederemo che sia finanziata almeno al 7% del Pil, contro una privatizzazione strisciante che sta avanzando”. Ricci ha toccato anche i temi economici: “L’economia marchigiana è ferma. Con i dazi di Trump rischiamo un colpo mortale. Servono subito risorse per sostenere le imprese e un salario minimo regionale a 9 euro l’ora”. Sulla Zes ha rilanciato: “Non è un decreto legge ma un disegno di legge, senza fondi reali. Non accetto che i marchigiani vengano presi in giro: il primo ottobre andrò dalla presidente del Consiglio a chiedere che i soldi vengano stanziati davvero”. Sul piano internazionale, Ricci ha ribadito: “Non saremo una regione con i paraocchi. Al primo consiglio regionale riconosceremo lo Stato di Palestina. Non è più possibile voltarsi dall’altra parte”. Accolta da un lungo applauso, Elly Schlein ha preso la parola subito dopo Ricci: “Grazie per questa piazza di partecipazione e speranza. L’unità non la facciamo per noi, ma perché ce la chiede la nostra gente”. La segretaria dem ha quindi delineato cinque priorità del programma. Ha parlato innanzitutto della sanità, che a suo avviso non può continuare a essere smantellata da tagli e privatizzazioni. “Non possiamo accettare che chi ha soldi salti la fila andando dal privato, mentre chi non li ha rinuncia a curarsi – ha affermato – servono investimenti per rafforzare reparti, assumere medici e infermieri e intervenire anche sulla salute mentale, che non può più restare un tabù”. La leader dem ha poi posto l’accento sulla scuola e sull’università, definendole i primi luoghi di emancipazione sociale. “Dobbiamo prenderci cura degli asili nido, che creano occupazione femminile e sostegno alle famiglie. Non ci basta una presidente donna se non difende i diritti delle donne. E bisogna investire di più nell’università pubblica, che questo governo sta progressivamente definanziando, mettendo a rischio il diritto allo studio”. Un altro punto centrale è stato quello del lavoro. “Il lavoro deve essere dignitoso e di qualità, non povero né sfruttato. È vergognoso che abbiano bloccato la nostra proposta sul salario minimo. Serve più prevenzione e più sicurezza nei luoghi di lavoro, con controlli serrati e la fine della logica dei subappalti a cascata introdotta da Meloni e Salvini negli appalti pubblici”. Schlein ha denunciato anche l’assenza di politiche industriali in questi ultimi anni, sottolineando il peso insostenibile delle bollette, “le più care d’Europa”, che frenano l’economia marchigiana già in difficoltà. Ha chiesto di scollegare il prezzo dell’energia da quello del gas e di attuare misure concrete per sostenere le imprese e le famiglie, ricordando come i dazi commerciali americani rischino di aggravare ulteriormente la situazione. Infine, un passaggio sui diritti sociali e civili: “Se neghi il diritto allo studio, neghi il futuro di un Paese. Dobbiamo tornare a investire nelle case popolari, reintrodurre un fondo per l’affitto e sostenere le famiglie in tutte le loro forme, non solo quella tradizionale di cui parla la destra. Le famiglie sono tante, plurali e diverse, e tutte meritano rispetto e sostegno”. Infine, un appello alla mobilitazione: “Alle europee ha votato meno del 50% degli italiani, ma voi siete il volto del cambiamento nelle Marche. Se ciascuno di noi si assume la responsabilità di coinvolgere amici e conoscenti, costruiremo un’onda che farà la differenza. Guardiamo al futuro con la consapevolezza che, senza memoria del passato, non si può costruire un domani migliore. La nostra coalizione è unita non contro qualcuno, ma per ciò che vogliamo costruire insieme, per le Marche e per l’Italia”. L’evento si è chiuso con un vero bagno di folla per Schlein, rimasta a lungo in piazza tra selfie, strette di mano e scambi di battute con i presenti, circondata da curiosità, entusiasmo e calore popolare.

"Un laboratorio riformista per le Marche, siamo una lista fortissima": i civici di 'Avanti con Ricci' si presentano (VIDEO)
Si è svolta questa mattina presso il bar "Samo - Fuori dal Corso" di Macerata, la conferenza stampa di presentazione della lista 'Progetto Civico – Avanti con Ricci'. Attorno al tavolo i sei candidati del collegio provinciale – Massimiliano Sport Bianchini, Giovanna Capodarca, Andreina Castelli, Piero Gismondi, Sofia Marchi e Stefano Servili – affiancati dai rappresentanti delle forze politiche che compongono la lista: Riformisti Marche, Movimento Socialista Liberale, Psi, Più Europa, Volt e Pri. Ad aprire gli interventi è stato Massimiliano Sport Bianchini, presidente dell’Arci Macerata, ex assessore e candidato di 'Progetto Civico – Avanti con Ricci': "Siamo una lista fortissima e molto rappresentativa, la più forte in provincia per quanto riguarda la parte civica. Mettiamo insieme esperienze diverse, con un civismo vero, non improvvisato all'ultimo momento. Siamo rappresentati in tutta la provincia, da Camerino a Civitanova, passando per Macerata, Tolentino e Porto Recanati. La nostra forza è nell’unione tra civismo e soggettività politiche. Due ringraziamenti veri vanno a Paolo Mattei e Ivo Costamagna, senza i quali questa lista non sarebbe nata. Tutti ci temono perché in questa provincia abbiamo i voti: siamo di centrosinistra ma fortemente autonomi, non siamo la brutta copia di nessuno”. Bianchini ha inoltre sottolineato il ruolo di Azione, che nella provincia di Macerata "è al 90% con questa lista", indicando in Giovanna Capodarca il punto di riferimento più avanzato. Centrale anche il contributo del Psi, definito “elemento costitutivo del progetto”. La stessa Giovanna Capodarca, civitanovese con un passato nel volontariato, nel suo intervento ha sottolineato come la Regione Marche “ha bisogno di altro per crescere rispetto a un presidente che prende gli ordini da una mamma. Ricci può fare la differenza e rilanciare le Marche”. Fra i candidati civitanovesi anche Piero Gismondi, attuale consigliere d’opposizione, stanco del continuo disordine che regna nell'amministrazione comunale della sua città: "Nel centrodestra si massacrano fra loro e ad ottobre probabilmente questa amministrazione cadrà. Diventa anche difficile per noi fare opposizione. Mi candido per sostenere Ricci, con lavoro, famiglia, sanità e casa come temi centrali del nostro impegno". Sofia Marchi, storica dell’arte portorecanatese con a cuore l’ambito culturale ha dichiarato: "Le Marche sono una regione bellissima e meritano una partecipazione giovanile maggiore. Non sopporto quando si dice che si è sempre fatto così. Avanti ci permette di cambiare". Il tolentinate Stefano Servili, medico e delegato provinciale CGIL medici ha parlato invece di come la sua esperienza lo abbia portato a “comprendere le esigenze del territorio soltanto attraverso l’ascolto”. Un ascolto che ha trovato molto forte con gli altri componenti del progetto civico: “Vogliamo cercare un’amministrazione condivisa, vicina ai cittadini e non calata dall’alto”. Per Andreina Castelli, funzionaria dell’Erdis di Camerino alla prima esperienza in politica, le priorità sono una sanità che “a vederla così viene da piangere” e “spendersi a favore del territorio”. Tra gli interventi più attesi, quello di Ivo Costamagna, che ha ricordato come la lista rappresenti "un laboratorio politico che riprende un filo spezzato nel 2015. Questa squadra è in grado di raccogliere voti. Fondamentali sono stati i ragazzi di Azione, cui va il merito maggiore. Il progetto riformista vero sta qui: noi riempiremo un vuoto lasciato da Italia Viva e daremo ad Avanti il successo che merita anche a livello nazionale. Perché Avanti? Perché il compito dei riformisti è portare avanti chi è rimasto indietro”. A sostegno di "Avanti con Ricci" presente anche il capogruppo di "Macerata Insieme" David Miliozzi, che ha sottolineato il valore del progetto in un contesto di disaffezione alla politica: "Viviamo nel momento più alto di mediocrità della politica nazionale, sganciata dal territorio. Da qui nasce il disamore dei cittadini. In Avanti ci sono due ingredienti fondamentali: civismo e politica con la P maiuscola, fatta da persone che hanno sempre messo passione e concretezza, senza seguire il vento che tira". Leonardo Piermattei (Riformisti in Azione), ha ribadito l’appoggio alla lista: "Chi è andato con Acquaroli non rappresenta la vocazione del partito. Azione è qui perché ha visto un concetto essenziale: la politica che ama il territorio. Questa lista ne è la dimostrazione pratica. Azione è un’idea e le idee vanno difese fino in fondo". Hanno partecipato alla presentazione della lista anche Roberto Vezzoso (Psi) e Mauro Mazzieri (Volt). Infine, Paolo Mattei, nipote di Enrico e tra i principali promotori della lista, ha sintetizzato l’impegno del civismo in tre direttrici: "Territorio, fragilità, lavoro. Lo slogan? Siamo con il Pd, ma mai del Pd. Vogliamo mantenere valori che rischiano di andare perduti". Al termine della conferenza, i promotori hanno ribadito che, dopo la sfida delle regionali, l’impegno sarà rivolto anche alle elezioni comunali. L’obiettivo dichiarato è dare alle Marche un laboratorio politico riformista e civico capace di guardare al futuro.

Il “Cambio di Marche” di Ricci a Macerata: “Basta mediocrità. Riconoscimento della Palestina primo atto in Regione (FOTO e VIDEO)
MACERATA – Piazza Vittorio Veneto gremita per la Festa dell’Unità, che a circa un mese dalle elezioni regionali ha visto protagonista Matteo Ricci, europarlamentare e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Marche. Con lui sul palco anche Giorgio Gori, europarlamentare ed ex sindaco di Bergamo, il consigliere regionale Romano Carancini, candidato anch’egli alle regionali, e la segretaria del PD di Macerata Ninfa Contigiani.In platea presenrti tutti i candidati del PD alle elezioni regionali. Una serata segnata da una forte risposta di pubblico, con la piazza piena e la campagna elettorale ormai nel vivo. Ricci ha toccato i nodi centrali del suo programma, alternando attacchi all’attuale giunta e proposte per il "cambio di Marche". Ricci ha esordito spiegando le ragioni della sua candidatura: “In Europa sto benissimo. Sto vivendo un’esperienza straordinaria. Mi sono laureato sul sogno europeo e diventare europarlamentare era il mio obiettivo. Ma quando nelle Marche abbiamo preso tanti voti, in tanti mi hanno chiesto di candidarmi alla Regione. Non ho resistito alla chiamata della nostra gente. Non possiamo abituarci alla mediocrità di questi cinque anni, né ignorare la responsabilità del momento che le Marche stanno attraversando”. Sull’attuale situazione economica è stato netto: “Le Marche non crescono, siamo a crescita zero nonostante i miliardi mai visti in investimenti pubblici. Altro che modello Marche. In un contesto già difficile, i dazi rischiano di essere una batosta. Ho proposto un fondo immediato da 10 milioni per aiutare le imprese a innovarsi con intelligenza artificiale e sostenibilità”. Duro anche l’attacco al commissario alla ricostruzione, Guido Castelli: “Dovrebbe snellire le procedure invece di spendere soldi in comunicazione. Ogni volta che va nei luoghi del terremoto dovrebbe tirar fuori il santino di Giovanni Legnini: senza di lui non avremmo avuto i 14 miliardi, oltre ai 6 del PNRR per cui la destra in Europa ha votato contro. Quei fondi tengono in piedi l’Italia”. Ampio spazio al turismo culturale: “L’Italia è attrattiva per la bellezza e la cultura, non solo per il mare. Non possiamo accontentarci di una crescita dello 0 virgola. Il presidente deve essere il primo testimonial della Regione: oggi invece fuori dai confini non ci conosce nessuno. Nelle altre regioni i presidenti sono i primi testimonial. Poi possiamo mettere lo spoirtivo di turno. anche se stiamo ancora aspettando i turisti arabi che avrebbe dovuto portare Mancini. Lo slogan Let’s Marche non significa nulla. Non ha portato un turista”. Sull’università: “Le università devono lavorare insieme, non lasciare spazio a diplomifici e laureifici privati come la Link, in cui chi ha i soldi si compra il titolo. La formazione è decisiva per il futuro della Regione”. Ricci ha poi parlato di coesione territoriale:“Il terremoto ha allargato la frattura tra costa e aree interne. Propongo un contributo da 30mila euro a chi acquista casa nelle aree interne, come fanno già altre regioni. Risorse? Chiudiamo il carrozzone Atim: 13 milioni sprecati senza risultati”. Sul fronte sociale e sanitario: “I dati Caritas dicono che siamo tra le peggiori regioni per povertà. In caso di vittoria, dal 1 ottobre scatterà il salario minimo regionale: non si potrà lavorare senza pagare almeno 9 euro l’ora. E in sanità non accetteremo un sistema in cui chi ha soldi si cura e chi no aspetta mesi. Oggi un marchigiano su 10 ha smesso di curarsi”. In piazza anche Francesco Migliorelli, rimasto sei giorni su una barella al pronto soccorso: “La prova concreta di una sanità che non funziona”, ha commentato Ricci. Sulla linea politica, Ricci ha segnato la distanza dal centrodestra: “Dal 1 ottobre finirà l’era della Regione che prende ordini da Roma. Basta tutor e badanti per amministratori che non ce la fanno. Hanno messo il volto della Meloni sui loro manifesti elettorali. Si vota per il presidente delle Marche, non per quello del consiglio”. Annunciata anche una proposta simbolica : “Il primo ordine del giorno in consiglio regionale sarà il riconoscimento della Palestina”. In esclusiva ai microfoni di Picchio News, Ricci ha commentato le ultime indiscrezioni sul caso Affidopoli, che vedrebbero la sua estraneità ai fatti confermata dalle parole ai pm del suo ex braccio destro Santini: “C’è poco da aggiungere. Ai magistrati ho detto tutto a fine luglio: sono completamente estraneo ai fatti. Mi pare che anche le indiscrezioni confermino la mia versione”. Il candidato ha concluso con un messaggio diretto agli elettori: “Chi si accontenta della mediocrità voti gli altri. Chi non si rassegna e vuole un cambio sa che c’è una coalizione ampia e civica pronta a rappresentare i cittadini. Ogni giorno di campagna elettorale cresciamo: non ci fermeremo fino alla vittoria”. Dopo l’intervento, spazio alle foto di rito con i candidati alle regionali e con i Giovani Democratici. Subito dopo Ricci è stato letteralmente travolto dal pubblico, tra abbracci, strette di mano e selfie che hanno trasformato il finale della serata in un bagno di folla.