Un'esultanza dal sapore agrodolce ha attraversato lo stadio della Vittoria di Tolentino domenica scorsa, quando Fabricio Lovotti, punteros argentino e attuale capocannoniere dell'Eccellenza, ha siglato il suo nono gol stagionale nel roboante 5-2 contro il Fabriano Cerreto. Una rete che potrebbe essere l'ultima in maglia cremisi per il bomber sudamericano, al centro di una calda trattativa di mercato che lo vedrebbe prossimo a vestire i colori dell'Atletico Ascoli.
Il quinto sigillo dei cremisi è arrivato con un pallonetto delizioso, eseguito con quella leggerezza che ha caratterizzato tutta l'esperienza tolentinate di Lovotti. Subito dopo la rete, l'intero stadio, la squadra, compreso il presidente Romagnoli, si sono stretti intorno a lui, in un abbraccio collettivo che ha avuto il sapore dell'addio. La standing ovation al momento della sua sostituzione è stata un chiaro segnale dell'affetto e della gratitudine che i tifosi e i compagni nutrono nei confronti di un giocatore che in pochi mesi ha saputo conquistare il cuore di Tolentino e l'Eccellenza Marche.
Intervistato al termine della gara, Lovotti ha preferito mantenere il riserbo sul suo futuro. "È stata una partita difficile su un terreno complicato. Siamo stati bravi a fare ciò che avevamo preparato in settimana ea portare a casa la vittoria”, ha dichiarato l'attaccante ex Cingolana. Alla domanda su un possibile obiettivo stagionale in termini di gol, ha risposto con diplomazia: “Non ho un obiettivo preciso, diciamo il massimo possibile”.
E sul suo futuro con il Tolentino? Lovotti si è limitato a una risata, lasciando tutto in sospeso: “Non so nulla, dovete chiedere a Giorgio”, un chiaro riferimento al direttore sportivo cremisi Giorgio Crocetti, che ora è chiamato a chiudere gli ultimi dettagli per il trasferimento all'Atletico Ascoli.
Se l'addio si concretizzerà, Lovotti lascerà Tolentino così come aveva iniziato: con quella spensieratezza e “incoscienza” che lo hanno portato a realizzare gol spettacolari, tutte raccolte in quello scavetto con cui ha salutato i suoi tifosi.
(Foto U.S. Tolentino)
Due vittorie su due: questo l'imperativo per la Maceratese nelle sfide contro Fano e Atletico Mariner, e così è stato. I biancorossi hanno confermato il primo posto in classifica in questo inizio di girone di ritorno e domenica prossima saranno impegnati in una delle trasferte più insidiose del campionato, sul campo del Montegranaro.
La vittoria di domenica scorsa contro l'Atletico Mariner, arrivata grazie a una prestazione impeccabile dell'intera squadra, ha portato tre punti preziosi, ma è stata macchiata dal brutto infortunio di Armin Nasic. Il centrocampista, in attesa di esami più specifici, resterà fuori a lungo, privando la squadra di un elemento fondamentale. Nonostante l'emergenza, Mister Possanzini può contare su una rosa di alto livello, che ha saputo rispondere con carattere e qualità anche nei momenti difficili. Tra i protagonisti c'è Alessio Bracciatelli, centrocampista dalle spiccate doti tecniche, che ha espresso tutto il suo dispiacere per l'infortunio del compagno di squadra e amico.
“L'infortunio di Nasic è stato un dispiacere enorme”, ha raccontato Bracciatelli. “Siamo stati compagni di stanza in convitto ad Ascoli dieci anni fa, ci siamo ritrovati a Tolentino lo scorso anno e quest'anno a Macerata. Per me è come un fratello. Dispiace tanto, sia per la sua importanza in mezzo al campo, dove ha caratteristiche uniche nella nostra rosa, sia a livello umano. Ora dobbiamo trasformare questa perdita in uno stimolo per fare meglio e dedicargli i nostri successi.”
Sulla partita con l'Atletico Mariner, Bracciatelli ha sottolineato la solidità della squadra: “Abbiamo creato molto e gestito bene la gara, anche se forse ci è mancato un po' di cinismo sotto porta. L'importante è stato mantenere sempre il controllo della gara”.
Con Chiesanuova e K Sport Montecchio a soli tre punti di distanza, la lotta per la vetta resta serrata. “Al di là di quello che fanno le altre, dobbiamo pensare solo a noi stessi e affrontare una partita alla volta,” ha aggiunto Bracciatelli.
Domenica la Maceratese sarà chiamata, come detto, a una difficile trasferta sul campo del Montegranaro, ma potrà contare sul supporto del proprio pubblico. La prevendita per la partita di domenica partirà da giovedì e, come reso noto dalla società, lo stadio 'La Croce' di Montegranaro potrà ospitare fino a 400 supporter maceratesi. “Non c'è bisogno di fare appelli ai tifosi, perché ci sono sempre”, ha detto Bracciatelli. “Sono sicuro che saranno numerosi anche questa volta per spingerci verso l'obiettivo. Sarà una partita complicata, ma ci stiamo preparando al meglio per affrontarla”.
Oltre al calcio, Bracciatelli coltiva un'altra grande passione: la letteratura. Iscritto al corso di laurea in Lettere moderne e contemporanee presso l'Università di Macerata, vive la città non solo sul campo, ma anche tra i libri. “Sto studiando per gli esami e cerco di conciliare al meglio lo studio con il calcio. Sto vivendo a pieno la città essendo iscritto al corso di laurea in Lettere Moderne dell'Università di Macerata".
Quando gli chiediamo di citare un autore che possa descrivere l'attuale momento della Maceratese, Bracciatelli tira fuori una perla dal “Principe” di Machiavelli: “Senza quell'occasione il loro valore non sarebbe servito, ma senza il loro valore ogni occasione sarebbe stata vana". Parole che sintetizzano alla perfezione lo spirito della Maceratese, determinata a trasformare ogni occasione in una vittoria per continuare il cammino verso l'obiettivo.
La bellezza non è perfezione. È il segno dell'umanità, l'eco delle emozioni, la traccia lasciata dagli errori. È questa la lezione più grande che Pier Paolo Pasolini ha trasmesso a Dante Ferretti, scenografo maceratese tra i più grandi della storia del cinema, che oggi celebra quel rapporto unico con il libro "Bellezza imperfetta. Io e Pasolini", curato dallo scrittore David Miliozzi.
Dopo il successo della sua prima autobiografia, "Immaginare prima. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar", in cui Ferretti ha raccontato la sua vita dagli anni '40 fino al suo arrivo a Hollywood, ora lo scenografo regala al pubblico un memoir dedicato al legame speciale con Pasolini. Il libro è infatti dedicato al racconto del rapporto di Ferretti con Pier Paolo Pasolini, suo primo maestro e mentore, con cui ha lavorato per 12 anni, realizzando 8 film che hanno segnato un'epoca.
La collaborazione iniziò nel 1964 con "Il Vangelo secondo Matteo" , un'esperienza che avrebbe tracciato la strada per una carriera straordinaria. A soli 25 anni, Ferretti firmò la sua prima scenografia per Pasolini con il film "Medea" , interpretato da Maria Callas. “Pasolini aveva il dono di riconoscere il talento nei giovani e sapeva valorizzarlo” racconta Miliozzi. Da quel momento, Pasolini volle Ferretti in tutti i suoi film, dalla "Trilogia della vita" (Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte) fino al controverso "Salò o le 120 giornate di Sodoma" , ultima opera del regista prima della sua tragica scomparsa nel 1975. “Il giorno in cui è morto Pasolini è come se fossi morto anche io” , confessa Ferretti nel libro, ricordando con infinita tristezza quella notte al Lido di Ostia, un evento che segna il 2025 con il cinquantesimo anniversario.
Come ci spiega David Miliozzi, Ferretti dedica queste pagine a celebrare l'amore e la gratitudine verso Pasolini, con cui aveva un rapporto quasi alchemico. Nonostante la confidenza maturata negli anni, i due si sono sempre dati del “lei”, mantenendo una distanza formale che non ha mai intaccato la profondità della loro complicità. Momenti memorabili, come la visione della storica Italia-Germania 4-3 a Parigi insieme a Maria Callas, testimoniano il legame speciale che li univa.
Inoltre nel libro, Ferretti pubblica per la prima volta i bozzetti ei disegni scenografici realizzati per Pasolini, accostandoli ai fotogrammi dei film, a dimostrazione della perfetta sintonia tra i due. “Quando disegnavo un bozzetto, Pasolini girava partendo da quello”, ci spiega Miliozzi, sottolineando la fiducia fra i due e il rispetto reciproco.
“Sentire Dante Ferretti raccontare Pasolini è come avvicinarsi al più grande intellettuale del Novecento”, confessa David Miliozzi, che attraverso questo libro ci offre un ritratto intimo e potente di due giganti della cultura italiana.
Nato dal sodalizio artistico tra due menti geniali, questo volume non è solo un tributo a un maestro, ma anche una riflessione su un concetto di bellezza autentico, che vive nell'imperfezione e nella libertà creativa. Con bozzetti inediti, materiali fotografici e memorie profonde, lo sceneggiatore tre premi Oscar ci riporta dietro le quinte di un cinema che cercava la verità più che l'estetica, l'anima più che la superficie. Un cinema in cui ogni scena, ogni dettaglio, portava il marchio dell'autenticità, proprio grazie a quella "bellezza imperfetta" che Pasolini gli ha insegnato a riconoscere e a valorizzare. E oggi, a cinquant'anni dalla tragica scomparsa del grande regista, Ferretti ci guida in un viaggio emozionante tra ricordi, set e amicizie indimenticabili, riaffermando che l'imperfezione non è un limite, ma la più alta forma di arte.
Un clima surreale ha avvolto il match tra Fano e Maceratese. Non si tratta solo dell'aria gelida che soffiava sulle tribune del comunale di Fermignano, ma soprattutto dell'atmosfera trasmessa dal campo, più simile a quella di un'amichevole prestagionale che a un turno di campionato, il massimo regionale per giunta, un aspetto che dovrebbe far riflettere molti addetti ai lavori.
Durante la settimana, il Fano aveva richiesto senza successo il rinvio della gara e subito la partenza di alcuni dei migliori giocatori della rosa. La squadra è riuscita a mettere insieme undici giocatori, ai quali va un enorme encomio per l'impegno dimostrato nonostante le difficoltà, scendendo in campo contro la capolista. La Maceratese, dal canto suo, ha conquistato i tre punti con il minimo sforzo grazie al gol in apertura del capitano Luca Cognigni. Un risultato che poteva essere più ampio viste le numerose occasioni create dai biancorossi, ma un eccellente Tommasino tra i pali ha limitato i danni, permettendo al Fano di uscire dal confronto senza sfigurare troppo.
Sul campo, almeno. Perché la figura, quella di presentarsi alla seconda giornata del girone di ritorno con solo 11 giocatori in distinta, resta impressa. Una stagione, quella del Fano, che continua a regalare episodi degni di una commedia fantozziana.
Alcuni hanno ipotizzato che la Maceratese abbia evitato di infierire sulla già disperata situazione dei “padroni di casa”. La squadra di mister Possanzini, come di consueto, ha mantenuto il controllo del gioco per tutti i 90 minuti, concedendo poco o nulla agli avversari. Tuttavia, lo stesso allenatore biancorosso ha voluto sottolineare a fine partita quanto sia stato difficile per i suoi ragazzi preparare e giocare al massimo una gara così particolare, influenzata dalle vicende della settimana e dal clima “poco agonistico” in campo. Anche il terreno di gioco, a detta di Possanzini, non ha facilitato le cose.
“Era una partita difficile da preparare. Sapevamo delle difficoltà del Fano e delle condizioni del campo, che non permetteva di dare velocità al nostro gioco. Era una gara delicata, in cui avevamo tutto da perdere. Quindi ci prendiamo il risultato e lavoriamo. Se devo trovare un difetto, è che la squadra non ha giocato con quella leggerezza e quel piacere di giocare che ha sempre dimostrato. Forse le notizie sul Fano ci hanno condizionati, rendendo più difficile preparare la partita. I ragazzi devono imparare a concentrarsi sul gioco, anche se oggi non era facile”.
Possanzini ha evidenziato l'importanza dell'aspetto emotivo nel calcio, definendolo cruciale. In effetti, è proprio quel trasporto emotivo e quella partecipazione sentita che rendono questo sport unico. Quando mancano, il calcio rischia di ridursi a un esercizio sterile e privo di significato. “Dispiace vedere una squadra scendere in campo con 11 giocatori contati. È una situazione a cui né calciatori né allenatori sono abituati. Devo dire che la partita non mi è piaciuta sotto questo aspetto. La parte emotiva è fondamentale nel calcio, e oggi è mancata. Ci prendiamo i punti e andiamo a casa, senza esserci divertiti, ma andiamo avanti”.
L’unica nota positiva di questa giornata, oltre ovviamente al calore della Curva Just che ha reso meno pallida questa domenica, l'ha regalata Luca Cognigni. La vittoria della Maceratese porta la firma del bomber biancorosso, sceso in campo nonostante la febbre a 38 e mezzo, come svelato dallo stesso Possanzini, che ha elogiato l'attaccamento alla squadra del suo capitano, esempio per tutti i compagni. “Cognigni fortunatamente l’ha risolta. Aveva 38 e mezzo di febbre, e questo dimostra quanto tenga alla squadra. Anche in una partita in cui avrebbe potuto risparmiarsi, ha voluto esserci ed è stato decisivo”.
Una vittoria che permette alla Maceratese di continuare il proprio cammino in vetta, ma che lascia in eredità una riflessione su un calcio che, senza il giusto trasporto emotivo, perde gran parte del suo fascino. Partite come questa non dovrebbero mai verificarsi al livello più alto del calcio regionale. Presentarsi con una squadra decimata non è solo un segno di rispetto mancante nei confronti degli avversari, che fanno sacrifici e chilometri, ma rappresenta anche un fallimento di sistema. Gli organi competenti dovrebbero interrogarsi sulle condizioni che portano a simili situazioni, perché il calcio, anche e se vogliamo soprattutto a livello regionale, merita di essere spettacolo, coinvolgimento e passione, non una mera formalità da portare a termine.
Basta un gol di Cogngini in apertura alla Maceratese per superare il Fano sul campo di Fermignano.
Granata che, dopo aver chiesto il rinvio della gara, si presentano alla partita con undici giocatori in distinta, con i più "anziani" che sono due classe 2003. Possanzini fa esordire Sciarra in difesa e gioca con Oses alle spalle di Cogngini, supportato sulle fasce da Marras e Vrioni. In difesa al fianco di Lucero gioca Nicolosi.
Alla prima palla gol la Maceratese sblocca il risultato: Marras pennella al centro per la testa di Cognigni che da pochi passi fa 1-0. Il capitano biancorosso, sceso in campo con 38 di febbre, è voluto a tutti i costi essere dell'incontro e timbra il cartellino al 7'. Al 13' sempre Marras, decisamente il più in palla fra i suoi, prova a sfruttare un'uscita errata di Tommasino ma finisce per calciare addosso al portiere. L'ex Sambenedettese e Reggina offre poi al 25' un gran pallone a Oses, che controlla e calcia da buona posizione ma trova la respinta del portiere avversario. Al 29' ci prova Lucero di testa da corner ma non riesce a dare la frustata vincente. Ancora Marras al 35', questa volta il suo sinistro si perde a lato. Squadre a riposo con i biancoorssi in vantaggio 1-0.
La Maceratese sfiora il gol ancora una volta in apertura di tempo: azione fotocopia di quella del gol, con Marras che pesca in area Cognini, che perà questa volta non da la forza giusta al suo colpo doi testa. Al 9' è Nasic a provarci con un destro dal limite che risulta però troppo centrale. Al 16' ancora Cognigni a rendersi pericoloso di testa ma il raddoppio sfuma anche in questo caso. Possanzini inserisce Ruani al posto di Vrioni. Il centrocampista biancorosso ci prova con un sinistro da posizione angolata ma calcia fra le braccia del portiere. La Rata prova a chiudere il match prima con Marra e poi con Cirulli, ma entrambe le conclusioni non trovano la porta. Leggero brivido nel finale, con un calcio d'angolo del Fano che però non crea grossi pericoli a Gagliardini. L'arbitro fischia tre volte e i tanti tifosi biancorossi giunti da Macerata possono esultare per la vittoria.
Maceratese che trova così i primi 3 punti del 2025 e allunga a 11 la striscia di risultati utili consecutivi. I biancorossi rimangono al comando della classifica di Eccellenza, a +3 su Chiesanuova e K Sport Montecchio, entrambi vicnitrici rispettivamente contro Montegranaro e Tolentino.
“Una città straordinariamente capace di sentimenti. Al di là del tifo, quest’oggi, venendo così numerosi, avete dimostrato che il cuore di Macerata è bianco e candido come il giglio e rosso come il cuore di questa città che, a noi della Fiorentina, ha regalato un grandissimo campione.”
Con queste parole il giornalista Carlo Cambi ha chiuso un appuntamento carico di emozione, andato in scena questo pomeriggio nel gemitissimo auditorium della biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata. Un evento dedicato alla proiezione del docufilm “Lo chiamavano Brizenbauer. La favola viola di Pino Brizi”, realizzato dal regista Roberto Davide Papini per celebrare la carriera del leggendario calciatore maceratese, campione d’Italia con la Fiorentina nella stagione 1968/69. Organizzato dalla S.S. Maceratese 1922 con il patrocinio del Comune di Macerata – Assessorato allo Sport, l’incontro ha visto la partecipazione di Gianluca Brizi, figlio del calciatore, del giornalista Carlo Cambi, del regista Roberto Davide Papini e dell’assessore allo sport Riccardo Sacchi.
A prendere per primo la parola è stato Carlo Cambi, che ha raccontato come da bambino l’incontro con Montuori “gli illuminò di viola la vita”. Nel suo intervento, Cambi ha definito Pino Brizi un emblema del calcio per classe e dedizione, sottolineando la sua unicità: un giovane nato a 250 km da Firenze, che fin da bambino tifava per la Fiorentina – una squadra diversa dai colossi calcistici dell’epoca – e che, crescendo, ne sarebbe diventato una bandiera. Cambi ha inoltre ricordato un curioso dettaglio storico: la prima maglia della Fiorentina era biancorossa, un segno simbolico del legame con Macerata.
Il regista Roberto Davide Papini, anch’egli tifoso viola, ha spiegato quanto sia rimasto affascinato dalla storia di Brizi: “Mi ha permesso di conoscere una città che, nel girare il docufilm, ho imparato ad apprezzare moltissimo”.
La proiezione ha riservato una sorpresa speciale: un videomessaggio di Giancarlo De Sisti, ex compagno di squadra di Brizi. “Avevamo una squadra di giocatori forti ma soprattutto seri. Pino era un gentiluomo, raramente sbagliava una partita. Lo ricordo come un ragazzo d’oro”.
A ripercorrere l’inizio della carriera di Brizi è stato suo figlio Gianluca, che ha raccontato come il padre si innamorò della Fiorentina da ragazzino, quando la viola primeggiava. L’incontro con Montuori, grazie a un viaggio a Firenze vinto in un torneo, fu la scintilla che diede il via a una carriera straordinaria. Brizi mosse i primi passi calcistici nell’oratorio dei Salesiani e nella Robur, prima di essere notato dalla Maceratese, che lo fece allenare con la prima squadra ed esordire in Serie C. La strada lo condusse poi verso le rappresentative nazionali giovanili, dove attirò l’attenzione di club come la SPAL, il Modena e, naturalmente, la Fiorentina, che alla fine lo portò a Firenze nel 1961.
Il docufilm di Papini racconta la parabola di Pino Brizi, dall’approdo in viola al rapporto speciale con il tecnico Bruno Pesaola, fino alla vittoria dello scudetto del 1969. Consegna un ritratto del Brizi bamnino che calciava il pallone per strada e di quello adolescente che muoveva i primi passi nel calcio che conta, fino al "signore del calcio" che tutti ricordano, sia dentro che fuori dal campo. Il soprannome “Brizenbauer” – un omaggio al grande Beckenbauer – nacque proprio per la sua eleganza in campo e la capacità di anticipare sempre gli avversari senza mai commettere fallo.
Oltre al contributo di Gianluca Brizi, il docufilm include le testimonianze di grandi nomi del calcio, tra cui Claudio Merlo, Moreno Moggi e Giancarlo Antognoni, oltre a quelle di maceratesi come Alberto Prenna e Giovanni Pagliari, che lo ricordano rispettivamente come un talento naturale e un allenatore capace di tirare fuori il meglio dai suoi giocatori. Raccolta anche una testimonianza dell’assessore Riccardo Sacchi, che nel docufilm sottolinea l’importanza di Brizi per la città di Macerata, che gli ha intitolato lo stadio cittadino.
“Lo chiamavano Brizenbauer” non è solo il racconto di una carriera sportiva, ma una celebrazione di un uomo che ha saputo incarnare i valori del calcio e portare alto il nome di Macerata. Una storia che unisce due città, una maglia e un cuore biancorosso che batte ancora forte nel ricordo di un campione indimenticabile.
(Foto di Francesco Tartari)
Serata da ricordare per l'Helvia Recina, che mercoledì sera ha conquistato i quarti di finale di Coppa Marche con una prestazione epica all'Aldo Spivach di Cingoli. Gli orange, in doppia inferiorità numerica e poi addirittura in otto uomini, riescono a pareggiare nei tempi regolamentari e a imporsi ai rigori contro la Cingolana San Francesco, dimostrando cuore, grinta e carattere.
La gara si era messa subito in salita per la squadra di Villa Potenza: i padroni di casa passano in vantaggio nel primo tempo con una punizione precisa di Marchegiani. Nella ripresa, l'episodio che avrebbe potuto spezzare le gambe a chiunque: l'arbitro espelle Mariani per un fallo dubbio, scatenando le proteste di Conti, che rimedia un doppio giallo e lascia l'Helvia Recina in 9 uomini.
Nonostante la doppia inferiorità numerica, gli orange non si arrendono e trovano la forza per reagire. Protagonista Lombi, che conquista un calcio di rigore, trasformato con freddezza da Cammertoni per il gol dell'1-1. La partita, già ricca di tensione, vive un finale ancora più acceso, con un'ulteriore espulsione che lascia l'Helvia Recina in otto uomini contro dieci.
L'equilibrio del doppio confronto (1-1 anche all'andata) porta le squadre ai calci di rigore. Qui l'Helvia Recina si dimostra infallibile: realizza tutti i quattro tiri dal dischetto, mentre il portiere Ascenzi si erge a eroe di serata, neutralizzando due penalty alla squadra avversaria. Con questa vittoria sofferta e meritata, l'Helvia Recina avanza ai quarti di finale, dove affronterà il Ripe San Ginesio, che ha superato il CSKA Corridonia nella doppia sfida.
Dopo la vittoria della Coppa Marche di due anni fa e la semifinale raggiunta lo scorso anno, l'Helvia Recina conferma il suo grande feeling con la competizione, regalando un'altra grande 'notte di coppe' ai suoi tifosi.
Non c'è però tempo per riposare: domani, sabato 11 gennaio, gli orange scenderanno nuovamente in campo per il sentito derby contro l'Atletico Macerata. Il match, in programma alle 14:30, si disputerà nella suggestiva cornice dello Stadio della Vittoria (campo dei pini. La squadra di Villa Potenza arriva all'appuntamento con il morale alle stelle, pronta a regalare un'altra prestazione indimenticabile.
“Non saremo alla Basilica della Misericordia, ma siamo pur sempre a Macerata”. Con queste parole, lo scrittore Pietro Giordani introduce la città di Macerata al giovane Giacomo Leopardi nella serie “Leopardi - Il Poeta dell’Infinito”, andata in onda ieri sera in prima tv su Rai1. La scena, ambientata nell’Ottocento, ritrae Macerata come una città viva e dinamica, scelta da Giordani per offrire all’amico poeta un momento di svago dalla sua routine fatta di libri e studio incessante.
Attraverso le immagini, la fiction dipinge 'Macerata Granne' come una città brulicante di vita, ricca di stimoli culturali e sociali, capace di rappresentare un crocevia di persone e idee. Tuttavia, chi conosce bene Macerata potrebbe notare un dettaglio curioso: la piazza principale mostrata nella fiction non è Piazza della Libertà, bensì Piazza della Repubblica di Treia. Una scelta probabilmente dettata dalla necessità di trovare un’ambientazione più vicina all’aspetto che Macerata avrebbe avuto nell’Ottocento, oltre che per ragioni logistiche legate alle riprese.
Nonostante questo espediente cinematografico, la rappresentazione di Macerata nella serie conserva un fascino autentico. La città, descritta come un luogo fervente di vita culturale e sociale, trova ancora oggi una corrispondenza nella sua realtà contemporanea. Con una delle università più antiche d’Italia, Macerata continua a essere un polo di attrazione per studenti e intellettuali provenienti da tutto il mondo, confermandosi come uno snodo cruciale di idee, esperienze e culture.
La scelta di includere Macerata nella narrazione non è casuale: la città rappresenta un simbolo di apertura e vitalità, capace in qualche modo di ispirare Leopardi. E, sebbene la fiction abbia optato per un’ambientazione alternativa per rappresentarne la piazza principale, lo spirito di Macerata emerge in tutta la sua forza, offrendo un tributo a una città che, ieri come oggi, si distingue per il suo carattere unico.
Dopo 23 mesi di chiusura, lo storico bar del Campo dei Pini di Macerata torna a nuova vita grazie al progetto “Tuttincluso Caffetteria” promosso da Anffas Macerata. L'inaugurazione, tenutasi questo pomeriggio in viale Martiri della Libertà, nonostante la pioggia, ha visto una grande partecipazione di pubblico, sottolineando il forte legame della cittadinanza con questo luogo simbolico. Come si suol dire, "inaugurazione bagnata, inaugurazione fortunata".
Il taglio del nastro è stato affidato al sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, affiancato dai ragazzi con bisogni educativi speciali che lavoreranno nel bar, e accompagnato dalla benedizione del Vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, il quale ha dichiarato: “Benedico questo luogo, chi ci lavorerà e chi sarà accolto qui”. La cerimonia è stata inoltre arricchita dall’intrattenimento musicale di Multiradio, con la voce di Giusi Minnozzi a rendere l’atmosfera ancora più speciale.
“Questo bar è stato chiuso per tanti anni. Qui per lo più ci si giocava a carte o si guardava la televisione. Adesso è tutta un’altra cosa,” ha commentato il sindaco Parcaroli ai nostri microfoni. “Questo nuovo corso ha un bel significato per tutta la città e per tutti noi. La città di Macerata è molto vicina al tema dell’inclusione”.
La presidente dell’impresa sociale Tuttincluso, Emanuela Passeri, ha spiegato: “Siamo un’impresa sociale e ci occupiamo di inserimento lavorativo per ragazzi e ragazze con bisogni educativi speciali. In questo caso ci occupiamo di ristorazione, ma il nostro progetto è molto ampio, perché facciamo anche formazione. La mission è quella di dimostrare a tutto il territorio che si può fare impresa con il lavoro composto di più persone”.
Un obiettivo condiviso anche dal presidente di Anffas Macerata, Marco Scarponi, che ha aggiunto: “Questo è un bar storico per la cittadinanza maceratese. Vogliamo che riprenda vita, ma che lo faccia in una veste nuova: dando la possibilità a ragazzi con disabilità e bisogni educativi speciali di potersi cimentare nel mondo del lavoro. Qui troverete professionalità, prodotti di eccellenza, ma soprattutto il valore aggiunto che sarà dato dal servizio di questi ragazzi”.
Tra gli ospiti dell’inaugurazione anche l’attore e testimonial di Anffas Cesare Bocci, che ha sottolineato l'importanza dell'iniziativa: “Un giorno speciale. Un traguardo che ha richiesto tanto impegno ma finalmente ci siamo. Questo posto è un fiore all’occhiello per tutta la città è un’opportunità di lavoro per tanti ragazzi”.
La consigliera regionale Anna Menghi ha invece evidenziato il supporto della Regione Marche al progetto: “Sono fiera, come Regione Marche, di aver dato un contributo concreto per sostenere questa iniziativa che ha un respiro ampissimo, non solo per il bar ma per l’inclusione dei ragazzi con disabilità. Questo grazie all’impegno di una delle Anffas più antiche d’Italia”.
Tra i protagonisti di questa giornata anche Alex Cesca, 24 anni, uno dei ragazzi con sindrome di Down che lavorerà presso Tuttincluso Caffetteria. Già campione d'Europa con la Nazionale Italiana Sindrome di Down di pallacanestro e vicecampione d'Italia con l'Anthropos Civitanova, Alex ha espresso la sua emozione: “L’emozione è troppa perché oggi per me è un sogno che si avvera”.
Con questa riapertura, il bar del campo dei pini non solo torna ad essere un punto di riferimento per la comunità, ma si trasforma in un simbolo di inclusione e di nuove opportunità per ragazzi e ragzze con bisogni speciali. Un progetto che punta a fare la differenza, dimostrando come l'integrazione sociale possa tradursi in un valore aggiunto per tutti.
Con il campionato di Eccellenza Marche in pausa per la sosta natalizia, è il momento ideale per tirare le somme su questa prima parte di stagione. Se il rettangolo verde si è preso una pausa, il nostro "registro di classe" è invece aperto, pronto a valutare il rendimento delle 16 squadre protagoniste del torneo.
Tra chi ha sorpreso con prestazioni da ottimi voti e chi, invece, ha bisogno di un ripasso intensivo, assegniamo le pagelle di metà anno. Prima che suoni di nuovo la campanella, premiamo gli "studenti modello" e indichiamo le lacune da colmare per chi dovrà affrontare il girone di ritorno con un altro piglio. Insomma, tra promossi, rimandati e "da rivedere", ecco i voti di questo primo quadrimestre calcistico.
Maceratese - 9
Girone di andata chiuso al primo posto e con 5 punti, poi diventati 2 di vantaggio sul K-Sport Montecchio Gallo che ha vinto il ‘turno anticipato’ con il Fano. Miglior attacco del torneo con 26 gol fatti (la media di quasi 2 gol a partita) e seconda miglior difesa con 10 gol subiti. Dopo un leggerissimo periodo di difficoltà, conciso con l’unica sconfitta in campionato contro la Sangiustese e l’eliminazione dalla coppa da parte del Chiesanuova, la formazione di Possanzini ha trovato il giusto equilibrio e, in modo particolare nelle ultime uscite, è riuscita ad abbinare risultati al bel gioco. Per una squadra che è stata completamente rifondata in estate, un rendimento ai limiti della perfezione sin qui, che potrà solo che essere migliorato nel girone di ritorno.
K Sport Montecchio Gallo - 8,5
Non il miglior avvio per i pesaresi, partiti per stare in vetta ma con 2 sconfitte nelle prime 3 giornate. Giusto il tempo di prendere le misure al navigato Beppe Magi per poi infilare 9 risultati utili consecutivi, di cui 7 vittorie. Piccola sbandata prima del giro di boa, con i due ko consecutivi contro Monturano e Maceratese. Barca subito rimessa in piedi con i due successi netti contro Urbino e Fano e inseguimento già ripartito.
Chiesanuova - 8,5
“Vogliamo migliorare il grande campionato dello scorso anno, anche se non sarà facile”. Queste le premesse di inizio stagione in casa biancorossa. In effetti quella scorsa è stata un’annata da sogno, ma il Chiesanuova si sta confermando una realtà super consolidata nel massimo torneo regionale, grazie ad uno staff con grandi competenze e un allenatore che sa tirare fuori il meglio dai suoi ragazzi. Miglior difesa del torneo con sole 8 reti subite e l'imbattibilità conservata per ben 17 partite fra campionato e coppa. Proprio quella coppa sfuggita proprio in finale, al minuto 108’ dei supplementari. La vittoria sarebbe valsa sicuramente un voto in più, ma la sconfitta non cancella affatto un 2024 da favola.
Tolentino - 8
Zona playoff sempre accarezzata e alla fine girone di andata chiuso al quarto posto. Anche il Tolentino, dopo un avvio un po’ a singhiozzo, soprattutto fra le proprie mura, è riuscito a trovare continuità di risultati. La rabbia per la sconfitta interna nel derby con la Maceratese alla settima giornata è stata trasformata in energia positiva da Mister Passarini, che ha dato gioco e certezze alla sua squadra. Con qualche rinforzo nella sessione invernale, i cremisi potranno giocarsi sicuramente le loro carte nel girone di ritorno, magari non solo in ottica playoff.
Osimana - 8
Una squadra quasi da primato in casa, ma da zona playout in trasferta. Anche i giallorossi però hanno chiuso il 2024 in zona playoff, a pari punti con il Tolentino. Trovare maggiore equilibrio fra casa e trasferta sarà un punto chiave per Mister Labriola nel girone di ritorno. Poi la sua squadra, col grande arsenale che ha in attacco (ha anche ritrovato Triana dopo il brutto infortunio), potrà giocarsela con chiunque.
Urbania - 9
Un punto in meno dell’Osimana ma un voto in più per la vittoria della Coppa Italia. Dopo il campionato di assestamento dello scorso anno che ha segnato il ritorno in Eccellenza, i durantini sono tornati ai vertici del calcio regionale, alzando al cielo l’ambito trofeo che gli consentirà ora di giocarsi gli spareggi nazionali per la Serie D. Nel frattempo la strada playoff attraverso il campionato rimane più che aperta.
Urbino - 7
Anche l’Urbino era nel lotto delle squadre favorite ai nastri di partenza, dopo essersi aggiudicata uno degli allenatori più appetiti della categoria. Mister Marani ha fatto fatica ad ingranare all’inizio, ma dopo il derby perso con l’Urbania ha ritrovato la strada maestra, infilando 4 vittorie consecutive e rimettendosi in carreggiata. La pesante, ma forse anche bugiarda, sconfitta per 3-0 contro il Montecchio ha rappresentato un’altra sbandata, ma le qualità ai ducali non mancano. Nel girone di ritorno state certi che sarà vera bagarre per quei tanto desiderati primi 5 posti.
Montegranaro - 6,5
Il cambio di guida tecnica, con la panchina affidata a Mengo, aveva aperto la stagione all’insegna della ricerca di nuovi stimoli e obiettivi. Pur confermandosi fra le squadre più dure da affrontare, anche in questa prima parte di stagione il Montegranaro non ha trovato quella continuità per andare a lottare in zona playoff. Va comunque sottolineato che è stato avviato un progetto con al centro tanti giovani, che possono assolutamente rivelarsi una sorpresa nel girone di ritorno.
Sangiustese - 6
Sicuramente la salvezza arrivata grazie ai playout la scorsa stagione ha fatto capire alla Sangiustese dove non vuole stare. Dopo una campagna acquisti importante i rossoblù si sono rivelati fra le formazioni più sorprendenti in avvio di stagione, con il grande exploit di Macerata che ne ha fatto l’unica squadra a battere la capolista in campionato. Poi i ragazzi di Giandomenico non sono riusciti a confermarsi sugli stessi livelli e piano piano hanno perso terreno rispetto alle zone di testa. La sosta aiuterà a ritrovare energie e certezze.
Montefano - 5,5
Probabilmente la più grande sorpresa in negativo di questa prima parte di stagione. Dopo i due playoff centrati in maniera consecutiva, quest’anno sarà un campionato diverso per i viola, che sembrano però già essersi messi alle spalle il periodo negativo che ha portato all’esonero di Mister Manisera. L’arrivo di Amadio ha portato più efficacia e punti alla squadra, col ritorno di Alla che ha invece ripreso subito in mano il centrocampo. Le tre vittorie consecutive con cui ha chiuso il 2024, specie quella allo scadere con la Sangiustese, hanno dato ossigeno puro e fiducia al Montefano, da cui dovrò ripartire in vista del nuovo anno.
Matelica - 5
Presentarsi alla griglia di partenza con un organico importante come quello biancorosso, seppur da neopromossa, non poteva non far pensare al Matelica come a una seria pretendente per la vittoria finale. I biancorossi non sono però riusciti a esprimersi al meglio e a pagarne le spese è stato Mister Santoni. Squadra ora affidata a Ettore Ionni e mini-rivoluzione invernale in corso. Non è troppo tardi per riprendere in corsa questa stagione, ma servirà un cambio di passo netto nel girone di ritorno.
Monturano - 5,5
Squadra che ha un budget inferiore rispetto alla maggior parte delle sue avversarie, ma che nonostante ciò ha chiuso il girone di andata a -2 dalla salvezza diretta. Fondamentale il ritorno in panchina di Mister Cuccù, che ha trovato 7 punti in 3 partite contro Montecchio, Fano e Maceratese. Magari quest’anno la salvezza potrà richiedere un’impresa meno impegnativa rispetto allo scorso anno.
Fabriano - 5
Tornato in Eccellenza, il Fabriano ha ritrovato le difficoltà che due anni fa le costarono la retrocessione. L’esonero di Caporali e l’arrivo in panchina di Mariotti basterà per evitare un’altra discesa in Promozione?
Portuali Dorica - 5
Confermato in blocco il gruppo che lo scorso anno aveva eroicamente conquistato la Promozione. L’impressione però è che ai ‘dockers’ serva qualche giocatore ‘di categoria’ per provare ad agguantare una salvezza che però, visto comunque lo spirito sempre vivo della squadra, non risulta affatto improbabile.
Atletico Mariner - 4
Altra neopromossa che ha pagato il salto di categoria, ma che con il cambio di allenatore ha fatto qualcosina in più. Il fatto di giocare sempre a porte chiuse le partite casalinghe probabilmente non aiuta, ma il successo esterno col Fabriano al giro di boa ha dato sicuramente fiducia.
Alma Juventus Fano - 3
Voto 3, come i punti conquistati. Zero vittorie in campionato e peggior difesa con addirittura 40 gol subiti in 15 giornate. Una situazione ai limiti della disperazione, con la tifoseria che non riconosce continuità con la propria gloriosa storia all’attuale proprietà. Una situazione peraltro, a giudicare dalle ultime vicende, mal gestita dalla società, che sembra non saper più che pesci prendere. Dispiace perché in un altro caso avrebbe consegnato a questa Eccellenza 2024/25 derby storici e stadi pieni di passione.
Una serata speciale quella vissuta dalla S.S. Maceratese al Digusto Club di Macerata, dove la squadra, lo staff e tutta la dirigenza si sono riuniti per celebrare il Natale e brindare ai successi di questa prima parte di stagione. Presenti anche il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, l'assessore allo Sport Riccardo Sacchi e il consigliere comunale Sandro Montaguti, che hanno portato il loro saluto alla società biancorossa.
Ad aprire la serata, il sindaco Parcaroli, che ha elogiato la squadra per gli ottimi risultati ottenuti finora: la Maceratese ha infatti chiuso il girone di andata al primo posto nel campionato di Eccellenza Marche, regalando grandi soddisfazioni ai tifosi. Fra una portata e l'altra, l'atmosfera si è accesa con la lotteria di Natale, con tanti gadget ufficiali della Maceratese messi in palio da Seriprince. Un momento all'insegna del divertimento e dei sorrisi, che ha ulteriormente rafforzato il legame tra i protagonisti di questa stagione biancorossa.
Il Presidente Alberto Crocioni ha preso poi la parola per un discorso motivazionale alla squadra. Pur esprimendo grande soddisfazione per il percorso svolto finora, ha invitato tutti a mantenere alta la concentrazione e a continuare a dare il massimo anche nella seconda parte di stagione, decisiva per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
La serata si è conclusa con il tradizionale taglio della torta biancorossa e un brindisi collettivo per scambiarsi gli auguri di Natale, accompagnati dalle immancabili foto di rito. Dopo il momento di festa, la Maceratese si godrà qualche giorno di meritato riposo in famiglia per le festività natalizie, prima di tornare al lavoro in vista della ripresa del campionato.
Il prossimo appuntamento è fissato per domenica 5 gennaio, quando all'Helvia Recina Pino Brizi arriverà l'Urbania per la prima giornata del girone di ritorno. La Maceratese, forte del suo primo posto, è pronta a continuare la sua corsa verso i traguardi stagionali, sostenuta dal calore di uan città intera.
(Foto di Francesco Tartari)
Questa mattina, presso il Liceo Classico Giacomo Leopardi di Macerata, è stato presentato il progetto "Podcastle, studenti in gioco nell’avventura della prevenzione". Finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Politiche Antidroga, l’iniziativa si propone come un modello innovativo di contrasto alle dipendenze e ai comportamenti a rischio tra i giovani.
Alla conferenza stampa hanno partecipato numerose figure istituzionali e professionisti: il prefetto di Macerata Isabella Fusiello, l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, il vicesindaco di Macerata Francesca D’Alessandro, la dirigente scolastica del Liceo Leopardi Angela Fiorillo, il direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche (DDP) dell’AST di Macerata Gianni Giuli, la sociologa Silvia Agnani, la referente dell’AST Macerata Giorgia Scaloni e il docente dell’Università di Macerata Roberto Scendoni. La presentazione è stata moderata da Paolo Nanni, comunicatore del DDP dell’AST Macerata.
"Podcastle" è un percorso formativo e laboratoriale che si articola su due anni, con il coinvolgimento degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado del territorio provinciale. Ideato dal Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’AST Macerata, il progetto integra peer education, gamificazione e produzione multimediale per promuovere una prevenzione efficace, seguendo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Gli studenti saranno protagonisti attivi, sia nella fase di ricerca che nella creazione di contenuti destinati ai coetanei e alla comunità. Le attività si realizzeranno in collaborazione con l'Associazione Glatad Onlus e troveranno una piattaforma di diffusione nel portale skillsgalaxy.it, in fase di sviluppo con il supporto dell’Università degli Studi di Macerata.
Nel primo anno (2024/2025), due classi quarte del Liceo Leopardi parteciperanno a un percorso strutturato in due momenti. La formazione prevederà sei ore di moduli realizzati da esperti del DDP per approfondire la fenomenologia delle sostanze, dai rischi alla dipendenza, fino alle conseguenze sanitarie e psicosociali. Successivamente, durante il laboratorio, gli studenti, con il supporto di educatori e comunicatori, produrranno contenuti multimediali finalizzati alla prevenzione e alla sensibilizzazione, che saranno pubblicati su skillsgalaxy.it.
Nel secondo anno (2025/2026), il progetto si estenderà ad altri istituti della provincia. Gli studenti del Liceo Leopardi, formati nelle tecniche di peer education, diventeranno protagonisti di interventi preventivi nelle scuole del territorio. I contenuti creati verranno diffusi attraverso il sito e i profili social del progetto Stammibene, per ampliare l’impatto della campagna.
Un elemento cardine di "Podcastle" è l’indagine sulla percezione e sull’utilizzo di sostanze tra gli studenti delle scuole secondarie. La survey, sviluppata dai sociologi del DDP, fornirà dati fondamentali per calibrare le azioni di prevenzione e disporrà di una fotografia aggiornata del fenomeno. I risultati saranno messi a disposizione di istituzioni, scuole e famiglie.
L’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini ha sottolineato l’importanza del progetto, evidenziando i dati preoccupanti: "Sono presi in carico dal sistema sanitario regionale 5500 ragazzi per droghe pesanti, oltre 1200 per droghe leggere, e più di 1000 persone per dipendenze tecnologiche, come playstation e computer. Questo progetto rappresenta un’opportunità unica per affrontare il disagio giovanile e sensibilizzare i ragazzi su queste problematiche."
La dirigente scolastica Angela Fiorillo ha aggiunto: "Il progetto sposa pienamente alcune finalità educative fondamentali della scuola: prevenzione, informazione e formazione. La modalità laboratoriale e il peer-to-peer permettono agli studenti di essere partecipi e consapevoli, utilizzando linguaggi a loro familiari."
Il direttore del DDP Gianni Giuli ha espresso grande soddisfazione: "È un progetto basato sulle evidenze scientifiche, classificatosi secondo a livello nazionale nel bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri. È motivo di orgoglio per un piccolo dipartimento come il nostro. Ringrazio tutto il mio staff per aver reso possibile questo risultato."
"Podcastle" dunque non è solo un progetto scolastico, ma un laboratorio di consapevolezza e competenze che punta a coinvolgere l’intera comunità nella sfida contro le dipendenze. Grazie all’approccio integrato e all’uso delle tecnologie digitali, si propone di trasformare i giovani in agenti di cambiamento, costruendo un futuro più consapevole.
Dopo aver conquistato il ‘double’ nella scorsa stagione, vincendo sia il campionato sia la Coppa Marche, la Stese ha dimostrato di poter competere anche nel suo primo anno in Seconda Categoria. La squadra rossoblù, guidata dai mister Ciccioli e Fermani, ha raccolto 21 punti nelle prime 13 giornate, con 5 vittorie, 6 pareggi e appena 2 sconfitte. Un cammino che la vede in piena lotta per l’accesso ai playoff, un risultato ambizioso a cui la società non ha però mai nascosto di voler puntare.
In vista dell’ultima gara dell’anno, il presidente Manuel Micucci, ha tracciato un bilancio della prima parte di stagione, evidenziando i progressi e le sfide affrontate.“Possiamo ritenerci soddisfatti di quanto fatto finora,” ha dichiarato Micucci. “Passare a una categoria nuova non è semplice, ma la squadra ha saputo adattarsi, anche se ci è voluto un periodo di assestamento iniziale. Alcuni giocatori hanno avuto bisogno di tempo per integrarsi, ma con il lavoro di Mister Ciccioli e dello staff tecnico, i risultati stanno arrivando. Vorrei ringraziare giocatori come Vukelic, Atragene, Dell'Aquila e Fermani, che stanno trascinando il gruppo con il loro carisma e la loro esperienza, oltre che tutto l'organigramma della Stese: Pecorari, Brillarelli, Temperini, Beato e tutti quelli che sono sempre al campo e ci danno una mano a portare avanti questo progetto".
La Stese ha salutato diversi giocatori che hanno lasciato il club per motivi personali o lavorativi, tra cui Montecchiarini, Marinozzi, Acciarresi e Berardini. "Con tutti però siamo riusciti a rimanere in ottimi rapporti - afferma il presidente - conservando un bel clima, con la promessa di risentirci in futuro". Un pensiero particolare è andato a Michele Malloni, veterano del calcio e punto di riferimento per la squadra, che ha deciso di interrompere la sua avventura con i rossoblù: “Alla soglia dei 40 anni, Michele ha dimostrato una professionalità esemplare,” ha sottolineato il presidente. “Spero che possa trovare nuove opportunità, perché il suo talento e il suo impegno non si discutono.” Un altro addio significativo è stato quello di Danilo Cancellieri, bomber e simbolo della squadra: “Ci dispiace che le nostre strade si siano divise, ma rimarrà sempre una figura centrale nella storia della Stese”.
Per ogni giocatore che parte, però, la Stese ha saputo rinforzarsi, grazie al grande lavoro del direttore sportivo Alessandro Magnamassa. Tra i nuovi arrivi spiccano Paolo Grifi, esperto portiere proveniente dall’Invictus Rapagnano Grottazzolina e lo scorso anno in Promozione con il Casette Verdini, Fabio Sbaffone in difesa, che arriva dalla Pinturetta Falcor in prima categoria, Mariano Giri, elemento esperto e di qualità che arriva dalla Vigor Macerata, Luca Facciaroni, infaticabile centrocampista e bandiera del Rapagnano e il giovane promettente David Avallone.
La Stese chiuderà il 2024 ospitando il C.S.I. Recanati sabato alle 14:30 al Comunale di Villa San Filippo. Dopo due pareggi subiti all'ultimo contro United Civitanova e Real Porto, i rossoblù puntano a un risultato positivo per chiudere l’anno con il sorriso. “Speriamo di fare bene per trascorrere un bel Natale e prepararci a un grande girone di ritorno. La Stese vuole stare in alto”, ha concluso Micucci. Con questa determinazione e il supporto di una società solida, il 2024 della Stese si chiude all’insegna della crescita, con l’obiettivo di consolidare il proprio ruolo da protagonista in Seconda Categoria.
Si dividono consensualmente le strade fra la Maceratese e Kalagna Gomis.
Arrivato lo scorso anno proprio durante la sessione invernale di calciomercato, il centrocampista senegalese aveva trovato subito un grande impatto in maglia biancorossa, nonostante la deludente stagione conclusasi con la squadra al nono posto in classifica. Rimarrà indelebile peri i tifosi della Rata il gol vittoria segnato nell'ultimo derby con la Civitanovese al Polisportivo.
Dopo un inizio di stagione in sordina, segnato anche da un gol spettacolare siglato alla seconda giornata con l'Alma Fano, Gomis aveva altalenato buone prestazioni ad altre meno, partendo spesso nelle ultime uscite dalla panchina. Il giocatore e la società hanno così deciso di comune accordo di rescindere consensualmente il suo contratto.
"La società desidera ringraziare Gomis per l’impegno profuso e l’attaccamento alla maglia biancorossa che ha sempre dimostrato, sia in campo che fuori. Auguriamo a Gomis le migliori fortune personali e professionali per il prosieguo della sua carriera". Con queste parole il club ha salutato il giocatore, che sarà ora sicuramente molto appetibile sul mercato.
(Foto di Francesco Tartari)
Ospite del format IGCLUB sul canale YouTube IGsport47, l’allenatore della Maceratese Matteo Possanzini ha avuto modo di parlare dell’ottimo percorso svolto sin qui dalla sua squadra. Il tecnico biancorosso, che qualche giorno fa ha compiuto anche gli anni, si è fatto un bel regalo di compleanno in anticipo domenica scorsa, quando battendo 2-0 il K Sport Montecchio si è laureato campione d’inverno con la Maceratese. In merito afferma: “È sempre bello essere davanti ma a dicembre non si vincono i campionati. Sicuramente è un motivo di soddisfazione, ma dobbiamo rimanere concentrati in vista dell’ultima partita dell’anno che sarà importante come tutte le altre”.
Il mister si gode, dunque, il momento, ma è completamente focalizzato sull’ultimo impegno prima della sosta. Domenica alle 14:30 la Maceratese chiuderà il 2024 sfidando il Monturano Campiglione in trasferta. Partita da prendere assolutamente con le pinze secondo il tecnico: Loro vengono da due vittorie su due sotto la nuova gestione di Cuccù e hanno giocatori giovani di grande qualità. Noi dobbiamo fare la nostra partita al di là di quello che è l’avversario. Rischio di sottovalutarla? Come ci diciamo sempre con la squadra all’inizio di ogni settimana, abbiamo un obiettivo a cui la città tiene troppo per poter permetterci anche solo l’idea di sottovalutare le partite.
Come detto, la sua Maceratese è in testa al campionato, con un vantaggio di 7 punti sulle inseguitrici e col miglior attacco del torneo (25 gol fatti). La sua squadra è considerata da tutti la più forte e attrezzata del torneo. Possanzini però risponde: "Considerare forte una rosa non è sminuire il lavoro di un allenatore o di una società. Quando abbiamo iniziato a lavorare abbiamo chiarito quella che era la nostra idea e cercato di prendere dei giocatori adatti a quel tipo di idea. Se ci dipingono come i più forti non fa altro che rafforzarci. Sappiamo perché abbiamo scelto i nostri ragazzi e per questo gli diamo grande fiducia".
Una squadra che però è composta in grande parte da giovani, che si stanno esaltando sotto la sua gestione. "In molte partite abbiamo toccato i 23 anni di media. Ciattaglia l’ho allenato a Perugia, Bongelli viene dai campionati nazionali con la Fermana, Cirulli l’ho avuto a Matelica nella under 17 nazionale, Vrioni e Ruani hanno presenze in C e in D. Sono ragazzi giovani ma che hanno qualità. Se ho un pregio è quello di non guardare mai alla carta d’identità, ma alla qualità dei giocatori. Sono molto contento dei calciatori che la società mi ha messo a disposizione e me li tengo stretti".
Domenica scorsa la vittoria sui pesaresi è stata salutata dai grandi applausi di tutto l’Helvia Recina, ormai definitivamente convertito al ‘possanzinismo’. Anche se a inizio stagione in molti, soprattutto fra i più puristi, hanno fatto fatica a condividere la sua idea di calcio, specie sulla fantomatica costruzione dal basso. A riguardo il mister chiarisce: "Molte volte vediamo la costruzione dal basso come un obiettivo, quando in realtà è uno strumento, un mezzo per ricavare degli spazi. Noi ci proviamo, poi delle volte sbagliamo concedendo occasioni agli avversari ma crediamo in questa cosa, e quando credi in una cosa ti porta avanti e ti ci puoi affidare nei momenti di difficoltà".
Mister Possanzini sta dedicando tanto lavoro e passione in questa sua avventura sulla panchina della Maceratese, che in estate racconta di aver sposato con grande entusiasmo: "Mi sono sentito molto cercato e voluto dalla società. Per la prima volta dopo tanti anni mi sento allenatore e mi dedico completamente a questo. Molto spesso nei dilettanti gli allenatori sono dei 'gestori dell’ambiente', quindi riesci poco a dedicarti alla tua idea e al lavoro sul campo. Quest’anno per la prima volta dopo tanti anni ho riscoperto il piacere di dedicarmi al gruppo, di gestirlo e cercare di trasmettergli le mie idee. Di questo sarò sempre riconoscente alla Maceratese".
Un ambiente che, come ha spesso ricordato il mister, è in grado di dare molto alla squadra e in cui lavorare è un privilegio. L’altra faccia della medaglia però è rappresentata dalla pressione che una piazza ambiziosa come Macerata può darti. Su questo il mister però si dice molto stimolato. "Sentire la pressione di dover vincere è bello. Ti fa spostare il limite sempre più in là. Avere poche aspettative non ti fa alzare l’asticella, è una cosa che ti può frenare ma la pressione di vincere ce l’ha solo chi è forte".
Sul campionato, giunto ormai al giro di boa, e su quali squadre l’hanno impressionato di più invece Possanzini risponde: "Campionato lunghissimo e classifica corta. Se il Chiesanuova dovesse vincere col Fano salirebbe a 29 punti e supererebbe i punti dello scorso anno, quando si laureò campione d’inverno con 27 punti. La media punti di quelle davanti quindi si alzerà quest’anno. Per quanto riguarda le squadre affrontate sono state tutte partite equilibrate quest’anno. Quella che ho vissuto più intensamente è stata quella di Tolentino, sia per il mio recente trascorso e per aver ritrovato persone a cui ero legato, ma anche perché è stata la squadra che ci ha affrontato più a viso aperto e che ci ha messo più in difficoltà. Lì però abbiamo capito di essere una squadra forte, perché sotto di un uomo e di un gol l’abbiamo ribaltata. Poi molto spesso nel post partita si parla solo di episodi e non della prestazione di una squadra che ha dimostrato che non voleva perdere.
Come molti sanno, Possanzini non è l’unico allenatore in famiglia. Suo fratello Davide, dopo aver gonfiato le reti di tutta Italia e aver affiancato Roberto De Zerbi in panchina, lo scorso anno ha ottenuto la promozione in Serie B alla guida del Mantova. Tra l’altro questo fine settimana ci sarà un derby tutto marchigiano contro il SudTirol di Castori. Sul rapporto tra fratelli racconta: "Per me Davide è un esempio quotidiano di come approcciarsi al mestiere che fa. Un grandissimo tecnico, ma soprattutto un grandissimo uomo di sport. Per essere due fratelli parliamo anche poco, e di questo ci prendono anche in giro, ma ci capiamo al volo. Viene da un'esperienza importante come vice di De Zerbi e al primo anno in cui ‘si è messo in proprio’ ha vinto il campionato. Quest’anno sono convinto che lotteranno fino all’ultimo per mantenere la categoria e spero che ci riescano. è un piacere seguirlo e avere un fratello che sta nei professionisti.
Qualche suggerimento a livello tattico da parte di Davide? Il mister scherza: "Dico sempre che lui ha imparato da me perché ho iniziato prima io ad allenare, quando lui ancora giocava. Abbiamo idee comuni, ci confrontiamo e seguiamo le partite a vicenda. Sulla possibilità in futuro di lavorare insieme? C’è stata poi abbiamo fatto scelte diverse. Se ci sarà la possibilità lo farò con piacere, ma quando parlo di lui come esempio è perché mi ha insegnato che devo fare la mia strada senza dover chiedere niente a nessuno. Adesso sono contentissimo della scelta che ho fatto quest’estate".
Mister Possanzini quindi è più concentrato che mai sul lavoro che sta facendo alla guida di una Maceratese sempre più a sua immagine e somiglianza.
(Foto di Francesco Tartari)
Il Trodica lancia un messaggio forte e chiaro a tutte le avversarie e, battendo con un sonoro 5-2 il Casette Verdini, si laurea campione d’inverno nel girone B di Promozione con un turno di anticipo, grazie ai 3 punti di vantaggio sul Porto Sant’Elpidio, sconfitto 1-0 nello scontro diretto dello scorso 12 ottobre.
La gara contro il Casette Verdini, sulla carta impegnativa vista la solidità difensiva degli ospiti, che si presentavano all'appuntamento con la miglior difesa del torneo con appena sei gol subiti in 13 partite, è stata risolta già nei primi 45 minuti. I biancoazzurri hanno chiuso la prima frazione con un clamoroso 5-0, mettendo in mostra un calcio di altissimo livello e mandando in rete quattro marcatori diversi: Gobbi, Giovannini, Chornopyschuck (doppietta) e Bonvin.
"È stata una grossissima prova di forza da parte nostra", ha commentato Mister Buratti. "Nel primo tempo siamo stati perfetti, segno di un collettivo che funziona. Oltre ad avere nomi importanti che c’entrano poco con questa categoria, siamo un gruppo molto forte, che si sacrifica molto e lavora. Non posso che ringraziare i ragazzi, perchè oltre a vincere abbiamo fatto divertire il pubblico, che per noi è fondamentale e parte integrante della squadra".
Tra i protagonisti del momento magico del Trodica ci sono i bomber Chornopyschuck e Bonvin, che guidano rispettivamente con 9 e 8 gol la classifica marcatori del girone. A loro si aggiunge il talento dell'ultimo arrivato, Tino Susic: l'ex nazionale bosniaco, con un passato ai Mondiali 2014, ha già conquistato i tifosi con le sue giocate. "Susic è stato un grande acquisto", ha sottolineato Buratti. "Nonostante la sua carriera importante, si è presentato con grande umiltà e voglia di mettersi al servizio del gruppo. La sua presenza è un valore aggiunto per noi".
Con una rosa di livello, una società solida e un tifo da categoria superiore, il Trodica si appresta a chiudere il girone di andata da leader indiscusso, mantenendo alta la concentrazione per continuare la marcia verso il titolo. Mister Buratti ei suoi ragazzi, però, non dimenticano l'importanza del lavoro quotidiano: "Rimaniamo con i piedi per terra, consapevoli delle nostre qualità ma anche di quanto sarà dura mantenere questo livello fino alla fine".
(Foto di Marcello Valentini)
Si è conclusa questa mattina, con la Giornata del Laureato, la tre giorni organizzata dall’Università di Macerata per celebrare i propri dottori. Dopo il Graduation Day del 5 e 6 dicembre, dedicato ai neolaureati, il Cinema Italia ha ospitato una cerimonia speciale per i laureati di 25 e 50 anni fa.
Il rettore John McCourt ha dato il benvenuto agli ex studenti con un discorso carico di significato, nel quale ha sottolineato l'importanza della comunità accademica: “Una giornata speciale, che arriva alla fine di tre giornate intense, in cui abbiamo consegnato circa 500 pergamene di laurea ai nostri neodottori e neodottoresse, marcando simbolicamente la fine del loro percorso universitario. Oggi, invece, celebriamo chi si è laureato 25 e 50 anni fa. Come ateneo ci teniamo a mantenere un legame con chi ha studiato qui: siamo una comunità basata sulla ricerca, la libertà intellettuale e lo scambio di idee.”
La cerimonia ha visto il rettore, insieme alla professoressa Rosanna Gasparini, presidente di ALAM (Associazione Laureati Ateneo Macerata), premiare gli ex studenti con pergamene commemorative. I laureati, divisi per facoltà, hanno ricevuto il riconoscimento e partecipato alle foto di rito, individuali e di gruppo, rievocando i tempi dell’università. Prima sono stati premiati i laureati di 25 anni fa, provenienti dai dipartimenti di Economia e Diritto, Giurisprudenza, Lettere, Filosofia, Lingue e Scienze Politiche. A seguire, i laureati di 50 anni fa delle facoltà di Lettere, Giurisprudenza e Filosofia.
Un momento particolarmente sentito è stato il conferimento dei Premi Alumni 2024, pensati per celebrare i traguardi personali e professionali degli ex studenti che hanno valorizzato la loro laurea maceratese. Tra i premiati: Silvia Alessandrini Calisti, fondatrice del blog mammemarchigiane.it, Angela Fiorillo, dirigente scolastico del Liceo Leopardi, Gioele Marozzi, del Centro Nazionale Studi Leopardiani e Sotirios Tsouvalas, giudice della Corte d’Appello di Atene.
Il prestigioso Premio Oscar Olivelli 2024 è stato assegnato all’avvocato Giuseppe Bommarito per il suo impegno nella lotta contro la dipendenza dalle droghe e nella promozione di iniziative dedicate ai giovani. Visibilmente emozionato, ha dichiarato: “Doppiamente onorato perché ho conosciuto Olivelli, un uomo di altissima umanità e grandi convinzioni giuridiche. Dedico questo premio a mio figlio, che dall’alto mi guida e mi protegge.”
L’apice della cerimonia è stato il conferimento del titolo di Laureato dell’anno 2024 all’avvocato Andrea Agostini, presidente della Fondazione Marche Cultura. Nel suo intervento, Agostini ha ripercorso la sua esperienza universitaria: “Ho vissuto un percorso di formazione simile a quello di molti ragazzi, guidato da curiosità ed entusiasmo. Qui ho sviluppato una passione per il confronto e lo scambio di idee. È un onore ricevere questo riconoscimento, che condivido con la comunità universitaria”. Concludendo con una citazione di Walt Disney – “Se puoi sognarlo, puoi farlo” – Agostini ha invitato i presenti a credere nei propri sogni, ricordando che “non hanno limiti di età.” La tre giorni si è chiusa così in un clima di celebrazione e appartenenza, confermando il ruolo dell’Università di Macerata come luogo di formazione e comunità, in grado di costruire legami duraturi con i propri laureati.
Un altro appuntamento di rilievo all'Auditorium dell'Università di Macerata, nell'ambito del corso per direttore sportivo. Dopo la partecipazione di Ariedo Braida, oggi è stato il turno di un'icona del calcio marchigiano e nazionale: Fabrizio Castori. L'allenatore di San Severino Marche, recordman con 552 panchine in Serie B (secondo nella storia solo a Guido Mazzetti con 626), è anche l'unico tecnico italiano ad aver scalato tutte le categorie, dalla Terza fino alla Serie A.
Al centro del dibattito, aperto dai saluti del direttore del corso Stefano Pollastrelli, il tema “Il rapporto tra direttore sportivo e allenatore di squadra di calcio”. Un argomento discusso con grande competenza non solo da Castori, ma anche dal suo fidato staff: il vice allenatore Riccardo Bocchini, il preparatore atletico Carlo Pescosolido e i collaboratori tecnici e match analyst Tommaso Marolda e Marco Castori. L'incontro ha fornito agli studenti preziose riflessioni sul delicato equilibrio tra le due figure chiave del calcio moderno e ha evidenziato l'importanza della tecnologia nel miglioramento dei processi decisionali e operativi in ambito sportivo. Al termine della seduta abbiamo avuto il piacere di rivolgere alcune domande a Mister Castori.
Quanto è importante all’interno di una società sportiva il rapporto fra allenatore e ds?
"Il rapporto fra l’allenatore e il direttore sportivo è importantissimo. Sono due figure fondamentali in una società, quindi il rapporto che si crea fra loro determina la riuscita o meno della stagione. Il direttore sportivo è il collante fra la società e la parte tecnica, che è gestita dall’allenatore. Se c’è unità di vedute le cose possono andare meglio rispetto a quando invece ci sono divergenze".
Quali direttori sportivi della sua carriera ricorda con particolare affetto?
"Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi professionisti che hanno rappresentato molto nella mia carriera. Ricordo con affetto e stima Franco Di Battista del Lanciano, Rino Foschi che ho avuto a Cesena, Attilio Perotti a Piacenza, Angelo Fabiani a Salerno in due periodo diversi, Renzo Castagnini a Perugia e non posso non nominare Cristiano Giuntoli, col quale abbiamo fatto qualcosa di straordinario a Carpi. Lui poi si è meritato questa strepitosa carriera con la storica vittoria dello scudetto a Napoli e adesso è alla Juventus".
A quei tempi si sarebbe aspettato che Giuntoli avrebbe fatto una carriera così importante?
"Sì, perchè si vedeva quanto fosse sveglio e soprattutto onesto, che nel calcio paga sempre"
Si è parlato di nuove prospettive nel calcio di oggi, con l’ausilio della tecnologia a cui gli allenatori fanno sempre più ricorso. Qual è il suo rapporto con la tecnologia?
"Sono ormai 10 anni che mi avvalgo della tecnologia nello svolgere il mio lavoro. Sono sempre stato curioso nell’aggiornamento professionale e nella ricerca della novità. Una componente importante che va sfruttata".
Nel futuro di Mister Castori cosa c’è?
"Aspetto una chiamata e che qualcuno si ricordi di me per poter ricominciare"
Magari, visto il suo record, chi punta a una promozione?
"Non faccio distinzioni fra chi punta a una promozione o a chi punta a salvarsi. L’importante è lavorare su una società che ha fiducia in me e nel mio staff. Abbiamo voglia di ripartire e di rimetterci in discussione".
Castori è dunque pronto a tornare in pista con il suo staff, voglioso di riproporre il suo calcio fatto di intensità, ritmo e organizzazione di gioco, oltre che sempre attento allìapprofondimento della preparazione tattica delle partite. Su una cosa però si discosta dagli alleantori moderni e dal loro stile di gioco, troppo basato sulla costruzione dal basso e dal possesso palla reiterato. Citando una celebre frase di Jose Mourinho, rimane fedele ai suoi principi: "Se vogliono possono portarsi a casa il pallone...io mi porto a casa i tre punti".
Chiesanuova-Maceratese sarà il big match della tredicesima giornata di Eccellenza Marche. La miglior difesa del torneo, quella del Chiesanuova con soli 5 gol subiti, affronta il miglior attacco, quella della Maceratese con 21 gol fatti. Il pragmatismo di Mobili contro l’idealismo di Possanzini. Tanti i temi in gioco, per una partita che, nonostante arrivi alla tredicesima giornata, mette già in palio punti pesanti anche in ottica classifica. Una classifica che nella giornata precedente tra l’altro ha visto il sorpasso in testa della Maceratese proprio ai danni del Chiesanuova, uscito sconfitto dal campo del K-Sport Montecchio Gallo, terzo “incomodo” della situazione.
Il balzo in testa alla classifica però non cambia nulla per Mister Possanzini, che più che esaltare il primato della sua squadra si concentra sul processo di crescita dei suoi ragazzi. “Siamo contenti di aver vinto domenica e prepariamo questa sfida contro una squadra forte e che ci ha battuto già in coppa, quindi ci conosciamo entrambe abbastanza bene. è un’opportunità per proseguire il percorso che abbiamo iniziato da un po’. Sarà una bella partita. La classifica conta poco. Siamo 5 squadre in 5 punti quindi è inutile parlare di classifica a novembre. Noi sappiamo da dove siamo partiti, con un gruppo nuovo e uno staff nuovo. Speravamo di arrivare in questo momento in questa posizione di classifica. Per noi deve essere un piacere giocare queste partite e speriamo ci sarà un grande pubblico perché ne avremo bisogno”.
Maceratese, come detto, in testa alla classifica e col miglior attacco del campionato, grazie al gioco di Mister Possanzini che, come sottolineato anche dallo stesso tecnico, ha trovato la sua maggior espressione stagionale nella vittoria contro l’Osimana. Una proposta di calcio che però continua a dividere un po’ sugli spalti dell’Helvia Recina, con i più “puristi” ancora non del tutto convinti delle idee dell’allenatore biancorosso. Possanzini rimane comunque fedele ai suoi principi, dicendosi orgoglioso di aver dato in poco tempo un'identità alla sua squadra. “Ognuno ha la sua idea di calcio. Si può vincere o perdere in mille maniere. La nostra idea è quella e andiamo avanti con quella, anche quando magari abbiamo fatto qualche pareggio di troppo. La squadra crede molto nel lavoro e l’idea che condividiamo è utile a esaltare le caratteristiche degli attaccanti che abbiamo. Se divide all’esterno non è necessariamente un problema, anzi meglio che si parli di idee che di altro. vuol dire che siamo riconoscibili e quindi una cosa l’abbiamo raggiunta e per me è motivo di orgoglio”.
Sull’altro fronte, quello treiese, il Chiesanuova arriva dunque a questo confronto dopo la sconfitta subita in terra pesarese, che ha messo fine all’incredibile striscia di imbattibilità durata 17 partite. Mister Mobili vuole trasformare la delusione per questa sconfitta in determinazione per affrontare un avversario importante come la Maceratese. “La stiamo preparando come tutte le altre partite, comunque consapevoli che sarà importante. Contiamo di essere in condizione di fare una buona partita. Non siamo contenti della sconfitta, anche se i ragazzi hanno fatto comunque una buona prestazione, anche in 10. C’è poco da parlare, dobbiamo cercare di riprendere subito la marcia, anche se non sarà facile contro la Maceratese, una squadra importante e prima in classifica e la dice già lunga. Dobbiamo assolutamente riprendere a fare i punti perché perdere non ci piace”.
Oltre ad essere a soli 2 punti dalla vetta, il Chiesanuova ha raggiunto anche la finale di Coppa Italia e affronterà l’Urbania nell’ultimo atto in programma il 21 dicembre al “Bianchelli” di Senigallia. Nel suo percorso in coppa il Chiesanuova ha eliminato proprio la Maceratese ai quarti di finale, vincendo 1-0 sia all’andata che al ritorno. Le due squadre dunque si conoscono bene, anche se le due competizioni secondo l’esperto tecnico ex Recanatese e Tolentino sono due cose distinte. “La Coppa è una cosa diversa, ci sono alchimie differenti. Ci conosciamo e sappiamo che giocano in maniera particolare quindi cercheremo di attrezzarci per affrontarla al meglio e portare via punti che ci servono”.
Chiesanuova che arriva a questa sfida con una defezione importante, con Sopranzetti che ha chiuso in anticipo la sua stagione per infortunio. Mobili non vuole però nessun tipo di alibi: “Ci dispiace per Sopranzetti, perdiamo innanzitutto il suo carattere in mezzo al campo, oltre che un giocatore forte. Non abbiamo mai preso alibi quindi affronteremo la Maceratese con altrettanti giocatori che si faranno trovare pronti”.
Così come non sarà un alibi giocare a Villa San Filippo anziché al Sandro Ultimi di Chiesanuova: “Giocare in casa nostra con i tifosi nostri vicini alla squadra è un’altra cosa. Ci dispiace ma non dobbiamo prendere scuse ma trovare le forze per andare a fare la nostra partita anche lì”.
Appuntamento dunque a domenica, ore 14:30, al Comunale di Villa San Filippo.
Un pomeriggio diverso dal solito per i ragazzi della scuola calcio dell'Atletico Macerata. Anziché correre sul campo, hanno avuto l'opportunità di ascoltare la testimonianza di un grande campione del calcio marchigiano: Federico Melchiorri. L'incontro si è svolto presso la sede dell'associazione Circolamente in via dei Velini, dove l'attaccante ha condiviso esperienze e aneddoti della sua carriera, offrendo preziosi insegnamenti ai giovani calciatori.
Con un curriculum che vanta 11 presenze in Serie A e 214 in Serie B, Melchiorri ha raccontato alcuni dei momenti più significativi della sua carriera, tra cui la memorabile doppietta contro l'Inter a San Siro. “Incontrare questi ragazzi, vedere che ci tengono a vedermi ea parlarmi è sempre molto emozionante e mi fa sempre molto piacere” ha dichiarato il cigno di Treia, sottolineando l'importanza di serietà e impegno nel promettente i propri obiettivi sportivi. “Spero di aver trasmesso loro quanto sia importante fare le cose seriamente per andare avanti nel calcio”.
Nonostante le esperienze in diverse città italiane, il legame di Melchiorri con Macerata è sempre stato forte. “Sono sempre stato molto legato a Macerata, che ha avuto sempre un posto nel mio cuore anche quando giocavo fuori” ha aggiunto il campione, dimostrando il suo affetto per la città.
Non sono mancati momenti di confronto diretto con i giovani atleti, che hanno potuto rivolgergli alcune domande. Tra queste, spicca la curiosità sul giocatore più forte con cui abbia mai giocato: “A Cagliari Barella già faceva vedere di poter diventare un campione” ha risposto Melchiorri. Quanto al difensore più arcigno che ha affrontato, l'attaccante ha menzionato Matias Silvestre, definendolo “un bel osso duro”.
Nonostante un brutto infortunio al legamento crociato lo tenga lontano dai campi per tutta la stagione, Melchiorri continua a lavorare per tornare in forma. “Sto lavorando per tornare e superare per anche questa” ha spiegato, confermando la sua determinazione a superare ogni ostacolo, come già accaduto in passato.
L'incontro è stato anche un'occasione per celebrare i traguardi della scuola calcio dell'Atletico Macerata. Come sottolineato dal responsabile Marco Romagnoli, la realtà sportiva è in continua crescita: dopo l'introduzione della categoria Pulcini lo scorso anno, quest'anno si è aggiunta anche quella degli Esordienti. Alcuni giovani calciatori sono stati premiati con piccole coppe per i risultati raggiunti nella passata stagione, un momento di orgoglio per tutta la società.
Presente all'evento, oltre al presidente della società Matteo Seccacini, anche Serafin Pianesi, allenatore della scuola calcio, che ha ricordato con affetto i primi passi di Melchiorri nel mondo del calcio. “Faceva sempre 4 o 5 gol a partita. Si vedeva che sarebbe diventato un grande giocatore” ha raccontato Pianesi.