"È necessario accelerare ulteriormente. Il cronoprogramma funziona anche se la nostra aspirazione è sempre quella di andare ancor più veloci": parla di messa in sicurezza, ma anche di ricostruzione il commissario straordinario del Governo, Vasco Errani, al termine di una riunione con i vescovi delle zone del centro Italia colpite dal sisma. Incontro che si è svolto presso la diocesi di Spoleto.
"Abbiamo fatto il punto della situazione sul patrimonio culturale ecclesiastico danneggiato - ha detto Errani - individuando un piano per alcune chiese immediatamente riparabili". Monsignor Renato Boccardo, vescovo di Spoleto Norcia, ha indicato nella Basilica di Norcia la chiesa simbolo del territorio umbro da recuperare prima di tutte. Presenti al summit anche i presuli di Rieti, Domenico Pompili, Camerino-San Severino Marche, Francesco Giovanni Brugnaro, e di Ascoli Piceno, Giovanni D'Ercole. (Ansa)
La Protezione civile delle Marche ha emesso un avviso di condizioni meteo avverse valido dalle 6 alla mezzanotte di domani per venti sud-occidentali con intensità media di vento teso nelle zone interne e moderato nel resto della regione.
Durante le ore centrali di domani, le raffiche raggiungeranno la burrasca forte nelle zone interne alto collinari e la tempesta sul crinale appenninico.
Ci sarà anche l’Università di Macerata alla venticinquesima edizione di Tipicità, il festival del gusto che esalta identità e valori territoriali, da sabato a lunedì a Fermo. L’Ateneo è da anni partner culturale di questa manifestazione, che negli anni si è evoluta in laboratorio di promozione e marketing territoriale, innovativo e partecipativo. Le attività proposte quest’anno da Unimc si rivolgono a pubblici diversi. Si parte dalla Cina, alla quale sabato alle 15.30 sarà dedicato il convegno organizzato dall’Istituto Confucio e dal China Center “Il mercato cinese: aziende ed esperienze a confronto” con Luigi Donnari de La Pasta di Aldo, Emidio e Vanda Angellozzi di Angellozzi Tartuficoltura, Marco Cartechini dell’Oleificio Cartechini, Marilena Cocci Grifoni della Tenuta Cocci Grifoni, Qingle Hu della Hunan University e Lorenzo Moretti, agronomo, esperto nel settore agroalimentare.
Per i bambini, nelle giornate di sabato e domenica, ogni due ore, saranno organizzati laboratori sulle tematiche dell’opera lirica e dell’educazione alimentare, che coinvolgeranno i partecipanti nella costruzione di artefatti utili all’avvicinamento ai contenuti della lirica e nell’esplorazione sensoriale del cibo finalizzata all’accrescimento della consapevolezza alimentare. L’Università propone anche attività di orientamento alla scelta universitaria e professionale per le scuole presenti alla manifestazione.
Allo stand di Unimc, oltre agli addetti dell’ufficio orientamento, che potranno fornire informazioni sull’offerta didattica e sui servizi per gli studenti, ci saranno anche il China Center, l’Istituto Confucio, che proporrà esibizioni di arte calligrafica e video sulla Cina e sul capodanno cinese di Macerata, e gli spin-off dell’Ateneo, ossia le giovani imprese nate in seno all’università. Per la prima volta, infine, è stato coinvolto anche un gruppo di studenti che seguiranno in maniera attiva, coordinati dalla Società Imagina, le fasi di organizzazione e di realizzazione della manifestazione. Sono Erika Bei, Simona Cosentino, Marta Lancioni, Samuela Mezzelani, Stefano Paralupi, Chiara Pazzelli, Luca Principi, Paola Ubaldi, Dario Vinciguerra.
Costituita il 25 gennaio scorso, l'associazione di birrifici agricoli e artigianali marchigiani ha presentato i propri obiettivi e progetti a Palazzo delle Marche. Il presidente della II commissione regionale, Gino Traversini: “Stiamo lavorando a una normativa per venire incontro alle esigenze delle aziende senza tralasciare la valorizzazione del territorio”
Un mercato in crescita, quello della birra artigianale, con le Marche seconda regione nel centro Italia per concentrazione di microbirrifici. Sulla scia di questo trend, 25 gennaio scorso 19 produttori di tutta la regione - tra agricoli, artigianali e brew pub - hanno costituito l'associazione “Marche di Birra”. Si tratta di un progetto che parte dalla volontà di giovani imprenditori del settore, in gran parte under 40, e può contare sul sostegno dell'Assemblea legislativa. “Abbiamo avviato già da tempo un percorso – ha sottolineato il presidente della commissione regionale “Sviluppo economico”, Gino Traversini (Pd) - per sostenere e valorizzare le aziende brassicole marchigiane e stiamo ora pensando a una normativa che venga incontro alle esigenze dei produttori marchigiani, senza tralasciare la valorizzazione del nostro territorio”. Nelle Marche, quinta regione in Italia per produzione di orzo, sono attivi 41 birrifici - tra agricoli, artigianali e “brew pub” - cheproducono oltre 300 tipi di birre.
“Puntiamo a portare la birra fuori dai luoghi di nicchia e a educare gli appassionati – ha evidenziato il presidente della neonata associazione, Ludovico Caverni - verso un consumo più consapevole e ampio. Il nostro obiettivo è anche quello di fare crescere ulteriormente il consumo di birra marchigiana. Un prodotto di qualità, realizzato con materie prime ottime”.
“Marche di birra” è, a livello regionale, la più grande associazione di produttori di birra agricola e artigianale d'Italia. Tra gli altri obiettivi dell'associazione, evidenziati nel corso della conferenza stampa di presentazione, anche quelli di incentivare la collaborazione tra produttori, realizzare iniziative culturali, eventi e attività di promozione, a livello regionale, nazionale e internazionale e sviluppare percorsi condivisi di promozione sotto un brand comune.
Un primo progetto concreto – hanno spiegato i produttori intervenuti alla presentazione dell'associazione – è quello relativo alle “Strade della birra”. Un'iniziativa, come è stato sottolineato che “nasce dall’esigenza di valorizzare i territori marchigiani a vocazione brassicola, caratterizzati non solo dalla presenza di birrifici artigianali e agricoli ma anche da attrattive naturalistiche, culturali e storiche particolarmente significative ai fini di creare un’offerta integrata”.
Sono intervenuti alla conferenza stampa tutti i componenti della II commissione regionale e il sindaco di Apecchio, Vittorio Alberto Nicolucci, presidente dell’Associazione nazionale Città della Birra.
"Grazie alla burocrazia e ad uno Stato ormai morto, mia figlia e i figli di tanti altri non hanno diritto ad avere un pediatra se non a pagamento".
Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di un papà che si è visto assegnare e poi negare il pediatra "della mutua" per la sua bambina nata da poco.
"Vi scrivo perché sono indignato nei confronti della sanità maceratese, a tutela dei diritti della mia famiglia e quella di altre che versano nella mia stessa condizione". Ci chiede però la cortesia di mantenere l'anonimato. "Venendo ai fatti, sono padre di una bellissima bambina nata a dicembre 2016. Purtroppo nell’ultimo trimestre di gravidanza mia moglie ha contratto il Citomegalovirus trasmesso poi alla bimba . Fortunatamente non ci sono state conseguenze per mia figlia , avendolo contratto proprio nel finale, però periodicamente deve essere sottoposta a controlli".
Oltre alla difficoltà derivante da questa situazione, che non può non preoccupare un neo papà, un'altra è derivata da una illogica burocrazia. Dopo aver infatti presentato domanda per l'assegnazione di un pediatra per la piccola ci racconta che "Nella lista ricevuta comparivano circa dieci nominativi di pediatri su Macerata e tutti abbondantemente sopra la soglia massima di mutuati (il limite se non erro è di 800 per pediatra). Faccio la richiesta per l’assegnazione di un pediatra di cui ho la conoscenza, lo stesso comincia a seguirmi per un paio di visite fino ad arrivare a venerdì 24 febbraio quando mi dice esplicitamente che non potrà piu’ seguire la mia bambina se non a pagamento".
Al papà viene dato dal pediatra un numero di telefono "per poter far sentire la mia voce a chi decide riguardo il blocco/sblocco dei mutuati". Purtroppo però al numero non risponde nessuno....
"Ciò che mi fa infuriare è che la mia bimba ha necessità di essere seguita, soprattutto a causa della circostanza sopra indicata". Così conclude amareggiato.
La morale di questa storia è che una bambina nata da poco, per di più con dei problemi di salute, si vede negare il diritto ad avere un dottore e suo padre non trova risposte nella sanità pubblica, che dovrebbe essere a servizio dei cittadini malati.
Di fronte ad una situazione che descrivono come ''insostenibile'', gli agricoltori e gli allevatori delle aree terremotate delle Marche e quelli delle altre regioni invaderanno piazza Montecitorio a Roma il 7 marzo con i loro animali. Coldiretti spiega che ''rischia di saltare l'ultimo presidio del territorio ferito dal terremoto, caratterizzato da un'economia agricola di pregio e allevamenti che è possibile salvare solo se la ricostruzione andrà di pari passo con la ripresa del lavoro''.
Insieme agli animali sopravvissuti sotto scosse e neve gli agricoltori porteranno davanti al Parlamento i prodotti locali salvati dalle macerie ma che ''ora rischiano di sparire per le difficoltà del mercato locale provocate dalla crisi del turismo e dallo spopolamento dovuto all'esodo forzato ma anche ai ritardi nella costruzione degli alloggi temporanei''. Sarà presentato il Dossier Coldiretti sul "Terremoto nelle campagne" e verrà distribuito un filmato-denuncia sui gravi ritardi della ricostruzione nelle aree rurali. All'iniziativa saranno presenti il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo insieme a tutti rappresentanti dell'organizzazione delle diverse realtà locali e ai sindaci dei comuni rurali colpiti dal sisma.
(Fonte Ansa)
"Abbiamo già reperito la disponibilità di 4.500 alloggi al momento della massima restrizione, che è praticamente da luglio, su 5.048 marchigiani che sono in albergo. La forbice fra i posti disponibili e quelli che servono è quindi molto stretta. Continua la ricerca di altre strutture, per i 500 posti che mancano, e poi saremo pronti per fare un piano di rientro complessivo". Lo ha detto il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli.
"Abbiamo 20mila persone in autonoma sistemazione e 5.048 negli alberghi. Ma - ha aggiunto - non sappiamo ancora chi ha intenzione di rientrare attraverso le strutture temporanee. Al momento quindi per noi è importante garantire a tutti un'adeguata collocazione". Per Ceriscioli, poi, "bisogna evitare il fai da te: c'è un'organizzazione che sta valutando tutto l'insieme delle disponibilità, perché non deve essere il singolo cittadino a iniziare a cercare la soluzione per conto suo. Sarebbe inaccettabile per lui, ma anche per il sistema".
"Col decreto in fase di conversione viene data ai Comuni la possibilità di essere soggetti attuatori per quel che riguarda le opere di urbanizzazione, il provvisorio per il commerciale e le imprese, le stalle, cioè tutto quello che è opportuno affrontare e risolvere". Così il commissario per la ricostruzione Vasco Errani a margine di una riunione a Ascoli con i sindaci dei territori terremotati, per fare il punto della situazione anche alla luce della nuova governance.
"Si è costruita sulla base dell'assemblea fatta ad Ancona questa forma di riorganizzazione da me condivisa perché rende più ravvicinato il tema del problema e la sua soluzione". "La prossima settimana - ha annunciato - i comitati discuteranno sull'ordinanza della ricostruzione dei danni gravi, prima ancora dell'approvazione definitiva che faremo dopo questa verifica. Credo sia il modo migliore, perché non c'è nessuna altra possibilità che ricostruire con e partendo dal territorio e i protagonisti che, in primo luogo, sono i sindaci".
"La cartografia elaborata dalla Provincia di Macerata non ha nulla a che vedere con l’installazione di un ipotetico inceneritore."
Lo puntualizza in una nota, in merito ad alcune notizie di stampa diffuse recentemente, l'assessore regionale all'ambiente Angelo Sciapichetti. "Specifica solamente dove, stando al nostro Piano dei Rifiuti, non possono essere collocati discariche ed impianti di recupero di materiale. L’inceneritore - continua la nota - non è contemplato nel nostro Piano, non è voluto dalla Regione Marche e tanto meno dal sottoscritto. A riprova di ciò è anche il recente ricorso al TAR della nostra Regione contro il Decreto ministeriale che vedrebbe la necessità di un inceneritore sul territorio marchigiano.
Gli impianti eventualmente da realizzare in Provincia di Macerata son lungi dal poter essere definiti, considerato che il Piano d’Ambito dell’ATO3 non è stato né redatto, né tanto meno adottato. La fattibilità di qualunque progetto di impianto di gestione, pubblico o privato che sia, andrà comunque valutata anche in una ulteriore fase di verifica, in cui verranno presi in considerazione i fattori a scala di maggior dettaglio (PRG, distanze da funzioni sensibili, tutela di beni, vincoli ambientali, paesaggistici, ecc.). Non esiste pertanto - conclude Sciapichetti - una questione sulla collocazione dell’inceneritore, che non è previsto dal Piano Regionale dei Rifiuti e che, se paradossalmente venisse proposto dal Piano d’Ambito dell’ATO3, sarebbe bloccato dalla Regione per difetto di conformità rispetto al Piano Regionale."
Dopo le vicende, le polemiche, e le ipotesi che si sono susseguite nel corso degli ultimi giorni, oggi finalmente, abbiamo un quadro più chiaro e definito sul post-sisma. Sappiamo intanto che Vasco Errani continuerà a svolgere il suo ruolo di commissario straordinario alla ricostruzione. Evidentemente nella trattativa con il governo di Roma, Errani è stato capace di spostare l’ago della bilancia, decisamente in suo favore. Lo sfogo di metà febbraio, nell’incontro con gli amministratori era solo un’anticipazione del rapporto presentato alla Presidenza del Consiglio dopo sei mesi di emergenza. Deve essere stato un report impietoso (benché riservatissimo) che descriveva, dettagliatamente e in ogni casella, ogni singola disfunzione. Ma soprattutto chi, di quelle disfunzioni, ne avesse le principali responsabilità. A conti fatti, ci risulta che quasi un buon ottanta per cento tra ritardi, inefficienze, difetti di comunicazione, vanno ascritti alla giunta regionale. Il resto è distribuito equamente tra i sindaci e Protezione Civile. Della volontà di Vasco Errani di andare avanti, noi prendiamo atto con soddisfazione. Non abbiamo mai avuto nessun pregiudizio nei suoi confronti, ben consapevoli che uno che ha governato per quindici anni consecutivi una delle regioni più ricche e più importanti d’Italia non lo abbia fatto solo perché comunista. Lasciamo che siano altri a scaricare tutti i loro livori post ideologici repressi in articolesse intrise di odio, unitamente a sesquipedali inesattezze. Le competenze e le funzioni di Errani (commissario straordinario pro tempore) sono stabilite da una legge dello Stato: la 229 del 15 dicembre 2016. In particolare dall’art. 2. Se qualche sindaco di campagna, piuttosto che comunicare al mondo il suo risolutivo parere, trovasse tempo di leggerla, di adeguarvisi e soprattutto rispettarla e farla rispettare – come si fa con qualsiasi altra legge – ne trarrebbero giovamento tutti. Soprattutto chi, con il post terremoto, ci deve fare i conti quotidianamente.
Contrariamente alla vulgata che lo dipinge come un burocrate accentratore, Errani ha chiesto decentramento e condivisione di competenze e responsabilità. Anche questa circostanza si può tranquillamente verificare ascoltando la registrazione di quello che tutti ormai, giornalisticamente, chiamano il suo sfogo. Chi invece ad oggi, rispetto alle convinzioni di Errani, tira decisamente il carro dalla parte opposta è la Regione Marche nella persona del suo presidente: Luca Ceriscioli. Quando Errani afferma che la gestione della ricostruzione debba avvenire su base provinciale, Ceriscioli risponde che ciò va bene in provincia di Fermo e di Ascoli, ma non va bene a Macerata. La motivazione è che il territorio maceratese è il più colpito, per gravità ed estensione, dai danni del sisma. Combinazione però vuole che i presidenti di area vasta di Fermo e Ascoli siano vicini e organici al Partito Democratico, mentre a Macerata c’è un ex democristiano duro da convertire al verbo renziano, cioè Antonio Pettinari. Tonino per gli amici: che sono tanti, anzi troppi. Decisamente tantissimi direi, visto che da solo il buon Tonino, nemmeno sei mesi fa, ha ridicolizzato il PD provinciale maceratese passandogli una batosta politica che ancora brucia e reclama tremenda vendetta. Stiamo parlando - a dispetto di quegli orribili pullover rosa shocking che ama indossare - di un uomo rispettato da tutti gli amministratori della provincia, che la stima e la considerazione se l’è conquistata – giorno dopo giorno - sul campo dopo decenni di buona gestione politica su ogni fronte.
Ma per completare definitivamente questo squallido quadro autoreferenziale, proprio ieri Ceriscioli ha trasferito d’autorità il funzionario dalla stazione unica appaltante dall’amministrazione provinciale di Macerata alla Regione Marche. Si tratta di un atto unilaterale gravissimo che toglie all’Ente Provincia ogni possibilità di bandire gare per servizi pubblici. Una vera e propria dichiarazione di guerra agli italiani tutti che va decisamente in controtendenza con il responso popolare del referendum del 4 dicembre che ha visto il sessanta per cento favorevoli alle Province come enti costitutivi della Repubblica. Alla pari delle Regioni e non sottoposte alle perversioni (come in questo caso) di queste ultime.
Personalmente ho finito tutti gli aggettivi con accezione negativa presenti nel dizionario italiano, per descrivere questo individuo che, unitamente ai suoi meno che mediocri sodali, sta governando in maniera pedestre la regione Marche. Un perfetto buono a nulla capace di tutto. Perfino di strumentalizzare migliaia di senzatetto e buttarla volgarmente in politichese sulla loro povera pelle. Non essendo, peraltro, stato capace di smuovere in sei mesi nemmeno una carriola di macerie. Al solo pensiero di affidare ad un figuro di questa infima levatura tutte le procedure della ricostruzione, mi verrebbe la pelle d’oca.
Teniamoci stretti Vasco Errani e facciamo voti che da Roma ce lo conservino a lungo. O almeno finché non avremo cacciato Ceriscioli come merita e messo al suo posto qualcuno più capace di lui.
Al via un tavolo di lavoro Enel - Associazioni dei Consumatori dedicato all'emergenza maltempo di Abruzzo e Marche. La decisione, a conclusione dell'incontro tra Enel e le rappresentanze nazionali e locali delle Associazioni dei Consumatori aderenti al CNCU. Tra gli argomenti, gli indennizzi extra per i clienti, già disposti da Enel, che vanno ad aggiungersi a quelli automatici previsti dalla Delibera della AEEGSI n 646/2015 e il risarcimento di eventuali danni, con la possibilità di ricomprendere casi specifici raccolti dalle Associazioni.
È inoltre emersa la possibilità di estendere ulteriormente i canali per presentare le richieste, definendo le modalità di coinvolgimento attivo e diretto delle Associazioni affinché possano svolgere un ruolo di supporto ai cittadini anche nella compilazione delle richieste attraverso una procedura così ancora più capillare e fluida. E-distribuzione ha inoltre annunciato l'attivazione di sportelli mobili per raggiungere in maniera capillare i Comuni coinvolti. (Ansa)
Approvate oggi in Consiglio regionale tre mozioni sul tema della carenza di personale e delle Caserme da ristrutturare dei Vigili del Fuoco. La Lega Nord Marche ha presentato questi atti, evidenziando una cronica carenza di mezzi, attrezzature, dotazioni strumentali e risorse umane.
Marzia Malaigia nel suo intervento ha evidenziato l'obsolescenza dei veicoli antincendio e di unità ad essi collegate. Ha ricordato che tali autoarticolati, per legge non devono essere più vecchi di 10 anni, pertanto quelli che risalgono a prima del 2006 sono considerati "vetusti". La triste e pericolosa realtà sta nel fatto che la maggior parte del parco-macchine o mezzi di ausilio nei soccorsi, è molto più vecchia. La Malaigia ha portato degli esempi fra tutti: alcune autoscale sono addirittura degli anni '90! (1997) e altre strumentazioni addirittura risalgono al 1989.
Inoltre nel periodo estivo vi è una notevole carenza di personale da affiancare ai carabinieri forestalinelle attività di prevenzione degli incendi.
La consigliera della Lega ha inoltre ricordato la Circolare del Ministero dell'Interno che, in data 21 febbraio 2017, ha stabilito un incremento di circa 400 unità nel territorio nazionale ma, come sappiamo, la Regione Marche oggi ha bisogno, di concretezze maggiori. Difatti tenere classificati dei distaccamenti come "SD3" quando la realtà invoca una classificazione più adeguata (SD4), significa che a questi Comandi ubicati in varie zone delle Marche, non arriverà personale sufficiente ed adeguato alla vera situazione del territorio.
Durante la discussione la Malaigia stessa ha attualizzato le sue mozioni, alla luce della Circolare stessa, chiedendo un impegno in sede nazionale per il passaggio di categoria dei Comandi di Civitanova Marche e di Jesi, da SD3 alla categoria superiore SD4.
Oltre alla situazione di Arcevia, la Vicepresidente ha ricordato quello che sta succedendo ad esempio a Macerata, con un progetto lasciato ad 1/3 dei lavori di ampliamento e recupero e all'emblematica situazione del Comando di Fermo che ha una sede finita ed addirittura inaugurata un anno fa, ma ancora non utilizzabile.
Piena soddisfazione della Consigliera per i 20 voti favorevoli, con totale unanimità dell'Aula, in merito a questa mozione ed alle altre due che interessano i Comandi di Visso e di Camerino.
Per Visso si è ottenuto il voto favorevole per una dotazione strumentale e di mezzi per un soccorso rapido ed efficace in zona montana, mozione firmata e presentata anche dalla consigliera Leonardi di Fratelli d'Italia. Per Camerino, invece, un impegno a far sì che si sblocchi l'arrivo dei moduli che possano ospitare i vigili del fuoco che hanno, essi stessi, una Caserma terremotata.
Sull'attuazione degli impegni la Malagia promette piena vigilanza e monitoraggio sull'evolversi della situazione certa anche della collaborazione di tutti i soggetti coinvolti.
E' un via libera all'unanimità quello arrivato dal Consiglio regionale delle Marche ad una risoluzione della Commissione Ambiente con cui si chiede alla Giunta di attivarsi affinchè venga riconosciuta ai Comuni terremotati la "Possibilità di disciplinare l'installazione, in aree private, di manufatti temporanei e provvisori" da rimuovere una volta terminata l'emergenza. La proposta si propone di modificare la normativa statale a riguardo e i provvedimenti inerenti dal Dipartimento della Protezione Civile.
Le iniziative di localizzazione temporanea di container e casatte, infatti, rischiano al momento di essere illegittime in quanto contrastanti con le norme vigenti. Per ovviare al problema la Commissione intende "normalizzare lo svolgimento della vita sociale delle comunità colpite da un'emergenza senza precedenti" e "l'installazione di manufatti temporanei e provvisori di modeste dimensioni da parte dei singoli cittadini sui terreni di loro proprietà potrebbe rappresentare una valida soluzione". (Ansa)
"Il 24 febbraio la presidente Boldrini ha inviato al premier Gentiloni una lettera nella quale ha evidenziato la necessità di 'indicare in un cronoprogramma, scadenze precise per la realizzazione delle varie misure previste nella fase emergenziale e in quella di ricostruzione' e ha denunciato 'l'urgenza di assicurare una sistemazione alloggiativa alle famiglie ospitate in alberghi del litorale i cui titolari hanno chiesto di liberare le strutture entro aprile in vista della stagione turistica'. A tal proposito, ci preme denunciare che molti nostri concittadini, ospiti di alcune strutture della costa, hanno trovato un avviso, di questo tenore sotto le loro porte".
Così, in un comunicato stampa, il Comitato 'La nostra terra trema noi no', che ha anche inviato una lettera aperta ai capigruppo della Camera dei Deputati. Peraltro in questi ultimi giorni, avvisi sui limiti di permanenza degli sfollati sono stati diffusi in varie strutture ricettive. "Non è un editto di sfratto, ma una richiesta di informazione e trasparenza avanzata dagli stessi ospiti" - dice in proposito un albergatore - che ospiterà i terremotati sino a fine giugno.
Non tarda ad arrivare la risposta della Giunta Regionale: "a fronte dei circa 5.400 sfollati per il terremoto che oggi risiedono negli alberghi, la Regione Marche ha ricevuto una disponibilità di posti per 6.500 alloggi da parte degli albergatori." Cos' in una nota l'assessore Moreno Pieroni - "Voglio ringraziare tutte le associazioni di categorie e l'Anci per la collaborazione - continua Pieroni - nel corso di queste settimane è stato fatto un grande lavoro anche dagli uffici regionali. Mercoledì chiuderemo questa prima fase e passeremo a convocare i sindaci delle comunità colpite dal sisma per concordare e condividere con loro e i cittadini ogni passo, ogni decisione che prenderemo cercando di limitare al massimo i disagi e gli spostamenti. Fino ad ora gli alberghi hanno incassato oltre 16 milioni di euro". Pieroni preferisce parlate di 'ospiti del sisma' che continueranno ad essere accolti in strutture ricettive "della costa, ma anche dell'entroterra. Stiamo lavorando per cercare di avvicinare chi lo vorrà ai luoghi di origine". Possibili quindi alcuni spostamenti."
La giunta della Regione Marche ha approvato questa mattina il piano di risanamento trasmesso dalla società di Aerdorica e dato mandato alla vicepresidente Anna Casini di partecipare all'assemblea straordinaria dei soci di questo pomeriggio per approvare l'aumento di capitale. "Stiamo lavorando da mesi per salvare l'aeroporto - spiega la vicepresidente - un'infrastruttura strategica per la nostra regione.
Oggi, durante l'assemblea dei soci, la Regione ha espresso parere favorevole all'aumento di capitale, proposta dall'amministratore delegato e approvata con i voti favorevoli di tutti e solo due astenuti. In particolare la Regione per poter sottoscrivere l'aumento di capitale deve attendere il perfezionamento dell'accordo transattivo tra Aerdorica e le banche creditrici, un accordo che prevede la riduzione del 60% del debito e l'esito della notifica alla commissione europea relativamente alla partecipazione all'aumento sociale. La Regione conferma che ha già individuato le risorse necessarie che possono essere rese disponibili immediatamente. La situazione dello scalo marchigiano resta difficile ma continuiamo a lavorare nell'interesse dei marchigiani, in particolare per le imprese seguendo il solco della legge e della massima trasparenza".
Marco Cappato, tesoriere dell'associazone Luca Coscioni, che lotta per la promozione della libertà di cura e di ricerca scientifica, ha annunciato stamattina su Twitter: "Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo". Il politico italiano, leader dei Radicali, ha accompagnato Fabiano Antoniani (in arte dj Fabo) in Svizzera, in una clinica zurighese, per consentirgli di usufruire del suicidio assistito.
L’ultimo messaggio del dj 39enne, rimasto cieco e tetraplegico dopo un grave incidente stradale, era partito poche ore prima dalla clinica dove era arrivato per ricevere l'assistenza medica alla morte volontaria. Un viaggio dovuto all'impossibilità di fare questa scelta a casa sua, in Italia, dove la pratica è vietata. "Sono finalmente arrivato in Svizzera - dice Fabo in un messaggio audio diffuso dall’associazione Coscioni e riportato su La Stampa - e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l’aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille".
Al di là del pensiero di ciascuno di noi, su di un tema così delicato, ciò che però emerge nel nostro Paese è che l’Italia è sempre in ritardo anche sui temi etici e non c’è ancora una legge che regola la fine della vita. È evidente, quindi, da parte di larghe fasce della politica nazionale il volersi sottrarre dalla discussione su temi etici fondamentali che riguardano l’esistenza e la sofferenza di centinaia di migliaia di cittadini.
La presenza dei terremotati sfollati negli alberghi della costa da soluzione temporanea sta diventando un problema sia per gli albergatori sia per gli ospiti.
Il disagio alla base di questa situazione è la tempistica emergenziale che sta durando più del dovuto. Gli sfollati sarebbero dovuti rimanere nelle strutture del litorale per un breve tempo, per poi tornare nei loro paesi d’origine nelle casette che però non sono mai arrivate. Oltre al malessere di chi non ha più una casa si aggiunge il malcontento degli albergatori che vedono la stagione estiva alle porte.
Come già pubblicato qualche giorno fa (leggi qui) alcuni terremotati si sono trovati un avviso sotto la porta da parte della direzione dell’albergo la quale informa che a breve i posti per gli sfollati diminuiranno e chi vuol restare deve fare domanda alla Regione.
La denuncia continua, anche attraverso l’associazione “La terra trema noi no”, che porta avanti la battaglia per i suoi concittadini "che si sono trovati ad avere una comunicazione così importante neanche in maniera ufficiale, ma con un biglietto sotto la porta: un trattamento definito “agghiacciante”, senza un minimo di sensibilità sia da parte di coloro che l’hanno lasciato, ma soprattutto da parte delle istituzioni che ancora una volta hanno mancato l’occasione giusta per stare vicino a delle persone in difficoltà".
L’associazione ha anche comunicato che venerdì 24 febbraio la presidente della Camera Laura Boldrini ha inviato al presidente Gentiloni una lettera nella quale ha evidenziato la necessità di "indicare, mediante un cronoprogramma, (come si legge in tale documento) scadenze precise per la realizzazione delle varie misure previste sia nella fase emergenziale sia in quella di ricostruzione" ed ha denunciato "l'urgenza di assicurare una sistemazione alloggiativa alle famiglie attualmente ospitate in alberghi del litorale, i cui titolari hanno chiesto di liberare le strutture entro il mese di aprile in vista dell'avvio della stagione turistica".
A seguito di questo documento anche “La terra trema noi no” ha inviato una lettera a tutti i capogruppo alla Camera nella quale vengono richieste azioni e risposte concrete dopo l'incontro avuto lo scorso 2 febbraio.
L’emergenza deve finire, queste persone, sia i terremotati che gli albergatori, necessitano di risposte e tempistiche certe.
Richieste precise, ineluttabili, chiare: le pretendono i proprietari delle strutture ricettive del cratere dei Sibillini che stanno ospitando da mesi gli sfollati a causa del terremoto. E per mettere a punto unitariamente i punti cardine da presentare alle istituzioni preposte, domani (lunedì 27 febbraio) alle 16 tutti gli albergatori si incontreranno all'Hotel Eden di Sarnano in via De Gasperi.
Il documento che verrà sottoposto a tutti è già pronto ed è molto chiaro in ogni singola riga. Lo proponiamo integralmente in anteprima ai nostri lettori.
"Illustriamo nella maniera più sintetica ed esaustiva possibile la situazione delle strutture ricettive ubicate nel cratere a ridosso e sui Monti Sibillini.
In questo scenario ci troviamo di fronte a numerose situazioni di danno diretto ed indiretto che potremmo sintetizzare schematicamente:
- alcune imprese hanno subito danni strutturali determinandone l’inagibilità e la successiva chiusura post terremoto;
- molte altre hanno subito danni cosiddetti “ lievi” e subito riparati a spese dei gestori e proprietari per dare accoglienza immediata agli sfollati.
- ulteriori importanti danni riguardano il lato commerciale delle strutture ricettive. Gli eventi sismici hanno provocato nell’immediato la partenza anticipata dei nostri clienti, la cancellazione delle prenotazioni per i periodi successivi e la totale mancanza di domanda per l’immediato futuro. Per intenderci le festività natalizie sono trascorse con la totale assenza di richieste da parte dei turisti; quindi è facile capire la nostra preoccupazione per il crollo totale dei nostri fatturati nonché le prospettive pessime per l’immediato futuro.
Una situazione già difficile come quella del post 24 agosto è divenuta purtroppo gravissima in seguito alle scosse del 26 e del 30 ottobre scorsi e successive.
Non possiamo non evidenziare come le nostre imprese, che si sono sobbarcate l’onere dell’ospitalità delle persone terremotate, non possono essere messe ulteriormente in difficoltà con pratiche e procedure burocratiche macchinose di difficile attuazione. Inoltre dilatando ulteriormente i tempi di pagamento delle Fatture relative ai soggiorni si rischia di minacciare ancor più la tenuta economico/finanziaria delle stesse strutture ricettive, avviandole alla chiusura.
Vi facciamo notare inoltre:
- che la nostra categoria, sia a livello regionale che nazionale, si è attivata su richiesta della Federalberghi Nazionale nel mettere a disposizione immediatamente i posti letto per fronteggiare l’emergenza e dare un tetto dignitoso e servizi essenziali ai terremotati
- che solo successivamente sono state comunicate le condizioni economiche riconosciute per persona alloggiata per giorno e i termini di pagamento. E’ assolutamente inconcepibile chiedere, come effettivamente è successo, alle strutture ricettive di sostituirsi allo stato e finanziare fino a 90 giorni la permanenza delle persone ospitate a prezzi nettamente più bassi di quelli di mercato non considerando, quindi, l’evidente aumento dei costi (personale, materie prime, utenze, lavanderia, manutenzioni ordinarie e straordinarie, ecc.).
Oltretutto non riusciamo a comprendere come sia stato possibile utilizzare la stessa tariffa applicata post sisma dell’Emilia del 20 maggio 2012 (ordinanza Regione Emilia Romagna n°94 del 21/12/2012), quando da questo evento sono trascorsi più di 4 anni, evitando di prendere in considerazione il palese aumento dei costi gestionali. Inoltre va evidenziata la situazione climatica: in quel caso specifico si andava verso la stagione estiva mentre nel nostro caso verso quella invernale.
Infatti è facilmente comprensibile che le strutture ricettive montane, in pieno inverno, hanno dei costi completamente superiori a quelli delle strutture ricettive del mare, costi lievitati dal riscaldamento dei locali, dalle operazione di sgombro neve, dai danni causati dai continui distacchi dell’energia elettrica ecc.
In aggiunta va segnalato che le nostre strutture che stanno ospitando terremotati sono dovute ricorrere, a proprie spese, ad una rapida sistemazione dei danni cosiddetti “lievi”, ancor prima dell’uscita dell’ordinanza che ne prevedeva il riconoscimento.
I nostri paesi vivono, direttamente ed indirettamente, grazie ai flussi turistici estivi ed invernali legati al turismo ambientale, escursionistico, termale, commerciale e culturale.
La situazione attuale, anche alla luce di un’indagine fatta fra i colleghi, è semplicemente disastrosa:
- una parte delle strutture ricettive sono chiuse per inagibilità
- le altre strutture ricettive sono legate esclusivamente alla presenza di ospiti sfollati e con occupazione media sfavorevole alle gestioni
- un’occupazione parziale di alcune strutture ed altre senza occupazione, con problemi di riscossione in forte ritardo e costi gestionali elevatissimi; pertanto con il rischio della chiusura immediata post sisma e conseguente licenziamento del personale, oltre all’ ulteriore crollo di fatturato del turismo e del commercio della catena dei Monti Sibillini.
- Aprendo una parentesi riguardante il settore commercio che va di pari passo al disagio delle strutture ricettive, in quanto la realtà di piccolo paese già minata dalla crisi economica preesistente con il terremoto ha avuto il colpo finale. Alcuni sono stati costretti alla chiusura ed altri in base alla tendenza seguiranno la stessa strada nei mesi a seguire. In questa situazione vengono a mancare i punti di forza, le basi della nostra economia. Un esempio emblematico sono le partenze degli stranieri che avevamo ristrutturato casa ora inagibile, le seconde case perdute in egual modo con l’ultima forte scossa del 30 ottobre. Il fatturato legato ai proprietari delle seconde case perso completamente. Altra considerazione legata al danno economico diretto dall’allontanamento dei residenti dalle proprie case dopo l’ultimo sisma con sistemazione negli alberghi della costa o in aree messe temporaneamente a disposizione dove usufruiscono di vitto e alloggio garantito con le stesse organizzazioni che provvedevano e provvedono ancora con materie prime provenienti da altre fonti. Mentre sarebbe stato più giusto sostenere le attività del paese che equivalgono a posti di lavoro, Tari, Tasi, Irpef, ecc. Detto ciò senza un valido aiuto anche il commercio, come il turismo è di fatto al collasso.
- prospettive per l’immediato futuro: totale assenza di prenotazioni e richieste di soggiorno per i prossimi ponti festivi e per la stagione estiva 2017. Ma la tendenza negativa probabilmente può protrarsi per alcuni anni a venire.
CHIEDIAMO URGENTEMENTE
- che le nostre strutture ricettive, tutte quelle convenzionate e posizionate a ridosso dei Monti Sibillini e nell’entroterra, arrivino almeno all’ 80% dell’occupazione.
- che ci venga riconosciuta una tariffa per il periodo invernale superiore almeno del 20-25% rispetto all’attuale. L’importo base a 46€ netti per una pensione completa e ad almeno €55 netti nei mesi invernali (novembre, dicembre, gennaio, febbraio e marzo). Nel caso in cui siano stati già effettuati alcuni pagamenti, chiediamo che ai medesimi venga riconosciuta la natura di “acconto” e si proceda quanto prima al ricalcolo complessivo sulla base delle tariffe proposte, con contestuale versamento a saldo del conguaglio che ne emergerà.
- in merito alle tempistiche di pagamento, facciamo riferimento alla richiesta inoltrata dalla Confcommercio/Federalberghi Marche e cioè quella di consentire alle strutture convenzionate di fatturare ogni 15 giorni e ricevere il saldo delle fatture al massimo entro i 30 giorni successivi. Tutto questo per garantire copertura finanziaria ai pagamenti verso dipendenti e fornitori.
- Di alleggerire le utenze per imprese e cittadini privati per la quota non relativa all’effettivo consumo che incide più del 50-60%, ma al tempo stesso di prolungare la durata del provvedimento di sospensione dei pagamenti delle utenze a tutto l'anno 2017 in quanto non risulta attualmente tra le decisioni di proroga emanate.
- In merito alla richiesta di ricettività agli sfollati per tutto il corrente anno 2017 e salvo ulteriori proroghe, la concessione di disponibilità della medesima dovrà comportare l'acquisizione della struttura da parte della Regione con la formula “allotment totalmente garantito”, più comunemente conosciuto come contratto “vuoto per pieno”, in virtù del quale la Regione si obbliga, per l'intero periodo opzionato, al pagamento di tutte le camere e servizi opzionati, indipendentemente dall'effettiva conferma ed impiego. In questo modo, verrebbe superata l'attuale problematica delle strutture alberghiere parzialmente occupate e delle forti perdite di gestione che ne derivano, considerato che la disponibilità concessa rappresenta un vincolo e non consente di acquisire ulteriore clientela. Possiamo aiutarci con un esempio: struttura alberghiera con n. 70 posti-letto, di cui n. 50 vincolati per destinazione agli sfollati post-sisma. Se nel periodo di media ed alta stagione luglio/agosto/settembre, al di là delle pessime prospettive che si profilano, l'albergo potrà disporre di soli n. 20 posti-letto da destinare alla normale clientela, è impensabile come avviene attualmente che dei n. 50 posti vincolati (e quindi diversamente non utilizzabili) solo n. 25 siano effettivamente usufruiti e pagati dalla Regione per gli sfollati (ed in aggiunta a prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato normalmente praticati!!), in quanto i restanti n. 25 posti-letto resterebbero inutilizzabili e genererebbero un risultato di gestione assolutamente negativo.
- Di condividere una strategia di rilancio turistico coordinata da imprese e Regione di breve, medio e lungo periodo per il rilancio e sviluppo turistico/economico/occupazionale dei Monti Sibillini per i settori: turismo, agricoltura, commercio, enogastronomia e terme.
- Di prevedere un risarcimento per il danno indiretto per quelle imprese inagibili e agibili che allo stesso modo hanno subito una drastica perdita del fatturato legato proprio agli eventi sismici. Che vengano riconosciuti, quindi, i mancati guadagni calcolati sulla media dei 5 anni precedenti per il periodo che va dal 30 ottobre 2016 a tutto il 2018.
- di prevedere non una mera sospensione del pagamento di imposte, tasse, tributi e contributi – sia nazionali, regionali e comunali – ma una vera e propria “NO TAX AREA” che esoneri da assoggettamento TARI-TASI, INPS, INAIL, ecc.; integralmente per le imprese turistico ricettive, del commercio, artigianali, agricole e dei servizi ricadenti nell’area del cratere dei Sibillini per almeno un periodo di 10 anni.
- di mettere a disposizione contributi a fondo perduto per attività turistico ricettive, agricole e commerciali presenti nell’area, che siano intenzionate anche ad implementare nuovi servizi e progetti in modo da attrarre nuovi investimenti con l’obiettivo di rilanciare, riorganizzare e sostenere la ripresa economica dell’area dei Sibillini.
- Chiediamo inoltre risposte immediate e dirette e non mediatiche di parte come sta accadendo attualmente.
- Annullamento totale di questa burocrazia che è la causa del malfunzionamento dell’emergenza terremoto.
- Inoltre chiediamo che vengano immediatamente riportate nei propri comuni tutte le opere d’arte sottratte senza che sia stato tenuto conto dell’importanza che esse rappresentano per il comparto turistico delle nostre aree montane.
Non rientra nell'elencazione di cui sopra ma ne rappresenta la condizione essenziale ed imprescindibile, la necessità di chiarezza e trasparenza negli accordi che si andranno a stipulare: non è accettabile che vengano ripercorsi gli stessi errori di qualche mese fa!! La disponibilità delle strutture alberghiere non può essere ancora subordinata alle esigenze ed alle tempistiche altrui, bensì deve intendersi vincolata ad un dignitoso riconoscimento del servizio che faticosamente si sta cercando di offrire. Pertanto, la disponibilità al prolungamento dell'ospitalità agli sfollati, che in questi giorni gli albergatori stanno trasmettendo, è condizionata e vincolata alla preventiva sottoscrizione di una nuova convenzione con la Regione, nella quale trovino accoglimento le istanze sopra elencate, specificando sin da subito che la proroga dell'ospitalità nel corso dell'anno 2017 NON potrà avvenire (e ribadiamo espressamente che non è accettata!) alle medesime condizioni ad oggi esistenti!! Ferma restando pertanto la disponibilità di massima che gli albergatori stanno offrendo, tuttavia la medesima sarà priva di efficacia se non si verifica la suddetta condizione, ovvero la sottoscrizione in via preventiva di una nuova convenzione nei termini sopra indicati. Vengono pertanto rigettate con fermezza e decisione delle ulteriori imposizioni calate dall'alto, da ritenersi assolutamente non idonee a cogliere le reali problematiche esistenti e le palesi difficoltà di cui quotidianamente ci stiamo facendo carico.
Queste sono le richieste che facciamo a tutte le Istituzioni Pubbliche. Istituzioni che abbiamo sempre difeso e sostenuto con il lavoro delle nostre imprese; oggi chiediamo che ci aiutino e sostengano la nostra ripartenza in maniera chiara, concreta e con tempi certi.
E queste saranno oggetto di discussione al fine di stilare un documento condiviso fra le strutture ricettive del cratere dei Sibillini".
Arriva l'ennesima scartoffia burocratica per i cittadini terremotati: la dichiarazione per l'esenzione dall'IMU nonostante l'inagibilità sia stata dichiarata dal comune stesso a cui il documento va consegnato e che dunque è perfettamente in possesso dell'informazione richiesta. La scadenza è il 28 febbraio.
Beh certo, magari a qualche terremotato potrebbe sfuggire... Ci chiediamo infatti cosa succederà a quei cittadini che, in possesso di una casa inagibile e di una disposizione che esenta dall'IMU questo tipo di case, non presenteranno la dichiarazione ai fini dell'esenzione. Secondo logica nulla. Secondo la legge invece il comune potrebbe richiedere il pagamento dell'imposta. Dunque un nuovo pezzo di carta da riempire e presentare ed un altro esempio dell'enorme lontananza che c'è tra cittadino e pubblica amministrazione.
"Fermo restando che la legge non ammette "ignoranza" (sic!) è chiaro (evidentemente non sempre e non a tutti) che in un caso come quello palesemente grave di un terremoto, la gente, delocalizzata in varie parti della provincia, preoccupata per la sicurezza e per la sorte presente e futura, tartassata da mille leggi, ordinanze, decreti, circolari, delibere e chi ne ha, più ne metta, priva, per età avanzata e/o per limiti culturali della capacità di aggiornarsi e comprendere i contenuti dei diversi e numerosi strumenti legislativi citati, forse qualche difficoltà ad aggiornarsi potrebbe averla avuta".
Questo lo sfogo che raccogliamo da un cittadino che ci scrive dopo aver appreso la notizia della dichiarazione da presentare.
"Tra l'altro, non mi pare che gli stessi "addetti ai lavori" dei pubblici uffici (ministeriali, regionali, provinciali, comunali, etc.) e i vari politicanti di turno abbiano avuto le idee molto chiare sui vari temi trattati e sui relativi provvedimenti adottati (una per tutti, la farsa - doppia - delle schede AeDes e Fast, oltre a quella delle casette per gli allevatori!). Purtroppo - e mi dispiace dirlo - nel passato di questo Paese ci sono stati momenti analoghi a quelli attuali in cui la pubblica amministrazione, centrale e locale, fattasi carico delle proprie responsabilità, connesse alle funzioni svolte, ha svolto l'azione di informazione e di supporto alla gente in modo più adeguato e soddisfacente. Ma, evidentemente, parliamo di un'altra epoca (ormai tramontata) caratterizzata, in generale, da maggiore onestà intellettuale, solidarietà e rispetto dei valori sociali. Vediamo intanto di fare questa istanza per la riduzione delle tasse (intanto,aspetto sempre i soldi del terremoto del '97!)".
Probabilmente i pubblici amministratori, soprattutto a livello centrale, non ricordano che si è ancora in pieno "stato di emergenza" in cui si dovrebbe ricorrere alla "burocrazia zero" come è stato fatto in alcune parti dell'Emilia Romagna dopo il terremoto del 2012. Errani se lo ricorderà? Mah.....
Dopo l’ottimo successo registrato a Gennaio, torna il progetto For Marche - Food For Good, l’iniziativa promossa da MAP Communication e WHITE, il principale Salone Italiano Moda Donna e Uomo leader internazionale per la ricerca, per dare un aiuto concreto alle imprese del Centro Italia duramente colpite dal sisma.
Forte dei consensi ottenuti durante la sua prima edizione, in occasione della quale alcune aziende marchigiane hanno potuto portate i propri prodotti tipici enogastronomici all’interno delle aree Food and Wine del WHITE il progetto si amplia e rinnova per l’appuntamento di Febbraio, in programma dal 25 al 27 del mese. Per la prossima edizione infatti gli spazi messi a disposizione gratuitamente dal WHITE crescono in numero e dimensioni. All’interno del Salone le tipicità marchigiane potranno essere degustate in due aree dedicate: al piano terra presso l’area che richiama un elegante bistrot ed al primo piano in un secondo punto ristoro e relax. Lungo il percorso saranno a disposizione dei partecipanti anche due postazioni mobili in grado di offrire bevande, snack e light lunch.
La vera novità di questa edizione sarà una grande installazione esterna, di ben 150 mq, in cui ospiti, buyer, espositori, esponenti del mondo delle istituzioni, della stampa e della moda, potranno sedersi comodamente per pranzare con le specialità marchigiane. Un vero e proprio ristorante che permetterà di degustare piatti caldi e freddi, dall’antipasto al dolce, per una food experience Made in Marche. Sempre all’interno della struttura, un angolo sarà dedicato alla vendita dei prodotti enogastronomici del territorio piceno, fermano e maceratese; i partecipanti al Salone potranno così acquistare tutte le tipicità che avranno avuto modo di assaggiare ed il ricavato sarà interamente devoluto alle aziende aderenti all’iniziativa. Infine, anche nell’area VIP del WHITE, saranno messi a disposizione alcuni prodotti di caffetteria, dolci e pasticceria secca provenienti dalle zone terremotate.
Protagoniste di questa edizione saranno quindi tante realtà che hanno sede vicino ai Monti Sibillini: in primis Muoversi Con Gusto, società con sede ad Acquasanta Terme (AP), la cui mission è la promozione e la valorizzazione dei prodotti del territorio piceno, fermano e maceratese, e alla quale è stata affidata la gestione dell’iniziativa. Un progetto importante ed un aiuto concreto per le aziende che hanno la loro sede nella aree colpite dal sisma anche in termini di visibilità, perché permette a tanti piccoli produttori di farsi conoscere e di presentare le proprie eccellenze ad un pubblico importante e di prestigio (oltre 10.000 i visitatori provenienti da tutto il mondo che hanno partecipato all’edizione di Gennaio e la stima per la prossima edizione è di circa 22.000 persone).
MAP Communication, agenzia di comunicazione con sede nelle Marche e attiva nel marketing, advertising, PR e e-business, fortemente radicata nel territorio del centro Italia, in cui opera da 40 anni, si è fatta promotrice di questa iniziativa, accolta con grande entusiasmo dagli organizzatori del WHITE, per dare un forte segnale di sostegno e vicinanza a quelle piccole e medie imprese che fanno delle loro tipicità e identità enogastronomiche la propria ricchezza.
Il progetto è fortemente sentito da MAP Communication, la cui sede operativa è a poca distanza dalle zone terremotate: una iniziativa di responsabilità sociale che rispecchia non solo il legame con il proprio territorio ma soprattutto la volontà di promuovere lo sviluppo in una regione ad alto contenuto e valore commerciale ed economico. MAP Communication, oltre ad essere promotrice del progetto, si è occupata del coordinamento delle attività di comunicazione e promozione dello stesso. “Questo progetto – le parole di Antonella Mazzarella, AD dell’agenzia MAP – ci riempie di orgoglio ed è un forte segnale di speranza. Sappiamo bene cosa significa convivere con il terremoto e quanto sia difficile la situazione per chi ha perso tutto a causa del sisma. Il nostro vuole essere un aiuto concreto e diretto a chi si è subito rimboccato le maniche e sta cercando di andare avanti nonostante le mille difficoltà”.
A dare il suo prestigioso contributo all’iniziativa è anche la Regione Marche che sostiene la presenza delle aziende dell’area terremotata e non con il progetto di filiera Piceno Open realizzato dalla Vinea di Offida. Tale progetto promuove vari prodotti, nello specifico gli eccellenti vini, la cui gamma di compone dell’Offida Docg (Passerina, Pecorino e Offida Rosso), del Rosso Piceno Superiore Doc, del Falerio Doc e della Doc Terre di Offida, l’olio extravergine di oliva biologico, le olive ascolane del Piceno Dop e i prodotti biologici.
Provengono dalle Marche tutte le tipicità enogastronomiche: il ciambellone e la crostata di Gianfornaio (Amandola, FM), la frutta fresca e sciroppata e i succhi dell’Azienda Agricola La Golosa (Montelparo FM), lo Yogurt della Fattoria Angolo di Paradiso (Amandola, FM), i panini al prosciutto crudo, al ciauscolo e al lonzino dell’azienda Corona (Montemonaco, AP), le insalate di farro e orzo perlato dei Sibillini dell’azienda Antichi Sapori di Castorano (AP), la pasta de La Regina dei Sibillini di Montefortino (AP), la pasta fresca del Pastificio Leonardo Carassai di Campofilone (FM), il cartoccio di olive all’ascolana di Fritto Misto Lab (Pagliare del Tronto, AP), , le insalate di Ambruosi e Viscardi di Massignano (AP)da abbinare ai vini provenienti da Offida (spumante di Passerina, bianchi Passerina e Pecorino, rossi Rosso Piceno e Rosso Piceno Superiore) delle aziende Ciù Ciù, Cantina Offida e San Giovanni. E poi l’ottimo caffè dell’azienda Orlandi Passion (Centobuchi, AP).
PROGRAMMA:
- Lunedì 27 febbraio, ore 09.30: colazione riservata alla stampa con degustazione dei prodotti tipici delle aziende marchigiane
- Lunedì 27 febbraio, ore 13.00: pranzo riservato alla stampa con degustazione dei prodotti tipici delle aziende marchigiane