Pubblicato il bando che si propone di promuovere alcuni dei migliori talenti della letteratura contemporanea italiana
La casa editrice indipendente Historica edizioni (www.historicaedizioni.com) in collaborazione con il sito Cultora (www.cultora.it) indice il concorso letterario “Racconti marchigiani”. La partecipazione al concorso è gratuita ed è rivolta a tutte le persone, italiane o straniere, nate, residenti o domiciliate nella regione Marche.
L’oggetto del concorso riguarda esclusivamente la sezione narrativa. Gli autori intenzionati a partecipare al concorso dovranno inviare racconti inediti e redatti in lingua italiana. Possono partecipare al medesimo testi già premiati in altri concorsi, purché sempre inediti e redatti in lingua italiana.
Gli elaborati dovranno essere inoltrati entro e non oltre il 20 settembre p.v. in formato word con nome, cognome, numero di telefono e nome del concorso al seguente indirizzo e-mail:raccontimarchigiani@gmail.com
Gli autori che avranno redatto i racconti considerati di maggior interesse e qualità verranno premiati in un apposito evento organizzato nella regione Marche.
I racconti vincitori saranno pubblicati da Historica edizioni in libro che sarà disponibile nelle librerie marchigiane (con distribuzione Libro.co), sul sito di Historica, nelle principali fiere della piccola e media Editoria cui parteciperà l’editore e sui principali book-stores online.
Di seguito, in allegato, il bando completo del concorso.olo - Historica Edizioni
Il bando qui
Il gioco del bracciale non conosce soste: dopo nemmeno un mese dal successo dell’Onglavina nella XXXIX Disfida l’Amministrazione Comunale, l’Ente Disfida del Bracciale e l’Asd Carlo Didimi sono pronti a ripartire.
Sabato prossimo presso il Centro Storico di Osimo il primo appuntamento: la rievocazione storica “Osimo rivivi 700” con una sfilata in costumi d’epoca per le vie del centro e dalle 21.30 “A un vincitore nel pallone ” dimostrazione del gioco a cura dei giocatori di Treia presso Piazza Dante.
Venerdì 8 settembre a Macerata partecipazione a “Mura in Festa 2017 II Edizione”: dalle 17 la mostra fotografica Macerata: le sue bellezze e lo sport nello Sferisterio (anche a cura del foto amatore treiese Nazareno Crispiani); alle 17.30 la conferenza “Macerata: la Storia, le Tradizioni e lo Sport” alla riscoperta del tradizionale “Gioco del Pallone al Bracciale” con la presenza tra i relatori del Prof. Leone Cungi, del Presidente Centro Studi Storici Maceratesi Alberto Meriggi, del Presidente dell’Associazione Nazionale Gioco del Bracciale – FIPAP – Valter Romagnoli; il giorno seguente, 9 settembre, allo Sferisterio, per il secondo anno consecutivo il ritorno del gioco del pallone al bracciale presso lo Sferisterio di Macerata con la partecipazione degli atleti dell’Acli Macerata e dell’Asd Carlo Didimi di Treia.
Una grande sinergia tra gli assessorati allo sport di Treia e Macerata, con il grande sostegno di Giorgio Bartolacci e dell’Ente Disfida: un concreto sostegno dell’Amministrazione Capponi al candidatura di Macerata a Capitale della Cultura 2020.
Domenica 3 settembre l’inizio ufficiale dei campionati italiani a Chianciano Terme: gli under 12,14,16 dell’Asd Carlo Didimi proveranno a piazzarsi al gradino più alto del podio contro i colleghi toscani di Chiusi, Monte San Savino e Firenze.
Treia viaggia spedita verso la conclusione della stagione sportiva agonistica, guardando già alle sfide del 2018: la riscoperta dell’antico sferisterio di Verona (nell’ambito del Tocatì Festival), la concretizzazione del Gemellaggio con il Calcio Storico fiorentino e la quarantesima edizione della Disfida del Bracciale.
Il giorno prima. Solo dieci e neppure ultimate. Le casette Sae, quelle in legno previste dai provvedimenti governativi, in provincia di Macerata arrivano come uno schiaffo alla dignità dei marchigiani. Si comincia a Polverina di Fiastra, Parco dei Monti Sibillini, alle dieci del mattino, alla vigilia dell’anniversario in cui domani saranno commemorate le 250 vittime del sisma in Italia Centrale. L’emozione e le lacrime di riconoscenza degli sfollati, che sono potuti così tornare da alberghi e case sulla costa, si trasformano subito in stupore amaro quando qualcuno tenta di accendere la luce. L’elettricità non c’è ancora. “Apriamo le finestre”, risolve per non guastare il clima di festa Pino Barchetta, primo assegnatario di un’abitazione assieme alla moglie Tiziana Giuseppucci. Ma un anno dopo le cose incompiute pesano come macigni.
“Non casette, ma case vere, vivibili”, prova a sdrammatizzare Claudio Castelletti, sindaco di Fiastra, il comune sparso fra le tante frazioni in collina dove –sostiene- tutti potranno rientrare entro tre o quattro anni. E il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, ringrazia “tutti quelli che hanno lavorato, senza ferie, compresi sabati e domeniche” per l’istallazione delle casette che hanno un taglio di 40, 60 o 80 metri quadri. “A chi oggi non ha ancora la casetta e vede la ricostruzione lontana –assicura Ceriscioli- dico che questo è il momento della speranza, i nostri 78 cantieri stanno avanzando”. Consegna entro fine anno, promette.
Ma il disagio riemerge forte quando a mezzogiorno tocca all’area di Montecavallo, 57 chilometri da Macerata, anche qui solo undici casette. E più tardi, ventidue in una prima area di Pieve Torina. Nella regione più danneggiata dal sisma l’impressione è di un andamento “mediatico” degli interventi del governo, per salvare l’immagine più che la sostanza, con provvedimenti complessi e farraginosi. “Delle 3.620 abitazioni previste nei 51 comuni del cratere -informa un dossier sul terremoto pubblicato dal gruppo Forza Italia della Camera- solo 326 risultano consegnate e, di queste, solo 218 abitate, tutte nei comuni di Amatrice e Accumuli, nel Lazio, e Norcia, in Umbria”, ovvero in quella che è stata la cassa di risonanza dell’emergenza terremoto. Mentre dei comuni devastati nelle Marche ci si ricorda solo a poche ore dall’anniversario, quando il silenzio si sarebbe trasformato in un boomerang nelle commemorazioni di stampa, radio e tv di questi giorni.
Della situazione reale nelle zone più colpite parleranno domani un gruppo di sindaci, invitati al forum promosso dal “Cortile di Picchio news”, domani 24 agosto alle 18, in Corso Repubblica 10 a Macerata. Mauro Falcucci, di Castelsantangelo sul Nera, Alessandro Gentilucci di Pieve Torina, Marco Rinaldi, ex primo cittadino di Ussita, Emanuele Tondi di Camporotondo e Gianluca Pasqui, di Camerino.
Segnale positivo dal ministro dell’Interno, Marco Minniti che domani alle 17 parteciperà alla messa nella nuova chiesetta di legno a Pescara del Tronto, nell’area Sae della frazione di Arquata del Tronto cancellata dal terremoto di un anno fa con la sua storica rocca. Il rito sarà officiato dal vescovo di Ascoli, monsignor Giovanni d’Ercole, assieme ai parroci dei comuni più colpiti.
L’ISTAT ha pubblicato nel proprio sito alcune importanti informazioni sul territorio colpito dal sisma del 24 agosto, 26 e 30 ottobre 2016 e 18 gennaio 2017, tali informazioni evidenziano la disparita di trattamento mediatico del territorio maggiormente colpito, ovvero quello marchigiano, nei confronti di quello umbro.
Il documento è stato elaborato in maniera dettagliata dall'ingegner Roberto Di Girolamo che ha studiato attentamente ogni passaggio, stilando alla fine un documento definitivo che riportiamo integralmente di seguito.
Comuni colpiti - Cratere
L’evento sismico ha colpito tutto il centro-Italia, i comuni che fanno parte del cratere sono 140 divisi nelle regione Abruzzo (23), Lazio (15), Marche (87) e Umbria (15):
I Comuni colpiti hanno sono nella gran parte montani e la loro configurazione territoriale è particolarmente complessa:
Considerate le caratteristiche del territorio si può dividere il territorio zone con terreno agricolo e terreni boscati:
Analisi demografica dei residenti
I comuni del cratere hanno una superficie di circa 7.896 km2 e hanno poco più di 580 mila persone residenti (dato provvisorio di fine aprile 2016). Si tratta di comuni abbastanza piccoli mediamente con più di 4.000 abitanti, ma togliendo i capoluoghi di provincia (Ascoli Piceno, Macerata, Teramo e Rieti) la media si abbassa a 2.800 abitanti.
Ne risulta quindi una densità abitativa, del cratere, molto contenuta, pari a 72,9 abitanti per km2 (36% di quella media italiana di 200,8 abitanti per km2). Tale dato non sorprende: infatti, soltanto l’3,8% dell’intera area è occupato da centri e nuclei abitati.
Demograficamente si tratta, nella gran parte, di comuni caratterizzati da un progressivo spopolamento ed invecchiamento La quota di residenti con almeno 65 anni di età è pari al 25,3% del totale, ben 3,3 punti percentuali in più di quanto registrato mediamente sull’intero territorio nazionale; per contro la percentuale di popolazione di età pari o inferiore ai 14 anni raggiunge nei comuni considerati quota 12,0%, contro il 13,7% dell’Italia.
Analisi del costruito
Dall’analisi degli edifici censiti nel 2011 nei comuni del cratere, che sono quasi 38.000 tra residenziali (87,8%) e non residenziali (12,2%), quelli occupati da residenti è del 69,2%.
Qualità del costruito
Gli edifici del cratere nel 2011 risultano in buono stato di manutenzione rispetto alla media nazionale. Alla data del censimento, infatti, la percentuale di edifici più datati e in un buono-ottimo stato di conservazione è decisamente più alta rispetto all’analogo nazionale (54,6% contro 43,0). Dei quasi 163 mila edifici residenziali dei comuni del cratere, quelli costruiti prima del 1971 (anno in cui è entrata in vigore delle norme tecniche di costruzione per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso e da struttura metallica degli edifici) rappresentano una quota del 66%; nonostante ciò la stragrande maggioranza (più dell’80%) è stata valutata in ottimo o buono stato.
Poco più del 71% degli edifici residenziali ha una struttura portante in muratura, la media nazionale è del 57,2%.
Gli edifici del cratere hanno un numero di piani tra 2 e 3.
La percentuale di edifici nei centri abitati (65,9%) è più bassa rispetto a quella nazionale (82,1%) con incremento maggiore per i nuclei abitati e le case sparse.
Economia - Aziende agricole nel cratere
Nel 2010 le aziende agricole censite nei comuni del cratere sono quasi 26.000, di il 9,4% (pari a 3.405 aziende) presenti in Umbria, il 34,1% (15.297 aziende) nelle Marche, il 1,9% (1.870 aziende) nel Lazio e l’8,0% (5.367 aziende) in Abruzzo. I territori del cratere si contraddistinguono per un’elevata densità di aziende agricole sulla popolazione residente rispetto al dato medio nazionale (4,4 aziende ogni 100 abitanti contro il 2,7 del valore nazionale).
Il numero medio di aziende per chilometro quadrato è inferiore al dato nazionale (3,2 contro il 5,4 dell’Italia).
Le aziende agricole presentano dimensione superiore alla media nazionale in termini di superficie agricola totale (SAT) pari a quasi 19 ettari per azienda (contro i 10,5 dell’Italia).
La maggior parte delle aziende son condotte dal coltivatore con media nel cratere di circa un punto percentuale superiore alla media nazionale:
Le aziende agricole del cratere sono:
Le imprese agricole coinvolte nel cratere sono 1,6% del totale delle imprese agricole nazionali.
Le aziende con agriturismi sono molto presenti in Umbria e la media del cratere è superiore alla media nazionale. Così come per le attività connesse.
Imprese industriali e servizi
Le imprese presenti nel cratere sono:
Nella maggior parte quelle che si trovano nelle Marche, anche per la maggior dimensione del territorio coinvolto.
Patrimonio culturale
L’area del cratere vanta un patrimonio culturale di rilievo, ricco di beni architettonici, monumentali ed artistici, e la presenza di importanti cittadine medievali.
Il Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale ha già ha tracciato un quadro drammatico di crolli e distruzioni di beni di interesse culturale distrutti o gravemente danneggiati, rappresentati in gran parte da chiese e altri luoghi di culto, come basiliche, monasteri ed eremi, ma anche monumenti ed edifici di architettura civile e fortificata, come palazzi, mura e torri medievali.
Oltre che per il patrimonio culturale, l’area maggiormente del cratere è caratterizzata dalla presenza di parchi e riserve naturali, acque termali e un notevole patrimonio paesaggistico che ne denotano una significativa attrazione turistica.
Da Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche, riceviamo
“Ad un anno dalla prima tragica scossa di terremoto di magnitudo 6.0 che il 24 agosto diede il triste via allo sciame sismico ancora attivo che ha colpito soprattutto la nostra regione, il pensiero di Anci Marche va ovviamente a tutti coloro che hanno perso la vita, 299 vittime e 388 feriti accertati in 4 regioni, ed ai loro familiari. Va alle comunità dei comuni collinari e montani delle Marche che hanno subito i danni maggiori in termini di patrimonio pubblico e privato, ma anche artistico e culturale oltre che a quello dei luoghi di culto. Il pensiero va poi ovviamente ai sindaci, 87 quelli del cratere nelle sole Marche oltre agli altri interessati, di quei comuni che con il massimo impegno, assistiti dai molti volontari giunti da tutta Italia, si sono adoperati nella prima emergenza ed oggi, a distanza di un anno, per rendere il più possibile operativa la fase di ricostruzione. Il loro infaticabile lavoro al fianco dei propri concittadini ha rimarcato l’imprescindibile ruolo che essi ricoprono con spirito di servizio nei confronti delle rispettive comunità di appartenenza. In questi mesi il Governo italiano ed il Parlamento, grazie anche all’insistente azione propositiva dell’Anci, hanno approvato con efficacia ed efficienza i provvedimenti normativi, contenenti coperture economiche garantite, necessari non solo a gestire l’emergenza ma a programmare il futuro nei comuni colpiti dall’evento distruttivo più grave del dopoguerra.
Ricordo le innumerevoli riunioni in particolare con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio On. Maria Elena Boschi nelle quali siamo stati a fianco della Regione Marche per chiedere attenzione, rispetto degli impegni presi, velocizzazione dei processi. L’auspicio è che soluzioni abitative siano presto disponibili per tutti i cittadini che ne hanno fatto richiesta. Sia rispettato il cronoprogramma presentato che prevede il 90% della SAE assegnate entro la fine del 2017. Rimarco il lavoro sinergico e costante con il vice commissario Ceriscioli, intensificatosi e rafforzatosi nell’ultimo periodo, così come l’auspicio che si possa proseguire nell’attività di formazione del personale chiamato al disbrigo delle pratiche burocratiche richieste ai cittadini. Con il Commissario straordinario Vasco Errani e con il capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, entrambi dimissionari per motivi diversi, il confronto ed il dialogo in questo anno è stato costante e molto franco, anche in una situazione straordinariamente tragica. La speranza nel futuro nasce dal sostegno al completo ripristino delle attività agricole, artigianali ed imprenditoriali in genere, che danno lavoro a chi vive nell’entroterra e ne assicurano la continuità. Molto è stato fatto per garantire l’avvio del prossimo anno scolastico nei vari comuni al quale manca meno di un mese, e per proseguire nel ripristino e nella ricostruzione delle opere pubbliche fondamentali. Accanto ad esse l’auspicio è che anche l’edilizia privata possa avere un’importante accelerazione. Molto si è irrimediabilmente perso in termini di patrimonio artistico e culturale ma tanto si è recuperato e si sta facendo per restaurarlo e restituirlo alle comunità grazie al sostegno generoso di tanti enti ed associazioni a partire dallo straordinario contributo offerto dal Pio Sodalizio dei Piceni. A distanza di un anno resta forte la responsabilità di proseguire in quest’opera incessante per completare il lavoro avviato.
C’è ancora tanto da fare ma, in presenza di un quadro normativo chiaro e di risorse certe, un asse forte costituito da tutte le componenti, cittadini, sindaci, governo regionale, ha la possibilità di concludere in tempi brevi il lavoro già iniziato diventando un esempio di efficacia ed efficienza italiana”.
“Nella settimana in cui si commemorano le vittime del terremoto del Centro Italia il governo non smette di gettare benzina sul fuoco. La descrizione della situazione nel cratere sismico fatta oggi da Gentiloni è quasi farsesca: sviando ogni autocritica dietro all’alibi della “sequenza di scosse senza precedenti”, il premier ha parlato di sforzo eccezionale profuso dal governo e ha definito “ottimo” il lavoro di Vasco Errani. Una presa in giro che fa provincia alla luce della lunga sequela di rinvii, ritardi, errori e inadempienze che gli abitanti delle aree interessate conoscono purtroppo bene. Promuovere a pieni voti l’operato di Errani, che è stato pressoché inesistente visto che non una sola pietra è stata rimessa dov’era prima degli eventi sismici, è delirio puro. Ora Palazzo Chigi vuol dare maggiori responsabilità agli enti locali, a partire dai quattro presidenti di regione che però sin qui si sono contraddistinti in una scriteriata gara a chi fa peggio per ciò che è stato di loro competenza. Per far questo però si dovrà rimettere mano alla legge che disciplina la governance del post-sisma, che in materia di ricostruzione prevede la figura del commissario, quindi ci vorrà tempo. Dunque dal 9 settembre nella stanza dei bottoni mal funzionanti di Errani arriverà un altro “capo” a gestire le operazioni, e in base alle prime indiscrezioni i due nomi in “pole” sarebbero quello di Claudio De Vincenti, attuale ministro per la coesione Territoriale, e quello di Maria Elena Boschi, sottosegretaria alla presidenza del Consiglio. In pratica due delle tante persone che negli ultimi 12 mesi dai comodi uffici governativi hanno fatto spallucce di fronte ad ogni disastro gestionale relativo al post-sisma. Gentiloni sa bene che gli sfollati dell’area montana hanno i nervi a fior di pelle: la maggior parte di essi è ancora costretta ad alloggiare nei residence della costa dopo un anno, la rimozione delle macerie procede a passo di lumaca, la consegna delle “casette” peggio ancora e tanti comuni come Castelsantangelo sul Nera o Ussita, giusto per citarne due, sono quasi off-limits per il dissesto delle strade. Pensare di rimpiazzare Errani con un esponente di questa sciagurata e tutt’altro che amata stagione di governo sarebbe visto da molti come un insulto. Sugli Appennini si spera in una governance pragmatica e competente dal punto di vista tecnico, non nell’ennesimo figuro “smorza-toni” di matrice governativa messo lì a fare il gioco delle tre carte di fronte all’insipienza della macchina. Il premier rinsavisca, e trovi figure più competenti e meno divisive: gli sfollati davvero non ne possono più”.
Così Patrizia Terzoni, portavoce del Movimento 5 Stelle presso la Camera dei Deputati.
"Per i 27 comuni che hanno richiesto le casette su 78 aree, ora tutti i cantieri sono attivi, per ora abbiamo consegnato solo 42 casette, entro il 24 agosto il numero raddoppierà, meno di quello che speravamo ma entro fine anno ci sarà il rientro del 90 per cento delle famiglie in 1800 casette in costruzione". Così il governatore delle Marche Luca Ceriscioli nella conferenza stampa a Palazzo Chigi sulla ricostruzione post terremoto.
Sono 87 i Comuni delle Marche che hanno segnalato danni dopo il sisma dell'agosto 2016 e successivi, e ad oggi gli sfollati sono 32mila, ha detto Ceriscioli. Quanto alle macerie, "dei 52 comuni che hanno richiesto la rimozione, 44 non ne hanno più sulle strade. L'80% delle macerie è stato rimosso, 125mila tonnellate finora, con un ritmo di 2.000 tonnellate al giorno, e il ritmo a settembre crescerà. 125mila ton finora rimosse". Ceriscioli ha anche reso noto che "solo per gli investimenti sono state complessive messe a disposizione risorse per oltre 1 miliardo di euro". "Una cifra significativa" per la quale ha ringraziato il commissario Errani, e che ci permette di guardare con fiducia in avanti. "Poter contare su queste risorse significa dare un messaggio di fiducia per ripartire" ha concluso.
Vasco Errani spiega i motivi della fine del suo impegno come commissario per la ricostruzione post sisma: "Il 9 settembre scade il mio contratto, ringrazio Gentiloni e Renzi, con i governi e i premier c'è stato il massimo della collaborazione, era una cosa chiara ed è finita perchè era previsto che il mio ruolo finisse con la scadenza del contratto. E' semplice, non ci sono retroscena, figuratevi se a 62 anni mi metto a fare ragionamenti su poltrone".
"È da tempo che - afferma Errani - sottolineo che, fatto l'impianto, la ricostruzione è del territorio che in primo luogo deve assumere la gestione del processo e credo che l'impianto lo consenta. Questa è la verità, è semplice, non ci sono retroscena, non c'è stata una discussione nel governo". L'ex governatore dell'Emilia Romagna afferma di prender "atto di altre interpretazioni" sul suo addio ma si è detto "sinceramente sereno".
"Per una valutazione corretta del lavoro fatto in quest'anno, si deve partire dalla sequenza di eventi sismici di dimensioni davvero senza precendenti, l'accumulo di eventi sismici ha coinvolto 140 comuni colpiti, alcuni centri storici sono stati quasi annientati". Così il premier Paolo Gentiloni parlando di "impegno eccezionale" dello Stato.
"Vasco Errani concluderà il mandato a settembre come previsto e colgo l'occasione per ringraziarlo, ha fatto davvero un ottimo lavoro". Così il premier Paolo Gentiloni
Nonostante i grandi sforzi e le risorse "di numerosi miliardi" stanziati "non tutto sta marciando alla velocità necessaria": per questo "rivolgo oggi il mio invito come capo del governo a tutte le amministrazioni, dalle Regioni ai Comuni, a fare il massimo sforzo e assunzione di responsabilità per accelerare le procedure". Così il premier Paolo Gentiloni aggiungendo che "siamo al lavoro per superare i ritardi"
"Il governo continuerà a svolgere un ruolo di coordinamento in un sistema che si evolverà con una maggiore responsabilità di Regioni e territori". Così il premier Paolo Gentiloni ringraziando il commissario Vasco Errani per il lavoro svolto nella ricostruzione post-sisma e indicando come le responsabilità del commissario saranno ridistribuite. (Ansa)
Oltre 3.700 opere recuperate dai 483 volontari di Legambiente che hanno operato in questo anno in 26 comuni colpiti dal sisma per un totale di 3775 ore di volontariato.
"Un anno di volontariato a sostegno delle opere colpite dal sisma. Continuano i lavori di recupero con la collaborazione del gruppo di Protezione Civile Beni Culturali Legambiente Marche. Oltre 3.700 i beni recuperati dai volontari di Legambiente in 26 comuni. Legambiente: uno straordinario lavoro di comunità per ricostruire i nostri comuni, insieme si può. Le opere d'arte sono un'opportunità di ripartenza oltre che pezzi insostituibile della nostra identità"
Oltre 3.700 opere recuperate dai 483 volontari di Legambiente che hanno operato in questo anno in 26 comuni colpiti dal sisma per un totale di 3775 ore di volontariato. Questo è il bilancio dell'attività svolta dal gruppo di Protezione Civile Beni Culturali di Legambiente Marche che ha iniziato la sua attività fin dal 24 agosto dello scorso anno.
I tanti volontari hanno prestato soccorso alle opere danneggiate dal sisma lavorando a supporto dei funzionari del ministero dei beni culturali, dei vigili del fuoco e dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale, intervenendo tra le macerie e nelle zone rosse. "Questo lavoro è frutto di un percorso collettivo che nasce nel 1997, in seguito al terremoto che ha colpito Marche e Umbria. Grazie a tanti anni di lavoro condiviso tra cittadini e istituzioni abbiamo costruito una nuova consapevolezza sui beni culturali che ha permesso oggi alle Marche di essere più forte e meno impreparata di fronte al dramma che ha colpito tutta la nostra Regione - commenta Antonella Nonnis, coordinatrice del gruppo di protezione civile beni culturali Legambiente Marche - ".
Continuano le operazioni di recupero delle opere d'arte in cui saranno coinvolti i volontari del gruppo di Protezione Civile Beni Culturali Legambiente Marche. Oggi i volontari sono al lavoro nel Comune di Valfornace mentre da domani fino a giovedì le attività proseguono al Castello di Lanciano nel Comune di Castelraimondo per lo spostamento dei beni. “Per quanto riguarda il futuro delle opere d’arte nelle aree terremotate - spiega Francesca Pulcini, Presidente di Legambiente Marche - è urgente uscire dall’emergenza e passare alla fase successiva, fare il punto sulla nuova geografia del patrimonio culturale marchigiano post sisma, l’ubicazione e lo stato dei depositi e iniziare un percorso di gestione e organizzazione dei depositi temporanei al fine di avviare un lavoro di valorizzazione attraverso mostre diffuse e laboratori di restauro nelle zone più prossime ai luoghi di origine, per rinsaldare il sentimento di coesione di cui ha bisogno una comunità per ricominciare a pensare al futuro senza rischiare di disgregarsi. Attività di questo tipo, aperte anche alle scuole, ai restauratori, agli amanti dell’arte, alle università, ai centri di formazione e agli addetti ai lavori che dopo il sisma hanno perso l’impiego, aiuterebbero a creare occupazione e flusso turistico”.
Manuela Berardinelli, Presidente Alzheimer Uniti Italia Onlus, lancia un appello e scrive ai rettori delle università, ai sindacati, alle associazioni di categoria per prendere una posizione unitaria "chiara e netta nei confronti della Regione".
"Ritengo sia arrivato il momento (prima che sia troppo tardi) di prendere in mano quanto è rimasto del nostro territorio" scrive Berardinelli "ed indirizzare la politica regionale affinché ci siano subito risposte all’interno di una progettualità seria che tenga conto delle esigenze della persona.
La nota di Palazzo Chigi sulla vicenda Errani «non si tratterebbe di dimissioni ma di una uscita legata alla scadenza dell'incarico prevista per il prossimo 9 settembre», perché si sarebbe entrati in una fase di «normalità» che possono gestire le Regioni senza la figura di un commissario straordinario”, è vergogna su vergogna, fosse anche per ragioni di protocollo, addurre la motivazione che quello che doveva fare è stato fatto ed ora si è ristabilita la normalità, è offensivo, imbarazzante.Ricostruzione è una parola quasi cancellata dal vocabolario di chi ha subito danni.
Senza parlare poi delle persone sfollate, le casette che secondo le promesse della prima ora avrebbero dovuto ripopolare gli Appennini intorno ad aprile 2017 sono un vero miraggio.Nel frattempo il numero delle persone da assistere è aumentato di almeno dieci volte e questo tratto di Appennini è ancora un cumulo di macerie contese su chi deve occuparsene.Chiedo a tutti voi di incontrarci per procedere formalmente nel prendere una posizione chiara e netta nei confronti della Regione.Una soluzione possibile potrebbe essere affidare, da subito, tutto ai sindaci senza intermediari, con la collaborazione delle Associazioni ed Enti/Società locali di varia pertinenza.Penso sia nostro dovere sia a livello morale che sociale nell’ambito del ruolo e della rappresentanza che abbiamo accettato di adempiere".
Un gesto assurdo. Un atto folle contro uno degli esemplari più belli e rari di aquila reale presenti nelle Marche. A denunciare il fatto è il dottor Jacopo Angelini, delegato Wwf Italia per la Regione Marche.
"E' stato recuperato dall'Enpa di Fabriano un giovane di aquila reale, appena involatosi il 28 luglio 2017 nel parco regionale Gola della Rossa e di Frasassi, ritrovato sparato nella zona di Albacina di Fabriano.
Le lastre radiografiche effettuate dalla clinica veterinaria Sant'Anna di Fabriano hanno evidenziato nel cranio e nel corpo numerosi pallini di piombo per la caccia e tale situazione con rischi neurologici e di avvelenamento da piombo rischia di far morire il giovane di aquila reale,che fa parte della popolazione di aquila reale dell'appennino umbro-marchigiano, che studio da oltre 30 anni.
Questo grave atto di bracconaggio deve essere represso e chiediamo ai carabinieri forestali di effettuare indagini di polizia giudiziaria per trovare il colpevole che deve essere condannato duramente. Il Wwf si costituirà parte civile in un eventuale processo e a chi darà informazioni utili per trovare il colpevole pensa di dare una ricompensa economica. Dopo gli incendi che hanno colpito questa estate il parco del San Bartolo e il Conero questo è un ennesimo attacco alla biodiversità dei parchi della regione Marche.La coppia di aquila reale del parco Gola della Rossa e di Frasassi è l'unica della provincia di Ancona ed è rara e preziosa per gli equilibri degli ecosistemi appenninici".
"Oggi Errani e la Presidenza consegneranno i risultati del lavoro. Posso dire che il governo ogni giorno è stato vicino alle popolazioni terremotate con l'impegno a ricostruire e a essere presenti". Lo ha detto il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio al Meeting di Rimini.
"Questi episodi - spiega - sono stati di una gravità senza precedenti. Il terremoto di ottobre, il più forte mai registrato, preceduto da uno in agosto molto grave. L'impegno è stato grandissimo su un cratere molto esteso. Ma credo che i primi segni di una buona ricostruzione partita ci siano. Oggi verranno indicati. Lavoreremo e lo faremo ogni giorno con impegno sempre maggiore", conclude. (Ansa)
Sarà molto probabilmente Maria Elena Boschi a succedere a Vasco Errani, ma con poteri diversi rispetto a quelli dell'ex presidente della Regione Emilia. Secondo le indiscrezioni del Fatto Quotidiano, alla scadenza del mandato di Errani il prossimo 9 settembre, il Governo dovrebbe nominare la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio coordinatrice dei quattro presidenti della Regioni colpite dal sisma (Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo) i quali, invece, vedranno accresciute le proprie competenze. In pratica, la figura del commissario alla ricostruzione dovrebbe essere bypassata.
Resta comunque molta confusione su cosa stia realmente accadendo fra Errani e il Governo. Da un lato sembra che Errani non sia intenzionato a dimettersi e che, quindi, alla scadenza del mandato sia il Governo a non rinnovargli l'incarico, considerando conclusa l'esperienza come commissario straordinario del sisma 2016. Uno dei portavoce di Errani, infatti, ha dichiarato al Fatto in merito alle paventate dimissioni: "Non sappiamo quale sia la fonte di questa notizia, non c’è nessuna volontà personale di Errani di abbandonare, siamo a una scadenza e con il governo e le Regioni si dovrà fare insieme un bilancio e valutare se e come proseguire”.
Resta fermo che nessuno ha smentito il fatto che dal 9 settembre, comunque stiano le cose, Errani non sarà più il commissario del sisma 2016.
A parte il sindaco di Arquata, quando si è diffusa la notizia non c'è stata propriamente una levata di scudi dei sindaci. I primi cittadini del terremoto puntano ad avere maggiori poteri sia per loro che per i presidenti di regione. Errani in questi dodici mesi ha voluto perseguire il modello Emilia che non poteva essere rapportato al sisma 2016. Qui, nelle zone specialmente dell'entroterra maceratese, i collegamenti sono difficili, le strade impervie e il terremoto ha spezzato letteralmente i collegamenti con parte dell'Umbria per la chiusura della Valnerina, fondamentale arteria di raccordo.
Errani, malgrado si fosse intuito da subito, ha insistito nel continuare a proporre ordinanze che poi, puntualmente, venivano corrette dopo qualche mese, creando una confusione inaccettabile non solo nei cittadini ma anche nei professionisti, lasciando inattese le richieste giunte quasi unanimi di un testo unico che raccordasse definitivamente tutta la struttura normativa della ricostruzione.
Certamente non tutte le responsabilità possono e devono ricadere sul Commissario, ma i numeri sono impietosi e coinvolgono inevitabilmente anche lui e la sua struttura: ad oggi solo il 10 per cento delle macerie è stato rimosso, di quaranta aree individuate per le casette ne sono state consegnate neanche un terzo, sono stati assegnati appena 400 moduli abitativi a fronte del quasi 3800 richiesti. Non se lo sono inventato i terremotati: dopo il sisma erano state fatte delle promesse. precise. Con tempistiche altrettanto precise. Tutte clamorosamente disattese. Sull’Espresso Fabrizio Gatti ha fatto il paragone col terremoto del ’97 nelle Marche e in Umbria, calcolando che rispetto ad allora i tempi di intervento sono aumentati del 366 per cento.
Certo. Ci sono stati più terremoti, in tempi diversi, che hanno aggravato una situazione già difficile. Ma chi gestiva l'emergenza (non Errani, in questo caso), non ha neanche immaginato che in montagna nell'entroterra maceratese d'inverno nevica. Nevica tanto. Non se n'è accorto nessuno e non sono arrivate le stalle.
I riflettori su questo terremoto si sono spenti quasi fin da subito. Nessuno ricorda la diaspora che sta avvenendo da paesi come Castelsantangelo, Ussita, Visso che rischiano di scomparire se non si fa qualcosa in fretta. Se non si riporta la gente a casa, è inutile fare le scuole o le sedi dei Comuni. A meno che quella dello spopolamento programmato non sia una strategia che qualcuno vuol perseguire sistematicamente.
Errani non ci mancherà. Non ci mancherà perchè in questi dodici mesi, francamente, la ricostruzione non è esistita. Speriamo solo che ci sia una svolta seria e decisa e che le prossime elezioni politiche non diventino un altro strumento per ritardare ulteriormente la ricostruzione e per fare sciacallaggio sulla pelle dei terremotati.
Dalla sezione di Macerata di Italia Nostra riceviamo
Dopo Titti Postiglione (ex direttrice dell’ufficio emergenze della protezione civile) e Fabrizio Curcio (ex capo della protezione civile) anche Vasco Errani molla e si dimette da commissario straordinario per la ricostruzione. In un momento storico in cui l’atto del rassegnare le proprie dimissioni è un qualcosa di straordinario, osservarne tale concentrazione in un’unica vicenda come questa della ricostruzione post terremoto fa sorgere in noi una domanda: cosa sta succedendo?
I diretti interessati, quando lo hanno fatto, hanno rilasciato dichiarazioni criptiche, trincerandosi dietro a formali e comunque legittimi “motivi personali”. Anche le istituzioni non hanno fatto comprendere più di tanto, non andando oltre i normali ringraziamenti per l’opera svolta. Per le annunciate dimissioni di Errani, Il segretario regionale del PD Francesco Comi, elogia l’ex commissario per i risultati raggiunti e parla di dimissioni in qualche modo “naturali” visto il superamento della fase emergenziale.
Fra qualche giorno sarà passato un anno dalla prima scossa di terremoto e questi sono i numeri relativi alla nostra regione: bisogna compiere ancora 18.000 sopralluoghi per la verifica dell’agibilità di edifici danneggiati (a gennaio ne erano oltre 60.000); più di 800.000 tonnellate di macerie presenti sul territorio di cui ne son state rimosse solo 63.000; 30.000 gli sfollati, ancora quasi tutti in CAS (contributo autonoma sistemazione) o in albergo, sulla costa; 2.045 sono le casette di legno richieste, 26 quelle consegnate.
Non si vuol in nessun modo polemizzare ma non appare azzardato affermare che la fase emergenziale sia tutt’altro che terminata. Anche il parlamento ne ha preso atto: con il recente decreto per il sud lo stato di emergenza è stato protratto dal 9 agosto 2017 al 28 febbraio 2018.
Da qualche settimana, da queste parti, si parla di “resa dei conti” tra chi governa la ricostruzione; qualcun altro descrive una fuga dalla nave che affonda. Tutta l’incertezza che deriva dal diffondersi di notizie come queste, difficilmente verificabili, non fa che creare ulteriori preoccupazioni ad un territorio profondamente provato ma che sta tentando, nonostante tutto e con le proprie forze, a rialzarsi. Spazzare via tale indeterminatezza sarebbe un atto di vicinanza, reale e non di facciata, nei confronti delle popolazioni colpite. E dei “poveri” sindaci, di fatto abbandonati a loro stessi nel tentativo vano di dar risposte credibili su quanto sta accadendo ai propri concittadini. Solo i diretti interessati, Immacolata Postiglione, Fabrizio Curcio e Vasco Errani, possono compiere quell’atto di chiarezza e di solidarietà, e a loro ci appelliamo.
Piste ciclabili al posto di interventi di ricostruzione; presentazioni di centri commerciali e inaugurazioni di ristoranti realizzati in città deserte da ricostruire; insulti a terremotati che partecipano ai lavori del consiglio regionale. Saremo ripetitivi ma una risposta sarebbe utile: cosa sta succedendo?
Il Tolentino battendo per 4 a 0 l’Osimana si aggiudica la 4’ edizione del trofeo “Zazzera” in ricordo dei due tifosi osimani Ennio ed Omar Dionisi e per rinforzare il gemellaggio tra le due tifoserie.
La prima conclusione della gara è di marca cremisi. Al 5’ Corner di Mongiello, colpo di testa di Sane Pape, para Pesce. Va vicina al vantaggio l’Osimana al 7’ con Marziali che di testa colpisce la traversa.
Al 23’ Tolentino in vantaggio con Strano che dalla sinistra pennella un tiro sul quale Pesce non può fare nulla. Al 44’ occasionissima per l’Osimana con Marziali che si presenta solo in area davanti a Giorgi, ma la sua conclusione è da dimenticare. Replica Mongiello che dal limite sfiora il palo alla destra di Pesce. Al 45’ conclusione a botta sicura di Gobbi, pesce devia in angolo. Ripresa. Al 56’ il Tolentino raddoppia con Dell’Aquila al termine di un’zione personale di Mongiello. Al 64’ Gobbi dal limite sfiora il terzo gol. Al 68' arriva il terzo gol per la squadra cremisi con Sylla Yaya che tocca in rete una conclusione dal limite di Palazzetti. All’82 Palo di Buresta. All’88’ rigore per il Tolentino. Batte Nunzi per il 4 a 0.
IL TABELLINO
TOLENTINO: Giorgi (81’ Felicioli), Gobbi, Sene Pape (60’ Palazzetti) , Lanzi (63’ Romagnoli), Mercurio (60’ Corpetti) , Carloni (60’ Castillo), Tizi, (63’ Nunzi) Strano (63 Rozzi) . Raponi (65’ Buresta) Dell’Aquila (65’ Sylla Yaya) , Mongiello (67’ Quadirni) All. Zaini.
OSIMANA: Pesce (70’ Prfti) , Castorina (46’ De Lucia), Gregorini (46’ Bellezza), Postacchini, Morganti (46’ Ristè) , Montesi (46’ Paccamicci), Sabbatini (46’ Leonardi), Campanelli (46’ Strologo) Marziali (46’ Ferri), Gorini (46’ Straccio), Marcantognini (46’ Raimondi). All. Mancini.
ARBITRO: Trementozzi di Macerata
RETI: 23’ Strano, 56 Dell’Aquila. 68’ Sylla Yaya, 88’ Nunzi su rig.
Il 25 agosto alle ore 10 in Piazza Orsini a Teramo si terrà la manifestazione "Insieme per la sicurezza nelle scuole", promossa dai Comitati Scuole sicure di tutta Italia nati dopo il terremoto 2016 in particolare nelle Marche, in Umbria, Lazio e Abruzzo.
''A settembre riapriranno le scuole e tutto è rimasto così com'era. Gli edifici - si legge in una nota - hanno indici di vulnerabilità bassissimi, molte scuole non li hanno affatto computati, i piani di evacuazione sono ancora eterogenei e spesso inadatti e inutili''.
Secondo i Comitati ''in questi 12 lunghi mesi, i genitori hanno cercato di sensibilizzare istituzioni nazionali e locali, abbiamo scritto fiumi di inchiostro affinché la sicurezza delle scuole diventasse in Italia realtà e la maggior opera di prevenzione mai stata presa in considerazione''. L'intenzione è riaccendere i riflettori alla vigilia della ripresa delle lezioni scolastiche.
'Il contributo di Vasco Errani è stato molto importante in questi mesi difficili e di emergenza per garantire un ruolo di coordinamento tra Regioni, enti locali e Governo nazionale ma soprattutto per impostare al meglio gli strumenti e le normative necessari. A lui la nostra gratitudine.
Va detto che le sue dimissioni sono un fatto naturale. Era del tutto evidente che, che prima o poi, superata la fase emergenziale, il Governo restituisse protagonismo ai territori attraverso il ruolo di coordinamento dei presidenti di Regione''. Lo afferma il segretario del Pd delle Marche Francesco Comi in un post su Fb. ''Ora - conclude - con una nuova governance più territoriale tutti i protagonisti dovranno impegnarsi senza alibi a rafforzare l'impegno per la ricostruzione''.
Vasco Errani si dimette dalla carica di Commissario Straordinario per la Ricostruzione. La notizia, ancora non confermata e ufficiosa, trova conferme da fonti qualificate.
Da quanto si è appreso, l'ufficializzazione delle dimissioni di Errani dovrebbe arrivare lunedì alla conferenza stampa programmata a Palazzo Chigi a un anno dal sisma. Difficile anticipare i motivi delle dimissioni che, comunque, non dovrebbero essere collegate a una sua eventuale candidatura con i bersaniani di MdP. Molto più semplicemente, Errani probabilmente si prepara a lasciare perché considera conclusa la sua esperienza come Commissario per la Ricostruzione. Il suo contratto era valido per un anno e ormai si avvia al termine naturale del prossimo settembre.
A seguito delle dimissioni di Errani, i governatori di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo - già oggi suoi vice - potrebbero vedersi attribuire nuove responsabilità.
Di sicuro, dopo le improvvise dimissioni di Curcio, anche quelle di Errani fanno sorgere diverse perplessità fra i terremotati che ancora devono combattere contro ritardi e disfunzioni della macchina burocratica.
Sono 17 le richieste di rinvio a giudizio della procura di Ancona per il crac miliardario della vecchia Banca Marche e della controllata Medioleasing. I reati ipotizzati vanno dalla bancarotta fraudolenta all'ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto. Le conclusioni della Procura (il procuratore Elisabetta Melotti e i pm Andrea Laurino, Serena Bizzarri e Marco Pucilli) sono state sottoposte a luglio al Gup Carlo Cimini.
Il giudice per le indagini preliminari fisserà l'udienza entro 2-3 mesi. Fra gli ex vertici e funzionari per i quali i pm chiedono il processo ci sono l'ex dg di Banca Marche Massimo Bianconi e gli ex presidenti Michele Ambrosini e Lauro Costa. Rispetto ai 18 indagati che a gennaio avevano ricevuto l'avviso di chiusura delle indagini, i magistrati hanno sollecitato l'archiviazione completa delle accuse solo per l'ex vice direttore generale di Bm Leonardo Cavicchia. Mentre per Claudio Dell'Aquila (ex vice dg di Bm fino al 2009 e presidente del Cda di Medioleasing fino al 2013) la procura ha chiesto di archiviare gli addebiti relativi al default di Bm, e di rinviare il manager giudizio per le accuse relative a Medioleasing. Il difensore di Dell'Aquila, l'avv. Riccardo Leonardi, aveva depositato 100 pagine di memorie e 40 documenti nel tentativo di dimostrare l'insussistenza totale delle accuse: ma per ora l'ex funzionario Bm è stato ritenuto estraneo solo alle accuse relative alla gestione dei crediti di Banca Marche. Resta al vaglio della Procura la posizione di altri funzionari della banca e imprenditori coinvolti nell'indagine 'madre', che ha riguardato più di 40 persone; per alcuni era stata ipotizzata anche l'accusa di associazione per delinquere, ora caduta.
Al momento dunque rischiano un processo Giuseppe Michele Ambrosini (ex presidente Bm), Paolo Arcangeletti (dirigente Bm), Giuseppe Barchiesi (dg Medioleasing), Massimo Battistelli (capo area crediti Bm), Giuliano Bianchi (Cda Bm), Massimo Bianconi (ex dg), Bruno Brusciotti (cda Bm), Lauro Costa (presidente Bm), Daniele Cuicchi (capo servizio commerciale Medioleasing), Franco D'Angelo (Cda Bm e presidente del collegio sindacale di Medioleasing), Stefano Gioacchini (Nucleo tecnico Medioleasing), Giuseppe Paci (capo concessione crediti Bm), Tonino Perini (vice presidente Bm), Marco Pierluca (Cda Bm e Medioleasing), Piero Valentini (presidente del collegio sindacale di Bm), Stefano Vallesi (vice dg di Bm e membro del Cda Medioleasing), oltre a Dell'Aquila. Uno degli indagati, stando a indiscrezioni, avrebbe chiesto di patteggiare.
Secondo la procura, il patrimonio di Banca Marche, dichiarata insolvente nel marzo del 2016, sarebbe stato distrutto anche con ''operazioni dolose'': una sessantina i finanziamenti nel mirino degli inquirenti. Soldi concessi tra il 2007 e il 2012, con "abuso di poteri e violazione di doveri", stando all'accusa, per "conseguire un ingiusto profitto a danno della società", in una "strategia aziendale tesa a favorire un particolare segmento di clientela prevalentemente legata a rapporti personali, e in alcuni casi economici, con il dg Massimo Bianconi". Le difese respingono gli addebiti, sostenendo che non vi fu dolo nella gestione creditizia della banca, che non vi sarebbe alcun elemento per contestare la bancarotta e alcuna rilevanza di rapporti personali per gli affidamenti. (Ansa)
"Il terremoto di Colfiorito, venti anni di ricerche": questo, il complesso quanto interessante tema, del convegno dibattito in programma sabato 19 agosto nella tensostruttura auditorium della Sagra della Patata Rossa.
In occasione del quarantennale della mostra mostra mercato della montagna umbro marchigiana, gli organizzatori hanno voluto avviare di fatto anche le manifestazioni per il ventennale del sisma che nel 1997 sconquassò l’Umbria e le Marche.
Per l’occasione, saranno presentati gli studi dei recenti sciami sismici nell’intera fascia appenninica da Gubbio a Sulmona.
Saranno presenti ospiti di assoluto rilievo, personaggi di primo piano a livello internazionale del calibro di: Alessandro Amato, direttore del Centro Nazionale Terremoti; Massimiliano Barchi, direttore del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia; Cristiano Fidani, direttore della Rete Elettromagnetica dell’Italia Centrale; Alice Bertuzzi, psicologa Osservatorio Gea, Luisito Sdei meteorologo Osservatorio Gea.
Con l’occasione verranno inoltre illustrate nuovo tecnologie.
Al convegno ‘Il terremoto a Colfiorito, venti anni di ricerche’ – fa sapere il presidente Stefano Morini – sono stati invitati oltre quaranti sindaci, sia quelli delle città coinvolte nel terremoto del ’97 che dei comuni interessati dai successivi sciami sismici, sino a quelllo dello scorso anno di Amatrice e Norcia.