Italia Nostra si appella a Curcio e Errani: "Serve un atto di chiarezza verso i terremotati"
Dalla sezione di Macerata di Italia Nostra riceviamo
Dopo Titti Postiglione (ex direttrice dell’ufficio emergenze della protezione civile) e Fabrizio Curcio (ex capo della protezione civile) anche Vasco Errani molla e si dimette da commissario straordinario per la ricostruzione. In un momento storico in cui l’atto del rassegnare le proprie dimissioni è un qualcosa di straordinario, osservarne tale concentrazione in un’unica vicenda come questa della ricostruzione post terremoto fa sorgere in noi una domanda: cosa sta succedendo?
I diretti interessati, quando lo hanno fatto, hanno rilasciato dichiarazioni criptiche, trincerandosi dietro a formali e comunque legittimi “motivi personali”. Anche le istituzioni non hanno fatto comprendere più di tanto, non andando oltre i normali ringraziamenti per l’opera svolta. Per le annunciate dimissioni di Errani, Il segretario regionale del PD Francesco Comi, elogia l’ex commissario per i risultati raggiunti e parla di dimissioni in qualche modo “naturali” visto il superamento della fase emergenziale.
Fra qualche giorno sarà passato un anno dalla prima scossa di terremoto e questi sono i numeri relativi alla nostra regione: bisogna compiere ancora 18.000 sopralluoghi per la verifica dell’agibilità di edifici danneggiati (a gennaio ne erano oltre 60.000); più di 800.000 tonnellate di macerie presenti sul territorio di cui ne son state rimosse solo 63.000; 30.000 gli sfollati, ancora quasi tutti in CAS (contributo autonoma sistemazione) o in albergo, sulla costa; 2.045 sono le casette di legno richieste, 26 quelle consegnate.
Non si vuol in nessun modo polemizzare ma non appare azzardato affermare che la fase emergenziale sia tutt’altro che terminata. Anche il parlamento ne ha preso atto: con il recente decreto per il sud lo stato di emergenza è stato protratto dal 9 agosto 2017 al 28 febbraio 2018.
Da qualche settimana, da queste parti, si parla di “resa dei conti” tra chi governa la ricostruzione; qualcun altro descrive una fuga dalla nave che affonda. Tutta l’incertezza che deriva dal diffondersi di notizie come queste, difficilmente verificabili, non fa che creare ulteriori preoccupazioni ad un territorio profondamente provato ma che sta tentando, nonostante tutto e con le proprie forze, a rialzarsi. Spazzare via tale indeterminatezza sarebbe un atto di vicinanza, reale e non di facciata, nei confronti delle popolazioni colpite. E dei “poveri” sindaci, di fatto abbandonati a loro stessi nel tentativo vano di dar risposte credibili su quanto sta accadendo ai propri concittadini. Solo i diretti interessati, Immacolata Postiglione, Fabrizio Curcio e Vasco Errani, possono compiere quell’atto di chiarezza e di solidarietà, e a loro ci appelliamo.
Piste ciclabili al posto di interventi di ricostruzione; presentazioni di centri commerciali e inaugurazioni di ristoranti realizzati in città deserte da ricostruire; insulti a terremotati che partecipano ai lavori del consiglio regionale. Saremo ripetitivi ma una risposta sarebbe utile: cosa sta succedendo?
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