ll Gores ha comunicato, attraverso il giornaliero aggiornamento delle ore 12:00, la provenienza provinciale dei 5721 casi positivi al coronavirus sui 26.013 tamponi effettuati nella Regione Marche (leggi qui). Sono 2293 i contagiati in provincia di Pesaro-Urbino, 1702 in provincia di Ancona, 906 in provincia di Macerata (11in più di ieri), 381 in provincia di Fermo, 271 in provincia di Ascoli Piceno, 168 extra regione.
Il numero complessivo dei pazienti dimessi e guariti è in costante aumento: si è, infatti, passati da 1726 a 1754 (+28).
Continua a scendere il numero dei pazienti ricoverati nelle strutture sanitarie regionali (si è passati dai 933 di ieri ai 892 di oggi) e diminuisce anche il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva che ora sono 88 : 19 di loro sono ospitati nelle strutture sanitarie maceratesi (9 a Civitanova Marche, 9 a Camerino, 1 a Macerata).
Ecco la tabella rilasciata dal Gores alle ore 12:00:
Il Ministro dell’interno, per assicurare che la ripresa delle attività avvenga secondo imprescindibili coordinate di legalità, con Direttiva 10 aprile u.s., ha invitato i prefetti ad attivare forme di ascolto, dialogo e confronto con attori istituzionali, rappresentanti territoriali delle categorie produttive, delle parti sociali e del sistema finanziario e creditizio al fine di intercettare ogni possibile segnale di disgregazione del tessuto sociale ed economico.
Risulta fondamentale, in tale quadro, l'attività di supporto svolta dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica per lo scambio di informazioni e valutazioni sulla situazione del territorio, e per un’accurata analisi di tutti i possibili indicatori di rischio di condizionamento dei processi decisionali pubblici, funzionali all’assegnazione degli appalti.
Nella Direttiva, poi, è stata sollecitata, particolare attenzione alle categorie più deboli con l'invito ad effettuare un attento monitoraggio dell'andamento delle misure adottate dal Governo per il sostegno al bisogno di liquidità delle famiglie e delle imprese.
Questi i temi delle riunioni del Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica presiedute, in modalità da remoto, dal Prefetto Iolanda Rolli, alla presenza del Questore Antonio Pignataro, del Comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri, Col. Michele Roberti e del Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Col. Amedeo Gravina.
Quattro incontri in videoconferenza che il Prefetto, ha voluto organizzare - nelle giornate di giovedì e venerdì - per mantenere il costante contatto diretto con i Sindaci di tutti i Comuni della provincia proseguendo nel programma dei periodici incontri del COSP itinerante avviato lo scorso autunno. Ad uno dei video-incontri ha partecipato anche il Presidente della Provincia, Antonio Pettinari.
E’ sempre importante che l’azione delle istituzioni sia più vicina possibile ai cittadini e alle loro istanze. In momenti di emergenza, come quello che stiamo vivendo, ciò assume una valenza fondamentale. Il Prefetto ha voluto ringraziare tutti i Sindaci che in questo momento, con forte senso di responsabilità, stanno realizzando un enorme sforzo per proteggere i concittadini da un nemico infido e invisibile, utilizzando, nei rispettivi Comuni, anche campagne di informazione.
Le regole sono state rispettate e i controlli straordinari svolti quotidianamente dalle Forze di Polizia con il valido contributo della delle Polizie Locali, per la verifica delle misure di contenimento della diffusione del coronavirus, hanno dato risultati concreti e significativi.
Tutti i Sindaci hanno assicurato di aver già provveduto a garantire, grazie al sistema di aiuti messo in campo dal Governo incrementato anche da risorse dei singoli Comuni e a donazioni dedicate, la distribuzione di fondi per gli alimenti e i beni di prima necessità e la consegna di pacchi alimentari e di buoni pasto alle famiglie in stato di bisogno. Per il sostegno psicologico è stato attivato dalla Regione il numero verde 800936677 a cui la cittadinanza può rivolgersi per ricevere un supporto per affrontare le difficili ripercussioni legate all’emergenza.
Con riferimento al passaggio dall’attuale fase di contrasto all’epidemia a quello del graduale riavvio delle attività al termine del periodo di lockdown, è stata dedicata particolare attenzione al tema delle prevedibili criticità che incontreranno le imprese e le attività commerciali nel momento della completa ripresa delle attività, non potendosi escludere che la generale condizione di fragilità del tessuto economico e produttivo possa lasciare spazi alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Da ciò nasce l’esigenza di evitare manovre speculative che potrebbero inquinare il sistema imprenditoriale locale, mettendo in pericolo non solo le aziende ma anche le persone che ci lavorano e con esse le loro famiglie.
E’ stato chiesto ai Sindaci di intensificare l’attenzione sul territorio per intercettare e trasmettere in modo tempestivo ogni più piccolo segnale di pericolo collegato a movimenti ed interessi della criminalità organizzata.
Per garantire una terra sana ed impermeabile al malaffare, è necessario – ha sottolineato il Prefetto - il contributo di tutta la Comunità e degli attori coinvolti nel territorio: istituzioni, rappresentanti delle categorie produttive, parti sociali.
Dopo il confronto con i Sindaci, sarà attivato un dialogo con le autorità bancarie nelle opportune sedi per facilitare l’accesso al credito come ulteriore importante forma di contrasto a possibili manovre speculative che possano insinuarsi nelle pieghe delle difficoltà economiche del periodo.
Si terranno, poi, in Prefettura nei prossimi giorni una serie di video-riunioni, alle quali saranno invitati a partecipare la Camera di commercio, Inps, Inail e Ispettorato del lavoro nonché Associazioni di categoria e Organizzazioni sindacali, per affrontare il tema della ripresa e attivare una rete di protezione sui posti di lavoro ponendo l’accento sull’attuazione delle misure contemplate nel protocollo del 14 marzo sulla sicurezza nelle aziende.
La task force istituita dal Governo, con a capo l’ex ad di Vodafone Vittorio Colao, per definire la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, in cui saremo tutti chiamati a convivere con il Covid-19, ha iniziato a stabilire i primi punti di un piano più complesso che porterà alla riapertura graduale di tutte le attività produttive e commerciali.
Anche se la parola d’ordine della fase 2 , annunciata poche settimane fa dal Premier Conte, sarà smart working, la commissione Colao ha stilato una griglia di 97 voci, derivanti dai Codici Ateco dell’Istat, con l'indicazione del livello di rischio in base all'attività. Uno dei parametri utilizzati riguarda proprio il livello di aggregazione sociale, cioè il rischio di assembramento di persone per ogni categoria e seguendo questa logica le classi di rischio sono state così suddivise: basso, medio e alto, con alcune sfumature intermedie.
Non necessariamente a una classe di aggregazione alta corrisponde sempre un elevato livello di rischio. Mentre è vero tendenzialmente il contrario, e cioè che a una classe di aggregazione bassa corrisponde un livello di rischio basso di contagio Coronavirus.
Rischio basso (verde)
Più della metà dei settori nella lista (49) ritenute a basso rischio integrato: l’agricoltura, la pesca, l’estrazione di minerali, le imprese edili e tutto il comparto dell’industria manifatturiera in generale (alimentare, tessile, chimica, metallurgica, di legno, carta e pelle, la fabbricazione di computer, auto e mobili). Semaforo verde anche per il settore editoriale e per la produzione cinematografica, per le attività immobiliari, le agenzie di viaggio e le biblioteche. Alcuni di questi settori, anche se considerati a basso rischio, sono stati sospesi come è successo alle imprese metallurgiche e quelle che producono mobili: queste attività potrebbero essere tra le prime a ripartire .
Rischio medio (giallo)
A rischio medio-basso, invece, sono valutati gran parte dei settori del commercio, a cominciare da ristorazione e attività sportive, ovvero bar e ristoranti e palestre che hanno chiuso subito i battenti al pubblico. La valutazione di riaprire dipende anche dal livello di aggregazione sociale: i negozi all’ingrosso pongono meno problemi di quelli posti nei centri commerciale. Stesso livello di criticità medio-basso anche per l’istruzione e la scuola (sospese) e per un altro settore chiave come i trasporti: quelli terrestre (bus, treni) e marittimi sono considerati a rischio medio-basso. I lavoratori impiegati nella gestione delle reti fognarie, nell’assistenza sociale residenziale e nelle ricevitorie, nei locali per le scommesse e nelle sale da gioco hanno invece un rischio integrato medio-alto. Stesso discorso anche per i servizi alla persona e per i collaboratori domestici.
Rischio alto (rosso)
Allerta rossa per il trasporto aereo, l’assistenza sociale e quella sanitaria non residenziale. Si tratta di attività mai sospese (anche se fortemente limitate come per i voli o con procedure stravolte come per gli ospedali) , ma ritenute ad alto rischio integrato proprio per le mansioni e i livelli di dell’aggregazione sociale che comportano.
Il Gores ha trasmesso le schede relativa alle progressioni e agli esiti delle indagini di laboratorio delle ultime 24 ore. I tamponi risultati positivi al Covid-19 sono 53 sui 1283 analizzati. I nuovi casi portano il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche a 5721 su un totale di 26.013 campioni testati.
Si registra un decremento della curva dei contagiati rispetto alla giornata di ieri nel rapporto tra positivi e tamponi analizzati (ieri i tamponi fatti erano stati 1012 con 86 casi di positività)
Confermata, quindi, la discesa della progressione dei contagi.
Di seguito le tabelle rese note dal Gores:
Oltre 100 idee scaturite in pochi giorni, oltre 100 progetti che potrebbero diventare altrettanti prodotti industriali o servizi utili alla lotta contro il coronavirus.
"Ecapital Emergency” è stata un’iniziativa nata dal progetto Ecapital 2.0. Una fortunata intuizione del Dott. Mario Pesaresi, Presidente del Comitato Organizzatore Ecapital, visto che in appena quattro giorni il tavolo degli esperti è stato inondato di idee, frutto della creatività, della passione e dell’esperienza degli italiani.
Una bella opportunità per chi ha nel sangue la voglia di progettare ed aiutare, un’opportunità che in tantissimi hanno colto prontamente, non solo nelle Marche.
Il Comitato ha deciso di puntare su un atto di grande generosità da parte dei partecipanti che hanno risposto in coro, rinunciando alla proprietà intellettuale delle loro idee a favore della imprese che realizzeranno prodotti servizi al costo, ovvero, senza profitto fino al 31 dicembre.
La special Call for “Antivirus Idea” è stata promossa da Fondazione Marche con il pieno sostegno di Regione Marche, Università Politecnica delle Marche, Camera di Commercio delle Marche, Confindustria Marche, Istao e dal Gruppo bancario Credito Valtellinese.
I promotori dell'iniziativa hanno deciso di mettere a frutto, in questa situazione di emergenza sanitaria nazionale, l'esperienza ventennale acquisita nel campo delle business plan competition e delle start up con il progetto Ecapital.
Una risposta immediata e concreta in questo momento di estrema difficoltà del nostro Paese, al fine di supportare e promuovere idee ed iniziative imprenditoriali che aiutino a superare alcune problematiche legate all’emergenza causata dal Coronavirus, presentando soluzioni innovative e fuori dagli schemi.
L’iniziativa era rivolta a tutti coloro che avessero idee realizzabili o prototipabili in 48 ore: studenti, laureati, docenti universitari, ricercatori, ingegneri, medici, biologi, informatici.
Le idee potevano riguardare App, Piattaforme, Prodotti, Device, la raccolta e gestione dei dati utili a operatori sanitari, strutture ospedaliere, 118, forze dell’ordine, protezione civile, persone fisiche, lavoratori ed aziende al fine di risolvere problemi legati al diffondersi del Covid-19.
“La selezione è stata molto impegnativa”, dice il prof. Marco Pacetti, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico, “perché il numero delle idee interessanti ed utili è davvero elevato e confidiamo che non solo le 5 premiate si possano realizzare. Per le aziende marchigiane che verranno coinvolte sarà una bella opportunità di mettere in piedi inizialmente una attività no profit, ma anche una possibile utile diversificazione per il futuro”.
Queste le idee vincitrici scelte dal comitato scientifico:
1. SANISTATION 3.0 MODULO IGENIZZAZIONE COVID 19
PROPONENTE: DANIELE STANZINI
IDEA: stazione di igienizzazione completa da porre all’ingresso di ogni edificio pubblico/privato (in primis negli ospedali) per garantire un elevato livello di igienizzazione delle persone che vi accedono
2. C.R.I. CORONAVIRUS RICHIEDE IMPEGNO
PROPONENTE: RAFFAELE TRAVAGLINI
(devolve il premio alla Croce Rossa Italiana)
IDEA: App per rendere più funzionali i servizi offerti dalla Croce Rossa italiana e da tutte le associazioni analoghe nelle attività di supporto alle categorie deboli (consegna spesa a domicilio, farmaci ecc.)
3. HPH MEDICAL DEVICE
PROPONENTE: MARIA ELENA CHIODO
IDEA: Mascherina in polipropilene dedicata agli operatori sanitari per evitare danni al viso dovuti alle tante ore di utilizzo dei dispositivi di protezione.
4. MASCHERINA RIUTILIZZABILE IN COTONE E TNT
PROPONENTE: MANUELA LORENZETTI (dott.ssa in ingegneria biomeccanica)
IDEA: Mascherina riutilizzabile in cotone e TNT tripli-strato, lavabile e sterilizzabile, per ridurre gli impatti ambientali
5. SMART SAFETY DISTANCE BAND
PROPONENTE: MARTINO TAFFETANI
IDEA: Braccialetto in silicone per segnalare (specialmente in un’azienda) se una persona si avvicina troppo ad un’altra, superando la distanza di sicurezza di un metro.
Il prossimo step sarà la diffusione delle 100 idee alle aziende marchigiane attraverso il sito www.ecapital.it per cercare partnership nella loro realizzazione, che potranno risolvere alcuni dei problemi creati da questa terribile situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo.
Un contributo utile a fronteggiare la grave crisi economica che si sta delineando sullo sfondo dell’emergenza sanitaria arriva dalla Terza Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Andrea Biancani (Pd), che, in seduta telematica, ha approvato la proposta di legge, ad iniziativa del consigliere Francesco Giacinti (Pd), anche relatore di maggioranza sul provvedimento (relatore di minoranza, Sandro Zaffiri, Lega).
La legge, che presto passerà al voto d’Aula, contiene alcune misure per il riavvio delle attività edilizie e la difesa dell’occupazione, con particolare riferimento al Piano Casa, rispetto al quale è prevista un’ulteriore proroga della sua validità a tutto l’anno 2022.
Attraverso la proroga si prolunga il termine entro il quale famiglie e imprese potranno programmare ed effettuare interventi di ristrutturazione e riqualificazione di immobili di proprietà.
Il provvedimento rappresenta inoltre un'opportunità significativa per il settore edilizio per uscire dal periodo di stagnazione del comparto e superare le ulteriori difficoltà causate dallo stallo determinato dall’emergenza sanitaria.
Importante anche l’aspetto relativo alla riqualificazione con cambio di destinazione d’uso di immobili non residenziali. Infatti, con le modifiche introdotte dalla legge, si potrà intervenire con le regole del Piano Casa su edifici destinati ad un uso non residenziale, ma ubicati all’interno di zone residenziali, in stato di inutilizzo almeno dal gennaio 2018, potendone anche successivamente definire il cambio di destinazione.
“Modifiche importanti – ha affermato il relatore di maggioranza Francesco Giacinti – sia quella relativa alla valutazione della doppia conformità, che è stata condivisa con il Dipartimento degli Affari regionali, che per quanto riguarda l’aspetto della proroga di due anni del Piano casa, che, infine, quello relativo al termine di riferimento per il cambio di destinazione d’uso degli immobili ad uso non residenziale. Interventi che si calano perfettamente in una realtà pesantemente inficiata dall’emergenza Covid e che vanno incontro agli interessi dei cittadini che intendono ristrutturare e delle imprese del settore edilizio”.
Soddisfatto anche il relatore di minoranza, Sandro Zaffiri, per un provvedimento “sollecitato e sostenuto dalla Lega”. “Una proroga – ha rilevato – essenziale per l’economia e vitale per le tante piccole imprese del settore edilizio che avevano cominciato a respirare in occasione della prima proroga e che così potranno continuare ad avvalersi del provvedimento per altri due anni”.
Il Gores ha trasmesso le schede relativa alle progressioni e agli esiti delle indagini di laboratorio delle ultime 24 ore. I tamponi risultati positivi al Covid-19 sono 86 sui 1012 analizzati. I nuovi casi portano il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche a 5668 su un totale di 24.730 campioni testati.
Si registra un leggero incremento della curva dei contagiati rispetto alla giornata di ieri nel rapporto tra positivi e tamponi analizzati (ieri i tamponi fatti erano stati 1107 con 79 casi di positività). L'incidenza dei contagi sui 1.012 esami svolti nelle ultime 24 ore è del'8,49%. Per quanto concerne l'incidenza sul totale tra positivi e tamponi analizzati si attesta intorno al 22,91% (ieri era al 23,53%).
Confermata, quindi, la discesa della progressione dei contagi.
Di seguito le tabelle rese note dal Gores:
Astea sta cercando di proteggere i propri dipendenti, pur garantendo i servizi fondamentali per i cittadini. Per questo motivo è stata disposta la cassa integrazione per poche giornate al mese in accordo con il Sindacato firmato con le rappresentanze sindacali.
Nell'accordo viene previsto che la società Astea s'impegna ad anticipare la cassa integrazione guadagni ai propri dipendenti in modo che non sia necessario aspettare i tempi lunghi dell'Inps per la consegna delle somme.
L'azienda si è anche impegnata a corrispondere lo stipendio pieno pagando anche la parte che verrebbe ad essere decurtata in caso di cassa integrazione. Quindi nulla viene perso dai lavoratori.
"Vogliamo essere vicini ai nostri dipendenti che sono in prima linea ed esposti cercando di proteggerli e assicurando al tempo stesso i servizi essenziali a favore dei cittadini. - ha detto l'amministratore Fabio Marchetti - lo possiamo fare perchè Astea è un'azienda solida e perchè abbiamo a cuore tutte le nostre risorse umane".
ll Gores ha comunicato, attraverso il giornaliero aggiornamento delle ore 12:00, la provenienza provinciale dei 5582 casi positivi al coronavirus sui 33.778 tamponi effettuati nella Regione Marche. Sono 2249 i contagiati in provincia di Pesaro-Urbino, 1664 in provincia di Ancona, 871 in provincia di Macerata (25 in più di ieri), 378 in provincia di Fermo, 266 in provincia di Ascoli Piceno, 154 extra regione.
Il numero complessivo dei pazienti dimessi e guariti è in costante aumento: si è, infatti, passati da 1660 a 1694 (+34). Un aumento che si conferma superiore rispetto a quello dei nuovi casi nelle ultime 24 ore .
Torna a scendere il numero dei pazienti ricoverati nelle strutture sanitarie regionali (si è passati 994 ai 952 di oggi) e diminuisce anche il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva ovvero 102: 18 di loro sono ospitati nelle strutture sanitarie maceratesi (9 a Civitanova Marche, 9 a Camerino).
Ecco la tabella rilasciata dal Gores alle ore 12:00:
“Lo sappiamo, ce l’hanno ripetuto: niente sarà più come prima. E quando diciamo niente significa che nessun aspetto della nostra vita resterà lo stesso. A parlare è Moira Amaranti, Presidente Nazionale della Calzatura di Confartigianato Imprese, la quale sottolinea lo stato d’animo che accomuna tutti noi in questo difficile momento.
“Vedere le nostre città deserte con tutte le saracinesche abbassate è impressionante. Sapere che una mascherina sarà l’unico accessorio indispensabile e che non ci abbandonerà per chissà quanto tempo, è destabilizzante. Ma dobbiamo reagire - prosegue Amaranti - in particolar modo devono reagire le nostre imprese con il sostegno e l’aiuto concreto di tutti. Ora dire che sia necessaria liquidità per ripartire è un eufemismo, considerare e pensare che i soli finanziamenti previsti da soli possano risolvere la questione, appare decisamente improprio.
Abbiamo merci invendute, debiti da onorare, campionari da sviluppare, strategie commerciali da reinventare, questo non è possibile con il progressivo aumento del proprio grado di indebitamento. Ritengo sia oggi indispensabile che le nostre imprese possano fare affidamento, in maniera adeguata e con la specificità per ogni tipologia di settore, sia sulle provvidenze regionali come quelle già messe in campo dalla nostra Regione e dalla Camera di Commercio, ma soprattutto su quelle statali ed europee a fondo perduto. Non significa certo prolungare l’agonia, ma far ripartire in maniera sana e duratura le imprese virtuose e con spiccate progettualità. Sarebbe altresì importante poter recuperare la nostra competitività a livello mondiale con un adeguato abbassamento dei costi fiscali sulle nostre qualificate maestranze, prevedendo al contempo un bonus economico per i nostri lavoratori. Si potrebbe inoltre agire per incentivare i consumi con la riduzione dell’imposta sul valore aggiunto per i prossimi 12 mesi.
Stiamo apprezzando molto l’intervento di Ice che prevede assistenza, incentivi all’export, gratuità alla partecipazione alle fiere fino al primo semestre del 2021, formazione e realizzazione di servizi alle imprese senza alcun costo.
E’ fondamentale poter riaprire subito, nel rispetto ovviamente di tutte le misure di sicurezza, perché rimandare ancora significherebbe perdere ulteriormente e, per alcuni definitivamente, la capacità di ripresa”.
“Confartigianato – aggiunge Paolo Capponi, Responsabile Export – per fronteggiare l’emergenza Covid-19, ha messo in essere una task force di esperti per dare assistenza alle imprese in tutti gli ambiti necessari, dalle informazioni tempestive di tutte le disposizioni decretate dal Governo, alle attività di sostegno previste, a tutti gli adempimenti burocratici, come l’assistenza alla presentazione delle varie richieste di contributi, fino alla formazione su specifiche tematiche d’impresa.
Ricordo che la nostra Associazione è stata tra le prime a fornire assistenza alle proprie imprese per la produzione di mascherine, tanto che ad oggi si possono contare 21 aziende del nostro territorio che lavorano alacremente su questi prodotti. Stiamo inoltre accompagnando 6 di queste imprese al riconoscimento della certificazione CE delle mascherine e dei camici necessari contrastare il virus.
Molte aziende inoltre ci stanno richiedendo l’utilizzo del “100% Made in Italy” che, in base alla legge 166/2009 Art.16, permette di attestare che l’intero processo produttivo sia avvenuto interamente in Italia, a garanzia del consumatore. Oggi più che mai - conclude Paolo Capponi - sarà fondamentale farsi riconoscere ed acquistare prodotti italiani per favorire una rinascita che sia decisa e immediata”.
“Quello della ristorazione è di certo tra i settori più colpiti dalle misure di contenimento dovute all’emergenza del Codiv-19: dall'inizio dell'anno queste imprese hanno già perso 12 miliardi di euro e, a fine anno, la perdita stimata sarà di circa 21 miliardi di euro. Sono a rischio 50.000 imprese tra bar, ristoranti, catering, intrattenimento, stabilimenti balneari, con ricadute preoccupanti per l'occupazione che rischia di perdere 300.000 lavoratori e lavoratrici. Per cercare di scongiurare questo scenario drammatico, la Lega raccoglie e condivide le richieste degli operatori e delle loro associazioni di categoria e chiede al Presidente Ceriscioli di spendersi con il Governo nazionale per consentire il “take away” a queste attività”.
Lo chiedono, con una lettera indirizzata al Presidente della Regione Marche, il Segretario regionale della Lega Sen. Paolo Arrigoni, insieme ai parlamentari marchigiani Giorgia Latini, Giuliano Pazzaglini, Luca Paolini e Tullio Patassini e i consiglieri regionali Sandro Zaffiri, Luigi Zura Puntaroni, Marzia Malaigia e Mirco Carloni.
“Molti paesi europei come Francia, Germania, Danimarca, Regno Unito, Irlanda, Lituania, Malta, Svizzera, Turchia, Olanda e Finlandia permettono ai ristoranti, ai bar e ai pubblici esercizi, oltre alla consegna a domicilio, la vendita di piatti e prodotti pronti per l'asporto – continuano gli esponenti della Lega – una scelta che è assolutamente opportuno copiare perché non solo sarebbe positiva per il settore dal punto di vista economico, ma consentirebbe anche di offrire un’ulteriore alternativa ai cittadini, riducendo le code nei supermercati e nei negozi”.
“Su questi aspetti la Regione Marche non può derogare al decreto nazionale – chiarisce la Lega - ma chiediamo al Presidente Ceriscioli di farsi subito interprete verso il Governo per portare avanti questa proposta, indispensabile per generare opportunità di lavoro e permettere la loro sopravvivenza delle attività di ristorazione. Naturalmente l’attivazione del “take away” dovrà avvenire nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria e di distanziamento, esattamente come accade nella maggior parte dei paesi europei”.
“Visti anche i ritardi dei provvedimenti attesi per sostenere il comparto, occorre fare tutto il possibile per non far morire la ristorazione italiana che rappresenta non solo un importante segmento della nostra economia nazionale e regionale, ma anche un motivo di vanto per l’intero Paese”, concludono.
(Foto di repertorio)
Il Gores ha trasmesso le schede relativa alle progressioni e agli esiti delle indagini di laboratorio delle ultime 24 ore. I tamponi risultati positivi al Covid-19 sono 79 sui 1107 analizzati. I nuovi casi portano il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche a 5582 su un totale di 23.718 campioni testati.
Si registra un decremento della curva dei contagiati rispetto alla giornata di ieri nel rapporto tra positivi e tamponi analizzati (ieri i tamponi fatti erano stati 662 con 77 casi di positività). L'incidenza dei contagi sui 1.107 esami svolti nelle ultime 24 ore è del 7,13%: si tratta del dato più basso dall'inizio dell'emergenza (ieri era dell'11,63). Per quanto concerne l'incidenza sul totale tra positivi e tamponi analizzati si attesta intorno al 23,53%.
Confermata quindi la discesa della progressione dei contagi.
Di seguito le tabelle rese note dal Gores:
Sono stati resi noti i dati del Gores delle ore 18, riguardanti il numero di decessi registrati nelle Marche a causa del Covid-19 nelle ultime 24 ore.
Risultano purtroppo morte a causa del coronavirus altre 13 persone. Salgono a quota 764 in totale le vittime, dall'inizio dell'epidemia (485 uomini e 279 donne). Il numero più alto di decessi continua a registrarsi nelle provincia di Pesaro-Urbino (422).
Tra coloro che hanno perso la vita nelle ultime 24 ore, una donna 83enne di Tolentino deceduta nell'ospedale di Macerata, dove era stata ricoverata.
Tra i deceduti a causa del Covid-19 - secondo il report del Gores - altri 4 cittadini residenti nella provincia di Macerata: un 79enne di Civitanova deceduto a Villa Pini e una 73enne di Recanati, un 79enne di Castelraiomondo e una 87enne di Corridonia sono spirati al Covid-Hospital civitanovese.
E' stata inoltre accertata la diagnosi Covid, inizialmente dubbia, di altri 5 decessi avvenuti nei giorni scorsi che sono avvenuti tutti all'Opedale di Civitanova Marche.
Secondo i dati complessivi, nel 94,4% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 79,7 anni.
Di seguito nel dettaglio i dati del Gores:
Da oggi le imprese possono presentare la domanda ai Confidi per il prestito o per il contributo previsti dalla legge regionale "Misure urgenti per il sostegno alle attività produttive e ai lavoratori autonomi, a seguito dell’emergenza Covid-19". Tutte le informazioni relative alla presentazione delle domande, compresi i moduli e i recapiti dei Confidi, sono disponibili sul sito della regione Marche, all'indirizzo http://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Attivit%C3%A0-Produttive/Credito-e-finanza.
Gli schemi di domanda sono distinti tra impresa e lavoratore autonomo. La modulistica specifica necessaria per l’istruttoria verrà poi fornita direttamente dai Confidi stessi e sarà disponibile sui rispettivi siti. La domanda è valida quando viene consegnata congiuntamente a tutta la documentazione richiesta dai Confidi, che possono già procedere nell’istruttoria e concedere il prestito, o il contributo, sia ai lavoratori autonomi che alle imprese.
Per il contributo è ovviamente necessario avere ottenuto un prestito da un istituto creditizio.
Per l'erogazione si seguirà l’ordine cronologico di presentazione delle domande e ogni Confidi potrà operare nei limiti delle risorse assegnate a seguito del riparto.
I confidi che finora si sono candidati sono: UNICO, ConfidiCoop, Confidi.net, quindi le domande potranno essere inoltrate alle seguenti mail:
per UNICO: uni-co.legge13@legalmail.it; per Confidicoop: confidicoopmarche@legalmail.it; per Confidi.net: ufficiofidi@pec.confidi.net.
Eventuali ulteriori adesioni di Confidi saranno segnalate sul sito della Regione Marche.
Dopo l’approvazione in Consiglio regionale della sua mozione sulla tecnologia di comunicazione 5G, il capogruppo dei Verdi, Sandro Bisonni, presenta una proposta di legge che ha l’obiettivo di intervenire sulla normativa vigente per dare seguito a quanto proposto nel precedente atto.
Tra gli impegni formulati nella mozione, infatti, figura anche quello che riguarda l'ARPAM chiamata, prima di rilasciare pareri sulle istallazioni con tecnologia 5G, ad acquisire preventivamente le indicazioni delle autorità sanitarie competenti in materia, relativamente ai possibili rischi per la salute della popolazione esposta.
L'applicazione della mozione approvata, comporta l'impegno della Giunta alla modifica della legge regionale del 2017 (“Disciplina regionale in materia di impianti radioelettrici ai fini della tutela ambientale e sanitaria della popolazione”), e - considerata la scadenza della legislatura - Bisonni ha ritenuto utile proporla con atto del Consiglio, nella speranza di accelerarne l'iter.
“Con questa proposta - evidenzia - vorrei tentare di accelerare l'iter conseguente alla approvazione della mia mozione sul 5G, ovviamente nulla impedisce alla Giunta di provvedere con atto autonomo, l'importante è che si agisca con tempestività perché è evidente che la modalità di rilascio delle autorizzazioni debba essere esercitata tenendo in considerazione il principio di precauzione, la salute pubblica, la compatibilità ambientale e la tutela del paesaggio”.
Da ricordare, inoltre, che nella precedente mozione Presidente e Giunta venivano impegnati ad intervenire presso il Governo italiano ed i ministeri competenti affinché non siano attivati aumenti del valore di attenzione e dei limiti di esposizione previsti dal DPCM del 2003, a sollecitare i Comuni per l’adozione dei Piani delle antenne, così come indicato nella legge regionale del 2017 oltre che a realizzare una campagna informativa sul corretto uso del cellulare.
L’ordinanza ministeriale 182/2020 sulla mobilità per l’a.s. 2020/2021 prevede delle inspiegabili e incomprensibili differenziazioni per il personale immesso in ruolo negli anni precedenti.
Per tutto il personale docente immesso in ruolo fino all’a.s. 2019/2020, continua ad essere mantenuta la possibilità di presentare la domanda di trasferimento interprovinciale senza alcun vincolo, tranne che per una categoria. L’ordinanza ribadisce che il personale che ha concluso positivamente il percorso annuale di formazione iniziale e prova del Fit ed è confermato in ruolo presso l’istituzione scolastica ove ha svolto il periodo di prova, è tenuto a rimanere nella predetta istituzione scolastica, nel medesimo tipo di posto e classe di concorso, per almeno altri quattro anni.
Viene quindi reintrodotto il blocco quinquennale per la mobilità territoriale e per la mobilità annuale (utilizzazione ed assegnazione provvisoria). Leggendo tale stramberia ci chiediamo quale altra categoria professionale ha questo blocco nel nostro paese?
Tale disposizione è stata introdotta solo nel dicembre 2018 (legge 30 dicembre 2018, n. 145) e trova applicazione per il personale individuato per il percorso annuale di formazione con decorrenza 1.09.2019, quindi a.s. 2019/2020. Perché però al momento dell’assunzione in servizio a T.I. non è stato comunicato nulla agli aspiranti in ruolo? Perché in nessun documento firmato (nomina USR e contratto presso scuola di titolarità) appariva questo blocco quinquennale? Ci sembra quindi ovvia una mancanza di qualsiasi giustificazione sul piano logico e pratico del Governo.
Si tratta di un evidente, illegittimo e inspiegabile errore, soprattutto se si considera nello specifico la modalità in cui viene trattata una identica categoria di docenti.
I docenti che hanno partecipato al medesimo percorso Fit (ed inseriti nella medesima graduatoria regionale di merito) ed individuati per il percorso annuale di formazione iniziale (che si converte in incarico a tempo indeterminato in caso di positiva conclusione dello stesso) vengono distinti in due categorie: i più fortunati individuati per il percorso annuale nell’a.s. 2018/2019 ed i meno fortunati in quanto individuati per il percorso annuale nell’a.s. 2019/2020.
Per quelli individuati per l’a.s. 2018/2019, continua ad essere consentita la mobilità, anche interprovinciale, senza vincoli, mentre per i secondi, ossia quelli individuati per l’a.s. 2019/2020, si applica il vincolo quinquennale, con anticipo rispetto a quanto previsto dal nuovo comma 3 dell’art.399 del D.Lvo 297/94.
Quindi, per i soli sfortunati inseriti nella graduatoria regionale di merito del Fit ed individuati per il percorso annuale nell’a.s. 2019/2020 viene inspiegabilmente anticipato il vincolo quinquennale che entrerà in vigore solo per i neo immessi in ruolo dall’1.09.2020. Perché questa inaccettabile diversità di trattamento?
Questa differenziazione appare francamente priva di alcuna logica, e presenta evidenti profili di irragionevolezza e disparità di trattamento tra categorie identiche. Ci sembra evidente che questo errore del Governo discrimina alcuni insegnanti e non altri, mostrando un paradosso e un contraddittorio.
Se il Governo non cambia la norma, molti docenti la impugneranno in tribunale. “Bisogna unire e non dividere le famiglie” ci tranquillizzava settimane fa la Ministro Azzolina parlando in televisione. Occorre quindi trovare velocemente soluzioni diverse e costituzionali. Non è possibile tenere fermi i docenti della secondaria per un lustro. Questo pregiudica il ricongiungimento ai propri affetti, pure in presenza di posti disponibili.
Purtroppo, anche in quest’occasione, il Ministero ha mostrato assoluto disinteresse alle istanze avanzate dalle organizzazioni sindacali che, prima che scoppiasse l’emergenza coronavirus, avevano sollevato il problema rimanendo tuttavia inascoltate.
A questa disorganizzazione e illogicità, che rappresenta una novità per la mobilità di quest’anno, si associano problemi già noti, quali l’impossibilità di trasferimento su posto comune per i docenti assunti su sostegno prima di cinque anni ma in possesso di servizio di sostegno pre-ruolo, il mancato riconoscimento della precedenza anche nei trasferimenti interprovinciali per chi assiste un familiare disabile, la decurtazione del punteggio per il servizio pre-ruolo nelle graduatorie interne d’istituto, la mancata valutazione del servizio in scuola paritaria e del servizio militare prestato non in costanza di nomina per la mobilità volontaria e per quella d’ufficio.
Ad oggi solo Orizzontescuola e Tecnicadellascuola hanno denunciato questa illegittimità con articoli pubblicati nei loro rispettivi siti. I sindacati sono irraggiungibili telefonicamente così come la Ministro dell’Istruzione e i suoi Vicepresidenti lo sono per e-mail. A chi rivolgere quindi la nostra richiesta, il nostro grido? Chi darà voce al nostro disagio e al nostro disappunto? Chi accenderà una luce in questo buio burocratico? Chi romperà il silenzio del Governo in merito a questo blocco?
Il Ministro Azzolina probabilmente non ha ancora avuto momenti di riflessione durante questa pandemia perché impegnata in Tv, in dirette streaming e al Governo. Come sarà la nostra scuola quando potremo ricominciare? Ricominciare ad uscire, a tossire senza specificare che non stiamo male, a fare lezione in presenza tra i corpi e le emozioni dei nostri studenti, ad abbracciare i nostri cari dopo un’intensa giornata di lavoro? Come saremo quando ritorneremo in presenza, vicini, insieme?
Quello che saremo sarà quello che avremo saputo costruire nei giorni del Covid-19. Ognuno sarà quello che avrà coltivato, pensato e rielaborato. Sì, rielaborato, perché l'uomo non è ciò che gli viene detto o imposto, ma è ciò che pensa, rielabora e condivide con l’altro a partire da tutto ciò che incontra.
Spero che il Governo rielabori le sue convinzioni e decisioni dopo averci ascoltato e magari incontrato. Le nostre istituzioni governative hanno però oggi un’opportunità: rispondere alle necessità dei suoi docenti e mantenere aperto il dialogo e il confronto.
Le previsioni fatte, nella giornata di ieri, dal Fondo Monetario Internazionale evidenziano come la pandemia di Covid-19 porterà un impatto devastante sull'economia globale. Per quanto riguarda il 2020, la produzione economica globale è prevista in calo del 3%.
Si tratta, ovviamente, di previsioni che, in quanto tali, conservano un certo grado di incertezza ma questi dati offrono un primo riscontro su quanto ci attenderà nei mesi a venire.
Gli unici due Paesi che si salveranno dal segno meno nel 2020 saranno l'India (+1,9%) e la Cina (+1,2%), mentre la contrazione dell'Italia assumerà contorni drammatici: il calo, secondo il Fondo Monetario, arriverà al - 9,1%. Un vero e proprio tracollo, ancor più preoccupante se confrontato con la media dell'Eurozona (-7,5%). Peggio dell'Italia, fa solo la Grecia (-10%).
Abbiamo provato a ragionare delle difficoltà che ci troveremo a fronteggiare a seguito dell'emergenza coronavirus con il professor Gerardo Villanacci, ordinario di diritto privato all'Università Politecnica delle Marche, provando anche a ipotizzare delle possibili soluzioni per il rilancio.
La crisi che stiamo vivendo può essere paragonata a quelle vissute in passato?
"I confronti con il passato non reggono, nemmeno paragonando la situazione attuale con la Grande Depressione del secolo scorso. La crisi interessa tutti i Paesi, c'è poco da comparare.
Al momento, tutti siamo presi dalle cause della malattia. Siamo interessati, cioè, a trovare rapidamente le cure e un vaccino efficace. Tuttavia gli effetti sopravvivono alla cause, e noi li stiamo già vivendo. Piaccia o meno, inevitabilmente, tutto cambierà. Quello che possiamo fare è guidare questo cambiamento".
In cosa consisterà il cambiamento?
"Il cambiamento sarà anzittutto valoriale. Il valore salute, che si può declinare sia come diritto alla salute che come tutela dell'ambiente, diverrà prioritario e andrà coniugato con quello della libertà delle iniziative economiche e personali. Bisognerà ripensare il welfare state, ripristinando quello che già abbiamo: una legislazione all'avanguardia.
Un esempio su tutti è quello del principio di precauzione, che abbiamo formalmente attuato ma poi non applicato. Per principio di precauzione si intende l'insieme delle iniziative volte a preservare la nostra salute in situazioni emergenziali. Se lo avessimo applicato, certamente non avremmo inciso così pesantemente sulla riduzione per le spese della sanità pubblica e non ci saremmo trovati nella condizione di non avere neppure le mascherine e la disponibilità di posti letto".
Riusciremo a venire fuori da questa situazione e come?
"Ne verremo fuori, ma ad alcune condizioni. Anzitutto scongiurando l'insidia del luogo comune, ovvero l'idea astratta che si fonda sulla fiducia. 'Ne usciremo perché ne siamo usciti fuori in passato, e siamo un gran popolo'. Non si va avanti con i luoghi comuni. Per venirne fuori bisogna lottare e combattere, e quindi partire da alcuni elementi centrali".
Quali sono gli elementi centrali su cui fondare la ripartenza?
"Anzitutto occorre preservare lo stato sociale, ovvero quell'insieme di attività - prevalentemente pubbliche, ma anche di enti privati - che forniscono sostegno a chi si trova in condizione di bisogno.
Bisogna partire dalle cose di cui abbiamo effettivamente bisogno con poche, ma chiare, regole e leggi che siano prontamente applicabili. Tutto ciò, oggi, non sta accadendo. Da fine febbraio abbiamo assistito a una profusione di decreti legislativi, uno dietro l'altro. Documenti da 60 pagine che neanche un giurista esperto riesce a interpretare. Alle persone va detto chiaramente cosa devono fare, senza incertezze o contraddizioni".
Il secondo punto è quello di attuare, piccole, ma grandi riforme. In primo luogo, la riforma fiscale.
"Questa emergenza va colta come occasione per cercare di uscire dalla crisi istituzionale in cui ci troviamo da anni. Bisogna semplificare, non abbiamo più bisogno del surplus formalistico dello Stato. Da una situazione drammatica, bisogna fare in modo che se ne esca migliorati.
La politica, più che nel passato, è chiamata a svolgere un ruolo importante: quello della semplificazione, non della complicazione. Partiamo, dall'offerta dei servizi essenziali, senza più fronzoli."
Che fine farà, in tutto questo, l'Europa?
"Tutti, a livello economico, si affidano all'azione della Banca Centrale Europea. E da questa, certamente, arriveranno aiuti. Per il resto, anche qui, si ha l'occasione di realizzare quell'Unione che non c'è mai stata, di fatto. Gli Stati non hanno mai avuto un elemento comune per divenire davvero un'Unione. L'elemento comune che avrebbero dovuto avere, una costituzione, non c'è mai stato. Ci si è limitati a costruire un'unione di titpo economico".
La sorveglianza veterinaria e gli studi sperimentali suggeriscono che gli animali domestici siano, occasionalmente, suscettibili a SARS-CoV-2.
Viceversa, attualmente, non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella trasmissione di SARS-CoV-2 all’uomo.
L'elevata circolazione del virus tra gli esseri umani sembra non risparmiare, in alcune occasioni, gli animali che condividono con l'uomo ambiente domestico, quotidianità e affetto.
Al 2 aprile 2020, a fronte di 800 mila casi confermati nel mondo di COVID-19 nell’uomo, sono solamente 4 i casi documentati di positività da SARS-CoV-2 negli animali da compagnia; due cani e un gatto ad Hong Kong e un gatto in Belgio. In tutti i casi, all'origine dell'infezione negli animali vi sarebbe la malattia dei loro proprietari, tutti affetti da COVID-19.
Pertanto, anche se la possibilità che gli animali domestici possano contrarre l'infezione è scarsa, la comunità scientifica si pone domande in merito alla gestione sanitaria degli animali di proprietà di pazienti affetti da COVID-19.
Per tali motivi, anche la Regione Marche ha redatto un vademecum sui comportamenti da seguire per la tutela dell'animale.
La raccomandazione generale è quella di adottare comportamenti utili a ridurre quanto più possibile l'esposizione degli animali al contagio.
Quando si maneggia e ci si prende cura degli animali, è necessario rispettare sempre le buone misure igieniche di base e comportamentali.
Ciò include il lavaggio delle mani prima e dopo aver maneggiato animali, il loro cibo o le loro provviste, nonché evitare di baciare, leccare o condividere con essi il cibo.
In generale, quando possibile, le persone che sono malate o sottoposte a cure mediche dovrebbero evitare uno stretto contatto con i loro animali domestici e avere un altro membro della famiglia che si prende cura degli stessi.
Raccomandazioni per la gestione degli animali in ambiente domestico di pazienti in isolamento fiduciario o obbligatorio per COVID-19
La persona con sospetta o accertata infezione COVID-19 deve evitare i contatti stretti con gli animali da compagnia.
Gli animali che vivono in casa devono soggiornare in altre stanze o, se ciò non è possibile, bisogna mantenere una distanza dì almeno 1 metro dagli animali che vanno opportunamente confinati in spazi dedicati.
La persona con sospetta o accertata infezione COVID-19 deve indossare guanti monouso e una mascherina chirurgica accuratamente posizionata sul viso quando si avvicina o accudisce l’animale da compagnia.
Lavare accuratamente le mani con acqua e sapone, o con una soluzione idroalcolica:
· prima e dopo ogni contatto con gli animali da compagnia o con il suo ambiente
· prima e dopo aver preparato loro il cibo
Pulire e disinfettare quotidianamente le ciotole del cibo e dell’acqua, nonché le superfici di stazionamento dell’animale. Le operazioni devono procedere dall’alto verso il basso. Il pavimento deve essere l’ultima superficie trattata. Utilizzare un normale disinfettante a base di cloro (candeggina) alla concentrazione di 0,5% di cloro attivo, oppure con alcol 70%, indossando guanti e indumenti protettivi.
La preparazione per l’uscita di casa dei cani (sgambatura), deve essere effettuata indossando mascherina e guanti ed applicando un guinzaglio pulito e disinfettato.
La persona convivente non sottoposta a misure di isolamento, incaricata del servizio, deve indossare sempre mascherina e guanti.
Se il servizio è effettuato da una persona esterna (parente, conoscente, Associazione) per la consegna il cane viene legato all’esterno dell’abitazione per evitare che la persona incaricata entri nella stessa.
Ogni superficie toccata (maniglie, porta, zerbino, ecc) deve essere pulita e disinfettata.
Al rientro in casa del cane è sufficiente eseguire:
· spazzolatura del mantello
· controllo e pulizia dei cuscinetti plantari
In caso di emergenza veterinaria rivolgersi al veterinario di fiducia per stabilire le modalità di intervento e trasporto dell’animale da compagnia presso la struttura sanitaria.
Qui il vademecum scritto dalle Regione Marche sui comportamenti da adottare
Il Gores ha trasmesso le schede relativa alle progressioni e agli esiti delle indagini di laboratorio delle ultime 24 ore. I tamponi risultati positivi al Covid-19 sono 77 sui 662 analizzati. I nuovi casi portano il numero complessivo di contagiati nella Regione Marche a 5503 su un totale di 22.611 campioni testati.
Si registra un leggrissimo incremento rispetto alla giornata di ieri nel rapporto tra positivi e tamponi analizzati (l'incidenza era del 10,32 contro l'11,63 di oggi).
L'incidenza generale, invece, in base al totale dei positivi rapportato ai tamponi effettuati, fino ad oggi, è del 24,33, contro i 24,72 di ieri. Conferma la discesa della progressione dei contagi, seppur lenta.
Leggi qui i dati divisi per Provincia
Di seguito, nel dettaglio, i dati del Gores
In base al decreto del Governo del 10 aprile, i cui effetti decorrono da oggi, viene consentita una graduale riapertura delle attività produttive.
In particolare, si consente l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di manutenzione, vigilanza e conservazione.
Tutte le attività sono tenute al rispetto delle disposizioni attualmente in vigore in relazione all'emergenza epidemiologica in essere, con particolare riguardo ai contenuti del "protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro" sottoscritto il 14 marzo 2020 fra il Governo e le parti sociali.
In relazione alle previsioni del decreto, si ritiene che siano ammesse:
- le installazioni e gli allestimenti stagionali necessari per l'apertura degli stabilimenti balneari oltre che di piccoli chioschi già autorizzati, e pertanto senza esecuzione di modifiche o nuove opere, purché le stesse siano svolte all'interno della concessione demaniale marittima senza interferire con spazi pubblici e con l'area di cantiere segnalata e recintata per impedire l'accesso ad estranei;
- i ripascimenti stagionali e la sistemazione delle spiagge con mezzi meccanici con le medesime modalità operative di cui sopra;
- le opere minori di cui al D.P.R. 6 giugno 2001 n ° 380 "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia" come di seguito indicate: attività edilizia libera per piccoli interventi, di cui all'art. 6 del D.P.R. 38/01/2001; opere edilizie per le quali è sufficiente la CILA, di cui all'art. 6bis del D.P.R. 38012001;
- prestazioni di servizio di carattere artigianale rese da terzi per interventi di manutenzione a bordo di imbarcazioni da diporto all'ormeggio.
Il decreto non pone inoltre limitazioni al normale svolgimento delle attività agricole stagionali e di quelle relative agli allevamenti (conduzione superfici foraggere, pascolamento, distribuzione reflui, governo e cura dei capi zootecnici) né allo svolgimento delle attività inerenti alle filiere agro-alimentari, assicurando quindi una continuità dei conferimenti e delle forniture, da parte delle aziende agricole alle imprese di trasformazione agro-alimentare, e il mantenimento dei flussi produttivi di alimenti.
Il D.P.C.M. 10 aprile 2020 ha inoltre inserito tra i codici ATECO consentiti il codice 81.3 "Cura e manutenzione del paesaggio" con esclusione delle attività di realizzazione e consentendo pertanto quanto di seguito indicato:
- cura e manutenzione di parchi e giardini per: abitazioni private e pubbliche, edifici pubblici e privati (scuole, ospedali, edifici amministrativi, chiese eccetera), terreni comunali (parchi, aree verdi, cimiteri eccetera), aree verdi per vie di comunicazione (strade, linee ferroviarie e tranviarie, vie navigabili, porti, aeroporti), edifici industriali e commerciali;
- cura e manutenzione di aree verdi per: edifici (giardini pensili, verde per facciate, giardini interni eccetera), campi sportivi (campi di calcio, campi da golf eccetera), campi da gioco, aree per solarium ed altri parchi per uso ricreativo, acque lacustri e correnti (bacini, bacini artificiali, piscine, canali, corsi d'acqua, sistemi di scolo).
Il DPCM autorizza, altresì, la ripresa delle attività relative alla costruzione di opere idrauliche.
È confermata la piena operatività dei cantieri relativi alla realizzazione di opere pubbliche, finalizzate al ripristino dei danni conseguenti ad eventi alluvionali e, più in generale, alla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico e alla difesa degli abitati dall'azione del mare.
Le attività di manutenzione e propedeutiche alla consegna dei mezzi navali già allestiti da parte dei cantieri navali ed il loro spostamento dal cantiere all'ormeggio sono autorizzate previa comunicazione al Prefetto ed alla Autorità Marittima competente ed ottenuto l'assenso delle parti sociali.