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Coronavirus, inizia a delinearsi la Fase 2: ecco la classi di rischio per le aziende

Coronavirus, inizia a delinearsi la Fase 2: ecco la classi di rischio per le aziende

La task force istituita dal Governo, con a capo l’ex ad di Vodafone Vittorio Colao, per definire la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, in cui saremo tutti chiamati a convivere con il Covid-19, ha iniziato a stabilire i primi punti di un piano più complesso che porterà alla riapertura graduale di tutte le attività produttive e commerciali.

Anche se la parola d’ordine della fase 2 , annunciata poche settimane fa dal Premier Conte, sarà smart working, la commissione Colao ha stilato una griglia di 97 voci,  derivanti dai Codici Ateco dell’Istat, con l'indicazione del livello di rischio in base all'attività. Uno dei parametri utilizzati riguarda proprio il livello di aggregazione sociale, cioè il rischio di assembramento di persone per ogni categoria e seguendo questa logica le  classi di rischio sono state così suddivise: basso, medio e alto, con alcune sfumature intermedie.

Non necessariamente a una classe di aggregazione alta corrisponde sempre un elevato livello di rischio. Mentre è vero tendenzialmente il contrario, e cioè che a una classe di aggregazione bassa corrisponde un livello di rischio basso di contagio Coronavirus.

Rischio basso (verde)

Più della metà dei settori nella lista (49) ritenute a basso rischio integrato: l’agricoltura, la pesca, l’estrazione di minerali, le imprese edili e tutto il comparto dell’industria manifatturiera in generale (alimentare, tessile, chimica, metallurgica, di legno, carta e pelle, la fabbricazione di computer, auto e mobili). Semaforo verde anche per il settore editoriale e per la produzione cinematografica, per le attività immobiliari, le agenzie di viaggio e le biblioteche. Alcuni di questi settori, anche se considerati a basso rischio, sono stati sospesi come è successo alle imprese metallurgiche e quelle che producono mobili: queste attività potrebbero essere tra le prime a ripartire .

Rischio medio (giallo)

A rischio medio-basso, invece, sono valutati gran parte dei settori del commercio, a cominciare da ristorazione e attività sportive, ovvero bar e ristoranti e palestre che hanno chiuso subito i battenti al pubblico. La valutazione di riaprire dipende anche dal livello di aggregazione sociale: i negozi all’ingrosso pongono meno problemi di quelli posti nei centri commerciale. Stesso livello di criticità medio-basso anche per l’istruzione e la scuola (sospese) e per un altro settore chiave come i trasporti: quelli terrestre (bus, treni) e marittimi sono considerati a rischio medio-basso. I lavoratori impiegati nella gestione delle reti fognarie, nell’assistenza sociale residenziale e nelle ricevitorie, nei locali per le scommesse e nelle sale da gioco hanno invece un rischio integrato medio-alto. Stesso discorso anche per i servizi alla persona e per i collaboratori domestici.

Rischio alto (rosso)

Allerta rossa per il trasporto aereo, l’assistenza sociale e quella sanitaria non residenziale. Si tratta di attività mai sospese (anche se fortemente limitate come per i voli o con procedure stravolte come per gli ospedali) , ma ritenute ad alto rischio integrato proprio per le mansioni e i livelli di dell’aggregazione sociale che comportano.

 

 

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