di Paola Pauri Instagram: @pauripaola2019

Il "sacro inviolabile": come difendere la nostra pace interiore dagli attacchi esterni

Il "sacro inviolabile": come difendere la nostra pace interiore dagli attacchi esterni

Amarsi significa rispettarsi e onorare la propria natura, ergendo dei sani confini nei confronti di chiunque non mostri gentilezza e sincerità. Purtroppo spesso siamo noi ad aprire le nostre porte a persone e situazioni che ci portano dolore e confusione, privandoci della nostra energia vitale. Così, inconsapevolmente, invece di proteggerci e tutelare la nostra serenità, ci lasciamo coinvolgere ed influenzare da dinamiche che non ci appartengono. Ci sono persone che, a causa dei loro traumi irrisolti, inconsapevolmente hanno bisogno di innescare discussioni e creare tensioni con l'obiettivo  di farci perdere il controllo. In questi casi vengono lanciate vere e proprie esche emotive per intrappolarci nelle loro dinamiche disfunzionali. Non possiamo permettere che la nostra energia e serenità vengano turbate senza un reale motivo. Cosa possiamo fare per proteggerci dalla tossicità esterna? Sebbene non possiamo cambiare gli altri , abbiamo il potere di modificare il nostro approccio alle provocazioni. Possiamo imparare a controllare le nostre reazioni emotive evitando di entrare nel gioco delle provocazioni, restando il più possibile freddi con risposte neutrali scevre da ogni investimento emotivo. Quando subiamo un attacco esterno, è utile fermarci e chiederci quanto sia importante nella nostra scale dei valori ciò che sta accadendo. Spesso scopriamo che  la situazione è lontana dalla nostra realtà e non ci appartiene. Se proviamo a vedere l’altro come un bambino che fa dei capricci, abbiamo maggiori possibilità di non cadere nel gioco della provocazione. In questo modo possiamo preservare la nostra pace mentale e dimostrare che le sue tattiche non funzionano su di noi. Per comprendere se alcune persone sono tossiche per noi, è fondamentale ascoltare le nostre sensazioni. Se la loro presenza ci lascia esausti, ansiosi o turbati, sono segnali da non ignorare. Questi individui possono cercare di manipolarci, facendoci dubitare delle nostre affermazioni, approfittando delle nostre insicurezze con critiche costanti. È importante ricordare che queste critiche non definiscono chi siamo ma rivelano le fragilità e i traumi di chi le esprime. Essere consapevoli di queste dinamiche ci permette di stabilire dei solidi confini tra il nostro mondo e l’esterno, salvaguardando, così, l'equilibrio emotivo.

27/10/2024 11:10
Emozioni positive e salute: la scienza svela il legame

Emozioni positive e salute: la scienza svela il legame

Ippocrate, il celebre medico greco vissuto nel V secolo a.C. affermava di gioire dei propri poteri interiori, poiché sono alla base della salute e della perfezione. Credeva che per curare un paziente fosse fondamentale studiare le sue abitudini di vita ed il suo passato, considerando che l’essere umano è il risultato non solo delle sue caratteristiche fisiche, ma anche delle influenze ambientali che impattano sulle sue emozioni e pensieri e quindi sul suo stato di salute. Egli cercava le cause che, nel paziente, avevano portato alla rottura dell’equilibrio originario e allo sviluppo della malattia. Ippocrate fu un pioniere di una visione che considera l’individuo come un insieme di corpo, mente, emozioni e spirito, influenzato dall’ambiente in cui vive. Si mira così a curare la persona nella sua totalità, senza limitarsi a trattare singole parti del corpo o sintomi isolati. Questo percorso inizia nel V secolo a.C e si estende fino al 2024 con il biologo americano Victor Ambros che insieme a Gary Ruvkun hanno ricevuto il premio Nobel per la medicina per le loro ricerche sul micro-Rna. Questi illustri scienziati hanno scoperto il principio fondamentale che regola l’espressione dei geni. L’epigenetica ci permette di conoscere come modificare l’azione dei nostri geni e, di conseguenza, la predisposizione genetica a certe malattie.  Grazie a questa innovazione, i geni non sono più il nostro destino; possiamo influenzare la loro attivazione attraverso scelte consapevoli legate all’alimentazione, all’attività fisica e ad un'ambiente emotivamente equilibrato, promuovendo una vita centrata e consapevole nella cura di noi stessi.  Quindi accanto al nostro stile di vita è essenziale considerare ciò che coltiviamo interiormente. Infatti gli studi ci hanno dimostrato che le emozioni e i pensieri influenzano i telomeri, i cappucci dei nostri cromosomi, che la scienza utilizza come biomarcatori della longevità. Le persone che nutrono una buona energia vitale, alimentando sentimenti di gentilezza, perdono ed empatia tendono a vivere più a lungo e a ammalarsi di meno.  

20/10/2024 11:40
L'illusione del perfetto: chi è l'anima gemella di Narciso?

L'illusione del perfetto: chi è l'anima gemella di Narciso?

Nella mia analisi sulla figura del Narcisista e della sua Vittima, adotterò il maschile per la prima e il femminile per la seconda, per una convenzione puramente grammaticale, considerando che il narcisismo può manifestarsi in entrambi i generi. La Vittima del Narcisista è una persona insicura che, durante l’infanzia, non ha ricevuto l’affetto e la protezione necessari, sviluppando così profonde fragilità. Il Potenziale partner, desideroso di ricevere finalmente le attenzioni e l’amore mancanti nell’infanzia, viene attratto dalla recita del Narcisista, che si mostra con un atteggiamento adulatorio, gentile e solare.  Crede, così, di aver trovato finalmente la cura per le proprie ferite, diventando inconsapevolmente la vittima del suo bisogno di essere amato. Sia la vittima che il suo carnefice portano dentro di sè profonde insicurezze, nate quando erano ancora bambini, ma hanno reagito in modi opposti e speculari. La prima cerca qualcuno da accudire e da comprendere, il secondo tenta di controllare l’altro, instaurando una dipendenza che confermi costantemente la sua superiorità. La vittima si contraddistingue per una forte empatia accompagnata dal desiderio di salvare l’altro, donando tutta se stessa per un ideale d’amore che, in realtà, si rivela essere solo un’illusione. Si crea così un connubio perfetto, un incastro tossico in cui entrambi costruiscono la loro Comfort Zone, basata su un equilibrio ambiguo e confuso. La vittima si barcamena senza alcuna consapevolezza, intrappolata nel  comportamento altalenante del narcisista che alterna dolorosi abusi psicologici a momenti di apparente felicità e amore.  Questi attimi di connessione emotiva la rendono riluttante ad allontanarsi, spingendola a credere di dipendere completamente dal suo carnefice. Le manipolazioni subite l’hanno convinta di non valere e di non poter essere autonoma. Per spezzare queste dinamiche è fondamentale confrontarsi con il mondo esterno dal quale si tende ad estraniarsi e cercare l’aiuto di un professionista che possa accompagnare in un percorso di ricomposizione della personalità frammentata. All’inizio il cammino sarà impegnativo, ma attraverso un profondo processo di consapevolezza, si potrà aprire una nuova via e scoprire una vita libera e felice.  

13/10/2024 11:30
Dal mito di Narciso alle sue declinazioni nel mondo moderno

Dal mito di Narciso alle sue declinazioni nel mondo moderno

Oggi tutti parlano di Narcisismo, da dove nasce tale patologia e come si è sviluppata nella nostra società attuale? Il mito greco ci racconta di  Narciso, incapace di amare e sprezzante della travolgente passione della giovane Eco nei suoi confronti. La dea Nemesi per punire il ragazzo, lo condanna ad amare soltanto e sempre un’immagine vana di sé stesso riflessa in una fonte; Narciso consumato da questo illusorio amore, trascura completamente il suo corpo fino al punto di morire, trasformandosi poi nel fiore omonimo.  La prima caratteristica che mi colpisce di questo personaggio è la totale mancanza di amore per gli altri e di un vuoto del desiderio che lo porta ad innamorarsi di un’immagine fallace di sé stesso, impossibile da raggiungere, nella quale, però, ha un bisogno disperato di credere. Questo mito fu ripreso e portato come concetto clinico alla fine del 1800 da Sigmund Freud che vide alla base di questa patologia un amore non rivolto verso l’esterno ma tutto indirizzato al proprio Io, tale da portare ad un’alterazione del giudizio della realtà circostante. Nella civiltà odierna esistono varie patologie di Narcisismo, colui che riuscì a definire quelle che sono, in linea di massima, le caratteristiche comuni alle varie forme di Narcisismo fu lo psichiatra e psicoanalista Otto Kernberg.  Il soggetto narcisista è un individuo sostanzialmente fragile, la cui debolezza nasce da mancanze dell’infanzia che hanno portato ad un tipo di attaccamento insicuro. Egli non si sente all’altezza del mondo circostante, per lui gli altri sono inaccessibili, per cui deve negare i suoi bisogni affettivi nei confronti delle persone, con il distacco, la freddezza e la totale mancanza di empatia. Crea, inoltre, una fusione del suo vero Sé con un’immagine di un Sé ideale, perfetto, una sorta di Super Io onnipotente incapace di sbagliare.  Gli altri, nei confronti dei quali prova raramente un reale senso di colpa o rimorso, diventano, così, un puro strumento per sostenere la sua auto immagine.  Egli costruisce una sorta di autoinganno in cui dà vita ad una sua realtà in cui agli occhi degli altri è forte ed onnipotente e nella quale è inconcepibile un suo errore, arriverà anche a negare la verità stessa pur di proteggere la propria autostima e l’ammirazione altrui. Tutto ciò che sentirà come minaccia verrà sostituito da una versione distorta ma necessaria per difendere il suo falso Sè, in tal modo ogni brutta azione troverà una giustificazione. Il Narcisista, purtroppo, vive in uno stato di vuoto affettivo, non è in grado di comprendere i propri stati mentali e quelli degli altri per una mancanza di reale consapevolezza di sé stesso. Egli non è interessato a crescere e ad evolvere perché dentro di sé il suo Io reale già coincide con un Io ideale, ma non avendo alcuna aspirazione a migliorare e a progredire, una parte di sé è come se fosse già morta.  

06/10/2024 11:58
Da Recanati al mondo: Adolfo Guzzini si racconta nel libro "Ho visto la luce"

Da Recanati al mondo: Adolfo Guzzini si racconta nel libro "Ho visto la luce"

Descrivere Adolfo Guzzini come un uomo illuminato potrebbe apparire un semplice gioco di parole, in realtà questo titolo racchiude la vera essenza di un uomo dotato di una speciale luce interiore che gli ha permesso di guardare oltre, con una  tale  visione che, partendo dalla sua amata Recanati, lo ha portato in tutto il mondo. Con il suo sguardo vivo, curioso e allo stesso tempo profondo e attento ci accoglie nell'Auditorium I Guzzini Illuminazione per presentarci il suo libro "Ho Visto la Luce". Siamo in tantissimi, nell'aria si sente una bella energia, di chi è presente per il reale piacere di esserci,  per onorare un uomo che ha realmente "portato la luce di Recanati nel Mondo". Il dottor Guzzini nel presentarci il suo libro, in cui ci parla della sua vita, intrecciata alla sua esperienza imprenditoriale familiare e territoriale, ci racconta della sua infanzia e di come, essendo il più piccolo di sette fratelli, abbia sempre ascoltato ed osservato i più grandi per imparare e crescere. Sembra che l’arte dell’ascolto Adolfo non l’abbia mai persa e che questa costituisca una delle sue grandi qualità insieme all’empatia e all’umiltà con le quali si approccia a tutte le persone che collaborano con lui. E’ consapevole che l’azienda è composta da uomini e donne che ci hanno creduto e lui ricambia con attenzione. Un uomo competente e lungimirante, attento alla ricerca e allo sviluppo scientifico, dotato non soltanto di grandi capacità cognitive, ma anche  di quell’intelligenza emotiva che gli permetterà di comprendere ed intuire l’animo umano, di poter comunicare ed interagire con tutti con la consapevolezza e la chiarezza di un vero Leader. Una sensibilità artistica e creativa che lo ha portato a collaborare con i designer più famosi al mondo, tutti contagiati dal suo entusiasmo. Quando  Adolfo Guzzini definisce la "Luce come essenza della vita" ci trasmette una visione umanistica del concetto di luce e di quanto questa rappresenti un elemento fondamentale per la nostra vita; egli ha diffuso una cultura dell’illuminazione volta a sensibilizzare sulla profonda influenza della luce sull’essere umano, perchè la luce ha la magia di creare armonia, di plasmare immagini e spazi. La luce ha un grande valore estetico che può condizionare il mondo ovunque essa venga portata; non solo nelle strade, nelle case, ma anche nei musei, illuminando dipinti ed opere d’arte dal valore inestimabile. Adolfo Guzzini con la sua presenza ci racconta  la storia di un uomo che si è distinto perché, nel rispetto dei valori della sua terra d’origine e della sua famiglia, ha espresso con passione e fedeltà a sé stesso la propria essenza ed i propri talenti, qualità con cui si nasce  e che, se manifestate, rappresentano la vera fonte di felicità per noi stessi e per gli altri.

02/10/2024 15:58
I neuroni specchio: la spiegazione scientifica dell'empatia

I neuroni specchio: la spiegazione scientifica dell'empatia

Quando osserviamo un’altra persona compiere una particolare azione, dentro di noi si attivano gli stessi neuroni che entrano in gioco quando siamo noi a compiere quello stesso gesto. Questi neuroni si chiamano neuroni specchio e sono stati scoperti nel 1992 dal neuroscienziato italiano Giacomo Rizzolatti. Noi possiamo capire gli altri dal nostro interno, nello specifico, osservando l’altro, lo  comprendiamo perchè dentro di noi evoca lo stesso programma. Se partiamo da una delle emozioni di base, come il disgusto, e guardo una faccia che prova disgusto, è stato sperimentato che nel mio cervello si attiva la stessa area dell’altro e provo anch'io quella sensazione. In questo caso si è creato uno stato empatico tra me e l'altra persona, perché viviamo il medesimo stato emozionale. Questa esperienza è intuitiva perché non deduco ma sento ciò che prova l’altro e ciò mi permette di dare una base anche scientifica al profondo legame che esiste tra gli esseri umani. Comprendere emozionalmente l’altro, avere la capacità di relazionarsi e di solidarizzare con i loro dolori e le loro gioie è fondamentale per la sopravvivenza della specie. I Neuroni specchio mi aiutano non soltanto a sentire ciò che fa l’altro ma anche a capire l’intenzione dietro a quell’azione, per cui è proprio grazie ad essi che io comprendo se l’altro prende un bicchiere per bere o per lanciarmelo contro, permettendomi, quindi, di reagire in tempo reale. L’empatia nasce da una sorta di radar che ho nel cervello che ha la capacità di sintonizzarsi con il cervello degli altri. Quando i neuroni specchio non lavorano, non sento la comunione umana, quindi l’empatia viene a mancare e si possono compiere anche delle cattiverie perché l’altro viene vissuto come diverso da sé e non si prova nulla per l'altrui sofferenza. Con molta probabilità si nasce con questa capacità ma è stato studiato che i fattori culturali e le credenze diffuse possano attivare o disattivare i neuroni specchio, portando a provare più o meno empatia verso determinati gruppi di persone o animali.  Un esempio di ciò potrebbe essere dato dai movimenti animalisti che stanno portando ad una nuova sensibilizzazione nei confronti di una  percezione empatica per la sofferenza provata dagli animali.

29/09/2024 10:30
"La gelosia è anacronistica?"

"La gelosia è anacronistica?"

"Come geloso io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia possa ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità; soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri...".  Queste parole di Roland Barthes nel suo libro "Frammenti di un discorso amoroso" esprimono in pieno l’angoscia che si prova nel sentire tali emozioni così contrastati ed intense. La mente tenta di razionalizzare e controllare ciò che il cuore non riesce a domare. Tutti noi vorremmo essere liberi da questo stato, c’è chi fieramente si dichiara non geloso, ma non sempre ciò è possibile. La gelosia in realtà ha un’origine atavica stabilizzante, perché il maschio sorvegliando e difendendo la femmina garantiva la sopravvivenza della specie. Così il maschio si garantiva la discendenza e la femmina otteneva protezione e sostentamento. Oggi la situazione si è evoluta e la gelosia fa parte dell’amore, perché nasce dal desiderio dei due amanti di costruire e proteggere il loro spazio sacro inviolabile e dal timore di perdere l’oggetto del desiderio e di venire così abbandonati. Molti considerano tale sentimento ormai anacronistico e si prova quasi vergogna nell’ammettere tale fragilità, riconoscere di essere gelosi significa dichiarare apertamente di essere deboli ed insicuri. C’è un filone, poi, che al contrario ritiene che tanto più si è gelosi tanto più si ama, ma questo aspetto va valutato con grande attenzione, perché a volte porta a legittimare comportamenti violenti, accettati in nome di una gelosia generata da un amore passionale, per il quale tanto più forte è il sopruso tanto più forte è l’amore. Analizzando i due estremi potremmo dire che esiste una terza realtà nella quale, se ben gestita, una giusta gelosia può essere sana e far bene alla coppia. Riconoscere l’amato come entità distinta da noi ci tiene viva la curiosità ed il desiderio di scoprire l’altro; la giusta distanza, in virtù della quale, non dobbiamo raccontare tutto di noi al nostro compagno/a evita la simbiosi nella quale spesso si cade nella fase iniziale. Quindi alimentare un’equa dose di gelosia alimenta un sano timore di perdere l’altro, non dando così per scontato il nostro rapporto.  

22/09/2024 10:30
Gli Accordi stipulati con la vita

Gli Accordi stipulati con la vita

Quando nasciamo abbiamo un’infinita capacità di imparare, di sognare ed innumerevoli possibilità di scelta; purtroppo, poi gli adulti ci indicano quali sono i giusti sogni da fare in conformità alle regole della società. Cresciamo credendo fedelmente che i sogni imposti dalla società attraverso gli insegnamenti di mamma, di papà, della scuola e della religione siano i nostri. In questo modo, in maniera inconsapevole, stipuliamo degli Accordi con la Società su come vivere la nostra vita. Diventiamo adulti con certezze inconfutabili su come comportarci in società, su cosa è bene e cosa è male, su ciò che è giusto o sbagliato. Cerchiamo, così, di essere il più possibile conformi per paura del giudizio esterno, anche quando sentiamo che forse la vita che stiamo conducendo non rispecchia il nostro reale sentire. Percepiamo di non essere completamente liberi ma non lo vogliamo vedere, perché una delle nostre più grandi paure è di metterci in gioco ed esprimere chi siamo realmente, per cui, per timore di non essere accettati, viviamo un’esistenza che qualcun altro ha scelto per noi. Per non deludere le aspettative degli altri creiamo una falsa immagine di perfezione perché nessuno può essere perfetto in questo mondo e così siamo i primi a giudicarci severamente creando uno stato di frustrazione. Per ribaltare questa situazione dobbiamo prendere Nuovi Accordi, ma questa volta solo con noi stessi. Siamo noi a decidere cosa mettere in gioco, definiamo noi la nostra vera essenza, ciò che ci appassiona, ciò che ci fa svegliare la mattina con entusiasmo, quali sono i nostri valori e ciò in cui crediamo. Ognuno di noi potrà definire il proprio unico meraviglioso sogno in cui credere. In questo modo passeremo da Accordi presi per paura ad Accodi presi con amore, generatrice di energia. Lo scrittore Don Miguel Ruiz nel suo libro “I Quattro accordi” ci parla in particolare di quattro Accordi ritenuti fondamentali per avvicinarci ad una vita più consapevole e libera. Nel primo Accordo ci invita ad essere “impeccabili con la parola”, perché la parola ha un potere magico, può creare gioia, bellezza e verità ma può anche distruggere, per cui attenzione prima di parlare! Nel secondo Accordo ci consiglia di “non prendere nulla in maniera personale” qualunque cosa ci venga detto, racconta molto su chi la pronuncia, per cui dobbiamo fidarci di noi stessi per credere o meno a ciò che ci dicono gli altri. Il terzo Accordo ci ricorda di “non supporre nulla”, perché spesso quando non comprendiamo, tendiamo a non approfondire, a non chieder , creiamo aspettative deluse per mancanza di vera comunicazione. Nell’ultimo Accordo Ruiz ci invita a “fare sempre del nostro meglio” sempre in base alle nostre possibilità in quel determinato momento, spinti da un nostro desiderio reale e non perché pensiamo alla ricompensa. Se faremo del nostro meglio per raggiungere la nostra libertà personale e per amare noi stessi, potremmo condurre una vita serena.  

15/09/2024 11:35
"L'energia segreta delle emozioni: lasciar fluire la vita"

"L'energia segreta delle emozioni: lasciar fluire la vita"

Ognuno di noi ha una propria luce che lo contraddistingue. Mi capita, a volte, di venire catturata all’improvviso da uno sguardo, una postura o un semplice gesto di uno sconosciuto, è come se vedessi oltre e riuscissi a carpire la luminosità della persona. È del tutto casuale e non risponde a nessuna logica razionale, è questione di energia! Ci sono individui in cui si può percepire il flusso naturale della forza vitale, questi sono dotati di un’energia emotiva, perché lasciano che le emozioni li attraversino, buone o negative che siano. Tale attitudine dona loro una carica speciale che influenza non solo il loro stato d'animo ma anche la percezione di loro stessi. Per esprimere questa energia abbiamo bisogno di vivere pienamente le nostre emozioni ed esternarle, tutti i turbamenti sono importanti e funzionali alla nostra esistenza. Quando non ci diamo il permesso di esternare ciò che proviamo, interrompiamo il flusso della vita e blocchiamo l'energia nel nostro corpo, creando, in questo modo, un vero dolore fisico ed emozionale. Lo squilibrio delle emozioni represse può causare problemi alla nostra salute. In particolare il Taoismo collega così le emozioni primarie ai nostri organi interni: la gioia è associata al cuore, la rabbia al fegato,la paura ai reni, la tristezza ai polmoni, l’ansia alla milza. Quando noi ascoltiamo, riconosciamo, accettiamo ed esprimiamo le nostre emozioni, ci permettiamo di restare connessi e presenti a noi stessi e ciò ci consente di far fluire la vita dentro e fuori di noi. In questo modo, il corpo non trattiene nulla e resta in salute, perchè produce quell’energia vitale che lo attraversa e lo rigenera, fonte di benessere fisico ed emozionale. Le emozioni negative possono farci del male nella misura in cui le accettiamo o le rifiutiamo, non possiamo evitare il dolore o la tristezza; l’unica medicina di cui disponiamo per attenuarli è permetterci di attraversarli per poi trasformarli. Accettare e lasciare fluire la vita con energia è il vero antidoto per la nostra felicità!    

01/09/2024 10:20
"Quale eredità emotiva lasceremo ai nostri figli?"

"Quale eredità emotiva lasceremo ai nostri figli?"

Ci affacciamo alla vita come anime pure pronte a vivere le infinite esperienze che siamo destinati ad esplorare. Il dna, il contesto sociale e le dinamiche di attaccamento dei nostri genitori andranno poi ad influenzare l’identità di ciascuno di noi. Non abbiamo molte possibilità di uscire illesi da questi condizionamenti esterni, i quali costituiranno le prove che dovremo affrontare per evolvere e ritrovare noi stessi in un percorso di evoluzione. In tale viaggio chiamato vita, avremo l’opportunità di scegliere chi siamo, dove andare e quale talento desideriamo esprimere. Ci viene concessa una grande responsabilità, scegliere se essere felici o accontentarci di condurre un’esistenza più o meno rassicurante, cercando di navigare a vista su di un mare imprevedibile, che non conosciamo così bene, nella speranza che la nostra barchetta possa reggere ai colpi delle onde. Ci rilassiamo quando il tempo è sereno ed il mare ci coccola con il suo dolce dondolio e andiamo in panico quando la burrasca prende il sopravvento. Cerchiamo di sopravvivere seguendo dinamiche interne di cui non siamo consapevoli che ci portano a ripetere spesso gli stessi errori. Così abbiamo costruito la nostra Comfort Zone in cui appunto barcamenarci, senza porci troppe domande. Altro è prendere il timone della nostra barca e scegliere in quale direzione andare; ciò è possibile lavorando su di noi per comprendere le nostre forze e le fragilità, cosa appartiene alla nostra essenza più pura ed arcaica e cosa invece ci è stato introiettato in maniera inconsapevole dai nostri genitori, i quali a loro volta hanno ricevuto dai loro genitori altre dinamiche psicologiche, così fino ad andare indietro di molte generazioni. Noi siamo il frutto non solo delle nostre esperienze ma anche di quelle vissute dai nostri avi con gioie e dolori, con il loro carico di traumi non elaborati, che purtroppo ricadono su di noi, ignari di tutto ciò. C’è un modo, però, per spezzare questa catena, per fare in modo che noi, i nostri figli e le generazioni future possano vivere in maniera più consapevole e serena: noi possiamo essere coloro che, lavorando sui traumi irrisolti ereditati dalle generazioni passate, riusciranno a spezzare la catena generazionale offrendo ai noi stessi e ai nostri discendenti un’esistenza più vera, felice e consapevole.  

25/08/2024 11:05
“La Libertà, tanto infinita quanto personale: come rendere le nostre scelte consapevoli”

“La Libertà, tanto infinita quanto personale: come rendere le nostre scelte consapevoli”

La parola libertà contiene in sè infinite possibilità. È un potere innato nell'essere umano di esternare i propri pensieri, emozioni, desideri, paure, bisogni, fantasie; è una condizione che ci permette di tradurre in azioni ciò che sentiamo. Se da un lato questo concetto ci consegna un infinito potere, dall'altro ci dà anche una grande responsabilità e un senso di smarrimento...dove possiamo arrivare nell'esprimerci e nel prendere, quindi, decisioni che porteranno a quelle azioni che definiranno la nostra vita? Credo che la consapevolezza che abbiamo di noi stessi e dei nostri valori possa guidarci alla nostra personale libertà. Quando mi sento libero di decidere, non condizionato da aspettative ed esigenze sociali, quando sono congruente con il mio sentire più vero, comincio a dar vita alla mia libertà. Abbiamo bisogno di ascoltarci e conoscerci per orientare le nostre scelte e per poter esprimere il significato più profondo della nostra esistenza. Quando l'azione ci avvicina a noi stessi, alla  nostra autenticità e decidiamo seguendo il richiamo della nostra anima, assaporiamo quella sensazione di leggerezza che la parola libertà contiene in sè. In tali decisioni non esistono compromessi, tutto fluisce come nuvole nel cielo che cambiano forma nello spazio immenso, senza alcun condizionamento. Nel momento in cui appartieni a te stesso e ti senti libero nasce una grande forza, superi i limiti della mente, è l'intelligenza del cuore a guidarti. Per essere liberi ci vuole appunto coraggio da "cor habeo" che vuol dire agire con il cuore; allora tali scelte porteranno in dono un senso di dignità e pace, perchè sentiamo di vivere una vita congruente con chi siamo. Per essere liberi di scegliere dobbiamo essere pienamente consapevoli di cosa stiamo scegliendo e credo che per raggiungere la consapevolezza sia necessario porci alcune domande: "Cosa sto scegliendo? Perchè faccio questa scelta? Cosa rappresenta per me percorrere questa strada? Come posso arrivare al mio obiettivo? Se facessi diversamente? Quale parte di me sta scegliendo? Mi sto esprimendo liberamente?" Le scelte sono grandi opportunità per ascoltarsi e vivere un’esistenza consapevolmente libera.          

18/08/2024 09:30
Civitanova, Giuseppe Cruciani fa il pieno al Madeira: "Libertà come missione di vita" (VIDEO e FOTO)

Civitanova, Giuseppe Cruciani fa il pieno al Madeira: "Libertà come missione di vita" (VIDEO e FOTO)

Nella serata di martedì 13 agosto, presso lo chalet Madeira, appuntamento con la rassegna ideata dal consigliere Gianluca Crocetti, “Filosofarte”. Ospite della serata Giuseppe Cruciani, giornalista e conduttore radiofonico, che negli anni ha fatto della libertà di espressione il suo mantra. Prima del l’intervista, sono saliti sul palco il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica e l’assessore regionale Pierpaolo Borroni per i saluti istituzionali. Poi è salito sul palco il “Crux”, pronto a raccontare il nuovo libro, Via Crux, e soprattutto a raccontarsi attraverso le domande di Aurora Pepa e Gianluca Crocetti. “Libertà come nostra missione di vita”, Cruciani esprime questo concetto in ogni sua parola, gesto ed espressione. Non teme di non essere compreso, perché crede fortemente in quello che dice e scrive. Dietro ad un sorriso un pochino irriverente a tratti presuntuoso, si sente la sostanza di una persona consapevole e attenta che pondera le parole che pronuncia; una mente libera che vuole gridare al mondo il suo punto di vista e che allo stesso tempo ci stimola a interpretare la realtà che ci circonda sotto altre prospettive. Cruciani è una sorta di terapia d'urto per anime dormienti, ci invita ad alzare gli occhi da terra per guardare al cielo, alla scoperta di risposte diverse da quelle che la società ha confezionato per noi e che abbiamo ciecamente accettato. Affronta argomenti "scomodi" con coraggio e un evidente realismo senza essere volgare, ci racconta esattamente le cose come sono, non ci gira troppo intorno, va dritto al punto. In alcuni momenti della serata, durante le domande del pubblico, con le sue risposte sagaci e dirette ci ricorda il ritmo e i temi affrontati durante il programma "La Zanzara". Cruciani trasmette un'energia vitale che sprona a uscire da un conformismo condizionante per vivere una vita nella piena libertà di espressione; ci invita a essere veri e spontanei, a tirare fuori la nostra natura per costruire relazioni autentiche. Essere liberi di esprimersi presuppone il coraggio di una profonda conoscenza di sé stessi, implica guardarsi dentro e vedere onestamente chi siamo e ciò che desideriamo. A quanto pare Cruciani ha raggiunto tale consapevolezza, riuscendo a realizzare con la sua Voce il proprio "Daimon", il talento per cui si nasce, unico in grado di condurci a ciò a cui siamo destinati.    

14/08/2024 12:27
"Le stelle son desideri", guardare al cielo per riscoprire sé stessi

"Le stelle son desideri", guardare al cielo per riscoprire sé stessi

Le magiche notti d'estate ci portano ad alzare gli occhi al cielo e a perderci nel firmamento sopra di noi, restiamo così sopraffatti dallo spettacolo di infiniti diamanti che, irraggiungibili e misteriosi, ci illuminano. L'immenso ci pervade e ci affidiamo alla speranza che, in quell’istante, dall’alto, una stella cadente decida di farci un dono, conducendoci verso i nostri desideri. Fin dai tempi lontani i latini associavano il desiderio alle stelle, infatti il termine Desiderio deriva dal latino Desiderium che è composto dalla particella "De" e dalla parola "Sidus" che significa Stella. Già da allora credevano che il desiderio nascesse dalle Stelle. Dunque per desiderare bisogna guardare in alto, oltre i propri limiti terreni, è una spinta che ha un sapore misterioso quasi divino che ci porta oltre le nostre possibilità, è un’energia propulsiva che ci illumina e ci conduce verso nuove strade. Il desiderare mette in moto la mente, il cuore ed il corpo. Ci stimola ad uscire dalla nostra comfort zone per permetterci di mettere in gioco le nostre risorse alla scoperta del mondo. Il desiderio ci consente di raggiungere i nostri obiettivi, è quella scintilla che si accende dentro di noi, che ci smuove dall'apatia e che sa esattamente dove arrivare. Quando riusciamo a vivere per soddisfare non solo i bisogni e per adempiere ai doveri, ma per realizzare anche i nostri desideri, iniziamo una vita di qualità, in cui siamo noi a scegliere per la nostra esistenza, meno condizionati dall'esterno. Quindi scegliamo con cura le parole che pensiamo ed utilizziamo e poniamo più attenzione a ciò che sentiamo dentro di noi, è ben diverso approcciarsi ad un progetto con un "devo" rispetto ad un "desidero". È importante essere consapevoli delle nostre scelte, per comprendere ciò che realmente vogliamo, guidati dalla nostra anima e dai nostri sogni per vivere momenti di felicità autentica. Per cui alziamo gli occhi al cielo ed impariamo a desiderare e a chiedere. L’Universo è generoso e ci ascolterà. Le stelle continueranno in eterno ad illuminare il buio per ricordarci che si può sempre sognare.      

11/08/2024 10:40
"Il silenzio: una risorsa per contattare la nostra essenza più profonda"

"Il silenzio: una risorsa per contattare la nostra essenza più profonda"

Ci vuole coraggio nel saper stare nel silenzio, sentiamo spesso il bisogno di colmare il silenzio per riempire un vuoto. Esso ci insegna l’arte dell’ascolto di noi stessi: ci svuotiamo di ogni influenza esterna e ci affidiamo alla voce dell’anima. È il momento creativo più intenso perché tutto nasce nel silenzio, il seme che darà vita all’albero crescerà nel silenzio. Ho sempre provato una profonda stima per quelle persone che in presenza di altre non hanno bisogno di parlare se ritengono di non avere nulla di interessante da dire, sento in loro una forza calma che nasce da centratura e consapevolezza. Avverto chi è a suo agio nel silenzio, non preme e non forza ma accoglie il momento presente, ascolta il silenzio dell’altro e la comunicazione avviene su di un piano diverso, molto più profondo e vero. Accettare il vuoto significa lasciare che sia, che le cose accadano senza controllare, perché sapere stare nel silenzio significa anche aver fiducia nella vita senza il bisogno di controllare il momento con parole o azioni; essere fiduciosi ci fa accadere le cose senza alcuno sforzo, diventiamo magneti che attirano. L’arte del silenzio si impara dal saper stare serenamente soli; noi esseri umani tendiamo ad aver paura della solitudine, così colmiamo il vuoto dell’assenza con presenze che, purtroppo, hanno l’unica funzione di placare la paura del silenzio. Quando riusciamo a vivere momenti di solitudine in un silenzio ricco di presenza di noi stessi, entriamo in un contatto profondo con la nostra essenza perché stiamo semplicemente con ciò che sentiamo della nostra persona. Il silenzio ci permette di dare maggior valore alla parola proferita, perché questa esprimerà il vero e la sostanza, non saranno parole pronunciate senza valore alcuno o con superficialità; il silenzio lascerà, inoltre, spazio alla fantasia e al mistero perché non dobbiamo dire tutto all’altro, lasciando il desiderio della scoperta. Come possiamo imparare il silenzio? Ogni volta in cui esso si presenterà e saremo tentati di colmarlo con il rumore, accogliamolo e accettiamo questa forma di vuoto fertile, perché soltanto così potremo ritrovarci nella nostra integrità.                  

04/08/2024 10:30
"Il tempo dell'infinito in cui la magia avviene": tra Kronos e Kairòs, come leggere il 'momento perfetto'

"Il tempo dell'infinito in cui la magia avviene": tra Kronos e Kairòs, come leggere il 'momento perfetto'

Quando penso al tempo immagino una musica che con il suo ritmo scandisce l’esistenza di ogni uomo, ciascuno balla la propria melodia dando un valore personale al momento. I Greci chiamavano Kronos il tempo oggettivo che scandisce il susseguirsi degli istanti in secondi, minuti, ore, giorni; che considera un prima ed un dopo, un ieri ed un domani. Questo è un tempo lineare, in continuo movimento, di cui abbiamo bisogno per organizzare e scandire la vita. Poi esiste il Kairòs, un altro concetto di tempo molto più affascinante che ha una natura qualitativa, esso esprime il momento giusto in cui qualcosa di magico accade. Nella mitologia greca viene rappresentato come un giovane con delle ali ai piedi che vola velocemente e che diventa inafferrabile per chi non è pronto a coglierlo tempestivamente. Il Kairòs ci indica esattamente il momento giusto da prendere al volo, è il Carpe Diem in cui il Fato ci dà l’opportunità di afferrare e vivere quell’istante che si rivelerà fondamentale per l’evoluzione della nostra anima. È un tempo "a-temporale", indeterminato che sfugge alla linearità di Kronos, in cui qualcosa di speciale avviene. Sta a noi saper intuire l’opportunità che l’Universo ci sta donando, in cui siamo chiamati a decidere, non possiamo anticipare, esitare o ritardare. È il momento propizio del cambiamento, del rinnovamento è quell’istante unico e irripetibile che ci porta a dar vita a qualcosa di nuovo nella nostra vita. Il tempo in questa dimensione si ferma perché tutto concorre a donarci la possibilità del cambiamento. Nel Kairòs sentiamo l’Infinito, la coscienza si affievolisce per lasciare spazio all’intuizione, è il momento dell’illuminazione e della magia in cui possiamo accedere al nostro sè più profondo, in cui l’anima ci guida affinché possiamo esprimere le nostre potenzialità ancora inespresse. Tanto più saremo connessi con noi stessi e centrati, tanto più saremo pronti a decifrare e comprendere i messaggi che la vita ci offre, donandoci la possibilità di cogliere le occasioni che in quell’attimo si presenteranno lungo il nostro cammino. 

28/07/2024 11:00
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