di Hermes Carbone

Marche, riesce a trovare lavoro solo un giovane su due

Marche, riesce a trovare lavoro solo un giovane su due

Solo il 56,9% dei giovani professionisti che completano il ciclo di studi nelle Marche riesce ad accedere al mondo del lavoro. È questo uno dei principali dati evidenziati dalla ricerca di Eurostat sulle prospettive lavorative dei marchigiani in età compresa tra i 20 e i 34 anni. La ricerca prende in considerazione la capacità di ogni giovane di ricercare e trovare lavoro in un periodo compreso tra 1 e 3 anni dal termine di un corso professionale o dal conseguimento di un diploma tecnico professionale (ITIS, IPSIA e corsi post diploma o professionalizzanti). Un dato che evidenzia le difficoltà dei più giovani nel riuscire ad immettersi nel tessuto lavorativo e che porta le Marche a piazzarsi all'undicesimo posto sulle ventuno regioni italiane: ultima la Sicilia (24,8%), prima la provincia autonoma di Bolzano (88,4%), isola felice per distacco rispetto agli standard di tutta la penisola.  Sono 22,1 i punti percentuali che separano la regione dalla media europea, uno standard che in Italia è quasi raggiunto dal Veneto (78%) e ampiamente colmato, come detto, dalla provincia autonoma di Bolzano. Una Europa a due velocità con le eccellenze di alcune aree dei Paesi Scandinavi, dei Paesi Bassi e della Germania. Male invece tutte le regioni del sud del Mediterraneo.

18/11/2021 10:00
Storie - La vita e l'amore a bordo di un peschereccio (FOTO e VIDEO)

Storie - La vita e l'amore a bordo di un peschereccio (FOTO e VIDEO)

Un vento di scirocco spira forte dal mar Adriatico. I pescatori abbandonano gli ormeggi a largo delle coste croate, tirano su le reti e fanno ritorno al porto di Civitanova Marche. L’intera flotta di pescherecci è attraccata nel molo sud, con stormi di gabbiani stagliati quasi a proteggere il pesce in attesa dello sbarco definitivo. Noi saliamo a bordo della Gladiatore I, una delle imbarcazioni di fiducia di Carmine, il ristoratore conosciuto nel corso della prima puntata di “Storie”, la nuova rubrica di Picchio News online ogni sabato mattina alle 10. Al capitano Luca non manca il sorriso nell’accogliere le nostre telecamere per documentare la vita a bordo. “Di solito usciamo la domenica sera e restiamo fuori tre giorni, rientrando sempre in piena notte”, racconta Luca, in mare da 35 anni e da 3 capitano della Gladiatore I. Tre i componenti dell’equipaggio più un’armatrice, Arianna, moglie di Luca, sempre pronta ad accoglierlo al ritorno in porto. E' piena notte ma per loro è tutto in pieno fermento: le casse di pesce vengono tirate fuori dalla stiva, uno spazio angusto e gelido. E sembra incredibile pensare come siano costretti a trascorrere ore delle loro giornate proprio lì dentro. Il freddo non è l’unico nemico a bordo: le turbine del motore continuano a girare: si fa quasi fatica nel riuscire a sentire il suono delle nostre voci. “Per noi questa è la normalità “, spiega il capitano mentre ci mostra la cabina di comando dove traccia le rotte da seguire e dove riposa quando il lavoro lo consente. I ritmi a bordo sono frenetici e i giorni a largo devono essere sfruttati al massimo. “Questa notte sono circa 300 i kg di pescato, ma in questa occasione non siamo andati oltre le 8 miglia dalla costa”, racconta l'armatrice Arianna. Ha seguito il marito in questa nuova avventura, “ma lavoro anche in uno studio commerciale. Vengo qui per dare una mano e portare tutto al mercato del pesce prima di andare in ufficio al mattino”. Una vita complicata, come quella di Michael e Roberto, anche loro sorridenti e felici nel sapere che i loro sacrifici “saranno mostrati a chi spesso non comprende come davvero viviamo noi pescatori”. Una cuccetta ancor più piccola di quelle dei treni la loro camera da letto. Un tavolino con una piccola cucina a gas il loro bar. “Noi, però, noi siamo felici così”. Questa è la storia di uomini orgoliosi del proprio lavoro. Questa è la storia di Gladiatore I:

13/11/2021 10:10
Macerata, la popolazione continua a diminuire. Cresce il numero di anziani

Macerata, la popolazione continua a diminuire. Cresce il numero di anziani

Diminuisce ancora il numero di abitanti del comune di Macerata, con i cittadini che di anno in anno preferiscono lasciare le mura fortificate del centro storico per spostarsi in provincia. Sono attualmente poco più di 41.000 i maceratesi, con un numero che dal 2008 ha subito una contrazione di circa 2000 unità. Un segnale diametralmente opposto rispetto a quello lanciato dalla provincia. Qui, tra i comuni in crescita, c’è sicuramente Civitanova Marche. Ad influire la forte espansione sotto il profilo commerciale, che ha portato ad un aumento della popolazione, durante lo stesso arco temporale, di oltre 2500 unità. Un altro dato preoccupante è la diminuzione media del numero dei figli per famiglia, complice anche la crisi economica che ha colpito tutto il Paese. La media dei componenti per famiglia è ormai ridotta a 2,2 individui (rimasta costante rispetto al 2018) ed è quasi in linea con la media nazionale (2,3). Diminuisce anche il numero dei matrimoni: 150 quelli registrati. E se ci si sposa meno e non si fanno figli l’ultimo dato è quello più scontato: cresce il numero della popolazione di anziani. Gli ultra sessantacinquenni rappresentano ormai 1⁄4 dei residenti maceratesi (gli ultra ottantenni rappresentano da soli il 9,4% dei residenti). Addirittura -258 unità il saldo tra nati e morti nell'anno 2019 tra comune e provincia. Nel contribuire ad abbassare l’età media dei maceratesi ci pensa il continuo apporto di giovani stranieri, arrivati nelle Marche per lavoro, e degli studenti universitari di UniMc che vivono a ridosso delle mura fortificate della città.  

11/11/2021 10:07
Macerata tra le città più verdi e vivibili d’Italia. E’ prima nelle Marche

Macerata tra le città più verdi e vivibili d’Italia. E’ prima nelle Marche

La provincia di Macerata è tra le più verdi e vivibili di tutta Italia. Il dato proviene dal 28esimo rapporto sull’Ecosistema Urbano pubblicato da Legambiente e Ambiente Italia, che fotografa la situazione nel nostro Paese nell’anno 2020. In questa speciale classifica Macerata occupa il 15esimo posto sulle 105 province italiane, recuperando quattro posizioni rispetto all’anno precedente. Tra le cinque province marchigiane, è la capofila nei 18 parametri forniti dal rapporto sull’Ecosistema Urbano 2021 e suddivisi in 5 macroaree che prendono in considerazione le tematiche di Aria, Acqua, Rifiuti, Mobilità e Ambiente. A seguire in regione c’è Pesaro, ad appena quattro posizioni di distanza (19esima). Al terzo posto Fermo (47esima). Decisamente più attardate invece Ascoli (62esima) e il fanalino di coda Ancona (73esima). Ottime le posizioni conquistate da Macerata nelle macroaree Aria e Acqua: è prima in Italia per bassa dispersione della rete idrica (9,7%) e rispettivamente al sesto e settimo posto per qualità dell’aria e biossido d’azoto presente. Male invece la situazione relativa alle piste ciclabili (84esima), all’uso efficiente del suolo (79esima), al tasso di motorizzazione (76esima) ma soprattutto all’efficienza nella depurazione delle acque (76esima). Ad avere un peso influente sul voto in classifica anche le politiche virtuose intraprese dalle amministrazioni locali, che pesano per quasi il 60% nel calcolo finale, e che hanno permesso alla provincia di tornare ai livelli del 2019 (sempre 15esima) ma non ancora ai livelli del 2016, che vedevano Macerata come la provincia più verde e vivibile d’Italia.

09/11/2021 10:00
Storie - Carmine, il racconto della notte di un ristoratore tra aste e pescherecci (FOTO e VIDEO)

Storie - Carmine, il racconto della notte di un ristoratore tra aste e pescherecci (FOTO e VIDEO)

E' notte fonda, i clienti hanno appena lasciato il locale e la giornata è da poco terminata. Ci si riposa forse per un'oretta, poi è tempo di scendere di nuovo in campo e pensare a cosa mettere in tavola il giorno dopo. "E' così che funziona per noi ristoratori, almeno per tre notti a settimana. Se pretendi qualità, devi andare incontro ai sacrifici", racconta Carmine, proprietario insieme a sua moglie Valentina del ristorante Capriccio di Mare di Civitanova Marche.Non ci sono pause, non c'è mai un momento giusto per riposare. "Ho vissuto le due facce della medaglia e so anche cosa significa ammazzarsi di lavoro e arrivare a stento a fine mese, quindi adesso sono contento così", spiega il giovane ristoratore mentre sorseggia il primo caffè della giornata: è l'una e mezza di una notte di pioggia e vento freddo che spira verso la riviera adriatica. Lasciamo il ristorante, ci dirigiamo verso il molo sud dove ad attenderci ci sono decine di pescherecci appena rientrati per il sopraggiungere del mare in burrasca. Nel silenzio della notte, qui si respira la vita che tra qualche ora avvolgerà negozi, supermercati e locali di tutta la città. Interi stormi di gabbiani volano sulle imbarcazioni in attesa del mollusco o del pesce lanciato generosamente da qualche pescatore. Carmine però è più veloce dei gabbiani: "Le cassette migliori preferisco selezionarle qui sulla banchina: durante l'asta non sai mai cosa può accadere".  Circa 300kg il bottino della Gladiatore I, diverse le casse che termineranno sulle tavole del ristorante di Carmine. "Ho fatto la loro stessa vita per tanti anni, una vita piena di fascino e difficoltà ma che ti regala grandi soddisfazioni", prosegue ancora Carmine sulla via che a poche centinaia di metri ci conduce verso il Mercato Ittico comunale.Una costante alternaza di furgoni e motoapi che montano interi bancali di pesce dalle motonavi e scaricano all'esterno del mercato. Sono le tre del mattino: qui, tra circa mezz'ora, avrà inizio l'asta del pesce. A noi di Picchio News non è stato consentito l'accesso con le telecamere all'interno della struttura: "E' un ambiente molto particolare e talvolta ostile", spiegano tanti pescatori e ristoratori pronti a partecipare all'acquisto dai banchi del mercato. Bisogna avere le spalle larghe per stare qui. E questa è la notte di Carmine. Questa è la sua storia:  

06/11/2021 10:00
Covid, la Delta Plus arriva anche nelle Marche

Covid, la Delta Plus arriva anche nelle Marche

La Delta Plus, la nuova variante più potente e preoccupante del Covid, arriva anche nelle Marche. Vittime alcuni membri di una famiglia di Ancona contagiati dal virus che arriva dall'est europeo. La positività è stata riscontrata dal laboratorio dell'ospedale "Torrette" guidato dal professor Stefano Menzo. Preoccupa nel frattempo il numero dei ricoveri in terapia intensiva in tutta la Regione, che arrivano a 80 (+8), tra i quali 20 in terapia intensiva (+2), 22 in Semintensiva (+2), 38 in reparti non intensivi (+4), segnale di una escalation del virus che con l'abbassamento delle temperature ha ripreso a diffondersi anche con maggiore fluidità.Dopo la manifestazione no vax di Trieste e il concentramento di migliaia di persone che non hanno rispetto le più basilari norme di sicurezza sanitaria vigenti, la città friulana manifesta oggi una incidenza di 227 casi ogni 100 mila abitanti, con un ampio livello di diffusione della Delta Plus che sta mettendo in ginocchio l'area balcanica e tutto l'Est Europa.

04/11/2021 12:54
Civitanova, il molo sud diventa una discarica (Video)

Civitanova, il molo sud diventa una discarica (Video)

Acqua putrida. Vaste distese di olio in mare. Stivali, bottiglie e bicchieri di plastica galleggianti, reti e attrezzatura da pesca ormai in disuso. Ma anche salvagenti per bambini, gonfiabili e vecchie cassette di legno abbandonate sugli scogli. Il molo sud del porto di Civitanova Marche - come dimostrano le immagini realizzate da Picchio News - è una piccola discarica a cielo aperto. E’ uno spettacolo desolante quello che accompagna i turisti che visitano i murales realizzati sulle protezioni di cinta e ammirano lo splendido scenario del volo dei gabbiani che si posano nei pressi delle imbarcazioni dei pescatori di ritorno da una notte di mare in tempesta. Le acque e gli scogli del molo che si congiunge con il lungomare Piermanni, meta estiva di alcuni tra i migliori locali della riviera adriatica, sono diventate luogo di smaltimento di rifiuti. Le mareggiate e i forti venti che soffiano dai Balcani verso l’Adriatico hanno fin qui giocato un ruolo chiave nel riportare a riva ciò che l’uomo ha gettato in mare. Ma non tutto può essere frutto di casualità, e le macchie d’olio e di quelli che sembrerebbero essere carburanti che si allargano nei pressi dei pescherecci lo dimostrano. Con flora e fauna marine vittime designate di noncuranza e inquinamento. Per tentare di risolvere in parte il problema e per ripulire dai rifiuti galleggianti il bacino portuale, la Giunta comunale ha approvato il progetto per la fornitura e la posa in opera di quattro cestini subacquei per un importo complessivo pari a 47.820,00 euro. L’obiettivo, dichiarato anche da parte del Comune di Civitanova, è quello di intrappolare microplastiche e altri oggetti che, oltre che ad inquinare le acque costituiscono un pericolo per le specie che popolano le coste marchigiane. I lavori per la messa in posa dovrebbero cominciare nei prossimi mesi. Le immagini realizzate da Picchio News all'interno del bacino portuale di Civitanova:

04/11/2021 12:16
Terremoto, Castelli: “Entro il 2022 la maggior parte degli sfollati rientreranno a casa” (Video)

Terremoto, Castelli: “Entro il 2022 la maggior parte degli sfollati rientreranno a casa” (Video)

“Entro il 2022 la maggior parte degli sfollati che hanno subito danni lievi nel sisma dell’ottobre 2016 rientreranno nelle loro abitazioni”. A prendere un impegno formale è l’assessore regionale al Bilancio e alla Ricostruzione post sisma, Guido Castelli, ospite nell’ultimo appuntamento del reportage realizzato da Picchio News per ricordare l’anniversario della settimana tra il 26 e il 30 ottobre di cinque anni fa che per Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio porta oggi con sé la voglia di ricominciare e tornare alla normalità. “Nel corso dell’ultimo anno sono state oltre 1800 le persone che siamo riusciti a far rientrare nelle loro abitazioni nelle Marche - spiega Castelli - anche se sono ancora 16.000 i marchigiani rimasti fuori casa. Per alcuni di loro le tempistiche saranno abbastanza brevi, per altri, quelli colpiti da problematiche più importanti sarà necessario del tempo che ad oggi è impossibile quantificare. Ma l’accelerazione avuta negli ultimi mesi è stata comunque impressionante”. Leggi anche: Il nostro viaggio a Camerino: le interviste al vescovo Massara e al commissario Legnini  Sono tante le variabili impazzite che al momento non consentono di avere certezza sulle reali tempistiche: la principale resta l’assenza di ditte disposte a lavorare per la ricostruzione. Il tariffario messo a disposizione in precedenza dal Governo non risultava aggiornato, con una serie di aumenti nel costo dei materiali a causa del Covid - legno e metallo in primis - che potesse consentire alle imprese stesse di operare nell’ottica di un marginale guadagno.  Per risolvere questa problematica, “la Regione Marche, in accordo con il commissario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, ha modificato il tariffario rendendolo più appetibile per le imprese che sono allo stato attuale impegnate con il boom di richieste per l’adesione al superbonus 110%. Altro aspetto è la nostra volontà di riuscire a mantenere nel territorio queste ricchezze, affidando i lavori a ditte locali”, aggiunge l’assessore. Leggi anche: Il nostro reportage a Muccia  Centrale resta per il governo regionale la conferma del Superbonus 110% anche dopo la scadenza al momento fissata nel 2022: “Sarebbe una tragedia se ciò non si verificasse. Il presidente Acquaroli ha cercato di intervenire esplicitamente con una lettera privata inviata a Draghi e Mattarella, esponendo le esigenze di chi ha dovuto fare i conti con le zone colpite dal sisma. La speranza è che l’iniziativa possa essere riconfermata nella prossima legge di Bilancio”. Leggi anche: La situazione a San Severino Marche a cinque anni dal terremoto  L'intervista rilasciata in esclusiva dall'assessore Castelli ai microfoni di Picchio News:

30/10/2021 11:32
Muccia: "Abbiamo perso casa e lavoro, poi il Covid. Ora proviamo a rialzarci con dignità" (Video e Foto)

Muccia: "Abbiamo perso casa e lavoro, poi il Covid. Ora proviamo a rialzarci con dignità" (Video e Foto)

A cinque anni dal terremoto Muccia è uno di quei comuni del maceratese che sembrano essersi fermati nel tempo, un po' come l'orologio del campanile che da quando c'è stato il terremoto di tanto in tanto si blocca per segnare sempre la stessa ora. "Vengono giù di proposito dal Veneto per poterlo sistemare quando i tecnici comunali non ci riescono", conferma il sindaco Mario Baroni, appena rieletto per il secondo mandato.Nel Medioevo il paese rappresentava una sede strategica per la lavorazione e il commercio delle granaglie, con la signoria dei Da Varano di Camerino che vi fece per questo erigere un castello in difesa dei mulini. E gli anni migliori tutto il paese sembra proprio esserseli lasciati alle spalle, con il periodo storico a cavallo tra ottocento e novecento - con i contadini che venivano qui per lavorare nei mulini -  che ha significato la massima espansione di un centro che oggi conta poco meno di 900 abitanti. Un tempo erano più del doppio. Muccia porta con sé il triste primato di comune con il più alto numero di sfollati a causa del terremoto dell'ottobre 2016: "Abbiamo superato l'87%", spiega ancora Baroni, "qui la gente si è ritrovata senza casa e senza lavoro quando ancora stava pagando i mutui per rimettere in sicurezza le abitazioni private dopo il terremoto del 1997". Tra questi il signor Gabriele, che aveva appena rinnovato i locali del suo supermercato, il più grande della zona: "Noi ci siamo ritrovati ad aver perso le nostre case e per oltre un anno anche il lavoro, tutto nel giro di pochi attimi. Adesso ci stiamo rialzando con grande dignità".Chi ha avuto la possibilità economica ha preferito spostare casa e occupazione in altri centri abitati della zona. Ma c'è anche chi ha preferito restare nel piccolo quartiere sorto sulle rive del Chienti, dove il nuovo centro commerciale adesso si trova all'interno delle casette edificate in via emergenziale. Qui il villaggio è stato costruito per durare pochi anni e reggere l'urto immediato della ricostruzione: di anni, invece, ce ne vorranno almeno altri 15 prima di abbandonare le casette.Una delle tante incompiute è rappresentata dalla struttura che sarebbe dovuta essere un grande capannone della Croce Rossa italiana: oggi restano solo lo scheletro in metallo e le fondamenta arruginite, niente più. E' per questo che la fondazione di Andrea Bocelli ha cercato di regalare almeno qualche sorriso in quest'area ripristinando la scuola per i più piccoli e dipingendo di splendidi murales le pareti di contenimento che segnano il perimetro dei bungalow costruiti in via temporanea. Tra questi, anche una splendida chiesetta moderna realizzata grazie a donazioni private. Sono tante le storie che si possono raccogliere a Muccia. Un piccolo borgo composto oggi da abitazioni private e strutture pubbliche tutte puntellate per evitare che possano crollare. E, ovviamente, tutte inagibili. Nel centro storico è rimasto a vivere solo un signore, che ha preferito non lasciare ricordi e apparente normalità: una mosca bianca nel silenzio interrotto solo dal battito d'ali delle decine di colombe che cercano riparo alle spalle della cattedrale dai venti gelidi che già a ottobre sferzano incessanti questa zona. Entriamo all'interno della zona rossa e, se non fosse per le transenne, sembrerebbe davvero di ritrovarsi in un'altra epoca, con la nebbia che avvolge il paese già nel primo pomeriggio e la montagna dal fare minaccioso proprio lì a sovrastare e proteggere tutto. "Sappiamo bene che non torneremo nelle nostre case ancora per lungo tempo, ma qui stiamo provando a non mollare, anche se ci sentiamo spesso dimenticati da tutti".  Il nostro reportage e le interviste video dal comune di Muccia:

29/10/2021 11:34
San Severino Marche: “Il rumore delle gru in movimento ci ha ridato la gioia di vivere” (VIDEO e FOTO)

San Severino Marche: “Il rumore delle gru in movimento ci ha ridato la gioia di vivere” (VIDEO e FOTO)

Pioggia e nebbia accompagnano il nostro arrivo a San Severino Marche, comune ai piedi del colle Montenero, nella valle del Potenza. Qui Rosa Piermattei, sindaca da poco rieletta per il secondo mandato, ha fatto gli straordinari per i suoi 12.000 abitanti. E i risultati si vedono. Il suo operato risulta essere tra i più virtuosi nella lista dei 140 comuni inseriti dal Governo nel cratere del terremoto del 2016.   Un centro storico molto elegante e quasi interamente ripristinato, a differenza di paesi come Muccia e Camerino, regalano uno splendido colpo d’occhio all’arrivo in Piazza del Popolo, dove la vita sembra proseguire normalmente. Al bar Centrale le persone non hanno smarrito il loro sorriso, coperto oggi dalle mascherine. I luoghi di ritrovo sono rimasti e con essi una socialità fatta di chi ha a lungo lavorato e che ora vive nella tranquillità che queste vallate possono regalare. Nel terremoto dell’ottobre 2016 San Severino Marche ha fatto registrare oltre 7000 sfollati; di questi, c'è chi è andato a vivere in paesi limitrofi e 400 continuano ad abitare in una delle new town edificate nel giro di un anno e situate a qualche chilometro dal centro storico settempedano. 103 casette da 40 metri quadri ciascuna consegnate nel gennaio del 2018 e divenute anch’esse oggi ritrovo di una nuova socialità; casette che sin dal primo momento hanno però fatto riscontrare più di qualche disagio alla popolazione, “tra scarichi otturati, lampadine che si fulminavano a più riprese nel corso della settimana e altri problemi ai quali cerco di non pensare più”, racconta il signor Mario, che con sua moglie Licia vive in queste casette dal 14 gennaio del 2018. Nuove abitudini da ricostruire e grande spirito di adattamento che sono appartenuti al signor Gianmario e alla signora Tamara: “Noi qui ci troviamo benissimo e sappiamo di essere stati molto fortunati. Speriamo un giorno di poter rientrare nelle nostre abitazioni, ma ci dispiace quasi pensare di dover andare via di qua”.   I lavori fin qui eseguiti all’intero di San Severino hanno dovuto scontrarsi con i 1113 edifici dichiarati inagibili per i quali sono state finanziate 420 domande delle oltre 700 presentate. Anche qui il problema resta la burocrazia e le ditte disposte ad effettuare i lavori per poter tornare alla normalità, come confermato dal Commissario straordinario di Governo per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto nel 2016 e nel 2017, Giovanni Legnini. Il nostro reportage e le interviste video dal comune di San Severino Marche: 

28/10/2021 11:28
Camerino, la città spettrale: "Torneremo ad essere felici solo quando rivedremo i nostri figli giocare" (FOTO e VIDEO)

Camerino, la città spettrale: "Torneremo ad essere felici solo quando rivedremo i nostri figli giocare" (FOTO e VIDEO)

Silenzio, quiete apparente, il battito d'ali delle colombe che cercano riparo dal freddo. Tra queste vallate, durante l'inverno, le colonnine di mercurio scendono spesso sotto lo 0 e la nebbia avvolge tutto e sospende spazi e tempi, come in paesaggi appartenenti ai migliori racconti di Jules Verne. Solo che siamo ad ottobre, l'inverno non è ancora arrivato, ma da qui, da cinque anni a questa parte, sembra non essersene mai andato. E' così che si presenta il centro storico di Camerino nel giorno del quinto anniversario del terremoto che ha inghiottito sogni e speranze di un popolo. Camerino era e resta una bomboniera incastonata nelle valli del maceratese, qui dove l'Università è stata fondata nel 1377 per concessione di Benedetto XII e dove tanti giovani studenti provenienti da ogni parte d'Italia continuano ad alloggiare nei residence ripristinati dall'Unicam. A poche centinaia di metri da loro, un po' più a valle, sulla strada provinciale che conduce al comune di Muccia, le casette costruite in via emergenziale post terremoto e che hanno dato vita a una new town.Un controsenso degno di una metropoli e che regna, visibile, con una commistione che questo popolo ha compreso e accettato, alzando la testa e provando a tornare alla normalità. "Su oltre 41.000 sfollati delle zone terremotate del centro Italia, 12.000 di loro sono già tornati nelle proprie case, per 13.000 entro un anno dovrebbe essere tutto risolto". Le dichiarazioni rilasciate ai nostri microfoni sono di Giovanni Legnini, Commissario straordinario di Governo per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto nel 2016 e nel 2017, in visita a Camerino nel giorno del quinto anniversario da quella notte del 26 ottobre 2016 che distrusse sogni e speranze di chi, in questo comune era nato e cresciuto. Due le piccole botteghe che hanno riaperto in un centro storico dichiarato zona rossa e nel quale, come affermano molti abitanti della zona, mai una gru si è levata per intervenire e ripristinare l'esistente nel corso di tutti questi anni. I militari qui fanno compagnia alle transenne e si accertano che nessuno si aggiri tra vicoli fantasma. Ma è in mezzo a quei vicoli guidati da sanpietrini che due commercianti - Giuseppe Capradossi e Roberto Frirì - hanno cercato di non arrendersi all'esistente e riaprire appena è stato loro concesso: più una ripartenza psicologica che economica (sei mesi fa li abbiamo intervistati). Un messaggio di speranza è quello che appartiene all'arcivescovo di Camerino e San Severino Marche, Francesco Massara, che ci ha accompagnato alla scoperta di questi luoghi e della cattedrale che è stata da non molto sgombrata dai detriti e nella quale vorrebbe presto tornare a celebrare messa: "Ciò che spero davvero è che gli anziani che oggi si ritrovano nelle casette abbiano la possibilità di tornare a rivivere luoghi che sono loro appartenuti. Noi potremo tornare ad essere felici solo quando rivedremo i nostri figli giocare per le vie del paese". Il nostro reportage e le interviste video dal centro storico di Camerino:    

27/10/2021 11:57
Marche, a cinque anni dal terremoto: ecco come sono cambiati i luoghi del disastro

Marche, a cinque anni dal terremoto: ecco come sono cambiati i luoghi del disastro

L’orologio della cattedrale segna le 21:18, è da poco trascorsa l’ora di cena. La signora Francesca è seduta sul divano per guardare Grace di Monaco, quello che sarà il programma più visto della serata. Alessandra è nella sua cameretta con la mamma che le dà una mano a terminare i compiti.  Marco sta preparando il progetto da consegnare in ufficio il giorno dopo. Tutto d’un tratto la terra comincia a tremare. Un evento sismico nell’arco temporale tra il 24 agosto e il 30 ottobre 2016 devasterà il centro Italia con la distruzione di interi centri abitati – e l'inagibilità di molti altri, che saranno in seguito dichiarati zona rossa. Uno scenario bellico quello che si ritroveranno davanti i soccorsi giunti da tutto il Paese: 41.000 saranno in totale gli sfollati, 388 i feriti e 303 le vittime. La prima scossa, quella meno intensa, viene segnalata alle 19:11 con una magnitudo di 5.4 nei comuni di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera. Ma sarà la seconda delle 21:18 con magnitudo 5.9 a portare paura e distruzione. Saranno in totale 140 i comuni inseriti nella lista del cratere del terremoto tra Marche (la regione con più centri colpiti), Umbria, Lazio e Abruzzo. Ancona, Ascoli Piceno, Fermo ma soprattutto Macerata, l’area con le maggiori criticità. Sono poco meno di 900 gli abitanti di Muccia, piccolo centro in provincia di Macerata, a due passi dalle rive del Chienti, il fiume che separa il paese dalla statale. Un comune tranquillo e devastato nel quale il sindaco Baroni – rieletto lo scorso 4 ottobre per il secondo mandato – cerca di fare gli straordinari da dentro i bungalow che oggi hanno preso il posto degli inagibili uffici comunali. Il piccolo borgo risulta essere il più colpito tra i 140 coinvolti nella distruzione del centro Italia. Una sola sarà l’abitazione dichiarata agibile nel centro storico tra crepe sui muri dei palazzi pericolanti, finestre rotte e transenne: il resto è ancora oggi, a cinque anni di distanza, tutta zona rossa. E il rumore del silenzio l'unico a riecheggiare tra i vicoli un tempo pieni di vita. Picchio News, con un reportage dalle aree colpite dal sisma nella provincia di Macerata, cercherà di raccontare quella notte e quelle giornate attraverso le testimonianze di chi l’ha vissuta. Nostri ospiti l’Arcivescovo dell’arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche, Francesco Massara, alcuni sindaci dell’area interessata e gli abitanti di quei luoghi che continuano a vivere all’interno di bungalow, in attesa di una ricostruzione che non è mai arrivata e che in questa parte d’Italia tutti temono non arriverà mai.

26/10/2021 09:00
Viaggio per non dimenticare - Marche, il racconto dei sopravvissuti a cinque anni dal terremoto

Viaggio per non dimenticare - Marche, il racconto dei sopravvissuti a cinque anni dal terremoto

Picchio News, con un reportage nella provincia di Macerata, cercherà di raccontare la notte che il 26 ottobre 2016 rase al suolo interi comuni del centro Italia portando con sé paura e devastazione. Lo racconteremo attraverso le testimonianze di chi quei momenti li ha vissuti e di chi, nel giro di pochi attimi ha visto andare in fumo i sacrifici di una vita. Nostri ospiti in questo viaggio per non dimenticare l’Arcivescovo dell’arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche, Francesco Massara, alcuni sindaci dell’area interessata e gli abitanti di quei luoghi che continuano a vivere all’interno di bungalow in attesa di una ricostruzione che non è mai arrivata e che in questa parte d’Italia tutti temono non arriverà mai.  "Siamo al quinto anno dal terremoto, ma speriamo di non arrivare al decimo o al ventesimo in questo stato”, esordisce ai nostri microfoni l'arcivescovo Francesco Massara della diocesi di Camerino e San Severino Marche. “Credo che il commissario alla ricostruzione,  Giovanni Legnini, abbia promosso una serie di normative che hanno snellito l’iter legislativo, ma in  loco si bloccano molte situazioni a causa della ragnatela della macchina burocratica che rallenta la ricostruzione.  La gente è stanca e fin quando non si farà una cabina di regia seria che coordini tutti i vari enti sarà dura andare avanti, prosegue Massara. "A Camerino mancano i luoghi di socializzazione, la cattedrale di Santa Maria Annunziata è in fase di progettazione avanzata, fra non molto inizieranno i lavori del palazzo adiacente al duomo, ma credo che sia necessario portare avanti questi lavori e dare di nuovo a tutti i paesi del territorio un luogo di fede , ma che funge anche da luogo di incontro. “La speranza non deve mai morire – continua il vescovo Massara – la storia la facciamo anche noi del posto con il nostro impegno, non possiamo negare il futuro di questa città ai nostri ragazzi”.  Di seguito l'intervista completa all'arcivescovo Francesco Massara: 

25/10/2021 13:40
Del Monte Supercoppa - Monza schianta la Lube e vola in finale

Del Monte Supercoppa - Monza schianta la Lube e vola in finale

All'Eurosuole Forum va in scena la Del Monte Supercoppa, il primo trofeo stagionale assegnato dalla Lega Volley. A scendere in campo per il match inaugurale i campioni d'Italia della Cucina Lube Civitanova contro il Vero Volley Monza, una delle squadre più giovani della lega, alla prima volta in Supercoppa e tra le rivelazioni dell'ultima stagione. A completare il quartetto di squadre che si contenderanno il trofeo in questa due giorni, i campioni in carica di Perugia che a seguire affronteranno la Itas Trento. Ad accompagnare le squadre anche il ritorno imponente delle quattro tifoserie, con la richiesta della Lube accolta dalla lega per l'ampliamento della capienza dell'Eurosuole Forum al 75% (3000 spettatori). La Semifinale con Monza rappresenta la quattordicesima volta dei cucinieri in Supercoppa Italiana, trofeo che il Club biancorosso ha già conquistato in 4 occasioni (2006, 2008, 2012 e 2014).  La Cucine Lube Civitanova, la squadra più esperta di tutta la Superlega, riparte ancora da Gianlorenzo Blengini e dagli innesti di qualità dell'opposto Ivan Zaytsev, ancora fermo per infortunio, di Gabi Garcia e dell'ex Trento Ricardo Lucarelli, pronto a raccogliere l'eredità di Leal. Conferme per il capitano Osmany Juantorena, per Marlon Yant e Jiri Kovar. Al fianco del regista Luciano De Cecco l'esperto Daniele Sottile. Al centro il talento di Simone Anzani e Robertlandy Simon. Come liberi la coppia europea Fabio Balsamo e Andrea Marchisio. Il Monza di Massimo Eccheli punta a confermarsi tra le big grazie agli innesti di qualità come l’opposto tedesco Grozer e i nazionali bulgari Grozdanov e Karyagin, rispettivamente centrale e schiacciatore. Confermati Dzavoronok e Davyskiba nel reparto dei martelli, gli esperti Orduna e Calligaro come palleggiatori, il vincitore dell'oro europeo Galassi e il capitano delle ultime tre stagioni Beretta tra i centrali, oltre al libero azzurro Federici. La partita - Primo set - Sfida che parte equilibratissima tra le due squadre, con Monza che risponde presente alle offensive di Simon e Lucarelli con gli attacchi di Dzavoronok che valgono il doppio vantaggio (9-7). Allungo Vero Volley che arriva dopo un lungo video check richiesto da capitan Juantorena per un muro dubbio (12-9). Tanti gli errori in servizio da parte del sestetto di mister Blangini, che sul 16-12, massimo vantaggio ospite raggiunto fino a quel momento, chiede il primo timeout. La Lube si risveglia con Lucarelli e si rifà sotto con il muro di Simon che vale il momentaneo pari per 18-18. I ragazzi terribili della Vero Volley rispondono però colpo su colpo e si aggiudicano il primo set con un dritto di Lucarelli che termina in out. Secondo set - Parte forte anche nel secondo set il sestetto lombardo (5-2), l'ace di De Cecco e il dritto di Garcia provano a interrompere la striscia di Monza (6-7), ma Simon e compagni non possono nulla contro un Grozer in giornata di grazie per il massimo vantaggio Vero Volley (10-6) che spinge Blangini al primo timeout. L'inerzia non cambia e i lombardi mettono in crisi il muro marchigiano ancora con l'opposto tedesco per il massimo vantaggio ospite (17-10). Dzavornok trova due ace e una spike che guidano Monza alla vittoria anche del secondo set con addirittura  9 punti di scarto (25-16).  Terzo set - La Lube si risveglia, tiene botta e trova l'allungo per la prima volta nel match con la spike di Grozer che termina sul fondo e gli attacchi di Juantorena per il massimo vantaggio momentaneo (10-4). I campioni d'Italia ritrovano ritmo e idee e infilano una serie di scambi spettacolari grazie all'estero di Lucarelli e Garcia (20-16). Dzavoronok prova a rendere la vita difficile ai biancorossi annullando il primo set point ma nulla possono i lombardi sul dritto di Juantorena che vale il due a uno per là Vero Volley. Quarto set - Grozer e Dzavornok riprendono da dove avevano lasciato con un triplo ace di apertura per il doppio vantaggio brianzolo (5-3). Gli ospiti spingono e Civitanova ricorre a un timeout per invertire il trend ancora appannaggio del sestetto di Eccheli, che raggiunge il massimo vantaggio (18-14). Mentre Simon fallisce una spike Davyskiba e Dzavoronok si guadagnano la scena con un doppio punto che segna il passo in un momento decisivo del match (22-17). L'MVP Grozer si guadagna il match point e Dzavornok trova il punto partita per il 25-20 finale. A sorpresa la Vero Volley vola in finale con merito schiantando i campioni d'Italia della Lube Civitanova. Nel match di domenica pomeriggio all'Eurosuole Forum affronterà la vincente dell'altra semifinale tra Perugia e Trento. Un inizio di stagione non esaltante per il sestetto marchigiano dopo la sconfitta al debutto casalingo in campionato contro là Gas Sales Tabellini:  CUCINE LUBE CIVITANOVA: Anzani 7, Balaso (L), Garcia Fernandez 11, Kovar 2, Sottile 1, Marchisio, Juantorena 10, Lucarelli 15, Diamantini ne, Simon 13, De Cecco 2, Jeroncic (L) ne, Penna ne, Yant. All. Blengini VERO VOLLEY MONZA: Grozdanov 9, Karyagin, Calligaro, Dzavoronok 18, Orduna, Comparoni ne, Federici (L), Galliani, Grozer 21, Galassi 10, Beretta, Mitrasinovic ne, Davyskiba 16, Gaggini (L) ne. All. Eccheli Arbitri: Goitre e Lot Parziali: 22-25 (29’), 16-25 (24’), 25-21 (30’), 20-25 (28’). Totale 1h 51’. Civitanova: 14 battute sbagliate, 5 ace, 7 muri vincenti, 52 % in attacco, 48 % in ricezione (29 % perfette). Monza: 15 battute sbagliate, 11 ace, 11 muri, 53% in attacco, 49% in ricezione (20% perfette).  

23/10/2021 17:29
INTERVISTA - Covid-19, il professor Giordano: "Ritorno alla normalità grazie ai vaccini: le varianti non fanno paura. Vi spiego cosa sta accadendo in Europa..."

INTERVISTA - Covid-19, il professor Giordano: "Ritorno alla normalità grazie ai vaccini: le varianti non fanno paura. Vi spiego cosa sta accadendo in Europa..."

Torna ai microfoni di Picchio News il professor Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia e rappresentante del Ministero dell'Ambiente italiano. L'accademico napoletano ha raccontato le differenti gestioni della pandemia tra Italia e States, ma si è espresso anche sulle restrizioni volute dal Governo e che hanno generato ondate di protesta nel Paese. A oltre un anno e mezzo di distanza dall’inizio della pandemia, quanto velocemente si sta ancora diffondendo il Covid e in che modo si sta evolvendo in Italia e nel mondo? "In alcuni paesi, come ad esempio Gran Bretagna o Lettonia, i contagi stanno risalendo anche se l’introduzione del vaccino ha ridotto la mortalità. I paesi in cui il virus si sta diffondendo sono quelli in cui si stanno maggiormente allentando le misure di prevenzione. Comportamenti scorretti, o meglio di allentamento precoce rispetto alla situazione, sono indicativi di un aumento di contagi". In che modo gli Stati Uniti sono riusciti a fronteggiare l’emergenza rispetto all’Unione Europea? Quali le misure prese che hanno permesso all’intera nazione di ripartire più rapidamente? "Gli Stati Uniti hanno attuato restrizioni piu’ severe rispetto a quelle dell’Unione Europea, dichiarando l’emergenza Covid per 18 mesi, investendo in salute a dispetto dell’economia  e del settore turistico. Soltanto qualche giorno fa il Governo ha annunciato la fine di queste limitazioni".   Quali sono gli effetti principali che i vaccini stanno riuscendo ad ottenere e quale il livello di sicurezza per la popolazione che oggi riescono a garantire? "I vaccini sono efficaci soprattutto nel prevenire gli effetti gravi del Covid e la morte. Sono in grado anche di ridurre la diffusione virale e proprio per questo motivo e’ importante che il numero dei non vaccinati sia pari allo zero. L’obiettivo è quello di rendere il virus innocuo al punto da poterci convivere". Come giudica l’operato dell’Italia nella gestione pandemica? Quanto indietro siamo nella somministrazione dei vaccini? "Credo che l’Italia abbia saputo gestire egregiamente la pandemia. Ancora oggi impone l’uso della mascherina in maniera piu’ stringente rispetto ad altri paesi, così come ha regolamentato l’ingresso sui posti di lavoro. In questo momento è importante continuare ad attuare misure di prevenzione per uscire definitivamente dalla pandemia". In che modo le varianti stanno mettendo in crisi la diffusione della campagna vaccinale? "Al momento in nessun modo; i vaccini sono in grado di contrastare le varianti. Quando e se ci saranno mutazioni che coinvolgeranno la proteina spike potrebbero sorgere dei problemi. Tuttavia, una delle peculiarità dei vaccini ad mRNA, consiste nel poterli modificare in base alle nuove mutazioni senza particolari complicazioni".

23/10/2021 10:18
Green Pass, ecco come i giovani marchigiani falsificano le certificazioni

Green Pass, ecco come i giovani marchigiani falsificano le certificazioni

"Per entrare nei locali della movida utilizziamo dei Green Pass falsi, nessun ristoratore può verificarne l'identità". Questa la denuncia fatta da alcuni ragazzi e raccolta ai microfoni di Picchio News sulla truffa che consente loro l'accesso ai club e ai ristoranti più in voga della città e della riviera.  Dopo l'intervento dello scorso agosto da parte della Polizia Postale per la chiusura di 32 gruppi Telegram e i truffatori del Green Pass truffati a loro volta da alcuni hacker che promettevano il rilascio di un fac-simile della certificazione divenuta obbligatoria anche sul posto di lavoro dallo scorso 15 ottobre, i furbetti continuano a imperversare. E se alcuni medici tra Roma e Genova risultano indagati in seguito alle operazioni dei Nas per il rilascio di certificati falsi, i giovani cercano di adattarsi al sistema nella sua forma più incancrenita. Non per andare al lavoro, in questo caso, ma per uscire e divertirsi. Con Green Pass falsi. "Il gioco è semplice - racconta Matteo, nome di fantasia - basta fare uno screenshot di un Green Pass dei nostri genitori o di nostri amici. Al momento della richiesta nel locale di turno, lo esibiamo al ristoratore e riusciamo ad accedere all'interno anche se non siamo vaccinati. E sinceramente non mi sento in colpa per questo".  Ma sembra essere una abitudine diffusa tra tanti ragazzi, che giustificano questo reato con le restrizioni alla socializzazione: "A scuola ne parliamo parecchio tra di noi - spiega Alice, nome di fantasia - ma se ho paura di vaccinarmi allora devo rinunciare ad avere una vita sociale e pagare tamponi ogni due giorni? Questo è il motivo principale per il quale usiamo Green Pass falsi". Cosa rischiano davvero? Chi viola l’obbligo di esibire la certificazione verde può incorrere in severe sanzioni amministrative (da 400 a 1000 euro, sia per il singolo cittadino che per l'esercente) o in un processo penale. Chi falsifica il Green Pass rischia di incorrere nel reato di falsità materiale commessa dal privato, che prevede  la pena della reclusione da sei mesi a tre anni, ridotta fino a un terzo.  "Si tratta di una abitudine che potrebbe effettivamente essere in voga tra alcuni gruppi di ragazzi - conferma il comando dei Carabinieri di Macerata - ma stiamo intensificando i controlli in tutti i locali della provincia per evitare il reiterarsi di un reato che mette a rischio la salute pubblica".

22/10/2021 10:30
Tamponi, lunghe code nelle farmacie per ottenere il Green Pass

Tamponi, lunghe code nelle farmacie per ottenere il Green Pass

E’ cominciata lunedì anche nelle Marche la prima settimana con l'obbligo del Green Pass per l’accesso a uffici, fabbriche e negozi. Le farmacie di Macerata e provincia sono letteralmente state prese d’assalto dalle migliaia di cittadini che hanno richiesto di sottoporsi al tampone a pagamento per poter rientrare a lavoro. Un boom registrato anche dal Governo centrale, con le certificazioni scaricate che hanno superato quota 100 milioni e un'accelerazione indotta dall’obbligatorietà degli ultimi giorni con 2,5 milioni di emissioni tra giovedì e sabato. Lunghe code alle quali molte farmacie si sono attrezzate per tempo assumendo nuovo personale sanitario, predisponendo stand o allestendo nuovi locali adibiti solo all’effettuazione dei tamponi. Tra queste la Farmacia Cairoli, che nella sola giornata di domenica ha fatto registrare oltre 250 richieste.  “La media si attesta sulla cinquantina al giorno ed è un trend che sarà sempre alto almeno fino a dicembre – spiega il dottor Fabrizio Buglioni. Solo la campagna vaccinale potrà eventualmente modificare questa curva, ribassandola. Noi in ogni caso ci faremo trovare pronti per ridurre al minimo i disagi”. Ricevimenti solo su prenotazione e anche in questo caso l’apertura di nuovi locali hanno consentito alla Farmacia Paccacerqua di Sforzacosta di gestire le file in modo ordinato: “Sono stati almeno un centinaio i tamponi effettuati domenica e lunedì per consentire alle persone il rientro al lavoro senza problemi - afferma il dottor Fabio Simonelli -. È importante che i cittadini continuino a comprendere però l’importanza di aderire alla campagna vaccinale”.  

19/10/2021 10:56
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