di Arianna Pannocchia

Brick e cartoni per bevande, dove buttarli? Cosmari e Comieco per una raccolta che "fa la differenza"

Brick e cartoni per bevande, dove buttarli? Cosmari e Comieco per una raccolta che "fa la differenza"

Questa mattina, presso la sede Cosmari di Tolentino, è stata presentata la campagna informativa "Nella cartaaaaaa? Si!" da Comieco e Cosmari. Alla conferenza erano presenti il presidente Paolo Gattafoni, il vicedirettore di Comieco, Roberto di Molfetta e l’ingegnere Massimo Procaccini. La campagna mira a sensibilizzare l’utenza pubblica e privata sul corretto conferimento dei cartoni per bevande nella raccolta della carta. Il riciclo della carta è una tecnica sottile che trasforma ciò che è stato scartato in una risorsa preziosa, un processo che traspone su macchinari altamente specializzati un principio di rinascita e rigenerazione: "La spazzatura- scrive l’autore Marck Victor Hansen- è una grande risorsa nel posto sbagliato a cui manca l’immaginazione di qualcuno perché venga riciclata a beneficio di tutti". Attraverso il riciclo, si innesca un ciclo virtuoso che, non solo preserva le risorse naturali, ma promuove anche un’economia circolare, dove ogni foglio di carta ha il potenziale di rinascere infinite volte. Sono i particolari a fare la differenza tra una buona e un'ottima raccolta differenziata di carta e cartone. Tra questi, ad esempio, il corretto conferimento del cartone per bevande, imballaggi composti prevalentemente di carta (75%) ma anche di polietilene (20%) e alluminio (5%) che vanno conferiti con la carta: è nella filiera della cartiera, infatti, che avviene il loro riciclo. Un'informazione semplice ma che Comieco (Consorzio nazionale di recupero e riciclo degli imballaggi a base Cellulosica) in collaborazione con Cosmari vuole rafforzare con la campagna "Nella cartaaaaaa? Si!" che - a partire dal 21 ottobre e fino al 4 novembre sarà attiva su canali on e offline dei territori della provincia di Macerata la cui gestione integrata dei rifiuti è affidata a COSMARI. Come già accennato sopra, il focus principale della campagna si è concentrato sui cartoni per bevande. Quest’ultimi, sono imballaggi preziosi per l'industria cartaria perché costituiti prevalentemente di fibra di cellulosa vergine, di elevata qualità: dopo il conferimento nella raccolta della carta vengono separati nel nuovo impianto automatico gestito dal Cosmari e avviati a riciclo al fine di essere utilizzati per la realizzazione di nuovi prodotti in carta riciclata come, ad esempio, tovaglioli e fazzoletti. Un'occasione, dunque, per tenere alta l'attenzione sui temi della raccolta differenziata di carta e cartone e sulle regole per una raccolta di qualità: sì a scatole, cartoni per bevande, sacchetti, packaging, riviste e giornali; no a materiali diversi dalla carta. Anche la componente non cellulosica viene recuperata e trasformata in un nuovo materiale adatto a molteplici utilizzi. "Questa campagna per il giusto conferimento dei cartoni per bevande, come ad esempio i brick del latte, succhi di frutta e altri alimenti, punta proprio a scardinare alcune abitudini residuali, come quella di chi li mette nell'indifferenziato o nella plastica perché composti da diversi materiali. Cosmari - ricordano il presidente Gattafoni e il direttore generale Pellei - grazie al nuovo impianto di selezione, sta lavorando per separare dagli altri materiali cellulosici anche i cartoni per bevande nell'ottica di promuovere una raccolta differenziata di alta qualità, recuperando materia prima/seconda, preservando l'ambiente. Un lavoro quotidiano che unisce verso un unico obiettivo i cittadini maceratesi, il Comieco e Cosmari” "L'impianto di Cosmari è il primo in tutta la regione a essersi dotato, anche con il sostegno del Consorzio, di un selettore ottico specifico per la separazione dei cartoni per bevande spiega Roberto Di Molfetta. "Parliamo di circa 160 tonnellate di cartoni per bevande l'anno- prosegue il vicedirettore Comieco-un risultato che stimiamo si possa più che raddoppiare spostando nella raccolta differenziata d carta e cartone le oltre 260 tonnellate di cartoni per bevande che vengono "disperse" nell'indifferenziato o nel multimateriale, a causa di conferimenti non corretti. Un tesoretto da recuperare e valorizzare: è l'obiettivo che vogliamo raggiungere con questa nuova campagna che punta proprio ad informare e motivare le famiglie ma anche utenze commerciali come i bar a conferire con la carta e gli altri imballaggi cellulosici anche i cartoni per il latte, i succhi frutta e altri alimenti".  Un'operazione che può contribuire a far crescere la raccolta differenziata di carta e cartone migliorandone la qualità e incrementando i corrispettivi economici già riconosciuti dal Consorzio al convenzionato: nei primi 9 mesi del 2024 Comieco ha garantito il ritiro da Cosmari di quasi 6.700 tonnellate di carta e cartone con una remunerazione di oltre 1,5 milioni di euro.

11/10/2024 17:15
Overtime apre con la Ritmica made in Marche che fa "rumore": ospiti Sofia Raffaeli e Milena Baldassarri (FOTO e VIDEO)

Overtime apre con la Ritmica made in Marche che fa "rumore": ospiti Sofia Raffaeli e Milena Baldassarri (FOTO e VIDEO)

Nella suggestiva cornice del Teatro della Filarmonica, la 14esima edizione dell’Overtime Festival ha preso il via con una serata inaugurale che ha saputo coniugare sport, cultura e giornalismo uniti a doppio filo da un comun denominatore che è sempre quello e che,sempre,ogni anno, torna sotto rinnovate declinazioni: la passione. Questo evento, ormai divenuto un punto di riferimento nel panorama sportivo e culturale italiano, celebra non solo le imprese sportive, ma anche le storie umane che si celano dietro ogni atleta, ogni allenatore, ogni dirigente. L’Overtime Festival, nato con l’intento di raccontare lo sport attraverso le parole e le immagini, ha visto negli anni la partecipazione di numerosi protagonisti del mondo sportivo e giornalistico. Michele Spagnuolo, direttore artistico e fondatore del Festival insieme al fratello , ha dichiarato: “La novità di questo Festival è il singolo evento stesso perché ogni appuntamento ci regala sempre grandi emozioni, grandi racconti e belle storie di valore; per cui ogni appuntamento è una grande novità.Gli ospiti di questa sera sono stati scelti perché ormai è consuetudine inaugurare coinvolgendo un testimonial regionale e quest'anno non potevamo non inaugurare con le ragazze della Ginnastica Fabriano che tante emozioni e soddisfazioni ci stanno regalando". La serata inaugurale ha visto la partecipazione di due stelle della ginnastica ritmica italiana, Sofia Raffaeli e Milena Baldassarri. Le due atlete, con la loro gentilezza e determinazione, hanno incantato il pubblico presente, raccontando le esperienze, i traguardi, le sfide affrontate nel corso della loro vita, della loro carriera. Purtroppo, l’allenatrice Claudia Mancinelli non è potuta essere presente, ma la sua assenza è stata colmata dalla presenza della dirigente della Società Ginnastica Fabriano, Maila Morosin, che ha saputo rappresentare con grande competenza e passione il mondo della ginnastica nelle sue molteplici sfaccettature, mettendo anche l'accento sulla necessità di una struttura più adeguata che sia rispondente al livello delle atlete. A moderare l’incontro è stata la giornalista di Sport Mediaset, Lucia Blini, che con la sua professionalità ha saputo guidare le ragazze nel racconto delle loro storie, creando un dialogo coinvolgente e ricco di spunti di riflessione. Le parole delle atlete hanno toccato temi importanti come la dedizione, il sacrificio e la gioia di raggiungere i propri obiettivi, offrendo al pubblico uno spaccato autentico della vita di un’atleta. "Dopo le Olimpiadi- ha dichiarato Sofia Raffaeli- si è concluso un percorso della mia vita che è stato sicuramente molto intenso ma anche molto bello e questi quattro anni saranno diversi da tutti quelli che ho passato fino a ora; aspiro a crescere come ginnasta ancora di più. C'è anche un po' di nostalgia perché il percorso di questa Olimpiade, soprattutto per me, è stato molto lungo e intenso. Ero concentrata su questo traguardo quindi, appena finita, all'inizio mi chiedevo che cosa dovessi fare. Poi, invece, sono ripartitata con la solita grinta e determinazione per intraprendere nuovi percorsi e per prepararmi al prossimo anno. La testa è fondamentale per le Olimpiadi; tutti gli anni si lavora costantemente per arrivare a questo traguardo. Occorre essere concentrati senza pensare alle aspettative degli altri". "Tornare a fare un'Olimpiade- ha raccontato Milena Baldassarri- con il pubblico è stata tutta un'altra emozione, poter condividere questa esperienza con la mia compagna di tutti questi anni è stato stupendo. Noi siamo sempre state abituate dopo ogni vittoria a tornare subito in palestra,  a pensare a cose nuove, a migliorarsi. Ci siamo concesse una piccola vacanza e poi ci siamo rifiondate subito a lavorare. Infatti, abbiamo già fatto una gara. In vista delle gare ci alleniamo a isolarci, a cercare di non pensare alla giuria, al pubblico ma solo a noi stesse sulla pedana e a tutti i movimenti da eseguire. Ogni gara è una gara a sé, ogni piccola distrazione è importantissima e occorre saper dosare anche la troppa adrenalina". Per i saluti istituzionali a livello regionale, è intervenuta l’assessore Chiara Biondi, che ha sottolineato l’importanza di eventi come l’Overtime Festival per la promozione dello sport e della cultura nella regione Marche. La serata si è conclusa con un caloroso applauso del pubblico, che ha saputo apprezzare la qualità degli interventi e la profondità delle storie raccontate. L’Overtime Festival si conferma così un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di sport e di cultura, un luogo dove le storie di vita e di sport si intrecciano, creando un arabesco di emozioni e di valori che arricchiscono il nostro archivio culturale e collettivo.

09/10/2024 23:15
A Ripe San Ginesio i "Fumi Cotti" raccontano storie di antiche tradizioni e arte contemporanea (VIDEO e FOTO)

A Ripe San Ginesio i "Fumi Cotti" raccontano storie di antiche tradizioni e arte contemporanea (VIDEO e FOTO)

Ogni anno, l’ultimo fine settimana di settembre, Ripe San Ginesio si anima con i ‘Fumi Cotti’, un evento che celebra la tradizione contadina della cottura del mosto. Quest’anno, la festa si è tenuta il 28 e 29 settembre, trasformando il borgo in un dedalo di vie e piazzette attraversate da inedite sinestesie, incendi cromatici dell’autunno e profumi inebrianti, mentre il mosto ribolle nei grandi calderoni, diventando lentamente vino cotto e richiamando quel ‘ribollir de’ tini’ di carducciana memoria. Un’atmosfera dove le antiche tradizioni non solo rivivono ma dialogano e intercettano anche elementi della contemporaneità; un’interazione fra le epoche che si manifesta già all’ingresso del centro storico, nella piazza principale, dove svetta una serie di sculture realizzate da artisti del XXI secolo, nella Pinacoteca, e nella mostra ‘Etichette d’Autore’, frutto di rivisitazioni artistiche e fantasiose di questo prezioso nettare. Lo stesso nome della manifestazione è scaturito dal connubio delle arti, come ha raccontato il sindaco Paolo Teodori ai nostri microfoni: “Nasce circa trent’anni fa da un’idea di Silvio Craia, pittore che ha operato per lunghissimo tempo nel comune di Ripe San Ginesio, portando l’idea dell’arte contemporanea. Nasce come una festa tra amici, anche su ispirazione del poeta Giovanni Prosperi, che ha coniato il titolo ‘Fumi Cotti’, a evocare lo scenario poetico del fumo che esce dalla bollitura del vino. La particolarità della Festa è quella dell’unione tra l’arte contadina e quella dell’arte contemporanea: due mondi che sono apparentemente molto diversi e allo stesso tempo in stretta sinergia tra loro. A tal riguardo, alcuni pittori realizzano delle opere che l'anno successivo diventano l’etichetta per il vino che verrà imbottigliato”. Dunque, una domenica di festa collettiva con stand gastronomici, allestiti dalla locale Pro Loco, dove poter assaporare gustosissimi piatti tipici che raccontano storie di generazioni, da 'Lu polentò' ai fagioli con le cotiche e molto altro fino a un tripudio di dolci di ogni tipo da accompagnare, per l'occasione, con il vino cotto. Poi, tempo di danze e canti folkloristici col gruppo "Li Pistacoppi" di Macerata, senza dimenticare la dimostrazione della pigiatura dell’uva, fin dalla prima mattina, con i piedi nudi che affondano nei grappoli succosi: un rito in grado di incantare adulti e bambini e che ricorda, proprio a partire da questa attivazione sensoriale, quanto le arti e i mestieri uniscano a doppio filo uomo e natura. Sempre il Sindaco ha menzionato l’innovativo progetto di “Borgofuturo”, che ha portato a una serie di interventi mirati a valorizzare le risorse locali e a promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Grazie a scelte precise dell’amministrazione comunale e dell’associazione Borgofuturo, Ripe San Ginesio è oggi un esempio unico di borgo ad alta vocazione ambientale e artigianale. “È una festa molto sentita, importante per la comunità e per tutto il contesto che si viene a creare con gli artigiani del Borgo e quelli che decidono di traferire le proprie attività qui. La tradizione artigianale nasce con ‘Borgofuturo’ attraverso il recupero degli spazi altrimenti inutilizzati che, negli anni, sono diventati i laboratori di artigiani, i quali hanno deciso di venire a Ripe e di sposare la sua tradizione e progettualità”. Per quanto concerne la rinascita delle attività laboratoriali e creative tra i vicoli del centro, c’è la sartoria di Marta Baldassarri, che utilizza tessuti naturali e tecniche di tintura botanica per creare abiti unici e sostenibili, la gioielleria artigianale di Samuela Salvucci e le ceramiche artistiche di Claudia Zamboni, testimonianze della vita creativa di Ripe San Ginesio: tutto questo verrà raccontato a parte nel prossimo articolo. Mentre il sole tramonta dietro le colline, i fumi dolci del mosto cotto si alzano verso un cielo su cui inizia a stingersi la notte, creando un’atmosfera quasi surreale e uno spirito di collettività senza tempo.    

01/10/2024 10:30
Micam, Mipel e Lineapelle: "Il futuro della moda Italiana in bilico, situazione critica per il settore” (VIDEO e FOTO)

Micam, Mipel e Lineapelle: "Il futuro della moda Italiana in bilico, situazione critica per il settore” (VIDEO e FOTO)

Questa mattina, 30 settembre, nella sala riunioni di Confindustria, si è tenuta una conferenza per riportare il bilancio delle fiere Micam, Lineapelle e Mipel. L'evento ha visto la partecipazione di Matteo Piervincenzi, presidente della Sezione Calzature, Sergio Sciamanna, presidente della Sezione Pelletteria, e Alessio Castricini, presidente della Sezione Accessoristi. Le fiere Micam, Lineapelle e Mipel sono ormai riconosciute come i principali eventi internazionali per il settore della moda. Tuttavia, il comparto sta attraversando un'accentuata crisi a causa della ridotta capacità di acquisto dei consumatori, influenzata dalle incertezze legate alle turbolenze geopolitiche. Questo scenario ha portato a una significativa contrazione degli ordinativi per le piccole e medie imprese del settore, costringendole a ricorrere massicciamente agli strumenti di integrazione salariale. Durante la conferenza, Matteo Piervincenzi ha sottolineato l'importanza del sostegno governativo tramite ammortizzatori sociali e l'accesso al credito per investimenti in digitalizzazione e sostenibilità, elementi cruciali per mantenere la competitività delle imprese italiane: "Micam, Mipel e Lineapelle sono diventate ormai le principali piattaforme internazionali per questo settore. Il mondo della moda continua ad attraversare una fase di debolezza caratterizzata da una minor condizione d’acquisto da parte dei consumatori. Tra le cause, l’incertezza legata alle turbolenze delle guerre in atto. Tutto ciò determina una pesante contrazione degli ordinativi per le nostre piccole e medie imprese". "L’allungarsi della fase congiunturale sfavorevole sta mettendo a dura prova le nostre aziende costrette a un ricorso massiccio degli strumenti di integrazione salariale. Per la tenuta del nostro comparto moda è necessario il sostegno del governo tramite ammortizzatori sociali e l’acceso al credito per le aziende al fine di investire nella digitalizzazione e sostenibilità, a oggi, principali mete per mantenere competitive le imprese rispetto agli altri Paesi", conclude . Sergio Sciamanna ha evidenziato la necessità di spingere sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità per garantire la tenuta delle filiere produttive: “C’è stata una presenza inaspettata rispetto alle previsioni; tuttavia, anche il comparto della pelletteria è in crisi per la carenza di commesse da parte delle grandi Maison. Quindi, anche noi stiamo subendo un rallentamento con il conseguente ricorso alle ore di cassa integrazione. Uno degli strumenti su cui dobbiamo spingere è sicuramente quello della digitalizzazione con un occhio attento alla sostenibilità e quello di garantire che le nostre filiere rimangano in piedi e al tempo stesso siano strutturate in modo tale che in futuro possano ripartire”. Mentre Alessio Castricini ha fornito dati significativi sulla partecipazione alle fiere, sottolineando la crescente presenza di visitatori stranieri e la necessità di supporto per le aziende familiari che stanno affrontando una crisi prolungata: “Qualche dato sulla fiera di Lineapelle: preponderanza di italiani, intorno al 57%, mentre gli stranieri sono stati del 43%. Qui, si è vista una tendenza che vede in calo una presenza di visitatori italiani e in aumento quella dei visitatori stranieri che principalmente provengono da Stati Uniti, Cini, India, Brasile e Messico. Mentre dall’Europa, principalmente Francia, Germania e Spagna, si è osservato un calo. In totale gli espositori sono stati 1261 provenienti da 43 paesi europei che vedono comunque una partecipazione da parte delle nostre aziende mantenuta quindi questo significa che c’è una volontà da parte della filiera di partecipare e cercare di arginare commercialmente il calo delle quantità che vediamo". "Sulla filiera si riflette la situazione dei nostri committenti: calzaturieri e pellettieri. La situazione attuale vede un aumento della cassa integrazione e un calo drastico delle committenze previste per le prossime stagioni. Mentre i committenti delle nostre aziende sono dei brand, delle grandi multinazionali con delle spalle larghe, le nostre aziende sono spesso ancora a conduzione familiare che sostengono quasi da sole il peso di questa crisi. Sono molto limitate le risorse per far fronte a un periodo di crisi del calo delle quantità che sta andando avanti ormai da diversi mesi. Per questo motivo al tavolo della moda che si è riunito il 6 agosto col ministro Russo le richieste sono state principalmente quelle di far fronte al calo di liquidità e soprattutto un sostegno per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali per le ore di cassa integrazione che sono in crescita. La situazione attuale è seconda come gravità solamente al periodo del covid; situazione aggravata dal fatto che, mentre sotto covid c’era una situazione di medio termine di ripresa adesso stiamo assistendo a un cambiamento sia del mercato dei processi produttivi ma anche quello dei prodotti finiti. Un’inversione di tendenza è ancora lontana dalla visuale”.  

30/09/2024 16:43
Potenza Picena, Natural Village sott'acqua: "Evacuato l'80% dei turisti, situazione insostenibile" (FOTO e VIDEO)

Potenza Picena, Natural Village sott'acqua: "Evacuato l'80% dei turisti, situazione insostenibile" (FOTO e VIDEO)

Tra le aree più colpite dalle piogge torrenziali che in questi giorni si stanno abbattendo sulla regione Marche c'è il comune di Potenza Picena. Una delle situazioni più critiche si registra al resort Natural Village, rimesso a nuovo nel 2023 dalla civitanovese Alessandra Mori (leggi qui).  La celebre meta turistica è stata invasa dall’acqua a tal punto da costringere all'evacuazione di circa 500 persone, tra ospiti e operatori, nella mattinata di oggi. Questi ultimi, molti dei quali a piedi nudi, alcuni con i propri figli sulle spalle, si sono radunati nel piazzale d'ingresso con tutti i bagagli al seguito e le scarpe ad asciugare.   Alcuni villeggianti non sono riusciti a riprendere le loro auto, rimaste completamente bloccate al di là di quello che è diventato uno specchio d’acqua e fanghiglia impercorribile su cui si riflettono i numerosi e colorati bungalow. La situazione critica ha richiesto l’intervento immediato delle autorità locali e dei servizi di emergenza: 118, vigili del fuoco e i volontari della Protezione Civile hanno lavorato incessantemente per mettere in sicurezza l'area e assistere i turisti evacuati. Le piogge hanno causato non solo l’allagamento del villaggio turistico, ma anche quello delle contrade circostanti, diventate torrenti che sfociano su campi completamente inondati, con un livello d’acqua che in alcune zone arriva alle ginocchia. Alessandra Mori, direttrice del Natural Village, ai microfoni di Picchio News ha tracciato un quadro della situazione: "Con questo arrivo dell’acqua in poche ore tutti i canali si sono intasati e l’acqua è esondata nel villaggio.  Stanotte ha diluviato per cui, tra la pioggia di ieri e quella di stanotte, lo stato delle cose è diventato quello che vedete: insostenibile. Abbiamo evacuato l’80% dei nostri clienti ieri sera con molta tranquillità, senza nessuna situazione di pericolo". "C'era anche un gruppo di disabili e la protezione civile insieme con tutti gli enti locali, Croce Rossa, Vigili del Fuoco, hanno dato un grande supporto nel gestire la situazione al meglio. C’è il problema delle auto perché sono bloccate sull’altro lato che non è transitabile. Per quanto riguarda i danni ancora non sappiamo dire nulla ma sono sicuramente ingenti; tutti gli chalet era stati appena rifatti così come il ristorante, ristrutturato lo scorso anno e l’acqua è dappertutto", conclude Mori.

19/09/2024 16:15
Civitanova, la regata del Club Vela dagli scatti di Guido Picchio a bordo di "Più Allegra": al timone Massimo Zenobi (VIDEO)

Civitanova, la regata del Club Vela dagli scatti di Guido Picchio a bordo di "Più Allegra": al timone Massimo Zenobi (VIDEO)

Un mare che si estende come un arazzo grigio, intessuto di piccole onde sotto un cielo che vira verso il bigio e un vento ideale per una regata, che gonfia le vele con una media di quindici nodi, riempendo l’aria di una tensione elettrica. Questo lo scenario che ieri, domenica 9 settembre, ha connotato la regata del Club Vela Portocivitanova che ha visto la partecipazione di 37 barche di ogni genere, dai 6 ai 18 metri. Il club civitanovese, noto per organizzare competizioni veliche di grande importanza sia per giovani sia per adulti, con la sua storia di oltre settant’anni, ha visto nascere campioni del mondo e campioni italiani. La veleggiata in questione, connotata da uno spirito di partecipazione collettiva tra i soci, ha saputo unire competizione e divertimento in un equilibrio perfetto per tutta la navigazione, lo stesso che coinvolge le dinamiche a bordo tra manovre tecniche e sintonia degli animi e delle menti di tutto l’equipaggio. Nella fattispecie, a riportare l’avvincente narrazione della regata, il fotografo Guido Picchio che, dalla Elan 45 di Massimo Zenobi,direttore artistico del Politeama di Tolentino, ha catturato dei frammenti evocativi sotto due visuali: quella interna dell’equipaggio che ha visto la coordinazione di cinque persone, tra cui tre giovani velisti, con Zenobi al timone e quella esterna che affaccia su un mare increspato e solcato dalle altre imbarcazioni.   Qui, Picchio ha catturato, attraverso i suoi scatti, il ritmo di quella tipica sinfonia velica, generata dall’alternanza di vele lasche e vele cazzate, dove i passaggi lenti e melodiosi si alternano a quelli rapidi e intensi, tra la calma contemplativa e l’energia competitiva dell’equipaggio. Alla fine, la Elan 45 si è classificata quattordicesima su trentasette, mentre la vittoria è andata alla Sixth Sense di Sandro Paniccia. Questa veleggiata ha dimostrato ancora una volta come il divertimento e la competizione possano coesistere e come a bordo di ogni imbarcazione vigono tre regole che condurranno sempre a una navigazione “Più Allegra”, come il nome della barca in questione: “La prima è non farsi male, la seconda non far male alla barca e la terza divertirsi”, afferma Massimo Zenobi.  

09/09/2024 18:00
"Nella Marche molti soggiorni veloci da 3-4 giorni, l'estate 2024 ha numeri positivi per gli alberghi"

"Nella Marche molti soggiorni veloci da 3-4 giorni, l'estate 2024 ha numeri positivi per gli alberghi"

Siamo oltre la metà di un agosto dominato da quel sole inteso che conferisce la tipica calura da “meriggiare pallido e assorto” e siamo anche nel pieno dell’alta stagione dove il turismo raggiunge il suo apice. Pertanto, in questo scenario estivo, abbiamo intervistato Luca Giustozzi, presidente di Federalberghi Marche, per avere una panoramica sull’andamento dei flussi turistici nelle strutture alberghiere delle Marche e, in particolar modo, in quelle della provincia di Macerata: dalle zone marittime a quelle dell’entroterra. “Le previsioni sulle strutture alberghiere non erano delle migliori perché non c’erano molte prenotazioni anticipate”, esordisce Giustozzi. “Poi, col sopraggiungere del bel tempo c’è stato un improvviso movimento; probabilmente un po’ in calo rispetto alla scorsa stagione ma alla fine la situazione ha preso una svolta positiva nel suo complesso.” Le coste marchigiane, con le loro spiagge, le strutture ricettive di alta qualità, hanno registrato un’affluenza significativa, confermandosi come mete predilette per i turisti in cerca di relax e di numerose attività ricreative che le città di mare, da sempre, offrono in questo periodo. Non di meno le località dell’entroterra, ricche di storia, cultura e tradizioni, hanno saputo attrarre un numero di visitatori sempre più vasto e diversificato, desideroso di scoprire il volto più autentico della regione. “Molti soggiorni veloci di tre o quattro giorni- prosegue il presidente di Federalberghi Marche- perlopiù italiani provenienti dalla Lombardia, dal Veneto, dall’Emilia Romagna ma anche dal Lazio, dall’Umbria, dalla Puglia. Per quanto riguarda il flusso nelle varie località, il mare ha sicuramente fatto la sua parte ma anche l’entroterra con le sue colline e i Sibillini. Per quanto riguarda quest’ultime, abbiamo la fortuna che in molte zone dell’interno sono state create delle realtà interessanti caratterizzate dagli chalet di montagna che, in ogni stagione, attirano moltissime persone”. Inoltre, sempre Giustozzi ha spiegato che, negli ultimi anni, si stanno creando nuovi segmenti di turismo che vanno dalle passeggiate nella natura al cicloturismo, al Mountain bike, eMtb, enduro. “Va detto che le Marche hanno un’attrattiva turistica che non si ferma solo all’alta stagione estiva e, sicuramente, se venissero organizzati più eventi importanti, il nostro territorio chiamerebbe ancora più villeggianti. Per esempio, a Camerino, a settembre, ci sarà un campionato mondiale di Enduro ed è prevista la presenza di migliaia di persone".   

20/08/2024 10:15
Pollenza, racconti dalla terra: l'Ulivo. I rimedi dell'agronomo Pasquali per combattere la 'mosca' e la siccità (FOTO e VIDEO)

Pollenza, racconti dalla terra: l'Ulivo. I rimedi dell'agronomo Pasquali per combattere la 'mosca' e la siccità (FOTO e VIDEO)

L’ulivo, una pianta millenaria, è da sempre simbolo di pace, saggezza e prosperità. Le sue radici affondano nella storia antica, con riferimenti che spaziano dalla mitologia greca, dove Atena donò l’ulivo agli ateniesi, alla Bibbia, dove un ramo d’ulivo segnò la fine del diluvio universale. Questo albero non è solo un simbolo, ma anche una risorsa preziosa per l’umanità, fornendo olio, legno e frutti. Da secoli (una delle prime attestazioni entomologiche risale al 1790),e soprattutto negli ultimi anni, la raccolta delle olive è stata minacciata dalla Dacus Oleae, comunemente nota come la “Mosca dell’olivo”. Questo insetto, attivo tutto l’anno, causa i maggiori danni durante l’estate, specialmente dopo Ferragosto. Quando, con il lieve abbassamento delle temperature, la femmina depone le uova nelle drupe mature le quali, successivamente, si sviluppano in larve e poi in adulti, danneggiando così gravemente il raccolto. A tal riguardo, è l’agronomo Gino Pasquali a fornire una serie di metodi tradizionali e sostenibili, da lui più che rodati, per combattere la mosca dell’olivo. Passeggiando nel suo rigoglioso e verdeggiante oliveto le cui ombre donano pause di refrigerio sotto un sol leone, si notano bottiglie di plastica appese ai rami degli alberi che non possono non attrarre la curiosità e gli interrogativi di chiunque le osservi. È Pasquali stesso spiegare il loro scopo e funzionamento: “Le ho fatte io in maniera ‘casereccia’, con quattro buchi sulla parte superiore e un buco sul tappo per appenderle al ramo. All’interno ho messo una sostanza proteica e un’alice che si putrefà, attirando la mosca. Quest’ultima si avvicina alla ricerca dell’alice, entra dentro la bottiglia, attraverso uno dei quattro fori realizzati con un ferro appuntito riscaldato, e va a cercare l’acciuga sul fondo, dove c’è anche dell’acqua e dell’ammoniaca per aumentare il cattivo odore. In questo modo gli adulti rimangono intrappolati prima che vadano a rovinare le drupe”. Quest’anno, le alte temperature stanno impedendo alla mosca di deporre le uova: “Oltre i 30 gradi- prosegue l’agronomo di Pollenza- le uova della mosca non riescono a svilupparsi. Tuttavia, quando le temperature scenderanno sotto i 27 gradi, ci sarà un attacco enorme”. Pertanto, per prevenire i danni, Pasquali consiglia di rimpinguare le trappole già precedentemente realizzate con sostanze proteiche e ammoniaca, per evitare che si produca un olio con al suo interno l’insetto. “Altre soluzioni per questo problema- spiega Gino Pasquali-sono delle tavolette intrise di mastice dove la mosca rimane attaccata oppure altre contenenti dei feromoni che attirano i maschi, intrappolandoli. Altro sistema è quello chimico del trattamento con insetticidi ma che non ho mai scelto perché poi ci si porta i residui nell’olio”. Per garantire la produzione di drupe sane di fondamentale importanza è anche la potatura; una potatura ben fatta è essenziale per la salute dell’ulivo. Pasquali spiega: “L’olivo deve essere un vaso, con ogni branca che ha la sua punta; questo permette alla linfa di compiere il suo ciclo, evitando la presenza di germogli sul fusto. Per favorire lo sviluppo della drupa gli ulivi non devono avere troppo fogliame e rami: un tempo si diceva che gli uccelli dovessero passare tra le foglie: questa è la fittezza ideale della pianta per riuscire a dare il meglio di sé stessa”. I problemi per l’ulivo non finiscono mai e un altro fattore con cui deve fare i conti nel periodo estivo è il troppo caldo, la siccità che può causare l’accartocciamento delle foglie. Anche per questo tipo di problematica l’agronomo Gino suggerisce dei metodi di grande supporto: primo fra tutti quello di lasciare inerbito il suolo per mantenere il terreno fresco. L’erba deve essere cimata regolarmente per evitare che asporti nutrimento, ma mantenuta a sufficienza per creare frescura. Infine, una nota sull’aspetto imprenditoriale della gestione dell’uliveto: “Per quanto riguarda questa coltura nell’ottica imprenditoriale, al fine di trarne un piccolo reddito, occorre augurarsi che le piantagioni vengano curate nel modo adeguato, che si creino dei sistemi di raccolta poco dispendiosi dal punto di vista della manodopera e di evitare trattamenti perché, se si fanno concimazioni chimiche o trattamenti chimici, finisce la bontà dell’olio di oliva. Infine, questi sistemi agronomici di cui vi ho parlato sono virtuosi nella misura in cui mantengono l’ambiente al naturale”.

18/08/2024 10:55
Pollenza, racconti dalla terra: l'aratro e la stagione dell'aratura attraverso le parole dell'agronomo Gino Pasquali (FOTO e VIDEO)

Pollenza, racconti dalla terra: l'aratro e la stagione dell'aratura attraverso le parole dell'agronomo Gino Pasquali (FOTO e VIDEO)

In un'epoca in cui la tecnologia agricola avanza a passi da gigante, è affascinante riflettere su uno degli strumenti più antichi e fondamentali dell'agricoltura nonché la prima applicazione di forza non umana nel contesto agricolo: l'aratro. Questo attrezzo, che ha permesso all'umanità di trasformare la terra in coltivazioni rigogliose, continua a essere un simbolo di innovazione e tradizione. Ma come si inserisce l'aratro nella storia moderna dell'aratura? Per scoprirlo, abbiamo intervistato l’agronomo Gino Pasquali, già presidente della provincia e del Cermis “N.Strampelli” (Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale) che ci ha offerto un’interessante e utile spiegazione sulle varie tipologie di questo attrezzo agricolo. "Tra gli arnesi agricoli c’è il classico aratro bivomere destro che i contadini utilizzavano per cercare di creare le condizioni di abitabilità per le piante ossia, in gergo tecnico, per favorire la tessitura del terreno adeguata affinché nella radice circoli aria e acqua; elementi nutritivi, quest’ultimi, essenziali per far crescere bene le colture", spiega Pasquali, che è poi passato a illustrare una diversa tipologia. “Un altro tipo di aratro era concepito per eliminare le erbe infestanti ribaltando il terreno e facendo così finire la parte superficiale sotto il solco e la parte sottostante sopra. Questo metodo, sebbene efficace, è stato superato da tecniche più moderne e meno costose come l'uso del ripper”. "Quest'ultimo- prosegue l’agronomo Pasquali-, contrariamente, non ribalta il terreno ma lo rimuove lasciandolo sul posto. In questo modo, il suolo agrario, dove rimangono le radici delle piante e la sostanza organica, viene preservato e rimane fertile fino ai 50 cm di profondità. Il ripper ha anche i suoi limiti: non riesce a dominare le infestanti che rimangono in superficie. Nonostante questo, alla prima pioggia, quando il terreno si tempera, diventa morbidissimo, permettendo di preparare un letto di semina eccezionale". In conclusione, mentre l'aratro tradizionale ha lasciato il posto a tecniche più moderne, il suo ruolo nella storia dell'agricoltura rimane insostituibile. La continua evoluzione degli strumenti agricoli riflette il progresso e l'adattamento alle nuove sfide ma il legame con la terra e le sue tradizioni resta forte e vitale, così come il rapporto tra l'essere umano e l'agricoltura: “Anche per il pensiero c'è un tempo per arare e un tempo per mietere”, come scriveva Ludwig Wittgenstein. .  

03/08/2024 12:50
Civitanova, una giornata sulla motovedetta della Guardia Costiera: le disposizioni per "un'estate al mare" in sicurezza

Civitanova, una giornata sulla motovedetta della Guardia Costiera: le disposizioni per "un'estate al mare" in sicurezza

Siamo nel cuore dell’estate, con il turismo che sta per raggiungere il suo apice e una colonnina di mercurio che porta gran parte delle persone ad affollare le spiagge e le acque. In questa cornice da piccolo idillio estivo può capitare che la spensieratezza vacanziera diventi imprudenza dall’improvviso contraccolpo emergenziale. Solo a titolo di più recente esempio, basti pensare all’imbarcazione che l’altro ieri è rimasta incagliata a Scossicci per avaria del motore e che ha richiesto l’intervento della Capitaneria di Porto di Civitanova. Per sapere di più sulle norme da tenere bene in mente per evitare incidenti di qualsiasi sorta, sia come bagnanti che come diportisti, abbiamo chiesto a chi della sapienza e dell’esperienza in mare ne ha fatto la propria vita, ricoprendo uno dei gradi più alti all’interno della Marina Militare: la comandante Chiara Boncompagni che, con il suo equipaggio, ci ha ospitati a bordo della motovedetta SAR. Unità, quest’ultima, inaffondabile e autoraddrizzante in condizioni di mare mosso, destinata al soccorso marittimo. “Molto importante per i diportisti- ci informa la comandante- è controllare sempre l’unità e le dotazioni di sicurezza a bordo, assicurandosi sempre di avere carburante a sufficienza per poter intraprendere la navigazione, considerando anche eventuali imprevisti. Inoltre, è molto importante verificare quelle che sono le condizioni meteorologiche in zona e, con l’occasione, vi ricordo che sul nostro sito è possibile consultare i bollettini meteo dell’Aeronautica Militare aggiornati. Controllate anche la eventuali ordinanze presenti in zona che vanno a regolamentare lo specchio acqueo che intendete navigare”. Per quanto riguarda i bagnanti: “Raccomando- prosegue Boncompagni- di non entrare in acqua quando vi è la bandiera rossa issata, che è un segnale di potenziale pericolo, e di evitare di fare il bagno durante le ore più calde. Vi ricordo che lo specchio acqueo riservato ai bagnanti è di 300 metri dalla battigia segnalati con delle boe di colore rosso. Andare a nuotare oltre vi può mettere in una situazione di pericolo”. Queste coordinate rientrano nel più ampio contesto dell’operazione “Mare Sicuro” della Guardia Costiera; un’iniziativa che vede impegnati, fino al 17 settembre, donne e uomini in servizio su tutti gli uffici del territorio nazionale, volta a garantire la sicurezza di coloro che scelgono località marittime come luogo di svago. Durante il nostro servizio, abbiamo assistito a una procedura di controllo di una barca a vela; dopo una serie di agili e pronte manovre, l’imbarcazione della Capitaneria di Porto si è avvicinata e l’equipaggio, con l’ausilio di un retino, ha raccolto i documenti necessari per il controllo (patente nautica, licenza di navigazione, dichiarazione di potenza di motore, polizza assicurativa, certificato di sicurezza, licenza di esercizio, revisione zattera) e tutta l’attrezzatura da tenere rigorosamente a bordo tra cui giubbotti di salvataggio, estintori, pompa o altro attrezzo di esaurimento entro un miglio dalla costa. Oltre, aumentano le dotazioni obbligatorie. Dopo un’attenta verifica, se l’esito è positivo, viene affisso il bollino blu, segno di conformità alle norme di sicurezza. “Nella stagione estiva -dichiara sempre la comandate Chiara Boncompagni- controlliamo tutte le dotazioni delle unità che navigano in mare. A seguito di un controllo mirato che viene fatto sui documenti di bordo e sulle dotazioni di salvataggio, se l’esito è positivo, viene compilato un verbale d’ispezione e rilasciato un bollino blu che va poi apposto su una parte ben visibile dell’imbarcazione e questo sta a significare che è in regola, evitando così anche un reiterarsi dei controlli”. Un’altra tipologia di controllo effettuata dalla Capitaneria di Porto è quella che riguarda i pescherecci; in questo caso le ispezioni si confrontano con una normativa ulteriormente più complessa e stratificata, che coinvolge la regolarità delle imbarcazioni, il rispetto delle molteplici normative sulla pesca ai fini di tutelare certa flora e fauna marina e la verifica delle attività commerciali legate al porto. Un esempio emblematico in merito a quest’ultimo ambito, è il controllo del pesce ghiaccio dei laghi cinesi, spesso spacciato per bianchetto nei ristoranti. Nell’equipaggio della Capitaneria di Civitanova c’è anche chi ha raccontato che, per molti anni, si è dedicato a salvare le vite dei migranti partiti dalle coste africane, in balia di un mare che, troppo spesso, nega loro l’approdo; un approdo mancato le cui immagini restano incise nella retina e nell’animo di chi le ha vissute in prima persona. Dunque, il mare della Capitaneria di Porto- Guardia Costiera è un mare che c’è sempre, in ogni istante, è lo stesso che da sempre lambisce la storia dell’uomo, il luogo di indicibile meraviglia, di estensione della conoscenza ma anche il luogo di spietata sorte. È quel mare che può essere navigato solo se si ricorda che “Omnia vincit animus”: “Lo Spirito vince su tutto”, a maggior ragione nelle situazioni più difficili.  

25/07/2024 12:00
Montelupone, le "Rivelazioni" scolpite di Ermenegildo Pannocchia in mostra al Palazzetto del Podestà

Montelupone, le "Rivelazioni" scolpite di Ermenegildo Pannocchia in mostra al Palazzetto del Podestà

La mostra "Rivelazioni" di Ermenegildo Pannocchia, inaugurata  il 6 luglio presso il Palazzetto del Podestà nella piazza di Montelupone, in presenza dell’assessore alla Cultura e vice sindaco Orietta Mogliani, prosegue con successo e, al momento, resterà aperta al pubblico fino a tutto il mese di agosto. L'esposizione, patrocinata dal Comune, Fondazione Carima, Guzzini, Algam Eko, Tecnostampa, TresPex, Petit Price, è visitabile dal martedì alla domenica, dalle ore 16.00 alle 19.00. Questo percorso espositivo, nella sua essenzialità dei pezzi per motivi di spazio, offre una panoramica del suo operato artistico; dalle prime sperimentazioni fino alle opere più recenti. Le sue creazioni, esposte in numerose mostre in Italia e all'estero ( Europa, Arabia Saudita, Stati Uniti e Giappone) testimoniano una carriera che si intreccia a doppio filo con una vita dedicata alla continua  ricerca e sperimentazione nel suo laboratorio incastonato tra i vicoli silenziosi del borgo monteluponese. Ermenegildo Pannocchia ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Macerata e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti nel 1976. Sin dagli esordi, negli anni Settanta, ha esplorato le possibilità artistiche offerte dal legno; a tal riguardo i suoi primi lavori, appartenenti alla serie "mobili scultura", segnano l'inizio di un'intensa ricerca su questo materiale di cui l’opera esposta in mostra e intitolata “Reliquiario per Eleonora d’Aragona” ne è un esempio. “ All’inizio del suo iter espressivo- scrive Armando Ginesi- egli ha scelto come materiale il legno, antico quanto il mondo, per tramutare in forma le problematiche, le sensazioni e le emozioni della contemporaneità” Negli anni Ottanta, Pannocchia ha ampliato la sua sperimentazione includendo bronzo e terracotta, realizzando nel 1989 la sua prima scultura monumentale per un importante edificio pubblico. Dal 1990, la sua sperimentazione si è diretta verso nuovi materiali plastici e di produzione industriale, in particolare il metacrilato, integrando studi optical e cromatismo attraverso l’uso di LED. Dal 2003 questo materiale è lavorato in negativo con uno strumento di sua invenzione, una fresa ad aria compressa, una moderna sgorbia attraverso cui ricrea la fatica e la manualità del lavoro artigianale, vera essenza del fare artistico. Cifra stilistica che attraversa gran parte della sua produzione sono i volti; questi emergono leggeri e trasparenti da blocchi compatti che, in alcuni casi, sembrano evocare delle profondità abissali. “Le sue  sculture- scrive Paolo Serafini- ci presentano una concezione dell’essere che si attua nel darsi come sospensione e come sottrarsi, sia da un punto di vista spaziale che temporale: figure e presenze fugaci ma concrete, mani, volti, che entrano ed escono dallo spazio realizztivo e da quello circostante”. (Foto evento: Giovanni Mariotti/ Foto catalogo: Massimo Zanconi)  

21/07/2024 18:50
Urbisaglia, arrivano Evodya e Travyu. Dalla Cina alle Marche attraverso una nuova frontiera del turismo

Urbisaglia, arrivano Evodya e Travyu. Dalla Cina alle Marche attraverso una nuova frontiera del turismo

Travu + Evodya = Travyu. Una Y che unisce in totale sinergia due realtà innovative volte a offrire molteplici  possibilità di conoscere, attraversare e sostare in uno dei territori che, soprattutto negli ultimi anni, sta attirando moltissimi turisti da più parti del mondo. Di che cosa si tratta? A spiegarlo, questa mattina presso le tenute della cantina ‘La Muròla’, tra le colline di Urbisaglia punteggiate da filari di viti, Francesco Luchetti e Rossano Mittillo, in collaborazione col direttore di RisorgiMarche, Giambattista Tofoni; entrambi professionisti locali e coordinatori del progetto in cui hanno fortemente creduto e investito due giovani imprenditori cinesi, Peng e Lin Hu, di 30 e 27. Quest’ultimi, cresciuti in Italia, sono rimasti letteralmente conquistati dalle bellezze mozzafiato di una Regione che è l’unica in tutta la penisola a essere declinata al plurale, come la sua pluralità paesaggistica, folklorica, culturale, enogastronomica. Evodya System, azienda leader nelle soluzioni per il turismo sostenibile, si distingue per la specializzazione nello sviluppo di mezzi di mobilità a basso impatto ambientale e moduli abitativi intelligenti e sostenibili. Il suo obiettivo è rivoluzionare il settore del turismo attraverso esperienze di viaggio innovative e responsabili, ridefinendo il concetto stesso di turismo, grazie a una perfetta integrazione con la natura e alla riduzione al minimo dell'impatto ecologico. “Alla base- afferma Mitillo- c’è un interrogativo sul come creare valore, in termini di ricavi, da un territorio che ha un potenziale incredibile, come il nostro entroterra rappresentato non solo dalla parte naturale ma anche e soprattutto da tradizioni, dall’arte, dalla cultura, dall’enogastronomia. Da un lato c’è tutto questo,dall’altro c’è una parte che è meno visibile: la voglia di rimanere nel territorio, la voglia di resilienza. Pertanto, parallelamente, ci siamo chiesti come di creare valore nei territori in cui uno è nato, cresciuto e ha dato vita a un’attività. Da soli non potevamo fare investimenti infiniti per cui abbiamo detto cerchiamo di capire come mettere a frutto quella voglia naturale di creare valore da parte di quelle persone che già risiedono sul territorio”. Da qui un’importante distinzione che segue due componenti che sono alla base della ragion d’essere di Evodya e di Travyu, una che riguarda l’Hardware e l’altra il Software. “Da un lato-prosegue lo stesso coordinatore- abbiamo ragionato sulla parte Hard, ossia sugli strumenti, come le e-bike, da mettere a disposizione per la mobilità sul territorio, che danno la possibilità di stare più di mezza giornata sul territorio, per cui la possibilità di pernottare”. Questo ha portato a riflettere su un’effettiva rifunzionalizzazione degli spazi in base alle mutate esigenze del turismo internazionale e anche locale: “Abbiamo concluso che ci sono delle aree particolari come i campeggi dismessi, in disuso, che, invece, negli anni Ottanta/ Novanta  erano estremamente diffusi; abbiamo ripreso quegli spazi popolandoli con un tipo di campeggio diverso. Il turista di oggi vuole vivere in maniera immersiva nella natura ma allo stesso tempo ha necessità del comfort. Per questo motivo, insieme alla Co.Ar di San Severino abbiamo sviluppato un modulo abitativo che è paragonabile a un quattro stelle ma che possa essere in qualche modo sostenibile da un punto di vista energetico e immerso nella natura”. Da qui si arriva alla parte Software che, come sottolinea Mitillo, ha lo scopo di “mettere in relazione domanda e offerta potenziale. Per cui il fine è far sì che il maggior numero di persone possibili vengano a conoscenza delle bellezze e realtà locali: a quel punto è nata la Travyu. Per cui la logica economica è quella di generare inneschi sul territorio che siano formati da piccoli campeggi riqualificati e una costellazione di micro attività esperienziali a cui diamo supporto con mobilità elettrica e non solo”. A entrare nel vivo del sistema Travyu è Francesco Luchetti: “ Ci sono molte piattaforme come Travyu per quanto concerne le proposte esperienziali per turisti. Tuttavia, l’obiettivo è ciò che la distingue da tutte le altre: la finalità è aggregare tutti i piccoli operatori che stanno lavorando sul territorio e che sono disaggregati. Oggi è molto difficile che un turista straniero riesca ad accedere a luoghi, a esperienze autentiche. Travyu vuole aggregare, stimolare a mettersi in gioco, fare in modo che si crei un sistema, un servizio attivo durante tutta la settimana, non solamente il sabato o la domenica”. Infine, la collaborazione con RisorgiMarche. Entrambi i progetti hanno in comune con questo Festival un profondo senso di  radicamento nel territorio e da qui il voler dar vita a un nuovo Risorgimento, creando un senso di comunità, di scoperta e riscoperta del territorio e contemporaneamente creando una rete economica fra le aziende colpite dal terremoto in una prospettiva di turismo esperienziale. “ RisorgiMarche- dichiara Tofoni- è un format creato da Neri Marcorè, al fine di accendere i riflettori su una zona devastata dal terremoto nel 2016. In questo caso è stata la società civile che si è proposta a una serie di sponsor pubblici e privati e non le istituzioni. Siamo tutti volontari, nessuno degli organizzatori ci guadagna. Abbiamo impostato il festival non solo dal punto di vista solidaristico per i territori colpiti dal terremoto ma abbiamo impostato anche tutto un discorso di accesso ai disabili e sostenibilità ambientale”. Da qui il direttore è passato a spiegare come il Festival abbia effettivamente aiutato l’economia locale e generato una tipologia di turismo: “Tramite RisorgiMarche si è parlato di un indotto  di 8 milioni di euro su una micro economia locale. È stata selezionata un’“Isola del Gusto’; una serie di artigiani della zona colpiti dal terremoto sono riusciti a sopravvivere grazie a questa iniziativa. Abbiamo creato un vero e proprio movimento di persone: nel 2017 c’è stato un aumento vertiginoso di giovani che hanno iniziato ad andare in montagna, acquistando, di conseguenza, la scarpa da trekking, lo zaino ecc. Poi è diventato un movimento importante anche a livello nazionale: il modello di RisorgiMarche è stato replicato in molte parti d’Italia perché questo turismo esperienziale è secondo noi l’investimento del futuro, è quello che cercano i turisti che vengono dell’estero. Abbiamo visto centinaia di persone in bicicletta, a cavallo, tre in deltaplano e se oggi esiste una piattaforma, un sistema, come Evodya e Travyu, che possa facilitare mobilità e aggregazione di attività locali e turismo, tutto questo è estremamente più potenziato”.

04/07/2024 18:59
Serrapetrona, una speciale gara tra vigneti: Quacquarini lascia il segno con il primo 'Trofeo Mtb della Vernaccia' (FOTO)

Serrapetrona, una speciale gara tra vigneti: Quacquarini lascia il segno con il primo 'Trofeo Mtb della Vernaccia' (FOTO)

Nella mattinata di ieri,domenica 23 giugno, la quiete della campagna di Serrapetrona è stata movimentata da una manifestazione che ha richiamato atleti, appassionati e spettatori da ogni angolo della Regione e non solo. Si tratta del Primo Trofeo Mtb della Vernaccia, gara regionale di Mountain Bike Cross Country, dedicato alla memoria di Alberto Quacquarini, fondatore, insieme a sua moglie Francesca, della storica e omonima cantina d’eccellenza locale e di risonanza internazionale. Fortemente voluto dal figlio Mauro Quacquarini, con la collaborazione del fratello Luca e della sorella Monica, il Trofeo ha preso vita grazie all'organizzazione dell'Asd Raven Colli. Inserito nel prestigioso circuito Conero Cup, l'evento si è svolto presso la sede dell'azienda di famiglia in via Colli, che è stata riportata a nuova vita dopo i recenti lavori di ripristino seguiti al sisma. La gara ha attirato importanti personalità tra cui Lino Secchi, presidente regionale della Federazione Ciclistica Italiana, il vice presidente vicario Massimo Romanelli, il consigliere regionale Pierpaolo Borroni e il sindaco di Serrapetrona, Silvia Pinzi. A dominare, un’atmosfera tramata di un entusiasmo palpabile tra adrenalina e convivialità, con incitazioni che hanno risuonato nell’aria a ritmo di incalzanti e incoraggianti “Alé!”. Ovunque un arcobaleno di maglie sportive multicolore, camper parcheggiati a mo’ di accampamento ciclistico, biciclette appoggiate tra i filari dei vigneti o in fase di manutenzione, con atleti presi a controllare meticolosamente le loro due ruote, assicurandosi che tutto fosse pronto per l’imminente sfida. La competizione è iniziata alle 9:30 con il primo turno, seguito dal secondo intorno alle 11:00. A impreziosire la gara, la voce dello speaker d'eccezione Francesco Fiordomo, che ha saputo tenere alto il ritmo della cronaca, catturando l'attenzione e l'immaginazione del pubblico presente. Per quanto concerne il percorso della gara, quest’ultimo consiste in un anello di 3 km con un dislivello di 120 metri, che si snoda tra campi e boschi, offrendo ai partecipanti uno scenario variegato, d’intima contemplazione, tra il boschivo e l’agreste: orchidee fiorite spuntano tra le erbe alte e gli arbusti, mentre i ciclisti, dopo una discesa, rasentano ruscelli gorgoglianti all’ombra degli alberi, per poi sbucare su campi aperti punteggiati di balle di fieno. Al termine della competizione, si è svolta l'attesissima cerimonia di premiazione per l'assegnazione dei prestigiosi titoli regionali di mountain bike e dei titoli provinciali per le categorie Esordienti e Allievi: la vittoria assoluta è stata conquistata da Alex Pelucchini del Superbike Team, mentre Lorenzo Iaconeta dello Zero24 Cycling Team Pedale Chiaravallese si è affermato sulla categoria degli Allievi. Tra gli Esordienti, Mattia Leonardi del Recanati Bike Team ASD ha trionfato, confermando il suo talento e il duro lavoro svolto. Il Primo Trofeo Mtb della Vernaccia ha trasformato le colline dell’azienda Quacquarini in un palcoscenico di memoria, di passione e umanità, le stesse che uniscono i vigneti, radicati nel suolo, e le ruote delle biciclette che, inarrestabili, sfidano la gravità  in una ciclicità che è sempre la stessa, che è sempre nuova.

24/06/2024 18:10
Tolentino, inaugurata la mostra su Nazareno Gabrielli e Franco Moschini: l'eredità manifatturiera rivive al Politeama (FOTO e VIDEO)

Tolentino, inaugurata la mostra su Nazareno Gabrielli e Franco Moschini: l'eredità manifatturiera rivive al Politeama (FOTO e VIDEO)

È stata ufficialmente inaugurata ieri pomeriggio, 21 giugno, negli spazi al piano terra del Politeama, la mostra che celebra la storia e l’eredità  manifatturiera di Tolentino, in particolar modo quella di due lungimiranti imprenditori, distanti nel tempo ma accomunati dalla stessa visionarietà. In tal senso, esplicativo di questa intersezione è il titolo: "Disegnare il moderno. Nazareno Gabrielli e Franco Moschini: due imprenditori, un’eredità".  L'esposizione è stata organizzata da Design Terrae che, ancora una volta, ha dimostrato la sua azione di supporto verso le nuove risorse locali; infatti, sulla base di questa filosofia che permea la Fondazione, come curatori della mostra, sono stati coinvolti i designer Raffaele Pierucci e Riccardo Mecozzi, con la collaborazione del Politeama di Tolentino, dell’agenzia Canenero, e con allestimento di Fabbrika Kreativa. Alla conferenza inaugurale, coordinata dalla vicepresidente di Design Terre, Silvia Ruffini, hanno partecipato il presidente di quest’ultima Fondazione, Carlo De Mattia, il direttore del Politeama Massimo Zenobi, i due giovani curatori e il sindaco Mauro Sclavi; tra il pubblico presente anche Lorenzo Ceccarelli, direttore di ‘Interno Marche: Design experience Hotel’, che ha ufficialmente tagliato il nastro l’altro ieri. La mostra permette ai visitatori di vivere un'esperienza immersiva tra foto storiche e materiali inediti, raccontando le storie che hanno reso Tolentino un centro importante a livello internazionale per il design. Partendo dal fiume Chienti e attraversando le visioni di imprenditori come Nazareno Gabrielli e Franco Moschini, la mostra celebra la  consistenza del presente.  A guidarci lungo il percorso che dalla genesi arriva all’allestimento, passando per le pieghe dellatradizione manifatturiera di Tolentino e invita a riflettere sulle connessioni fra i tre tempi universali dell’umano esistere, laddove il futuro è già in atto tra la coscienza del passato e la ricerca filologica di questa mostra sono i curatori stessi:  “ L’idea- spiega Raffaele Pierucci- nasce principalmente da Design Terre che ci ha chiamati per allestire una mostra in occasione dell’inaugurazione dell’Hotel Interno Marche nato, da un progetto di Franco Moschini, nella storica Villa Gabrielli. Così, si è riflettuto sulla creazione di una mostra che unisse Nazareno Gabrielli e Franco Moschini; da una parte il primo è colui che ha dato vita a tutto e, il secondo imprenditore, nonostante i due non si siano mai incontrati, ha portato avanti quest’idea del culto del bello, del saper fare, passando dall’arte al design”. Per quanto riguarda il lavoro certosino di ricerca e raccolta del materiale di archivio “ si è trattato- prosegue Riccardo Mecozzi- di capire la totalità del materiale a disposizione, fornito da Design Terre e, da qui, abbiamo creato un filo rosso che parte dalla nascita dell’industria a Tolentino dove, lungo le sponde del Fiume Chienti, è stata edificata la prima centrale idroelettrica, che ha portato a un fiorente sviluppo dell’industria locale. Poi, imbastendo una continuità dialogante, si è giunti alla storia di Nazareno Gabrielli, con del materiale inedito mai mostrato al pubblico, e infine a quella di Franco Moschini incentrata principalmente sulla Frau e su tutte le sue altre aziende”.

22/06/2024 18:59
Tombolini e i suoi 60 anni di eccellenza sartoriale al Pitti Uomo: a festeggiarli numerose leggende dello sport (VIDEO e FOTO)

Tombolini e i suoi 60 anni di eccellenza sartoriale al Pitti Uomo: a festeggiarli numerose leggende dello sport (VIDEO e FOTO)

Nella giornata di mercoledì, 12 giugno, il brand marchigiano Tombolini ha celebrato un traguardo straordinario: 60 anni di eccellenza sartoriale. Un anniversario che non è solo un numero, ma il simbolo di un viaggio attraverso il tempo, dove tradizione e innovazione si sono intrecciate in una trama che ha dato vita a capolavori di uno stile sempre rinnovato e allo stesso tempo fedele alle sue radici. Il Pitti Uomo, palcoscenico mondiale dell’eleganza maschile, è stato testimone di questa celebrazione, un evento che ha visto la famiglia Tombolini non solo ricordare il passato, ma anche proiettarsi verso il futuro con la stessa passione e dedizione che contraddistinguono da sempre ogni singolo capo. All’interno della storica Fortezza da Basso, il padiglione di Tombolini si è trasformato in un crocevia di moda e sportività. Non si è trattato solo di un’esposizione delle ultime collezioni, ma di un vero e proprio punto di incontro per un’élite di ospiti che incarnano lo spirito sportivo e dinamico e che orbitano intorno al marchio Tombolini. Ambasciatori e atleti di varie discipline hanno condiviso e celebrato i valori fondamentali del brand, tutti sotto il segno di un’eleganza che non passa mai inosservata. Tra questi, Cosimo Guccione, assessore allo Sport del comune di Firenze, e Guido Fiega, CEO di Al-Nassr, la squadra di Cristiano Ronaldo vicecampione del campionato di calcio saudita, hanno rinnovato la loro partnership con Tombolini, assicurando così che squadra e staff tecnico continuino a distinguersi per il loro impeccabile formal wear. “Tombolini oggi è il massimo- afferma il Ceo Guido Fiega- e nel mondo dello sport è sicuramente uno dei brand più innovativi e interessanti nel mondo della moda; per gli sportivi unisce stile, classe innovazione e ha dei prodotti che si sposano al meglio con le esigenze degli sportivi per quanto riguarda la leggerezza, l’elasticità, il comfort. Siamo i primi ad aver abbracciato il marchio nell’Arabia Saudita e le caratteristiche di leggerezza dei loro prodotti saranno ancora più apprezzati rispetto ai loro mercati classici quindi siamo molto positivi per questa partecipazione”. Sempre riguardo questa speciale collaborazione si è espresso il direttore Marketing e commerciale dell’azienda di famiglia Silvio Calvigioni Tombolini: “ Sessanta anni sono l’espressione massima della tenacia, della resilienza, della forza, della passione che sono appunto valori che richiamiamo e vediamo nel mondo dello sport e attraverso questo siamo riusciti a stringere questa collaborazione internazionale grazio a Guido Fienga, alla sua visione; l’Italia ha bisogno di uomini come lui che sono all’estero con grandi sacrifici e fanno sì che l’Italia sia vista come un paese di grande verità”. A fare da testimonial di questo connubio fra stile e sport, le gemelle Matilde ed Eleonora Villa, stelle del basket italiano e da tempo volti di Tombolini, insieme a una selezione di Calcianti, già modelli per il brand in passato, quali Riccardo Lo Bue, Marco Casamassima, Athos Rigucci e Mirko Garaffoni. Il legame tra Tombolini e il mondo dello sport si estende anche a figure come l’ex calciatore Fabio Galante, l’ex canoista Antonio Rossi e il giocatore di pallanuoto di serie A Giovanni Generini, che trovano nell’eleganza del marchio un riflesso del loro stile personale. A loro si aggiungono i giovani judoka Jacopo Andrei e Alberto Magagna della PGF Libertas, gli atleti dell’Atletica Firenze Marathon Abdul Majeed Omar e Alessandro Manetti, l’attore Enrico Loverso, e un gruppo di arbitri di spicco, tra cui Paolo Tagliavento, Nicola Nicoletti, Emidio Morganti, Nicola Rizzoli e Gianluca Sacchi, tutti uniti da una profonda amicizia e uno speciale apprezzamento per l’arte sartoriale di Tombolini. A tal riguardo, Rizzoli, la cui nota carriera conta anche la finale mondiale del 2014 Germania- Argentina, ai microfoni di Picchio News ha dichiarato di essere rimasto talmente colpito dagli abiti sartoriali di Tombolini da volerne indossare uno il giorno del suo matrimonio: “Conosco l’azienda da tanti anni e ho avuto la fortuna di conoscerla prima del mio matrimonio per cui hanno realizzato gli abiti per me e per i miei testimoni; è un brand che lavora davvero molto bene e a cui sono molto legato da lungo tempo”. Tombolini ha celebrato i suoi 60 anni a Pitti Uomo con la capsule SS25 "Ultra Light", parte del progetto Zero Gravity. Dal 1964, il brand rappresenta l'eccellenza del Made in Italy, unendo innovazione tecnologica e tradizione sartoriale. La nuova collezione, realizzata con tessuti leggeri e pregiati, riflette un'eleganza sostenibile e consapevole. Tombolini continua a evolversi, proponendo capi versatili e performanti, sempre rispettosi dell'ambiente. La Zero Impact Collection, infatti, arricchisce l'offerta con filati organici e biodegradabili. La visione del brand si estende anche alla riqualificazione aziendale e alla valorizzazione del capitale umano. L’evento di Pitti ha puntato una volta di più i riflettori su un’azienda storica e profondamente radicata nel territorio italiano, come dimostrano le molteplici  iniziative volte a valorizzarlo, a celebrare l’apporto delle sue maestranze e a rinverdire il rapporto tout court con la sua regione, le Marche. “Siamo una famiglia che ha sempre creduto nel lavoro, nei nostri collaboratori e nelle Marche che credo siano il riassunto dell’Italia- prosegue Silvio Calvigioni Tombolini-, una terra quest’ultima in cui si può trovare tutto e dobbiamo valorizzarla; noi oggi abbiamo portato due ulivi che rappresentano la nostra terra, abbiamo un’azienda agricola dove produciamo l’olio e l’olio Tombolini, da oggi in poi, sarà nelle città in cui c’è anche lo Zero Gravity: dunque tutto va sotto il segno dell’innovazione, della tradizione, della grande sartorialità” Un rapporto con la propria terra che parte dalla riqualificazione della sede aziendale, per proseguire con gli investimenti sul capitale umano e la nascita della Fondazione Eugenio Tombolini che, tra i suoi programmi, prevede anche una scuola sartoriale. “È una storia di famiglia, di territorio, di cultura dell’abbigliamento- ha dichiarato Marcello Tombolini; noi ogni anno pensiamo di rinnovare tutto questo con nuove creazioni e lo facciamo con molto entusiasmo e con tanto amore. Ci presentiamo ogni sei mesi al Pitti sapendo di avere una struttura industriale che traina in parte anche l’economia locale ed è per questo che ci difendiamo in un panorama internazionale: si pensa con radici ma si arriva in tutte le parti del mondo”. Lo stesso imprenditore ha poi parlato della nascita della Fondazione Eugenio Tombolini: “Quest’ultima vuole affiancare l’industria insegnando a chi è alle prime armi a diventare sarti, un mestiere che in primo luogo richiede passione la quale non si crea in un’età molto avanzata ma si crea da piccoli. Per questo motivo vogliamo arrivare già alle scuole medie per poter far avvicinare qualche studentessa o studente che avrà voglia di intraprendere questo lavoro con passione: così diventerà una brava sarta, una brava stilista o una brava industriale” . Come un filo prezioso che si snoda attraverso il tempo, la passione e l’eccellenza sartoriale della famiglia Tombolini si sono tramandate  di generazione in generazione, un’eredità viva che continua a pulsare nel cuore di ogni creazione. “È un anno speciale- chiosa Fiorella Tombolini-  sessant'anni di storia dove festeggiamo con le nuove generazioni e mio figlio è l’uomo che porterà avanti questa storia, il nipote del fondatore che, insieme a mio fratello, fanno veramente degli studi incredibili sull’innovazione del prodotto, ma quello che più ci piace è questo radicamento col nostro territorio che continuiamo a portare avanti, soprattutto la nuova generazione desidera portare avanti: tutto ciò m’inonda di grandissimo orgoglio”    

14/06/2024 11:56
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