di Arianna Pannocchia

Fondazione Carima dona apparecchiature biomediche ed ecografo con l'Ia: "Ospedali più all'avanguardia" (VIDEO e FOTO)

Fondazione Carima dona apparecchiature biomediche ed ecografo con l'Ia: "Ospedali più all'avanguardia" (VIDEO e FOTO)

MACERATA - “È nostro dovere fare queste donazioni e lo facciamo con grandissima soddisfazione. Si tratta di donare realmente qualcosa a tutti indistintamente; al di là del sesso, dell’età, della nazionalità”. Queste sono le parole del presidente della Fondazione Carima, Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi, nel corso della conferenza stampa, coordinata dal direttore  tenutasi questa mattina, 3 aprile 2025, nella sala Biblioteca dell’Ospedale di Macerata e coordinata dal direttore Ast Macerata, Alessandro Marini. Conferenza che si è svolta in occasione della donazione di 9 apparecchiature biomediche di alto livello tecnologico, utilizzate non in ambito diagnostico, ma anche interventistico. “Insieme a questa donazione- conclude Sabatucci- ne abbiamo fatte anche altre e torneremo a farle in accordo con l’Ast, l’assessore, la dottoressa Corsi e tutti coloro che sono dell’ambito per entrare in un posto laddove ci sono delle mancanze, unendo il pubblico e il privato”. Un binomio la cui importanza è ribadita dal segretario generale della Fondazione Carima, Gianni Fermanelli: “La collaborazione pubblico-privato è il modo migliore per tutelare quel diritto costituzionale che è la tutela della salute. Vorrei ricordare che il 17 dicembre abbiamo annunciato questa campagna di donazioni e ci siamo anche sbilanciati dicendo che il 90% di queste apparecchiature sarebbe arrivato nei primi mesi del 2025; è esattamente accaduto tutto questo. Delle diciassette apparecchiature che sono state donate ai presidi ospedalieri di Camerino, Civitanova e Macerata,  sedici sono già in funzione”. Il piano comprende, nel dettaglio, 13 ecotomografi per altrettanti reparti dei citati nosocomi, e 4 apparecchiature ad alto contenuto tecnologico, che sono un angiografo vascolare per l’U.O.C. di Radiologia interventistica dell’ospedale di Macerata diretta dal dottor Salvatore Alborino, una colonna video laparoscopica per l’U.O.C. di Chirurgia dell’ospedale di Camerino guidata dal dottor Rosolino Pellerito, un laser ad olmio per l’U.O.C. di Urologia dell’ospedale di Civitanova Marche diretta dal dottor Willy Giannubilo e un ecografo di secondo livello dotato di poltrona ginecologica per l’U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Macerata guidata dal dottor Mauro Pelagalli. A tal riguardo, a prendere la parola per spiegare nel dettaglio il funzionamento di questi macchinari sono stati i direttori delle diverse Unità Operative dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Macerata: Mauro Pelagalli, direttore dell’UOC Ginecologia e Ostetricia, ha illustrato le potenzialità diagnostiche avanzate dell’ecografo ginecologico dotato di intelligenza artificiale, strumento in grado di rilevare lesioni anche di dimensioni molto ridotte a carico dell’ovaio e dell’endometrio. Alla base di questo strumento c'è una piattaforma internazionale in cui avviene un interscambio di informazioni e consulenza in tempo reale. Grazie all'intelligenza artificiale, l'immagine di un ovaio viene scomposta in megapixel e confrontata con altre immagini di tumore ovarico salvate nella piattaforma comune. In questo modo, in soli 10 secondi, è possibile rilevare se l'ovaio è sano o se presenta caratteristiche sospette. Salvatore Alborino, direttore della Radiologia Interventistica, e Leonardo Costarelli, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Radiodiagnostica, hanno poi approfondito l’aspetto interventistico delle nuove tecnologie, che consentono di eseguire trattamenti minimamente invasivi con una precisione senza precedenti. Daniele Elisei, direttore di Anestesia e Rianimazione, ha parlato invece delle implicazioni per la sicurezza e la gestione dei pazienti durante gli interventi, mentre Emanuele Rossi, andando oltre i dettagli più tecnici, ha parlato della sanità come un bene comune che deve essere tutelato per poi entrare nel vivo della realtà del pronto soccorso, particolarmente complessa da gestire, con situazioni sociali e cliniche estremamente diverse. Il dottor Francesco Pellone e Mario Luzi, direttore della Cardiologia, hanno approfondito i benefici dei nuovi macchinari in ambito cardiovascolare, sottolineando come queste tecnologie avanzate stiano rivoluzionando il trattamento delle patologie cardiache. In particolare, l'introduzione di dispositivi all’avanguardia permette di eseguire interventi meno invasivi, con una maggiore precisione, riducendo il rischio per i pazienti e migliorando i tempi di recupero. A tracciare un quadro generale della sanità regionale, Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità, che ha sottolineato come le Marche siano tra le regioni con le tecnologie elettromedicali più moderne: “È la statistica nazionale che fa sì che le Marche abbiano le tecnologie elettromedicali più nuove d’Italia dopo la provincia di Bolzano, che ha uno statuto speciale”. L’assessore ha poi evidenziato gli sforzi messi in campo per colmare la carenza di medici e ridurre le liste di attesa, ringraziando la Fondazione Carima per il suo impegno verso la salute del territorio: “In questo momento mancano nell’organico circa 250 medici di medicina generale e naturalmente, attraverso tutta una serie di accordi con le farmacie, i punti salute, le nuove tecnologie, cerchiamo di abbattere le liste di attesa che sono un problema di tutta Italia. Saremo in grado di avere i medici necessari al servizio nei prossimi mesi e anni. La Fondazione Carima dimostra, ancora una volta, un attaccamento al territorio e al diritto alla salute”.   Daniela Corsi, direttore sanitario Ast Macerata, ha espresso gratitudine alla Direzione e alla Fondazione Carima per il continuo supporto, fondamentale a garantire un'assistenza di alta qualità: “Ringraziamo tutta la direzione, la Fondazione Carima perché c’è sempre vicina e comprende quelle che sono le necessità e contribuisce affinché il livello di assistenza che noi offriamo agli utenti sia sempre di alta qualità. L’ecografo, in particolare quello della ginecologia, è un ecografo che permette di riconosce a livello diagnostico lesioni anche molto piccole a carico dell’ovaio e dell’endometrio e segna un grande passo avanti”.

03/04/2025 18:00
"Droni e Insetti vivi per proteggere le colture": Confagricoltura Macerata e Hortus Service per una nuova agricoltura

"Droni e Insetti vivi per proteggere le colture": Confagricoltura Macerata e Hortus Service per una nuova agricoltura

Nel pomeriggio di ieri, 13 marzo, a Corridonia, presso le serre di Ambrosio e Viscardi, si è svolta una dimostrazione pratica, organizzata da Confagricoltura Macerata, con la partecipazione del suo associato, Hortus Service s.r.l., che ha concretamente mostrato i progressi tecnologici e le ultime frontiere dell’agricoltura moderna, nello specifico della cosiddetta agricoltura di precisione. In particolar modo, l’azienda di Corridonia, fondata nel 2012 da Matteo Porfiri e Moreno Castagna, ha illustrato una delle applicazioni più interessanti dei droni: la distribuzione di liquidi ombreggianti sulle serre, al fine di regolare la luminosità in funzione delle specifiche esigenze delle colture. Questo processo, che rappresenta un avanzamento significativo nella gestione microclimatica delle serre, consente di creare un ambiente ideale per la crescita delle piante, migliorando così le rese e la qualità del raccolto. Non solo, la dimostrazione ha anche fatto vedere l’uso dei droni per il rilascio di insetti utili o esche biologiche, un’applicazione particolarmente rilevante per il controllo biologico dei parassiti. Durante l'evento, il caso preso in considerazione è stato quello riguardante la gestione della piralide del mais, una delle problematiche fitosanitarie più comuni nella coltivazione di questa pianta, soprattutto nella stagione primaverile. Il rilascio di insetti utili o di esche rappresenta una tecnica all’avanguardia per il controllo delle infestazioni in modo ecologico e non invasivo, riducendo il ricorso a prodotti chimici. In questo contesto, il ruolo di Confagricoltura risulta fondamentale, fungendo da catalizzatore per le aziende che si distinguono per la capacità di innovare e per l’impegno nell’adottare soluzioni all’avanguardia. Come sottolineato da Andrea Pettinari, presidente di Confagricoltura Macerata "Confagricoltura incarna da sempre l’essenza dell’innovazione nel panorama agricolo, rappresentando le aziende che, per prime, abbracciano e sviluppano tecnologie all'avanguardia per potenziare l’efficacia della produttività e una forma di agricoltura più sostenibile". A spiegare nello specifico l’attività di Hortus Service è Marco Giustozzi: "L'azienda è nata con l'idea di unire la distribuzione di prodotti agricoli, come fertilizzanti e sementi, con un’assistenza tecnica innovativa. Oggi, si distingue nell'ambito dell'agricoltura di precisione, utilizzando tecnologie come droni per il monitoraggio delle colture. Questi droni, dotati di sensori avanzati, permettono di raccogliere dati sullo stato fisiologico delle colture e di creare mappe di prescrizione per un uso più preciso di fertilizzanti, semina e trattamenti fitosanitari”. Per quanto concerne l’approccio dell’azienda, prosegue Giustozzi: “ è incentrato su due obiettivi principali: la sostenibilità economica, garantendo interventi efficaci ed efficienti, e la sostenibilità ambientale, riducendo l'uso di prodotti potenzialmente dannosi per l’ambiente e la salute. L'azienda supporta gli agricoltori nel prendere decisioni più consapevoli, portandoli a fare scelte corrette sia dal punto di vista economico che ambientale. Le sfide più rilevanti per l’azienda sono legate al cambiamento climatico, che sta accelerando la necessità di implementare tecniche più avanzate, sia per la gestione di nuovi parassiti, come il lepidottero, che per l’ottimizzazione dell’irrigazione in un contesto di scarsità idrica”. Infine, Nicola Vicario, entomologo della Koppert e collaboratore di Hortus Service, impiegato per proteggere le colture in pieno campo dai danni causati dagli insetti patogeni, ha spiegato che  il metodo usato si basa sul biocontrollo, una tecnica che prevede il rilascio di insetti vivi per contrastare quelli dannosi. “Questi insetti- spiega Vicario- vengono allevati secondo protocolli di produzione rigorosi e, legalmente, possono essere rilasciati sul territorio italiano, sia su colture in pieno campo che in ambiente protetto. Per la distribuzione degli insetti utili sui campi, viene utilizzato il drone, strumento ideale per intervenire in maniera precisa ed efficace. Nello specifico, si sfruttano relazioni biologiche millenarie di predazione o parassitizzazione, dove gli agenti di controllo naturali agiscono sulle loro specie target. Un vantaggio fondamentale di questo approccio è che questi insetti non sviluppano resistenze né diventano minacciosi per l'ambiente, poiché le loro azioni sono regolamentate da leggi biologiche ben definite”. “Il processo- conclude l’entomologo- prevede un’attenta analisi dei campi infestati, durante la quale si identifica il patogeno da combattere e si costruisce una strategia di difesa mirata, con un protocollo specifico per ciascuna azienda e per ogni coltura di interesse. Il biocontrollo diventerà sempre più importante dato l'arrivo in Italia di insetti non autoctoni spinti dall'emergenza climatica. Per questo motivo, i protocolli di utilizzo sono in continua evoluzione e aggiornamento”.        

14/03/2025 18:20
Macerata, sempre più aggressioni agli operatori sanitari: "Potranno contare sull'assistenza di un avvocato" (FOTO)

Macerata, sempre più aggressioni agli operatori sanitari: "Potranno contare sull'assistenza di un avvocato" (FOTO)

Alla luce degli ultimi gravi episodi di aggressione al personale sanitario, tra cui quello del 16 dicembre a Macerata, dove un uomo di 37 anni, in stato di agitazione, ha aggredito due infermieri al pronto soccorso, e l’episodio del 4 febbraio a Civitanova, quando un paziente ha colpito un infermiere in attesa di essere visitato, l'assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini, ha organizzato,questa mattina, un incontro tra operatori sanitari, direttori dell’Ast di Macerata e cittadini, presso la Mozzi-Borgetti. L’obiettivo dell'incontro è stato quello di riflettere sulle misure da adottare per tutelare chi, ogni giorno, lavora in prima linea nella cura dei pazienti, in un contesto sempre più segnato dalla tensione e dalla violenza. L'emergenza della situazione richiede una risposta collettiva, in grado di garantire la sicurezza dei professionisti e la serenità necessaria per un'assistenza adeguata e tempestiva a tutti i cittadini. A portare i saluti istituzionali il primo cittadino, Sandro Parcaroli, mentre al posto del Questore, impegnato in un incontro istituzionale a Roma, il questore vicario, Marcello Predotti, il quale ha ribadito che il problema è essenzialmente incentrato sull'area del pronto soccorso: “Siamo intervenuti più volte, abbiamo fatto anche degli arresti e dei nostri operatori sono rimasti a loro volta coinvolti”. Presente anche il Tenente della Guardia di Finanza.  “Oggi non si tratta di una commemorazione retorica - esordisce Alessandro Marini, direttore generale dell’Ast Macerata - ma di una riflessione congiunta su dinamiche che sono ormai frequenti e di grande impatto per tutta la nostra organizzazione. Gli episodi di violenza che abbiamo vissuto a Civitanova e Macerata non sono solo fisici, ma anche psicologici. Siamo in una fase di grande cambiamento organizzativo e strutturale, con nuove esigenze da soddisfare per rispondere ai bisogni dei cittadini”. “Grazie all'intervento del Prefetto- prosegue Marini- è stato istituito un tavolo tecnico che ha esaminato gli strumenti che possiamo mettere in campo subito: la collaborazione e la vicinanza di tutti ci offrono risorse che da soli non avremmo avuto”. Poi il turno dell’assessore Saltamartini che ha posto l’accento sull’importanza dell’assistenza penale e risarcimento danni per il personale aggredito, cosa che fino a qualche anno fa non c’era: "Il personale che subisce violenza o minacce deve sapere di poter contare su un'assistenza non solo in sede penale ma anche per ottenere il giusto risarcimento. Inoltre, abbiamo riorganizzato gli uffici URP, affidando loro il personale più qualificato per gestire al meglio queste situazioni”. L’Assessore ha concluso il suo intervento fornendo un dato che attenua la preoccupazione su una situazione particolarmente focale: "Dalla fine di quest'anno tornerà a essere positiva la bilancia tra i medici che vanno in pensione e quelli in servizio". Domenico Sicolo, direttore facente funzioni del Dipartimento Emergenza Urgenza dell’Ast Macerata, ha evidenziato come la violenza sugli operatori sanitari sia un problema persistente nei pronto soccorso, spesso sottovalutato a causa della riluttanza degli operatori a denunciare, temendo lunghe e scoraggianti battaglie legali. Nel 2024, l'Ast Macerata ha registrato un significativo aumento degli episodi violenti rispetto all’anno precedente, e anche il 2025 sembra confermare questa tendenza. "Non sono solo i traumi fisici a preoccupare, ma soprattutto quelli psicologici, che minano l'empatia tra operatore e paziente, contribuendo all'aumento del burnout. Ogni atto di violenza nei confronti degli operatori danneggia l’intero sistema sanitario. La strategia migliore è riconoscere preventivamente i segnali di violenza e intervenire per garantire la sicurezza delle strutture. Le soluzioni possibili includono videosorveglianza, vigilanza, collaborazioni interforze e l'adozione di dispositivi di sicurezza personale per gli operatori, come il collegamento diretto con la questura di Macerata". Un’altra grande sfida riguarda la gestione territoriale, in particolare dei codici verdi e bianchi. I pronto soccorso stanno diventando sempre più centrati sulla geriatria, con pazienti non autosufficienti che richiedono molte risorse e rallentano i tempi di attesa. Sicolo ha anche sottolineato l'importanza di una comunicazione corretta: "Deve essere parte integrante del percorso diagnostico e terapeutico per tranquillizzare il paziente e rafforzare l'alleanza medico-paziente, mantenendo come obiettivo fondamentale la salute pubblica". Gianni Giuli, direttore delle dipendenze patologiche dell'Ast Macerata, ha condiviso la sua testimonianza diretta, riflettendo sui cambiamenti significativi avvenuti nel suo ambito di lavoro e sulle esperienze personali vissute. "Quando ho iniziato a fare questo lavoro, il quadro era completamente diverso. Oggi, ci troviamo ad affrontare pazienti politossicodipendenti, non più solo eroinomani. Negli ultimi anni sono emerse circa 4.000 nuove tipologie di sostanze, alcune delle quali non rilevate dai kit tradizionali. La nostra provincia è situata in un crocevia strategico per lo smercio di droga, tra il continente balcanico e la superstrada che collega Perugia”. Parlando della sua esperienza personale, estremamente impattante in termini di aggressione fisica e psicologica, ha raccontato: "Il 25 novembre 2019 sono stato aggredito da un paziente con un martello. Mi è andata bene, potevo rimetterci la vita, ma la ferita psichica è ancora presente. A quel tempo, la vicinanza delle istituzioni non c'era. In questi casi, non si ammala solo l'aggredito, ma ne risente l'intera funzionalità dell’équipe, diventando meno efficiente. E non solo, anche i familiari degli operatori sono coinvolti nel dolore e nelle difficoltà”. “Oggi, però - prosegue Giuli - abbiamo un sistema di videoregistrazione attivo 24 ore su 24, un sistema antisfondamento e un servizio di guardia giurata. Nel nostro reparto, una porta che non funziona diventa la priorità assoluta. Inoltre, indosso un orologio che mi permette di chiedere aiuto al personale in caso di pericolo. Il Comitato Unico di Garanzia è stato silente per anni, ma ora stiamo costruendo un codice etico aziendale, con il supporto dell'Università di Camerino e, naturalmente, della direzione generale. La mia testimonianza vuole essere un invito ad avere coraggio, non solo per chi è stato aggredito, ma anche per gli operatori che affrontano ogni giorno questa realtà". Stefano Nassini, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell'Ast Macerata, ha approfondito le complesse variabili psichiche e socio-demografiche che influenzano i comportamenti aggressivi, sottolineando la necessità di un approccio integrato alla prevenzione: "Per affrontare questa problematica in modo efficace, è fondamentale disporre di strumenti strutturali che ci permettano di individuare e gestire il rischio in maniera adeguata. I fattori di rischio, che possono essere sia statici che dinamici, sono alla base di comportamenti aggressivi che poi emergono in vari contesti. Se vogliamo davvero incidere sulla prevenzione, l'approccio che dobbiamo adottare deve essere integrato, cioè deve coinvolgere più livelli e occorre lavorare in sinergia". Paola Nicolini, docente di Psicologia dello sviluppo e Psicologia dell’educazione all'UniMc, ha affrontato il tema fondamentale della comunicazione come strumento essenziale nella costruzione dell’alleanza tra operatori e pazienti. Pertanto, è necessario creare un ambiente che riduca la percezione di minaccia e che favorisca una relazione empatica in modo da attenuare l'attivazione del meccanismo rettiliano di difesa, diminuendo le probabilità di aggressione. A chiudere la conferenza, l'intervento di Maria Sellitti, psicologa del distretto di Macerata, si è focalizzato sull'importanza del sostegno psicologico per gli operatori sanitari, con particolare attenzione alle tecniche di defusing e alla gestione del burnout. La tecnica del defusing, utilizzata per intervenire subito dopo eventi stressanti o traumatici, aiuta a ridurre l’impatto emotivo immediato e a prevenire il peggioramento della salute mentale degli operatori. Inoltre, la gestione del burnout è un aspetto cruciale per preservare la resilienza degli operatori, prevenendo l’esaurimento emotivo e il distacco dal lavoro, condizioni che possono compromettere la qualità del servizio e il benessere individuale nonché collettivo.

12/03/2025 18:30
Ripe San Ginesio, scoprendo il Borgo del 'Futuro': sculture contemporanee, botteghe e cave diventate teatri (VIDEO)

Ripe San Ginesio, scoprendo il Borgo del 'Futuro': sculture contemporanee, botteghe e cave diventate teatri (VIDEO)

Nel cuore dell’entroterra maceratese, il borgo di Ripe San Ginesio è un esempio di come la memoria storica possa coesistere e dialogare con le istanze contemporanee, senza mai cedere all’impasse del tempo. Fondato intorno all’anno Mille, questo antico borgo medievale ha conservato intatta la sua struttura urbana, mantenendo un legame con un passato che non si esaurisce mai, ma che si rinnova ciclicamente attraverso la cultura, la sostenibilità e, in particolare, l’arte contemporanea. Un’identità che vive di un continuo interscambio tra la tradizione e il presente, come testimoniano le scelte amministrative che mirano a unire il prezioso archivio della storia trascorsa con una visione proiettata verso il futuro. A tal riguardo, negli anni ’80, questo piccolo angolo di Marche ha cominciato a trasformarsi in un vero e proprio punto di riferimento per l'arte contemporanea. "Si è iniziato- dichiara il sindaco Paolo Teodori- con delle prime mostre di collettive d’arte che negli anni, a seguito delle donazioni degli artisti che sono passati per Ripe San Ginesio, sono andate a formare una Pinacoteca d’arte contemporanea. Gli artisti hanno lasciato dei bozzetti dai quali hanno poi realizzato delle sculture che sono entrate a far parte di un parco che proprio in questo periodo abbiamo rivisitato, ricollocando le opere nel centro storico: questo parco sculture costituisce una delle caratteristiche più distintive per il Borgo”. Il borgo, avvolto da un'atmosfera medievale, ha saputo integrare nelle sue pieghe intime le pratiche artistiche più innovative. È in quest’ottica che le opere donategli dagli artisti, i bozzetti, le sculture e le installazioni che costellano le sue piazze e i suoi vicoli sono parte di un progetto integrato che fa dell’arte il motore di un’identità in evoluzione. La trasformazione di Ripe San Ginesio non si ferma qui. Parallelamente all’introduzione dell’arte contemporanea, il borgo ha intrapreso un percorso di valorizzazione e rifunzionalizzazione degli spazi vuoti. Il recupero delle aree degradate e l’utilizzo di edifici abbandonati non è solo un intervento edilizio, ma un processo che interroga la società contemporanea sulla sua relazione con lo spazio urbano. “Le progettualità che stiamo portando avanti- prosegue Teodori- oltre all’arte contemporanea, riguardano anche la sostenibilità. Nel 2010 è nato il Festival di Borgo Futuro, che promuove tematiche legate all’ambiente e alla sostenibilità in generale. Questo bando ci ha spinti, nel corso degli anni, a fare investimenti in interventi per l’ambiente, come ad esempio un impianto fotovoltaico, la piantumazione e il recupero di zone degradate. Un punto significativo è il recupero di una vecchia cava, che è diventata uno degli spazi principali di Borgo Futuro e che ospita circa 1.400 persone per vari eventi. Con Borgo Futuro abbiamo anche sviluppato l’idea del recupero degli spazi vuoti: insieme alla cava, abbiamo catalogato e recuperato spazi nel centro storico i quali, messi a bando, nel corso degli anni sono diventati laboratori per gli artigiani che operano nel borgo”. Dunque, un’urbanistica che non è più esclusivamente orientata al consumo dello spazio, ma alla sua rigenerazione, alla sua rivitalizzazione, al ritorno a una nuova vita che rispetti le esigenze della collettività e dell'ambiente. Con questo progetto di Borgo Futuro l'artigianato torna alle sue radici in una sinergia dove dall’ambiente si costruisce l’opera e l’ambiente stesso diventa spazio di produzione, diventa materia. Inoltre, la creazione di nuove strutture ricettive, tra cui un ristorante, un bar e un B&B, ha contribuito a rinnovare l’offerta turistica, facendo di Ripe San Ginesio una destinazione ideale per coloro che cercano il cosiddetto turismo lento e consapevole. Il Comune, infatti, ha deciso di unire le forze con gli altri vicini, come Loro Piceno e Colmurano, per partecipare al progetto “Borghi” del Ministero della Cultura, dando così vita a un ambizioso itinerario di 67 km a piedi che attraversa sei comuni della vallata del Chienti. Un percorso che non è solo fisico, di riscoperta del paesaggio circostante, ma anche metaforico; un invito a rallentare il passo e a riscoprire una dimensione più autentica e profonda del cammino umano. "Ci stiamo specializzando in un turismo molto più adatto ai nostri territori; l’obiettivo comune è quello di creare una rete tra comuni-afferma il sindaco- ; inclusa l'Abbadia di Fiastra, ampliando così l'offerta turistica con pacchetti che consentano a un potenziale visitatore di soggiornare nei vari comuni e godere delle bellezze che vanno dal parco archeologico di Urbisaglia, all'arte medievale e contemporanea di Ripe, fino all'ambiente naturale con l'anello pedonale e una pista ciclabile che partirà dall'Abbadia di Fiastra e arriverà fino a Sarnano: un'immersione totale nel nostro territorio”.

07/03/2025 11:40
Micam, Mipel e Lineapelle: "Crescita di presenze del 7% ma il trend è negativo: pesano le incertezze geopolitiche" (FOTO)

Micam, Mipel e Lineapelle: "Crescita di presenze del 7% ma il trend è negativo: pesano le incertezze geopolitiche" (FOTO)

Questa mattina, presso la sala conferenze di Confindustria Macerata, si è tenuta una riunione per discutere il bilancio delle fiere Micam, Mipel e Lineapelle. All'incontro hanno partecipato Matteo Piervincenzi, presidente della sezione Calzature, Alessio Castricini, presidente della sezione accessoristi e Sergio Sciamanna, presidente della sezione pelletteria. Micam, Mipel e Lineapelle 2025 si confermano come eventi imperdibili per il settore della moda e del design, registrando un'ottima partecipazione sia in termini numerici che di creatività, innovazione di prodotto, stile e design. Nonostante le difficoltà congiunturali, Micam e Mipel hanno accolto 40.449 operatori professionali, di cui il 45% provenienti da 127 Paesi come Giappone, Cina, Francia, Spagna, Germania, Grecia e Turchia. Anche Lineapelle ha riscosso un grande successo, con 24.977 operatori professionali, tra cui 18.833 buyer, in crescita del 7% rispetto all'edizione di settembre 2024, e più di 1.100 espositori. Nonostante un contesto economico complesso, sia a livello interno che internazionale, le fiere hanno presentato le proposte di 1.758 marchi, il 46% dei quali provenienti da 51 Paesi diversi, dimostrando la forza dello strumento fieristico nel creare concrete opportunità di business. La sinergia tra questi eventi ha ulteriormente potenziato queste opportunità. Della provincia maceratese hanno partecipato complessivamente circa 78 imprese tra Micam, Mipel e Lineapelle. Tuttavia, la situazione evidenziata dal Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, sia a livello nazionale che marchigiano, presenta un quadro non certo rassicurante. Matteo Piervincenzi, durante la conferenza, ha commentato che "La situazione del settore continua a essere negativa sia rispetto al 2023, sia al 2019, nel periodo pre covid. Pertanto, stiamo investendo nelle nostre aziende ma occorre il sostegno delle istituzioni con l’accesso al credito agevolato finché non ci sarà un miglioramento”. Sergio Sciamanna ha poi aggiunto: "Ciò che stiamo soffrendo è una flessione del mercato interno che ci fa preoccupare molto. Anche il settore del lusso nell’ultimo periodo  ha avuto una forte flessione creando dei grossi problemi per le nostre piccole medie aziende che, lavorando per conto di terzi, hanno subito una forte contrazione. Occorre un aiuto dallo Stato con ammortizzatori sociali". Anche Alessio Castricini ha condiviso le sue preoccupazioni, sottolineando che "i numeri ottimistici delle fiere ci danno delle speranze ma occorre guardare la realtà dei fatti degli ultimi mesi: la realtà è che la filiera sta soffrendo per motivi relativi alla realtà italiana e soprattutto a quella dei mercati esteri. Ultimamente stiamo assistendo a delle incertezze geopolitiche riguardanti gli Stati Uniti con i dazi e i paesi connessi all’Unione europea. Oltre a questo, continua a impattare sull’esportazione la situazione del conflitto russo-ucraino. Inoltre, lo scorso anno c’è stato l’impatto, particolarmente negativo, del fermo dell’economia cinese e giapponese che per motivi diversi hanno ridotto gli acquisti del made in Italy, andando a danneggiare i brand di lusso dove la filiera marchigiana ha una grande rilevanza”. I prossimi eventi si terranno sempre a Milano: Micam dal 7 al 9 settembre 2025, in occasione della centesima edizione, e Lineapelle dal 23 al 25 settembre 2025.

03/03/2025 16:40
Sulla via della 'Dolce Vita': Guido Picchio immortala gli 80 anni del 'King' Rino Barillari (PHOTOGALLERY)

Sulla via della 'Dolce Vita': Guido Picchio immortala gli 80 anni del 'King' Rino Barillari (PHOTOGALLERY)

Il fotografo maceratese, dallo scatto furtivo, che ha immortalato le scene più scottanti della vita delle celebrità italiane, Guido Picchio, sabato, è partito alla volta di Roma. Seguendo la via della “Dolce Vita”, è andato nella Capitale per festeggiare gli ottant’anni del ‘King dei Paparazzi’, Rino Barillari, amico fraterno nonché collega. Nel cuore pulsante di via Veneto, là dove si intrecciano i sentieri degli ‘dèi’ del cinema e della letteratura, e in particolare all'iconico Harry's Bar, santuario del glamour e della dolce vita romana, tra le luci soffuse e l'eleganza senza tempo, ha preso vita una festa memorabile. La moglie di Barillari, Antonella Mastrosanti, e Pietro Lepore, titolare dell’Harry’s Bar, con amore e complicità, hanno architettato una festa a sorpresa per il ‘King’. Lui, ignaro della spettacolare messa in scena, credeva di essere atteso per una cena intima con pochi cari amici. Ma quando è sceso dall'auto, portando con sé la sua inseparabile fotocamera, è stato accolto da 150 persone, tra familiari e amici di una vita, giunti da ogni dove; tutti riuniti per rendere omaggio al loro amato cronista visivo della realtà. Molti i volti noti della serata, tra cui Franco Nero e i vari direttori di giornali, agenzie e tg, come Davide Desario di ADNKronos e Gian Marco Chiocci del TG1. Continua la lista con Guido Boffo e Massimo Martinelli, rispettivamente direttore responsabile e editoriale del Messaggero. Va menzionata anche la presenza di Don Felice Riva, del principe Guglielmo Giovanelli Marconi, docente universitario e nipote del celebre inventore Guglielmo Marconi, e di sua moglie Vittoria. A brindare insieme a Rino, il questore di Roma Roberto Masucci, Vittorio Rizzi dei Servizi Segreti e Salvatore Luongo, comandante generale dei Carabinieri. L'atmosfera è stata intrisa di emozione e meraviglia. L'abbraccio caloroso dei suoi ospiti e le lacrime di gioia che brillano nei suoi occhi hanno narrato un racconto di autentica commozione. Infine, nella cornice di un cortile adiacente all’Harry’s bar, prima della torta, all’improvviso, sono esplose, in mille scintille, fontane di fuochi d’artificio a contornare un’insegna centrale con scritto “Rino”. Un vero tributo a una vita dedicata a immortalare la bellezza, tra luci e ombre, a quel ragazzo ventenne che con la sua macchina fotografica è giunto dalla Calabria a Roma e da qui non è più andato via, immortalando le storie non dette e fuori dall’ordinario di celebrità dentro la tela del quotidiano, tra le vibranti strade di una città in perpetuo movimento.      

10/02/2025 12:51
Pollenza, "Niente smartphone sotto i 14 anni, no social sotto i 16": i Fochi basket dimostrano che è possibile (VIDEO)

Pollenza, "Niente smartphone sotto i 14 anni, no social sotto i 16": i Fochi basket dimostrano che è possibile (VIDEO)

L’Associazione Esserparole di Pollenza, dedicata alla cultura e alla formazione educativa, ha aderito e si è fatta promotrice della petizione dei professori Daniele Novara e Alberto Pellai, nella quale si vorrebbe vietare l’uso dello smartphone tra i minori di 14 anni e dei social media prima dei 16 anni. Nella fattispecie, a supporto della proposta, subentrano gli studi di neuroscienze per cui l’uso precoce di questi strumenti tecnologici causerebbe due tipi di danni ai bambini: uno diretto, legato alla dipendenza, e uno indiretto, che deriva dall'impedimento di vivere esperienze reali, fondamentali per lo sviluppo cognitivo. Le neuroscienze hanno, inoltre, dimostrato che alcune aree del cervello, cruciali per l'apprendimento, non si sviluppano pienamente se le esperienze sono digitalizzate piuttosto che vissute nel mondo reale. “Anche la Regione Marche si è proposta a favore sulla tematica- afferma Elisabetta Romoli, presidente di Esserparole, dei ‘Fochi’ basket di Pollenza e insegnante presso l’Istituto Paladini di Treia. Lo scopo della nostra associazione culturale è quello di invitare società sportive, istituti scolastici, associazioni culturali, genitori, educatori, a partecipare ai vari incontri, che si terranno a partire dalla primavera in tutta la provincia e regione, per coalizzarsi e creare una rete a livello regionale”. A dimostrazione che tutto questo può essere concretizzabile, è intervenuta l’Asd ‘Fochi’ Basket di Pollenza che lo ha messo letteralmente in campo. I ragazzi della squadra, insieme all'associazione Basketown di San Severino, il 27,28 e 29 dicembre, hanno partecipato, per tre giorni, a un torneo tenutosi a Pesaro in occasione del quale hanno lasciato a casa i loro smartphone. “Abbiamo dimostrato- prosegue Elisabetta Romoli- che i ragazzi hanno socializzato h24, hanno parlato a lungo, hanno giocato ai vari giochi da tavolo e non sono stati perennemente seduti con le mani e il cervello focalizzati sullo smartphone. La cosa bella è che loro stessi hanno notato l’aspetto positivo di questa esperienza perché hanno detto che si sono effettivamente conosciuti tra di loro. Questo dimostra anche che il cervello dei ragazzi di oggi non è diverso da quello dei ragazzi di ieri; ossia un cervello che ha bisogno della socializzazione, del rapporto umano”. Lo confermano anche Christian, Alessio e Leonardo, in rappresentanza del gruppo dei ragazzi; durante il primo giorno del Torneo hanno sentito la mancanza dei loro telefoni, ma ben presto hanno notato un maggiore coinvolgimento e divertimento, concentrandosi più sul gioco e, soprattutto, sul conoscersi a vicenda. Inoltre, hanno riscontrato che l’assenza dei telefoni ha facilitato il riposo notturno, migliorando anche le loro prestazioni sportive. A entrare nello specifico del rapporto tra l’assenza di smartphone e il rendimento sportivo è Fabrizio Sperandini, presidente Asd ‘Fochi’ Basket di Pollenza: “Quando Elisabetta ha proposto questo Torneo, che prevedeva di lasciare i cellulari a casa, abbiamo aderito immediatamente all’idea visto che già nei precedenti tornei ho fatto personalmente fatica a gestire i ragazzi con i loro cellulari; erano loro proibiti durante le partite, a tavola, tuttavia, gestirli nei tempi morti, nel tempo libero, diventava difficile, dato che, se ce li hanno, li usano. Tutto questo portava anche a un deperimento della qualità dell’aspetto sportivo: trascorrere i tempi di riposo giocando con il cellulare equivale a togliere energie mentali. Il Basket di energie mentali ne ha veramente bisogno”. Infine, Sperandini ha evidenziato come la parte più difficoltosa, per quanto riguarda l’adesione a questa esperienza, è stato il confronto con alcuni genitori; non tutti si sono dimostrati favorevoli: “Abbiamo aderito all’iniziativa, i ragazzi l’hanno accolta ma resta il problema che qualche genitore, pur essendo a conoscenza dell’organizzazione, in un secondo momento si è lamentato perché non avrebbe potuto chiamare i ragazzi. In realtà, noi avevamo specificato che sarebbero rimasti a disposizione i telefoni dell’accompagnatore e dell’allenatore, per qualsiasi evenienza. Ripeteremo l’esperimento per i prossimi tornei dal momento che per la società dei ‘Fochi’ il focus è la crescita del ragazzo sia essa sportiva, tecnica ma anche umana”. Qui trovate il link per firmare la petizione: https://www.change.org/p/stop-smartphone-e-social-sotto-i-16-e-14-anni-ogni-tecnologia-ha-il-suo-giusto-tempo  

08/02/2025 12:45
L'Ast di Macerata sempre più innovativa nella lotta contro il cancro:"Al pari dei più grandi network sanitari"

L'Ast di Macerata sempre più innovativa nella lotta contro il cancro:"Al pari dei più grandi network sanitari"

"Ogni esperienza con il cancro è unica e ci vorrà l'impegno di tutti noi, uniti, per creare un mondo in cui guardiamo oltre la malattia e vediamo la persona prima del paziente”. Questo l’incipit del convegno, tenutosi nella giornata di ieri presso la sala Mozzi-Borgetti, dal titolo “L’oncologia nell’Ast di Macerata tra presente e futuro”, all’interno del contesto mondiale del World Cancer Day, che si svolge il 4 febbraio di ogni anno. Il fil rouge dell’evento, partendo dalla necessità di un impegno congiunto tra l’intera comunità medica, i pazienti e le istituzioni, è stato quello di esplorare come, nel presente e nel futuro, il sistema oncologico dell'AST di Macerata possa evolversi. Pertanto, il convegno è stato un momento significativo di riflessione sulla necessità di guardare oltre la malattia e di favorire un cambiamento nella visione e nel trattamento del cancro. Inoltre, ha rappresentato un'importante occasione di confronto e aggiornamento sulle più recenti scoperte e innovazioni nel campo dell'oncologia, evidenziando l'importanza di un approccio multidisciplinare, integrato e umano nella lotta contro il cancro. Alla tavola rotonda, dopo i saluti istituzionali, tra cui quello del presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e dell’assessore alla Sanità,Filippo Saltamartini, hanno preso parte ben trentadue medici specialisti dell’Ast di Macerata; ognuno di essi ha approfondito le tematiche oncologiche inerenti al proprio settore, delineando un discorso evolutivo che abbraccia sia le cure farmacologiche sia le terapie chirurgiche.   “Un evento mondiale- dichiara il dottor Mauro Pelagalli, direttore UOC Ginecologia e Ostetricia di Macerata- che noi abbiamo voluto declinare qui, unendo tutte le risorse dell’Ast che configurano un approccio al tumore a tutto campo: dalla prevenzione alla radiologia interventistica alla chirurgia, la ginecologia oncologica, la pneumologia, ematologia e così via: tutti insieme siamo riusciti a unire in questa Ast un’entità oncologica che non ha nulla di diverso da quelle dei più grossi network sanitari. Questa giornata, è servita per conoscerci tra di noi, per apprendere nello specifico quello di cui ci occupiamo e poi per mostrare a tutti quello che siamo in grado di fare. Dieci anni fa, se io fossi venuto qui a Macerata e avessi avuto una malattia oncologica sarei andato via. Oggi non più; mi curerei, mi opererei in questa Azienda perché è fatta da professionisti molto validi”. Nel contesto delle cure oncologiche, il dottor Mauro Pelagalli ha poi sottolineato l’importanza di un approccio basato sull'attenzione e sulla dedizione esclusiva ad ogni singolo paziente: “Si interviene sotto il segno dell’unicità nella misura in cui vogliamo dare rilevanza e convogliare su ogni singolo paziente tutte le energie che abbiamo perché per noi quel paziente è unico. Una famiglia di professionisti che lavora per uno specifico paziente e quest’ultimo è una manifestazione di tutti i pazienti che necessitano, alla stessa maniera, di quelle cure. A Macerata rappresentiamo il 15-20 % di tutti i tumori che vengono trattati nelle Marche”. In merito alle attuali prospettive nella cura dei tumori, è stato evidenziato come si sia raggiunto un notevole progresso nella guarigione: “Oggi noi viviamo una realtà molto particolare; una buona fetta di tumori è curabile ed è guaribile. Abbiamo raggiunto una tale capacità di guarigione che siamo di fronte a un ‘secondo tumore’, ossia al tumore che insorge per gli effetti del primo e quindi questo per noi è un evento molto importante. Vuol dire che abbiamo ottenuto un risultato inaspettato ma anche che la terapia medica, in associazione alla chirurgia, si è ben sincronizzata. Ad esempio, basti pensare al carcinoma dell’ovaio; otto anni fa non si capiva nulla, aprivamo le pance e trovavamo questo tumore. Oggi, abbiamo tutta la conoscenza dettagliata micromolecolare di questi tipi di tumore, possiamo sapere quelli che sono genetici e quelli che non lo sono. Trattiamo i primi con determinate terapie e i secondi con altre: abbiamo capito che portare la risoluzione del tumore attraverso una chirurgia altissimamente demolitiva è importante per un paziente. Oggi, siamo in condizioni di fare una chirurgia che può tutto, pertanto dobbiamo decidere quale ruolo dare nel futuro a quest’ultima e alla terapia medica. Probabilmente la chirurgia nel corso del tempo andrà diminuendo rispetto alla terapia medica”. Un focus molto importante è stato posto sulla prevenzione e sullo studio genetico in relazione alla guarigione dal tumore: “I tumori andranno diminuendo nel senso che aumenteranno quelli guaribili ma per far sì che i tumori diminuiscano occorre la prevenzione primaria, ossia lo studio genetico. Occorre sapere quali tumori albergano all’interno dei ceppi familiari e quelli che sono invece occasionali. I tumori genetici si possono conoscere sottoponendo i pazienti a screening: fare uno screening genetico costa molto meno che operare un paziente”. “Per quelli non genetici- conclude Mauro Pelagalli- tutta la nostra conoscenza sta cambiando, vedrete che i prossimi congressi saranno tutti impostati nell’ottica di ‘One Ealthon’, ossia studiamo i tumori ma vediamo dove si verificano, vediamo che cosa possiamo cambiare in ciò che mangiamo, respiriamo, beviamo. Questa tipologia di tumori sta aumentando perché l’ambiente è degradato. Il futuro va in una direzione in cui il tumore si sconfiggerà in due modalità: attraverso la prevenzione primaria, ossia lo studio dei marcatori genetici, per il tumore genetico e attraverso l’ottica One Ealthon, cioè quella che riguarda il rapporto che si stabilisce tra fruizione e produzione rispetto all’ambiente che ci circonda”.      

05/02/2025 12:45
Civitanova,  Cartechini vende la sua gioielleria dopo 22 anni: "Abbiamo visto i nostri clienti diventare amici"

Civitanova, Cartechini vende la sua gioielleria dopo 22 anni: "Abbiamo visto i nostri clienti diventare amici"

La gioielleria Cartechini, punto di riferimento per il lusso e l'eleganza, situata in piazza XX Settembre a Civitanova, sta per concludere il suo capitolo. Dopo ventidue anni, Matteo Cartechini, fondatore e cuore pulsante di questo storico negozio, ha deciso di cedere l'attività. La sua scelta è frutto di riflessioni personali, che lo hanno portato a voler prendere un anno sabbatico o, meglio, una pausa di riflessione e reindirizzamento del corso della sua vita. Una vita lontano dalla penisola italiana che, soprattutto negli ultimi tempi, è sempre più segnata da scenari d’insicurezza, sotto più aspetti, e da un sistema fiscale che non semplifica l’esistenza di un’attività imprenditoriale: in altre parole, è una decisione rivolta all’opportunità di reinventarsi e riscoprire un nuovo percorso. A subentrare nella gestione della gioielleria sarà la famiglia Granarelli di Senigallia, la quale, ad aprile di quest’anno, si prepara a inaugurare il negozio, dopo un accurato restyling. Il team che ha lavorato fianco a fianco con Matteo sarà mantenuto, garantendo una continuità professionale e affettiva con i clienti. Matteo Cartechini racconta, con un velo di nostalgia e gratitudine, la sua lunga esperienza nel mondo della gioielleria: "Sono cresciuto nella gioielleria di mio padre, un luogo dove il mestiere e l'arte si intrecciavano ogni giorno. A sei anni già mi portava alle fiere, insegnandomi il valore delle cose, la cura dei dettagli. A ventuno anni, dopo essermi diplomato come gemmologo, ho iniziato a lavorare con lui a Corridonia, nel negozio storico di famiglia. Poi, nel 2003, abbiamo avuto l'opportunità di inaugurare la nuova sede a Civitanova". Inizia così la storia di una gioielleria con uno staff che includeva lui, Romina, Paola e Patrizia, designer e incastonatrice. Non passò molto tempo prima che si aggiungesse Daniele, orafo eccezionale che contribuì a creare pezzi unici e personalizzati. Anni di successi e difficoltà si intrecciano nelle sue parole: "Abbiamo avuto tante soddisfazioni ma anche momenti difficili. Due furti clamorosi, due auto che hanno sfondato le vetrine del negozio a distanza di soli due anni; nonostante questo, non ci siamo mai abbattuti. Ci siamo rialzati e, nel corso degli anni, siamo stati anche i primi a portare a Civitanova un negozio più fashion e accessibile, nel centro commerciale Cuore Adriatico". Il successo, per Cartechini, è arrivato gradualmente e costantemente. Grazie alla passione, alla qualità e a un'instancabile ricerca del bello, la gioielleria ha acquisito il diritto di trattare marchi di prestigio come Bulgari, Damiani, Pomellato, DoDo, Gucci, Omega, Longines e molto altro: "Non solo abbiamo costruito una solida reputazione, ma abbiamo anche visto i nostri clienti diventare amici. E questo è ciò che più ci ha gratificato, il fatto che numerose persone siano venute a trovarci non solo per acquistare, ma anche per condividere momenti di vita", confessa con affetto. Matteo Cartechini, a conclusione di un lungo corso ultraventennale riflette con lucidità sulle trasformazioni che ha osservato nel settore negli ultimi anni: "Se dieci anni fa la gioielleria importante di design era ancora molto richiesta, oggi le cose sono diverse. La gente spende meno e preferisce investire in qualcosa che non solo soddisfi un desiderio estetico, ma che possa anche essere facilmente monetizzato. I diamanti non sono più l'unica scelta, e negli ultimi anni, in particolare dopo il Covid, abbiamo visto un incremento di vendite di Rolex. Questi orologi non solo sono simboli di status, ma sono anche oggetti che possono essere rivenduti, rivalutati, e questo ha reso il mercato più dinamico". Eppure, Cartechini guarda al futuro con ottimismo, sapendo che ha dato il massimo in ogni singolo giorno di lavoro. Infine, per salutare la sua clientela e concludere questa lunga avventura, Cartechini ha deciso di fare un ultimo regalo: “Fino al 25 gennaio, faremo una svendita con sconti fino al 60%”.

10/01/2025 11:50
Macerata, tragedia di Capodanno: avvocato muore sul colpo dopo aver perso il controllo dell'auto

Macerata, tragedia di Capodanno: avvocato muore sul colpo dopo aver perso il controllo dell'auto

Questa mattina, intorno alle 6, un tragico incidente è avvenuto a Villa Potenza. L'avvocato Alessandro Agnetti, 79 anni, residente e molto conosciuto nella frazione, è deceduto dopo aver perso il controllo della sua auto ed essersi schiantato contro un guardrail. L'incidente si è verificato all'altezza della rotatoria dove si trovano le Poste. Sul posto sono intervenuti il 118, i vigili del fuoco e i carabinieri, ma nonostante la prontezza dei soccorsi per l'uomo non c'è stato nulla da fare ed è morto sul colpo. Le dinamiche dell'incidente sono al vaglio delle autorità competenti; al momento si ipotizza un malore o un colpo di sonno. Non ci sono stati altri veicoli coinvolti nell'incidente. Agnetti è stato segretario generale della Regione Marche e fondatore di "Macerata Produce". Ora era in pensione. Ha anche scritto un libro sulla figura di padre Matteo Ricci intitolato "L'Italus Ricci, senz'armi alle Indie".  Secondo una prima ricostruzione, circa due ore prima del sinistro, si sarebbe fermato a fare colazione in un esercizio commerciale nella frazione di Sambucheto.

01/01/2025 09:30
Loro Piceno, giornata memorabile al Centro Monti Azzurri: donato un nuovo pulmino e raddoppiati i posti letto (FOTO e VIDEO)

Loro Piceno, giornata memorabile al Centro Monti Azzurri: donato un nuovo pulmino e raddoppiati i posti letto (FOTO e VIDEO)

Nella mattinata di oggi, 19 dicembre, si è svolta una cerimonia di grande rilevanza presso il Centro Monti Azzurri di Loro Piceno, una struttura residenziale a carattere comunitario, rivolta a persone maggiorenni in condizioni di disabilità con nulla o limitata autonomia, che sono permanentemente o temporaneamente prive di sostegno familiare. Al momento, è gestito da Pagepha e coordinato da Giulia Taborro. L'evento ha visto la consegna di un nuovo pulmino, donato dall'Unione Montana dei Monti Azzurri, destinato al trasporto dei ragazzi frequentanti il Centro. Questo veicolo, che raggiunge direttamente le abitazioni dei giovani, offre un servizio di accompagnamento e socializzazione durante il tragitto, portando così un significativo miglioramento della loro esperienza quotidiana. La donazione del pulmino non è stata l'unica occasione di celebrazione; infatti, la giornata è stata arricchita dal taglio del nastro di una nuova ala del centro, recentemente completata, che ha visto l'aggiunta di ulteriori camere, aumentando così la capacità ricettiva da dieci a venti posti letto. La cerimonia è stata officiata dal presidente dell'Unione Montana, Giampiero Feliciotti, il quale ha ricordato come il sisma abbia costretto i ragazzi disabili a spostarsi tra cinque località, finché Don Quinto non mise a disposizione il convento che ora ospita il Centro. “Finalmente realizziamo un sogno, dopo che il sisma ha distrutto una comunità con i ragazzi disabili costretti a una peregrinatio fra cinque località fino a quando Don Quinto ha messo a disposizione questo convento, che all’epoca era vuoto. Grazie alla Protezione Civile Nazionale ottenemmo un primo finanziamento di 545 mila euro, sistemandolo per accogliere al meglio i ragazzi. Quest’ultimi sono benvenuti da tutta la popolazione che li ha ‘affigliolati’, come si dice in dialetto dalle nostre parti”. “Oggi- prosegue Feliciotti- celebriamo Don Quinto con questa targa; l’occasione è ghiotta anche per inaugurare un’altra ala che, nel frattempo, con i fondi Galle, abbiamo completato per 300 mila euro. Inoltre, doniamo un nuovo pulmino perché quello vecchio, dopo venti anni, non ce la faceva più.  Tutto questo è stato possibile grazie a tanti mecenati che si sono messi a disposizione con delle contribuzioni e all’ente stesso. Oggi, è una giornata a cui dovremmo pensare un po’ più spesso perché le fragilità vanno attenzionate quotidianamente e non aspettare che diventino primarie solo quando entrano nella propria casa”. Valerio Valeriani, coordinatore dell’Ambito territoriale Sociale XVI, ha aggiunto: “La struttura, fino a qualche tempo fa, era autorizzata per quindici persone, come centro diurno per disabili gravi e per dieci persone, per quanto concerne, invece, la struttura residenziale. Con questa operazione si raddoppia la disponibilità, creando un modulo di 20 posti letto che, tra l’altro, è il minimo per garantire una sostenibilità. Infatti, abbiamo un fabbisogno grandissimo a livello territoriale; nella provincia di Macerata, attualmente, ci sono 120 persone con disabilità gravi in lista d’attesa per entrare nelle strutture residenziali. Di queste centoventi persone, almeno 40 sono fuori provincia o addirittura fuori regione con tariffe molto più elevate di quelle regionali. Senza contare il fatto che moltissime famiglie non hanno fatto richiesta per il fatto che non ci sono posti”. Prosegue Valeri sottolineando come sia assente un piano di convenzionamento: “Inoltre, al momento, non c’è un piano di convenzionamento: noi abbiamo la struttura, a breve, siamo pronti a far entrare nuovi utenti a condizione che ci sia un piano di convenzionamento con l’Ast”. Il sindaco di Loro Piceno, Robertino Paoloni ha poi messo in evidenza l’importanza di questa realtà per la comunità lorese: “Un progetto che vede finalmente il termine, dopo circa trent’anni, grazie alla caparbietà di Don Quinto; piano piano, con determinazione, oggi si è giunti al completamento. Per la comunità di Loro Piceno è un momento importante perché viviamo in un borgo, Borgo San Lorenzo, dove le persone qui sono molto attive e hanno subito integrato gli ospiti del Centro: si è creata una comunità nella comunità”. Successivamente, in quello che un tempo era l'ufficio di Don Quinto e oggi è uno spazio destinato a riunioni comunitari dell'Unione Montana dei Monti Azzurri, si è aperta la seduta ufficiale per l'approvazione, all'unanimità, del bilancio annuo, alla presenza dei sindaci dei comuni appartenenti all'Unione Montana. La giornata si è conclusa con un pranzo conviviale, che ha visto la partecipazione di tutti i sindaci e del personale dell'Unione Montana, rafforzando ulteriormente i legami di cooperazione e amicizia tra le diverse amministrazioni locali.            

19/12/2024 18:00
Macerata, superbonus 110% in scadenza: l'incertezza sul futuro del cratere e le sfide delle politiche di rilancio (FOTO)

Macerata, superbonus 110% in scadenza: l'incertezza sul futuro del cratere e le sfide delle politiche di rilancio (FOTO)

Preoccupazione alla vigilia del nuovo anno per le Categorie datoriali, gli Ordini professionali, i Sindacati e i sindaci della Provincia di Macerata, che si sono incontrati questa mattina,9 dicembre, presso la sede di Confindustria Macerata per discutere il futuro del cratere sismico del Centro Italia. Il dibattito si è focalizzato sul quadro normativo attuale e sulle prospettive di sviluppo per il cratere e l'entroterra maceratese, accompagnato da un appello alle Istituzioni centrali e regionali affinché sostengano le comunità locali, che, all'ottavo anno dai tragici eventi sismici del 2016, affrontano ancora le sfide della ricostruzione e del rilancio. Il primo tema affonda le radici sulle novità introdotte nella scorsa primavera dal decreto taglia crediti, che ha contingentato le risorse del superbonus 110% con un plafond di 330 milioni di euro, impegnati per i lavori del 2024. "Questo plafond - ha dichiarato Enrico Crucianelli, presidente dell’Ance Macerata - non è stato consumato completamente tuttavia la sua validità non è stata prorogata al 2025 e quindi questo fa sì che chi dovrà presentare dei progetti a partire dal prossimo primo gennaio non potrà godere di questa agevolazione fiscale. Oggi prendiamo atto che la stagione del superbonus è finita ma bisogna riconoscere che è necessario uno stumento che vada a sostituire il superbonus". Senza un intervento normativo che modifichi il Decreto 39/2024 (il cosiddetto "Taglia Crediti") e in assenza di congruo adeguamento dei costi parametrici, a partire dal 1° gennaio 2025 sorgeranno una serie di problematiche. Innanzitutto, alla luce delle ultime interlocuzioni con il Commissario Castelli appare certo che tutti i progetti depositati a decorrere dal 1° gennaio 2025 non potranno più beneficiare del superbonus 110%. Il decreto taglia crediti prevede, infatti, un sistema di plafond (330 milioni di euro) limitato esclusivamente ai progetti depositati dal 29 marzo 2024 e "richiesti" nel medesimo anno 2024. Non sembra invece a oggi prevista alcuna modifica normativa che introduca un nuovo plafond per i nuovi progetti (ossia progetti depositati dal 1° gennaio 2025). L'altra grave preoccupazione attiene alla necessità che atterri un provvedimento normativo volto ad assicurare tutti i progetti depositati entro il 31 dicembre 2024 in modo da poter continuare a utilizzare gli incentivi fiscali, con gli strumenti della cessione e dello sconto, oltre il 2025, attualmente anno di scadenza del beneficio, e fino al termine contrattuale previsto per la fine dei lavori. Va sottolineato che le preoccupazioni derivano dalle più recenti interlocuzioni con il Commissario Castelli, da sempre profondamente impegnato e sensibile alle questioni legate alla ricostruzione. L'atteso e indispensabile aggiornamento dei contributi parametrici appare distante dalle legittime aspettative, risultando significativamente inferiore rispetto a quanto sarebbe realmente necessario per soddisfare le effettive esigenze della ricostruzione. Questa notizia ha gettato nello sconforto l'intera comunità provinciale e del cratere tutto. Il sistema Ance ha infatti dimostrato nei mesi scorsi e con rigore scientifico, l'esistenza di un divario significativo tra il contributo parametrico attuale e i costi effettivi degli interventi, evidenziando così l'entità delle risorse economiche necessarie per garantire la continuità della ricostruzione, che si dovrebbero attestare su un incremento medio che varia dal 25 al 35%, in funzione del cosiddetto livello operativo. “L’aumento dei costi di costruzione- prosegue Crucianelli- è ormai un elemento strutturale con il quale dobbiamo fare i conti da qui in avanti; stante ciò, dobbiamo assolutamente prevedere un aumento del contributo per la ricostruzione che si muove su minimali che vanno dal 24 al 35 %. Il momento in cui non ci sarà più una copertura è alle porte: tra venti giorni, a gennaio, quale sarà il committente che andrà a presentare i progetti, prefigurando accolli che, si sa già, non potrà pagare? Ci sono vaste aree dove la maggior parte degli edifici è costituita da seconde case. È difficile pensare che un proprietario di casa vada a investire di suo”. A causa dell'incertezza che si sta delineando si sta già assistendo a un rallentamento nel deposito di nuovi progetti, con il concreto rischio di un imminente stallo della ricostruzione. Risulta, pertanto, urgente individuare soluzioni efficaci non solo per scongiurare il blocco delle attività, ma anche per garantire il raggiungimento dei migliori risultati in termini di prevenzione sismica ed efficientamento energetico. È fondamentale tutelare un territorio altamente vulnerabile dal punto di vista sismico, senza gravare eccessivamente sulle comunità locali e scongiurandone l'abbandono. Su tale ultimo aspetto è essenziale una visione strategica sulle politiche di rilancio dei territori coinvolti, in assenza delle quali non potrà prospettarsi una riparazione economico sociale dell'Appennino Centrale. Infatti, con sempre maggiore insistenza l'andamento a livello nazionale è quello di dotarsi di una strategia, un quadro di azione orientato alla promozione di uno sviluppo che armonizzi aspetti economici, sociali e ambientali, per garantire un futuro per le generazioni attuali e future. “Noi con quattordici comuni del cratere -ha affermato Gianni Niccolò, presidente di Confindustria Macerata- abbiamo sottoposto il credito d’imposta per i beni strumentali; una misura di sostegno consentiva alle imprese di sostenere le imprese con un contributo che arrivava al 70-80 %. L’abbiamo riproposto perché siamo convinti che questo rappresenta un tassello importante per sostenere le imprese sul territorio”. Quanto è importante per un territorio colpito dal sisma dotarsi di una cabina di regia collaborativa tra Enti locali, Associazioni, Imprese, Cittadini per individuare priorità, azioni, obiettivi sui quali concentrare gli investimenti e la visione di un futuro? “Altro tema è come attrarre investimenti,- prosegue Niccolò- come creare occasioni di lavoro nelle aree limitrofe della nostra provincia che coincidono più o meno con le aree interne di vecchia memoria ma che effettivamente hanno perso l’idea stessa di comunità. Da questo punto di vista, la nostra preoccupazione è quella di ribadire che occorre introdurre qualche strumento sartoriale di politica pubblica di sostegno unitamente a un’autorizzazione unica, come quella della Zes Sud” Inoltre, si è posto l’accento su come attrarre investimenti e innovazione anche per le aree interne e spingere su interventi di riqualificazione e tutela ambientale, come il recupero del suolo o la riduzione del rischio idrogeologico. Di conseguenza, è stato posto l’interrogativo su quanto investire per Campagne di comunicazione, sensibilizzazione e promozione per rilanciare l'immagine del territorio a livello nazionale; l'importanza di definire una strategia di marketing territoriale che integri turismo, cultura, economia, paesaggio e ambiente. Su questi temi la conferenza stampa di questa mattina è stata una preziosa occasione per una riflessione in cui far convergere le migliori competenze ed eccellenze del territorio a favore del rilancio dell'economia e un più delineato orientamento futuro.  

09/12/2024 18:20
Macerata, scoprire 'altro' di sé stessi grazie a un ritratto fotografico? A Palazzo Buonaccorsi è possibile. Ecco quando

Macerata, scoprire 'altro' di sé stessi grazie a un ritratto fotografico? A Palazzo Buonaccorsi è possibile. Ecco quando

Fotomobil è uno studio fotografico itinerante sul modello di quelli del XIX secolo, ideato da Fabrizio Centioni che, come un Ferdinand Brosy contemporaneo, col suo girovagare di città in città, fra piazze, dimore e scenari d’ogni sorta, attraverso le sue fotocamere pieghevoli di grande formato, fatte di metallo e legno, e attraverso l’affascinante processo finale dello sviluppo, crea dei ritratti d’antan che s’imprimono nella retina e nella mente con l’impatto di un’epifania. Una rivelazione che, in questo caso, nasce dal trovarsi di fronte alla propria immagine, nelle vesti di spettatori, di osservatori del proprio volto, di sé stessi. Per cui si intuisce che dietro tutto questo processo, di cui Centioni è fautore e mediatore, c'è ben altro di un semplice scatto. In questo periodo, il progetto Fotomobil, con le la sua galleria di persone ed espressioni immortalate nel corso del tempo, fa tappa, con la mostra "Riflessi del sé: Verità e illusione nel ritratto fotografico", all'interno di una cornice d’eccezione quale Palazzo Buonaccorsi di Macerata, in un significativo dialogo con l’esposizione temporanea "Vis-à-vis", sempre sulla scia di un ‘faccia a faccia’ con la propria identità. Non è finita qui; chiunque, mosso da comprensibile curiosità, decida di inoltrarsi in questo labirinto di "geografie" umane, sempre all’interno di Palazzo Buonaccorsi, può cogliere la preziosa occasione, sabato 7, 14 e 21 dicembre, di prendere fisicamente parte al "rituale fotografico", poco sopra narrato. Pertanto, i fortunati visitatori potranno farsi scattare un ritratto d’autore, inedito e d’antica patina, da portarsi via per impreziosire un angolo delle proprie stanze del quotidiano oppure potranno rivolgere il pensiero a qualcun altro e regalarne uno, con indubbio successo di riscontro in fatto di originalità. Una delle molteplici peculiarità dell’analogico è data dal fatto che innesca un innato meccanismo di estraneazione; questa tipologia fotografica, infatti, lontana da filtri, ritocchi e preview, restituisce l’immagine di un volto che sfugge al controllo, come se chi contempla il proprio ritratto si vedesse per la prima volta. Così, ogni partecipante avrà modo di esplorare non solo i propri lineamenti con uno sguardo diverso, ma di indagare le pieghe della propria singolarità, scoprendo e scoprendosi anche 'Altro'.

06/12/2024 16:30
Dall'Atelier delle pietre al Teatro Filarmonica: la Simeg celebra i suoi 90 anni di storia e innovazione (FOTO)

Dall'Atelier delle pietre al Teatro Filarmonica: la Simeg celebra i suoi 90 anni di storia e innovazione (FOTO)

“In ogni tempo, l’uomo ha cercato non solo le pietre preziose, ma anche le pietre insolite, strane, quelle che attirano l’attenzione per qualche irregolarità della forma o per una certa significativa bizzarria di disegno o colore […]” (R. Caillois, ‘La scrittura delle pietre’) Se le pietre, come scriveva l’antropologo e scrittore francese Caillois nel suo capolavoro, hanno in sé una bellezza atavica, intima e immutabile, il lavoro della Simeg di San Severino, leader nel settore delle lavorazioni di marmi e pietre naturali, è quello di proseguire l’opera iniziata dalla natura, moltiplicandone, di generazione in generazione, le possibilità e gli usi. Quest’anno l’azienda settempedana ha festeggiato l’importantissimo e longevo traguardo dei novant’anni di attività in due occasioni; la prima, quest’estate, che ha visto riunirsi in un clima di gioia e condivisione tutto il gruppo di dipendenti e collaboratori e la seconda, giovedì 28 novembre, in abito da ‘gala’ e con una partecipazione ugualmente sentita, nella suggestiva cornice del Teatro della Filarmonica di Macerata. Spesso le migliori celebrazioni sono foriere di preziose occasioni: così, nel pomeriggio di giovedì, lo stabilimento ha aperto le sue porte per un tour esclusivo dei reparti produttivi, offrendo uno sguardo inedito e degli squarci illuminanti su una realtà dove la maestria artigianale incontra l'avanguardia tecnologica. In questo viaggio tra le macchine più sofisticate e le mani sapienti degli operatori, si dispiega un mondo dove ogni dettaglio, dalla progettazione alla realizzazione finale, si fonde in perfetta e conciliata sinergia. Lo sguardo del visitatore che si immerge in questo spazio produttivo è quello di chi contempla un’opera in divenire, un processo che si svela passo dopo passo. Qui, i macchinari, dalle frese alle segatrici numeriche, dalle levigatrici alle macchine per il taglio e il trattamento delle superfici, sono progettate per rispondere a esigenze di massima precisione. Non meno rilevante è il lavoro della falegnameria, una realtà integrata nello stabilimento, che si occupa della produzione delle strutture di imballaggio destinate a proteggere e preservare l'integrità delle opere realizzate. La Simeg, inoltre, si distingue anche per una costante ricerca che guarda alla sostenibilità e all’innovazione; a tal riguardo ha integrato un sistema di pannelli fotovoltaici che permettono di ridurre del 58% la dipendenza energetica dalla rete elettrica. Inoltre, per preservare le risorse idriche, l’azienda depura e recupera circa il 95% dell’acqua utilizzata nel ciclo produttivo. Non solo, ma utilizza anche gli scarti lapidei per il risanamento ambientale a km 0 di una cava dismessa e tutto lo stabilimento è illuminato da LED di ultimissima generazione. Conclusa la visita, si torna nella zona d’ingresso e il passo, già in uscita, porta con sé un ricordo speciale; testimonianza della professionalità tramata da garbo raro e distintivo del presidente Oliviero Rotini, di suo figlio Carlo e di tutte le persone che fanno parte della Simeg. Così, i visitatori sono usciti con in mano un prezioso libello-archivio a firma di chi la storia di questa azienda l’ha vissuta in prima persona e ne ha raccolto le testimonianze dalle origini: “Suona la sirena” di Marta Bellomarì Stortini. Sempre seguendo il fil rouge dei festeggiamenti, dall’atelier del marmo e delle pietre si passa all’atmosfera soffusa e “vellutata” dell’affascinante Teatro della Filarmonica di Macerata dove, ad accogliere i presenti, una serie di installazioni inaspettate e sorprendenti, pensate per esprimere la visione di Simeg del design consapevole. Lungo la scalinata e nel foyer del teatro irrompono isole di verde e pietra, di natura e materia. Dall’erba e dalle piante spuntano, eleganti e sofisticati, i pezzi unici che derivano dai materiali di scarto o in eccesso. Dagli scarti di marmo alla creazione di opere d’arte, dai magazzini dell’azienda agli spazi dell’abitare. Un rituale virtuoso che celebra la perfezione della natura e l’importanza di un design capace di dare nuova vita alla materia. Alla cena evento hanno preso parte, tra gli altri, la sindaca di San Severino Marche Rosa Piermattei, il dirigente scolastico dell’ITTIS di San Severino Sandro Luciani, il presidente e il direttore di Confindustria Macerata Sauro Grimaldi e Gianni Niccolò, insieme ai rappresentati del Gruppo Giovani Imprenditori, e le principali aziende fornitrici, clienti e partners di Simeg a livello locale e nazionale. Durante la serata, condotta da Matteo Pasquali, è stato proiettato un video-racconto dei 90 anni di storia di Simeg attraverso le tappe miliari del percorso aziendale e familiare. Oliviero Rotini ha poi emozionato tutti gli ospiti con il suo ricordo dei personaggi chiave della storia di Simeg, dal fondatore Nello Grandinetti a Mario Rotini, coloro che non solo hanno dato avvio al progetto Simeg, ma soprattutto che ne hanno plasmato la filosofia e i valori. Carlo Rotini ha sottolineato, inoltre, come il percorso dell’azienda sia una sfida al miglioramento continuo, una sfida che può essere affrontata solo grazie al contributo di tutti coloro che partecipano al progetto: clienti, fornitori, partners, e, ovviamente, al primo posto tutti i collaboratori, i veri artefici del successo dell’azienda. Ha voluto con sé sul palco tutti i dipendenti presenti in sala per tributare loro l’applauso sentito, l’affetto e la gratitudine da parte della famiglia e di tutti i presenti. “Le persone e la relazione sono al centro dell’universo di valori di Simeg. Questo è il nostro capitale più grande, di cui ci prendiamo cura ogni giorno. Ed è anche la principale eredità che i nostri primi 90 anni di storia ci hanno lasciato, e di cui facciamo tesoro”, commenta Carlo Rotini. “Questa serata è stata ancora più bella di come l’avessi immaginata. – chiosa Oliviero Rotini – In uno scenario sempre più complesso, mutevole, sfidante la nostra forza è quella di poter contare su una rete di persone e di realtà che condividono i nostri valori e che sono parte integrante della vita di Simeg. Mi riempie di orgoglio vedere qui con noi i nostri principali partners, molti dei quali hanno percorso chilometri per raggiungerci e condividere con noi questo momento a cui teniamo particolarmente”.  

29/11/2024 20:00
Sarnano, alla riscoperta dell'Abbadia di Piobbico dopo il restauro: un viaggio tra secoli di storia e spiritualità (FOTO e VIDEO)

Sarnano, alla riscoperta dell'Abbadia di Piobbico dopo il restauro: un viaggio tra secoli di storia e spiritualità (FOTO e VIDEO)

Dopo un lungo periodo di restauro e ristrutturazioni, il 27 luglio di quest’anno, l’Abbadia di Piobbico, a Sarnano, ha riaperto le sue porte al pubblico, consacrando così una rinascita post-sisma. Un momento significativo non solo per la comunità locale, ma anche per chi è guidato dalla passione esplorativa, o più semplicemente dalla curiosità esperienziale, per la storia e la spiritualità di questi luoghi, intrisi da un avvicendarsi secolare di passaggi e vicende umane. Pertanto, accompagnati dall’aria pungente di novembre, cogliendo l’occasione dello spettacolo cromatico che solo la stagione autunnale sa donare, abbiamo deciso di visitare questo luogo. Qui, nella vallata lambita dal torrente Tennacola e da un altro piccolo corso d’acqua, circondata dalle montagne e dal sottofondo cadenzato delle ghiande che, in questo periodo dell’anno, si staccano dalle querce risuonando nette sul terreno umido, si staglia l’Abbadia, in tutto il suo fascino. Un luogo che parla di secoli di storia, di fede e di tradizioni, ma che è anche, e soprattutto, un crocevia tra natura, arte e misticismo. L’istituzione di questo edificio sacro è attestata già nell’XI secolo con il nome di Santa Maria inter rivora; infatti, come scritto sopra, questa porzione di terreno è lambita da due corsi d’acqua. Oggi, la Chiesa figura con un assetto molto diverso, più volte rimaneggiato, rispetto a quello originario di stampo romanico. Varcata la soglia, lo sguardo è subito rapito dal ciclo di affreschi quattro-cinquecenteschi che costellano la zona absidale e la parete destra della navata, raffiguranti i più noti episodi cristologici e le vite dei santi. L'abbazia, purtroppo, ha subito gravi danni a causa dei terremoti del 1998 e del 2016, ma grazie agli interventi di restauro è oggi tornata a risplendere. In questa cornice, abbiamo avuto l'opportunità di incontrare la vicesindaca di Sarnano, Cristina Tartabini, che ci ha accompagnati nella scoperta di questa storia millenaria: “L’Abbadia di Piobbico è tornata fruibile al pubblico il 27 luglio di quest’anno, dopo la ristrutturazione e il restauro post sisma. Questa Chiesa è la più antica istituzione del territorio ed è una chiesa benedettina. In origine si chiamava Santa Maria inter rivora in quanto posizionata tra due torrenti; tra il 1400 e 1500 è stata dedicata a San Biagio, protettore dei lavoratori della lana. Nella zona, in quel periodo, c’era un importante nucleo di lavoratori della lana che arrivava fino a Roma. Abbiamo anche studi che attestano la presenza del cosiddetto ‘panno Sarnano’". L’Abbadia, dunque, non è solo un luogo di culto ma anche un testimone di una tradizione artigianale che si legava strettamente all’economia del territorio. Nel periodo medievale, i benedettini esercitavano un forte controllo sulla zona, detentori di vasti possedimenti che arrivavano fino a Corridonia, all’epoca Montolmo. La chiesa, però, non è solo il simbolo di una religiosità profonda ma anche il punto di partenza per la nascita della comunità di Sarnano. “Gli abati benedettini – continua Tartabini – avevano vasti possedimenti e un forte controllo, e il 1° giugno 1265, con la nascita del Comune di Sarnano, si trasferirono dalla Chiesa di Piobbico, fondando la nuova comunità di Santa Maria tra le Mura”. Questa scelta segnò il trasferimento della comunità monastica e la fondazione di un nuovo centro abitato che, nel tempo, divenne l’attuale Sarnano. Un altro interessante aspetto riguarda le dimensioni originarie dell’Abbadia: “Possiamo anche dire – afferma la vicesindaco – che l’Abbazia in origine era molto più ampia, anche raddoppiata rispetto a quella che è ora”. Oggi, pur nella sua veste più contenuta, l’Abbadia continua a essere un luogo di culto: ogni domenica viene celebrata la Santa Messa e, come sottolineato dalla Tartabini, l’amministrazione comunale ha in programma di ampliare la fruibilità del sito attraverso la realizzazione di percorsi che colleghino l’Abbadia alla montagna e al centro storico di Sarnano. Sempre sulla scia del sacro, Sarnano non è solo custode di questa meraviglia architettonica e religiosa, ma è anche un luogo ricco di storia francescana. Il passaggio di Francesco d’Assisi nel territorio sarnanese è testimoniato dagli "Actus Beati Francisci et sociorum ejus" ovvero i "Fioretti di San Francesco”, la cui autorialità è fatta risalire a Ugolino da Montegiorgio, che sembra aver vissuto in queste terre. Nei ‘Fioretti’, situata nella valle del Fiastra in direzione dei Sibillini, viene citata la località di Roccabruna, dove i potenti signori di Brunforte, nonostante l’appartenenza alla fazione ghibellina, costruirono un piccolo convento in cui pare abbia soggiornato per un periodo Francesco d’Assisi e i suoi compagni. Oggi l’ex convento è di proprietà privata ed è noto con il nome di San Francesco di Valcajano. Altro segno del passaggio francescano è rappresentato dal monumento situato nella piazza alta del Comune il quale richiama l’episodio per cui San Francesco, al fine di acquietare la perenne lite fra i Signori di Brunforte e la nascente Comunanza di Sarnano, propose come segno di pace il Serafino, l’Angelo a sei ali, diventato poi lo stemma della città. Un’ iconografia araldica che è un esempio unico in tutta Italia. La riapertura dell’Abbadia di Piobbico non rappresenta solo un restauro materiale, ma una rinascita spirituale e culturale che restituisce al territorio un pezzo importante della sua identità. Con i suoi affreschi, il suo silenzio trascendentale, pregno di sapienza storica, è un invito a conoscere un patrimonio che si offre come prezioso portale su un tempo da riscoprire, da proseguire.

13/11/2024 14:50
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