
di Arianna Pannocchia

Pollenza, "Niente smartphone sotto i 14 anni, no social sotto i 16": i Fochi basket dimostrano che è possibile (VIDEO)
L’Associazione Esserparole di Pollenza, dedicata alla cultura e alla formazione educativa, ha aderito e si è fatta promotrice della petizione dei professori Daniele Novara e Alberto Pellai, nella quale si vorrebbe vietare l’uso dello smartphone tra i minori di 14 anni e dei social media prima dei 16 anni. Nella fattispecie, a supporto della proposta, subentrano gli studi di neuroscienze per cui l’uso precoce di questi strumenti tecnologici causerebbe due tipi di danni ai bambini: uno diretto, legato alla dipendenza, e uno indiretto, che deriva dall'impedimento di vivere esperienze reali, fondamentali per lo sviluppo cognitivo. Le neuroscienze hanno, inoltre, dimostrato che alcune aree del cervello, cruciali per l'apprendimento, non si sviluppano pienamente se le esperienze sono digitalizzate piuttosto che vissute nel mondo reale. “Anche la Regione Marche si è proposta a favore sulla tematica- afferma Elisabetta Romoli, presidente di Esserparole, dei ‘Fochi’ basket di Pollenza e insegnante presso l’Istituto Paladini di Treia. Lo scopo della nostra associazione culturale è quello di invitare società sportive, istituti scolastici, associazioni culturali, genitori, educatori, a partecipare ai vari incontri, che si terranno a partire dalla primavera in tutta la provincia e regione, per coalizzarsi e creare una rete a livello regionale”. A dimostrazione che tutto questo può essere concretizzabile, è intervenuta l’Asd ‘Fochi’ Basket di Pollenza che lo ha messo letteralmente in campo. I ragazzi della squadra, insieme all'associazione Basketown di San Severino, il 27,28 e 29 dicembre, hanno partecipato, per tre giorni, a un torneo tenutosi a Pesaro in occasione del quale hanno lasciato a casa i loro smartphone. “Abbiamo dimostrato- prosegue Elisabetta Romoli- che i ragazzi hanno socializzato h24, hanno parlato a lungo, hanno giocato ai vari giochi da tavolo e non sono stati perennemente seduti con le mani e il cervello focalizzati sullo smartphone. La cosa bella è che loro stessi hanno notato l’aspetto positivo di questa esperienza perché hanno detto che si sono effettivamente conosciuti tra di loro. Questo dimostra anche che il cervello dei ragazzi di oggi non è diverso da quello dei ragazzi di ieri; ossia un cervello che ha bisogno della socializzazione, del rapporto umano”. Lo confermano anche Christian, Alessio e Leonardo, in rappresentanza del gruppo dei ragazzi; durante il primo giorno del Torneo hanno sentito la mancanza dei loro telefoni, ma ben presto hanno notato un maggiore coinvolgimento e divertimento, concentrandosi più sul gioco e, soprattutto, sul conoscersi a vicenda. Inoltre, hanno riscontrato che l’assenza dei telefoni ha facilitato il riposo notturno, migliorando anche le loro prestazioni sportive. A entrare nello specifico del rapporto tra l’assenza di smartphone e il rendimento sportivo è Fabrizio Sperandini, presidente Asd ‘Fochi’ Basket di Pollenza: “Quando Elisabetta ha proposto questo Torneo, che prevedeva di lasciare i cellulari a casa, abbiamo aderito immediatamente all’idea visto che già nei precedenti tornei ho fatto personalmente fatica a gestire i ragazzi con i loro cellulari; erano loro proibiti durante le partite, a tavola, tuttavia, gestirli nei tempi morti, nel tempo libero, diventava difficile, dato che, se ce li hanno, li usano. Tutto questo portava anche a un deperimento della qualità dell’aspetto sportivo: trascorrere i tempi di riposo giocando con il cellulare equivale a togliere energie mentali. Il Basket di energie mentali ne ha veramente bisogno”. Infine, Sperandini ha evidenziato come la parte più difficoltosa, per quanto riguarda l’adesione a questa esperienza, è stato il confronto con alcuni genitori; non tutti si sono dimostrati favorevoli: “Abbiamo aderito all’iniziativa, i ragazzi l’hanno accolta ma resta il problema che qualche genitore, pur essendo a conoscenza dell’organizzazione, in un secondo momento si è lamentato perché non avrebbe potuto chiamare i ragazzi. In realtà, noi avevamo specificato che sarebbero rimasti a disposizione i telefoni dell’accompagnatore e dell’allenatore, per qualsiasi evenienza. Ripeteremo l’esperimento per i prossimi tornei dal momento che per la società dei ‘Fochi’ il focus è la crescita del ragazzo sia essa sportiva, tecnica ma anche umana”. Qui trovate il link per firmare la petizione: https://www.change.org/p/stop-smartphone-e-social-sotto-i-16-e-14-anni-ogni-tecnologia-ha-il-suo-giusto-tempo

L'Ast di Macerata sempre più innovativa nella lotta contro il cancro:"Al pari dei più grandi network sanitari"
"Ogni esperienza con il cancro è unica e ci vorrà l'impegno di tutti noi, uniti, per creare un mondo in cui guardiamo oltre la malattia e vediamo la persona prima del paziente”. Questo l’incipit del convegno, tenutosi nella giornata di ieri presso la sala Mozzi-Borgetti, dal titolo “L’oncologia nell’Ast di Macerata tra presente e futuro”, all’interno del contesto mondiale del World Cancer Day, che si svolge il 4 febbraio di ogni anno. Il fil rouge dell’evento, partendo dalla necessità di un impegno congiunto tra l’intera comunità medica, i pazienti e le istituzioni, è stato quello di esplorare come, nel presente e nel futuro, il sistema oncologico dell'AST di Macerata possa evolversi. Pertanto, il convegno è stato un momento significativo di riflessione sulla necessità di guardare oltre la malattia e di favorire un cambiamento nella visione e nel trattamento del cancro. Inoltre, ha rappresentato un'importante occasione di confronto e aggiornamento sulle più recenti scoperte e innovazioni nel campo dell'oncologia, evidenziando l'importanza di un approccio multidisciplinare, integrato e umano nella lotta contro il cancro. Alla tavola rotonda, dopo i saluti istituzionali, tra cui quello del presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e dell’assessore alla Sanità,Filippo Saltamartini, hanno preso parte ben trentadue medici specialisti dell’Ast di Macerata; ognuno di essi ha approfondito le tematiche oncologiche inerenti al proprio settore, delineando un discorso evolutivo che abbraccia sia le cure farmacologiche sia le terapie chirurgiche. “Un evento mondiale- dichiara il dottor Mauro Pelagalli, direttore UOC Ginecologia e Ostetricia di Macerata- che noi abbiamo voluto declinare qui, unendo tutte le risorse dell’Ast che configurano un approccio al tumore a tutto campo: dalla prevenzione alla radiologia interventistica alla chirurgia, la ginecologia oncologica, la pneumologia, ematologia e così via: tutti insieme siamo riusciti a unire in questa Ast un’entità oncologica che non ha nulla di diverso da quelle dei più grossi network sanitari. Questa giornata, è servita per conoscerci tra di noi, per apprendere nello specifico quello di cui ci occupiamo e poi per mostrare a tutti quello che siamo in grado di fare. Dieci anni fa, se io fossi venuto qui a Macerata e avessi avuto una malattia oncologica sarei andato via. Oggi non più; mi curerei, mi opererei in questa Azienda perché è fatta da professionisti molto validi”. Nel contesto delle cure oncologiche, il dottor Mauro Pelagalli ha poi sottolineato l’importanza di un approccio basato sull'attenzione e sulla dedizione esclusiva ad ogni singolo paziente: “Si interviene sotto il segno dell’unicità nella misura in cui vogliamo dare rilevanza e convogliare su ogni singolo paziente tutte le energie che abbiamo perché per noi quel paziente è unico. Una famiglia di professionisti che lavora per uno specifico paziente e quest’ultimo è una manifestazione di tutti i pazienti che necessitano, alla stessa maniera, di quelle cure. A Macerata rappresentiamo il 15-20 % di tutti i tumori che vengono trattati nelle Marche”. In merito alle attuali prospettive nella cura dei tumori, è stato evidenziato come si sia raggiunto un notevole progresso nella guarigione: “Oggi noi viviamo una realtà molto particolare; una buona fetta di tumori è curabile ed è guaribile. Abbiamo raggiunto una tale capacità di guarigione che siamo di fronte a un ‘secondo tumore’, ossia al tumore che insorge per gli effetti del primo e quindi questo per noi è un evento molto importante. Vuol dire che abbiamo ottenuto un risultato inaspettato ma anche che la terapia medica, in associazione alla chirurgia, si è ben sincronizzata. Ad esempio, basti pensare al carcinoma dell’ovaio; otto anni fa non si capiva nulla, aprivamo le pance e trovavamo questo tumore. Oggi, abbiamo tutta la conoscenza dettagliata micromolecolare di questi tipi di tumore, possiamo sapere quelli che sono genetici e quelli che non lo sono. Trattiamo i primi con determinate terapie e i secondi con altre: abbiamo capito che portare la risoluzione del tumore attraverso una chirurgia altissimamente demolitiva è importante per un paziente. Oggi, siamo in condizioni di fare una chirurgia che può tutto, pertanto dobbiamo decidere quale ruolo dare nel futuro a quest’ultima e alla terapia medica. Probabilmente la chirurgia nel corso del tempo andrà diminuendo rispetto alla terapia medica”. Un focus molto importante è stato posto sulla prevenzione e sullo studio genetico in relazione alla guarigione dal tumore: “I tumori andranno diminuendo nel senso che aumenteranno quelli guaribili ma per far sì che i tumori diminuiscano occorre la prevenzione primaria, ossia lo studio genetico. Occorre sapere quali tumori albergano all’interno dei ceppi familiari e quelli che sono invece occasionali. I tumori genetici si possono conoscere sottoponendo i pazienti a screening: fare uno screening genetico costa molto meno che operare un paziente”. “Per quelli non genetici- conclude Mauro Pelagalli- tutta la nostra conoscenza sta cambiando, vedrete che i prossimi congressi saranno tutti impostati nell’ottica di ‘One Ealthon’, ossia studiamo i tumori ma vediamo dove si verificano, vediamo che cosa possiamo cambiare in ciò che mangiamo, respiriamo, beviamo. Questa tipologia di tumori sta aumentando perché l’ambiente è degradato. Il futuro va in una direzione in cui il tumore si sconfiggerà in due modalità: attraverso la prevenzione primaria, ossia lo studio dei marcatori genetici, per il tumore genetico e attraverso l’ottica One Ealthon, cioè quella che riguarda il rapporto che si stabilisce tra fruizione e produzione rispetto all’ambiente che ci circonda”.

Civitanova, Cartechini vende la sua gioielleria dopo 22 anni: "Abbiamo visto i nostri clienti diventare amici"
La gioielleria Cartechini, punto di riferimento per il lusso e l'eleganza, situata in piazza XX Settembre a Civitanova, sta per concludere il suo capitolo. Dopo ventidue anni, Matteo Cartechini, fondatore e cuore pulsante di questo storico negozio, ha deciso di cedere l'attività. La sua scelta è frutto di riflessioni personali, che lo hanno portato a voler prendere un anno sabbatico o, meglio, una pausa di riflessione e reindirizzamento del corso della sua vita. Una vita lontano dalla penisola italiana che, soprattutto negli ultimi tempi, è sempre più segnata da scenari d’insicurezza, sotto più aspetti, e da un sistema fiscale che non semplifica l’esistenza di un’attività imprenditoriale: in altre parole, è una decisione rivolta all’opportunità di reinventarsi e riscoprire un nuovo percorso. A subentrare nella gestione della gioielleria sarà la famiglia Granarelli di Senigallia, la quale, ad aprile di quest’anno, si prepara a inaugurare il negozio, dopo un accurato restyling. Il team che ha lavorato fianco a fianco con Matteo sarà mantenuto, garantendo una continuità professionale e affettiva con i clienti. Matteo Cartechini racconta, con un velo di nostalgia e gratitudine, la sua lunga esperienza nel mondo della gioielleria: "Sono cresciuto nella gioielleria di mio padre, un luogo dove il mestiere e l'arte si intrecciavano ogni giorno. A sei anni già mi portava alle fiere, insegnandomi il valore delle cose, la cura dei dettagli. A ventuno anni, dopo essermi diplomato come gemmologo, ho iniziato a lavorare con lui a Corridonia, nel negozio storico di famiglia. Poi, nel 2003, abbiamo avuto l'opportunità di inaugurare la nuova sede a Civitanova". Inizia così la storia di una gioielleria con uno staff che includeva lui, Romina, Paola e Patrizia, designer e incastonatrice. Non passò molto tempo prima che si aggiungesse Daniele, orafo eccezionale che contribuì a creare pezzi unici e personalizzati. Anni di successi e difficoltà si intrecciano nelle sue parole: "Abbiamo avuto tante soddisfazioni ma anche momenti difficili. Due furti clamorosi, due auto che hanno sfondato le vetrine del negozio a distanza di soli due anni; nonostante questo, non ci siamo mai abbattuti. Ci siamo rialzati e, nel corso degli anni, siamo stati anche i primi a portare a Civitanova un negozio più fashion e accessibile, nel centro commerciale Cuore Adriatico". Il successo, per Cartechini, è arrivato gradualmente e costantemente. Grazie alla passione, alla qualità e a un'instancabile ricerca del bello, la gioielleria ha acquisito il diritto di trattare marchi di prestigio come Bulgari, Damiani, Pomellato, DoDo, Gucci, Omega, Longines e molto altro: "Non solo abbiamo costruito una solida reputazione, ma abbiamo anche visto i nostri clienti diventare amici. E questo è ciò che più ci ha gratificato, il fatto che numerose persone siano venute a trovarci non solo per acquistare, ma anche per condividere momenti di vita", confessa con affetto. Matteo Cartechini, a conclusione di un lungo corso ultraventennale riflette con lucidità sulle trasformazioni che ha osservato nel settore negli ultimi anni: "Se dieci anni fa la gioielleria importante di design era ancora molto richiesta, oggi le cose sono diverse. La gente spende meno e preferisce investire in qualcosa che non solo soddisfi un desiderio estetico, ma che possa anche essere facilmente monetizzato. I diamanti non sono più l'unica scelta, e negli ultimi anni, in particolare dopo il Covid, abbiamo visto un incremento di vendite di Rolex. Questi orologi non solo sono simboli di status, ma sono anche oggetti che possono essere rivenduti, rivalutati, e questo ha reso il mercato più dinamico". Eppure, Cartechini guarda al futuro con ottimismo, sapendo che ha dato il massimo in ogni singolo giorno di lavoro. Infine, per salutare la sua clientela e concludere questa lunga avventura, Cartechini ha deciso di fare un ultimo regalo: “Fino al 25 gennaio, faremo una svendita con sconti fino al 60%”.

Macerata, tragedia di Capodanno: avvocato muore sul colpo dopo aver perso il controllo dell'auto
Questa mattina, intorno alle 6, un tragico incidente è avvenuto a Villa Potenza. L'avvocato Alessandro Agnetti, 79 anni, residente e molto conosciuto nella frazione, è deceduto dopo aver perso il controllo della sua auto ed essersi schiantato contro un guardrail. L'incidente si è verificato all'altezza della rotatoria dove si trovano le Poste. Sul posto sono intervenuti il 118, i vigili del fuoco e i carabinieri, ma nonostante la prontezza dei soccorsi per l'uomo non c'è stato nulla da fare ed è morto sul colpo. Le dinamiche dell'incidente sono al vaglio delle autorità competenti; al momento si ipotizza un malore o un colpo di sonno. Non ci sono stati altri veicoli coinvolti nell'incidente. Agnetti è stato segretario generale della Regione Marche e fondatore di "Macerata Produce". Ora era in pensione. Ha anche scritto un libro sulla figura di padre Matteo Ricci intitolato "L'Italus Ricci, senz'armi alle Indie". Secondo una prima ricostruzione, circa due ore prima del sinistro, si sarebbe fermato a fare colazione in un esercizio commerciale nella frazione di Sambucheto.

Loro Piceno, giornata memorabile al Centro Monti Azzurri: donato un nuovo pulmino e raddoppiati i posti letto (FOTO e VIDEO)
Nella mattinata di oggi, 19 dicembre, si è svolta una cerimonia di grande rilevanza presso il Centro Monti Azzurri di Loro Piceno, una struttura residenziale a carattere comunitario, rivolta a persone maggiorenni in condizioni di disabilità con nulla o limitata autonomia, che sono permanentemente o temporaneamente prive di sostegno familiare. Al momento, è gestito da Pagepha e coordinato da Giulia Taborro. L'evento ha visto la consegna di un nuovo pulmino, donato dall'Unione Montana dei Monti Azzurri, destinato al trasporto dei ragazzi frequentanti il Centro. Questo veicolo, che raggiunge direttamente le abitazioni dei giovani, offre un servizio di accompagnamento e socializzazione durante il tragitto, portando così un significativo miglioramento della loro esperienza quotidiana. La donazione del pulmino non è stata l'unica occasione di celebrazione; infatti, la giornata è stata arricchita dal taglio del nastro di una nuova ala del centro, recentemente completata, che ha visto l'aggiunta di ulteriori camere, aumentando così la capacità ricettiva da dieci a venti posti letto. La cerimonia è stata officiata dal presidente dell'Unione Montana, Giampiero Feliciotti, il quale ha ricordato come il sisma abbia costretto i ragazzi disabili a spostarsi tra cinque località, finché Don Quinto non mise a disposizione il convento che ora ospita il Centro. “Finalmente realizziamo un sogno, dopo che il sisma ha distrutto una comunità con i ragazzi disabili costretti a una peregrinatio fra cinque località fino a quando Don Quinto ha messo a disposizione questo convento, che all’epoca era vuoto. Grazie alla Protezione Civile Nazionale ottenemmo un primo finanziamento di 545 mila euro, sistemandolo per accogliere al meglio i ragazzi. Quest’ultimi sono benvenuti da tutta la popolazione che li ha ‘affigliolati’, come si dice in dialetto dalle nostre parti”. “Oggi- prosegue Feliciotti- celebriamo Don Quinto con questa targa; l’occasione è ghiotta anche per inaugurare un’altra ala che, nel frattempo, con i fondi Galle, abbiamo completato per 300 mila euro. Inoltre, doniamo un nuovo pulmino perché quello vecchio, dopo venti anni, non ce la faceva più. Tutto questo è stato possibile grazie a tanti mecenati che si sono messi a disposizione con delle contribuzioni e all’ente stesso. Oggi, è una giornata a cui dovremmo pensare un po’ più spesso perché le fragilità vanno attenzionate quotidianamente e non aspettare che diventino primarie solo quando entrano nella propria casa”. Valerio Valeriani, coordinatore dell’Ambito territoriale Sociale XVI, ha aggiunto: “La struttura, fino a qualche tempo fa, era autorizzata per quindici persone, come centro diurno per disabili gravi e per dieci persone, per quanto concerne, invece, la struttura residenziale. Con questa operazione si raddoppia la disponibilità, creando un modulo di 20 posti letto che, tra l’altro, è il minimo per garantire una sostenibilità. Infatti, abbiamo un fabbisogno grandissimo a livello territoriale; nella provincia di Macerata, attualmente, ci sono 120 persone con disabilità gravi in lista d’attesa per entrare nelle strutture residenziali. Di queste centoventi persone, almeno 40 sono fuori provincia o addirittura fuori regione con tariffe molto più elevate di quelle regionali. Senza contare il fatto che moltissime famiglie non hanno fatto richiesta per il fatto che non ci sono posti”. Prosegue Valeri sottolineando come sia assente un piano di convenzionamento: “Inoltre, al momento, non c’è un piano di convenzionamento: noi abbiamo la struttura, a breve, siamo pronti a far entrare nuovi utenti a condizione che ci sia un piano di convenzionamento con l’Ast”. Il sindaco di Loro Piceno, Robertino Paoloni ha poi messo in evidenza l’importanza di questa realtà per la comunità lorese: “Un progetto che vede finalmente il termine, dopo circa trent’anni, grazie alla caparbietà di Don Quinto; piano piano, con determinazione, oggi si è giunti al completamento. Per la comunità di Loro Piceno è un momento importante perché viviamo in un borgo, Borgo San Lorenzo, dove le persone qui sono molto attive e hanno subito integrato gli ospiti del Centro: si è creata una comunità nella comunità”. Successivamente, in quello che un tempo era l'ufficio di Don Quinto e oggi è uno spazio destinato a riunioni comunitari dell'Unione Montana dei Monti Azzurri, si è aperta la seduta ufficiale per l'approvazione, all'unanimità, del bilancio annuo, alla presenza dei sindaci dei comuni appartenenti all'Unione Montana. La giornata si è conclusa con un pranzo conviviale, che ha visto la partecipazione di tutti i sindaci e del personale dell'Unione Montana, rafforzando ulteriormente i legami di cooperazione e amicizia tra le diverse amministrazioni locali.

Macerata, superbonus 110% in scadenza: l'incertezza sul futuro del cratere e le sfide delle politiche di rilancio (FOTO)
Preoccupazione alla vigilia del nuovo anno per le Categorie datoriali, gli Ordini professionali, i Sindacati e i sindaci della Provincia di Macerata, che si sono incontrati questa mattina,9 dicembre, presso la sede di Confindustria Macerata per discutere il futuro del cratere sismico del Centro Italia. Il dibattito si è focalizzato sul quadro normativo attuale e sulle prospettive di sviluppo per il cratere e l'entroterra maceratese, accompagnato da un appello alle Istituzioni centrali e regionali affinché sostengano le comunità locali, che, all'ottavo anno dai tragici eventi sismici del 2016, affrontano ancora le sfide della ricostruzione e del rilancio. Il primo tema affonda le radici sulle novità introdotte nella scorsa primavera dal decreto taglia crediti, che ha contingentato le risorse del superbonus 110% con un plafond di 330 milioni di euro, impegnati per i lavori del 2024. "Questo plafond - ha dichiarato Enrico Crucianelli, presidente dell’Ance Macerata - non è stato consumato completamente tuttavia la sua validità non è stata prorogata al 2025 e quindi questo fa sì che chi dovrà presentare dei progetti a partire dal prossimo primo gennaio non potrà godere di questa agevolazione fiscale. Oggi prendiamo atto che la stagione del superbonus è finita ma bisogna riconoscere che è necessario uno stumento che vada a sostituire il superbonus". Senza un intervento normativo che modifichi il Decreto 39/2024 (il cosiddetto "Taglia Crediti") e in assenza di congruo adeguamento dei costi parametrici, a partire dal 1° gennaio 2025 sorgeranno una serie di problematiche. Innanzitutto, alla luce delle ultime interlocuzioni con il Commissario Castelli appare certo che tutti i progetti depositati a decorrere dal 1° gennaio 2025 non potranno più beneficiare del superbonus 110%. Il decreto taglia crediti prevede, infatti, un sistema di plafond (330 milioni di euro) limitato esclusivamente ai progetti depositati dal 29 marzo 2024 e "richiesti" nel medesimo anno 2024. Non sembra invece a oggi prevista alcuna modifica normativa che introduca un nuovo plafond per i nuovi progetti (ossia progetti depositati dal 1° gennaio 2025). L'altra grave preoccupazione attiene alla necessità che atterri un provvedimento normativo volto ad assicurare tutti i progetti depositati entro il 31 dicembre 2024 in modo da poter continuare a utilizzare gli incentivi fiscali, con gli strumenti della cessione e dello sconto, oltre il 2025, attualmente anno di scadenza del beneficio, e fino al termine contrattuale previsto per la fine dei lavori. Va sottolineato che le preoccupazioni derivano dalle più recenti interlocuzioni con il Commissario Castelli, da sempre profondamente impegnato e sensibile alle questioni legate alla ricostruzione. L'atteso e indispensabile aggiornamento dei contributi parametrici appare distante dalle legittime aspettative, risultando significativamente inferiore rispetto a quanto sarebbe realmente necessario per soddisfare le effettive esigenze della ricostruzione. Questa notizia ha gettato nello sconforto l'intera comunità provinciale e del cratere tutto. Il sistema Ance ha infatti dimostrato nei mesi scorsi e con rigore scientifico, l'esistenza di un divario significativo tra il contributo parametrico attuale e i costi effettivi degli interventi, evidenziando così l'entità delle risorse economiche necessarie per garantire la continuità della ricostruzione, che si dovrebbero attestare su un incremento medio che varia dal 25 al 35%, in funzione del cosiddetto livello operativo. “L’aumento dei costi di costruzione- prosegue Crucianelli- è ormai un elemento strutturale con il quale dobbiamo fare i conti da qui in avanti; stante ciò, dobbiamo assolutamente prevedere un aumento del contributo per la ricostruzione che si muove su minimali che vanno dal 24 al 35 %. Il momento in cui non ci sarà più una copertura è alle porte: tra venti giorni, a gennaio, quale sarà il committente che andrà a presentare i progetti, prefigurando accolli che, si sa già, non potrà pagare? Ci sono vaste aree dove la maggior parte degli edifici è costituita da seconde case. È difficile pensare che un proprietario di casa vada a investire di suo”. A causa dell'incertezza che si sta delineando si sta già assistendo a un rallentamento nel deposito di nuovi progetti, con il concreto rischio di un imminente stallo della ricostruzione. Risulta, pertanto, urgente individuare soluzioni efficaci non solo per scongiurare il blocco delle attività, ma anche per garantire il raggiungimento dei migliori risultati in termini di prevenzione sismica ed efficientamento energetico. È fondamentale tutelare un territorio altamente vulnerabile dal punto di vista sismico, senza gravare eccessivamente sulle comunità locali e scongiurandone l'abbandono. Su tale ultimo aspetto è essenziale una visione strategica sulle politiche di rilancio dei territori coinvolti, in assenza delle quali non potrà prospettarsi una riparazione economico sociale dell'Appennino Centrale. Infatti, con sempre maggiore insistenza l'andamento a livello nazionale è quello di dotarsi di una strategia, un quadro di azione orientato alla promozione di uno sviluppo che armonizzi aspetti economici, sociali e ambientali, per garantire un futuro per le generazioni attuali e future. “Noi con quattordici comuni del cratere -ha affermato Gianni Niccolò, presidente di Confindustria Macerata- abbiamo sottoposto il credito d’imposta per i beni strumentali; una misura di sostegno consentiva alle imprese di sostenere le imprese con un contributo che arrivava al 70-80 %. L’abbiamo riproposto perché siamo convinti che questo rappresenta un tassello importante per sostenere le imprese sul territorio”. Quanto è importante per un territorio colpito dal sisma dotarsi di una cabina di regia collaborativa tra Enti locali, Associazioni, Imprese, Cittadini per individuare priorità, azioni, obiettivi sui quali concentrare gli investimenti e la visione di un futuro? “Altro tema è come attrarre investimenti,- prosegue Niccolò- come creare occasioni di lavoro nelle aree limitrofe della nostra provincia che coincidono più o meno con le aree interne di vecchia memoria ma che effettivamente hanno perso l’idea stessa di comunità. Da questo punto di vista, la nostra preoccupazione è quella di ribadire che occorre introdurre qualche strumento sartoriale di politica pubblica di sostegno unitamente a un’autorizzazione unica, come quella della Zes Sud” Inoltre, si è posto l’accento su come attrarre investimenti e innovazione anche per le aree interne e spingere su interventi di riqualificazione e tutela ambientale, come il recupero del suolo o la riduzione del rischio idrogeologico. Di conseguenza, è stato posto l’interrogativo su quanto investire per Campagne di comunicazione, sensibilizzazione e promozione per rilanciare l'immagine del territorio a livello nazionale; l'importanza di definire una strategia di marketing territoriale che integri turismo, cultura, economia, paesaggio e ambiente. Su questi temi la conferenza stampa di questa mattina è stata una preziosa occasione per una riflessione in cui far convergere le migliori competenze ed eccellenze del territorio a favore del rilancio dell'economia e un più delineato orientamento futuro.

Macerata, scoprire 'altro' di sé stessi grazie a un ritratto fotografico? A Palazzo Buonaccorsi è possibile. Ecco quando
Fotomobil è uno studio fotografico itinerante sul modello di quelli del XIX secolo, ideato da Fabrizio Centioni che, come un Ferdinand Brosy contemporaneo, col suo girovagare di città in città, fra piazze, dimore e scenari d’ogni sorta, attraverso le sue fotocamere pieghevoli di grande formato, fatte di metallo e legno, e attraverso l’affascinante processo finale dello sviluppo, crea dei ritratti d’antan che s’imprimono nella retina e nella mente con l’impatto di un’epifania. Una rivelazione che, in questo caso, nasce dal trovarsi di fronte alla propria immagine, nelle vesti di spettatori, di osservatori del proprio volto, di sé stessi. Per cui si intuisce che dietro tutto questo processo, di cui Centioni è fautore e mediatore, c'è ben altro di un semplice scatto. In questo periodo, il progetto Fotomobil, con le la sua galleria di persone ed espressioni immortalate nel corso del tempo, fa tappa, con la mostra "Riflessi del sé: Verità e illusione nel ritratto fotografico", all'interno di una cornice d’eccezione quale Palazzo Buonaccorsi di Macerata, in un significativo dialogo con l’esposizione temporanea "Vis-à-vis", sempre sulla scia di un ‘faccia a faccia’ con la propria identità. Non è finita qui; chiunque, mosso da comprensibile curiosità, decida di inoltrarsi in questo labirinto di "geografie" umane, sempre all’interno di Palazzo Buonaccorsi, può cogliere la preziosa occasione, sabato 7, 14 e 21 dicembre, di prendere fisicamente parte al "rituale fotografico", poco sopra narrato. Pertanto, i fortunati visitatori potranno farsi scattare un ritratto d’autore, inedito e d’antica patina, da portarsi via per impreziosire un angolo delle proprie stanze del quotidiano oppure potranno rivolgere il pensiero a qualcun altro e regalarne uno, con indubbio successo di riscontro in fatto di originalità. Una delle molteplici peculiarità dell’analogico è data dal fatto che innesca un innato meccanismo di estraneazione; questa tipologia fotografica, infatti, lontana da filtri, ritocchi e preview, restituisce l’immagine di un volto che sfugge al controllo, come se chi contempla il proprio ritratto si vedesse per la prima volta. Così, ogni partecipante avrà modo di esplorare non solo i propri lineamenti con uno sguardo diverso, ma di indagare le pieghe della propria singolarità, scoprendo e scoprendosi anche 'Altro'.

Dall'Atelier delle pietre al Teatro Filarmonica: la Simeg celebra i suoi 90 anni di storia e innovazione (FOTO)
“In ogni tempo, l’uomo ha cercato non solo le pietre preziose, ma anche le pietre insolite, strane, quelle che attirano l’attenzione per qualche irregolarità della forma o per una certa significativa bizzarria di disegno o colore […]” (R. Caillois, ‘La scrittura delle pietre’) Se le pietre, come scriveva l’antropologo e scrittore francese Caillois nel suo capolavoro, hanno in sé una bellezza atavica, intima e immutabile, il lavoro della Simeg di San Severino, leader nel settore delle lavorazioni di marmi e pietre naturali, è quello di proseguire l’opera iniziata dalla natura, moltiplicandone, di generazione in generazione, le possibilità e gli usi. Quest’anno l’azienda settempedana ha festeggiato l’importantissimo e longevo traguardo dei novant’anni di attività in due occasioni; la prima, quest’estate, che ha visto riunirsi in un clima di gioia e condivisione tutto il gruppo di dipendenti e collaboratori e la seconda, giovedì 28 novembre, in abito da ‘gala’ e con una partecipazione ugualmente sentita, nella suggestiva cornice del Teatro della Filarmonica di Macerata. Spesso le migliori celebrazioni sono foriere di preziose occasioni: così, nel pomeriggio di giovedì, lo stabilimento ha aperto le sue porte per un tour esclusivo dei reparti produttivi, offrendo uno sguardo inedito e degli squarci illuminanti su una realtà dove la maestria artigianale incontra l'avanguardia tecnologica. In questo viaggio tra le macchine più sofisticate e le mani sapienti degli operatori, si dispiega un mondo dove ogni dettaglio, dalla progettazione alla realizzazione finale, si fonde in perfetta e conciliata sinergia. Lo sguardo del visitatore che si immerge in questo spazio produttivo è quello di chi contempla un’opera in divenire, un processo che si svela passo dopo passo. Qui, i macchinari, dalle frese alle segatrici numeriche, dalle levigatrici alle macchine per il taglio e il trattamento delle superfici, sono progettate per rispondere a esigenze di massima precisione. Non meno rilevante è il lavoro della falegnameria, una realtà integrata nello stabilimento, che si occupa della produzione delle strutture di imballaggio destinate a proteggere e preservare l'integrità delle opere realizzate. La Simeg, inoltre, si distingue anche per una costante ricerca che guarda alla sostenibilità e all’innovazione; a tal riguardo ha integrato un sistema di pannelli fotovoltaici che permettono di ridurre del 58% la dipendenza energetica dalla rete elettrica. Inoltre, per preservare le risorse idriche, l’azienda depura e recupera circa il 95% dell’acqua utilizzata nel ciclo produttivo. Non solo, ma utilizza anche gli scarti lapidei per il risanamento ambientale a km 0 di una cava dismessa e tutto lo stabilimento è illuminato da LED di ultimissima generazione. Conclusa la visita, si torna nella zona d’ingresso e il passo, già in uscita, porta con sé un ricordo speciale; testimonianza della professionalità tramata da garbo raro e distintivo del presidente Oliviero Rotini, di suo figlio Carlo e di tutte le persone che fanno parte della Simeg. Così, i visitatori sono usciti con in mano un prezioso libello-archivio a firma di chi la storia di questa azienda l’ha vissuta in prima persona e ne ha raccolto le testimonianze dalle origini: “Suona la sirena” di Marta Bellomarì Stortini. Sempre seguendo il fil rouge dei festeggiamenti, dall’atelier del marmo e delle pietre si passa all’atmosfera soffusa e “vellutata” dell’affascinante Teatro della Filarmonica di Macerata dove, ad accogliere i presenti, una serie di installazioni inaspettate e sorprendenti, pensate per esprimere la visione di Simeg del design consapevole. Lungo la scalinata e nel foyer del teatro irrompono isole di verde e pietra, di natura e materia. Dall’erba e dalle piante spuntano, eleganti e sofisticati, i pezzi unici che derivano dai materiali di scarto o in eccesso. Dagli scarti di marmo alla creazione di opere d’arte, dai magazzini dell’azienda agli spazi dell’abitare. Un rituale virtuoso che celebra la perfezione della natura e l’importanza di un design capace di dare nuova vita alla materia. Alla cena evento hanno preso parte, tra gli altri, la sindaca di San Severino Marche Rosa Piermattei, il dirigente scolastico dell’ITTIS di San Severino Sandro Luciani, il presidente e il direttore di Confindustria Macerata Sauro Grimaldi e Gianni Niccolò, insieme ai rappresentati del Gruppo Giovani Imprenditori, e le principali aziende fornitrici, clienti e partners di Simeg a livello locale e nazionale. Durante la serata, condotta da Matteo Pasquali, è stato proiettato un video-racconto dei 90 anni di storia di Simeg attraverso le tappe miliari del percorso aziendale e familiare. Oliviero Rotini ha poi emozionato tutti gli ospiti con il suo ricordo dei personaggi chiave della storia di Simeg, dal fondatore Nello Grandinetti a Mario Rotini, coloro che non solo hanno dato avvio al progetto Simeg, ma soprattutto che ne hanno plasmato la filosofia e i valori. Carlo Rotini ha sottolineato, inoltre, come il percorso dell’azienda sia una sfida al miglioramento continuo, una sfida che può essere affrontata solo grazie al contributo di tutti coloro che partecipano al progetto: clienti, fornitori, partners, e, ovviamente, al primo posto tutti i collaboratori, i veri artefici del successo dell’azienda. Ha voluto con sé sul palco tutti i dipendenti presenti in sala per tributare loro l’applauso sentito, l’affetto e la gratitudine da parte della famiglia e di tutti i presenti. “Le persone e la relazione sono al centro dell’universo di valori di Simeg. Questo è il nostro capitale più grande, di cui ci prendiamo cura ogni giorno. Ed è anche la principale eredità che i nostri primi 90 anni di storia ci hanno lasciato, e di cui facciamo tesoro”, commenta Carlo Rotini. “Questa serata è stata ancora più bella di come l’avessi immaginata. – chiosa Oliviero Rotini – In uno scenario sempre più complesso, mutevole, sfidante la nostra forza è quella di poter contare su una rete di persone e di realtà che condividono i nostri valori e che sono parte integrante della vita di Simeg. Mi riempie di orgoglio vedere qui con noi i nostri principali partners, molti dei quali hanno percorso chilometri per raggiungerci e condividere con noi questo momento a cui teniamo particolarmente”.

Sarnano, alla riscoperta dell'Abbadia di Piobbico dopo il restauro: un viaggio tra secoli di storia e spiritualità (FOTO e VIDEO)
Dopo un lungo periodo di restauro e ristrutturazioni, il 27 luglio di quest’anno, l’Abbadia di Piobbico, a Sarnano, ha riaperto le sue porte al pubblico, consacrando così una rinascita post-sisma. Un momento significativo non solo per la comunità locale, ma anche per chi è guidato dalla passione esplorativa, o più semplicemente dalla curiosità esperienziale, per la storia e la spiritualità di questi luoghi, intrisi da un avvicendarsi secolare di passaggi e vicende umane. Pertanto, accompagnati dall’aria pungente di novembre, cogliendo l’occasione dello spettacolo cromatico che solo la stagione autunnale sa donare, abbiamo deciso di visitare questo luogo. Qui, nella vallata lambita dal torrente Tennacola e da un altro piccolo corso d’acqua, circondata dalle montagne e dal sottofondo cadenzato delle ghiande che, in questo periodo dell’anno, si staccano dalle querce risuonando nette sul terreno umido, si staglia l’Abbadia, in tutto il suo fascino. Un luogo che parla di secoli di storia, di fede e di tradizioni, ma che è anche, e soprattutto, un crocevia tra natura, arte e misticismo. L’istituzione di questo edificio sacro è attestata già nell’XI secolo con il nome di Santa Maria inter rivora; infatti, come scritto sopra, questa porzione di terreno è lambita da due corsi d’acqua. Oggi, la Chiesa figura con un assetto molto diverso, più volte rimaneggiato, rispetto a quello originario di stampo romanico. Varcata la soglia, lo sguardo è subito rapito dal ciclo di affreschi quattro-cinquecenteschi che costellano la zona absidale e la parete destra della navata, raffiguranti i più noti episodi cristologici e le vite dei santi. L'abbazia, purtroppo, ha subito gravi danni a causa dei terremoti del 1998 e del 2016, ma grazie agli interventi di restauro è oggi tornata a risplendere. In questa cornice, abbiamo avuto l'opportunità di incontrare la vicesindaca di Sarnano, Cristina Tartabini, che ci ha accompagnati nella scoperta di questa storia millenaria: “L’Abbadia di Piobbico è tornata fruibile al pubblico il 27 luglio di quest’anno, dopo la ristrutturazione e il restauro post sisma. Questa Chiesa è la più antica istituzione del territorio ed è una chiesa benedettina. In origine si chiamava Santa Maria inter rivora in quanto posizionata tra due torrenti; tra il 1400 e 1500 è stata dedicata a San Biagio, protettore dei lavoratori della lana. Nella zona, in quel periodo, c’era un importante nucleo di lavoratori della lana che arrivava fino a Roma. Abbiamo anche studi che attestano la presenza del cosiddetto ‘panno Sarnano’". L’Abbadia, dunque, non è solo un luogo di culto ma anche un testimone di una tradizione artigianale che si legava strettamente all’economia del territorio. Nel periodo medievale, i benedettini esercitavano un forte controllo sulla zona, detentori di vasti possedimenti che arrivavano fino a Corridonia, all’epoca Montolmo. La chiesa, però, non è solo il simbolo di una religiosità profonda ma anche il punto di partenza per la nascita della comunità di Sarnano. “Gli abati benedettini – continua Tartabini – avevano vasti possedimenti e un forte controllo, e il 1° giugno 1265, con la nascita del Comune di Sarnano, si trasferirono dalla Chiesa di Piobbico, fondando la nuova comunità di Santa Maria tra le Mura”. Questa scelta segnò il trasferimento della comunità monastica e la fondazione di un nuovo centro abitato che, nel tempo, divenne l’attuale Sarnano. Un altro interessante aspetto riguarda le dimensioni originarie dell’Abbadia: “Possiamo anche dire – afferma la vicesindaco – che l’Abbazia in origine era molto più ampia, anche raddoppiata rispetto a quella che è ora”. Oggi, pur nella sua veste più contenuta, l’Abbadia continua a essere un luogo di culto: ogni domenica viene celebrata la Santa Messa e, come sottolineato dalla Tartabini, l’amministrazione comunale ha in programma di ampliare la fruibilità del sito attraverso la realizzazione di percorsi che colleghino l’Abbadia alla montagna e al centro storico di Sarnano. Sempre sulla scia del sacro, Sarnano non è solo custode di questa meraviglia architettonica e religiosa, ma è anche un luogo ricco di storia francescana. Il passaggio di Francesco d’Assisi nel territorio sarnanese è testimoniato dagli "Actus Beati Francisci et sociorum ejus" ovvero i "Fioretti di San Francesco”, la cui autorialità è fatta risalire a Ugolino da Montegiorgio, che sembra aver vissuto in queste terre. Nei ‘Fioretti’, situata nella valle del Fiastra in direzione dei Sibillini, viene citata la località di Roccabruna, dove i potenti signori di Brunforte, nonostante l’appartenenza alla fazione ghibellina, costruirono un piccolo convento in cui pare abbia soggiornato per un periodo Francesco d’Assisi e i suoi compagni. Oggi l’ex convento è di proprietà privata ed è noto con il nome di San Francesco di Valcajano. Altro segno del passaggio francescano è rappresentato dal monumento situato nella piazza alta del Comune il quale richiama l’episodio per cui San Francesco, al fine di acquietare la perenne lite fra i Signori di Brunforte e la nascente Comunanza di Sarnano, propose come segno di pace il Serafino, l’Angelo a sei ali, diventato poi lo stemma della città. Un’ iconografia araldica che è un esempio unico in tutta Italia. La riapertura dell’Abbadia di Piobbico non rappresenta solo un restauro materiale, ma una rinascita spirituale e culturale che restituisce al territorio un pezzo importante della sua identità. Con i suoi affreschi, il suo silenzio trascendentale, pregno di sapienza storica, è un invito a conoscere un patrimonio che si offre come prezioso portale su un tempo da riscoprire, da proseguire.

Banca Generali porta a Macerata il docufilm "Time To Change": ospite d'eccezione Stefano Guindani
Nella cornice del cinema Multiplex 2000 di Piediripa, ieri sera, 23 ottobre, circa 200 persone hanno partecipato a un evento di rilevante spessore che ha saputo coniugare economia, arte cinematografica, fotografica e i più complessi obiettivi di sostenibilità e responsabilità sociale. Banca Generali Private ha presentato il docufilm “Time To Change”, un progetto che si inserisce nel solco degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, dimostrando come il mondo della finanza possa e debba giocare un ruolo cruciale nella transizione verso un futuro più equo e sostenibile e, ancora prima, aprendo un interrogativo sulla natura stessa dell’‘essere’ umano, in chiave intima e insieme collettiva. Realizzato da Banca Generali, prodotto da Cannizzo Produzioni per la regia di Emanuele Imbucci, il docufilm, disponibile su RaiPlay, racconta il viaggio del celebre fotografo Stefano Guindani attraverso 17 Paesi, e mostra i molti volti del percorso verso una società sostenibile e più etica che passa tanto dal riciclo degli pneumatici fuori uso, quanto da un’istruzione di qualità negli angoli più rurali dei Paesi cosiddetti “in via di sviluppo”. Il pubblico in sala ha anche potuto ascoltare il dialogo tra il district manager di Banca Generali, Lorenzo Grassini, e Guindani, che ha condiviso ricordi del suo viaggio e la visione che guida i suoi scatti. “Essere vicini al territorio, alle sue famiglie e alle sue imprese fa parte del nostro Dna come banca e portare il progetto Time To Change a Macerata è una parte integrante di questo impegno per la collettività”, ha commentato Ermes Biagiotti, Sales Manager di rete di Banca Generali Private. “Le virtù evocate dal film- prosegue il sales manager- sono le stesse che gli imprenditori clienti di Banca Generali dimostrano ogni giorno nelle sfide d’impresa, impegnandosi per adeguare i loro modelli di business a un mondo in cambiamento, confrontandosi con una normativa in evoluzione e coi quali la banca si trova in completa sintonia. Con questa iniziativa vogliamo essere ancora più vicini alla comunità con l’ambizione di generare un impatto sulla sensibilità di ciascuno e crediamo che in un territorio come quello marchigiano ci sia terreno fertile per un messaggio come questo”. In questo contesto, l’evento di ieri sera ha rappresentato un esempio emblematico di come il rapporto tra economia, cultura, fotografia e finanza rappresenta un intreccio complesso e affascinante, in cui ogni elemento contribuisce vicendevolmente a delineare un quadro più ampio della nostra società contemporanea. “La fotografia è, prima di tutto, un modo di guardare. Non è la vista stessa”, scriveva Susan Sontag; questo modo di guardare è anche quello di Banca Generali che, attraverso strategie di finanziamento sostenibile e specifici investimenti, traccia delle linee di fuga per altre possibili prospettive in direzione di un cambiamento: “Time to Change”. (Foto di: Agnese Formentini)

Civitanova, chalet preso di mira da vandali minorenni per 4 giorni di fila: danni da migliaia di euro
Per quattro giorni consecutivi, da sabato a martedì della scorsa settimana, un gruppo di ragazzi minorenni ha seminato il caos in un noto stabilimento balneare situato sul lungomare sud di Civitanova Marche. Gli episodi di vandalismo sono stati caratterizzati da una serie di atti violenti e distruttivi che hanno causato ingenti danni di migliaia di euro alla struttura e alle sue attrezzature. Il gruppo di giovani ha fatto irruzione nel locale, nella fascia oraria di chiusura al pubblico, rompendo le vetrate, distruggendo sedie e tavoli, e danneggiando le cabine esterne. All'interno del ristorante, i ragazzi hanno bevuto e rotto bottiglie di alcolici, consumato dolci e lasciato un disordine totale. Non contenti di quanto già fatto, hanno anche distrutto le telecamere di videosorveglianza e rubato un monopattino. Le forze dell’ordine sono intervenute sul posto in diverse occasioni; i carabinieri sono stati chiamati tre volte nel corso dei quattro giorni mentre la polizia è intervenuta una volta, richiedendo l’intervento della scientifica per raccogliere prove e avviare le indagini. I carabinieri della Compagnia di Civitanova hanno identificato e denunciato alla Procura della Repubblica quattro dei giovani protagonisti degli atti vandalici. Si tratta di soggetti minorenni, di origine pakistana ma con cittadinanza italiana. Le autorità stanno attualmente lavorando per comprendere se vi siano anche altri soggetti implicati nelle razzie.

Brick e cartoni per bevande, dove buttarli? Cosmari e Comieco per una raccolta che "fa la differenza"
Questa mattina, presso la sede Cosmari di Tolentino, è stata presentata la campagna informativa "Nella cartaaaaaa? Si!" da Comieco e Cosmari. Alla conferenza erano presenti il presidente Paolo Gattafoni, il vicedirettore di Comieco, Roberto di Molfetta e l’ingegnere Massimo Procaccini. La campagna mira a sensibilizzare l’utenza pubblica e privata sul corretto conferimento dei cartoni per bevande nella raccolta della carta. Il riciclo della carta è una tecnica sottile che trasforma ciò che è stato scartato in una risorsa preziosa, un processo che traspone su macchinari altamente specializzati un principio di rinascita e rigenerazione: "La spazzatura- scrive l’autore Marck Victor Hansen- è una grande risorsa nel posto sbagliato a cui manca l’immaginazione di qualcuno perché venga riciclata a beneficio di tutti". Attraverso il riciclo, si innesca un ciclo virtuoso che, non solo preserva le risorse naturali, ma promuove anche un’economia circolare, dove ogni foglio di carta ha il potenziale di rinascere infinite volte. Sono i particolari a fare la differenza tra una buona e un'ottima raccolta differenziata di carta e cartone. Tra questi, ad esempio, il corretto conferimento del cartone per bevande, imballaggi composti prevalentemente di carta (75%) ma anche di polietilene (20%) e alluminio (5%) che vanno conferiti con la carta: è nella filiera della cartiera, infatti, che avviene il loro riciclo. Un'informazione semplice ma che Comieco (Consorzio nazionale di recupero e riciclo degli imballaggi a base Cellulosica) in collaborazione con Cosmari vuole rafforzare con la campagna "Nella cartaaaaaa? Si!" che - a partire dal 21 ottobre e fino al 4 novembre sarà attiva su canali on e offline dei territori della provincia di Macerata la cui gestione integrata dei rifiuti è affidata a COSMARI. Come già accennato sopra, il focus principale della campagna si è concentrato sui cartoni per bevande. Quest’ultimi, sono imballaggi preziosi per l'industria cartaria perché costituiti prevalentemente di fibra di cellulosa vergine, di elevata qualità: dopo il conferimento nella raccolta della carta vengono separati nel nuovo impianto automatico gestito dal Cosmari e avviati a riciclo al fine di essere utilizzati per la realizzazione di nuovi prodotti in carta riciclata come, ad esempio, tovaglioli e fazzoletti. Un'occasione, dunque, per tenere alta l'attenzione sui temi della raccolta differenziata di carta e cartone e sulle regole per una raccolta di qualità: sì a scatole, cartoni per bevande, sacchetti, packaging, riviste e giornali; no a materiali diversi dalla carta. Anche la componente non cellulosica viene recuperata e trasformata in un nuovo materiale adatto a molteplici utilizzi. "Questa campagna per il giusto conferimento dei cartoni per bevande, come ad esempio i brick del latte, succhi di frutta e altri alimenti, punta proprio a scardinare alcune abitudini residuali, come quella di chi li mette nell'indifferenziato o nella plastica perché composti da diversi materiali. Cosmari - ricordano il presidente Gattafoni e il direttore generale Pellei - grazie al nuovo impianto di selezione, sta lavorando per separare dagli altri materiali cellulosici anche i cartoni per bevande nell'ottica di promuovere una raccolta differenziata di alta qualità, recuperando materia prima/seconda, preservando l'ambiente. Un lavoro quotidiano che unisce verso un unico obiettivo i cittadini maceratesi, il Comieco e Cosmari” "L'impianto di Cosmari è il primo in tutta la regione a essersi dotato, anche con il sostegno del Consorzio, di un selettore ottico specifico per la separazione dei cartoni per bevande spiega Roberto Di Molfetta. "Parliamo di circa 160 tonnellate di cartoni per bevande l'anno- prosegue il vicedirettore Comieco-un risultato che stimiamo si possa più che raddoppiare spostando nella raccolta differenziata d carta e cartone le oltre 260 tonnellate di cartoni per bevande che vengono "disperse" nell'indifferenziato o nel multimateriale, a causa di conferimenti non corretti. Un tesoretto da recuperare e valorizzare: è l'obiettivo che vogliamo raggiungere con questa nuova campagna che punta proprio ad informare e motivare le famiglie ma anche utenze commerciali come i bar a conferire con la carta e gli altri imballaggi cellulosici anche i cartoni per il latte, i succhi frutta e altri alimenti". Un'operazione che può contribuire a far crescere la raccolta differenziata di carta e cartone migliorandone la qualità e incrementando i corrispettivi economici già riconosciuti dal Consorzio al convenzionato: nei primi 9 mesi del 2024 Comieco ha garantito il ritiro da Cosmari di quasi 6.700 tonnellate di carta e cartone con una remunerazione di oltre 1,5 milioni di euro.

Overtime apre con la Ritmica made in Marche che fa "rumore": ospiti Sofia Raffaeli e Milena Baldassarri (FOTO e VIDEO)
Nella suggestiva cornice del Teatro della Filarmonica, la 14esima edizione dell’Overtime Festival ha preso il via con una serata inaugurale che ha saputo coniugare sport, cultura e giornalismo uniti a doppio filo da un comun denominatore che è sempre quello e che,sempre,ogni anno, torna sotto rinnovate declinazioni: la passione. Questo evento, ormai divenuto un punto di riferimento nel panorama sportivo e culturale italiano, celebra non solo le imprese sportive, ma anche le storie umane che si celano dietro ogni atleta, ogni allenatore, ogni dirigente. L’Overtime Festival, nato con l’intento di raccontare lo sport attraverso le parole e le immagini, ha visto negli anni la partecipazione di numerosi protagonisti del mondo sportivo e giornalistico. Michele Spagnuolo, direttore artistico e fondatore del Festival insieme al fratello , ha dichiarato: “La novità di questo Festival è il singolo evento stesso perché ogni appuntamento ci regala sempre grandi emozioni, grandi racconti e belle storie di valore; per cui ogni appuntamento è una grande novità.Gli ospiti di questa sera sono stati scelti perché ormai è consuetudine inaugurare coinvolgendo un testimonial regionale e quest'anno non potevamo non inaugurare con le ragazze della Ginnastica Fabriano che tante emozioni e soddisfazioni ci stanno regalando". La serata inaugurale ha visto la partecipazione di due stelle della ginnastica ritmica italiana, Sofia Raffaeli e Milena Baldassarri. Le due atlete, con la loro gentilezza e determinazione, hanno incantato il pubblico presente, raccontando le esperienze, i traguardi, le sfide affrontate nel corso della loro vita, della loro carriera. Purtroppo, l’allenatrice Claudia Mancinelli non è potuta essere presente, ma la sua assenza è stata colmata dalla presenza della dirigente della Società Ginnastica Fabriano, Maila Morosin, che ha saputo rappresentare con grande competenza e passione il mondo della ginnastica nelle sue molteplici sfaccettature, mettendo anche l'accento sulla necessità di una struttura più adeguata che sia rispondente al livello delle atlete. A moderare l’incontro è stata la giornalista di Sport Mediaset, Lucia Blini, che con la sua professionalità ha saputo guidare le ragazze nel racconto delle loro storie, creando un dialogo coinvolgente e ricco di spunti di riflessione. Le parole delle atlete hanno toccato temi importanti come la dedizione, il sacrificio e la gioia di raggiungere i propri obiettivi, offrendo al pubblico uno spaccato autentico della vita di un’atleta. "Dopo le Olimpiadi- ha dichiarato Sofia Raffaeli- si è concluso un percorso della mia vita che è stato sicuramente molto intenso ma anche molto bello e questi quattro anni saranno diversi da tutti quelli che ho passato fino a ora; aspiro a crescere come ginnasta ancora di più. C'è anche un po' di nostalgia perché il percorso di questa Olimpiade, soprattutto per me, è stato molto lungo e intenso. Ero concentrata su questo traguardo quindi, appena finita, all'inizio mi chiedevo che cosa dovessi fare. Poi, invece, sono ripartitata con la solita grinta e determinazione per intraprendere nuovi percorsi e per prepararmi al prossimo anno. La testa è fondamentale per le Olimpiadi; tutti gli anni si lavora costantemente per arrivare a questo traguardo. Occorre essere concentrati senza pensare alle aspettative degli altri". "Tornare a fare un'Olimpiade- ha raccontato Milena Baldassarri- con il pubblico è stata tutta un'altra emozione, poter condividere questa esperienza con la mia compagna di tutti questi anni è stato stupendo. Noi siamo sempre state abituate dopo ogni vittoria a tornare subito in palestra, a pensare a cose nuove, a migliorarsi. Ci siamo concesse una piccola vacanza e poi ci siamo rifiondate subito a lavorare. Infatti, abbiamo già fatto una gara. In vista delle gare ci alleniamo a isolarci, a cercare di non pensare alla giuria, al pubblico ma solo a noi stesse sulla pedana e a tutti i movimenti da eseguire. Ogni gara è una gara a sé, ogni piccola distrazione è importantissima e occorre saper dosare anche la troppa adrenalina". Per i saluti istituzionali a livello regionale, è intervenuta l’assessore Chiara Biondi, che ha sottolineato l’importanza di eventi come l’Overtime Festival per la promozione dello sport e della cultura nella regione Marche. La serata si è conclusa con un caloroso applauso del pubblico, che ha saputo apprezzare la qualità degli interventi e la profondità delle storie raccontate. L’Overtime Festival si conferma così un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di sport e di cultura, un luogo dove le storie di vita e di sport si intrecciano, creando un arabesco di emozioni e di valori che arricchiscono il nostro archivio culturale e collettivo.

A Ripe San Ginesio i "Fumi Cotti" raccontano storie di antiche tradizioni e arte contemporanea (VIDEO e FOTO)
Ogni anno, l’ultimo fine settimana di settembre, Ripe San Ginesio si anima con i ‘Fumi Cotti’, un evento che celebra la tradizione contadina della cottura del mosto. Quest’anno, la festa si è tenuta il 28 e 29 settembre, trasformando il borgo in un dedalo di vie e piazzette attraversate da inedite sinestesie, incendi cromatici dell’autunno e profumi inebrianti, mentre il mosto ribolle nei grandi calderoni, diventando lentamente vino cotto e richiamando quel ‘ribollir de’ tini’ di carducciana memoria. Un’atmosfera dove le antiche tradizioni non solo rivivono ma dialogano e intercettano anche elementi della contemporaneità; un’interazione fra le epoche che si manifesta già all’ingresso del centro storico, nella piazza principale, dove svetta una serie di sculture realizzate da artisti del XXI secolo, nella Pinacoteca, e nella mostra ‘Etichette d’Autore’, frutto di rivisitazioni artistiche e fantasiose di questo prezioso nettare. Lo stesso nome della manifestazione è scaturito dal connubio delle arti, come ha raccontato il sindaco Paolo Teodori ai nostri microfoni: “Nasce circa trent’anni fa da un’idea di Silvio Craia, pittore che ha operato per lunghissimo tempo nel comune di Ripe San Ginesio, portando l’idea dell’arte contemporanea. Nasce come una festa tra amici, anche su ispirazione del poeta Giovanni Prosperi, che ha coniato il titolo ‘Fumi Cotti’, a evocare lo scenario poetico del fumo che esce dalla bollitura del vino. La particolarità della Festa è quella dell’unione tra l’arte contadina e quella dell’arte contemporanea: due mondi che sono apparentemente molto diversi e allo stesso tempo in stretta sinergia tra loro. A tal riguardo, alcuni pittori realizzano delle opere che l'anno successivo diventano l’etichetta per il vino che verrà imbottigliato”. Dunque, una domenica di festa collettiva con stand gastronomici, allestiti dalla locale Pro Loco, dove poter assaporare gustosissimi piatti tipici che raccontano storie di generazioni, da 'Lu polentò' ai fagioli con le cotiche e molto altro fino a un tripudio di dolci di ogni tipo da accompagnare, per l'occasione, con il vino cotto. Poi, tempo di danze e canti folkloristici col gruppo "Li Pistacoppi" di Macerata, senza dimenticare la dimostrazione della pigiatura dell’uva, fin dalla prima mattina, con i piedi nudi che affondano nei grappoli succosi: un rito in grado di incantare adulti e bambini e che ricorda, proprio a partire da questa attivazione sensoriale, quanto le arti e i mestieri uniscano a doppio filo uomo e natura. Sempre il Sindaco ha menzionato l’innovativo progetto di “Borgofuturo”, che ha portato a una serie di interventi mirati a valorizzare le risorse locali e a promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Grazie a scelte precise dell’amministrazione comunale e dell’associazione Borgofuturo, Ripe San Ginesio è oggi un esempio unico di borgo ad alta vocazione ambientale e artigianale. “È una festa molto sentita, importante per la comunità e per tutto il contesto che si viene a creare con gli artigiani del Borgo e quelli che decidono di traferire le proprie attività qui. La tradizione artigianale nasce con ‘Borgofuturo’ attraverso il recupero degli spazi altrimenti inutilizzati che, negli anni, sono diventati i laboratori di artigiani, i quali hanno deciso di venire a Ripe e di sposare la sua tradizione e progettualità”. Per quanto concerne la rinascita delle attività laboratoriali e creative tra i vicoli del centro, c’è la sartoria di Marta Baldassarri, che utilizza tessuti naturali e tecniche di tintura botanica per creare abiti unici e sostenibili, la gioielleria artigianale di Samuela Salvucci e le ceramiche artistiche di Claudia Zamboni, testimonianze della vita creativa di Ripe San Ginesio: tutto questo verrà raccontato a parte nel prossimo articolo. Mentre il sole tramonta dietro le colline, i fumi dolci del mosto cotto si alzano verso un cielo su cui inizia a stingersi la notte, creando un’atmosfera quasi surreale e uno spirito di collettività senza tempo.

Micam, Mipel e Lineapelle: "Il futuro della moda Italiana in bilico, situazione critica per il settore” (VIDEO e FOTO)
Questa mattina, 30 settembre, nella sala riunioni di Confindustria, si è tenuta una conferenza per riportare il bilancio delle fiere Micam, Lineapelle e Mipel. L'evento ha visto la partecipazione di Matteo Piervincenzi, presidente della Sezione Calzature, Sergio Sciamanna, presidente della Sezione Pelletteria, e Alessio Castricini, presidente della Sezione Accessoristi. Le fiere Micam, Lineapelle e Mipel sono ormai riconosciute come i principali eventi internazionali per il settore della moda. Tuttavia, il comparto sta attraversando un'accentuata crisi a causa della ridotta capacità di acquisto dei consumatori, influenzata dalle incertezze legate alle turbolenze geopolitiche. Questo scenario ha portato a una significativa contrazione degli ordinativi per le piccole e medie imprese del settore, costringendole a ricorrere massicciamente agli strumenti di integrazione salariale. Durante la conferenza, Matteo Piervincenzi ha sottolineato l'importanza del sostegno governativo tramite ammortizzatori sociali e l'accesso al credito per investimenti in digitalizzazione e sostenibilità, elementi cruciali per mantenere la competitività delle imprese italiane: "Micam, Mipel e Lineapelle sono diventate ormai le principali piattaforme internazionali per questo settore. Il mondo della moda continua ad attraversare una fase di debolezza caratterizzata da una minor condizione d’acquisto da parte dei consumatori. Tra le cause, l’incertezza legata alle turbolenze delle guerre in atto. Tutto ciò determina una pesante contrazione degli ordinativi per le nostre piccole e medie imprese". "L’allungarsi della fase congiunturale sfavorevole sta mettendo a dura prova le nostre aziende costrette a un ricorso massiccio degli strumenti di integrazione salariale. Per la tenuta del nostro comparto moda è necessario il sostegno del governo tramite ammortizzatori sociali e l’acceso al credito per le aziende al fine di investire nella digitalizzazione e sostenibilità, a oggi, principali mete per mantenere competitive le imprese rispetto agli altri Paesi", conclude . Sergio Sciamanna ha evidenziato la necessità di spingere sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità per garantire la tenuta delle filiere produttive: “C’è stata una presenza inaspettata rispetto alle previsioni; tuttavia, anche il comparto della pelletteria è in crisi per la carenza di commesse da parte delle grandi Maison. Quindi, anche noi stiamo subendo un rallentamento con il conseguente ricorso alle ore di cassa integrazione. Uno degli strumenti su cui dobbiamo spingere è sicuramente quello della digitalizzazione con un occhio attento alla sostenibilità e quello di garantire che le nostre filiere rimangano in piedi e al tempo stesso siano strutturate in modo tale che in futuro possano ripartire”. Mentre Alessio Castricini ha fornito dati significativi sulla partecipazione alle fiere, sottolineando la crescente presenza di visitatori stranieri e la necessità di supporto per le aziende familiari che stanno affrontando una crisi prolungata: “Qualche dato sulla fiera di Lineapelle: preponderanza di italiani, intorno al 57%, mentre gli stranieri sono stati del 43%. Qui, si è vista una tendenza che vede in calo una presenza di visitatori italiani e in aumento quella dei visitatori stranieri che principalmente provengono da Stati Uniti, Cini, India, Brasile e Messico. Mentre dall’Europa, principalmente Francia, Germania e Spagna, si è osservato un calo. In totale gli espositori sono stati 1261 provenienti da 43 paesi europei che vedono comunque una partecipazione da parte delle nostre aziende mantenuta quindi questo significa che c’è una volontà da parte della filiera di partecipare e cercare di arginare commercialmente il calo delle quantità che vediamo". "Sulla filiera si riflette la situazione dei nostri committenti: calzaturieri e pellettieri. La situazione attuale vede un aumento della cassa integrazione e un calo drastico delle committenze previste per le prossime stagioni. Mentre i committenti delle nostre aziende sono dei brand, delle grandi multinazionali con delle spalle larghe, le nostre aziende sono spesso ancora a conduzione familiare che sostengono quasi da sole il peso di questa crisi. Sono molto limitate le risorse per far fronte a un periodo di crisi del calo delle quantità che sta andando avanti ormai da diversi mesi. Per questo motivo al tavolo della moda che si è riunito il 6 agosto col ministro Russo le richieste sono state principalmente quelle di far fronte al calo di liquidità e soprattutto un sostegno per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali per le ore di cassa integrazione che sono in crescita. La situazione attuale è seconda come gravità solamente al periodo del covid; situazione aggravata dal fatto che, mentre sotto covid c’era una situazione di medio termine di ripresa adesso stiamo assistendo a un cambiamento sia del mercato dei processi produttivi ma anche quello dei prodotti finiti. Un’inversione di tendenza è ancora lontana dalla visuale”.