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Sarnano, alla riscoperta dell'Abbadia di Piobbico dopo il restauro: un viaggio tra secoli di storia e spiritualità (FOTO e VIDEO)

Sarnano, alla riscoperta dell'Abbadia di Piobbico dopo il restauro: un viaggio tra secoli di storia e spiritualità (FOTO e VIDEO)

Dopo un lungo periodo di restauro e ristrutturazioni, il 27 luglio di quest’anno, l’Abbadia di Piobbico, a Sarnano, ha riaperto le sue porte al pubblico, consacrando così una rinascita post-sisma. Un momento significativo non solo per la comunità locale, ma anche per chi è guidato dalla passione esplorativa, o più semplicemente dalla curiosità esperienziale, per la storia e la spiritualità di questi luoghi, intrisi da un avvicendarsi secolare di passaggi e vicende umane. Pertanto, accompagnati dall’aria pungente di novembre, cogliendo l’occasione dello spettacolo cromatico che solo la stagione autunnale sa donare, abbiamo deciso di visitare questo luogo. Qui, nella vallata lambita dal torrente Tennacola e da un altro piccolo corso d’acqua, circondata dalle montagne e dal sottofondo cadenzato delle ghiande che, in questo periodo dell’anno, si staccano dalle querce risuonando nette sul terreno umido, si staglia l’Abbadia, in tutto il suo fascino.

Un luogo che parla di secoli di storia, di fede e di tradizioni, ma che è anche, e soprattutto, un crocevia tra natura, arte e misticismo. L’istituzione di questo edificio sacro è attestata già nell’XI secolo con il nome di Santa Maria inter rivora; infatti, come scritto sopra, questa porzione di terreno è lambita da due corsi d’acqua. Oggi, la Chiesa figura con un assetto molto diverso, più volte rimaneggiato, rispetto a quello originario di stampo romanico. Varcata la soglia, lo sguardo è subito rapito dal ciclo di affreschi quattro-cinquecenteschi che costellano la zona absidale e la parete destra della navata, raffiguranti i più noti episodi cristologici e le vite dei santi. L'abbazia, purtroppo, ha subito gravi danni a causa dei terremoti del 1998 e del 2016, ma grazie agli interventi di restauro è oggi tornata a risplendere.

In questa cornice, abbiamo avuto l'opportunità di incontrare la vicesindaca di Sarnano, Cristina Tartabini, che ci ha accompagnati nella scoperta di questa storia millenaria: “L’Abbadia di Piobbico è tornata fruibile al pubblico il 27 luglio di quest’anno, dopo la ristrutturazione e il restauro post sisma. Questa Chiesa è la più antica istituzione del territorio ed è una chiesa benedettina. In origine si chiamava Santa Maria inter rivora in quanto posizionata tra due torrenti; tra il 1400 e 1500 è stata dedicata a San Biagio, protettore dei lavoratori della lana. Nella zona, in quel periodo, c’era un importante nucleo di lavoratori della lana che arrivava fino a Roma. Abbiamo anche studi che attestano la presenza del cosiddetto ‘panno Sarnano’".

L’Abbadia, dunque, non è solo un luogo di culto ma anche un testimone di una tradizione artigianale che si legava strettamente all’economia del territorio. Nel periodo medievale, i benedettini esercitavano un forte controllo sulla zona, detentori di vasti possedimenti che arrivavano fino a Corridonia, all’epoca Montolmo. La chiesa, però, non è solo il simbolo di una religiosità profonda ma anche il punto di partenza per la nascita della comunità di Sarnano. “Gli abati benedettini – continua Tartabini – avevano vasti possedimenti e un forte controllo, e il 1° giugno 1265, con la nascita del Comune di Sarnano, si trasferirono dalla Chiesa di Piobbico, fondando la nuova comunità di Santa Maria tra le Mura”.

Questa scelta segnò il trasferimento della comunità monastica e la fondazione di un nuovo centro abitato che, nel tempo, divenne l’attuale Sarnano. Un altro interessante aspetto riguarda le dimensioni originarie dell’Abbadia: “Possiamo anche dire – afferma la vicesindaco – che l’Abbazia in origine era molto più ampia, anche raddoppiata rispetto a quella che è ora”. Oggi, pur nella sua veste più contenuta, l’Abbadia continua a essere un luogo di culto: ogni domenica viene celebrata la Santa Messa e, come sottolineato dalla Tartabini, l’amministrazione comunale ha in programma di ampliare la fruibilità del sito attraverso la realizzazione di percorsi che colleghino l’Abbadia alla montagna e al centro storico di Sarnano.

Sempre sulla scia del sacro, Sarnano non è solo custode di questa meraviglia architettonica e religiosa, ma è anche un luogo ricco di storia francescana. Il passaggio di Francesco d’Assisi nel territorio sarnanese è testimoniato dagli "Actus Beati Francisci et sociorum ejus" ovvero i "Fioretti di San Francesco”, la cui autorialità è fatta risalire a Ugolino da Montegiorgio, che sembra aver vissuto in queste terre. Nei ‘Fioretti’, situata nella valle del Fiastra in direzione dei Sibillini, viene citata la località di Roccabruna, dove i potenti signori di Brunforte, nonostante l’appartenenza alla fazione ghibellina, costruirono un piccolo convento in cui pare abbia soggiornato per un periodo Francesco d’Assisi e i suoi compagni. Oggi l’ex convento è di proprietà privata ed è noto con il nome di San Francesco di Valcajano.

Altro segno del passaggio francescano è rappresentato dal monumento situato nella piazza alta del Comune il quale richiama l’episodio per cui San Francesco, al fine di acquietare la perenne lite fra i Signori di Brunforte e la nascente Comunanza di Sarnano, propose come segno di pace il Serafino, l’Angelo a sei ali, diventato poi lo stemma della città. Un’ iconografia araldica che è un esempio unico in tutta Italia.

La riapertura dell’Abbadia di Piobbico non rappresenta solo un restauro materiale, ma una rinascita spirituale e culturale che restituisce al territorio un pezzo importante della sua identità. Con i suoi affreschi, il suo silenzio trascendentale, pregno di sapienza storica, è un invito a conoscere un patrimonio che si offre come prezioso portale su un tempo da riscoprire, da proseguire.

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