Macerata, superbonus 110% in scadenza: l'incertezza sul futuro del cratere e le sfide delle politiche di rilancio (FOTO)
Preoccupazione alla vigilia del nuovo anno per le Categorie datoriali, gli Ordini professionali, i Sindacati e i sindaci della Provincia di Macerata, che si sono incontrati questa mattina,9 dicembre, presso la sede di Confindustria Macerata per discutere il futuro del cratere sismico del Centro Italia.
Il dibattito si è focalizzato sul quadro normativo attuale e sulle prospettive di sviluppo per il cratere e l'entroterra maceratese, accompagnato da un appello alle Istituzioni centrali e regionali affinché sostengano le comunità locali, che, all'ottavo anno dai tragici eventi sismici del 2016, affrontano ancora le sfide della ricostruzione e del rilancio.
Il primo tema affonda le radici sulle novità introdotte nella scorsa primavera dal decreto taglia crediti, che ha contingentato le risorse del superbonus 110% con un plafond di 330 milioni di euro, impegnati per i lavori del 2024.
"Questo plafond - ha dichiarato Enrico Crucianelli, presidente dell’Ance Macerata - non è stato consumato completamente tuttavia la sua validità non è stata prorogata al 2025 e quindi questo fa sì che chi dovrà presentare dei progetti a partire dal prossimo primo gennaio non potrà godere di questa agevolazione fiscale. Oggi prendiamo atto che la stagione del superbonus è finita ma bisogna riconoscere che è necessario uno stumento che vada a sostituire il superbonus".
Senza un intervento normativo che modifichi il Decreto 39/2024 (il cosiddetto "Taglia Crediti") e in assenza di congruo adeguamento dei costi parametrici, a partire dal 1° gennaio 2025 sorgeranno una serie di problematiche.
Innanzitutto, alla luce delle ultime interlocuzioni con il Commissario Castelli appare certo che tutti i progetti depositati a decorrere dal 1° gennaio 2025 non potranno più beneficiare del superbonus 110%.
Il decreto taglia crediti prevede, infatti, un sistema di plafond (330 milioni di euro) limitato esclusivamente ai progetti depositati dal 29 marzo 2024 e "richiesti" nel medesimo anno 2024. Non sembra invece a oggi prevista alcuna modifica normativa che introduca un nuovo plafond per i nuovi progetti (ossia progetti depositati dal 1° gennaio 2025).
L'altra grave preoccupazione attiene alla necessità che atterri un provvedimento normativo volto ad assicurare tutti i progetti depositati entro il 31 dicembre 2024 in modo da poter continuare a utilizzare gli incentivi fiscali, con gli strumenti della cessione e dello sconto, oltre il 2025, attualmente anno di scadenza del beneficio, e fino al termine contrattuale previsto per la fine dei lavori.
Va sottolineato che le preoccupazioni derivano dalle più recenti interlocuzioni con il Commissario Castelli, da sempre profondamente impegnato e sensibile alle questioni legate alla ricostruzione.
L'atteso e indispensabile aggiornamento dei contributi parametrici appare distante dalle legittime aspettative, risultando significativamente inferiore rispetto a quanto sarebbe realmente necessario per soddisfare le effettive esigenze della ricostruzione.
Questa notizia ha gettato nello sconforto l'intera comunità provinciale e del cratere tutto.
Il sistema Ance ha infatti dimostrato nei mesi scorsi e con rigore scientifico, l'esistenza di un divario significativo tra il contributo parametrico attuale e i costi effettivi degli interventi, evidenziando così l'entità delle risorse economiche necessarie per garantire la continuità della ricostruzione, che si dovrebbero attestare su un incremento medio che varia dal 25 al 35%, in funzione del cosiddetto livello operativo.
“L’aumento dei costi di costruzione- prosegue Crucianelli- è ormai un elemento strutturale con il quale dobbiamo fare i conti da qui in avanti; stante ciò, dobbiamo assolutamente prevedere un aumento del contributo per la ricostruzione che si muove su minimali che vanno dal 24 al 35 %. Il momento in cui non ci sarà più una copertura è alle porte: tra venti giorni, a gennaio, quale sarà il committente che andrà a presentare i progetti, prefigurando accolli che, si sa già, non potrà pagare? Ci sono vaste aree dove la maggior parte degli edifici è costituita da seconde case. È difficile pensare che un proprietario di casa vada a investire di suo”.
A causa dell'incertezza che si sta delineando si sta già assistendo a un rallentamento nel deposito di nuovi progetti, con il concreto rischio di un imminente stallo della ricostruzione.
Risulta, pertanto, urgente individuare soluzioni efficaci non solo per scongiurare il blocco delle attività, ma anche per garantire il raggiungimento dei migliori risultati in termini di prevenzione sismica ed efficientamento energetico.
È fondamentale tutelare un territorio altamente vulnerabile dal punto di vista sismico, senza gravare eccessivamente sulle comunità locali e scongiurandone l'abbandono.
Su tale ultimo aspetto è essenziale una visione strategica sulle politiche di rilancio dei territori coinvolti, in assenza delle quali non potrà prospettarsi una riparazione economico sociale dell'Appennino Centrale.
Infatti, con sempre maggiore insistenza l'andamento a livello nazionale è quello di dotarsi di una strategia, un quadro di azione orientato alla promozione di uno sviluppo che armonizzi aspetti economici, sociali e ambientali, per garantire un futuro per le generazioni attuali e future.
“Noi con quattordici comuni del cratere -ha affermato Gianni Niccolò, presidente di Confindustria Macerata- abbiamo sottoposto il credito d’imposta per i beni strumentali; una misura di sostegno consentiva alle imprese di sostenere le imprese con un contributo che arrivava al 70-80 %. L’abbiamo riproposto perché siamo convinti che questo rappresenta un tassello importante per sostenere le imprese sul territorio”.
Quanto è importante per un territorio colpito dal sisma dotarsi di una cabina di regia collaborativa tra Enti locali, Associazioni, Imprese, Cittadini per individuare priorità, azioni, obiettivi sui quali concentrare gli investimenti e la visione di un futuro?
“Altro tema è come attrarre investimenti,- prosegue Niccolò- come creare occasioni di lavoro nelle aree limitrofe della nostra provincia che coincidono più o meno con le aree interne di vecchia memoria ma che effettivamente hanno perso l’idea stessa di comunità. Da questo punto di vista, la nostra preoccupazione è quella di ribadire che occorre introdurre qualche strumento sartoriale di politica pubblica di sostegno unitamente a un’autorizzazione unica, come quella della Zes Sud”
Inoltre, si è posto l’accento su come attrarre investimenti e innovazione anche per le aree interne e spingere su interventi di riqualificazione e tutela ambientale, come il recupero del suolo o la riduzione del rischio idrogeologico.
Di conseguenza, è stato posto l’interrogativo su quanto investire per Campagne di comunicazione, sensibilizzazione e promozione per rilanciare l'immagine del territorio a livello nazionale; l'importanza di definire una strategia di marketing territoriale che integri turismo, cultura, economia, paesaggio e ambiente.
Su questi temi la conferenza stampa di questa mattina è stata una preziosa occasione per una riflessione in cui far convergere le migliori competenze ed eccellenze del territorio a favore del rilancio dell'economia e un più delineato orientamento futuro.
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