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Pollenza, "Niente smartphone sotto i 14 anni, no social sotto i 16": i Fochi basket dimostrano che è possibile (VIDEO)

Pollenza, "Niente smartphone sotto i 14 anni, no social sotto i 16": i Fochi basket dimostrano che è possibile (VIDEO)

L’Associazione Esserparole di Pollenza, dedicata alla cultura e alla formazione educativa, ha aderito e si è fatta promotrice della petizione dei professori Daniele Novara e Alberto Pellai, nella quale si vorrebbe vietare l’uso dello smartphone tra i minori di 14 anni e dei social media prima dei 16 anni.

Nella fattispecie, a supporto della proposta, subentrano gli studi di neuroscienze per cui l’uso precoce di questi strumenti tecnologici causerebbe due tipi di danni ai bambini: uno diretto, legato alla dipendenza, e uno indiretto, che deriva dall'impedimento di vivere esperienze reali, fondamentali per lo sviluppo cognitivo.

Le neuroscienze hanno, inoltre, dimostrato che alcune aree del cervello, cruciali per l'apprendimento, non si sviluppano pienamente se le esperienze sono digitalizzate piuttosto che vissute nel mondo reale.

“Anche la Regione Marche si è proposta a favore sulla tematica- afferma Elisabetta Romoli, presidente di Esserparole, dei ‘Fochi’ basket di Pollenza e insegnante presso l’Istituto Paladini di Treia. Lo scopo della nostra associazione culturale è quello di invitare società sportive, istituti scolastici, associazioni culturali, genitori, educatori, a partecipare ai vari incontri, che si terranno a partire dalla primavera in tutta la provincia e regione, per coalizzarsi e creare una rete a livello regionale”.

A dimostrazione che tutto questo può essere concretizzabile, è intervenuta l’Asd ‘Fochi’ Basket di Pollenza che lo ha messo letteralmente in campo. I ragazzi della squadra, insieme all'associazione Basketown di San Severino, il 27,28 e 29 dicembre, hanno partecipato, per tre giorni, a un torneo tenutosi a Pesaro in occasione del quale hanno lasciato a casa i loro smartphone.

“Abbiamo dimostrato- prosegue Elisabetta Romoli- che i ragazzi hanno socializzato h24, hanno parlato a lungo, hanno giocato ai vari giochi da tavolo e non sono stati perennemente seduti con le mani e il cervello focalizzati sullo smartphone.

La cosa bella è che loro stessi hanno notato l’aspetto positivo di questa esperienza perché hanno detto che si sono effettivamente conosciuti tra di loro. Questo dimostra anche che il cervello dei ragazzi di oggi non è diverso da quello dei ragazzi di ieri; ossia un cervello che ha bisogno della socializzazione, del rapporto umano”.

Lo confermano anche Christian, Alessio e Leonardo, in rappresentanza del gruppo dei ragazzi; durante il primo giorno del Torneo hanno sentito la mancanza dei loro telefoni, ma ben presto hanno notato un maggiore coinvolgimento e divertimento, concentrandosi più sul gioco e, soprattutto, sul conoscersi a vicenda. Inoltre, hanno riscontrato che l’assenza dei telefoni ha facilitato il riposo notturno, migliorando anche le loro prestazioni sportive.

A entrare nello specifico del rapporto tra l’assenza di smartphone e il rendimento sportivo è Fabrizio Sperandini, presidente Asd ‘Fochi’ Basket di Pollenza: “Quando Elisabetta ha proposto questo Torneo, che prevedeva di lasciare i cellulari a casa, abbiamo aderito immediatamente all’idea visto che già nei precedenti tornei ho fatto personalmente fatica a gestire i ragazzi con i loro cellulari; erano loro proibiti durante le partite, a tavola, tuttavia, gestirli nei tempi morti, nel tempo libero, diventava difficile, dato che, se ce li hanno, li usano.

Tutto questo portava anche a un deperimento della qualità dell’aspetto sportivo: trascorrere i tempi di riposo giocando con il cellulare equivale a togliere energie mentali. Il Basket di energie mentali ne ha veramente bisogno”.

Infine, Sperandini ha evidenziato come la parte più difficoltosa, per quanto riguarda l’adesione a questa esperienza, è stato il confronto con alcuni genitori; non tutti si sono dimostrati favorevoli: “Abbiamo aderito all’iniziativa, i ragazzi l’hanno accolta ma resta il problema che qualche genitore, pur essendo a conoscenza dell’organizzazione, in un secondo momento si è lamentato perché non avrebbe potuto chiamare i ragazzi.

In realtà, noi avevamo specificato che sarebbero rimasti a disposizione i telefoni dell’accompagnatore e dell’allenatore, per qualsiasi evenienza. Ripeteremo l’esperimento per i prossimi tornei dal momento che per la società dei ‘Fochi’ il focus è la crescita del ragazzo sia essa sportiva, tecnica ma anche umana”. Qui trovate il link per firmare la petizione: https://www.change.org/p/stop-smartphone-e-social-sotto-i-16-e-14-anni-ogni-tecnologia-ha-il-suo-giusto-tempo

 

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