E’ di pochi giorni fa la notizia che il WWF ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Spoleto contro l’ormai noto, e famigerato, Deltaplano di Castelluccio. Ossia la struttura che dovrà nascere per ospitare quelle poche attività commerciali che prima popolavano la “Perla dei SibillinI”, quella Castelluccio di Norcia che sorgeva a cavallo tra le Marche e l’Umbria e che il terremoto del 2016 ha praticamente raso al suolo.
Più e più volte gli abitanti di quel piccolo centro, quelli che lo hanno conservato e amato al punto di viverci e di centrarci le loro attività, hanno convenuto che il Deltaplano potesse andare bene. Dopo aver atteso due anni che qualcosa si muovesse.
Bastava questo. Sarebbe bastato questo. Perché il buon senso dovrebbe suggerire che nessuno vuole bene a Castelluccio quanto i castellucciani. Loro che sono rimasti lì contro ogni capriccio della natura, loro che lì hanno passato inverni in tenda, loro che hanno continuato a proteggere una meraviglia ridotta in macerie, rinunciando a qualsiasi altra più comoda soluzione che gli veniva proposta.
Ora, dopo due anni, qualcosa si era mosso.
Fino all’altro giorno, quando il WWF di Perugia ha pensato di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Spoleto. Da quell’esposto potrebbe nascere una indagine. E quell’indagine potrebbe essere la causa di altre attese, ulteriori slittamenti, possibili sequestri e italianissime incompiute.
Probabilmente, dal divano in ecopelle, o in canapa tessuta a mano, di un certo ambientalismo, qualcuno ha deciso di alzarsi e fare il paladino della natura e della montagna. Dimenticando, però, che su queste montagne c’è una specie in via d’estinzione: l’uomo.
E l’uomo della montagna, resiliente, terremotato e in via di estinzione, ha ancora la capacità di indignarsi. Di seguito, quindi, si riporta la lettera scritta dalla Comunanza di Castelluccio, sperando sia per alcuni occasione di riflessione:
“Abbiamo appreso dalla stampa le nuove esternazioni del presidente del WWF Perugia sull’invito a sequestrare il cantiere di Castelluccio inoltrato alla procura della Repubblica di Spoleto, contestualmente al ricorso al Tar Umbria per la sospensione dei titoli a costruire ed apertura del danno erariale alla Corte dei Conti; infine anche la sollecitazione alla Commissione dell’Unione Europea per l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia sull’impiego dei fondi comunitari erogati per la ricostruzione.
Dinanzi all’ennesimo gesto di totale noncuranza degli abitanti di Castelluccio e della frazione intera, rimaniamo ancor più sdegnati di simile situazione. Dopo che con estrema fatica si è arrivati ad ottenere tutte le autorizzazioni necessarie per il progetto di delocalizzazione, in virtù della collaborazione fra tutti gli enti coinvolti, non avremmo mai pensato che si potesse arrivare a tanto, da spingersi fino a una situazione di profonda offesa alla collettività intera in ginocchio, piegata da due anni senza alcuna possibilità di lavoro alcuno, sprovvista di qualsiasi forma di abitazione e riparo e senza più un paese fisico dove poter trascorre un briciolo di esistenza.
Siamo indignati da tali associazioni che, prima ancora di perseguire le finalità indicate nel proprio statuto, dovrebbero essere composte da persone, da individui che non hanno mai manifestato verso la popolazione, a pezzi, alcuna forma di vicinanza ed empatia, se questi sono i risultati ottenuti.
Siamo profondamente risentiti da un comportamento riprovevole, tenuto ad oltranza, sui diversi social network improntato in notizie false sull’assurda realizzazione del progetto in mezzo alla Piana, dando adito ad ampia confusione e alla totale incertezza sulla realtà dei fatti, con una strumentalizzazione ripugnante.
E da ultimo, ora la vostra sollecitazione a numerose autorità ad intervenire per sospendere, accertare responsabilità, fino addirittura a far aprire a livello europeo una procedura di infrazione verso tutto lo stato italiano.
Siamo stanchi e stremati, feriti nel profondo, nonostante siamo uomini di montagna e abbiamo una resistenza incredibile. Per questo, vi comunichiamo a nome di tutta la comunità che siete associazioni e persone sgradite alla frazione. La vostra presenza non è gradita sul territorio in tutte le stagioni dell’anno. Il nostro è un invito a voi, associazioni promotrici di tali iniziative, a non venire a visitare Castelluccio. Perché a tutto c’è un limite”.
Ricostruzione leggera post terremoto "bloccata" secondo Cna Marche. "Nelle aree terremotate del cratere - informa una nota - le abitazioni danneggiate sono oltre 60mila ma le richieste presentate in Regione sono 2.500 e i cantieri avviati poco più di 500 a venti giorni dalla scadenza del 30 giugno.
A frenare le pratiche - secondo la Cna - sono le continue scosse che scoraggiano i proprietari di case dall'avviare i lavori di ristrutturazione mentre la terra trema ancora. Ma a bloccare le pratiche sono anche i piccoli abusi e le difformità urbanistiche ed edilizie delle abitazioni, magari vecchi di anni, che impediscono il recupero dell'intera struttura non a norma".
Non è un problema di essere nel giusto o nel torto, perché una differenza di 19 minuti su un'ora di parcheggio pagato è piuttosto evidente. Giusto pagare la multa, lo ammette anche l'automobilista che ha sgarrato. Ma pagare quanto? Venticinque euro di sanzione per avere lasciato in sosta, per un appuntamento di lavoro, l'auto oltre il tempo per cui aveva pagato. Eccessivo, dice.
Succede nei giorni scorsi a Porto Recanati a un giovane rappresentante di commercio maceratese che sulla multa, dice, non ha niente da dire. In torto era, ma certo l'importo qualche perplessità la lascia.
"Ho ritardato a tornare, giusto ho sbagliato, fammi una multa per il tempo che non ho pagato. Ma 25 euro per 19 minuti mi sembra una rapina - commenta - Poi troviamo mille scuse se il centro rimane vuoto, forse un problema è anche questo, se questo è un modo per fare cassa penso che non ci siamo proprio".
Il confronto è, poi, con il comune di Civitanova. Il rappresentante ha lo stesso problema, non riesce a tornare in tempo e scatta la multa: "Ho pagato la multa corrispondente alla differenza tra la sosta effettuata e quanto pagato effettivamente. Giusto. Il Comune ha fatto comunque rispettare le regole, ma di certo non se ne è approfittato".
I servizi a domicilio, finalizzati all'effetuazione di alcune pratiche automobilistiche, come i trasferimenti di proprietà, accettazioni di eredità, perdite di possesso, duplicati del certificato di proprietà, radiazioni per esportazione, sono destinati a disabili o persone affette da patologie che impediscono o rendano difficoltoso lo spostamento dal proprio domicilio. La documentazione da esibire potrà esere costituita, a seconda della patologia,alternativamente, dalla fotocopia del certificato di riconoscimento dell'invalidità, dal documento dal quale si evince che il soggetto percepisce l'indennità di accompagnamento, dal certificato del medico curante attestante lo stato di inabilità che impedisce l'allontanamento del domicilio.
E ancora, sono indirizzati a persone ricoverate presso case di cura o ospedali o case di riposo. Ove previsto dalla struttura di ricovero, dovrà essere richiesta l'autorizzazione all'accesso del funzionario PRA; detenuti presso istituti di pena, ospiti di comunità terapeutiche o di istituti di riabilitazione. Occore acquisire l'autorizzazione all'accesso del funzionario PRA alla struttura, rilasciata dal responsabile dell'istituto o della comunità presso la quale il detenuto si trova detenuto o ospite o dal magistrato competente nel caso di detenuti posti agli arresti domiciliari.
Il servizio ha finalità meramente sociali ed è erogato esclusivamente ad utenti privati, fino ad un massimo di due accessi annui.
Per richiedere il servizio è possibile contattare i numeri telefonici dell'Ufficio territoriale Aci di Macerata 0733 369318, lunedì, merocledì e venerdì dalle 8 alle 14, martedì e giovedì dalle 8 alle 16, oppure inoltrando la richiesta tramite il Servizio prenotazione appuntamento scegliendo l'opzione "servizi a domicilio". Oppure ancora scrivere al seguente indirizzo e-mail:ufficio.provinciale.aci.macerata@aci.it
Sarà cura del personale dell'Ufficio Territoriale ACI di Macerata ricontattare l'utente per ricordare i tempi e le modalità dei servizi che saranno svolti da funzionari muniti di apposito tesserino di riconoscimento
Cambio al vertice della squadra mobile di Macerata. Il vice questore aggiunto Alessandro Albini, dal 18 giugno, prenderà servizio alla Questura di Lecce dove assumerà la guida della squadra mobile. A Macerata arriverà Maria Raffaella Abbate, attualmente in servizio a Reggio Emilia.
A fare c'é sempre da sbagliare. Si potrebbe commentare così la notizia che arriva dall'Umbria e che riguarda Castelluccio di Norcia. La "perla dei Sibillini", come é noto, sarà presto interessata dai lavori di costruzione di una sorta di centro commerciale, che ha preso il nome di "deltaplano". Quel progetto, però, non piace agli ambientalisti.
E così il WWF di perugia ha presentato un esposto contro la costruzione del cosiddetto "deltaplano" di Castelluccio, che dovrà ospitare alcuni ristoranti presenti sul borgo prima sisma. Lo ha reso noto il presidente Sauro Presenzini."Il Wwf di Perugia - si legge nella nota diffusa da Presenzini - ha conferito incarico all'avvocato Valeria Passeri di agire in tutte le sedi, con ogni mezzo e in ogni modo, per bloccare l'ecomostro che distruggerà per sempre l'ottava meraviglia del mondo, chiedendo l'immediato e urgente sequestro penale del cantiere".Inoltre il presidente ha annunciato di avere fatto ricorso anche al Tar dell'Umbria e alla Corte dei conti per verificare eventuali danni erariali "da imputate a i funzionari responsabili dell'opera".
(fonte Ansa)
“L'Arma dei Carabinieri è sempre nel cuore degli italiani e delle Istituzioni”. Così il vicepresidente del Consiglio regionale, Renato Claudio Minardi, nel corso della cerimonia ufficiale di consegna, a Palazzo delle Marche, della tessera di socio simpatizzante dell'Associazione nazionale Carabinieri. Presenti una delegazione dell'Anc composta dall'ispettore regionale, generale Tito Baldo Honorati, dal generale Guglielmo Conti, coordinatore provinciale Anc e presidente delle associazioni combattentistiche e d'Arma della provincia di Pesaro Urbino, e alcuni soci della sezione di Ancona.“Sono orgoglioso – ha sottolineato Minardi al termine della cerimonia – di ricevere questa importante attestazione di stima che considero non solo un riconoscimento personale, ma anche al Consiglio regionale che in questo momento ho l'onore di rappresentare”. Il vicepresidente, nel ringraziare l'Arma per l'impegno e la dedizione con cui opera su tutto il territorio, ha ricordato il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso a Palermo il 3 settembre 1982, “simbolo di tutti coloro che hanno perso la vita svolgendo – ha proseguito Minardi – con sacrificio e abnegazione il proprio dovere a servizio della Patria e delle Istituzioni italiane”.Un riconoscimento assegnato dall'Arma in segno di stima e per il significativo contributo che il vicepresidente Minardi, potrà dare alla Associazione nel portare avanti i suoi valori improntati alla solidarietà, alla promozione culturale della legalità e del rispetto reciproco.L'Anc è composta da 1.690 sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale e 34 sezioni all'estero. Conta, inoltre, 125 nuclei di protezione civile, 370 gruppi di volontariato, circa 200mila soci (1.200 all'estero) - in congedo dall'arma, familiari o simpatizzanti - e oltre 115 mila carabinieri in servizio. Nelle Marche sono presenti 90 sezioni con quasi 15mila soci, 10 nuclei della protezione civile ed altri 10 di volontariato.
L'8 giugno presso il Palazzo del Governo di Macerata, alla presenza del Questore di Macerata, del Comandante Provinciale dei Carabinieri e del Comandante provinciale della Guardia di Finanza, verrà sottoscritto dal Prefetto di Macerata e dal Sindaco del Comune Di San Severino il protocollo d'intesa sulle attività volontarie e di pubblica utilità dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. Il Protocollo rappresenta utile strumento nella promozione dell'integrazione degli stranieri richiedenti asilo con la collettività che li ospita, in conformità con quanto previsto dal Piano Nazionale dell'Integrazione dei titolari di protezione internazionale.
L'intesa intende favorire la reciproca conoscenza tra cittadini italiani e stranieri, mediante un graduale inserimento di questi ultimi nella realtà umana, sociale ed istituzionale del territorio che li ospita. Il protocollo è dedicato agli stranieri richiedenti asilo che intendano dedicarsi alle attività di volontariato finalizzate alla tutela del decoro urbano. In tal modo gli stranieri potranno acquisire la consapevolezza dei valori sottesi al funzionamento della società italiana inaugurando un processo di integrazione finalizzato a promuovere una pacifica convivenza tra questi ultimi e il territorio che li ospita, nel rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione italiana.
Dall’allarme all’azione: lo scorso 19 maggio, il sindaco Rolando Pecora lanciò, con un post sulla pagina Fb del Comune, un allarme per la diffusione di droghe fra gli adolescenti. Quel post, peraltro ripreso anche da alcuni media online, totalizzò 33.243 contatti, quasi 350 condivisioni primarie e molte decine di commenti favorevoli ma, soprattutto, sollecitanti l’azione.
L’azione di contrasto, naturalmente, può e deve seguire almeno due indirizzi principali
Il primo, investigativo e riservato, coinvolge il costante, attento e determinato lavoro dello stesso sindaco, delle forze dell’ordine e dei servizi sociali.
Il secondo, invece, contempla l’ampia socializzazione del problema, finalizzata alla presa di coscienza e alla piena consapevolezza di tutte le agenzie educative, a partire dalle singole famiglie, con e senza figli adolescenti. La profonda percezione del problema “diffusione droga tra i giovanissimi” e la consapevolezza che tale problema può coinvolgere la propria famiglia e non solo quella di “altri”, rappresentano infatti il primo argine a difesa di personalità ancora in formazione e, quindi, deboli e vulnerabili.
E’ per tali considerazioni che il sindaco di Montelupone, con una seconda lettera ai genitori dei giovani, ha convocato una prima riunione per parlare tutti insieme del problema. L’incontro è programmato per venerdì 15 giugno, alle 21, presso il teatro “N. Degli Angeli”. Saranno presenti, con il dott. Rolando Pecora, il Comandante dei Carabinieri, la Dirigente scolastica, il Presidente del Consiglio d’istituto, il Parroco. Il confronto con i genitori produrrà ulteriori iniziative.
"L'ultimo decreto legge non fa altro che prorogare un sistema già in vigore dal 30 dicembre 2016 che prevede la sospensione del pagamento delle utenze limitatamente ai soggetti danneggiati dal terremoto. Quindi, non c'è motivo alcuno di sostenere che la normativa in essere possa essere cambiata: chi ha la casa inagibile, gode della sospensione fino al primo gennaio 2019": così l'on. Mario Morgoni (Pd) che, a seguito della confusione ingenerata dalle comunicazioni poste in essere da alcuni gestori di gas, luce e acqua, prova a fare chiarezza.
"A livello normativo" spiega il deputato maceratese "non è cambiato nulla rispetto al Milleproroghe del 30 dicembre 2016 dove, all'articolo 14 comma 2 viene prevista la sospensione per i soggetti danneggiati dal sisma. L'Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) non ha modificato nulla, nè nelle successive proroghe nè in questa ultima che allunga i termini fino al primo gennaio 2019. per quanto mi riguarda, non essendo mutato il quadro normativo, non vedo ragioni per cui si verifichino dei cambiamenti alla situazione in essere.
Nello specifico, ho letto il comunicato pubblicato sul sito della municipalizzata Assm di Tolentino e posso confermare che viene utilizzata la stessa formulazione usata da Arera. Ne consegue che a beneficiare della sospensione fino al primo gennaio devono essere tutti i soggetti danneggiati dal sisma, così come previsto dal Milleproroghe del 30 dicembre 2016.
Come parlamentare, chiedo quindi ai gestori di spiegare cosa sia cambiato al 31 maggio 2018 e a fare definitivamente chiarezza verso gli utenti che, in questa situazione, sono molto confusi sul da farsi. L'anomalia ulteriore, come mi viene fatto notare da centinaia di cittadini, potrebbe essere quella invece che le bollette non siano state recapitate in questo anno e mezzo neanche ai soggetti con la casa agibile, questo sì non previsto dalla normativa vigente. E' importante che venga subito spiegato chiaramente ai cittadini cosa fare, specialmente in presenza di bollette già recapitate e con scadenze già fissate ma prima dell'ultima proroga".
Risultato raggiunto per Giuseppe dell'Orso, soprannominato "Peppecotto" della nota macelleria di Loro Piceno, che ha percorso i 3.562,9 km del Giro d'Italia in sella alla sua Wilier Triestina del 1985.
Il simpatico soprannome deriva dall'accoglienza che usa nei confronti dei suoi clienti nel negozio del piccolo borgo marchigiano: offre ad ognuno un calice di vino cotto con una fetta di ciauscolo.
Da sempre grande praticante di sport, "Peppecotto" questa volta ha intrapreso questa sfida appoggiato dai suoi due amici di sempre Robertino Paoloni della RAM System e dal farmacista Matteo Cecchi che hanno finanziato e sostenuto l'idea della partecipazione al Giro per pubblicizzare la già nota attività di Loro Piceno e in particolare lo scudo piceno, ricetta inventata appunto da Peppe.
"L'anno scorso, dopo anni di sosta - ha affermato Peppe - sono tornato in bici: da Loro Piceno a Parigi per testimoniare il dramma del terremoto. Quest'anno invece, con i miei amici, ho deciso di anticipare tutte le tappe del Giro d'Italia rispetto ai corridori. Ho fatto stampare dietro la mia maglia la ricetta dello scudo piceno perchè fosse pubblicizzata in tutta Italia. E' stata dura: 3 settimane sono tante e dopo qualche anno fermo è stata dura riprendere ma sono assolutamente soddisfatto di esserci riuscito e di aver trovato tanti sostenitori e sponsor che hanno reso possibile tutto questo".
“Siamo al collasso, una situazione gravissima e paradossale perché mal gestita da mesi e che nonostante le promesse del Capo del Corpo in occasione della recente visita nel capoluogo marchigiano, non si avvia a soluzione”. La denuncia arriva dal Conapo, il sindacato autonomo dei vigili del fuoco, che per bocca del segretario regionale delle Marche Mirco Luconi denuncia la grave carenza di personale operativo che fanno registrare i comandi provinciali di Ancona, Pesaro, Macerata ed Ascoli.“Anzi - incalza Luconi - ci sentiamo doppiamente presi in giro, perché per attendere l’arrivo del Capo del Corpo il personale si è trattenuto oltre l’orario di lavoro o è appositamente intervenuto seppur libero dal servizio. Altrimenti avrebbe trovato non più di una decina di persone ad attenderlo tra funzionari e colleghi servizio. Una vergogna.La festività del 2 giugno, con la spettacolare discesa dalla torre della prefettura con conseguente dispiego del tricolore, ha visto una parte di colleghi partecipare in turno libero, altri reperiti al momento sottraendoli dal servizio di soccorso urgente, riducendo la sede di Arcevia a solo due unità, quindi non pienamente operativa ma adibita solo ad un eventuale supporto ad altre squadre, e l’organico dell’aeroporto ridotto al minimo con conseguenti rischi di ritardi”.“Non ultimo - anticipa il dirigente sindacale - domenica prossima questa assurda, umiliante e pericolosa situazione si ripresenterà in quanto parte del personale in servizio ed altri colleghi sempre in turno libero, quindi senza neanche essere pagati, saranno impegnati alla festa della Marina Militare. Con il profondo rispetto che nutriamo nei confronti delle altre istituzioni, riteniamo che queste situazioni non devono mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Si trovino dunque le risorse necessarie per richiamare in servizio personale aggiuntivo al fine di garantire un adeguato servizio di soccorso e, al contempo, assicurare la partecipazione dei vigili del fuoco all’evento già programmato”.“I vigili del fuoco - prosegue la nota al vetriolo di Luconi - non possono continuare a subire una simile umiliante situazione. I vigili del fuoco sono deputati al soccorso tecnico urgente e i nostri dirigenti, a qualsiasi livello, devono metterci nella condizione di svolgere al meglio e in sicurezza il nostro lavoro. Ma, evidentemente, per la nostra dirigenza, a cominciare proprio dal capo del corpo, questa non è una priorità. Il comando di Ancona soffre una carenza cronica di una quarantina di vigili del fuoco; abbiamo chiesto al capo del corpo di anticipare al massimo a fine giugno i movimenti del personale, già programmati per settembre, per non collassare completamente e continuare a garantire un servizio di soccorso ottimale ai cittadini”.“Denunciamo quindi - rincara la dose il segretario Luconi - scelte scellerate da parte del capo del corpo che, nonostante le richieste avanzate anche dal comandante provinciale, non intende autorizzare un congruo monte ore di lavoro straordinario né anticipare il rientro dei colleghi già in attesa degli spostamenti previsti per settembre, per far fronte, seppur temporaneamente e parzialmente, alla grave carenza di personale al comando di Ancona. Ci appelliamo anche ai politici marchigiani. Chiediamo loro che si facciano carico del problema e lo sottopongano con estrema urgenza al neo ministro degli interni, essendo questo un problema grave e diffuso che, infatti, attanaglia anche i comandi di Pesaro, Macerata ed Ascoli, due di questi, peraltro, già in sofferenza perché gravemente colpiti dal sisma”.“Va affrontato - termina il segretario regionale del Conapo - il problema della carenza degli automezzi di soccorso, molti dei quali sono fermi in officina per mancanza di fondi senza i quali, comprensibilmente, stante anche il credito che vantano nei confronti della nostra amministrazione, le officine non hanno alcuna intenzione di continuare a riparare gratuitamente. Mezzi, tra l’altro, sempre più vetusti, risalenti anche alla fine degli anni ’80. Queste problematiche le abbiamo recentemente segnalate anche rispetto ai comandi di Macerata e Ascoli ma che ad Ancona, oggi, si sono raggiunti livelli insostenibili di dignità”
Il presidio acquatico dei vigili del fuoco per la prossima stagione estiva farà base sull’arenile di Porto Potenza Picena e precisamente sull’area demaniale marittima in concessione all’Associazione Pesca Sportiva Barracuda. Così ha stabilito l’accordo tra i Comuni del litorale maceratese di Civitanova, Potenza Picena e Porto Recanati che hanno ratificato la convenzione con il Comando provinciale dei vigili del fuoco. Una postazione dotata di moto d’acqua con barella per il pronto intervento in mare e con personale specializzato per il salvataggio in acqua verrà, dunque, insediata nella zona centrale della spiaggia portopotentina per tutto il periodo di massimo afflusso turistico-balneare. La scelta su Porto Potenza Picena è caduta in forza della sua posizione baricentrica tra i lidi di Civitanova e quelli di Porto Recanati, comunque raggiungibili in pochi minuti in caso di necessità. Il presidio dei vigili del fuoco va ad integrare la linea costiera di torrette di salvataggio con bagnino e la postazione marittima della Croce Rossa locale di Porto Potenza Picena.
Nella giornata di sabato 2 giugno 2018 il Brigadiere della Guardia di Finanza Claudio Bernardini di Pieve Torina, appartenente al Nucleo Mobile della Tenenza di Camerino, è stato insignito del titolo di 'Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana' da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Il titolo di Cavaliere è stato concesso dal Presidente della Repubblica al Brigadiere Claudio Bernardini per i 36 anni di servizio svolti nel Nord d'Italia e a stretto contatto con la Direzione Distrettuale Antimafia dove ha partecipato a operazioni di contrasto contro il traffico di esseri umani.
Nel 2007 il Brigadiere Bernardini è andato a lavorare presso la Tenenza di Camerino dove si è occupato principalmente di reati contro il patrimonio, marchi contraffatti, antidroga e ha anche partecipato ad operazioni di contrasto alla pedofilia e violenza su minore ricevendo apprezzamenti da parte dei magistrati inquirenti.
La cerimonia si è svolta a Macerata presso palazzo Buonaccorsi alla presenza del Prefetto Roberta Preziotti, del comandante provinciale della Guardia di Finanza Amedeo Gravina, del Capitano della Tenenza di Camerino Antonio Di Palo e del Sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci."Sono orgoglioso e fiero di rappresentare la Repubblica Italiana" - ha detto il Brigadiere Claudio Bernardini - "e ringrazio il Presidente della Repubblica per l'onorificenza che mi ha concesso e tutte le alte cariche istituzionali. Sono fiero di appartenere al corpo della Guardia di Finanza visto che grazie a quest'ultima ho ricevuto il titolo di Cavaliere. Ringrazio i miei superiori ed il Sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci che avuto delle belle parole di apprezzamento nei miei confronti."
"E' un motivo di orgoglio per Pieve Torina avere un cittadino esemplare che si è distinto per i meriti acquisiti attraverso il suo lavoro e a cui è stato concesso questo importante riconoscimento" ha concluso il Sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci. (Giovanni Maria Pontieri)
Il problema del traffico pesante in via Marche esiste da diversi anni ma sembra che nell'ultimo periodo la situazione sia peggiorata, con una delle strade a doppio senso più strette del paese dove transitano mezzi di ogni dimensione e non di rado si vedono persino lunghissimi bisonti della strada con tanto di rimorchio.
I disagi riguardano quasi esclusivamente la parte iniziale, dall'incrocio di via Bologna fino al passaggio a livello, dato che i mezzi pesanti che passano sono tutti diretti nella fabbrica di fondi presente prima della stazione. I residenti nelle abitazioni prossime a quel punto, hanno avuto in diversi casi le auto danneggiate da camion in manovra che sono pericolosi anche semplicemente incontrandoli lungo la via.
Purtroppo la soluzione è legata alla lottizzazione ex Sadam, dove, da quanto si vocifera, al completarsi dei lavori dovrebbe aprirsi anche uno sbocco per la Top Fondi e si potrebbe finalmente vietare il traffico pesante su via Marche: al momento, però, è tutto fermo e non si sa quando si costruirà in quella zona.
I mezzi autorizzati sono solo quelli che devono caricare o scaricare ma c'è anche chi, in barba al divieto, è stato colto a transitare in direzione Montecosaro senza aver consegnato un bel nulla e questo, ovviamente, non si dovrebbe fare.
Giovedì 7 giugno alle ore 12, presso la sala giunta della Prefettura, verranno sottoscritti dal Prefetto di Macerata e dai Sindaci di Camporotondo di Fiastrone, Cessapalombo, Montelupone, Ripe San Ginesio, Sarnano e Valfornace, i “Patti per l’attuazione della sicurezza urbana”.
Si tratta di importanti strumenti per la promozione della sicurezza urbana e per la realizzazione di forme sempre più incisive ed efficaci di monitoraggio delle aree e delle attività a rischio di illegalità e di degrado.
La sottoscrizione di tali Accordi permetterà infatti agli Enti locali firmatari di concorrere a livello nazionale per la concessione di un finanziamento finalizzato all’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle aree più sensibili, individuate di comune accordo tra Prefettura e Comuni. I finanziamenti sono stati previsti dal Decreto legge n. 14/2017 convertito con la Legge n. 48/2018 per il triennio 2017-2019.
Il testo del Protocollo è stato predisposto dal Ministero dell’Interno d’intesa con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani e alla sottoscrizione dovrà fare seguito la presentazione del relativo progetto tecnico, che una volta approvato in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica sarà esaminato da parte della Commissione di nomina ministeriale.
Questo organismo valuterà le domande di concessione dei finanziamenti ed i contenuti di ogni progetto, assegnando un punteggio derivante dall’applicazione di criteri stabiliti nel Decreto del Ministero dell’Interno del 31 gennaio 2018.
L’ammissione al finanziamento avverrà in base ad una graduatoria nazionale, predisposta al termine della fase valutativa, fino all’esaurimento delle risorse stanziate.
La Giunta municipale di Tolentino ha approvato gli elaborati per l'esecuzione dei lavori di messa in sicurezza di viale Matteotti e ha autorizzato l’abbattimento delle alberature che si trovano all’interno o in stretta prossimità dell’area di intervento e di finanziare l’intervento che ammonta a 43mila euro.
Dal 2011 ad oggi si sono manifestati ingenti danni alla struttura muraria con distacchi e lesioni in più punti hanno portato allo scivolamento del terreno con conseguente dissesto del marciapiede attualmente impraticabile in viale Matteotti.
Il Comune si era attivato proponendo la realizzazione di un intervento manutentivo con oneri economici da ripartire tra i comproprietari del muro e l’Amministrazione Comunale stessa, ma questi stessi non ritenendo di avere alcuna responsabilità e non considerando appropriata la tipologia e le caratteristiche degli interventi proposti dal Comune di Tolentino, si erano rivolti davanti al Tribunale di Macerata presentando ricorso per accertamento tecnico preventivo, chiedendo la verifica delle cause degli inconvenienti lamentati e la valutazione di eventuali opere da realizzare per risolvere la situazione.
Da quanto accertato il Comune di Tolentino aveva ceduto la parte di scarpata a confine con la sua proprietà obbligandolo al rispetto di alcune condizioni tra cui la costruzione a sue spese e cura di un muro atto a sostenere l’argine stradale e la spinta del ricarico necessario a livellare con il marciapiede attuale la parte di scarpata che rimaneva a vantaggio del Comune, tra il nuovo muro e il vecchio ciglio stradale e l’obbligo di provvedere sempre ed in perpetuo alla manutenzione, riparazione e ricostruzione del detto muro di sostegno in modo che la stabilità e la sicurezza della via non vengano mai turbate.
Striscia la Notizia torna, come ha fatto più volte in passato, sulla questione dei caschi per motociclisti pericolosi, che pur essendo omologati, messi alla prova con test specifici, risultano non essere idonei allo scopo per il quale sono preposti.
Nel servizio andato in onda ieri sera su Canale5, Valerio Staffelli, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni, ha fatto verificare un modello di casco venduto dalla catena "Il Gigante", prodotto in Cina e distribuito in Italia dalla ditta Rhütten di Caldarola.
Come nei casi già analizzati nei mesi scorsi, il problema di questi caschi è che, nonostante abbiaNo il certificato di omologazione regolare, quando vengono sottoposti ai test, purtroppo non li passano. La causa di questo problema è una lacuna nella normativa italiana, per la quale si possono testare solo i caschi omologati nel nostro paese e nel caso preso in esame nel servizio di ieri, essendo un E9, quindi spagnolo, bisogna fidarsi di test effettuati nel paese iberico.
Fatto testare in un centro riconosciuto dal Ministero dei Trasporti, il casco distribuito dalla ditta di Caldarola, purtroppo, non ha superato le prove di omologazione e Staffelli si è recato personalmente da Mario Martinelli, titolare della Rhütten srl. Messo a conoscenza del fatto, l'imprenditore si è mostrato subito molto disponibile affermando che il proprio intervento sarebbe stato "veloce e responsabile" ma, passati tre giorni con i caschi ancora in vendita, l'inviato di Striscia è andato direttamente in uno dei centri commerciali "Il Gigante" ad avvertire il responsabile che, in attesa di ulteriori controlli, ha fatto togliere dagli scaffali i caschi incriminati.
Il problema, come riferisce Staffelli nel finale del servizio, si è verificato, diverse volte, sempre con caschi prodotti in Cina, omologati all'estero e importati da aziende italiane, auspicando in queste fattispecie dei controlli da parte del Ministero che invece sono del tutto assenti, permettendo il commercio di caschi del tutto inutili per la funzione che dovrebbero svolgere.
Potete vedere il filmato al seguente link: https://goo.gl/Sz3B3z
Nei giorni scorsi, un gruppo di insegnanti della scuola dell’infanzia dell’Istituto Comprensivo “Ugo Betti” di Camerino ha scritto al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale delle Marche per lamentare della chiusura di una sezione in questo anno scolastico . Già nel 2016/17, proprio l’anno del terremoto, si è perso un altro posto di lavoro.
Le insegnanti fanno presente che le Circolari relative all’organico 2017/2018 e 2018/19 riportano questa frase “ per quanto riguarda le aree interessate dai recenti eventi sismici sono mantenute le classi attivate nei comuni colpiti, anche con parametri inferiori a quelli previsti dalla normativa vigente….” . Tali Circolari davano loro una certa rassicurazione sia per il mantenimento delle sezioni sia per l’organico. Ma, il tutto, è stato disatteso.
Inoltre, analizzando la situazione della provincia di Macerata rispetto agli organici, hanno potuto rilevare che, in molte realtà vicine, ugualmente colpite dagli eventi sismici, giustamente sono state mantenute le sezioni anche con un numero ridotto di iscritti mentre a Camerino è successo il contrario.
Le insegnanti, che sono abituate ad un lavoro silenzioso e discreto, in questa occasione si sono mosse in prima persona perché non hanno riscontrato solidarietà dalle istituzione locali nè dalle autorità a tutti i livelli. Hanno quindi iniziato questa lotta che pensano di non abbandonare alla prima difficoltà. Sono, altresì, determinate a coinvolgere tutti ad iniziare dal nuovo Ministro della Pubblica Istruzione.
Tutto ciò perché sono attaccate al territorio e alla loro amata professione.
Normalmente si parla della scuola dell’infanzia nei casi di maltrattamento ai piccoli alunni mentre noi vogliamo parlarne perché facciamo una scuola di qualità attenta ai bisogni dei bambini, delle famiglie; non a caso, abbiamo scelto di fornire, a rotazione, un servizio di prolungamento fino alle ore 17:00 ed una didattica che punta all’innovazione e alla formazione per essere al passo con le ultime ricerche delle neuroscienze.
Guardiamo alla nostra professione non come lavoratori a posto fisso ma come educatrici esperte animate da passione e voglia di mettersi in gioco. Vogliamo portare a sostegno della nostra richiesta di ripristinare la sezione chiusa anche l’impegno profuso, non da adesso, a favore di una scuola di qualità. La scuola dell’Infanzia di Camerino infatti, è capofila della Rete “Insieme si può” che sta formando centinaia di docenti sulla didattica innovativa e da sempre, si è distinta nella partecipazione a diverse sperimentazioni promosse dal Ministero.
Le insegnanti inoltre vogliono far comprendere la situazione esasperata del territorio in cui vivono perché la città è stata colpita molto duramente dal terremoto e, ad oggi 6 giugno, non sono ancora disponibili le abitazioni provvisorie. Si parla di circa 3.200 persone che hanno trovato sistemazioni in altre abitazioni anche fuori dal Comune e che sono ancora sulla costa.
E’ evidente che questa situazione incide molto anche sui servizi della città a cominciare dalla scuola. Nello specifico la scuola dell’Infanzia “L’Aquilone” si trova a vivere una situazione molto particolare in quanto ha la sede inagibile in zona rossa (zona interdetta alla popolazione) e pertanto ha perso diversi alunni.
Non vogliamo sicuramente sostenere che i numeri siano dalla nostra parte ma vorremmo un trattamento come insegnanti, come alunni, famiglie e territorio uguale agli altri Comuni del cratere e per questo vi chiediamo un impegno concreto.
Albanesi Catia, Amici Alessia, Cecoli Carla, Gatti Lucia, Gigli Arlette Anna Maria, Iori Maria Laura, Labracciotti Giuliana, Luberti Elena, Maccari Clara, Matteucci Maria Teresa, Moroni Silvana, Taschini Luigia Valentina Vignati.
Qualche giorno fa, nell'augurare buon lavoro alla guida del Paese, il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui, aveva lanciato la proposta di svolgere un Consiglio dei Ministri in uno dei comuni del cratere del sisma 2016. E oggi, dopo il discorso in Senato del neo Presidente del Consiglio, il primo cittadino di Camerino ha espresso soddisfazione per la considerazione avuta nelle parole in Senato del neo premier Giuseppe Conte, che dedicherà la sua prima uscita pubblica alle zone terremotate, ma anche attesa di "fatti" dopo "tante parole ascoltate e dopo tante cose non viste".
Il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui aveva chiesto in una lettera al Presidente del Consiglio di riunire il Consiglio dei ministri nella zona del 'cratere', dicendosi disponibile ad accoglierlo nella città che ha la zona rossa più grande. Dopo le parole di Conte si dice "felicissimo", e ribadisce l'auspicio di accogliere un Cdm o di "vedere tutta la squadra di ministri sui territori terremotati".
(fonte Ansa)