La polizia Locale di Civitanova Marche fa visita alla sede Anffas con un dono speciale per la Pasqua. Questa mattina, la nostra sede Anffas di via Trilussa ha ricevuto una visita davvero speciale: una delegazione della polizia municipale di Civitanova Marche, guidata dal dirigente della Polizia Locale, Dott. Cristian Lupidi, ha portato ai nostri ragazzi un caloroso augurio di Buona Pasqua, accompagnato dalla consegna di uova pasquali per tutti i presenti.
L’incontro è stato carico di sorrisi, emozioni e sincera gratitudine. Il gesto della polizia locale rappresenta non solo un importante momento di condivisione, ma anche un segnale concreto di vicinanza e attenzione verso la nostra realtà e verso le persone con disabilità intellettive e relazionali che ogni giorno accogliamo.
Ringraziamo di cuore il dottor Lupidi e tutto il corpo della polizia locale per la sensibilità dimostrata, per il tempo dedicato e per l’energia positiva che hanno portato con sé. La presenza delle istituzioni sul territorio, specialmente in occasioni come questa, rafforza i legami sociali e promuove una cultura dell’inclusione e del rispetto.
Grazie per aver reso la Pasqua dei nostri ragazzi ancora più speciale.
Anche quest’anno la sezione Federcaccia di Montelupone, in collaborazione con il Comune, ha preso parte all’iniziativa nazionale Paladini del Territorio, promossa dalla Fondazione UNA. L’obiettivo è quello di preservare l’ambiente e trasmetterlo intatto alle future generazioni, con la consapevolezza dell’importanza di tutelare gli equilibri naturali tra flora e fauna, a beneficio dell’intera comunità.
Numerosi soci si sono ritrovati di prima mattina, alle 8:00, presso l’area camper. Dopo la consueta foto di gruppo, si sono suddivisi in squadre e, insieme ai dipendenti comunali, si sono distribuiti sul territorio per procedere con la pulizia delle fonti rurali.
Queste sorgenti, di grande valore storico e culturale, un tempo erano utilizzate dagli agricoltori locali. Oggi, grazie al loro recupero, tornano a svolgere un ruolo fondamentale, diventando un prezioso punto di abbeveraggio per la fauna selvatica, soprattutto nei periodi estivi sempre più aridi.
La giornata si è conclusa con un momento conviviale presso la storica Fonte Bagno, dove i partecipanti si sono ritrovati per condividere un momento di socialità e riflessione.
Presente all’iniziativa anche il sindaco di Montelupone, Rolando Pecora, che ha espresso il suo apprezzamento per l’impegno e la sensibilità dimostrata dai cacciatori nella salvaguardia del territorio.
All’evento hanno preso parte anche il presidente provinciale della Federcaccia di Macerata, Nazzareno Galassi, insieme ai presidenti delle sezioni comunali di Montecosaro, Pollenza e Recanati – rispettivamente Alessandro Malaisi, Tonino Cammertoni ed Edoardo Nina – oltre al vicecoordinatore provinciale delle Guardie Venatorie Volontarie, Gianfranco Calvigioni, alcune guardie volontarie dell’associazione e rappresentanti dell’Ekoclub di Macerata.
Si è svolta in piazza XX Settembre, a Civitanova Marche, la cerimonia di consegna di un nuovo pulmino attrezzato per il trasporto di persone fragili, donato all’Associazione Auser grazie alla generosità di numerosi imprenditori locali, attraverso la società benefit PMG Italia.
Il mezzo è stato ufficialmente consegnato nelle mani del Presidente del circolo locale Auser, Graziano Gregori. Presenti all’iniziativa, patrocinata dall’amministrazione comunale, il sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica, l’assessore ai Servizi Sociali Barbara Capponi, la Presidente provinciale di Auser Macerata Daniela Muzi e il Segretario Organizzativo della Cgil di Macerata Biagio Liberati.
“Questo è un bellissimo esempio di comunità che si unisce per sostenere i più fragili – ha detto il sindaco Ciarapica -. Ringrazio gli imprenditori che hanno creduto in questo progetto e tutti i volontari dell’Auser per il loro instancabile impegno sul territorio. La consegna di questo pulmino rappresenta un gesto concreto, che va dritto al cuore della nostra idea di città: una Civitanova solidale, inclusiva, attenta ai bisogni di chi è in difficoltà”.
Soddisfazione anche da parte dell’assessore Barbara Capponi: “La rete di solidarietà che si è creata attorno a questa iniziativa dimostra quanto il tessuto sociale della nostra città sia vivo e attento ai bisogni degli altri. Questo pulmino è molto più di un mezzo: è un simbolo di vicinanza e cura. Ringrazio di cuore tutta la squadra di PMG Italia per la serietà e la sensibilità dimostrate, tutti gli imprenditori che hanno dato una risposta concreta e generosa e i tanti protagonisti del terzo settore. Insieme si può fare tanto”.
Daniela Muzi, presidente provinciale di Auser Macerata, ha voluto sottolineare l’importanza della collaborazione: “Un ringraziamento particolare, anche da parte mia, agli imprenditori. Senza di loro, e senza i nostri volontari, quest’associazione non esisterebbe. Oggi abbiamo davanti agli occhi un bellissimo esempio di cosa si può realizzare insieme, quando il terzo settore, il pubblico e il privato collaborano.”
Dopo la benedizione del mezzo, la cerimonia si è conclusa con la consegna ufficiale delle targhe di ringraziamento a tutte le aziende che hanno reso possibile questo importante gesto di solidarietà.
La nuova filosofia del turismo porta con sé un nuovo modello di business. È questo il tema al centro della quinta edizione degli Stati Generali del Turismo delle Marche, che si sono svolti questa mattina a Numana. Esperti, istituzioni nazionali e regionali, operatori del settore e rappresentanti delle associazioni si sono confrontati per disegnare la traiettoria di sviluppo del turismo marchigiano.
«Un turismo – ha affermato il presidente della Regione, Francesco Acquaroli – che è in crescita e che anche in questo aprile 2025 sta dando dei riscontri positivi, di buon auspicio per la stagione». Risultati che derivano da un lavoro che ha posizionato le Marche in modo autorevole sui mercati italiano ed estero.
«Oggi il mercato è in continua evoluzione – ha spiegato il direttore generale di Confcommercio Marche, Massimiliano Polacco – e abbiamo ritenuto fondamentale confrontarci una volta l’anno. Questo evento è ormai diventato un punto di riferimento per il settore turistico regionale. Evolversi e adattarsi alle nuove esigenze dei viaggiatori significa costruire un modello di business che integri sostenibilità, professionalità e innovazione, per garantire un’accoglienza di qualità».
In quest’ottica risultano strategici oltre 66 milioni di euro stanziati dalla Regione Marche per il settore turistico, a cui si aggiungono ulteriori risorse per promozione e internazionalizzazione che verranno gestite da ATIM. Lo ha dichiarato la direttrice Marina Santucci, sottolineando che tra queste risorse ci sono i 24 milioni per i “borghi accoglienti”, recentemente incrementati di altri 6, e i 14,7 milioni per la riqualificazione delle strutture ricettive, con bando in scadenza che sarà prorogato per dare più tempo alle imprese di presentare domanda. "La promozione e l’accoglienza sono le due gambe con cui si muove il turismo. E i borghi rappresentano il nostro “Genius loci”, il tratto distintivo che ci differenzia dai competitor. I borghi marchigiani – ha detto – mi ricordano tanto gli Hobbit di Tolkien: piccoli, nascosti, silenziosi, ma capaci di grandi imprese. Siamo una piccola terra, abitata da un piccolo popolo, ma in grado di fare cose straordinarie. Come gli Hobbit che riescono a portare a compimento l’impresa, anche noi possiamo essere protagonisti di un turismo eroico, fondato sull’identità e sulla narrazione».
Formazione e innovazione digitale sono le leve strategiche su cui Confcommercio Marche Centrali punta, anche con l’apertura di una nuova Academy dedicata al mondo del terziario. In corso anche gli assessment digitali per misurare la maturità tecnologica delle imprese e accompagnarle in percorsi di crescita.
Accanto alle strutture alberghiere, un peso rilevante ce l’ha il turismo en plein air, che vale 2 milioni di presenze nelle Marche. «Quali sono i finanziamenti per questo comparto?» ha chiesto Polacco al governatore Acquaroli. La risposta: «Stiamo concludendo il processo di cofinanziamento con progetti europei per 130 milioni di euro, che ci permetteranno di disporre di più risorse anche per l’en plein air, i borghi e l’ampliamento del bando ricettività. Inoltre, grazie all’accordo con la Camera di Commercio Americana in Italia, presto avremo una loro sede nelle Marche. Sarà una finestra relazionale con gli Stati Uniti, utile anche per attrarre turismo e investimenti». Proprio il turismo statunitense è cresciuto nel 2024 del 5%, raggiungendo 55mila presenze.
«Dobbiamo affiancare nuove formule per un mercato che cambia – ha affermato il presidente di Confcommercio Marche, Giacomo Bramucci – con un’ospitalità personalizzata e ibrida». Centrale anche l’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle strategie turistiche. «Come in tutte le discipline – ha detto il rettore di UNIVPM e presidente della relativa fondazione, Gian Luca Gregori – dobbiamo puntare a un turismo di precisione, che usi l’AI per interpretare i dati e pianificare al meglio».
A moderare l’incontro è stata la giornalista RAI Vittoriana Abate. Tra i vari contributi si sono susseguiti quelli del questore del Senato, Antonio De Poli, del commissario per la ricostruzione post sisma, Guido Castelli, del presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, e del sindaco di Numana, Gianluigi Tombolini. Hanno partecipato anche la direttrice ATIM, Marina Santucci, il presidente della Fondazione Design Terrae, Carlo De Mattia, il responsabile marketing e innovazione di Confcommercio nazionale, Fabio Fulvio, e il senior consultant di MindLabHotel, Nicola Zoppi. Con loro anche Paola Marchegiani, dirigente del settore Turismo della Regione Marche, Alessandro Massimo Nucara, direttore generale di Federalberghi, Luca Giustozzi, presidente di Federalberghi Nicola Spagnuolo, direttore del CFMT – Centro di Formazione Management del Terziario, Daniele Ferrett, direttore dell’Ufficio Studi FIPE Confcommercio nazionale, e l’onorevole Gianluca Caramanna, consigliere del Ministro del Turismo per i rapporti istituzionali, insieme ai rappresentanti delle principali federazioni del settore.
Nel 2023 la provincia di Macerata conferma la tendenza al calo demografico, con una perdita netta di 835 residenti rispetto all’anno precedente, passando da 303.828 a 302.993 abitanti. Questo decremento, pari al -0,3%, rappresenta la flessione più marcata in valore assoluto tra tutte le province marchigiane.
La dinamica naturale rimane sfavorevole: 1.828 persone in meno è il saldo tra nascite e decessi. Tuttavia, Macerata registra il tasso di natalità più alto della regione con 6,2 nati per mille abitanti, in lieve aumento rispetto al 2022 (6,1). In parallelo, il tasso di mortalità scende in modo significativo da 13,9 a 12,3 per mille, segnando uno dei maggiori miglioramenti nelle Marche.
La provincia è interessata da una discreta mobilità: mentre il saldo migratorio interno è negativo (-138 persone; -0,5 per mille), quello con l'estero è fortemente positivo (+1.560 persone; +5,1 per mille). Questo dato evidenzia un’interessante attrattività verso i migranti internazionali.
L’età media della popolazione si attesta a 47,7 anni, in crescita rispetto ai 47,5 del 2022, allineata con la media regionale. L’indice di vecchiaia è pari a 224,3 (persone over 65 ogni 100 under 14), mentre l’indice di dipendenza degli anziani raggiunge 43,1, a conferma di una popolazione in progressivo invecchiamento.
Castelsantangelo sul Nera, sempre nella provincia di Macerata, si distingue come il comune più anziano delle Marche, con un’età media di 59,2 anni. In termini di popolazione il comune che registra le maggiori perdite nell'arco dei dodici mesi, confermando un triste trend accentuato con le scosse sismiche del 2016 è quello di Tolentino (-214). Male anche Camerino (-123) e Matelica (-106). Il maggiore incremento demografico, invece, è quello del comune di Porto Recanati (+74 abitanti).
POPOLAZIONE STRANIERA - Al 31 dicembre 2023, Macerata ospita 28.738 stranieri, pari al 9,5% della popolazione totale, in aumento dell’1,1% rispetto al 2022. La crescita è trainata da un saldo migratorio estero positivo (+1.998) che compensa le 1.497 acquisizioni di cittadinanza italiana e da un saldo naturale positivo (+224). Gli stranieri mostrano una struttura più giovane, con un indice di vecchiaia di 53,0 (contro 248,3 degli italiani) e una maggiore incidenza femminile (104,2 donne ogni 100 uomini).
FAMIGLIE - Nel censimento 2021 (ultimo disponibile), Macerata contava 130.449 famiglie, con una dimensione media di 2,33 componenti – la più alta nelle Marche insieme a Fermo. Le famiglie numerose (4 componenti e più) rappresentano il 20%, mentre le famiglie unipersonali il 34,8%. Interessante anche la struttura dei nuclei familiari: i nuclei monogenitoriali sono molto presenti (24,1%), superando la media regionale. Questo indica una certa prevalenza di modelli familiari flessibili, forse legati anche alla maggiore incidenza di popolazione anziana e all'instabilità dei legami familiari.
Dopo un periodo di intensa attività dedicata ai preparativi per il Giubileo 2025, che ha visto la realizzazione di interventi significativi come le nuove fioriere in Via della Conciliazione e le due fontane in Piazza Pia a Roma, prende il via un nuovo progetto in un contesto del tutto diverso: il centro del design internazionale, la rinomata Via della Spiga a Milano.
In occasione del Fuorisalone, nasce Prismatique, un’installazione firmata dall’architetto Nick Maltese. Il progetto propone una rilettura dello spazio urbano come palcoscenico in cui luce, materia e design si fondono per dare vita a una scenografia inedita. L’obiettivo è trasformare l’ambiente cittadino in una nuova esperienza estetica, dove il design non si limita a decorare, ma ridisegna le geometrie dello spazio pubblico.
Elemento centrale dell’installazione è il Bianco Sibillino, un pregiato travertino bianco apprezzato per la sua eleganza e versatilità. Materiale d’eccezione, si presta a molteplici lavorazioni e risulta ideale per progetti unici e senza tempo.
La realizzazione dell’opera è stata possibile grazie all’impegno del team di Eurobuilding Spa e alla collaborazione con i partner coinvolti: Nick Maltese Studio, Fede Pagetti, Via Spiga 15, Emmeventi e Aut Studio.
"Le stazioni dei carabinieri sono presidi fondamentali per la sicurezza e la legalità del territorio, e per questo è importante preservarle. Il progetto di togliere questo presidio ad Ussita va contro ogni logica di Sicurezza e controllo di tutto il perimetro comunale che conta ben 17 frazioni a fronte delle 11 frazioni del vicino Comune di Visso dove la locale Stazione dei carabinieri andrebbe a coprire il controllo anche di Ussita". E' quanto afferma, in una nota, la Segretaria di Federcontribuenti Marche Maria Teresa Nori sulla ventilata ipotesi della chiusura del presidio di Ussita.
"Un presidio di legalità che è fondamentale - precisa Maria Teresa Nori - perché copre un territorio molto vasto, che comprende tutta la parte montagnosa e le frazioni ed è l’unico punto di riferimento per le problematiche legate alla sicurezza e al monitoraggio del territorio, in considerazione anche della ricostruzione in atto in tutto il perimetro ussitano".
La stazione dei CC di Ussita si trova in un punto strategico del territorio comunale, nelle immediate vicinanze del municipio e del centro abitato con vari insediamenti dei cantieri per la ricostruzione. Inoltre si trova nell'adiacenza della strada che conduce a Frontignano e alle piste da sci.
"Facciamo appello alle istituzioni, in primis al Commissario Castelli e al comando provinciale dell'Arma - conclude l'esponente di Federcontribuenti - per far si che Ussita non perda questo fondamentale presidio di Sicurezza".
Matteo Paggi, classe 1997, originario di Fiuminata, è un trombonista. Si è aggiudicato il premio di “Nuovo Talento 2024” in Italia per la rivista Musica Jazz. L’artista marchigiano ha studiato prima in Olanda, poi anche negli Stati Uniti, iniziando così molte collaborazioni nel settore, finché Enrico Rava non gli ha proposto di entrare nei “Fearless Five”. “Ham and Sun” è il suo ultimo singolo, uscito recentemente, il quale anticiperà il disco.
Matteo, com’è nata la tua passione per la musica e… per il trombone?
“La mia passione per la musica è nata inizialmente dalle influenze di mio zio Eugenio e di mio fratello che si ascoltavano il rap di Caparezza o dei brani rock degli ACDC o dei Kiss. Per molto tempo sono stato un rocckettaro, era quel periodo in cui dovevi scaricare la musica e poi averla o su un computer, o su un telefono o su un lettore audio. Mio zio mi scaricava i brani che volevo e mio fratello, di tre anni più grande di me, che mi indirizzava proprio sugli ascolti. Poi dopo io ho preso tutto il mio filone metal degli Iron Maiden, dei Nightwish, dei Pantera, sono stato un metallaro per anni, con tanto di cresta rossa ed anfibi con le catene (ride, ndr).
Per la musica come passione da suonare, anche quella nasce dai miei zii che suonavano nella banda cittadina di Fiuminata, un paese di 800 abitanti, dove la banda suona sia nelle feste religiose che in quelle politiche. Io ho casa in piazza nel piccolo paese dell’entroterra maceratese, quindi la banda l’ho sempre vista fin da piccolo, ricordo che le marce religiose mi toccavano molto, anche ai funerali. Ricordo che ero a casa di nonna, proprio sopra alla mia (costruita da nonno Sabatino), dalla finestra della cucina c’era la banda che suonava questa marcia che poi ho imparato essere “Il pianto della mamma”, e a 6-7 anni, ogni volta che lo ascoltavo piangevo, mi toccava tantissimo. Dopo quando sono entrato in banda capii che brano fosse, dopo tanti anni, mi commuoveva sempre, così come tanti altri brani. La banda di Fiuminata aveva un repertorio antico e molto ricercato, che non ho visto in altre bande della zona. Ho iniziato dunque il corso della banda con il maestro Sergio Giuli che tengo sempre nel cuore e poi la passione per la musica è scoppiata sin da quando egli mi ha dato lo strumento in mano, avevo 8 anni, con il flicorno tenore, già sapevo che avrei voluto fare il musicista. Ho girato in tantissime bande e da lì l’ho voluto fare professionalmente, ma già lo sapevo da quando frequentavo le elementari/le medie che volevo fare questo. La banda mi ha dato proprio la sensazione di unione, la banda ancora oggi per me è famiglia, sono molto legato a loro, ogni volta che posso vado a suonare per loro. Per anni il giorno più bello dell’anno è stato la prova generale del concerto di Natale, dove tutti i bandisti si riunivano con le loro famiglie, si faceva la prova mentre le moglie cucinava questa pasta all’arrabbiata su un mega pentolone (ride, ndr) poi si mangiavano formaggi e salumi tipici, vini e liquori fatti in casa, e al termine, tutti mezzi ubriachi si suonava il jazz fino alle 5 del mattino. Un ricordo che porto sempre dentro il cuore. Dalla banda ho preso la passione per la musica e la passione dello stare insieme che è importantissima, ma poi anche quella per il jazz, quindi gli devo veramente tanto.
La passione per il trombone è poi nata perché io suonavo il flicorno, e volevo studiare seriamente già da giovanissimo, e la classe di flicorno non esisteva, quindi inizia il trombone che era lo strumento di zio Eugenio, me lo prestava lui per studiare. Me ne sono innamorato, è uno strumento anche più flessibile e versatile del flicorno quindi potevo suonare tanti generi, infatti nel corso degli anni ho suonato di tutto”.
“Nuovo Talento 2024” in Italia per la rivista Musica Jazz, te l’aspettavi? Qual è stata la tua reazioni alla notizia?
“La mia reazione alla notizia è stata emozionante, ero felice, fiero, mi ha dato un po’ di relift, perché comunque tutti noi musicisti lavoriamo tanto e facciamo tanti sacrifici, lavoriamo tanto con noi stessi per avere un buon rapporto tra il nostro essere umani ed il nostro essere artisti. Quando si ha ricevimenti di questo genere fa bene all’anima. Ti dà soddisfazione e senti che stai andando nella direzione giusta. C’è da dire che non me l’aspettavo di vincerlo, ma quando ho visto ciò non ero alla fine così sorpresa perché quest’anno sono stato nel gruppo di Enrico Rava e mi ha dato tantissima visibilità. Penso che in Italia suonare nel quintetto di Rava sia la cosa che ti possa dare più visibilità in assoluto. Quindi io credo nelle mie potenzialità ed abilità che coltivo ogni giorno, avere questo tipo di esposizione è importante, combinata con tutto il lavoro che si fa ed il fatto che ci si crede di star facendo qualcosa di buono. Come premio lo apprezzo tanto, sento tanta gratitudine per questo periodo e per tutto quello che sta accadendo, ho pubblicato contemporaneamente anche il disco “Words” che ha avuto una risonanza importante grazie al lavoro svolto dal team, dal press office e dall’etichetta, questo ha giocato anche un ruolo. Mi ha fatto un po’ inserire nel panorama italiano, io continuo a produrre e vediamo come va”.
L’8 aprile è uscito il singolo “Ham and Sun”, qual è la sua genesi?
“”Ham and Sun” è il brano che io scrissi per fare l’ammissione al conservatorio di Amsterdam. Inizialmente era diverso da come lo sentirete registrato, lo scrissi nel 2018, volevo un brano di effetto per riuscire ad accedere, in quel conservatorio che in quel momento era il mio sogno, il mio obiettivo più grande. È una bella storia perché descrive un’esperienza molto specifica, io che sono cresciuto nelle Marche, dietro casa ho un giardino dove si vedono tutti gli appennini marchigiani, il ricordo è quello di mangiarmi un bel panino al prosciutto fatto in casa da mio nonno, in primavera, dove c’è il venticello fresco, il sole che ti accarezza e riscaldo, seduto sulla cassapanca di legno dove teneva gli attrezzi, il legno si scaldava con il sole e c’erano tutti questi colori verdi e blu, con qualche nuvola qua e là ed il rumore degli insetti intorno a te che ti fanno compagnia e questo gusto del prosciutto di nonno. “Ham and Sun” cerca di descrivere me da piccolo che mangio questo panino e che uso l’energia che mi ha dato quel momento di pausa dal mangiare una cosa buonissima, stare in un posto bellissimo ed avere quei cinque minuti di calma per ricaricarmi. Usare tutta quell’energia per sfociare quindi nel gioco da solo o con mio fratello”.
Ti manca Fiuminata? Se sì… che cosa?
“Fiuminata mi manca certo, ma per adesso non ci tornerei. Del mio paese sento la mancanza della tranquillità, la semplicità ed il fatto che è circondata da montagne e tutto sembra essere così sereno e non complesso in qualche modo, si conoscono tutti quelli che incontri per strada. È il tipo di tranquillità di un paese piccolo di montagna, questo mi manca, ma non tornerei ora, perché ho bisogno proprio del contrario, di giungla, di inaspettato, di arte e sicuramente lì l’influenza artistica e le ispirazioni motivazioni artistiche mancano. Proprio per questo mi sto traferendo a Parigi che è una metropoli ben più grande e questo è quello che cerco in questo momento”.
Hai in programma qualche data nella tua regione d’origine?
“Per questo tour con le “Giraffe” ho in programma ben tre date nella mia regione. L’11 giugno suoniamo a Macerata e sono molto contento perché suonerò con i ragazzi della “Musicamdo” con cui sono cresciuto, li conosco tutti e gli voglio molto bene, li stimo, sono le persone che nel nostro territorio cercano di portare bella musica e tengono al jazz. Nel mio percorso mi hanno influenzato molto. A luglio suonerò a Fano Jazz, perché è una città che conosco benissimo, ho avuto lì una ragazza storica, sono un fan numero uno della “Moretta” un caffè che fanno solo lì ed ogni volta che torno è fantastico. Tra l’altro con mio figlio e la mia ragazza andremo in vacanza proprio lì perché è economico, bellissimo e si sta proprio bene (ride, ndr), il giorno dopo grande sorpresa avrò il concerto proprio a Fiuminata. Questo deriva proprio dal top jazz, perché in paese tutti mi conoscono e sono fieri di questo riconoscimento. Quindi ho detto ‘No, dobbiamo fare un concerto’, suonerò proprio nel palco davanti casa, dove da piccolo sono venuti tanti artisti. Penso che senza ombra di dubbio sarà il concerto più emozionante del tour anche se suoniamo in palchi importanti. Quello di Fiuminata sarà molto emozionante, suonare davanti a persone che ti conosco fin da quando sei piccolo, sentirò un sacco di amore”.
Giusy Mazzalupi è un’etologa formata all'Università di Pisa dove ha insegnato ai master di Etologia e di Medicina Comportamentale. È una studiosa di bioetica ed è la titolare dell’azienda agraria "Tenuta San Leonardo".Puoi raccontarci un po’ la storia della Tenuta San Leonardo - Villa Dubios?“L’azienda nasce in Umbria a Montefalco nel 2005, ed è stata poi trasferita a Fiuminata in provincia di Macerata, mio paese d'origine. L’azienda è dal 2024 anche azienda agrituristica e vivaistica, iscritta al registro ruop della Regione Marche. Vengono coltivate soprattutto rose antiche e rose inglesi, una grandissima passione da sempre sin dai tempi di Montefalco, una varietà molto adatta in zone come Fiuminata e dintorni dove le giornate sono scandite dal sole ma anche ore di ombra originata dai molti alberi. Alle rose sono dedicati molti corsi formativi, loro gestione, cura, potatura ecc…”L’agriturismo “Villa Dubios” è a gestione familiare e rispecchia la vostra filosofia di vita… vuoi parlarcene?“L’agriturismo "Villa Dubios" dell'azienda agraria “Tenuta San Leonardo” è un piccolo agriturismo, che intende riprendere l’idea originaria dell’agriturismo ovvero un'integrazione di reddito dell’azienda agricola, un aiuto per l’imprenditore agricolo, dove le persone si sentono a casa, riscoprendo quel senso di comunità che purtroppo si sta perdendo. Spesso un ristorante in campagna viene frainteso per un agriturismo, quando sono realtà assolutamente distinti. Esso offre agli ospiti cibo di produzione propria o acquistata da altre aziende agrarie, nel nostro caso siamo molto attenti anche all'aspetto etico”.
Nel vostro menù c’è una particolarità, niente carne… da cosa nasce questa scelta? E qual è la vostra offerta?“Nel nostro agriturismo non cuciniamo carne, sia io che la mia famiglia siamo da tantissimi anni vegetariani per una scelta precisa. Non potrebbe essere diversamente essendo un’etologa ho acquisito scientificamente la consapevolezza di come e quanto gli animali comprendono, del loro livello cognitivo, della loro percezione del dolore sarebbe inconcepibile per me mangiarli e i miei figli sono cresciuti in questo clima culturale seguendomi in molti ambienti che riflettono questa mia stessa sensibilità.Proponiamo piatti che rappresentano la nostra storia di famiglia dai molto piatti insegnati da mia suocera di Mogliano, piatti della mia infanzia a Fiuminata, moltissimi piatti umbri avendo vissuto molti anni a Montefalco: vini marchigiani e umbri di qualità; Verdicchio, Rosso Piceno, Montefalco Rosso e Sagrantino. Pecorini con miele e composte di nostra produzione, focacce, cresce. Bruschette con olio di Mogliano e olio di Montefalco. Gnocchi al Sagrantino, ravioli ai formaggi, burro e salvia, tagliatelle al tartufo, ai funghi, lasagnette con le verdure, zuppe ecc… Parmigiana di verdure secondo stagionalità, melanzane, gobbi, finocchi gratinati con besciamella e farinata di ceci. Tra i dolci sempre tutto fatto in casa tiramisù, zuppa inglese, crema catalana e tozzetti con le mandorle”.Agriturismo sì, ma non solo… è presente un “Garden Rose”. Com’è nata questa idea? Perché proprio giardino di rose? Raccontaci di ciò…“In azienda si può visitare il giardino espositivo di rose inglesi, tantissime varietà della collezione di Davide Austin, si possono acquistare o prenotare se non disponibili. Si può prenotare una visita anche solo per avere delle consulenze in materia di giardinaggio o cura delle proprie piante. Uno spettacolo dalla primavera all’autunno dove si può anche mangiare all'aperto vivendo un’esperienza sensoriale unica”.Avete anche un giardino/vivaio giusto?“In agriturismo possono essere acquistati i miei libri sempre sull'etologia. Si può partecipare ai tanti eventi culturali organizzati dall’azienda in tema di etologia e di gardening. Animali e piante che sembrano temi così differenti hanno molti più punti in comune di quanto si possa pensare, tanto che ora si parla sia di Etologia animale che di Etologia vegetale in quanto anche le piante hanno dei loro tipici comportamenti. Provano emozioni, hanno memoria tanto che la scienza parla oggi di intelligenza delle piante ed è proprio questo ambito di interesse che negli ultimi anni mi ha portato a dedicarmi alla produzione e studio delle piante per approfondire questi studi”.
Da voi è possibile anche seguire dei corsi…“In azienda sempre coerentemente con tutto ciò che ho fatto, studiato ed insegnato nella mia vita, mi dedico a molte altre attività connesse tra cui la formazione, in primis corsi di Etologia, per cercare di far comprendere maggiormente il comportamento degli animali con cui conviviamo, sia per facilitarne la relazione e comunicazione cercando di garantirne un sano benessere non solo fisico ma anche e soprattutto etologico, ma anche per evitare morsicature o aggressioni proprio a causa di una mancanza di conoscenza dei segnali di avvertimento che ci inviano gli animali soprattutto i nostri animali domestici come i cani”.
“La forza della tradizione”. È questa la scritta che accoglie i visitatori all’interno dello store dell’azienda vitivinicola e dolciaria Quacquarini a Serrapetrona. E non è solo uno slogan: è un vero e proprio manifesto che prende vita tra bottiglie di Vernaccia, dolci stagionali e profumi d’altri tempi. Un invito a immergersi in una storia di famiglia, fatta di passione, lavoro e qualità.
In vista della Pasqua, siamo entrati nel cuore pulsante della dolciaria: il laboratorio. Qui, tra profumi di colomba appena sfornata e fontane di cioccolato, abbiamo avuto modo di testare come la tradizione prende forma con passione e artigianalità. Ad accoglierci è Mauro Quacquarini, titolare dell’azienda insieme ai fratelli Monica e Luca: “Abbiamo già consegnato i prodotti ai nostri clienti. Quest’anno la Pasqua cade tardi, il 20 aprile. Speriamo nel bel tempo, così che le persone possano godersi momenti di convivialità e uscite all’aperto. Colgo l’occasione per invitare tutti a venire a Serrapetrona”.
I cavalli di battaglia per queste festività restano i grandi classici: colombe e uova pasquali, realizzate con cura artigianale e dipinte a mano.“Non abbiamo introdotto grandi novità, se non qualche decorazione originale sulle uova e qualche gusto diverso nelle colombe. Ma resta salda la nostra filosofia: qualità e rispetto della tradizione Quacquarini”.
Ed è proprio questa filosofia che si respira a ogni passo nel laboratorio. Circondati da colate di cioccolato e da impasti profumati, osserviamo lo staff all’opera, tra gesti esperti e grande dedizione. “La qualità dei nostri prodotti – sottolinea Mauro – non dipende solo dalle materie prime, ma soprattutto dal processo produttivo. Non siamo un’industria dolciaria, ma una grande pasticceria organizzata. I macchinari li scegliamo con attenzione, li acquistiamo solo se migliorano o almeno non alterano i nostri standard artigianali”.
Un equilibrio tra passato e futuro che affonda le sue radici nella storia di famiglia: “Quacquarini nasce come azienda agricola, grazie al lavoro di nostro padre. Noi figli abbiamo portato avanti il progetto, ampliandolo. La dolciaria è nata nel 1989: all’inizio solo torroni, poi pian piano ci siamo evoluti, fino a proporre cioccolato, biscotteria, panettoni, colombe e uova. È stata un’evoluzione naturale, quasi 35 anni di lavoro”.
Un lavoro che non smette di stupire, soprattutto i più piccoli. “Abbiamo avuto in visita una scolaresca di seconda media: vedere gli occhi sbalorditi dei ragazzi di fronte a tutto quel cioccolato è stato impagabile. E ovviamente non è mancato l’assaggio di colomba”.
Nel laboratorio Quacquarini la Pasqua è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Un racconto dolce, fatto di passione e tradizione, da gustare morso dopo morso.
Una mattina ti svegli e posti una foto con la luce giusta, la caption profonda e il filtro che “sembra niente ma fa tutto”. I like arrivano, i cuori pure. Qualcuno ti scrive: “Ma che bella energia!” (senza sapere nemmeno che giornata hai avuto).
E per un attimo ti senti… un po’ influencer! Sì, perché oggi lo siamo tutti, anche per qualche ora. Ma dietro quel piccolo momento di gloria digitale, la domanda resta: chi ti segue davvero?
Chi legge, chi ascolta, chi capisce quello che vuoi dire, e non quello che mostri? Like non è sempre follow. E follow non è sempre “ti vedo”. I social ci illudono: mille follower, mille persone. Ma chi tra loro ti conosce davvero?
Chi si accorge se sparisci per un po’? Chi commenta anche quando non pubblichi selfie ma pensieri?
A volte basta un post un po’ più vero per fare pulizia.
Quelli che restano? Sono i tuoi follower veri. Gli altri erano solo ospiti o “guardoni” di passaggio. Influencer per un giorno, sì. Ma con cosa influenzi? Oggi tutti possono “influenzare”. Ma il punto non è avere seguito.
È avere qualcosa da dire. Perché se posti solo per “esserci”, finirai per non dire nulla. Se invece racconti qualcosa che ha un senso, anche solo per cinque persone, hai già lasciato il segno. E non servono collaborazioni o codici sconto. A volte basta un post sincero, un pensiero fuori moda, una frase che ci viene da dentro. Prova a cambiare: oggi niente selfie, solo un messaggio vero. Sì, proprio oggi.
Scrivi qualcosa che racconti chi sei, non cosa fai. Un pensiero, un ricordo, un dubbio. E guarda chi reagisce. Chi ti scrive. Chi ti capisce. Quelli sono i tuoi follower veri. Tutti gli altri… sono solo numeri. L’era della microinfluenza autentica. Nel 2025 vince chi crea connessioni, non solo i contenuti. Chi parla con la community, non con l’algoritmo. Chi posta per condividere, non per impressionare.
Perché oggi essere seguiti non significa essere visti. E influenzare non significa piacere a tutti. E tu? Ti senti mai un po’ influencer? Hai mai scritto qualcosa che ha fatto riflettere davvero chi ti legge? Raccontamelo nei commenti della pagina Facebook di Picchio News, e tagga qualcuno che ti “segue sul serio”. Nel prossimo episodio di Chic & Social parliamo di Reel, Reel, Reel… ma chi ha il tempo di guardarli tutti? Ci vediamo sabato con un bel reality-check!
Semaforo verde dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le provincie di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata ai lavori di riparazione dei danni provocati dagli eventi sismici del 2016 alla chiesa di Santa Maria della Pieve, a San Severino Marche.
L’edificio di culto, di proprietà della parrocchia omonima, sorge in adiacenza a una costruzione in muratura a due piani, attualmente di proprietà della stessa Soprintendenza che è oggetto di un distinto intervento post sisma con fondi del Ministero della Cultura. L’attuale chiesa costituisce la parte superstite della Pieve originaria, edificata nel XII secolo interessata da crolli nel XVII secolo, e da vari rimaneggiamenti nei secoli successivi.
Oggi l’edificio si presenta a navata unica, con abside poligonale a sei lati e semicupola in laterizio costolonata. Lungo le pareti laterali si conservano colonne polilobate in laterizio, con basi e capitelli in pietra, oggi inglobate nelle murature. Sul lato sud, tra le colonne superstiti e le tamponature delle campate, sono state inserite lastre di vetro con funzione decorativa. La copertura è realizzata in legno e composta da cinque capriate, arcarecci e tavolato, con manto in coppi. L’area absidale è introdotta da un arco trionfale in mattoni, attualmente privo di incatenamento.
L’abside, invece, presenta due aperture strombate e nicchie ricavate nello spessore murario. Le sue pareti, in laterizio a faccia vista, conservano ampie porzioni di affreschi risalenti al XIV - XV secolo. Le murature più antiche — tra cui le colonne, l’abside (ad eccezione della parte inferiore), la semicupola e la facciata ricostruita — sono realizzate in mattoni. Le tamponature tra le arcate laterali sono invece in muratura di pietra squadrata e listata. La facciata, anch’essa in mattoni, è a capanna, con portale centrale e un’unica apertura in asse. Il campanile a vela, con un’unica arcata, è situato in corrispondenza dell’area absidale.
A seguito degli eventi sismici del 2016 l’edificio è stato interessato da danni rilevanti e presenta lesioni alle angolate imputabili ad un principio di ribaltamento della facciata, lesioni nelle murature laterali, lesioni in corrispondenza delle pareti dell’abside che interessano anche le superfici affrescate, lesioni e distacchi lungo i contrafforti esterni e il basamento dell’abside.
Originario di Recanati, in due anni la vita di Aldo Nappa è cambiata. Ha seguito la sua passione per i motori, che ci racconta essere stata trasmessa dal padre, e due anni fa si è lanciato nel campionato kart Kzr Championship. Dopo il titolo di 'Rookie of the Year' ha deciso di passare dal karting alle monoposto, con l'ambizione di fare della sua passione una carriera di successo. Il venticinquenne spera, ora, di trovare il supporto di aziende locali, con l'auspicio che i marchi del territorio possano affiancarlo in questa sfida sportiva.
Come ti sei avvicinato a questo sport? Dov'è partita la tua passione per i motori?
“Ho sempre avuto la passione per i motori. Mi ha contagiato mio padre, da sempre appassionato a quel mondo. Sin da piccolo ho guardato le gare. È sempre stata una passione che ho coltivato a livello amatoriale. Non ho mai avuto i mezzi economici. Anche girare con i kart è costoso. C’è bisogno di uno staff dietro. Lo scorso hanno ho deciso di fare l’esordio su un campionato nazionale di karting, Kzr Championship. Non avendo esperienza dovevo fare la differenza da subito. È stato un salto nel vuoto e un partire da zero. In quel campionato sono riuscito a fare Rookie of the Year, facendo tutta la seconda parte della stagione con i primi, con tre vittorie e tre secondi posti. Da li mi è stato consigliato di fare il salto nelle monoposto”.
Ti sei quindi buttato in questo mondo?
"Sì. Ho seguito il consiglio dopo il primo anno di kart. Sono andato in Campania per provare una monoposto di classe Formula X. Poi ho trovato lo Strato Racing, con cui ho un accordo gara per gara nel campionato nazionale di Formula X. Il team cercava un pilota. In questi sport il pilota porta i soldi. Quindi ogni gara confermo la mia partecipazione in base agli sponsor che trovo. Ho fatto i test prestagionali e sono andato molto forte, per questo mi hanno abbassato i costi per partecipare al campionato".
Parlaci di questo debutto in Formula X
"Venivo da molto ottimismo perché appunto nei test da appena entrato nel circus della Formula X ho fatto ottimi tempi. Nella prima gara, il week-end del 30 marzo al Mugello, ci sono stati molti problemi. Non sono riuscito a fare le prove libere e in qualifica mi si è fuso il motore. Per questo in gara sono partito dietro. Tra un problema e l’altro ho chiuso diciannovesimo su ventiquattro. Ma per un appassionato come me ritrovarsi in due anni in Formula X, con pochissimo appoggio è stata un’emozione fortissima. È stato veramente bello. Ora correrò l’11 maggio a Magione in Umbria. Ho confermato la mia presenza lì al team perché, come dicevo, ogni gara decido in base agli sponsor che trovo, nonostante il rischio di rimetterci i soldi di tasca mia. In base a come andrà poi vedrò se proseguire o se finisce qui la mia esperienza. Per ora sono grato ai miei due sponsor MS Costruzioni e AGL Dental".
Come ti stai preparando alle gare?
"Ho il simulatore a casa per mantenere i riflessi gara. Oltre ovviamente all’allenamento fisico. Non sempre ho la possibilità di allenarmi in pista perché anche lì si paga l'affitto del circuito. Poi c’è il weekend pre-gara. Dove se hai disponibilità economica puoi permetterti di fare lee prove libere, altrimenti si va direttamente alle qualifiche pre-gara, fino ad arrivare alla domenica con gara 1 e gara 2".
Una curiosità: a quale pilota ti rifai e quindi qual è il tuo mentore sportivo?
"Sono sempre stato appassionato di Alonso. L’ho seguito da quando ha debuttato in formula uno, quando ero più piccolo".
Ti faccio subito un'altra domanda allora: come Alonso hai intenzione di testarti in diverse discipline automobilistiche oltre alla monoposto su pista?
"Ho sempre preferito questo tipo di esperienza agonistica, ma sono appassionato di motori in generale. Ovviamente se ci fosse la possibilità farei anche altro. Ma in questo momento sono focalizzato su questo tipo di gare".
Un sogno: quale gara vorresti vincere prima o poi?
"Restando in Italia, Imola. È un circuito leggendario. Nel mio calendario non è previsto ma ci vorrei correre prima o poi e magari vincere".
Una mattinata di riconoscimenti, riflessioni e grande partecipazione istituzionale quella andata in scena a Civitanova, in piazza XX Settembre, dove per la prima volta si è svolta la cerimonia provinciale per il 173esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Un evento sentito, con una schiera di autorità civili e militari: presenti il prefetto Isabella Fusiello, il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, la senatrice Elena Leonardi, il vicepresidente provinciale Luca Buldorini, numerosi sindaci, assessori e consiglieri della provincia, rappresentanti delle forze dell’ordine e del mondo imprenditoriale, come Iginio Straffi, fondatore della Rainbow, e la diretrrice di Casa Leopardi, la contessa Olimpia Leopardi.
Il cerimoniale si è aperto con la lettura dei messaggi istituzionali inviati dal presidente della Repubblica e dal ministro dell’Interno, seguita dal discorso del questore Gianpaolo Patruno, alla sua prima Festa della Polizia da questore di Macerata. Un intervento che ha toccato diversi aspetti cruciali legati alla sicurezza, alla gestione del corpo di polizia e alle sfide future. Con orgoglio, Patruno ha sottolineato come "la provincia di Macerata si colloca oggi al quarto posto tra le più sicure d’Italia", un risultato importante frutto del lavoro quotidiano degli agenti.
Tra le attività messe in evidenza, il questore ha rimarcato l'efficacia dei sequestri di sostanze stupefacenti condotti in varie operazioni recenti e l’impegno della divisione anticrimine, che ha intensificato l’adozione di misure di prevenzione come sorveglianze speciali, Dacur e Daspo. Ampio spazio è stato riservato anche al tema del disagio giovanile, per il quale Civitanova Marche è stata sede di due recenti comitati per l’ordine e la sicurezza. "Assistiamo sempre più spesso – ha detto Patruno – a comportamenti violenti da parte di giovanissimi, talvolta esibiti spudoratamente sui social per affermarsi, senza paura di essere riconosciuti. Serve un’azione congiunta: dalla scuola alla famiglia, dai luoghi di ritrovo fino al presidio costante delle forze dell’ordine".
In chiusura, il Questore ha voluto lasciare un messaggio personale di speranza, citando la canzone “Cambio stagione” di Ron e Carmen Consoli: "Il tempo a volte è ostile ed altre complice, se avrai calma e luce non subirai il fascino di comode scelte. Se avrai buon senso e volontà trascurerai l’abitudine per metterti in gioco".
A coronare la cerimonia, sono stati consegnati numerosi riconoscimenti per Merito Straordinario ed Encomi Solenni ad agenti della Polizia di Stato che si sono distinti per coraggio, professionalità e spirito di servizio in operazioni complesse e situazioni di grave emergenza.
Un momento particolarmente sentito è stato quello della consegna del riconoscimento agli Ispettori capo Andrea Elisei e Marco Pazzelli, in servizio presso il Distaccamento della Polizia Stradale di Camerino. I due agenti erano già stati promossi lo scorso febbraio dal Capo della Polizia per meriti di servizio, in seguito a un intervento eroico risalente al 10 febbraio: mentre rientravano da un turno, notarono un’auto ferma lungo la superstrada 77 e, avvicinandosi per un controllo, sentirono una flebile richiesta di aiuto provenire da un dirupo. Nonostante l’oscurità e l’assenza di attrezzature, si calarono nel precipizio e salvarono un uomo in gravi condizioni. Alla cerimonia ha partecipato anche l’assessore Silvia Piscini con il Gonfalone della Città di Camerino, a testimonianza dell’orgoglio espresso da tutta la comunità locale per il coraggio dimostrato dai due ispettori. Apprezzamenti ribaditi anche dal sindaco di Camerino, Roberto Lucarelli, che aveva già scritto ai due agenti in occasione della promozione: "Il gesto è motivo di orgoglio non solo per la Polizia Stradale – scriveva il primo cittadino – ma per l’intera Città di Camerino".
Promosso per Merito Straordinario da Agente ad Agente Scelto Michele Di Candeloro, mentre Leonardo Brandi, in servizio presso il Commissariato di Civitanova Marche, ha ricevuto un Encomio Solenne. L’intervento ha permesso di salvare la vita a un uomo che, in un gesto estremo, si era procurato profonde ferite autoinflitte, tra cui la rescissione dell’arteria del collo.
Un’altra promozione per Merito Straordinario è andata all’Agente Scelto Leonardo Pignani, mentre per lo stesso intervento è stato conferito un Encomio Solenne all’Assistente Capo Fabrizio Bono. Sempre per atti di grande valore operativo, è stato conferito un Encomio all’Agente Scelto Alessandro Bartolucci, all’epoca dei fatti in servizio presso l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, per aver contribuito all’arresto di un cittadino armato di mannaia, autore di una violenta aggressione ai danni delle forze dell’ordine.
Per un’operazione di salvataggio in seguito a un’overdose da sostanze stupefacenti, è stato concesso un Encomio Solenne alla Sovrintendente Giuseppina Pinna e all’Ispettore in quiescenza Gianluca Romagnoli, entrambi della Squadra Mobile di Macerata, per aver tratto in salvo un giovane privo di sensi a casa di un'over dose da sostanze stupefacenti all’interno di un bagno pubblico.
Importante anche l’azione di squadra che ha portato all’arresto di un uomo responsabile di una tentata rapina aggravata: per questo intervento sono stati premiati con Encomio Solenne il Sovrintendente Flaviano Luciani, il Sovrintendente Stefano Dignani, l’Assistente Capo Coordinatore Danilo Angelucci e l’Agente Giuseppe Izzo. Nello stesso contesto, hanno ricevuto Encomio il Sovrintendente Graziano Rogante, l’Assistente Capo Coordinatore Riccardo Bortolotti, il Sostituto Commissario in quiescenza Mauro Pirro e l’Ispettore Superiore in quiescenza Cassio Paciaroni.
Particolarmente significativa è stata anche l’operazione che ha condotto all’arresto in flagranza di reato di Filippo Ferlazzo, responsabile dell’omicidio di Alika Ogorchukwu, avvenuto a Civitanova Marche il 29 luglio 2022. Per tale intervento, l’Agente Scelto Michele Di Candeloro ha ricevuto un Encomio Solenne, mentre un Encomio è stato conferito al Vice Sovrintendente Massimo Stefoni, agli Assistenti Capo Coordinatori Danilo Angelucci, Massimiliano Giretti, Tiziano Ottaviani, Riccardo Bortolotti, al Sostituto Commissario in quiescenza Mauro Pirro, all’Ispettore Lorenzo De Renzis, ai Sovrintendenti Flaviano Luciani, Lorenzo Di Paolo, Marco Francia, Mauro Grassetti e all’Ispettore in quiescenza Daniela Muzi.
La mattinata si è conclusa con la premiazione delle scuole vincitrici del progetto “Pretendiamo legalità”, promosso dalla Polizia di Stato nelle scuole del territorio per sensibilizzare bambini e ragazzi ai temi della legalità e del rispetto delle regole. Ad aggiudicarsi il primo posto per la scuola primaria sono state le classi dalla prima alla quinta di Belforte del Chienti, con il disegno dal titolo “Reazione ed emozione”. Per la scuola secondaria di primo grado è stata premiata la classe 2ª A dell’istituto “Leopardi” di Sarnano, autrice del video “Investi nei ricordi, non nel gioco online”. Infine, tra le scuole superiori ha trionfato la 2ª N dell’istituto “Bonifazi” di Civitanova Marche, con il brano “Il gioco sporco”, testo e musica incentrati sulla sicurezza in rete e sul fenomeno dell’hacking.
Una giornata, dunque, all’insegna del dovere, del senso civico e della responsabilità condivisa, che ha ribadito l'importanza del lavoro silenzioso ma instancabile delle forze dell’ordine a tutela della comunità.
Torna agibile dopo il sisma del 2016 anche la chiesa di Santa Caterina, luogo di culto incorporato con il monastero omonimo che è stato riconsegnato alla comunità, dopo le scosse di terremoto, nel dicembre 2024. Il sindaco della città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha firmato la revoca dell’Ordinanza con la quale aveva dichiarato la struttura non agibile.
La chiesa, di proprietà del Fondo Edifici di Culto, è stata interessata da un importante intervento di messa in sicurezza e consolidamento strutturale grazie a finanziamento pubblico di circa 310mila euro.
L’intervento è stato promosso e attuato dal Ministero della Cultura – Ufficio del Soprintendente Speciale per le aree colpite dal sisma del 24 agosto 2016 grazie all’Ordinanza Commissariale n. 31/2017. Le opere, affidate alla ditta Mgr Srl, hanno comportato lavori di consolidamento strutturale dell’edificio di culto, la messa in sicurezza del terrapieno e del paramento lapideo adiacente, i restauri dell’apparato decorativo interferente con le opere strutturali e gli adeguamenti e i miglioramenti alle opere originariamente previste.
Il progetto ha visto coinvolti un’équipe tecnica multidisciplinare guidata dall’ingegner Camilla Tassi, in qualità di responsabile unico del procedimento e direttore dei lavori, con il supporto dell’ingegner Fabio Massimo Eugeni, che si è occupato delle strutture, e dell’architetto Andrea Stortini che ha seguito la parte della sicurezza in fase esecutiva, e del geometra Diego Battistelli cui sono state affidate le opere architettoniche.
“Questo intervento – ha sottolineato il sindaco, Rosa Piermattei - rappresenta un ulteriore passo avanti nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio storico -religioso della nostra città e contribuisce al ritorno alla piena fruibilità di un luogo simbolico per la comunità locale”.
La chiesa di Santa Caterina è a croce greca, con cupolino centrale su colonne binate e soffitto voltato a botte in prossimità dell'ingresso e del presbiterio. È una struttura con muratura mista di pietra e laterizio a corsi irregolari, volta in camorcanna, copertura con struttura lignea e manto in coppi. L'accesso dalla strada è posto sull'unico fianco libero della chiesa, attraverso un imponente portale in pietra di gusto barocco.
All'interno si trovano tre altari di cui il maggiore con decorazioni in legno di Venanzio Bigioli. L’altare maggiore, realizzato nel 1838 dall’intagliatore Venanzio Bigioli e dal decoratore Trotti, ospita la tela con Deposizione di Cristo dipinta da Filippo Bigioli, figlio di Venanzio. L’altare di destra accoglie la tela del sanseverinate Cipriano Divini mentre quello di sinistra è dedicato a Sant’Illuminato, monaco benedettino vissuto nel XII secolo.
Con l'arrivo della primavera e il conseguente innalzamento delle temperature, il comune di Tolentino si prepara ad affrontare una delle problematiche più ricorrenti del periodo caldo: la proliferazione delle zanzare.
A partire da giovedì 10 aprile, il Cosmari, su indicazione dell'amministrazione comunale, avvierà gli interventi di disinfestazione antilarvale. Lo annuncia direttamente il sindaco Mauro Sclavi, che sottolinea l'importanza dell'azione preventiva: "Voglio informare tutta la popolazione che, prevedendo un innalzamento delle temperature, vogliamo salvaguardare la salute di tutti i tolentinati alla luce delle indicazioni che le autorità sanitarie suggeriscono ai comuni".
Gli interventi si concentreranno sull'inserimento di prodotti larvicidi nei tombini e nelle caditoie, operazioni che verranno ripetute periodicamente soprattutto nelle zone sensibili della città. "I prodotti impiegati sono sicuri per l'ambiente e per l'uomo, e rappresentano la prima linea di difesa contro la moltiplicazione dell'insetto", puntualizza Sclavi.
"Durante i mesi estivi, infatti, il numero di zanzare può aumentare in maniera esponenziale, dando luogo non solo a disagi ma anche a potenziali criticità sanitarie - aggiuge il sindaco -. Per questo motivo l'amministrazione ha scelto di rafforzare la strategia di contenimento agendo sia alla radice, sui focolai larvali, sia, se necessario, con interventi adulticidi mirati in aree pubbliche ad alta frequentazione.
La lotta contro le zanzare però non può prescindere dalla collaborazione dei cittadini, invitati a controllare e gestire la vegetazione nei propri spazi, a bonificare i ristagni d’acqua che possono formarsi dopo forti piogge, a utilizzare larvicidi nei ristagni non eliminabili e a mantenere puliti i canali di scolo, le fontane e i giardini.
Per sensibilizzare ulteriormente la cittadinanza, l'amministrazione ha predisposto una brochure informativa con tutti gli accorgimenti da seguire per evitare la schiusa delle uova e il proliferare degli insetti.
Il materiale sarà distribuito gratuitamente nei punti abituali di ritiro dei sacchetti per la raccolta differenziata e anche nelle scuole primarie e secondarie di primo grado dell'Istituto Comprensivo "Lucatelli - Don Bosco", grazie alla collaborazione della dirigente scolastica Mara Amico.
Un’iniziativa pionieristica nel mondo del cicloturismo sbarca a Civitanova che, nella giornata di ieri, 8 aprile, ha fatto da città capofila nell’accogliere l'incontro informativo intitolato “Dalla Bici alla Spiaggia: Sinergie tra cicloturismo e turismo balneare”; un momento chiave di dialogo e confronto all’interno dell’ambizioso progetto “Strade di Marca”.
Coordinato da Loredana Miconi e Mauro Fumagalli di Noi Marche Bike Life, l’evento ha visto la partecipazione degli operatori balneari provenienti da diverse città, tra cui Civitanova Marche, Marotta, Ancona, Fano, Potenza Picena, San Benedetto del Tronto e Senigallia, del sindaco, Fabrizio Ciarapica e dell’assessore con delega alla Mobilità sostenibile, Roberta Belletti. L'incontro ha offerto spunti e idee per rendere le strutture balneari più attrattive per i cicloturisti, promuovendo servizi su misura e strategie di valorizzazione.
“Strade di Marca” si propone non solo di unire ben 29 comuni marchigiani, distribuiti su tutte le province, in un anello cicloturistico di circa 800 chilometri, ma anche di creare una rete che connetta la costa con l’entroterra, offrendo così al cicloturista la possibilità di scoprire la straordinaria ricchezza paesaggistica e artistica del territorio marchigiano. Inoltre, il progetto coinvolge la Ciclovia Adriatica, un collegamento nevralgico con il nord Europa, dove il turismo su due ruote è ormai una realtà consolidata e si sta dirigendo sempre più verso l’Italia. Si tratta dunque di una concreta opportunità per stimolare l’economia locale, generando benefici in ogni settore.
Durante l’evento, Mauro Fumagalli ha spiegato nel dettaglio il progetto: “Il progetto Strade di Marca di Noi Marche Bike Life è stato creato mettendo insieme 29 comuni delle Marche, suddivisi su tutte e cinque le province. È un'iniziativa che è stata sviluppata direttamente dalle amministrazioni comunali, che hanno collaborato tra di loro per creare un prodotto di cicloturismo. Quest’ultimo rappresenta una sorta di ariete nel mondo del cicloturismo, volto a intercettare i flussi cicloturistici di coloro che utilizzano la bicicletta per esplorare e condividere il territorio. Oggi siamo a Civitanova Marche per un evento dedicato agli operatori balneari, poiché all'interno di questo progetto c'è una componente fondamentale: la Ciclovia Adriatica”.
“La ciclovia Adriatica, finanziata dalla Comunità Europea- prosegue Fumagalli- è un’infrastruttura che unisce diversi comuni e regioni, da nord a sud, passando dal Veneto e Friuli-Venezia Giulia fino alla Puglia. In questo contesto, i balneari sono tra i principali protagonisti. L’intento di questa giornata è spiegare come questa ciclovia rappresenti una straordinaria opportunità per gli operatori balneari. Infatti, questa grande via si collegherà con il nord Europa, dove il cicloturismo è già un asset molto importante”.
Mauro Fumagalli ha, infine, sottolineato l'importanza di attrezzare i balneari con servizi specifici per i cicloturisti, come parcheggi per biciclette, strumenti di manutenzione e offerte personalizzate, favorendo così un turismo sostenibile e di qualità: “Durante l'incontro, forniremo indicazioni pratiche su come i balneari possono prepararsi a questa opportunità, creando servizi di accoglienza dedicati ai cicloturisti, come punti di ricovero per le biciclette, pompe o attrezzi per la manutenzione. Inoltre, sarà possibile sviluppare esperienze ad hoc, come menu dedicati o semplicemente offrire un lettino o un ombrellone dove i cicloturisti possono rilassarsi dopo una pedalata e un bagno al mare. In questo modo, si favorisce anche lo sviluppo del commercio, rispondendo alle necessità di un turismo sempre più attento alla sostenibilità e alla qualità”.
L'entusiasmo per il progetto si è fatto sentire anche da parte degli operatori balneari. Marco Scarpetta, titolare dello chalet Raphael Beach di Civitanova, ha manifestato la propria soddisfazione e adesione all’iniziativa:
“Siamo molto entusiasti di tutto il progetto della Ciclovia Adriatica e chiaramente della parte di nostra competenza che attraversa Civitanova. La vediamo come una grandissima opportunità per promuovere ulteriormente lo sviluppo del turismo, attrarre visitatori di un certo tipo, perché il turismo in bicicletta è un turismo di qualità. Aspettiamo che venga completata l’opera del ponte ciclopedonale così da essere collegati fino a San Benedetto. Una grande opportunità”.
Anche Gianluca, titolare del balneare “I Sassisotto” di Marotta, ha voluto esprimere il proprio punto di vista, soffermandosi sulle prospettive di crescita ma anche sulle sfide che questa iniziativa potrebbe comportare: "L'associazione di bagnini ci ha informati di questo progetto, che riteniamo molto interessante e una grande opportunità di sviluppo, soprattutto perché il cicloturismo sta diventando sempre più un punto di forza.
Naturalmente, è importante comprendere sia i punti di forza che le criticità. Chi pratica il cicloturismo ha bisogno di strutture adeguate, come alloggi e servizi specifici, come le ricariche per le biciclette. Ho parlato anche con un produttore di biciclette elettriche e importante, a riguardo, è la presenza di colonnine per la ricarica. Sto valutando di attrezzare il nostro stabilimento con una piccola officina fai da te. Inoltre, stanno ultimando il ponte sul Cesano, il che significa che presto tutta la provincia di Pesaro sarà collegata, arrivando fino a Macerata e oltre. Questo collegamento non riguarda solo la costa, ma anche l’entroterra perché, se da un lato c'è il mare, dall'altro c'è l’area interna".
Infine, il sindaco di Civitanova, Fabrizio Ciarapica, ha posto l’accento sull'importanza della sinergia tra pubblico e privato: “La partecipazione degli operatori balneari sottolinea l’importanza di una collaborazione sempre più stretta tra enti pubblici e privati, affinché tutti lavoriamo insieme per attrarre un numero maggiore di visitatori nelle nostre terre.
Il progetto promosso da Noi Marche Bike Life è fondamentale perché riflette la volontà di alzare costantemente l'asticella, offrendo a chi sceglie la nostra Regione opportunità sempre migliori. Inoltre, punta a intercettare una crescente fascia di turisti su due ruote, che sta diventando una realtà sempre più rilevante e fonte di ricchezza. È essenziale garantire servizi di qualità, formando professionisti in grado di rispondere alle esigenze delle varie forme di turismo”.
Una svolta epocale per la nautica da crociera: Fincantieri e Viking hanno annunciato oggi la nascita della prima nave da crociera al mondo alimentata a idrogeno stoccato a bordo. Si chiama Viking Libra e rappresenta un traguardo storico nella transizione verso una navigazione a emissioni zero. Attualmente in costruzione nello stabilimento Fincantieri di Ancona, la consegna dell’unità è prevista entro la fine del 2026.
Con una stazza lorda di circa 54.300 tonnellate e una lunghezza di 239 metri, Viking Libra potrà accogliere fino a 998 passeggeri in 499 cabine, offrendo al contempo un’esperienza sostenibile e all’avanguardia. Il cuore dell’innovazione è l’impiego dell’idrogeno, utilizzato non solo per la propulsione, ma anche per la generazione di energia elettrica a bordo. Una tecnologia che consente alla nave di operare completamente a zero emissioni, aprendo le porte alla navigazione in aree ad alta sensibilità ambientale fino ad oggi precluse.
Si tratta di un importante passo avanti nell’impegno del settore marittimo per ridurre l’impatto ambientale, e segna un punto di svolta anche per l’industria cantieristica italiana, con lo stabilimento di Ancona protagonista di una realizzazione che unisce ingegneria avanzata, sostenibilità e visione del futuro.
Dalle temperature primaverili dei giorni scorsi alle gelate notturne, nelle campagne marchigiane ci si ingegna per salvare gemme, fiori dal crollo termico notturno che nei giorni scorsi è sceso anche sotto lo zero. Soprattutto nelle aree interne e collinari delle province di Macerata, Fermo e Ascoli non mancano fiaccole e sistemi di riscaldamento per difendere le colture.
"Le gelate tardive - spiegano da Coldiretti Marche - vanno a colpire le piante proprio nel momento più delicato del ciclo vegetativo". Con i termometri sotto lo zero si possono avere danni ingenti e irreversibili. Le strutture territoriali di Coldiretti sono in allerta e stanno monitorando l’evoluzione meteo insieme ai tecnici agronomi mentre le aziende agricole si stanno muovendo per limitare i danni.
I piccoli fuori tra i filari sono appunto uno degli stratagemmi utilizzati ma c'è anche chi ha stipulato una polizza assicurativa contro i danni del maltempo. Circa il 7% della superficie agricola regionale è protetta da un'assicurazione specifica Secondo un’elaborazione Coldiretti su dati Ismea, sono poco più di 1.400 le aziende agricole che hanno adottato strumenti assicurativi. Dati che evidenziano la necessità di maggior supporto agli agricoltori per adottare strumenti di tutela.
Un’occasione per informare, coinvolgere e guardare al futuro con strumenti concreti: si è svolto nella mattinata di martedì 8 aprile, presso il Campus Simonelli Group di Belforte del Chienti, l’incontro pubblico dedicato alla Comunità Energetica Rinnovabile (CER) dell’Unione Montana dei Monti Azzurri. Un appuntamento rivolto a cittadini, imprenditori e amministratori locali, per illustrare finalità, vantaggi e possibilità offerte da questa nuova realtà, già formalmente costituita a marzo con la firma dell’atto notarile.
La CER coinvolge cinque comuni del territorio – Belforte del Chienti, Caldarola, Camporotondo, Cessapalombo e Serrapetrona – e rappresenta un’opportunità strategica per la produzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili. Grazie ai fondi stanziati dal Ministero nell’ambito dell’iniziativa “Green Community”, aderire alla CER consente anche alle imprese di accedere ai contributi del PNRR, con un fondo perduto fino al 40% per l’installazione di impianti fotovoltaici.
Ad aprire l’incontro è stato il presidente dell’Unione Montana Giampiero Feliciotti, che ha sottolineato la portata sociale e ambientale del progetto: "Oggi concludiamo un percorso e apriamo una nuova fase – ha dichiarato –. Mettiamo la CER a disposizione della nostra comunità, come strumento concreto per partecipare al bando che prevede un contributo a fondo perduto fino al 40%. È un’occasione per promuovere non solo il risparmio energetico, ma il senso stesso di comunità: dobbiamo affrontare insieme le sfide della transizione ecologica. Abbiamo anche deciso di destinare parte delle risorse alle famiglie più fragili, in qualità di capofila dell’ambito sociale 16".
Feliciotti ha ringraziato anche il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, per aver stanziato 13,7 milioni di euro destinati alla nascita di una seconda Comunità Energetica, più ampia, che affiancherà quella dei cinque comuni già operativa, mantenendo una gestione unitaria.
All’incontro ha preso parte anche il consigliere regionale Pierpaolo Borroni: "Questa giornata è importante perché segna un passo concreto verso il rilancio della nostra regione – ha affermato –. Dopo anni di immobilismo, oggi si investe sulla riqualificazione energetica e sul futuro delle aree interne. Il presidente Acquaroli è in prima linea per sostenere questo processo".
Per il senatore Guido Castelli, commissario alla ricostruzione post sisma, "la transizione ecologica è uno dei pilastri per rigenerare le comunità del cratere. Non basta ricostruire edifici, serve ricostruire la vitalità sociale. E la CER dei Monti Azzurri rappresenta una best practice nella gestione delle aree interne, che possono tornare attrattive se diventano moderne".
Presente anche il presidente nazionale del GSE Paolo Arrigoni, che ha evidenziato gli obiettivi delle Comunità Energetiche: "Le CER riducono i costi delle bollette, contrastano la povertà energetica e promuovono la cultura della sostenibilità. Valorizzano la vocazione economica dei territori e rafforzano il legame tra amministrazioni e cittadini. La CER dei Monti Azzurri va oltre i limiti della cabina primaria, e con l’idroelettrico si aprono ulteriori prospettive. Inoltre, per richiedere i contributi PNRR c’è tempo fino al 30 novembre 2025, con l’innalzamento della soglia a 5 mila abitanti».
L’incontro al Campus Simonelli ha rappresentato un primo passo verso un futuro energetico condiviso, in cui il territorio si fa protagonista del cambiamento. Una sfida che parte dalle comunità e si costruisce giorno dopo giorno, con visione e partecipazione.