Si è svolta nella mattinata odierna, all’interno del porto di Civitanova Marche e sotto la direzione del comandante della Guardia Costiera, tenente di vascello Ylenia Ritucci, l’esercitazione antincendio del secondo semestre 2022, che ha visto la partecipazione del distaccamento dei Vigili del Fuoco, della Croce Verde di Civitanova Marche e della squadra antincendio portuale, compresa la motovedetta della Guardia Costiera CP 2098.
L’addestramento ha avuto come obiettivo principale quello di simulare lo spegnimento dell’incendio da parte della motovedetta CP 2098 della Capitaneria di porto e dei mezzi terrestri del distaccamento dei Vigili del Fuoco di Civitanova Marche, oltre a quello di testare la prontezza operativa di tutti i soggetti interessati e di perfezionare le capacità organizzative della sala operativa dell’ufficio circondariale Marittimo di Civitanova Marche.
Gli ottimi risultati dell’operazione hanno confermato la prontezza ed efficienza del personale della Guardia Costiera nonché dei Vigili del Fuoco, quotidianamente impegnati al contrasto e alla prevenzione degli incendi su tutto il territorio nazionale.
La Guardia Costiera ricorda che tutte le comunicazioni per segnalare ogni tipo di emergenza in mare possono essere effettuate tramite il numero blu 1530, gratuito ed attivo su tutto il territorio nazionale, 24 ore su 24, che permette di contattare la Capitaneria di porto più vicina, per un intervento immediato.
Confindustria Cgil, Cisl e Uil regionali hanno sottoscritto nei giorni scorsi un protocollo d’intesa con il quale hanno deciso congiuntamente di sostenere un impegno di solidarietà a favore dei territori, delle popolazioni e delle attività produttive delle Marche gravemente colpite dall’alluvione del settembre 2022.
A tal fine è stato attivato un apposito fondo nel quale confluiranno i contributi versati dai lavoratori e dalle imprese nell’apposito conto corrente bancario aperto congiuntamente.
In analogia con precedenti interventi attivati a livello nazionale a fronte di calamità, è stata lanciata una sottoscrizione volontaria tra tutti i lavoratori e le imprese aderenti al Sistema Confindustriale delle Marche. I fondi raccolti saranno destinati a finanziare progetti individuati congiuntamente da appositi comitati paritetici costituiti dai sottoscrittori.
La trattenuta da effettuare sarà pari all’equivalente di un'ora di lavoro (importo lordo in busta) da dedurre, secondo i divisori contrattuali, dall’importo netto mensile spettante al lavoratore nella busta paga successiva a quella della raccolta della delega debitamente sottoscritta.
Le aziende sono invitate, a loro volta, a devolvere un loro contributo almeno equivalente a quello trattenuto ai lavoratori. I contributi delle aziende e dei lavoratori dovranno essere insieme versati nel
Conto corrente bancario n. 1000/00192316 intestato a “confindustria marche federazione regionale degli industriali – cgil - cisl - uil marche un Natale di solidarietà” presso banca Intesa Sanpaolo – filiale 55000 filiale accentrata iban it19 n030 6909 6061 0000 0192 316.
In base al protocollo siglato da Confindustria Marche e Cgil, Cisl, Uil la raccolta dei contributi terminerà entro 28 febbraio 2023.
Un insetto per fare stuzzichini, dolci e farine. La premessa è: abbiamo assaggiato alcuni prodotti e sono tutti buoni! Tempo di ricevere nei prossimi mesi l’ok dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e il grillo domestico o 'Acheta domesticus' potrà entrare a far parte del regime alimentare nostrano. Questo, almeno, è l’obbiettivo di Nutrinsect, azienda di Montecassiano e prima in Italia a lanciarsi nella sfida. I presupposti ci sono tutti, anche se per ora la produzione è riservata al mercato del pet food.
Partiamo dagli inizi: i fratelli Jose e Robert Cianni prendono spunto dalla tradizione allevativa dei propri genitori e, considerati i classici sprechi, iniziano la ricerca di un’alternativa sostenibile. Ci sono confronti, raccolta di informazioni, studi scientifici legati agli insetti. Finchè, un giorno, si scopre essere quella del grillo domestico la specie animale più adatta allo scopo.
Da qui, il tempo di chiedere un prestito alla BCC Recanati-Colmurano, rilevare un ex magazzino iGuzzini di 1000 mq, raccogliere altre le risorse attraverso un bando della Regione Marche e investitori privati. E la realtà di Nutrinsect può prendere ufficialmente il via nel 2016. Il lockdown da Covid, a suo modo, finisce col giocare un ruolo decisivo: il team di questa ‘insolita’ start up ottiene altro tempo utile a limare i dettagli e studiare al meglio il proprio ingresso sul mercato industriale.
“E’ il cibo del futuro - racconta Jose - oltre che un prodotto dai molteplici impieghi: il frass (o scarto) di grillo, ad esempio, può già essere riutilizzato come fertilizzante naturale e negli impianti di biogas che vorremmo realizzare a breve. Siamo partiti con 10mila esemplari, oggi ne contiamo 10 milioni e ciascuno può deporre 150 uova al giorno: è un processo circolare a basso consumo e che ormai si mantiene da sé. All’inizio ci davano tutti per pazzi, ma in poco tempo c’è stata una presa di coscienza: le Marche sono state la nostra Silicon Valley”.
Per capirci: se per produrre all’anno 200 kg di carne bovina occorre almeno un ettaro di terreno, con i grilli bastano appena 2 mq (allevamento verticale, ndr). E ancora: se 1 kg di carne necessita di 15mila litri d’acqua, nel secondo caso sono sufficienti 5 litri. Senza additivi, medicinali o altre sostanze aggiunte. L’insetto segue il suo naturale ciclo di vita in colonia, all’interno di contenitori alimentari: le fasi di nascita, crescita e riproduzione sono opportunamente ripartite nelle varie celle asettiche dell’impianto.
Raggiunto lo stadio finale, il grillo viene ‘addomentato’ a basse temperature: un processo che di fatto osserva il normale ciclo delle stagioni. Una volta essiccato, per ricavare la farina si ricorre alla macinatura con mulino a pietra. Il risultato è un prodotto alimentare completo adatto a persone e animali domestici (fra cui cani e gatti), poiché comprensivo di amminoacidi essenziali, sali minearali, vitamine, omega 3, omega 6 e fino al 43% di proteine in più rispetto alla carne ‘normale’. Non ultimo, i tempi di conservazione che vanno dai 12 ai 24 mesi ('shelf life' ancora in fase di studio).
Va detto, come dato ulteriore, che l’intera azienda conta oggi appena sei operatori: tre ragazzi (Tommaso, Giuseppe, Giacomo) e tre ragazze (Anita, Margherita, Irene), tutti intorno ai trent’anni, laureati e che hanno creduto da subito nel progetto pilota. O, magari, se ne sono innamorati una volta iniziata la propria esperienza.
“Per il futuro - continua Jose - vogliamo entrare a far parte della dieta mediterranea e diventare un’eccellenza tutta amarchigiana. Oggi incontriamo resistenze culturali: l’Italia ha una tradizione culinaria preziosa e molto ben radicata. Ci vorrà del tempo, ma crediamo sia importante svillupare un dibattito intorno a questo insetto ormai 100% italiano. Stiamo già ottenendo riscontri positivi in diverse zona d’europa. Presto anche da noi le persone capiranno di avere davanti un prodotto di qualità, che fa bene all’ambiente, a livello nutrizionale, ed è all’altezza di tutti gli altri grandi prodotti nostrani”.
Di seguito, il servizio completo:
La Giunta comunale ha approvato ieri, in linea tecnica, il progetto relativo ai lavori di consolidamento del muro di contenimento stradale posto a monte dei fabbricati da demolire e ricostruire, a seguito degli eventi sismici del 2016, situati tra via Maffeo Pantaleoni e via Zorli.
L’intervento di consolidamento, fondamentale per l’emanazione di una apposita ordinanza speciale da parte del Commissario Straordinario alla Ricostruzione, si rende necessario sia per garantire una adeguata stabilità dell’attuale sede stradale che come intervento atto a facilitare il superamento delle barriere architettoniche presenti a livello degli accessi sulla via pubblica.
L’area in questione, compresa tra via Zorli e via Pantaleoni, è composta da quattro grandi condomini per un totale di circa 150 alloggi (risalenti ai primi anni ’50) che sono stati tutti danneggiati dal sisma. Il progetto prevede la demolizione e la ricostruzione degli edifici stessi che si trovano su un terreno a forte pendenza e quasi in aderenza alla strada pubblica, per cui l’Amministrazione, a tutela della sicurezza generale e viaria in particolare, ha richiesto al Commissario Straordinario alla Ricostruzione un’ordinanza speciale per poter finanziare l’opera pubblica a sostegno della ricostruzione privata.
“Un intervento pubblico-privato estremamente complesso, decisivo e di riqualificazione generale che ha richiesto oltre due anni di lavoro per riuscire a redigere i progetti superando le difficoltà tecniche, allineando e coordinando, al contempo, tempi e interessi molto diversi tra loro” – ha detto l’assessore all’Urbanistica Silvano Iommi -.
“Tuttavia, grazie anche allo straordinario impegno dell’Ufficio Tecnico Comunale, si è riusciti a raggiungere l’auspicato accordo tra tutti i vari soggetti coinvolti arrivando a definire un progetto di messa in sicurezza e di rinnovamento dei sotto\servizi sia della strada che dell’intera zona da ricostruire, il cui importo complessivo è di circa 8,2 milioni di cui 2,9 di parte pubblica e 5,3 di parte privata. L’importo complessivo dell’intera ricostruzione privata dei quattro lotti residenziali resta quindi stimato in circa 40 milioni a cui si aggiungeranno ora i 2,9 della parte pubblica”.
La stabilizzazione della scarpata avverrà tramite la realizzazione di paratie tirantate poste in parte al di sotto del marciapiede e in parte sul ciglio della scarpata, mentre contemporaneamente si procederà con la demolizione degli edifici dal civico 89 al 111; l’intervento, ad avvio dei lavori, comporterà per alcuni mesi il restringimento della sede stradale di via Pantaleoni con conseguente attivazione del senso unico alternato regolato semaforicamente. Il termine ultimo per il completamento dei lavori di ricostruzione post sisma resta stabilito al 31 dicembre 2025.
Il Commissario straordinario per la ricostruzione sisma 2016 Giovanni Legnini ha firmato oggi l'ordinanza con cui viene adottato definitivamente il Testo unico della ricostruzione privata. Il Testo, sul quale le Regioni Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria avevano raggiunto nei giorni scorsi l'intesa in cabina di coordinamento, è il frutto di un lavoro approfondito e corale, al quale hanno preso parte gli Uffici speciali per la ricostruzione, i Comuni, i comitati, le professioni tecniche e le parti sociali.
Il nuovo corpo normativo, composto da 130 articoli e 15 allegati, non si limita a riordinare e semplificare ulteriormente le regole sula ricostruzione privata, con l’abrogazione di 550 disposizioni e 65 allegati contenuti in 62 vecchie ordinanze varate a partire dal 2016, ma introduce anche novità sostanziali, che puntano a una ricostruzione più semplice, attenta alle caratteristiche del territorio e alle esigenze dei cittadini.
Vengono indicati i principi che orientano la ricostruzione, cioè speditezza e semplificazione amministrativa, legalità, trasparenza, partecipazione, e le sue finalità, che sono la sicurezza degli edifici e del territorio, sostenibilità ambientale, efficienza energetica, qualità architettonica, tutela e valorizzazione del patrimonio, sviluppo sostenibile. Vengono poi introdotte alcune norme per favorire il completamento della ricostruzione, ampliando gli strumenti a disposizione dei cittadini e consentendo ai Comuni di subentrare, in taluni casi, ai proprietari privati inerti.
Il Testo Unico entrerà in vigore dal 1 gennaio 2023, contestualmente all’avvio della nuova piattaforma telematica Gedisi, che consentirà ai professionisti impegnati nella ricostruzione una gestione più semplice delle pratiche di ricostruzione privata, e ai cittadini di essere informati in modo più puntuale e trasparente sullo stato della propria richiesta di contributo. La piattaforma è già operativa e da questa settimana è aperta alla sperimentazione assistita da parte dei professionisti. Il Testo Unico sarà presentato dal Commissario Legnini lunedì nelle Marche.
Arpam ha reso noti nella giornata di oggi ulteriori dati relativi al monitoraggio dell’aria a seguito dell'incendio avvenuto all'azienda di smaltimento rifiuti elettronici "Rimel" nella notte tra il 5 e il 6 dicembre scorsi.
"Le concentrazioni rilevate dal Laboratorio Mobile, limitatamente agli inquinanti normati (Benzene, Monossido di Carbonio, Biossido di azoto e PM10)", si legge in una nota dell'agenzia regionale, "non hanno superato i valori limite imposti dalla normativa di settore".
Si ribadisce tuttavia, che "il Laboratorio Mobile è stato attivato nella serata del 6 dicembre e, pertanto, non ha monitorato parte della fase acuta dell’incendio". "La fase acuta dell’evento è stata invece valutata mediante il campionamento delle polveri sottili (PM10) effettuato presso la scuola materna sita a Casette Verdini", ha puntualizzato Arpam riportando i dati relativi alle prime 24 ore di monitoraggio (fino alle ore 6:17 del 7 dicembre), utili "per valutare la diffusione degli inquinanti contenuti nei fumi originati dalla combustione".
I dati elaborati dal laboratorio Arpam, come valori medi delle 24 ore, evidenziano "concentrazioni degli Ipa (Idrocarburi Policiclici Aromatici) apprezzabilmente superiori a quelli riscontrati nel periodo invernale presso una stazione di fondo urbano presa come riferimento (Ancona Cittadella)".
"Il livello Benzo(a)pirene determinato tra i giorni 6 e 7 dicembre è sensibilmente superiore ai valori caratteristici della zona, riscontrati in precedenti monitoraggi" sottolinea ancora Arpam, e anche "relativamente ai metalli", i dati "manifestano il superamento del valore obiettivo previsto dalla normativa di settore per il cadmio, mentre rispettano i valori obiettivo per nichel e arsenico e il valore limite stabilito per il piombo".
Dal confronto con i valori caratteristici della zona, sono risultate particolarmente elevate le concentrazioni di cadmio, nichel, piombo, cobalto, rame, zinco, stagno e antimonio.
Basti pensare che, per il campionamento effettuato tra i giorni 6 e 7 dicembre, si riscontra una "tossicità equivalente" riferita alla concentrazione complessiva di diossine, furani e Pcb-dl pari a 5307 fg-TEQ/m3: un dato particolarmente elevato, se si considera che per l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità, ndr) valori di tossicità superiori a 300 fg-TEQ/m3 "denotano la presenza di significative sorgenti di emissione che devono essere opportunamente controllate".
"Sulla base dei dati rilevati, si può considerare che la qualità dell’aria riscontrata nelle ore immediatamente successive all’incendio" che ha coinvolto la ditta Rimel srl, "ha subito importanti ripercussioni per l’emissione di metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e di diossine e furani in seguito alla combustione di materiali e rifiuti presenti nello stabilimento", ha concluso nella nota Arpam aggiungendo come "le condizioni meteoclimatiche non sono state favorevoli alla diffusione dei fumi verso gli strati alti della troposfera e di conseguenza hanno ostacolato la diluizione delle sostanze inquinanti prodotte nell’incendio".
Il sindaco di Pollenza Mauro Romoli, nel sottolineare come nella giornata di domani siano attesi anche i risultati delle altre centraline di rilevamento posizionate sul territorio (campionatore passivo sito al Trebbio e campionatori siti a Pollenza Scalo), ha confermato l'obbligo di ricovero degli animali da cortile e il divieto di raccolta e utilizzo degli ortaggi a foglia larga, sino a quando non verrà emanato un provvedimento di revoca delle ordinanze.
Un sistema di vigilanza preventivo e semplificato sugli appalti per rendere i controlli di legalità nella ricostruzione pubblica post sisma 2016 ancora più rapidi e, allo stesso tempo, efficaci. È questo il frutto dell'accordo tra il commissario straordinario alla ricostruzione sisma 2016 e l'Anac, che hanno inoltre condiviso la definizione di atti e procedure tipo relativi ad alcune delle fasi dei procedimenti per gli appalti pubblici.
Due quindi le novità principali frutto del lungo e approfondito lavoro tra commissario, Anac e uffici speciali per la ricostruzione. Da un lato è stato definito un nuovo sistema, basato su una scheda di autovalutazione degli atti per gli affidamenti diretti e quindi su un maggior coinvolgimento degli Usr e delle stazioni appaltanti nella verifica preliminare della documentazione, così da velocizzare ulteriormente i controlli dell'Unità operativa speciale (Uos).
Il secondo risultato è l’elaborazione condivisa, tra la struttura commissariale e l’Anac, di atti e procedure-tipo per la determinazione a contrarre per l’affidamento diretto dei servizi di architettura e ingegneria, per la determinazione a contrarre di affidamento diretto dei lavori, per lo schema di avviso di indagine di mercato, per la procedura negoziata telematica per l’affidamento di servizi e per la procedura di affidamento diretto lavori.
“Il frutto di questo complesso lavoro svolto insieme ad Anac per la ricostruzione post sisma, è suscettibile di un’applicazione più generale – ha sottolineato il commissario Legnini -. Le procedure-tipo garantiscono legalità ed efficacia, mentre il sistema più incentrato sull’autovalutazione snellisce di molto i formalismi, in un'ottica di collaborazione tra istituzioni che, come più volte ha dimostrato l'esperienza del post sisma in Centro Italia, è la chiave per superare le criticità che una ricostruzione così complessa necessariamente comporta”.
“Tali innovazioni sono tanto più utili considerando che nel 2023, grazie al notevole lavoro degli Usr e dei Comuni, si verificherà una notevole crescita dei cantieri della ricostruzione pubblica”. “Oggi presentiamo un risultato importante che nasce dalla proficua collaborazione con il commissario Legnini ed è basato sulla progressiva responsabilizzazione degli uffici coinvolti – ha dichiarato il presidente dell’Anac Giuseppe Busia -.
“Attraverso gli atti tipo elaborati sulla base delle pronunce Anac si facilita l’attività delle stazioni appaltanti e si assicura che operino bene. Il risultato è maggiore velocità e quasi annullamento del contenzioso. Bisogna puntare su questo per far crescere la competenza e garantire celerità e legalità nelle opere della ricostruzione”.
Uno snellimento importante, fondamentale per l'avvio, nella piena legalità e sicurezza, delle migliaia di opere pubbliche che dovranno essere progettate e cantierizzate nei prossimi mesi nei territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria impegnati nella ricostruzione.
"Il piano particolareggiato di Elcito è tutto da rifare. Invece che tutelare il prezioso castello, apre alla speculazione edilizia e riempie il centro di veicoli". A dichiararlo è il consiglio direttivo del circolo Legambiente "Il Grillo" di San Severino Marche nel bollare la "natura e destinazione delle aree di parcheggio" presenti nel piano come una "spiacevole sorpresa".
"L'area di sosta di biciclette e ciclomotori è individuata nel prato che viene definito ‘la spiaggetta’, ovvero il sedime dell'antico palazzo abbaziale nel cuore dell'abitato, proprio di fianco al forno reso celebre recentemente dalla tv - spiegano i membri del consiglio direttivo del circolo -. Immaginate il viavai di moto nell'angusta via di accesso, dove molte persone siedono sulle panchine a prendere il fresco?”
"Poi troviamo un parcheggio per auto nella ‘piazzetta’, ovvero il sagrato della chiesa, angusto e di forma irregolare. Quali gli spazi di manovra? La rampa attuale, da dove saliranno e scenderanno auto per la sosta sarà semaforizzata? Un nuovo parcheggio, previsto nella parte bassa del paese, sarà realizzato nei pressi di una piccola edicola mariana, tagliando alberi e sbancando centinaia di metri cubi di terreno, per livellarlo realizzando alti muri di sostegno contro terra. Ci sembra una soluzione sbagliata anche questa" dicono dal circolo settempedano di Legambiente.
"Sono anni che la Pro Elcito propone la realizzazione di un parcheggio al di fuori dell'abitato che risolverebbe i molti problemi della sosta senza avere nessun impatto sul castello e per la quale esiste già la disponibilità dei proprietari dei fondi" osservano i membri del circolo che contestano anche la "ricostruzione di alcuni edifici allo stato di rudere da decenni".
"In particolare, da quanto si è appreso dagli stessi progettisti in consiglio comunale, questi sarebbero almeno quattro. Le condizioni per la loro ricostruibilità sarebbero: la preesistenza e la disponibilità di fotografie che ne documentano l'altezza. Ma gli edifici che sono in queste condizioni sono molti di più di tre. Con quale criterio ad alcuni è concesso e ad altri no? E per quale motivo?" si chiedono dal circolo Legambiente "Il Grillo".
"Intervenire su un centro di questo rilievo storico e paesaggistico è operazione delicatissima: un'operazione che deve essere in tutto e per tutto intesa alla stregua di un intervento di restauro che si esegue su un dipinto o su una scultura" precisano i membri del direttivo.
"La perplessità più grande - dichiarano ancora - riguarda l'incongruità di ricostruire parti ormai storicamente considerate perdute, che è un intervento assolutamente inconciliabile con la disciplina del restauro. Infine, come si farà a dire di no a qualcuno e consentire la ricostruzione ad altri? Di recente alcuni ruderi sono stati venduti al prezzo di rudere...Chissà che proprio quei fortunati acquirenti non si trovino ora per le mani un edificio di cui è possibile la ricostruzione? Anni fa un progetto in questo senso, in base al piano vigente era stato respinto".
"Queste criticità e questi quesiti si sarebbero dovuti affrontare prima, in una presentazione pubblica del piano e non passando, senza nemmeno un’adeguata completa illustrazione, alla sua adozione all'ultimo punto di un consiglio comunale qualsiasi - si conclude nella nota -. Fino al 26 dicembre sarà possibile presentare osservazioni e opposizioni al piano. Un appello al Comune: blocchi l’approvazione e riveda le previsioni".
È stato inaugurato questa mattina, in via Marche 84 a Macerata, il centro per anziani che rientra nel progetto promosso dal Comune - assessorato alle Politiche Sociali - “Attivi si nasce”; il centro sarà gestito dal Cif Macerata (Centro Italiano Femminile).
Presenti il vice sindaco e assessore alle Politiche Sociali Francesca D’Alessandro, i consiglieri Antonella Fornaro – promotrice, un anno fa, dell’ordine del giorno relativo alla riapertura del centro di via Marche - e Marco Bravi e la presidente del Cif Macerata Francesca Marinelli.
“I Servizi Sociali si trovano a fronteggiare nuove fragilità legate alla popolazione anziana e problematiche sempre più complesse che la pandemia ha aumentato: situazioni sempre più difficili da decodificare e da supportare” – ha detto D’Alessandro -.
“Per consolidare una responsabilità di comunità si deve far leva su un lavoro progettuale condiviso e partecipato per favorire la tessitura di relazioni e uno sguardo nel fare città insieme”.
“È necessario uscire dalla polarità utente/servizio per costruire azioni in grado di coinvolgere il vicinato, il volontariato, i servizi. È importante un approccio basato sulla prevenzione per promuovere reti di solidarietà comunitaria e per evitare che le situazioni vulnerabili precipitino nel disagio”.
“Qui, gli anziani possono stare insieme svolgendo attività ricreative e di socializzazione trovando anche un ambiente che costituisce un contesto familiare per le persone sole. Questo tipo di attività aiuta anche il Comune a monitorare, capillarmente, il settore della terza età e in particolare quelle fragilità che sarebbero, altrimenti, difficilmente intercettabili”.
“Le finalità del progetto ‘Attivi di nasce’ sono favorire maggiori occasioni di incontro e socializzazione, contrastare l’isolamento e migliorare il senso di appartenenza alla comunità delle persone anziane. Oltre a questo, il progetto si pone come obiettivi di riportare l’anziano al centro dell’attenzione del suo contesto attraverso la sua partecipazione alla vita di comunità grazie ad attività tese all’integrazione sociale e all’arricchimento dei suoi scambi relazionali”.
Occhi sulla città, ma non sui cittadini. Il Comune di Macerata ha già predisposto ogni cosa in vista del periodo natalizio, vestendo a festa le vie e le piazze del centro storico. E, soprattutto, ‘agevolando’ il traffico automobilistico dando persino il via libera nei fine settimana. Una misura, quest’ultima, che torna utile ai commercianti impegnati a far cassa in queste settimane clou, rispetto a chi - venendo da fuori - deve fare invece i conti con il ‘dramma del parcheggio’.
Il tutto ‘ça va sans dire’ rimanda agli effetti della delibera n.368 del 13 ottobre 2022 in materia di ‘revisione e adeguamento della sosta tariffata, firmata a doppie mani dal sindaco Sandro Parcaroli e dal segretario generale Francesco Massi Gentiloni Silveri, con il benestare di Apm. Fra i passaggi più interessanti dell'ordinanza, l’aumento del prezzario dei singoli ticket - 6 euro/24h nelle strutture, 80 cents/h in zona Garibaldi e Tribunale - e degli abbonamenti, con maggiorazione fino al 50% (leggi qui).
Dov’è l’inghippo? Non tutte le vie limitrofe al centro storico sono state incluse nella suddetta delibera. Come ad esempio quelle della Zona L compresa fra viale Trieste, viale Don Bosco fino a via Annibal Caro. Chi aveva rinnovato il proprio abbonamento in anticipo sul 1° novembre 2022 (data di decorrenza della delibera), oggi si ritrova con un servizio invalidato e non rimborsabile. In più, è costretto a parcheggiare altrove il proprio mezzo, con ulteriore esborso per il ticket giornaliero.
“Mia moglie lavora alla Coop di via Dante Alighieri - racconta Michele, residente nel quartiere di Collevario - e come altri dipendenti possedeva l’abbonamento annuale (pagato 160 euro, valido fino ad agosto 2023) per parcheggiare nelle strade adiacenti e più funzionali, come via Alfieri. Con la delibera, adesso la sosta è vietata. E lasciare la macchina su altre strisce blu comporta una spesa di circa 18 euro a settimana. Fatto il calcolo, sono almeno 60 euro al mese”.
A riprova del disagio, dagli uffici dell’Inps siti nella stessa area sono già partite le lettere di protesta dirette ad Apm. Che lo ricordiamo, in quanto affidataria del servizio, ha unicamente seguito le direttive del Comune di Macerata. “Ci hanno invitato a sporgere reclamo - continua Michele - ma a questo punto manderemo la segnalazione tramite l’associazione dei consumatori. O viene ripristinato il vecchio servizio oppure ci rimborsano l’abbonamento. Abbiamo pagato per un servizio che non c’è, stipulato di fatto un contratto. Non si possono cambiare le condizioni in corso d’opera senza avvisare. È un atto di prepotenza verso i cittadini”.
Giovedì 15 dicembre, presso la Sala Consiliare di Civitanova Marche, si tornerà a parlare del tornio della Cecchetti, nell’ambito delle celebrazioni per i 160 anni di Palazzo Sforza Cesarini (1862-2022).
Due le iniziative organizzate dai Lions club cittadini in collaborazione con Archeoclub e Centro studi civitanovesi, con il patrocinio della città di Civitanova Marche: la prima è una conferenza sul tema dell’archeologia industriale e sul tornio in programma alle ore 10,30 nella Sala consiliare, con visita al tornio in via Don Bosco, mentre l’altra iniziativa avrà luogo alle 16,30, con una conferenza sui tesori artistici del Palazzo comunale, a cura del professor Stefano Papetti.
Alle celebrazioni interverranno il sindaco Fabrizio Ciarapica, il presidente Lions Cluana Anna Maria Vecchiarelli, il presidente del Lions Host Roberto Giannoni, il presidente del Centro Studi civitanovesi Alvise Manni e la professoressa Isabella Cervellini, archivista.
Una novità assoluta: nasce un servizio di pronto intervento sociale volto a potenziare il contrasto alla povertà e alla marginalità. Dal 1° dicembre è infatti attivo il progetto Prins che consente la realizzazione di interventi di pronto intervento sociale a favore delle persone in condizioni di povertà o marginalità, finanziato con fondi europei e messi a disposizione dal Pon Inclusione.
Il progetto è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il sindaco Sandro Parcaroli, il vice sindaco Francesca D’Alessandro, il prefetto Flavio Ferdani, il questore Vicenzo Trombadore e il tenente colonnello dei carabinieri Nicola Candido. Presenti anche il presidente e il direttore generale dell’Asp Ircr Giuliano Centioni e Francesco Prioglio e i rappresentanti di enti e associazioni impegnati nel sociale.
“Uno degli obiettivi principali dell’Amministrazione è contrastare i fenomeni di povertà estrema e marginalità sociale e una delle chiavi per riuscire in questo è, indubbiamente, la rete che necessita di un lavoro sinergico, di costante collaborazione e di un sempre maggiore potenziamento – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli -. In questo caso, il progetto Prins permette di mettere in relazione l’Ircr la Fondazione Vaticano II, i professionisti del settore e le istituzioni per garantire un servizio puntuale di ascolto, sostegno e supporto”.
Il Comune di Macerata, in qualità di comune capofila del progetto, approvato con apposita delibera del Comitato del sindaci di ATS 15, per assicurare gli interventi del pronto intervento sociale ha infatti stipulato una convenzione con APSP IRCR Macerata e con la fondazione Vaticano II. In particolare la convenzione garantisce una reperibilità di una assistente sociale e di un OSS h 24 per 365 giorni all’anno.
“Il progetto Prins è la risposta concreta all’esigenza di un bisogno sempre più urgente e pressante – ha affermato il vice sindaco e assessore alle Politiche sociali Francesca D’Alessandro -. Dopo la pandemia e con la crisi economica in atto, infatti, il disagio sta aumentando e il pronto intervento sociale ha l’obiettivo di tamponare l’emergenza affinché non si trasformi in disagio estremo”.
“Per supportare le fragilità è quindi necessario una sinergia sempre più fattiva ed efficace tra istituzioni in un sistema integrato che vede al centro la persona umana in tutte le sue necessità, comprese quelle più emergenziali. Con il Prins si vuole quindi anche ridurre o tentare di ridurre lo stato di isolamento e fornire una rete di servizi e un’assistenza continua ed efficace affinché nessuno venga lasciato indietro”.
“Voglio ricordare l’atteggiamento dialogante tra le istituzioni che si è costituito a Macerata – ha detto il prefetto Ferdani ricordando le iniziative portate avanti con il vice sindaco D’Alessandro sulle tematiche della violenza contro le donne e degli anziani, quest’ultima sia sotto l’aspetto repressivo che di contatto” -.
“Il progetto di oggi costituisce un’applicazione concreta perché credo che in una società civile ci debba essere l’esigenza di creare, difronte a momenti di solitudine e di difficoltà, una risposta di speranza e di incoraggiamento riportando sempre la dignità delle persone al centro del nostro pensare.
Al di là degli aspetti tecnici del progetto, l’importanza è il messaggio di attenzione che viene dalle istituzioni nei confronti di tutti ma in particolare di quelle persone che vivono momenti di difficoltà. È da lì che si misura la valenza di una società civile e Macerata, sotto questo punto di vista, esprime una vivacità e un’attenzione assolutamente degna di nota”.
Un buono acquisto per le famiglie finanziato dal Comune di Civitanova. Continua l'iniziativa 'Solidarietà del Natale' avviata nel 2017 dall’amministrazione comunale che vede come finanziatore l’assessorato alle Politiche Sociali, con l’importante collaborazione logistica della consulta dei Servizi Sociali, alla fondazione Caritas in Veritate e l’organizzazione di volontariato Svau (Soccorritori Volontari Aiuti Umanitari). Il buono viene inserito all'interno del pacco alimentare di Natale.
"Prosegue con questa iniziativa il sostegno concreto alle famiglie in un momento particolarmente difficile e che vede aumentato il numero di fruitori in modo esponenziale. L’amministrazione - dice Barbara Capponi, assessore ai Servizi Sociali - sostiene i cittadini costantemente sia con interventi previsti dai servizi sociali che tramite la collaborazione con Caritas, con cui ha un accordo economico di 60 mila euro per le diverse attività, inclusa la distribuzione dei pacchi alimentari nel corso dei mesi”.
"Con 'Solidarietà del Natale'– conclude la Capponi - continuiamo a sostenere le varie esigenze, tra cui quella di acquisti mirati per necessità specifiche, nel rispetto delle differenti e variegate richieste che ciascuna famiglia possa avere".
Il Comune mette a disposizione dei 720 nuclei familiari che, già usufruiscono del pacco alimentare, risorse pari a 56 mila 600 euro. Cifra aumentata rispetto all’anno scorso in considerazione dei sempre più diffusi fenomeni di povertà e disagio economico, aggravati anche dalla situazione che si è venuta a creare a causa dell'emergenza sanitaria del covid 19 negli ultimi tre anni. Nel 2021, infatti, le famiglie che usufruivano del pacco erano 480.
“La collaborazione e la sinergia con i servizi sociali e con le altre realtà che operano nel sociale nel nostro territorio – fanno sapere Barbara Moschettoni, direttrice della Caritas dell’Arcidiocesi di Fermo insieme a Marco Malaccari, coordinatore della sede di Civitanova - ha permesso in questi anni di estendere ed approfondire la mappatura delle criticità sociali inerenti la povertà e la marginalità sociale consentendo, di fatto, una più accurata visione della situazione locale”.
“L’Amministrazione, alla luce di tale attività, ha deciso di incrementare i fondi per questa iniziativa di solidarietà confermando l’attenzione verso le criticità emergenti del territorio e la sensibilità verso il tema delle povertà. Il “Natale di Solidarietà” è un segno di vicinanza verso i più bisognosi in un tempo particolare come quello delle festività natalizie, un gesto di carità che aiuterà tante persone a vivere questo momento dell’anno con maggiore serenità”.
Dopo le modifiche alla viabilità, entrate in vigore sabato scorso tra via Caccialupi, via Giri e via Aleandri, nel rione Di Contro stanno per arrivare altre modifiche alla circolazione stradale. Sarà questa la seconda fase di un intervento di messa in sicurezza di una zona della città che registra un elevato flusso di traffico, soprattutto in orari scolastici.
Dopo l’installazione della segnaletica verticale ed orizzontale che inviterà a fermarsi e dare precedenza sul ponte Taborro, all’intersezione con via Fratelli Acciaccaferri, con la possibilità di svoltare a sinistra, destra e proseguire diritto, viene previsto anche il doppio senso di circolazione in via Acciaccaferri.
Ad annunciare le novità è l’assessore comunale alla Polizia Locale, alla segnaletica e alla viabilità, Jacopo Orlandani. “In tutto il rione Di Contro – spiega – la viabilità doveva essere cambiata in quanto il via vai di auto in alcune vie strette e a doppio senso di circolazione risultava da tempo non più sostenibile soprattutto sotto l’aspetto della sicurezza degli automobilisti e anche dei pedoni vista anche la presenza di diverse scuole”.
Dietro alla rivoluzione che sta interessando la circolazione in quest’area della città, e che risulta al momento sperimentale e comunque provvisoria, oltre al lavoro della Polizia Locale e a quello del personale del Comune addetto alla segnaletica e alla viabilità, coordinato da Luciano Cialoni, c’è anche la collaborazione di molti residenti che in passato avevano non solo segnalato le difficoltà ma anche suggerito alcuni cambiamenti nel corso delle recenti riunioni che hanno interessato pure il Comitato di quartiere.
“In questi giorni di avvio di questa nuova viabilità in via sperimentale – aggiunge l’assessore Orlandani – la Polizia Locale ha svolto attività di assistenza e di informazione agli automobilisti trovando supporto, in alcuni punti più sensibili, anche nella collaborazione dei volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri”.
In questa prima fase sono stati istituiti anche nuovi limiti di velocità di 30 chilometri orari in particolari tratti che sono comunque ben indicati da apposita segnaletica verticale.
Sulla richiesta di stato d'emergenza dalle Marche, dopo le forti scosse sismiche del 9 novembre scorso che hanno provocato l'inagibilità di una cinquantina di immobili con circa 150 sfollati tra le province di Ancona e Pesaro Urbino, e il danneggiamento di circa 1.200 edifici, la Protezione Civile ha "chiesto una serie di approfondimenti tecnici, in particolare riguardanti le schede Aedes" (Agibilità e danno nell'emergenza sismica) , scheda per il rilevamento speditivo dei danni, la definizione di provvedimenti di pronto intervento e la valutazione dell'agibilità degli edifici.
Lo ha riferito il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli a margine del Consiglio regionale, rispondendo ai cronisti sull'iter dello stato d'emergenza la cui richiesta è stata avanzata il 21 novembre.
C'è un'interlocuzione con la Protezione civile nazionale che ha chiesto una serie di approfondimenti di natura tecnica, approfondimenti fondamentali per le scelte che verranno fatte in via definitiva. - ha spiegato Acquaroli - .
“Noi abbiamo dato tutta la disponibilità, ora sta ai nostri uffici agli uffici dei Comuni e della Protezione civile nazionale cercare di determinare il percorso più veloce possibile perché - ha concluso - dobbiamo dare una risposta a chi purtroppo è fuori dalle abitazioni e a tutti gli immobili che sono stati colpiti”.
Dopo i lavori di riparazione del danno, con rafforzamento localizzato della struttura, un’abitazione singola all’interno del nucleo abitato della frazione di Taccoli, nel Comune di San Severino Marche, è tornata agibile a seguito delle scosse di terremoto dell’ottobre 2016.
Il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, dopo la dichiarazione dei tecnici incaricati dal privato di conclusione dei lavori ha revocato l’Ordinanza con la quale aveva dichiarato l’immobile non utilizzabile.
Alla famiglia residente nello stabile l’Usr della Regione Marche ha riconosciuto un contributo per i lavori di ristrutturazione di 65 mila euro.
Il maltempo continua a fare registrare diversi interventi in tutto il territorio del comune di San Severino Marche, uno dei più vasti tra quelli delle realtà locali marchigiane con i suoi oltre 193 chilometri quadrati.
Squadre di tecnici e operai dell’ufficio Manutenzioni, coadiuvate dai mezzi meccanici delle imprese private incaricate, sono intervenute, insieme alla polizia locale, per frane, smottamenti e dissesti anche nelle scorse ore.
Intenso il lavoro tra il pomeriggio e la sera di sabato scorso per una frana lungo la “corta” di Serripola, che dal rione Di Contro conduce alla frazione settempedana, ma anche sulla strada comunale che da Taccoli conduce ai Granali e lungo la Strada statale 361 “Septempedana” dove la sede stradale è risultata allagata in più punti.
Il solerte intervento ha riportato ben presto la situazione alla normalità evitando pericoli agli automobilisti in transito e disagi ai residenti nelle zone interessate.
Anche il sindaco di Sarnano Luca Piergentili era presente lunedì a Fermignano alla costituzione del coordinamento della Regione Marche che seguirà il programma 2023 anno del Turismo di Ritorno e il progetto quinquennale Ritorno in Italia 2023-2028.
Camera di Commercio delle Marche, Regione Marche, sindaci, associazioni, comunità montane, reti d’imprese, Stakeholder, opinion leader insieme per costruire un programma e un progetto strategico di sviluppo per le aree interne e i piccoli borghi.
Hanno firmato ufficialmente il protocollo di lavoro congiunto i sindaci facenti parte dei borghi più belli d'Italia, borghi autentici d'Italia, paesi bandiere arancioni oltre ai rappresentanti di Uncem e Unpli.
Per la prima volta tutti insieme per costruire un progetto per le Marche che rientra nel progetto Nazionale: Ritorno in Italia 2023 -2028 teso a promuovere a livello internazionale turismo, made in italy, attrazione di investimenti, partenariati internazionali, rientro in Italia dei nostri cervelli e dei nostri connazionali.
A quasi tre settimane dall'attacco hacker che ha bloccato le cartelle di rete e gli archivi digitali del comune di Macerata (era la notte del 25 novembre), la situazione non è ancora tornata alla normalità. I maggiori disagi segnalati dai cittadini in questi giorni riguardano l'Ufficio Anagrafe, in cui gli operatori si trovano a lavorare soltanto attraverso un unico terminale.
Le richieste vengono quindi evase con più lentezza rispetto al consueto, generando code che provocano qualche inevitabile segnale di nervosismo da parte dell'utenza che si presenta agli sportelli previo appuntamento.
"Siamo ancora in attesa di un'esatta quantificazione dei danni - spiega l'assessore ai servizi amministrativi Marco Caldarelli -. Contiamo di definire il perimetro dell'attacco a breve, in modo da avere un report su quello che è esattamente successo e comprendere dove il sistema si è dimostrato meno solido".
"Tutto quello che noi abbiamo oggi in cloud è stato preservato. Gli hacker hanno cercato di attaccare Dropbox, ma non sono riusciti ad entrare. Anche se il dato è salvo, recuperarlo dal backup non è banalissimo - chiarisce l'assessore -. Intorno alla metà di gennaio contiamo di poter fare le comunicazioni definitive al garante e avere così un'idea sulla quale lavorare per l'eventuale risarcimento. L'attività del Comune, seppur con tutte le maggiori difficoltà del caso, sta proseguendo ordinariamente".
Riguardo alla situazione legata all'Ufficio Anagrafe, Caldarelli spiega come si tratti di "un problema tecnico collegato alla bonifica dei computer, visto che è in corso la riparazione della rete interna, che è stata aggredita. La rete va ricreata ex novo e ad essa vanno ricollegati tutti i computer ma, prima di giungere a questa operazione, vanno totalmente ripuliti. Si tratta più di un problema di manutenzione, visto che i dati demografici sono tutti online e quindi salvi".
"È stato fatto un ordine di priorità di intervento. I computer di alcuni dipendenti necessitano di essere bonificati prima di altri, visto che ci sono scadenze a breve. Anche quelli del personale dei servizi demografici sono sotto osservazione e sotto pulitura. La macchina è sana, ma è come se viaggiasse con una ruota in meno. Molti dipendenti, in ragione di questo, lavorano in tethering" conclude Caldarelli.
Presentata a Macerata "Migrants.Work", la prima piattaforma "privata" specializzata nel matching tra la domanda e l'offerta di lavoro di lavoratori stranieri, ideata e gestita dal Consorzio Umana Solidarietà.
"Cresce una rete di collocamento privato esclusivamente dedicata al lavoro straniero – ha detto Paolo Ragusa, coordinatore del Consorzio Umana Solidarietà - era importante per noi presentare il progetto a Macerata, dove siamo presenti con servizi di accoglienza e integrazione, per lanciare un messaggio che sia di condivisione e costruzione di partnership poiché vogliamo far crescere il network sia con accordi nazionali ma anche facendo rete sui territori”.
L'obiettivo è quello di intercettare i migranti a partire dalla loro presenza nei centri di accoglienza, orientando anche il sistema verso iniziative di formazione dedicate, per proporli nel mercato del lavoro in maniera competitiva, proteggendoli anche dal rischio di reclutamento illegale.
"Oggi tutti parlano di aiutare a trovare lavoro o connettere le persone perché possano trovare lavoro è una cosa importantissima ma molto complessa in una società che tende a isolare le persone" ha detto nel suo saluto il vescovo di Macerata Marconi.
A presentare la piattaforma è stata Martina Novello (project manager), che ha illustrato con un tutorial come si accede alla piattaforma e cosa bisogna fare per compilare le singole sezioni di domanda e offerta di lavoro.
Sono seguiti gli interventi di Riccardo Russo (Presidente dei Consulenti del lavoro di Macerata), Cinzia Bonifazi (Centro per l'Impiego di Macerata) e Nigist Bernabucci (Direttrice CAS Macerata) sul tema "Verso il network della rete di collocamento privato".
A tracciare le conclusioni Francesco D'Ulizia (Presidente Regionale UN.I.COOP Marche): "Oggi con la presentazione di Migrants.work - ha detto - abbiamo percorso la prima tappa verso la creazione di una rete di inclusione attiva, un passo importante per guardare a quelle fasce di popolazione che rischierebbero di ritrovarsi escluse dal mercato del lavoro al quale noi come movimento cooperativo guardiano con grande attenzione".