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"Apre alla speculazione edilizia e riempie il centro di Elcito di auto. Il piano è tutto da rifare"

"Apre alla speculazione edilizia e riempie il centro di Elcito di auto. Il piano è tutto da rifare"

"Il piano particolareggiato di Elcito è tutto da rifare. Invece che tutelare il prezioso castello, apre alla speculazione edilizia e riempie il centro di veicoli". A dichiararlo è il consiglio direttivo del circolo Legambiente "Il Grillo" di San Severino Marche nel bollare la "natura e destinazione delle aree di parcheggio" presenti nel piano come una "spiacevole sorpresa". 

"L'area di sosta di biciclette e ciclomotori è individuata nel prato che viene definito ‘la spiaggetta’, ovvero il sedime dell'antico palazzo abbaziale nel cuore dell'abitato, proprio di fianco al forno reso celebre recentemente dalla tv - spiegano i membri del consiglio direttivo del circolo -. Immaginate il viavai di moto nell'angusta via di accesso, dove molte persone siedono sulle panchine a prendere il fresco?” 

"Poi troviamo un parcheggio per auto nella ‘piazzetta’, ovvero il sagrato della chiesa, angusto e di forma irregolare. Quali gli spazi di manovra? La rampa attuale, da dove saliranno e scenderanno auto per la sosta sarà semaforizzata? Un nuovo parcheggio, previsto nella parte bassa del paese, sarà realizzato nei pressi di una piccola edicola mariana, tagliando alberi e sbancando centinaia di metri cubi di terreno, per livellarlo realizzando alti muri di sostegno contro terra. Ci sembra una soluzione sbagliata anche questa" dicono dal circolo settempedano di Legambiente. 

"Sono anni che la Pro Elcito propone la realizzazione di un parcheggio al di fuori dell'abitato che risolverebbe i molti problemi della sosta senza avere nessun impatto sul castello e per la quale esiste già la disponibilità dei proprietari dei fondi" osservano i membri del circolo che contestano anche la "ricostruzione di alcuni edifici allo stato di rudere da decenni".

"In particolare, da quanto si è appreso dagli stessi progettisti in consiglio comunale, questi sarebbero almeno quattro. Le condizioni per la loro ricostruibilità sarebbero: la preesistenza e la disponibilità di fotografie che ne documentano l'altezza. Ma gli edifici che sono in queste condizioni sono molti di più di tre. Con quale criterio ad alcuni è concesso e ad altri no? E per quale motivo?" si chiedono dal circolo Legambiente "Il Grillo". 

"Intervenire su un centro di questo rilievo storico e paesaggistico è operazione delicatissima: un'operazione che deve essere in tutto e per tutto intesa alla stregua di un intervento di restauro che si esegue su un dipinto o su una scultura" precisano i membri del direttivo. 

"La perplessità più grande - dichiarano ancora - riguarda l'incongruità di ricostruire parti ormai storicamente considerate perdute, che è un intervento assolutamente inconciliabile con la disciplina del restauro. Infine, come si farà a dire di no a qualcuno e consentire la ricostruzione ad altri? Di recente alcuni ruderi sono stati venduti al prezzo di rudere...Chissà che proprio quei fortunati acquirenti non si trovino ora per le mani un edificio di cui è possibile la ricostruzione? Anni fa un progetto in questo senso, in base al piano vigente era stato respinto". 

"Queste criticità e questi quesiti si sarebbero dovuti affrontare prima, in una presentazione pubblica del piano e non passando, senza nemmeno un’adeguata completa illustrazione, alla sua adozione all'ultimo punto di un consiglio comunale qualsiasi - si conclude nella nota -. Fino al 26 dicembre sarà possibile presentare osservazioni e opposizioni al piano. Un appello al Comune: blocchi l’approvazione e riveda le previsioni". 

 

 

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